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«Cyberpunk: Edgerunners» è un anime, a cura dello studio d’animazione Trigger, capace di meravigliare e immergere lo spettatore in un mondo lontano e vicino al tempo stesso. Storia originale, per quanto prenda spunti dal videogioco Cyberpunk 2077 uscito a fatica nel 2020, ben costruita in soli dieci episodi di notevole impatto.

“Tutto quello che faccio lo faccio per te, non lo capisci?””
David Martinez vive in un ambiente sbagliato, conducendo la sua vita scolastica in una scuola prestigiosa controvoglia, solo per volere di sua madre. Per quanti sacrifici la donna possa fare per il figlio lui vorrebbe altro. Vorrebbe aiutare, vorrebbe lavorare, di certo non vorrebbe quello che gli accadrà a breve. Ha altri sogni, solo che non ha mai avuto il permesso di sognare.

In questo mondo si vive di aggiornamenti e freeware quasi come gli esseri umani fossero dei semplici computer e a peggiorare il tutto i potenziamenti quasi a distruggere completamente il corpo umano. Possibile critica a un futuro a cui stiamo andando incontro, in questa realtà sembra non si dia troppa importanza alle conseguenze spesso nefaste; la pericolosa cyberpsicosi, che con la manifestazione dei suoi sintomi può portare alla morte del oggetto.

“Più che un paradiso mi dà l'idea di una prigione”
Il suo nuovo stile di vita lo conduce dalla pericolosa Lucy, una criminale da cui bisognerebbe stare alla larga, ma lui non riesce a stare lontano dal pericolo, convinto di non avere un futuro e di non avere alternative, si trova costretto a diventare adulto all’improvviso, a dover scegliere per la sua vita, ma dovrà affrontare il suo essere solo un ragazzo immaturo.

Da notare quanto la morte viene vista come un qualcosa di freddo e improvviso a cui quasi non si crede, in questo mondo violento capita di venire uccisi e spesso non si cerca la vendetta, solo di elucubrare il lutto, la perdita.

Il finale, molto emozionante e poetico, risulta in linea con le premesse. Si evidenzia negli ultimi minuti della serie la presenza di un personaggio già noto in altri media per la felicità degli appassionati della serie di videogiochi.

Oltre a Lucy, uno dei personaggi più interessanti e completi della serie nel suo essere femminile, tra quelli secondari la presenza di Rebecca ha suscitato clamore per via degli scontri tra lo studio d’animazione e la CD Projekt Red per il suo aspetto fisico, ma la ragazza saprà imporsi nei gusti dello spettatore per altro. Oltre a lei si ricorda la misteriosa Kiwi. In generale i personaggi femminili risultano costruiti con maggior perizia rispetto a quelli maschili spesso non caratterizzati come si poteva.

Le animazioni sono particolari, curate dallo studio Trigger (fra le tante opere curate da loro si ricordano Kill la Kill, Promare , BNA: Brand New Animal) si riconoscono facilmente, quasi confusionarie potrebbero non risultare gradevoli come piacere molto, dipendendo strettamente dai gusti personali. L'azione, frenetica e comprensibile dei primi episodi, diventa più caotica con il tempo. Molte scene violente e alcune sessualmente esplicite rendono la visione consigliata a un pubblico maturo.

"Forgive me for letting you down. Forgive me for letting you down again. Guess I’m not strong enough right now"

Le musiche sono affidate a Akira Yamaoka. L'opening "This Fire" di Franz Ferdinand è molto orecchiabile, mentre poetica risulta la ending "Let You Down" di Dawid Podsiadło. Tutta la colonna sonora sarebbe da segnalare limitandomi in questa occasione all'interessante “who is ready for tomorrow”.

Lato doppiaggio fa un ottimo lavoro Alessandro Pili (Kenma Kozume in "Haikyuu") su David e Francesca Bielli (Kei Kishimoto in "Gantz") su Lucy. Le voci originali sono tutte perfettamente adatte al ruolo che interpretano, da sottolineare il cameo di Kenjiro Tsuda su Doc.

Consigliato ai fan dello studio Trigger e a chi, restando ammaliati dalla particolare grafica, cercano una storia d'azione frenetica.