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Akiko Tendo e' una liceale che ha vissuto l'infanzia in solitudine, senza potersi confidare con nessuno, e che ora non puo' andare a scuola. L'unica parente con cui si sente a suo agio è la nonna, la quale infatti si vedrà costretta ad allontanarla dai genitori per una maggior serenità della ragazza.
Se Akiko avesse una grave malattia, o qualche grave menomazione fisica, la questione apparirebbe più razionale ai suoi genitori e agli occhi di suo fratello, ed avrebbe la solidarietà degli estranei. Il fatto è che Akiko si identifica con l'altro sesso, a dispetto dei propri organi sessuali femminili perfettamente formati: solo uno specialista può verificare una disforia di genere, per cui questa condizione suona falsa e inverosimile ai più.
La ragazza passa da un'aggressività immotivata a una passività simile alla depressione. Il fatto di essere figlia di un noto politico non la aiuta, in quanto sente il peso degli obblighi sociali.

Seguendo la sua natura troverà dei gruppi di auto-aiuto e associazioni per i diritti civili, ma e' solo un giardino recintato, un po' più' grande di casa sua. La soluzione sarebbe un cambio di sesso, il che comporta danni fisici non indifferenti.

Il cambio di sesso, ovviamente, non è da intendersi in senso letterale ma e' un modo di prevenire domande scomode e imbarazzi reciproci. La decisione di operarsi coincide con l'accettazione del proprio ruolo in famiglia, intraprendendo la carriera politica come, si suppone, non avrebbe potuto ne' voluto fare se fosse stata femmina. Quindi non si sa quanto Akiko desideri emanciparsi... Chissà che i suoi desideri non siano piuttosto un modo più personale e più contorto, inconsapevole, di aderire a un modello precostituito che precede anche l'essere donna o uomo.
Questo manga è stato pubblicato in Giappone nel 2006 e in Italia nel 2007. È il primo che parli con schiettezza di questo problema; mentre spiega la disforia di genere, però, l'autrice sembra aderire agli stereotipi che vuole combattere.

Un uomo è determinato e, quando serve, è senza scrupoli. Il che dimostra che Akiko è un uomo...? O dimostra solo che anche i trans possono essere profondamente antipatici?
Prima di occuparsi di disturbi di genere, bisogna capire cosa sia il genere, spiegare perché lo rendiamo sinonimo di sesso biologico. Questo, il manga non lo fa.

Altro punto a sfavore: non sembra neanche un manga! È strutturato in maniera da risultare quasi asfissiante. Si fa differenza tra fumetto occidentale e fumetto giapponese quando, nel primo caso, ci possono essere dialoghi concentrati per risparmiare tavole, nel secondo caso ci sono dialoghi sparsi e un numero di tavole potenzialmente illimitato. I fumetti occidentali sono autoconclusivi, i manga sono commerciali e (paradossalmente) sono più evocativi, più lenti, consentono all'autore maggior libertà in virtù della loro durata.

Dentro G.I.D. parlano sempre. In continuazione. È un manga occidentalizzato. Non siamo ai livelli di bruttezza della collana "X ME", tuttavia G.I.D. non è una storia che vuoi rileggere per il piacere di farlo, o che ti resta impressa per la simpatia dei personaggi. Era necessario, altrimenti oggi non avremmo altri manga, più importanti. È utile, ma non è bello.

Yoko Shoji e' stata presentata in Italia negli anni 80 su "Candy Candy". Il fumetto breve scelto per la pubblicazione, "Una rosa un amore", era mediocre e dai toni paternalistici. I disegni pero' erano molto curati e suggestivi.
Col passare del tempo, il suo stile è peggiorato, si è appiattito, è diventato più scarno.