Recensione
Clevatess
8.0/10
Negli ultimi tempi ho provato una forte disaffezione verso i fantasy e ho deciso di guardare questa serie solo grazie al fatto che la trama si presentava del tutto diversa dai due soggetti che vanno anche troppo per la maggiore (isekai e storie sul protagonista cacciato dal proprio gruppo): è stata una decisione davvero azzeccata.
"Clevatess" si distingue da altri fantasy in quanto, oltre ad avventura e azione di valida fattura, presenta pure una buona introspezione di personaggi e situazioni allo scopo di illustrare la natura umana, con la giusta scelta di far parlare soprattutto i fatti.
L'inizio ammetto che non mi ha annoiato (i combattimenti certo non mancano), ma neppure entusiasmato molto, dato che si entra subito nel vivo senza che abbiamo potuto conoscere qualcuno per empatizzare o detestarlo. Però dopo che Clevatess decide di prendere sotto la sua custodia il piccolo Luna ecco che noi spettatori iniziamo, insieme ai tre (poi quattro) protagonisti principali, un viaggio di esplorazione dell’umanità, che viene mostrata sia nei suoi aspetti più biechi sia in quelli più dolorosi e luminosi, e il tutto sa creare la giusta empatia, riusciamo a capire i perché e i sentimenti dei personaggi positivi a volte in maniera davvero toccante (per me in tale senso la parte più riuscita è quella di Nell) spingendoci così a parteggiare per loro. Questo trasforma in un pregio lo sviluppo della trama, a grandi linee prevedibile, perché questo sviluppo prevedibile è proprio quello che speriamo accada sia ai singoli personaggi buoni che all'intera umanità: la trama di "Clevatess", sotto lo sguardo imparziale dell'omonimo protagonista, vuole illustrarci l’importanza dell’eroismo, essere un inno alla speranza (incarnata da Luna) che l'umanità può e deve migliorare, quindi farci tifare e gioire per la vittoria del Bene. Tuttavia proprio quest’ultimo elemento ci ricorda pure che la serie non mira ad una introspezione originale nei contenuti o nelle forme, lo scopo finale resta comunque emozionare il pubblico.
Oltre a questo ho potuto apprezzare in che modo la narrazione in un certo senso giochi con le aspettative degli spettatori: come scritto prima, a livello generale non ci sono sorprese ma per quanto riguarda determinati piccoli eventi la storia sa sorprendere anche in modo clamoroso, riuscendo così a compensare la prevedibilità generale con una discreta curiosità (sai già cosa succederà alla fine, però ti chiedi in che modo).
Stesso discorso se passiamo all'azione: a parte uno o due momenti 'wow!' segue una impostazione molto classica con il consueto corollario di situazioni che sembrano disperate, cattivi che paiono invincibili, la guerriera Alicia che teme di non essere all'altezza del suo ruolo, mosse spettacolari, ecc ecc, e il tutto si svolge in maniera adeguata grazie ad una regia che sa bene come far funzionare gli scontri e la suspense. Inoltre, per arricchire il cocktail, viene inserita anche una certa dose di umorismo (e fa più sorridere che ridere) e alcuni momenti fortemente splatter (se avete paura o troppo disgusto degli insetti, state attenti all'ottavo episodio).
Passando all'introspezione dei personaggi è sia approfondita che limitata: i vari caratteri della storia vengono ben esplorati per farci capire chi sono ma non subiscono evoluzioni, perché la loro funzione è quella di essere personalità monolitiche che rappresentano i diversi aspetti dell'umanità: Alicia e Anzetta sono il senso del dovere e il coraggio (una sul piano guerriero e l'altra su quello della sovranità), Nell è la dolcezza, anche il cattivo Drel rappresenta l'errore di portare avanti una causa giusta con metodi sbagliati e via così. Il tutto avviene sotto lo sguardo giudicante di Clevatess/Klen, mosso da stretta logica e legge della natura.
Tutto buono allora? Non proprio, dato che la serie non solo non offre nulla di davvero innovativo, ma ogni tanto la povera Alicia è vittima di fan service gratuito e alcune scelte narrative risultano artificiose, cioè hanno una giustificazione a livello di trama per esistere ma è troppo evidente, forzato, che accadono solo per far procedere la storia.
Sul piano tecnico il lavoro è in sostanza buono, anche se nel penultimo episodio si avverte un certo calo delle animazioni. Sul piano delle musiche molto azzeccata l'opening rockeggiante, mentre l'ending non mi ha molto colpito.
In definitiva "Clevatess" è una bella serie fantasy-action di stampo classico con tanto di profondità tematica, quindi ne consiglio la visione.
"Clevatess" si distingue da altri fantasy in quanto, oltre ad avventura e azione di valida fattura, presenta pure una buona introspezione di personaggi e situazioni allo scopo di illustrare la natura umana, con la giusta scelta di far parlare soprattutto i fatti.
L'inizio ammetto che non mi ha annoiato (i combattimenti certo non mancano), ma neppure entusiasmato molto, dato che si entra subito nel vivo senza che abbiamo potuto conoscere qualcuno per empatizzare o detestarlo. Però dopo che Clevatess decide di prendere sotto la sua custodia il piccolo Luna ecco che noi spettatori iniziamo, insieme ai tre (poi quattro) protagonisti principali, un viaggio di esplorazione dell’umanità, che viene mostrata sia nei suoi aspetti più biechi sia in quelli più dolorosi e luminosi, e il tutto sa creare la giusta empatia, riusciamo a capire i perché e i sentimenti dei personaggi positivi a volte in maniera davvero toccante (per me in tale senso la parte più riuscita è quella di Nell) spingendoci così a parteggiare per loro. Questo trasforma in un pregio lo sviluppo della trama, a grandi linee prevedibile, perché questo sviluppo prevedibile è proprio quello che speriamo accada sia ai singoli personaggi buoni che all'intera umanità: la trama di "Clevatess", sotto lo sguardo imparziale dell'omonimo protagonista, vuole illustrarci l’importanza dell’eroismo, essere un inno alla speranza (incarnata da Luna) che l'umanità può e deve migliorare, quindi farci tifare e gioire per la vittoria del Bene. Tuttavia proprio quest’ultimo elemento ci ricorda pure che la serie non mira ad una introspezione originale nei contenuti o nelle forme, lo scopo finale resta comunque emozionare il pubblico.
Oltre a questo ho potuto apprezzare in che modo la narrazione in un certo senso giochi con le aspettative degli spettatori: come scritto prima, a livello generale non ci sono sorprese ma per quanto riguarda determinati piccoli eventi la storia sa sorprendere anche in modo clamoroso, riuscendo così a compensare la prevedibilità generale con una discreta curiosità (sai già cosa succederà alla fine, però ti chiedi in che modo).
Stesso discorso se passiamo all'azione: a parte uno o due momenti 'wow!' segue una impostazione molto classica con il consueto corollario di situazioni che sembrano disperate, cattivi che paiono invincibili, la guerriera Alicia che teme di non essere all'altezza del suo ruolo, mosse spettacolari, ecc ecc, e il tutto si svolge in maniera adeguata grazie ad una regia che sa bene come far funzionare gli scontri e la suspense. Inoltre, per arricchire il cocktail, viene inserita anche una certa dose di umorismo (e fa più sorridere che ridere) e alcuni momenti fortemente splatter (se avete paura o troppo disgusto degli insetti, state attenti all'ottavo episodio).
Passando all'introspezione dei personaggi è sia approfondita che limitata: i vari caratteri della storia vengono ben esplorati per farci capire chi sono ma non subiscono evoluzioni, perché la loro funzione è quella di essere personalità monolitiche che rappresentano i diversi aspetti dell'umanità: Alicia e Anzetta sono il senso del dovere e il coraggio (una sul piano guerriero e l'altra su quello della sovranità), Nell è la dolcezza, anche il cattivo Drel rappresenta l'errore di portare avanti una causa giusta con metodi sbagliati e via così. Il tutto avviene sotto lo sguardo giudicante di Clevatess/Klen, mosso da stretta logica e legge della natura.
Tutto buono allora? Non proprio, dato che la serie non solo non offre nulla di davvero innovativo, ma ogni tanto la povera Alicia è vittima di fan service gratuito e alcune scelte narrative risultano artificiose, cioè hanno una giustificazione a livello di trama per esistere ma è troppo evidente, forzato, che accadono solo per far procedere la storia.
Sul piano tecnico il lavoro è in sostanza buono, anche se nel penultimo episodio si avverte un certo calo delle animazioni. Sul piano delle musiche molto azzeccata l'opening rockeggiante, mentre l'ending non mi ha molto colpito.
In definitiva "Clevatess" è una bella serie fantasy-action di stampo classico con tanto di profondità tematica, quindi ne consiglio la visione.
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