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    Pellicola che idealmente chiude un’apparente trilogia wuxia. Terza storia che Zhang Yimou ambienta nella Cina imperiale e fortemente tradizionale. Perché dico apparentemente? Perché il film in questione, a differenza dei due precedenti ("Hero" e "La foresta dei pugnali volanti"), concentra i motivi della vicenda non tanto e non solo sulle proverbiali, pirotecniche e funamboliche acrobazie marziali, ma su una struttura narrativa che è una via di mezzo... [ continua a leggere]
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    Storie di solitudine, di lettere spedite e mai aperte o aperte in ritardo, di poliziotti che hanno perduto l’amore e di donne enigmatiche e sfuggenti, sullo sfondo di una Hong Kong dalle mille luci e dai frastornanti colori, ancorché spesso notturna e anch’essa sfuggente, dove la pioggia sostituisce le lacrime mai versate, trattenute in una dimensione che elude sovente la realtà per farsi stadio intermedio che non è nemmeno sogno. O lo è solo in parte.... [ continua a leggere]

    6.0/10
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    Sempre presente nelle rassegne festivaliere degli ultimi anni, il cinema coreano sembra essersi specializzato in storie di vendetta, sovente truce ed efferata, generata da ingiustizie palesi perpetrate ai danni di chi è apparentemente destinato a non potersi difendere in alcun modo. Anche "The Housemaid", di Im Sang-soo, presentato a Cannes e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Courmayeur Noir in Festival, remake di uno dei film coreani... [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Departures, ovvero i defunti, i dipartiti, coloro che in tutte le religioni, pur nelle loro differenze, a Oriente come a Occidente, hanno sorpassato la soglia della vita terrena per avventurarsi in un viaggio a noi mortali sconosciuto e inconoscibile. Per prepararsi al viaggio, nella tradizione giapponese, in modo assolutamente trans-religioso, colui che definiamo becchino può diventare un vero e proprio artista del trucco e della vestizione delle... [ continua a leggere]