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Attenzione: leggete la recensione solo dopo aver visto la serie!
Purtroppo mi è impossibile commentare senza citare alcuni avvenimenti della storia.

Questa serie tv mi ha stupita perché la storia ha preso una piega inaspettata, in certi punti arrivando anche sul grottesco, a parer mio.

Partiamo dalla trama, che necessita di una piccola correzione: Kenichi e Kumiko si incontrano e si innamorano all’università, ma quando decidono di stare in intimità non ci riescono.
Nella trama riportata qui, e anche in alcuni siti inglesi, viene erroneamente detto che Kenichi è impotente, ma in realtà Kumiko soffre di vaginismo.
Per questo motivo, per quanto Kenichi ci provi, non riesce ad avere un rapporto penetrativo con Kumiko.
Nonostante ciò, Kenichi e Kumiko si sposano e vivono una vita senza sesso, ma tutto precipita quando Kumiko scopre che il marito frequenta con cadenza regolare un bordello.

Partiamo dal punto dolentissimo e più importante della serie: lungo tutta la storia, la parola vaginismo non viene mai nominata.
E, purtroppo, Kumiko non arriverà mai ad apprendere il nome del suo problema.
Kumiko è sottomessa alla vita stessa, lasciandosi travolgere dagli eventi senza cercare di reagire in alcun modo.
Il suo vaginismo la fa sentire qualcosa di anormale, alla stregua di un mostro che non dovrebbe esistere.
Non potendo dare a Kenichi ciò che desidera, Kumiko cerca di essere la moglie perfetta, ma tutto ciò non basta.
Quando scopre che Kenichi si reca tutti i sabati in un bordello, non prova neanche un pizzico di rabbia: anzi, si inchina davanti al bordello e, con la tipica formula giapponese, gli affida il marito affinché gli diano ciò che lei non può dargli.

Anche sul fronte lavorativo la situazione è un vero disastro: Kumiko non cerca neanche di tenere testa alla bambina che capeggia l’intera classe e che istiga i compagni a ignorare la lezione e a mettersi a giocare.
La discesa nell’oblio la si ha quando Kumiko, in cerca di conforto online, finisce su un sito di incontri (inizialmente senza rendersene conto), accettando poi di incontrare realmente un uomo.
Qui c’è una vera e propria violenza sessuale, ma Kumiko vi rimane completamente impassibile, non riflettendoci neanche, accettando altri incontri e lasciandosi semplicemente trasportare dagli eventi.
Il risultato è di assistere a scene anche grottesche (in particolare la scena in cui Kumiko è in macchina con uno degli uomini conosciuti online, che le ha portato dei dolcetti in regalo) e di cui, a serie terminata, ci si chiede se ce ne fosse davvero bisogno.

Kenichi, dal canto suo, non è che sia poi migliore di Kumiko.
Fa tanti discorsi filosofici sul fatto che il sesso non è amore, che per lui il matrimonio è solo questione di fiducia senza coinvolgere il sesso, ma poi si dà la zappa sui piedi da solo diventando cliente regolare di un bordello.
Anche la sua filosofia di insegnante riguardo al “se un bambino ha dei problemi non bisogna incolpare i genitori” non la vedo affatto corretta, ma il culmine lo raggiunge quando scopre che, in passato, Kumiko aveva già avuto qualcuno con cui perdere la verginità.
Qui ho trovato Kenichi davvero stupido: lui si sente pessimo perché non riesce a dare a Kumiko il sesso che lei desidera, per poi arrabbiarsi come non mai nello scoprire che in adolescenza la moglie aveva perso la verginità.
Kenichi pensa che Kumiko continui a stare con lui solo per prenderlo in giro, ma qui sarebbe stato il caso di tirargli un bel ceffone: secondo te una che vuole prenderti in giro guardandoti mentre non riesci ad avere un rapporto intimo starebbe con te da quasi nove anni?
Suvvia, un po’ di cervello.

Mentre la visione degli episodi proseguiva, continuavo a chiedermi: “Perché questi due non sono mai andati da un medico?”.
Per noi occidentali è assurdo vedere come questa coppia non cerchi di affrontare il problema, preferendo evitare di parlarne e autodistruggendosi tra bordelli e siti di incontri.
Ma purtroppo questa è la società giapponese, dove viene anche discusso il tema dell’avere figli.
Se una coppia si sposa, sembra che debba avere figli solamente per compiacere i propri genitori nel diventare nonni e per portare avanti la dinastia di famiglia, senza pensare a cosa voglia davvero la coppia in questione.
Quando finalmente Kumiko e Kenichi si parlano, arriva la decisione che dovevano prendere fin dall’inizio: andare da un medico.
Ma, come sempre, Kumiko si lascia nuovamente schiacciare da tutto ciò che la circonda, non spiegando il motivo per cui si trova lì.
Una cosa del genere fa veramente cadere le braccia: a questo punto, tanto valeva non andarci.

La serie aveva avuto un buon inizio, ma verso metà ha cominciato a diventare lenta, a tratti noiosa e grottesca.
Per fortuna che la maggior parte degli episodi durava solo mezz’ora, altrimenti sarebbe stato difficile reggere quaranta minuti per dieci episodi.
Il finale di una serie che tratta un argomento così importante mi ha molto delusa, sono sincera.
Questa serie poteva essere un buon modo per aiutare le coppie che devono convivere con questo problema, ma, visto come si è evoluta l’intera vicenda, direi che questa serie è un buon modo per far capire alle coppie che devono convivere con questo problema come non affrontarlo.