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Considerato da alcuni come uno dei peggiori film Ghibli di sempre, farà veramente così schifo?

Trama
La storia è un po’... meh. Sull’isola di Shikoku, le storie sentimentali tra tre giovani (due ragazzi e una ragazza) danno vita a una specie di “triangolo di sentimenti”. I due sono grandi amici, mentre la ragazza si è appena trasferita da Tokyo. Nonostante non venga inizialmente apprezzata dalle compagne di classe, senza riuscire a integrarsi, con l’aiuto dei due ragazzi le cose cambieranno.
Tralasciando il fatto che viene raccontata in modo molto criptico, dato che seguiamo il punto di vista del protagonista che non sa mai nulla, alcune volte tende a tralasciare volutamente molti, troppi particolari. Alcune volte sono rimasto proprio confuso, con linee temporali sovrapposte senza capire nulla, divagando in argomenti nuovi in continuazione, lasciandoti spiazzato (sì, “Your Name.”, sto parlando anche di te).

Personaggi e stile
I personaggi e la carica autoriale del regista Tomomi Mochikuzi in questo film si possono riassumere in una frase: “Buona l’idea, mediocre la realizzazione”.
Per quanto i personaggi principali siano carini, potevano e dovevano essere approfonditi di più, mentre quasi tutti quelli secondari sono abbastanza piatti e lì solo per mandare avanti la trama. Così anche alcune scelte registiche: che senso hanno quelle scene iniziali circondate da enormi bordi bianchi, se se ne vedono solo due o tre a inizio film e basta? E quell’effetto lag messo volontariamente a caso in certi punti? Vi giuro, pensavo mi stesse andando alla malora Netflix...

Comparto tecnico
Ovviamente, quest’opera non può avere solo talloni di Achille: a tutto ciò compensa un ottimo comparto tecnico. Pur essendo ormai abbastanza vecchiotto, l’ho trovato molto godibile anche nel 2022, con animazioni molto fluide e quell’aura un po’ malinconica e vintage che ha sempre il suo fascino. Alcune immagini presentate in faccia allo spettatore sono di un impatto incredibile, con dei fondali e dei paesaggi assurdi. La sceneggiatura è assurda, su tutto forse il film perde un po’ sulle musiche, abbastanza strane (non saprei come altro descriverle), che non sempre si rivelano adattissime alla situazione sullo schermo, ma che comunque regalano una bella esperienza.

Mi è piaciuto?
Sarò onesto: a me è piaciucchiato. Questo è un film creato come sorta di “test” per i nuovi animatori e le nuove leve, come intramezzo tra due opere dei due grandi capi dello Studio (considerate che l’anno precedente uscì “Pom Poko” di Takahata, quello successivo “Porco Rosso” di Miyazaki). Per essere un esperimento di giovani talenti acerbi, non è affatto male. Inoltre, apprezzo l’intenzione di voler rappresentare il tutto come fosse realistico, a differenza di quasi tutti i film precedenti dello studio. Ogni minimo particolare deve essere verosimile nel contesto (di inizio anni novanta), dalle pubblicità ai movimenti, dai mezzi in circolazione ai prop di scena fino anche ai modi di dire. In queste cose è un film fenomenale. Sotto tanti altri aspetti, magari più importanti come la trama e i personaggi, diciamo che raggiunge la sufficienza...

Lo consiglio?
Forse sì, forse no. Se volete un anime chill per passare la serata con la vostra dolce metà al Cinema Bianchini (sotto lenzuola e cuscini), direi che è perfetto, così come se siete dei super nostalgici (non nel senso che volete il ritorno di Lui, continuate a leggere) e vi mancano gli anni ’90. Ma se non cercate nulla di tutto ciò e preferite qualcosa di più impegnato e/o impegnativo, potrei dirvi di ‘skipparlo’ tranquillamente.