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“All you need is kill” è una serie tratta da un romanzo scritto da Hiroshi Sakurazaka, per la trasposizione manga, formata da due volumi, della sceneggiatura si è occupato Ryousuke Takeuchi, mentre per il lato grafico Takeshi Obata, famoso per opere del calibro di “Death Note”, “Bakuman” e “Hikaru no Go”, la serie è edita per l’Italia da Planet Manga.

La trama è presto detta, il mondo è semi soggiogato, sotto lo scacco dei Mimics, razza aliena che cerca di spazzare via il genere umano. Il nostro protagonista Keiji, al momento della sua morte in battaglia, acquisisce il mirabolante potere di ritornare indietro nel tempo, a 1 giorno prima della fatidica battaglia, ad ogni sua morte, qualsiasi essa sia, mantenendo intatto e vivido ogni istante delle sue precedenti vite.

La storia riesce a ingranare immediatamente, perché è facile simpatizzare per il protagonista e seguire ogni suo disperato tentativo, per riuscire ad uscire da questa lucida follia di morti in rapida successione, in cui non è solo la sua vita a spegnersi, ma anche i suoi compagni e amici, ma mai la sua determinazione e speranza.

L’intreccio narrativo si svolgerà tra una miriade di battaglie, che genereranno una sorta di sete famelica nel lettore, che verrà quasi sopraffatto da così tanta azione, fortunatamente ciò non avviene, grazie a quei brevi scorci di trama che faranno d’intramezzo per portare avanti il mistero dietro a tale fenomeno e per caratterizzare i nostri protagonisti.
Tali sprazzi di trama aiuteranno a dare profondità all’intero racconto senza appesantirlo, ma al contrario equilibrando la lettura donandogli un ritmo sincopato, giostrandosi tra capitoli pregni di azione frenesia, e sporadici più leggeri e introspettivi.
Ultima nota, ho molto apprezzato le pagine d’intramezzo, tra un capitolo e l’altro, che faranno sempre più sprofondare il lettore, in un abisso che si chiama coinvolgimento, riportando incisi che faranno riflettere rispetto alla storia che si sta leggendo.

I protagonisti saranno molto ben approfonditi, anche grazie alla gimmick di fondo, che già di per sé sarà lo strumento cardine per farli maturare e evolvere da semplici e stereotipati personaggi, a veri e propri interpreti e fautori della propria storia. Saranno presenti anche quattro o cinque personaggi di contorno, che per quanto faranno le loro sporadiche comparsate, saranno tratteggiati quel poco che basta per non renderli dei semplici elementi dello sfondo, ma dei veri personaggi, che fanno parte di un racconto.

Il tratto di Takeshi Obata non ha bisogno di presentazioni, pulito, preciso, minuzioso, nonostante abbia spesso caricato ogni tavola di tantissimi elementi.
Nonostante ciò, riesce a rendere il tutto dinamico e molto interessante, nel vedere ogni elemento che compone le tavole, specialmente quelle inerenti le battaglie.
Altra nota d’impatto saranno le varie morti che si susseguiranno, spesso verranno disegnate mettendone in mostra i vari elementi, indugiando su espressioni di dolore, sofferenza e rabbia, in maniera tanto macabra quanto spettacolare, rendendole le povere vittime un epitaffio di disperazione e vendetta, rispetto l’amaro destino che li ha travolti.
Ci sarebbero una miriade di elementi da dover decantare, quale la costruzione delle tavole, le espressioni dei personaggi, le tute da combattimento con le loro armi, la mostruosità con cui gli alieni sono rappresentati e tante altre cose, il tutto è però riassumibile dicendo che la componente grafica l’ho trovata personalmente impeccabile, riuscendo a coinvolgere e far immergere completamente il lettore, nel mondo di “All you need is kill”.

L’edizione in mio possesso non è fornita di sovracoperte, né di pagine a colori, avrà la solita carta grigiastra, che tradirà innumerevoli trasparente, almeno i volumi saranno abbastanza leggeri e ben sfogliabili.
Le copertine rappresenteranno i volti dei nostri protagonisti, con i colori che li contraddistinguono, peccato che anche in questa serie sia presente il classico problema delle copertina più piccole, rispetto alle pagine in esse contenute, almeno questa volta risulterà abbastanza camuffata dal colore nero di fondo che contraddistingue le due immagini, e la prima pagina dei due volumi, cosa che non fa molto denotare lo stacco.

In definitiva, ci troviamo difronte a due volumi ottimamente disegnati, con così tanta azione da far tenere il fiato sospeso al lettore, con dei buoni personaggi, le uniche due pecche sono che la storia è un inciso, di una trama di fondo ben più grande, fattore però non così pregiudizievole per quanto mi riguarda, piuttosto il tallone d’Achille sarà il voler inserire nella narrazione una componente romance che ho trovato quasi totalmente estranea, rispetto a quanto letto, risultando estemporaneo e per nulla approfondito, e che in parte mi ha rovinato il colpo di scena finale.