Recensione
A parer mio, questo è un anime che mette alla prova anche i più sfegatati del genere shoujo.
In sostanza, l'anime risulterebbe anche carino da guardare, se non fosse che su ventisei episodi si salvano giusto una manciata di episodi.
Il giovane Usui scopre che l’intransigente presidentessa del consiglio scolastico della sua scuola fa la cameriera in un maid cafè e decide di tenerlo segreto.
E poi…
E poi niente!
Si susseguono svariate peripezie che coinvolgono i due protagonisti e chi gli sta intorno, lanciando chiarissimi messaggi su quale sia l’andazzo della serie e cominciando a far dubitare lo spettatore se sia il caso di proseguire o meno la visione.
Tra i due protagonisti scappa un bacio, ma come buona prassi la questione non viene mai affrontata seriamente.
Ventisei episodi di situazioni che non portano avanti la trama in alcun modo e che tipicamente sono autoconclusivi, durando al massimo due episodi di fila.
Sembra quasi che anche chi ha partecipato alla realizzazione dell'anime non sapesse bene dove voler andare a parare e lo dimostra bene l’episodio numero nove, dove viene adattata la favola di Momotaro.
Un episodio completamente inutile, che non porta da nessuna parte.
Immagino la gioia dello spettatore giapponese, che attende una settimana per un episodio dove accade il nulla cosmico (non che gli episodi "normali" siano diversi).
Due ending che fanno intuire che Usui abbia un suo passato, che non è un ragazzo come tutti gli altri, ma in tutti quanti gli episodi non ve n’è neanche il più piccolo accenno.
E inserire un altro ragazzo innamorato di Misaki nell’episodio ventuno non porta alcun risvolto (e non ha neanche senso).
Ovviamente il finale aperto lascia un senso di frustrazione: almeno si sarebbero potuti adattare i capitoli mancanti del manga e arrivare alla conclusione, così da terminare tutta quanta la storia.
Non consiglierei questo anime a nessuno, forse neanche al mio peggior nemico.
Quella che poteva essere una storia anche carina e godibile, si rivela essere un nulla di fatto, dove ogni personaggio è una macchietta di sé stesso.
Bocciato su tutti i fronti.
In sostanza, l'anime risulterebbe anche carino da guardare, se non fosse che su ventisei episodi si salvano giusto una manciata di episodi.
Il giovane Usui scopre che l’intransigente presidentessa del consiglio scolastico della sua scuola fa la cameriera in un maid cafè e decide di tenerlo segreto.
E poi…
E poi niente!
Si susseguono svariate peripezie che coinvolgono i due protagonisti e chi gli sta intorno, lanciando chiarissimi messaggi su quale sia l’andazzo della serie e cominciando a far dubitare lo spettatore se sia il caso di proseguire o meno la visione.
Tra i due protagonisti scappa un bacio, ma come buona prassi la questione non viene mai affrontata seriamente.
Ventisei episodi di situazioni che non portano avanti la trama in alcun modo e che tipicamente sono autoconclusivi, durando al massimo due episodi di fila.
Sembra quasi che anche chi ha partecipato alla realizzazione dell'anime non sapesse bene dove voler andare a parare e lo dimostra bene l’episodio numero nove, dove viene adattata la favola di Momotaro.
Un episodio completamente inutile, che non porta da nessuna parte.
Immagino la gioia dello spettatore giapponese, che attende una settimana per un episodio dove accade il nulla cosmico (non che gli episodi "normali" siano diversi).
Due ending che fanno intuire che Usui abbia un suo passato, che non è un ragazzo come tutti gli altri, ma in tutti quanti gli episodi non ve n’è neanche il più piccolo accenno.
E inserire un altro ragazzo innamorato di Misaki nell’episodio ventuno non porta alcun risvolto (e non ha neanche senso).
Ovviamente il finale aperto lascia un senso di frustrazione: almeno si sarebbero potuti adattare i capitoli mancanti del manga e arrivare alla conclusione, così da terminare tutta quanta la storia.
Non consiglierei questo anime a nessuno, forse neanche al mio peggior nemico.
Quella che poteva essere una storia anche carina e godibile, si rivela essere un nulla di fatto, dove ogni personaggio è una macchietta di sé stesso.
Bocciato su tutti i fronti.
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