Il regista Mamoru Hosoda, celebre autore del pluripremiato lungometraggio La ragazza che saltava nel tempo, è stato ospite in Francia del gruppo Kaze in occasione della grande campagna promozionale svolta dalla società per il lancio del suo nuovo film Summer Wars nei cinema francesi, avvenuto questo inizio estate: il regista ha così rilasciato un'interessante intervista al giornalista Arnaud Bordas della rivista Figarò Magazine, che, dopo averla pubblicata in parte, l'ha fatta circolare sul forum tichoux e ne ha consentito la pubblicazione in anche rete.

Mamoru Hosoda Chi è Mamoru Hosoda? - Una breve biografia
Qual è il suo ruolo, quale la sua importanza nel mondo dell'animazione nipponica moderna?

Hosoda è nato il 9 settembre 1967 a Kamiichi, nella prefettura di Toyama. La sua carriera inizia alla Toei Animation nel 1991, e i suoi primi lavori come animatore sono su opere molto conosciute come Slam Dunk, Dragon Ball Z e Sailor Moon. Esordirà come direttore di singoli episodi appena cinque anni dopo, sulla quarta serie di Gegege no Kitaro e, successivamente, su Himitsu no Akko-chan (Lo specchio magico) nel '98. In questo periodo, usando uno pseudonimo, realizzerà anche degli episodi della serie Utena. La sua carrierà di regista è iniziata davvero solo nel 1999, con l'incarico del primo film dedicato alla serie Digimon Adventure, e poi con il secondo film, Bokura no wargame. Direttore delle animazioni dei due film è Takaaki Yamashita, che il regista considera il proprio maestro alla Toei: questo legame si è rafforzato negli anni e Yamashita lo ha seguito in alcune delle sue principali opere.
I risultati ottenuti con i due film sui Digimon portarono a Mamoru Hosoda un prestigioso invito da parte dello studio Ghibli per partecipare alla realizzazione del pluripremiato film Il Castello errante di Howl. Un invito di prestigio, ma la personalità del regista non era fatta per adattarsi al "sistema Ghibli". Alla fine, dopo aver realizzato la gran parte dello storyboard del film, Hosoda venne sostituito - per motivi mai veramente chiariti - dallo stesso Miyazaki. Dopo la sostituzione, entrò in un lungo periodo di pausa, limitando il suo lavoro alla direzione di pochi episodi per alcune serie della Toei, come la splendida Nadia e Doremì, e realizzando un breve corto, Superflat Monogram, in collaborazione con l'artista Takashi Murakami per il gruppo Vuitton. Il ritorno fu, con grande fortuna, a partire dal 2005 con la direzione del sesto film della serie di One Piece, One Piece - Omatsuri Danshaku to Himitsu no Shima, che si dice in parte ispirato alle molte traversie dei suoi giorni allo Studio Ghibli. Nello stesso periodo inizierà, per il gruppo Mad House, la produzione del film a cui è legata la fama e la gloria di Mamoru Hosoda: La Ragazza che saltava nel tempo. Uscito nel 2006, il lungometraggio diventerà un vero e proprio blockbuster nipponico, che ha fatto incetta di premi ovunque. Tre anni dopo è arrivato un altro blockbuster, una nuova, straordinaria opera che ha riconfermato il talento di questo ottimo regista: si tratta per l'appunto di Summer Wars.

L'intervista che vi proponiamo di seguito è piuttosto interessante ed articolata, vi si affrontano molti temi: non si limita semplicemente al film da promuovere, ma verte anche sull'esperienza di regista di Mamoru Hosoda, sulle sue opere e offre il suo punto di vista sull'animazione nipponica, e infine sull'esperienza nello Studio Ghibli.

Arnaud Bordas: Secondo lei, come si è sviluppata l'animazione nipponica negli ultimi 20 anni?
Mamoru Hosoda: Direi che la specificità dell'animazione nipponica di oggi proviene dagli anni Novanta... Perché proprio in quel periodo vi sono stati i maggiori cambiamenti.
Negli anni '60-'70-'80 l'animazione nipponica era sviluppata davvero per i bambini. Sono state prodotte alcune opere come Yamato e Gundam, indirizzate a un pubblico adulto, ma la maggior parte delle serie erano per i più piccoli. Negli anni '90 alcune opere dello Studio Ghibli, come La Principessa Mononoke e il film Porco Rosso, hanno dato il segnale del cambiamento. I loro incassi hanno fatto capire ai diversi gruppi che non erano soltanto i bambini a guardare i cartoni animati.
Opere come Sailor Moon ed Evangelion sono altri due elementi da considerare.
Sailor Moon è un autentico fenomeno per il mondo dell'animazione, ha portato centinaia di miliardi di yen di incasso. Evangelion ha avuto da subito una base di pubblico davvero grande, possiamo vederlo anche oggi. Si tratta di due diversi tipi di pubblico: per Sailor Moon è un tipo di pubblico di massa, molto ampio, lo stesso pubblico a cui si rivolge lo Studio Ghibli con le sue opere. Per Evangelion si tratta invece di un pubblico vasto ma settoriale. Un pubblico "nerd". Due modelli diversi ma che convivono, ieri come oggi.

Arnaud Bordas: Come sono andate realmente le cose per quanto riguarda la produzione de Il Castello errante di Howl?
Mamoru Hosoda: Sono desolato, ma ho un accordo con lo Studio Ghibli per evitare di rivangare questa vicenda. Quindi posso raccontarle come è andata ma, se permette, non vorrei esser troppo preciso sui dettagli. Le va bene?

Arnaud Bordas: Non deve preoccuparsi. Comprendo bene... senza necessariamente entrare nei dettagli. Ho fatto la domanda per capire, con tutto il rispetto che si può avere per il lavoro di Miyazaki, se non è difficile per un giovane animatore lavorare per lo Studio Ghibli quando si cerca di fare qualcosa con uno stile diverso da quello usato da Miyazaki stesso.
Mamoru Hosoda: Esatto. Purtroppo lo Studio Ghibli è stato essenzialmente creato per consentire a Miyazaki di produrre le sue opere, non per creare opere di altri. Non è una situazione molto salutare per il nostro mercato dell'animazione. Invece nelle opere create dallo Studio 4°C, lo studio MadHouse e la Toei, che non sono parte dello Studio Ghibli, vi è ampio spazio affinché emergano nuovi talenti. Per tornare all'esperienza del film Il Castello errante di Howl... I giorni allo Studio Ghibli sono stati molto gratificanti. All'epoca venni assunto dal produttore dello studio, il signor Suzuki, il quale voleva iniziare con la formazione di nuovi registi, ed ebbi l'incarico per questo nuovo film. Forse avevo atteggiamenti troppo, come posso dire, "esasperati". All'epoca volevo creare un tipo di animazione molto sofisticata, molto artistica, e lo staff e io non siamo riusciti a comprenderci. L'esperienza sul film mi è stata utile, mi ha fatto capire che, per far passare un messaggio, occorre utilizzare un'animazione semplice. La complessità può sembrare affascinante, ma non può raggiungere il pubblico con un grande impatto. La semplicità è il miglior vettore per trasmettere un messaggio. È da queste considerazioni che sono nate le mie opere, Summer Wars e La ragazza che saltava nel tempo. Non ho davvero alcun rimpianto per il tempo passato presso lo Studio Ghibli.

Arnaud Bordas: Qual è il futuro dello Studio Ghibli?
Mamoru Hosoda: È una domanda che mi viene fatta molto spesso in Giappone. Miyazaki ha 69 anni. Chi sarà il prossimo Miyazaki? Domanda un po' strana. Il prossimo Miyazaki è suo figlio, Goro. Quindi non ci sarebbe bisogno di guardare molto lontano. C'è già il secondo Miyazaki. Inoltre non credo che il signor Miyazaki sia veramente alla ricerca di un erede per quanto riguarda il mondo dei film. Non l'ha spinto [suo figlio - ndr] verso l'animazione. Perché cercare un altro Miyazaki quando ne abbiamo uno? D'altra parte, penso che l'animazione giapponese debba evolvere con i suoi tempi. Leonardo da Vinci continua a esistere fra noi grazie alla sua eredità, e non perché dopo di lui c'è stato un altro Leonardo da Vinci, quindi lasciamo evolvere l'animazione nipponica senza continuare a cercare il "nuovo Miyazaki". Saranno comunque gli spettatori a decidere.

La ragazza che saltava nel tempo su Rai 4

Arnaud Bordas: Come ha iniziato a lavorare per lo Studio MadHouse, quale ruolo svolge questo gruppo nel mondo dell'animazione?
Mamoru Hosoda:
Tutto è iniziato dopo aver lasciato lo Studio Ghibli. Venendo dalla Toei, ero più o meno destinato a entrare nello Studio Ghibli, ma ho avuto l'occasione di incontrare il signor Masao Maruyama, presidente della MadHouse, per la quale avevo già realizzato alcune piccole opere. Proprio da lui è venuto il suggerimento di realizzare un film per il suo gruppo. Sono stato fortunato. Questo gruppo, piuttosto grande nel panorama dell'animazione nipponica, si concentra sugli autori piuttosto che sulla produzione; penso che sia il solo gruppo nipponico a funzionare in questo modo, mettendo gli autori al centro del processo di produzione. Ed è proprio grazie a questo che ho potuto realizzare l'animazione che ho voluto. Penso che sia grazie a questa politica che la MadHouse riesce a produrre delle opere davvero originali.

Arnaud Bordas: C'è una sorta di "spirito MadHouse"? Una sorta di spirito di emulazione, di rivalità fra i diversi registi che vi lavorano?
Mamoru Hosoda:
Veramente no. Non funziona in questo modo nel gruppo MadHouse. Ma, in effetti, non funziona così in nessuno studio. Faccio un esempio: quando lavoravo nello Studio Ghibli il signor Miyazaki e il signor Takahata lavoravano sulle proprie opere e non ne discutevano mai, io stesso non ho mai discusso con il signor Miyazaki quando lavoravo a Il Castello errante di Howl.. Nella Toei era tutto un po' diverso, lì discutevamo, e parecchio, su quanto ciascuno di noi realizzava, pronti a consigliarci e criticarci l'un l'altro. Uno spirito un po' diverso. Alla MadHouse discuto molto di animazione con Keiichi Hara, il direttore di Un'estate con Coo, parliamo e ci scambiamo idee sui nostri rispettivi film.

Arnaud Bordas: Da dove viene il suo gusto per gli universi che si intersecano?
Mamoru Hosoda
: Questa è una tematica che mi piace molto impiegare nei miei film. Soprattutto perché cerco di esplorare e disegnare il mondo reale che vi è dietro. Per dare importanza al mondo reale gli contrappongo un altro mondo. Ancora meglio: per i personaggi, il ritorno da un mondo parallelo li aiuta a gustare meglio il proprio mondo. La propria vita. In Summer Wars, per esempio, tutte le sequenze che si svolgono nel mondo virtuale sono seguite da sequenze che mostrano il mondo reale, più rassicurante. Siamo sempre felici di tornare a casa e non dobbiamo sottovalutare o trascurare la famiglia. Coloro che ritornano dal mondo virtuale ritrovano la famiglia e sono ben felici di farlo.

Summer Wars ok

Arnaud Bordas: Summer Wars è un film ibrido nel quale si mescolano molti temi. Come ha fatto a conciliare il racconto della vita familiare, quella della vita intima, con l'elemento della virtualità?
Mamoru Hosoda:
È una delle sfide del film. Si trattava di mettere in parallelo due realtà: i legami con le persone che conosciamo sul web, che mai abbiamo incontrato nella nostra vita reale, ma che frequentiamo ogni giorno nella nostra esperienza sulla rete, e i legami con i nostri familiari. Sull'importanza che diamo a questi legami. Cercando di evitare discorsi che sostengano che alcuni tipi di rapporti sono migliori di altri. Ho voluto soprattutto mostrare la combattività e la vitalità di una famiglia riunita contro un avversario comune. È stato per me davvero interessante riporre il destino del mondo non nelle mani di un qualsiasi supereroe potentissimo, ma nelle capacità di una famiglia che decide di rimanere unita superando le avversità e che va a combattere una guerra sul web. Così ho cercato di differenziare i due mondi attraverso i loro stati d'animo e nel loro tono grafico.

Arnaud Bordas: Attraverso questo film ha voluto conciliare il vecchio Giappone rurale e l'alta tecnologia delle grandi città moderne?
Mamoru Hosoda:
Assolutamente. Il tentativo è quello di conciliare due generazioni diverse, anche per questo i due protagonisti di Summer Wars sono un ragazzo e una nonna di 89 anni! Quando parliamo di internet e dei nuovi modi di comunicare percepiamo una netta separazione fra le diverse generazioni. Da un lato ci sono i giovani che amano tutte queste nuove tecnologie, come le chat o altri tipi di messaggeria istantanea, e che ne sono assorbiti e tendono a non interessarsi all'ambiente attorno a loro. Dall'altro lato abbiamo una gran parte della generazione più anziana che non si interessa proprio ai nuovi modi di comunicazione, che li rifiuta in blocco, che rimpiange i "bei tempi antichi". Non mi interessa prendere posizione per l'uno o l'altro gruppo.
Ciò che volevo e che voglio dire è che, reali o virtuali che essi siano, un grande pranzo familiare, una grande riunione in chat, gli scambi, la comunicazione, quel che avviene con gli altri, con le altre persone, non sono definiti dai mezzi di comunicazione che ci permettono di esprimerli o attraverso i quali li realizziamo, bensì ancora una volta dall'importanza che si dà loro. È lo scambio di per sé stesso che è importante.

Arnaud Bordas: La seconda parte di Summer Wars, come il suo vecchio cortometraggio Superflat Monogram, utilizza la tecnica di animazione Superflat. L'Universo Fluttuante. Cosa c'è che la attrae in questa corrente estetica?
Mamoru Hosoda:
Sono molto legato a questo modello di animazione, all'Universo Fluttuante di Superflat. L'ho usato per la prima volta nel 1999, mentre producevo il lungometraggio dedicato al mondo dei Digimon, e proprio questa mia rappresentazione attirò l'attenzione del signor Takashi Murakami, che lavorava come designer per Louis Vuitton ed è davvero uno degli artisti più rappresentativo del Superflat.
Egli venne da me nel 2003 per dirmi che adorava l'uso che avevo fatto di questa tecnica in Digimon, e proprio da questo incontro è nato il corto Superflat Monogram nel 2003, un'opera nella quale sono stato completamente libero di potermi esprimere. Quando ho concepito l'universo virtuale di Summer Wars mi sono detto che potevo nuovamente utilizzare questo tipo di Universo, poiché ha molte affinità con i concetti visivi che volevo esprimere.

Arnaud Bordas: Lavorerà di nuovo per la MadHouse?
Mamoru Hosoda:
Mi piacerebbe, e molto. Purtroppo non lo so ancora. Proprio perché essa sceglie di privilegiare gli autori, la MadHouse non realizza grandi performances finanziarie. E questo può metterne in gioco l'esistenza. Ciò mi renderebbe piuttosto triste, perché dovrei trovare un'altra struttura per creare i miei film.

Arnaud Bordas: Tuttavia Summer Wars è stato un grande successo in Giappone.
Mamoru Hosoda:
Il problema è che per un Summer Wars che ottiene successo, voi avete un certo numero di autori e di produzioni che invece non guadagnano denaro a sufficienza. Purtroppo non penso che un solo Summer Wars basti a rendere più confortante la situazione finanziaria.


Summer Wars - i primi 9 minuti


Summer Wars inizia con l'arrivo delle vacanze per Kenji Koise, un giovane liceale che ama la matematica e l'informatica. Il timido ragazzo abbandonerà la routine quotidiana per immergersi completamente nel mondo virtuale di OZ e allacciare rapporti con altri giocatori, relazioni che sembrano impossibili nel suo liceo. Ma la sua vacanza virtuale è presto interrotta da un messaggio del suo senpai, Natsuki Shinohara, che lo invita ad accompagnarlo a Nagano, dove l'attende una grande riunione di famiglia in occasione del compleanno di sua nonna, anzi bis-bis-bis nonna).
In questa occasione, Kenji dovrà partecipare a una guerra per lo meno insolita, che coinvolgerà in prima persona l'indomita nonnina! Un'estate di avventure e di nuovi amici lo attende!
Di seguito proponiamo infine The World of OZ, theme song del film del gruppo sud-coreano dei Clazziquai, che ci trasporta ancora più a fondo nel mondo magico creato da Hosoda e dai suoi collaboratori:

Videoclip: Clazziquai Project - The World of OZ


Mamoru Hosoda, nella realizzazione di Summer Wars, è stato affiancato da un cast di grande livello: la sceneggiatura è di Satoko Okudera (La ragazza che saltava nel tempo, Miyori no mori Special), il character design di Yoshiyuki Sadamoto (Neon Genesis Evangelion, Gunbuster 2, La ragazza che saltava nel tempo), la direzione dell’animazione di Hiroyuki Aoyma (La ragazza che saltava nel tempo, Piano no mori) e Tatsuzou Nishida (Fullmetal Alchemist: The Movie, Eureka Seven, La ragazza che saltava nel tempo), la supervisione artistica di Youji Takeshige (Patlabor, Totoro, On Your Mark, La principessa Mononoke, La città incantata, Ponyo), e le musiche di Matsumoto Akihiko (One Outs, Black Jack TV).