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"È curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore" (Giacomo Leopardi)

A ben vedere, l’aspetto più complesso che potremo trovare in questo anime è il suo titolo, oggettivamente piuttosto assurdo.
“The Fragrant Flower blooms with Dignity” è infatti un’opera semplice.
Due coetanei dall’animo buono, un ragazzo e una ragazza, si innamorano e pian piano trasformano il loro rapporto in qualcosa di speciale.

In estrema sintesi è questa la trama di questo anime. Qualcuno potrebbe obiettare che, a fare lo stesso esercizio, si potrebbe sintetizzare nel medesimo modo la quasi totalità delle romcom, tanto che quella sintesi potrebbe essere considerata non una trama bensì la definizione stessa del genere romcom.

Eppure in questo caso qualcosa di diverso c’è: stavolta l’amore tra i due protagonisti è davvero il tema centrale di tutta la storia. Nella maggior parte delle altre romcom, spesso, non lo è.

Quante volte abbiamo visto romcom in cui di romantico non c’era niente? Storie diluite all’infinito, ferme in una stasi pressochè perenne, in cui i protagonisti ci mettono due stagioni solo per capire cosa provano? Oppure, al contrario, storie in cui i due si mettono insieme in 3 puntate, senza neanche capire il perchè, senza far maturare nello spettatore la benchè minima attesa?
Qui no: tutto matura poco a poco, lentamente ma costantemente, senza filler: in ogni puntata un passo in avanti, piccolo o grande, li avvicina l’un l’altro.

Quante volte ci siamo sorbiti personaggi principali che più che persone sembrano casi umani? Repressi cronici, timidi a livelli clinici, anaffettivi, pazzi, tardoni tipo minus habens, asociali, reietti, drama queen, vittime sacrificali, ultra-esuberanti, schizzati. Tanto che la trama, più che una storia romantica, sembra il diario clinico di uno psichiatra.
Qui no: Rintaro e Kaoruko sono persone normali. Con qualche timidezza o impaccio, certo, essendo ragazzini che sperimentano il primo amore, ma senza esagerazioni: persone equilibrate, tranquille, che affrontano le difficoltà e reagiscono agli imprevisti in maniera sensata.

Quante volte abbiamo assistito a dinamiche relazionali tossiche? Protagonisti che in teoria, secondo la storia, dovrebbero amarsi ma che nella pratica si fanno continuamente del male, mentono, negano, fingono, si allontanano, si respingono, fanno giochi di potere. Persone tsundere, manipolatrici, possessive, passivo-aggressive, vendicative o addirittura proprio cattive. Persone che “amano” qualcuno eppure non si curano del fatto che una certa parola o azione possa ferirlo. E dall’altra parte sottoni, zerbini, passivi, gente che incassa e tira avanti in nome del sentimento.
Qui no: Rintaro e Kaoruko si amano davvero. Sono due persone gentili e sincere, che si prendono cura degli amici e, figuriamoci, ancora di più della persona che amano. E soprattutto, che SI PARLANO: se lo dicono apertamente quanto si vogliono bene, quanto siano felici di passare il tempo con l’altro. Se c’è un problema, ne discutono senza girarci attorno. E se qualcuno gli dice “smetti di vederla”, rispondono fermamente “no, non posso”, invece di far partire le solite insopportabili spirali negative.
Sembra una banalità eppure è così raro da trovare.

Quante volte abbiamo assistito a romcom stracolme di scene ecchi, stantie e gratuite? Non che l’ecchi mi dispiaccia in assoluto, se è limitato e ha una giustificazione di trama mi fa anche piacere, ma in tante serie se togli quello non rimane niente.
Qui no: nessuno cade addosso a una ragazza con la faccia nelle tette. Di mutandine neanche l’ombra. La puntata in spiaggia la passano vestiti, a bagnarsi giusto i piedi in acqua. Negli episodi ammiriamo le dinamiche relazionali, non culi e tette (che poi Kaoruko secondo me sia ben carrozzata è un altro discorso).

Alla fine basta poco per farci felici: basta descrivere una vera storia d’amore, sincera, tra persone umane con un cuore che batte e sangue nelle vene.
Durante la visione non mi sembrava vero.

Non è esente da difetti, per carità. In primis, il fatto che tutti quanti (soprattutto all’inizio) siano così cerimoniosi, che si scusino continuamente, dopo un po’ stufa.
Anche il principale ostacolo per la coppia, ossia la rivalità tra le due scuole che fa ricordare un po’ Romeo e Giulietta, è caricato in maniera forse eccessiva.

Non tutti i personaggi secondari inoltre sono tridimensionali, alcuni come Usami e Yorita sono abbastanza delle macchiette, ma la storia è ancora all’inizio e dunque potrebbero avere uno sviluppo in futuro.
Altri invece come Subaru e Natsusawa sono davvero ben caratterizzati. Subaru, nonostante sia piuttosto pesantona sono sicuro che, se CloverWorks ci farà la grazia di una seconda stagione, avrà modo di sbocciare.

Una menzione speciale per Kyoko Tsumugi, la mamma di Rintaro: personaggio davvero splendido, la mamma che tutti vorremmo avere. E questo è un altro punto a favore della serie, la quale una volta tanto ci propone dei genitori positivi, attenti e che capiscono i figli, invece dei soliti esseri orrendi o assenti, dipinti in quasi tutte le serie nipponiche.

Infine un applauso per la già citata CloverWorks, che sul lato grafico si è superata: disegni e animazioni molto belle, musiche carine, che accompagnano perfettamente i momenti topici.

Qualcuno dirà che è banale, che non succede niente. Eppure succede tutto quello che deve succedere in una storia d’amore tra ragazzini delle superiori.
Qualcuno dirà che è lento. Eppure rispetto ai soliti protagonisti delle romcom Rintaro è un fulmine di guerra e in 13 puntate il rapporto si evolve fino a un punto in cui altri arrivano dopo due, tre stagioni. O forse mai.

Personalmente l’ho trovato stupendo proprio nella sua semplicità, assai rara.
Ce ne fossero altri così.