Otto no Chinpo ga Hairanai è un romanzo autobiografico scritto da una donna giapponese che si firma sotto lo pseudonimo di Kodama. È un libro coraggioso che tratta tematiche molto delicate come la vita di coppia e i rapporti sessuali ed è subito diventato un best-seller in patria. L'opera è anche stata trasposta in un manga disegnato da Yukiko Gotou e presto verrà anche prodotto un film live-action.
 
Quando una timida 18enne finisce a letto con un coetaneo che frequenta la sua stessa università, succede qualcosa che la ragazza non si aspettava: il suo nuovo partner, infatti, soffre di impotenza. Nonostante i rapporti sessuali siano impossibili, la relazione fra i due si approfondisce sempre più... fino ad arrivare al matrimonio, inevitabilmente non consumato. La giovane donna, proprio per questo, rimane nella sua frustrazione; quello che non sa è che ad attenderla ci saranno numerose altre difficoltà.
 

Un libro indubbiamente interessante che merita di essere discusso e analizzato... ma non oggi. Quello che ha difatti attirato l'attenzione di una certa fetta di pubblico non è il libro in sè, bensì il suo titolo. "Otto no Chinpo ga Hairanai" in giapponese significa letteralmente "Il c***o di mio marito non entra!" La scelta di adottare il termine chinpo (sinonimo alquanto volgare di pene) è stata proposta dalla stessa autrice, la quale ha voluto porre un'enfasi sul tema della sessualità.

Il titolo del romanzo è stato purtroppo frainteso da alcuni "illuminati" lettori giapponesi, i quali hanno trovato l'occassione perfetta per mettere in atto scherzi di bassa lega. La rivista Shukan Bunshun ha riportato casi di uomini che, dopo essere entrati in libreria, hanno chiesto espressamente a giovani commesse di cercare "Il c***o di mio marito non entra!" oppure domandare quale fosse il nome del libro per far dire loro ad alta voce il titolo.
 

Queste battute di cattivo gusto non sembrano costituire conseguenze penali perchè sono difficili da classificare legalmente. C'è chi ha però sollevato l'ipotesi che questi scherzi ai danni delle commesse ricadano nel reato di "ostruzione della regolare attività commerciale", il quale può comportare in Giappone una pena di tre anni di reclusione o 500,000 yen (circa 3,900 euro) di multa. Secondo altri invece ci potrebbero essere gli estremi per casi di molestie in base alla gravità dell'offesa. Senza contare inoltre che talvolta non è così semplice fare distinzione fra chi chiede genuinamente il libro senza secondi fini e chi invece no.

Quindi occhio alle parole da utilizzare nel caso vogliate acquistare il libro in questione o altri romanzi con titoli dal significato ambiguo. E se proprio non riuscite a pronunciare con un tono serio "Il c***o di mio marito non entra!", cercate almeno di trattenerre le vostre risatine. Oppure prendete esempio dai Monty Python.

Fonte Consultata:
SoraNews24