Recensione
Sun Ken Rock
7.5/10
Recensione di VeganWarrior
-
-PER I MODERATORI, questa recensione va' a sostituire quella precedente.-
«Non so quale opzione dovresti scegliere. Non potrei mai consigliarti… Qualunque sorta di saggezza ti indirizzi, nessuno potrà dirti se è giusta o sbagliata finché non arriva a un risultato. L’unica cosa che ci è permesso fare è credere che non rimpiangeremo le scelte che abbiamo fatto.»
Sun-Ken Rock
Sun-Ken Rock è stato uno degli ultimi manga che ho letto, e non vi nego che, sebbene l'inizio sia stato estremamente coinvolgente, il mio entusiasmo è andato lentamente affievolendosi con il passare dei volumi.
La storia segue le vicende di Ken Kitano, un giovane giapponese che, innamoratosi della sua compagna di scuola Yumin, decide di seguirla in Corea del Sud. Qui, in seguito a una serie di eventi inaspettati, Ken si ritrova a capo di una gang locale. Con il tempo, e grazie al reclutamento di nuovi membri, la sua banda guadagnerà notorietà, affrontando numerose battaglie senza quartiere e guerre contro altre organizzazioni criminali. Nel frattempo, Yumin è diventata una poliziotta.
Le tematiche affrontate da Sun-Ken Rock sono sorprendentemente mature e complesse: potere, corruzione e politica sono fili conduttori costanti. L'opera ci mostra una visione distorta dello stato, quasi come fosse una gang legalizzata. Il percorso di Ken, dalla sua crescita personale fino al ruolo di leader, lo porta a scontrarsi con un sistema corrotto e con le conseguenze delle proprie scelte, che diventano sempre più pesanti con l’aumentare della sua influenza. È presente anche un arco narrativo che sembra voler denunciare il razzismo e la xenofobia, seppur in modo non troppo approfondito.
I personaggi sono ben sviluppati, in particolare Ken Kitano: impulsivo, emotivo, leale. Un antieroe buono, un uomo giusto in un mondo sbagliato. Combattendo per ideali nobili, si trova comunque al comando di una banda criminale, incarnando perfettamente l’ironia tragica che permea l’opera. Menzione d’onore anche per Tae-Soo e il resto del gruppo, comprimari con una propria identità, storia e, cosa non scontata, una vera evoluzione nel tempo, che riesce a umanizzare persino la violenza.
Sul piano artistico, Sun-Ken Rock si distingue nettamente. Le tavole sono spesso mozzafiato. Il tratto di Boichi sfiora la perfezione tecnica: dettagli anatomici, muscolari, architettonici resi in modo quasi fotografico. Le scene d’azione sono dinamiche, potenti e altamente cinematiche, tra le migliori del panorama seinen. Boichi padroneggia chiaroscuro, prospettive e splash page con grande maestria, dando alla narrazione una tensione visiva di alto livello.
Ciò che però abbassa sensibilmente il valore dell’opera, a mio avviso, è la difficoltà dell’autore nel mantenere una trama costantemente coinvolgente. Gli ultimi volumi, in particolare, mi sono risultati piuttosto noiosi, nonostante un finale tutto sommato apprezzabile. Un altro aspetto negativo è l’eccessiva presenza di scene spinte e gag osé, che spezzano il ritmo narrativo e risultano spesso fuori luogo. Alcune sequenze, come la ricerca del cuoco da parte di due membri della gang, non aggiungono nulla alla trama e sembrano più un riempitivo forzato, probabilmente eredità del passato dell’autore nel genere hentai.
In conclusione, Sun-Ken Rock presenta una struttura classica ma non banale: un protagonista che cresce e diventa carismatico, supportato da una squadra fedele e ben costruita. Dispiace constatare che lo sviluppo della trama non sia stato all’altezza del suo potenziale. Con una narrazione più curata e meno divagazioni inutili, questa serie avrebbe potuto ambire a ben altri livelli.
Voto: 7.3
(Una lettura sopra la media, ma non eccezionale.)
«Non so quale opzione dovresti scegliere. Non potrei mai consigliarti… Qualunque sorta di saggezza ti indirizzi, nessuno potrà dirti se è giusta o sbagliata finché non arriva a un risultato. L’unica cosa che ci è permesso fare è credere che non rimpiangeremo le scelte che abbiamo fatto.»
Sun-Ken Rock
Sun-Ken Rock è stato uno degli ultimi manga che ho letto, e non vi nego che, sebbene l'inizio sia stato estremamente coinvolgente, il mio entusiasmo è andato lentamente affievolendosi con il passare dei volumi.
La storia segue le vicende di Ken Kitano, un giovane giapponese che, innamoratosi della sua compagna di scuola Yumin, decide di seguirla in Corea del Sud. Qui, in seguito a una serie di eventi inaspettati, Ken si ritrova a capo di una gang locale. Con il tempo, e grazie al reclutamento di nuovi membri, la sua banda guadagnerà notorietà, affrontando numerose battaglie senza quartiere e guerre contro altre organizzazioni criminali. Nel frattempo, Yumin è diventata una poliziotta.
Le tematiche affrontate da Sun-Ken Rock sono sorprendentemente mature e complesse: potere, corruzione e politica sono fili conduttori costanti. L'opera ci mostra una visione distorta dello stato, quasi come fosse una gang legalizzata. Il percorso di Ken, dalla sua crescita personale fino al ruolo di leader, lo porta a scontrarsi con un sistema corrotto e con le conseguenze delle proprie scelte, che diventano sempre più pesanti con l’aumentare della sua influenza. È presente anche un arco narrativo che sembra voler denunciare il razzismo e la xenofobia, seppur in modo non troppo approfondito.
I personaggi sono ben sviluppati, in particolare Ken Kitano: impulsivo, emotivo, leale. Un antieroe buono, un uomo giusto in un mondo sbagliato. Combattendo per ideali nobili, si trova comunque al comando di una banda criminale, incarnando perfettamente l’ironia tragica che permea l’opera. Menzione d’onore anche per Tae-Soo e il resto del gruppo, comprimari con una propria identità, storia e, cosa non scontata, una vera evoluzione nel tempo, che riesce a umanizzare persino la violenza.
Sul piano artistico, Sun-Ken Rock si distingue nettamente. Le tavole sono spesso mozzafiato. Il tratto di Boichi sfiora la perfezione tecnica: dettagli anatomici, muscolari, architettonici resi in modo quasi fotografico. Le scene d’azione sono dinamiche, potenti e altamente cinematiche, tra le migliori del panorama seinen. Boichi padroneggia chiaroscuro, prospettive e splash page con grande maestria, dando alla narrazione una tensione visiva di alto livello.
Ciò che però abbassa sensibilmente il valore dell’opera, a mio avviso, è la difficoltà dell’autore nel mantenere una trama costantemente coinvolgente. Gli ultimi volumi, in particolare, mi sono risultati piuttosto noiosi, nonostante un finale tutto sommato apprezzabile. Un altro aspetto negativo è l’eccessiva presenza di scene spinte e gag osé, che spezzano il ritmo narrativo e risultano spesso fuori luogo. Alcune sequenze, come la ricerca del cuoco da parte di due membri della gang, non aggiungono nulla alla trama e sembrano più un riempitivo forzato, probabilmente eredità del passato dell’autore nel genere hentai.
In conclusione, Sun-Ken Rock presenta una struttura classica ma non banale: un protagonista che cresce e diventa carismatico, supportato da una squadra fedele e ben costruita. Dispiace constatare che lo sviluppo della trama non sia stato all’altezza del suo potenziale. Con una narrazione più curata e meno divagazioni inutili, questa serie avrebbe potuto ambire a ben altri livelli.
Voto: 7.3
(Una lettura sopra la media, ma non eccezionale.)
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