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Immergersi nelle pagine di "Innocent" di Sakamoto significa intraprendere un viaggio oscuro e affascinante nel cuore della Francia prerivoluzionaria, attraverso gli occhi della dinastia Sanson, i leggendari "boia" di Parigi. La narrazione si dipana con una maestria rara, mantenendo un ritmo incalzante per nove volumi che si rivelano la durata ideale per esplorare le dinamiche familiari e le tensioni sociali dell'epoca. Sebbene l'ultimo volume possa spiazzare per una leggera deviazione dal focus iniziale su Charles, ampliando il ruolo della sorella Marie Joseph, questa scelta narrativa appare più come un preludio al seguito in "Innocent Rouge", lasciando il lettore con una palpabile curiosità.
Il vero punto di forza di "Innocent", tuttavia, risiede nell'inconfondibile e sensazionale stile grafico di Sakamoto. Ogni tavola è un'opera d'arte a sé stante, un tripudio di dettagli e un'esplosione di espressività che marchiano la retina. Il tratto distintivo dell'autore lo eleva nel panorama dei mangaka, rendendo ogni sua vignetta immediatamente riconoscibile e alcune di esse indelebilmente impresse nella memoria per la loro potenza visiva.
L'ambientazione storica è ricostruita con cura, immergendo il lettore in un'atmosfera cupa e piena di presagi, mentre l'evoluzione psicologica dei personaggi, da Charles a Marie Joseph, risulta notevole e coinvolgente. "Innocent" non è solo una cronaca di esecuzioni, ma un'esplorazione delle complessità umane sullo sfondo di un periodo storico cruciale. Un manga che appassiona, turba e affascina, lasciando un desiderio irrefrenabile di scoprire il destino dei Sanson in "Innocent Rouge".