Recensione
The Dangers in My Heart
6.0/10
Parto dalla scelta "coraggiosa" dei personaggi, ribaltata rispetto ai canoni "lui grande e grosso, lei minuta" come ad esempio in Fragrant Flower Blossom with Dignity. E' una scelta che secondo me alla lunga non paga, le scene dove lei (di fatto una maggiorata, sembra una donna fatta e finita, addirittura più alta della madre del protagonista maschile) e lui sono faccia a faccia stridono da morire.
Quanto alla storia, di per se nulla di rivoluzionario. Lui uno gnomo introverso e iper-complessato (ma non viene mai chiarito realmente il perchè) con iniziali pulsioni "assassine" a suo modo anche divertenti ma che poi naufragano nel mare degli ormoni, lei bomba sexy piuttosto svampita. Non ci sarebbe modo di pensarli affini, ma...
Questi sono i presupposti, poi ci si mette la solita follia nei rapporti sociali tipica del mondo giapponese oramai più che abusata nella stragrande maggioranza delle opere di fantasia nipponiche (mesi per sfiorare la mano altrui, dichiarazioni chiare e non fraintendibili che non arrivano mai, chiamarsi solo per cognome fino in punto di morte...) ed ecco servita questa serie che fila via senza grandi acuti o tonfi. In tutto questo, i personaggi secondari sono del tutto trasparenti o poco più.
Il finale poi ricalca purtroppo quello del 90% degli anime, nel senso che finisce ma...non finisce o non si sa come di preciso. Un cerchio rimasto aperto, ci sarebbe voluto poco che chiuderlo: una scelta poco comprensibile, come troppo spesso accade negli anime ahimè. Ho adorato "Tomo-chan is a girl" anche e soprattutto per il finale, questi end aperti mi sanno di poco, anzi, piuttosto mi innervosiscono.
Arrivo a concedere la sufficienza solo perchè, in quanto uomo, ho simpatizzato per il piccolo psycho-nerd verso la conquista della sventola.
Quanto alla storia, di per se nulla di rivoluzionario. Lui uno gnomo introverso e iper-complessato (ma non viene mai chiarito realmente il perchè) con iniziali pulsioni "assassine" a suo modo anche divertenti ma che poi naufragano nel mare degli ormoni, lei bomba sexy piuttosto svampita. Non ci sarebbe modo di pensarli affini, ma...
Questi sono i presupposti, poi ci si mette la solita follia nei rapporti sociali tipica del mondo giapponese oramai più che abusata nella stragrande maggioranza delle opere di fantasia nipponiche (mesi per sfiorare la mano altrui, dichiarazioni chiare e non fraintendibili che non arrivano mai, chiamarsi solo per cognome fino in punto di morte...) ed ecco servita questa serie che fila via senza grandi acuti o tonfi. In tutto questo, i personaggi secondari sono del tutto trasparenti o poco più.
Il finale poi ricalca purtroppo quello del 90% degli anime, nel senso che finisce ma...non finisce o non si sa come di preciso. Un cerchio rimasto aperto, ci sarebbe voluto poco che chiuderlo: una scelta poco comprensibile, come troppo spesso accade negli anime ahimè. Ho adorato "Tomo-chan is a girl" anche e soprattutto per il finale, questi end aperti mi sanno di poco, anzi, piuttosto mi innervosiscono.
Arrivo a concedere la sufficienza solo perchè, in quanto uomo, ho simpatizzato per il piccolo psycho-nerd verso la conquista della sventola.
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