Recensione
Death Note
8.0/10
"L, lo sai che gli dei della morte mangiano sono mele?"
Chi non si è mai voluto sentire, almeno una volta nella vita, talmente onnipotente tanto da avere il diritto di vita o di morte sugli altri? Chi, invece, non ha mai sognato un mondo libero dalla malvagità, dalla cattiveria, dalla perversità, dalla crudeltà? Ed infine, chi sarebbe disposto, chi avrebbe il coraggio, ammesso che sia possibile, di realizzare tali desideri?
Light Yagami, protagonista della famosa serie animata "Death note" composta da 37 episodi, decide di farsi carico di tali desideri e, ricevuto fortuitamente un potere divino, sogna un mondo privo di criminali e persone che nuocciono al benestare altrui. La trama è evidente fin dall'inizio: il protagonista riceve questo particolare quaderno, il "Death note", attraverso il quale inizia a giustiziare i criminali; le morti seriali di questi attirano inevitabilmente l'attenzione per cui inizierà una vera e propria caccia all'omicida di criminali. Tale investigazione, a cui capo, data la complessità del caso, vi è L, famoso detective, sarà una vera e propria lotta tra Light ed L basata sull'intelligenza e la strategia.
Assistere quindi, da spettatore, a tutte le riflessioni, ai ragionamenti, alle strategie studiate da ognuno dei due in modo da poter ingannare e/o incastrare l'altro è davvero intrigante. Inoltre i due personaggi sono caratterizzati davvero bene e sono particolari a modo loro, per cui le interazioni tra i due sono rese ancora più interessanti.
Di contro, i personaggi secondari sono spesso visti ed utilizzati come delle semplici pedine manipolate prevalentemente dal protagonista in modo da raggiungere i propri scopi. Questo è un aspetto che stride all'interno di una storia del genere: infatti pur ammettendo Light come un personaggio estremamente manipolativo, sarebbe stato più piacevole vedere in azione personaggi dotati di intelligenza propria piuttosto che semplici burattini facilmente rimpiazzabili.
Nonostante ciò, all'incirca fino al venticinquesimo episodio, la visione di questa serie risulta essere estremamente lineare con forzature, seppur presenti, minime e spesso trascurabili. Proseguendo la visione, i nodi vengono tutti al pettine e si presentano episodi neppure lontanamente paragonabili a quelli della prima parte della serie. Infatti la qualità della narrazione cala drasticamente così come calano, senza alcuna spiegazione, le capacità intellettive del protagonista: da ossessivo calcolatore a ingenuo presuntuoso.
C'è da dire che la presunzione è una delle caratteristiche principali del protagonista così come l'egocentrismo, entrambi tratti caratteriali che calzano a pennello considerato il personaggio. E quando la presunzione sovrasta la prudenza e lo spinge a cantar vittoria precocemente ecco che sorgono i problemi! Anche solo a partire da ciò, appare evidente come Light sia un personaggio che, nel bene o nel male, rimane coerente a sé stesso: aspetto sicuramente positivo se non significasse anche che non impara dai propri errori...
Un'altra caratteristica di spicco del protagonista risiede nella volontà di raggiungere i propri obiettivi ed è parecchio interessante notare come, pur di raggiungerli, accecato dal potere che si ritrova tra le mani, si discosti anche dai propri ideali.
In effetti è proprio questo uno dei messaggi celati durante la narrazione: il potere acceca. Maggiore esso è, più ci si sente invincibili, venendo però eventualmente distrutti dallo stesso. Un uomo, anche il più intelligente vivente, in questo caso interpretato da Light Yagami, rimane pur sempre un uomo che non può controllare un potere tanto immenso.
Il "Death note" è il simbolo del peccato (così come lo è la mela) di un uomo che, riconosciute le potenzialità, non ne riconosce la potenza venendo sopraffatto dallo stesso.
In aggiunta alle problematiche della seconda parte della serie, le forzature si fanno sempre più presenti e non le si può proprio sorvolare. I piani escogitati dai personaggi diventano alle volte privi di fondamenta, affidati quasi al caso e, in certi casi, ridicoli. Anche il ritmo di narrazione subisce delle variazioni, rallentando parecchio il succedersi di diversi avvenimenti e rendendone la visione lenta e noiosa. Poche, se non pochissime, sono le scene che mantengono alta la suspence.
Gli avvenimenti finali di questa serie posso essere accolti positivamente o meno dallo spettatore: si tratta di un dato soggettivo. Tuttavia, oggettivamente parlando, sarebbe stato più produttivo terminare la serie una decina di episodi prima. A questo punto la conclusione sarebbe potuta essere simile a quella esistente o completamente differente, poco importa! L'aspetto fondamentale sarebbe stato l'aver creato un prodotto, seppur non privo di difetti, pulito e lineare con una conclusione il cui apprezzamento sarebbe dipeso solo ed esclusivamente dalla soggettività.
Dal punto di vista tecnico, considerando che si tratta di un prodotto del 2006, le animazioni sono davvero ben realizzate ed il character design, per quanto personalmente non lo apprezzi, è parecchio dettagliato. Le colorazioni dei personaggi risultano essere ben studiate ed evidenziano il contrasto tra gli stessi. Anche tecnicamente parlando, nella seconda parte delle serie questa perde parecchio terreno essendo stata realizzata con animazioni nettamente più scadenti e disegni per i quali in certe circostanze si fa fatica a distinguere i personaggi.
Musicalmente parlando l'anime risulta essere pressoché riuscito: la prima opening è abbondantemente apprezzabile così come le sigle di chiusura, nonostante, personalmente, non si possa dire lo stesso della seconda opening; la colonna sonora, divenuta caratterista della serie, è spesso presente, specialmente in scene cariche di tensione, riuscendo ad aumentarne la suspence.
In definitiva, si tratta di un prodotto in prevalenza valido e ben studiato che si perde strada facendo, soprattutto una volta superata la metà. Di certo è un peccato poiché una storia del genere, sviluppata in questa maniera e ricca di innumerevoli spunti di riflessione possiede moltissimo potenziale per la maggior parte, ma purtroppo non totalmente, ben sfruttato.
Voto 8/10
Chi non si è mai voluto sentire, almeno una volta nella vita, talmente onnipotente tanto da avere il diritto di vita o di morte sugli altri? Chi, invece, non ha mai sognato un mondo libero dalla malvagità, dalla cattiveria, dalla perversità, dalla crudeltà? Ed infine, chi sarebbe disposto, chi avrebbe il coraggio, ammesso che sia possibile, di realizzare tali desideri?
Light Yagami, protagonista della famosa serie animata "Death note" composta da 37 episodi, decide di farsi carico di tali desideri e, ricevuto fortuitamente un potere divino, sogna un mondo privo di criminali e persone che nuocciono al benestare altrui. La trama è evidente fin dall'inizio: il protagonista riceve questo particolare quaderno, il "Death note", attraverso il quale inizia a giustiziare i criminali; le morti seriali di questi attirano inevitabilmente l'attenzione per cui inizierà una vera e propria caccia all'omicida di criminali. Tale investigazione, a cui capo, data la complessità del caso, vi è L, famoso detective, sarà una vera e propria lotta tra Light ed L basata sull'intelligenza e la strategia.
Assistere quindi, da spettatore, a tutte le riflessioni, ai ragionamenti, alle strategie studiate da ognuno dei due in modo da poter ingannare e/o incastrare l'altro è davvero intrigante. Inoltre i due personaggi sono caratterizzati davvero bene e sono particolari a modo loro, per cui le interazioni tra i due sono rese ancora più interessanti.
Di contro, i personaggi secondari sono spesso visti ed utilizzati come delle semplici pedine manipolate prevalentemente dal protagonista in modo da raggiungere i propri scopi. Questo è un aspetto che stride all'interno di una storia del genere: infatti pur ammettendo Light come un personaggio estremamente manipolativo, sarebbe stato più piacevole vedere in azione personaggi dotati di intelligenza propria piuttosto che semplici burattini facilmente rimpiazzabili.
Nonostante ciò, all'incirca fino al venticinquesimo episodio, la visione di questa serie risulta essere estremamente lineare con forzature, seppur presenti, minime e spesso trascurabili. Proseguendo la visione, i nodi vengono tutti al pettine e si presentano episodi neppure lontanamente paragonabili a quelli della prima parte della serie. Infatti la qualità della narrazione cala drasticamente così come calano, senza alcuna spiegazione, le capacità intellettive del protagonista: da ossessivo calcolatore a ingenuo presuntuoso.
C'è da dire che la presunzione è una delle caratteristiche principali del protagonista così come l'egocentrismo, entrambi tratti caratteriali che calzano a pennello considerato il personaggio. E quando la presunzione sovrasta la prudenza e lo spinge a cantar vittoria precocemente ecco che sorgono i problemi! Anche solo a partire da ciò, appare evidente come Light sia un personaggio che, nel bene o nel male, rimane coerente a sé stesso: aspetto sicuramente positivo se non significasse anche che non impara dai propri errori...
Un'altra caratteristica di spicco del protagonista risiede nella volontà di raggiungere i propri obiettivi ed è parecchio interessante notare come, pur di raggiungerli, accecato dal potere che si ritrova tra le mani, si discosti anche dai propri ideali.
In effetti è proprio questo uno dei messaggi celati durante la narrazione: il potere acceca. Maggiore esso è, più ci si sente invincibili, venendo però eventualmente distrutti dallo stesso. Un uomo, anche il più intelligente vivente, in questo caso interpretato da Light Yagami, rimane pur sempre un uomo che non può controllare un potere tanto immenso.
Il "Death note" è il simbolo del peccato (così come lo è la mela) di un uomo che, riconosciute le potenzialità, non ne riconosce la potenza venendo sopraffatto dallo stesso.
In aggiunta alle problematiche della seconda parte della serie, le forzature si fanno sempre più presenti e non le si può proprio sorvolare. I piani escogitati dai personaggi diventano alle volte privi di fondamenta, affidati quasi al caso e, in certi casi, ridicoli. Anche il ritmo di narrazione subisce delle variazioni, rallentando parecchio il succedersi di diversi avvenimenti e rendendone la visione lenta e noiosa. Poche, se non pochissime, sono le scene che mantengono alta la suspence.
Gli avvenimenti finali di questa serie posso essere accolti positivamente o meno dallo spettatore: si tratta di un dato soggettivo. Tuttavia, oggettivamente parlando, sarebbe stato più produttivo terminare la serie una decina di episodi prima. A questo punto la conclusione sarebbe potuta essere simile a quella esistente o completamente differente, poco importa! L'aspetto fondamentale sarebbe stato l'aver creato un prodotto, seppur non privo di difetti, pulito e lineare con una conclusione il cui apprezzamento sarebbe dipeso solo ed esclusivamente dalla soggettività.
Dal punto di vista tecnico, considerando che si tratta di un prodotto del 2006, le animazioni sono davvero ben realizzate ed il character design, per quanto personalmente non lo apprezzi, è parecchio dettagliato. Le colorazioni dei personaggi risultano essere ben studiate ed evidenziano il contrasto tra gli stessi. Anche tecnicamente parlando, nella seconda parte delle serie questa perde parecchio terreno essendo stata realizzata con animazioni nettamente più scadenti e disegni per i quali in certe circostanze si fa fatica a distinguere i personaggi.
Musicalmente parlando l'anime risulta essere pressoché riuscito: la prima opening è abbondantemente apprezzabile così come le sigle di chiusura, nonostante, personalmente, non si possa dire lo stesso della seconda opening; la colonna sonora, divenuta caratterista della serie, è spesso presente, specialmente in scene cariche di tensione, riuscendo ad aumentarne la suspence.
In definitiva, si tratta di un prodotto in prevalenza valido e ben studiato che si perde strada facendo, soprattutto una volta superata la metà. Di certo è un peccato poiché una storia del genere, sviluppata in questa maniera e ricca di innumerevoli spunti di riflessione possiede moltissimo potenziale per la maggior parte, ma purtroppo non totalmente, ben sfruttato.
Voto 8/10
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