Ciò che viene riflesso nelle pupille di coloro che sono in prima linea è il rosso scarlatto delle fiamme del Purgatorio. Chi ha paura delle scintille non può vedere quel colore."


Fra gli autori più interessanti che la fertile industria del fumetto giapponese ha esportato negli ultimi anni, emerge senza dubbio il nome di Shin’ichi Sakamoto, che già si era fatto notare da una nutrita schiera di appassionati italiani grazie a The Climber (vincitore in patria dell’Excellence Prize all'edizione 2010 del Japan Arts Media Festival) pubblicato da J-Pop Manga, editore che lo aveva anche ospitato nel 2011 a Lucca Comics & Games. Il mangaka, originario di Osaka, classe 1972, ritorna prepotentemente sulla scena con la sua ultima fatica; una tragedia in nove atti appena finita di stampare sempre per lo stesso editore: l’oscuro e disturbante Innocent.
 

 

"I colori della tavolozza si mescolano e mutano in molteplici nuances. Anche gli uomini, mantenendosi e facendosi del male a vicenda, non tornano mai più del loro colore originale. Restare puri e immacolati è arduo."


La trama di estrazione letteraria (si tratta del romanzo Il boia Sanson di Masakatsu Adachi) riprende con una certa libertà la vita e le opere del famoso Monsieur de Paris Charles-Henri Sanson (lo stesso personaggio storico che fece scivolare la lama della ghigliottina sul collo di Luigi XVI) e della sua famiglia, coprendo un arco di tempo che va dal 1753, durante la reggenza di Liugi XV, fino alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione Francese, avvenuto nel nel 1789. In un contesto storico decadente e ricco di contraddizioni, Sakamoto ambienta un racconto a tinte fosche che rievoca lo stesso palcoscenico del manga cult Lady Oscar - Le Rose di Versailles, qui rivisitato in chiave dark/gotica. I debiti di Innocent verso il capolavoro di Riyoko Ikeda sono tanti e non si fermano all’ambientazione. L’autore si prende consapevolmente il rischio del confronto e sembra volutamente rilanciare la sfida al lettore stimolandone l’immaginario in un continuo gioco di reminiscenze, che vanno dall'onnipresente simbolo della rosa, fino alla controversa figura di Marie-Josèphe, rutilante e ferale anti-Oscar.


"La verità non può essere raccontata ad alta voce, e non può essere neppure lanciata nel mare dei social network. Solo l'istinto può cogliere la verità di un istante che brilla nello sguardo di chi ci osserva."  


L’ancien régime, ricreato da Sakamoto in un affresco vivido e palpitante, è un mondo corrotto e marcescente dove regnano sopraffazione e immoralità ai limiti del parossismo. Un’epoca di eccessi che viene dipinta in modo eccessivo, combinando l’ostentata teatralità barocca degli effetti speciali e dei trompe l’oeil, a un repertorio di particolari raccapriccianti che risalgono direttamente alla Lezione di anatomia di Rembrandt. I nove volumi dell’opera racchiudono in sé un vero e proprio compendio di storia della tortura e delle esecuzioni capitali. Ma il ‘700 è anche il secolo dei lumi e l’autore, pur concedendosi in scene ai limiti del morboso, al tempo stesso divaga in dissertazioni para-scientifiche, rivelandoci interessanti retroscena sulle pratiche mediche del tempo, di cui i Sanson erano depositari. Il carattere foto-realistico e didascalico di alcune tavole ben si adatta a un manuale di medicina autoptica, contribuendo ad arricchire di sopraffine illustrazioni un’ideale encyclopédie del macabro.
 

 

"Nei momenti di difficoltà non fidarti delle mani tese. Quelle servono solo per colmare la solitudine. Quando si tendono le proprie mani verso qualcuno senza volere nulla in cambio, allora sì che è il momento giusto per fidarsi. Sono le mani di un amico sincero."


Charles-Henri è un personaggio romantico e travagliato che viene descritto con grande forza e passione dall’autore. All’inizio, timido e dimesso quattordicenne, è un innocente nauseato dalla violenza, ostracizzato dalla famiglia e suo malgrado iniziato all’arte della tortura. Poi si assiste alla dolorosa accettazione del ruolo di Angelo della Morte e alla sua trasformazione in uomo maturo e consapevole di vivere un’epoca cruciale di grandi cambiamenti. In un certo senso è il ritratto del nascente spirito illuminista: colto e raffinato pensatore, impossibilitato a disfarsi del suo ingombrante retaggio e del suo destino crudele, è mosso da sentimenti realmente nobili come la compassione e il perdono, si adopera per lenire le sofferenze dei condannati e precorre i suoi tempi nell’intuizione di abolire la pena di morte e nella genuina pratica del giuramento di Ippocrate. I suoi tratti dolenti e malinconici trovano presto un'antitesi nella rabbiosa e trasgressiva sorellina Marie-Josèphe, con la sua carica eversiva e la sua insofferenza, che fa da preludio alla furia della Rivoluzione e al bagno di sangue del Regno del Terrore. Fra i comprimari spiccano la giovanissima e vezzosa delfina Marie-Antoinette, l'ambigua cortigiana e femme fatale Madame Du Barry, e il sadico e perverso duca d’Orléans.
 

"Io non mi faccio ingannare. Gli artisti che smuovono gli animi degli uomini sono riemersi da una valle di solitudine e sofferenza. Io non sono un artista, ma voglio tenermi sempre pronto ad abbracciare il male."


I disegni colpiscono subito l'attenzione rischiando di mettere in ombra tutto il resto; sono semplicemente superbi e sovente si rischia di rimanere irretiti dalla magnificenza delle tavole. Innocent sfoggia un virtuosismo estremo e uno stile manieristico che sfida di continuo i limiti tecnici ed esecutivi (anche a costo di ricorrere alla fotografia e alla computer grafica) per fare della ricerca del dettaglio più minuto un elemento estetico fondante. Pare che questa attitudine certosina abbia spinto Sakamoto a dilazionare la serializzazione dei volumi per poter infonder maggiore cura all’apparato grafico. Sebbene le vicende e i personaggi storici siano marcatamente romanzati (non senza forzature), si nota una certa meticolosità nella riproduzione degli scenari, dei costumi e della temperie del periodo. Monumentali architetture, raffinati arredi, preziosi tessuti damascati, tutto è ricostruito fedelmente per immergere il lettore in un’ambientazione realistica e verosimile, salvo vertiginose e lunari fughe nel surreale, sempre in bilico fra sogno e incubo. La visionarietà e la vocazione grandguignolesca non impediscono all’autore di sperimentare inusuali e stridenti accostamenti fra infimo e sublime, tra perversione e santità, in un'altalena di estremi dove le più orrende brutture trovano posto accanto alle apoteosi celesti, e le scioccanti metafore visive alimentano il senso di inquietante meraviglia.
 

 

"Dentro di me c'è un dio. In qualunque situazione, anche la più dolorosa, non gli volto mai le spalle, ma credo in lui, lo proteggo e vado avanti. Io mi sottometto al dio che ho creato. Questa è la sola e unica regola nel mio lavoro."


Lo sfarzo decorativo svolge un ruolo di primissimo piano e rischierebbe di rimanere fine a sé stesso se non fosse ben supportato da un solido impianto narrativo e da una sceneggiatura puntuale in cui le vicende dei protagonisti si intrecciano in maniera avvincente. L’attenta regia, che dilata e contrae il ritmo del racconto con precisione da montaggio cinematografico, calibra sapientemente il climax e sonda in profondità la psicologia dei personaggi. Una singola scena può durare interi estenuanti capitoli e la più piccola azione può essere analizzata al microscopio, sviscerata in ogni sua piega, senza mai allentare la tensione emotiva.
Cos'altro aggiungere? A questo gioiello nero manca solo una colonna sonora ma si può ovviare mettendo insieme una playlist che possa spaziare da Antonio Vivaldi e Domenico Scarlatti fino a Wolfgang Amadeus Mozart (presente come personaggio storico in una sequenza del manga) passando per Bauhaus, The Cure e Siouxie and the Banshees.
Per concludere non si può che consigliare la lettura di quest'opera complessa e sfaccettata, in particolare agli amanti dell'estetica dark che troveranno in Innocent una perla di torbida e sensuale bellezza. 

L’edizione italiana, pubblicata da J-Pop Manga e tradotta da Marco Franca, consta di nove tomi in formato 12x17 con sovraccoperta lucida al prezzo di 6,00€ l’uno. La grammatura della carta e la qualità stampa sono tutto sommato in linea con il prezzo, anche se bisogna notare che l’alta definizione dei disegni è un po’ penalizzata dal formato tascabile. Un pregio del quarto volume consiste nel corposo approfondimento iconografico e storiografico sull’epoca e sui personaggi in questione, mentre un vistoso neo del nono è quello di non restituirci le tavole delle ultime pagine a colori così come da edizione originale. Infine si ricorda ai fan del maestro Sakamoto che il suo progetto settecentesco Innocent è tutt'altro che concluso e le gesta dei Sanson continuano in una collana tutta nuova attualmente in fase di pubblicazione (sempre per J-Pop Manga) dal titolo Innocent: Rouge.

 

Innocent cover.jpg

 

Antefatto: Nel maggio del 1753, Charles-Jean-Baptiste Sanson e suo figlio Charles-Henri si recano negli uffici pubblici della città di Parigi per delle pratiche. Si tratta del terzo capofamiglia dei Sanson, il Monsieur de Paris, a capo dei boia di tutta la Francia, e del suo erede primogenito. Nel suo intimo Charles-Henri è afflitto e scoraggiato dall’idea di proseguire il mandato familiare e di diventare un Angelo della Morte. Così, quella notte, durante la cena nella villa dei Sanson, sua nonna Anne-Marthe cerca di persuaderlo spiegandogli che l’attività di famiglia è in realtà un lavoro glorioso affidatogli direttamente da sua maestà il re già in tempi remoti, e che tutti i componenti della loro stirpe sono destinati a diventare esecutori capitali. Rifiutandosi di ereditare l’ignominioso titolo di quarto capofamiglia della casata Sanson, Charles-Henri viene brutalmente seviziato da suo padre con il brodequin, uno strumento di tortura tramandato di generazione in generazione. Charles-Henri, comprendendo di non poter sfuggire a quel terribile destino, prende in mano la spada del boia con il cuore pieno di rancore e di tristezza.

 


Titolo Prezzo Casa editrice
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