Recensione
Amane Gymnasium
7.0/10
Recensione di annadaifan
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Amane Gymnasium è un manga realizzato dall’apprezzato Usamaru Furuya dal 2017 al 2020 in Giappone, si compone di 7 volumetti pubblicati da noi dall’editore Coconino Press.
La protagonista della storia è Amane Miyakata, un’impiegata piuttosto ordinaria di 27 anni che nel tempo libero si dedica alla creazione di bambole.
Un giorno riceve dell'argilla da un uomo anziano, proprietario del negozio in cui di solito acquista il materiale necessario per le sue creazioni.
Vista la sua passione fin da ragazzina delle opere di Moto Hagio e Keiko Takemiya decide di realizzare delle bambole che hanno le sembianze di giovani ragazzi che popoleranno il suo personale “gymnasium”.
Sorprendentemente queste bambole inizieranno a muoversi per conto loro e Amane si ritroverà a gestire tutte le loro esigenze.
I rapporti fra le bambole non saranno facili e Amane dovrà destreggiarsi fra il mondo reale e quello del collegio, grazie anche all’aiuto di un collega di lavoro che si avvicinerà a lei senza farle troppe domande sul suo bizzarro comportamento.
Seguendo le bambole sembra quasi di ritrovarsi in una delle tante storie tragiche degli anni ’70 del mondo shonen ai, colmo di drammi ed episodi violenti.
Ma tutto questo è solo nella mente di Amane? Cosa nasconde la ragazza? Cosa c’è dietro alcune porte che sogna di continuo e non ha il coraggio di aprire?
Buona parte di queste domande verranno svelate nei capitoli finali, ma il tutto è fatto in una maniera troppo semplicistica e buonista che possono deludere il lettore.
I disegni sono molto dettagliati e gli sfondi sono ottimi.
In fin dei conti quest’opera è un omaggio al mondo delle storie d’amore fra ragazzi e, infatti, la parte più interessante per me è stata la vita delle bambole nel collegio piuttosto che i traumi subiti da Amane.
Se già siete fan di Furuya considerate quest’opera come qualcosa di distante da ciò a cui ci ha abituato il mangaka, si tratta di una parentesi più leggera dell’autore.
La protagonista della storia è Amane Miyakata, un’impiegata piuttosto ordinaria di 27 anni che nel tempo libero si dedica alla creazione di bambole.
Un giorno riceve dell'argilla da un uomo anziano, proprietario del negozio in cui di solito acquista il materiale necessario per le sue creazioni.
Vista la sua passione fin da ragazzina delle opere di Moto Hagio e Keiko Takemiya decide di realizzare delle bambole che hanno le sembianze di giovani ragazzi che popoleranno il suo personale “gymnasium”.
Sorprendentemente queste bambole inizieranno a muoversi per conto loro e Amane si ritroverà a gestire tutte le loro esigenze.
I rapporti fra le bambole non saranno facili e Amane dovrà destreggiarsi fra il mondo reale e quello del collegio, grazie anche all’aiuto di un collega di lavoro che si avvicinerà a lei senza farle troppe domande sul suo bizzarro comportamento.
Seguendo le bambole sembra quasi di ritrovarsi in una delle tante storie tragiche degli anni ’70 del mondo shonen ai, colmo di drammi ed episodi violenti.
Ma tutto questo è solo nella mente di Amane? Cosa nasconde la ragazza? Cosa c’è dietro alcune porte che sogna di continuo e non ha il coraggio di aprire?
Buona parte di queste domande verranno svelate nei capitoli finali, ma il tutto è fatto in una maniera troppo semplicistica e buonista che possono deludere il lettore.
I disegni sono molto dettagliati e gli sfondi sono ottimi.
In fin dei conti quest’opera è un omaggio al mondo delle storie d’amore fra ragazzi e, infatti, la parte più interessante per me è stata la vita delle bambole nel collegio piuttosto che i traumi subiti da Amane.
Se già siete fan di Furuya considerate quest’opera come qualcosa di distante da ciò a cui ci ha abituato il mangaka, si tratta di una parentesi più leggera dell’autore.