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La trama in breve: Teru si trasferisce da Tokyo a Okinawa a causa del lavoro del padre, e qui si prende una cotta per la sua compagna di classe Hina. Unico problema, la ragazza parla quasi sempre e solo il dialetto di Okinawa, di cui Teru non capisce nulla. Ma viene in suo soccorso Kana, sua compagna di classe e amica d’infanzia di Hina, che gli farà da traduttrice per... poter avere una scusa per potergli parlare. Già, perché Teru è innamorato di Hina, ma Kana si è innamorata di Teru. In questo triangolo si inserisce l’altra compagna di classe Yae, che fa di tutto perché Kana riesca nei suoi intenti.

Bene... questa ‘non’ è la trama dell’anime, ma giusto il pretesto per parlare di usi, costumi e curiosità di Okinawa.
Ogni scena di ogni puntata diviene quindi il pretesto, o meglio lo spunto, per poter illustrare al meglio le caratteristiche di quest’isola, che venne regalata dal suo re al Giappone, perché non aveva eredi a cui dare il proprio regno. Veniamo quindi a conoscenza della vera soba di Okinawa, che non è soba, di abitudini linguistiche che generano divertenti equivoci al povero Teru (ma con positivi risvolti per Kana), della pigrizia degli abitanti e della loro ospitalità, e così via.

È un anime indubbiamente rilassante e piacevole, con un comparto sonoro che fa il suo lavoro, con richiamo alla musica locale, una opening molto orecchiabile e una ending dolce quanto le sue protagoniste.
Unico neo, alcune sequenze in CG molto più che discutibili.

Curiosità: la vicenda è svolta nella cittadina, o meglio villaggio, di Gushikawa.