Recensione
Gyo - Odore di morte
5.5/10
Ho appena finito di leggere “Gyo odore di morte” di Junji Ito, pubblicato da Star Comics, e devo dire che forse è l’opera che mi ha convinto di meno tra tutte quelle che ho letto dell’autore.
La trama segue l’arrivo di strane creature marine spinte da una sorta di meccanismo con zampe metalliche, che iniziano a diffondersi sulla terraferma portando caos e un forte senso di disgusto. L’idea è sicuramente originale, e in parte si sente la mano dell’autore nel modo in cui costruisce tensione e situazioni assurde, ma nel complesso non sono rimasto particolarmente colpito. Tutto scorre, ma senza lasciarmi la stessa sensazione di inquietudine o meraviglia che di solito Ito riesce a trasmettere.
I personaggi funzionano il giusto. Non spiccano particolarmente e seguono più che altro la storia, senza avere quella forza o quella profondità che ho apprezzato in molte altre sue opere. Qui l’attenzione è molto più sull’evento in sé che sulle persone coinvolte, e per i miei gusti questo ha tolto qualcosa all’impatto generale.
Le tematiche sono un mix di disgusto, inquinamento, mutazioni e un tocco di fantascienza che domina parecchio il tono del racconto. Sicuramente un esperimento da parte di Ito, ma non tra i più riusciti, almeno per me. Non c’è quella componente horror più “umana” o psicologica che preferisco nei suoi lavori.
I disegni rimangono comunque riconoscibilissimi. Ito è sempre Ito, e visivamente il volume si difende bene: creature inquietanti, atmosfere sporche, tante tavole ben costruite. Però, anche qui, non ho avuto quel colpo d’occhio che spesso mi fa dire “wow”.
Nel complesso “Gyo - odore di morte” è stata una lettura discreta, ma niente di più. Ci può stare che in una carriera così lunga e ricca ci sia un titolo che mi prende meno. Tirando le somme è un'opera che va letta per completezza, ma non tra quelle che consiglierei come primo approccio a Junji Ito. Voto finale 5.5/10.
La trama segue l’arrivo di strane creature marine spinte da una sorta di meccanismo con zampe metalliche, che iniziano a diffondersi sulla terraferma portando caos e un forte senso di disgusto. L’idea è sicuramente originale, e in parte si sente la mano dell’autore nel modo in cui costruisce tensione e situazioni assurde, ma nel complesso non sono rimasto particolarmente colpito. Tutto scorre, ma senza lasciarmi la stessa sensazione di inquietudine o meraviglia che di solito Ito riesce a trasmettere.
I personaggi funzionano il giusto. Non spiccano particolarmente e seguono più che altro la storia, senza avere quella forza o quella profondità che ho apprezzato in molte altre sue opere. Qui l’attenzione è molto più sull’evento in sé che sulle persone coinvolte, e per i miei gusti questo ha tolto qualcosa all’impatto generale.
Le tematiche sono un mix di disgusto, inquinamento, mutazioni e un tocco di fantascienza che domina parecchio il tono del racconto. Sicuramente un esperimento da parte di Ito, ma non tra i più riusciti, almeno per me. Non c’è quella componente horror più “umana” o psicologica che preferisco nei suoi lavori.
I disegni rimangono comunque riconoscibilissimi. Ito è sempre Ito, e visivamente il volume si difende bene: creature inquietanti, atmosfere sporche, tante tavole ben costruite. Però, anche qui, non ho avuto quel colpo d’occhio che spesso mi fa dire “wow”.
Nel complesso “Gyo - odore di morte” è stata una lettura discreta, ma niente di più. Ci può stare che in una carriera così lunga e ricca ci sia un titolo che mi prende meno. Tirando le somme è un'opera che va letta per completezza, ma non tra quelle che consiglierei come primo approccio a Junji Ito. Voto finale 5.5/10.
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