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<Attenzione contiene spoiler>

Introduzione e sinossi

Un'aneddoto importante per ricordarci che il duro lavoro, l'onestà, la sincerità, la fatica, la costanza, la perseveranza, la persistenza, la pazienza, la cortesia, la gentilezza insieme un comportamento ossequioso, rispettoso sono sempre stati, sempre sono e sempre saranno ricompensati, mentre l'indolenza, l'insofferenza, l'indifferenza,l'arroganza, la supponenza, la presunzione, la pigrizia, l'avarizia, l'avidità, l'egoismo, la prepotenza, la supponenza e gli imbrogli, gli inganni insieme alla maleducazione sempre sono stati, sempre sono e sempre saranno puniti.

La storia riguarda due anziani fratelli gemelli, Tarobei e Jirobei con una caratteristica particolare, ovvero una protuberanza sulla guancia, uno la tiene sulla guancia destra e l'altro sulla guancia sinistra, ma sembra essere l'unica cosa che li . Il primo è laborioso, serio e non si lamenta della fatica, nonostante abbia la protuberanza che è un tale peso, mentre il secondo è pigro e svogliato.
Accade un giorno che Tarobei si recchi nella foresta per tagliare la legna da raccogliere per l'inverno. Improvvisamente viene colto di sorpresa da un temporale e trova rifugio nel tronco di un vecchio albero. Dopo che la tempesta si calma, Tarobei sente della musica ed incontra un gruppo di Karasu-tengu insieme al loro capo intenti a suonare e ballare. Tarobei si introduce nella compagnia e per farsi perdonare si esibisce in una danza che impressiona tutti i presenti i quali lo ricompensano togliendoli la protuberanza dalla guancia destra. Tempo dopo Tarobei si riunisce con suo fratello Jirobei, il quale, ascoltando il racconto dell'esperienza del fratello, crede di poter ottenere la medesima ricompensa. Ma essendo Jirobei indolente, insofferente, incurante dell'etichette oltre che avido, pigro viene subito smascherato dai Karasu-tengu, i quali lo puniscono per il suo comportamento presuntuoso, supponente ed arrogante mettendogli la protuberanza di suo fratello sulla sua guancia destra.

Comparto grafico e sonoro

La grafica è stata realizzata con la tecnica del chiyogami, altrimenti nota come tecnica Yuzen, consistente nell'utilizzare fogli colorati duraturi e quindi per ritagliare le sagome dei personaggi e dell'ambientazione ed illuminarli attraverso una luce indiretta al fine di ottenere poi la giusta luminosità della vicenda. Essendo un cortometraggio risalente al 1929, bisogna tenere conto che il montaggio consiste in frame alternati tra primo e secondo piano ed essendo sia i personaggi che le ambientazioni realizzate con sagome di carta i movimenti sono ancora abbastanza macchinosi. Nonostante ciò si sono compiuti notevoli passi in avanti al fine di conferire a queste una maggiore dinamicità e fluidità nei movimenti. Altro elemento innovativo è l'introduzione della musica, la quale conferisce alla vicenda maggior vivacità e permette allo spettatore di meglio immedesimarsi nella vicenda e lo invoglia ad immergersi per prendervi parte. Tuttavia i dialoghi non sono ancora stati sonorizzati, questo perché all'epoca non c'era la tecnologia di oggi per separare l'aspetto dei dialoghi da quello della colonna sonora.
Inizialmente si optò per la colonna sonora a densità variabile, ma in seguito si decise di adottare il sistema della colonna sonora ad area variabile: "Durante la proiezione, la traccia ottica transita davanti a una cellula fotoelettrica e viene illuminata da una lampada eccitatrice. Il fascio di luce è modulato dalla traccia ottica in modo da colpire con intensità variabile la cellula, la quale a sua volta trasforma tale intensità variabile di luce in una debole corrente elettrica che, amplificata acusticamente, produce il suono" (cit-Wikipedia).

Messaggio

Come precisato nell'introduzione il messaggio principale che è anche il climax di questa vicenda, consiste nel fatto che nella vita bisogna prestare attenzione al tipo di comportamento che si adotta quando si devono affrontare le sfide che essa pone sul nostro cammino ed essere sempre umili, non avere paura di svolgere lavori pesanti e soprattutto non credere di poterli evitare, poiché non sforzandosi di fare niente si dimostra la propria accidia, la quale viene sempre punita; in questo caso viene punita con il raddoppiamento della sofferenza e/o del carico di lavoro. Questo cortometraggio vuole essere una sorta di monito nel fatto che è sempre condurre una vita onesta, integra, fatta di duro lavoro, costanza, dedizione, disciplina, le quali inizialmente possono sembrare pesanti, ma che alla lunga conferiscono benefici o almeno un po' di sollievo.

Giudizio finale

Un piccolo trattato sulla vita quotidiana e sulla necessità di essere laboriosi e produttivi, anziché pigri e svogliati. Un promemoria e una sorta di piccolo podcast sul come essere il coach mentale di sé stessi.

Voto: 10