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Utente28606

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Utente28606

Episodi visti: 3/3 --- Voto 9
È per me difficile, ma quantomeno doveroso, accingermi a recensire quello che è, forse, uno dei miei anime preferiti, ma su cui, in tutta onestà, penso di non poter dire poi molto. Ma mi sento perlomeno in dovere di dare la mia personale opinione in merito. D'altronde stiamo parlando di una serie che è stata capace di dare uno scossone alla cultura di massa giapponese, e che ha rivoluzionato il modo di concepire gli anime mecha. Mi sento altresì in dovere di specificare la mia relativa estraneità proprio a quest'ultimo settore; se già con "Neon Genesis Evangelion" - tra l'altro uno dei suoi figlioli, ma di questo si parlerà in seguito - mi son interessato a questo genere, non posso affermare, in maniera sicuramente tracotante, di esserne un esperto. Allo stesso modo non affermo minimamente di poter essere esente da eventuali errori o imprecisioni, proprio per i motivi suddetti, lungo la seguente recensione.

Stiamo difatti parlando di un anime che ancor'oggi può rivelarsi interessante e ben riuscito, su tutti i fronti: dai personaggi, alla trama, alla grafica, al character design, sino a giungere agli interessanti risvolti che verranno - si spera - poi dibattuti in tal sede. Questo anime è, in una parola, un vero gioiello. Ancor oggi la sua validità sfata qualsiasi errata e superficiale concezione o pregiudizio (e ce ne sono molti) sul genere a cui appartiene. La serie è considerata, quanto mai giustamente, capostipite del genere "real robot", il quale si pone in antitesi al genere "super robot", di nagaiana ascendenza. Assieme a "Neon Genesis Evangelion", "Macross", e "Space Battleship Yamato", viene considerato dalla critica uno degli anime più influenti della storia dell'animazione giapponese, dacché ne ha modificato marcatamente gli stilemi. Tuttavia, come spesso è accaduto a molti attuali cult, il successo tardò ad arrivare, tanto che il numero di episodi originariamente programmato fu ridotto. Sarà con la trilogia cinematografica in questione che arriverà la fama, a mio parere, meritatissima.

Inutile parlare, a mio avviso, della storia come mero incipit: essa va scoperta dallo spettatore stesso che visiona l'opera. Ci si può chiedere, giunti a questo punto, cos'è che spinge a tanti elogi da parte mia, e non a torto. Ma invito a considerare nell'insieme tutte le considerazioni di questa recensione.

Yoshiyuki Tomino è stato capace di svecchiare e rinnovare il genere dei "robot d'acciaio"; il robot ha munizioni in grado di esaurirsi, è prodotto in serie, è sottoposto a continue e necessarie manutenzioni. Non è tutto: l'anime in genere mantiene un alto livello di verosimiglianza, su molti fronti. Ed è forse questa la cosa che più stupisce: il realismo, non solo nell'ambito puramente bellico e tecnologico, ma soprattutto per quanto riguarda le relazioni umane, i personaggi. Con "Gundam", Tomino si spinge a livelli considerevoli, riuscendo a curare minuziosamente i rapporti interpersonali dei personaggi, i quali si rivelano estremamente carismatici e al tempo stesso umani, favorendo una serrata progressione degli eventi, tanto che nessun episodio è possibile che venga compreso/apprezzato senza seguire il delicato, curato e mirabile intreccio del mosaico degli eventi. Si abbandonano dunque i classici e logori schemi dei buoni contro i cattivi, del bene contro il male, e si dà più spazio ai sentimenti umani, alla dimensione della comunicazione. Ed è proprio questo l'aspetto fondamentale dell'opera: la comunicazione.

Il personaggio che più mi ha colpito, personalmente, è il protagonista, Amuro, il quale viene improvvisamente catapultato nella follia della guerra, nelle battaglie sanguinose, nella crudele morsa della lotta, e tutto ciò lo fa crescere, come persona, come individuo. Il percorso di Amuro è quello da bambino simil-otaku, chiuso in casa, a uomo, persona matura e consapevole. Nel contatto con quest'improvvisa realtà, egli muta, cambia, si "evolve" - altro aspetto da tenere particolarmente in considerazione. La crescita si ha anche con tutti i protagonisti. La guerra ci cambia. Anche se precocemente, Amuro diventa uomo. Quest'aspetto è ancor più esemplificato dal suo incontro con la madre, la quale addirittura stenta a riconoscerlo, e si sorprende di trovare il suo ragazzo, cresciuto, maturato. "Mamma, adesso siamo in guerra!". Per quanto nell'orrore, a volte nella disperazione, questa metamorfosi sia avvenuta, non importa; in un modo o nell'altro, Amuro si è evoluto, è cresciuto. La lotta cambia. E tutto ciò avviene in un modo o nell'altro con l'intero equipaggio della White Base; il loro percorso, il loro viaggio, le loro battaglie, si uniscono tutte. Passo dopo passo, l'intero equipaggio matura e si evolve.

Commovente è l'infatuazione, infantile, che Amuro ha all'inizio per Matilda. La crescita del protagonista verso uomo responsabile e maturo, e la crescita dell'equipaggio, è un qualcosa che lascia decisamente il segno.

Sopra si era precedentemente accennato a un particolare e delicato tema: la comunicazione. Questa è indagata su più livelli in tutta la serie (poi ripresa dal già accennato "Neon Genesis Evangelion"): l'incomunicabilità tra Amuro e il padre, tra un fratello e una sorella, tra madre e figlio, tra uno stadio dell'evoluzione e un'altra. E saranno i Newtype, questo nuovo stadio dell'evoluzione umana, a farsi carico di ciò: in cosa consiste infatti la loro superiorità, se non nel riuscire a comunicare senza confini, senza orizzonti, senza odio? La comprensione reciproca, il lasciarsi alle spalle ciò che stava dietro, la comunicazione trascendente, ineffabile, spirituale, l'unione, l'assenza di incomprensione. Ed ecco, questo è ciò che mi ha fatto apprezzare "Gundam". Non è difficile rintracciare la tematica dell'evoluzione, in tutto ciò, e difatti sopra si era accennato all'evoluzione di Amuro e dell'equipaggio della White Base. La formazione, attraverso il (doloroso) contatto con la realtà, è l'elemento più interessante e, a mio avviso s'intende, meglio riuscito di tutta la serie.

L'opera ha molto da dire; il suo universo non è mai contraddittorio, pone una critica al militarismo, e possiede interessanti connotazioni sociali. Anche per il pubblico nostrano, risulta avvincente, entusiasmante, e magistrale.

Questi temi, a me particolarmente cari, saranno ripresi a piene mani da Hideaki Anno per quell'altro capolavoro che è "Neon Genesis Evangelion", a cui si è diverse volte sopra accennato. Non deve senz'altro sorprendere il fatto che lo stesso Anno nel 1991 abbia posto "Mobile Suit Gundam", "Mobile Suit Gundam: Il contrattacco di Char", e "Ideon" (altra opera di Tomino) tra i suoi anime preferiti. Tuttavia, dal mio punto di vista, per quanto sia innegabile questo fattore, i mezzi con i quali vengono affrontati, e le conclusioni che le due opere attuano, sono assai divergenti. Mentre "Gundam" è "storia di crescita", "Evangelion" è "difficoltà di crescita".

Ma "Evangelion" mi viene in aiuto e, citando l'episodio quindicesimo, "vivere significa cambiare".

Qualcuno ha osservato che avendo prima visto Tomino non si possa apprezzare l'opera di Anno, e su questo, personalmente, sento di dissentire. Non sono per nulla d'accordo quindi con chi afferma che il successo dell'opera di Anno sia dovuto alla generale estraneità con la serie in questione, né io - e credo molti altri - ho creduto che "Evangelion" fosse il primo anime mecha a dedicarsi ai personaggi o che possiede spiccati toni maturi. E, mi pare di osservare, nemmeno il pubblico nostrano in genere. Ma è di certo innegabile che senza la rivoluzione attuata da Yoshiyuki Tomino, non ci sarebbe stato nemmeno il capolavoro della Gainax.

Mi son sentito dire, suggerendo questo titolo: "Eh no, è troppo vecchio". Lascio a voi intendere la mia opinione.

Questa è un'opera immortale. Qualsiasi fan di anime che si rispetti dovrebbe vederla "solo" per il fatto che abbia cambiato il viso dell'animazione nipponica.


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AkiraSakura

Episodi visti: 3/3 --- Voto 10
Indubbiamente, la mitica triologia di "Gundam 0079" sta all'animazione giapponese come la triologia di "Star Wars" sta ai film di fantascienza. Questi tre film sono praticamente rivoluzionari, in quanto hanno definito un modo di fare animazione molto più avanzato rispetto agli standard dell'epoca, sia a livello di contenuti, che di realismo e caratterizzazione dei personaggi.
In sostanza, in questa triologia, viene fornita una versione condensata, ma più completa, della serie originale di "Gundam 0079". Infatti, i tre film non si trattano semplicemente di un rimontaggio dei fotogrammi della serie originale, ma molte scene, sopratutto nell'ultimo film, "Incontro nello spazio", saranno ricreate partendo da zero. Verranno quindi approfonditi molti temi che erano stati lasciati in sospeso nella serie classica, come ad esempio tutto il discorso sui "Newtipe", che in un certo senso è il succo di "Gundam 0079", in quanto ha a che fare con il fatto che l'evoluzione dell'uomo può avvenire solamente attraverso la sofferenza e la rinuncia.

La generale lentezza della serie originale viene quindi sostituita, nella triologia, da tre film molto avvincenti e dalla regia perfetta, la cui continuità non viene spezzata da alcun filler. Il doppiaggio italiano è ottimo, e inoltre il prezzo dei dvd non è molto alto.

Qualcuno giustamente ha osservato che senza la rivoluzione indotta da Tomino nell'animazione giapponese non ci sarebbero stati i capolavori degli anni '90 con cui è cresciuta la generazione successiva a "Gundam 0079". Non posso quindi fare a meno di unirmi al coro delle recensioni precedenti, e ribadire che la visione di questi tre film è obbligata anche per le generazioni cresciute a pane e "Evangelion" (come la mia!).

Franzelion

Episodi visti: 3/3 --- Voto 10
Ho sempre odiato questi robottoni, odio che passò parzialmente - almeno per quelli più nuovi - grazie ad Evangelion, che mi cambiò il modo di vedere questi mecha giganti. Eppure continuavo a provare quel fastidio innato per i vecchi robottoni come i vari Mazinga, Goldrake, <i>Gundam</i>... Avevo infatti erroneamente inserito <i>Gundam</i> nella stessa categoria dei SuperRobot di Nagai, che ho sempre detestato, dove a far da padrone è la banalità che affligge gli episodi, caratterizzati più o meno sempre dagli stessi schemi narrativi e di prevedibilità, dando inoltre al tutto un certo senso di ridicolo. Tra l'altro non è un problema di animazione vecchia, perché apprezzavo molto serie storiche come Sampei, L'uomo tigre o Ken il guerriero.
Insomma, anche in questo <i>Gundam</i> mi aspettavo solo il tipico scontro umanità vs alieni, magari con una trama più elaborata, ma sempre la solita solfa. Quanto mi sbagliavo.
Pensavo che nonostante i discreti propositi iniziali - avevo già visto i primi 2-3 episodi della serie -, potesse rivelarsi un ottimo anime per quei tempi, ma "solo" buono al giorno d'oggi, portandosi non benissimo tutti questi anni. E invece, altroché se se li porta bene, anzi, compete di brutto con i migliori anime fra i più moderni.

Cosa fa di Gundam non un grande, ma un GRANDISSIMO anime?
Praticamente tutto, dalla trama ai personaggi, dalle strategie di guerra ai contenuti. Ci troviamo difronte ad una trama che inizialmente sembra non promettere chissà cosa, ma che si fa invece decisamente profonda con l'avvento del <i>Newtype</i>. È questo aspetto, a mio avviso, a garantire a Gundam la nomina di "capolavoro", poiché senza il quale sarebbe stato "solo" ottimo. Il concetto del <i>Newtype</i>, ovvero di un tipo di persona dalle capacità di percezioni superiori alla media, che dovrebbe portare quindi a comprendersi meglio l'un l'altro e ad essere quindi tanto più intelligenti da non aver bisogno di muovere guerre, è semplicemente qualcosa di immenso. Mai avrei immaginato che nel '79 potessero esistere, soprattutto in un anime di robottoni (e pensare al brusco e netto passaggio che c'è stato da un <i>Ufo Robot</i> qualsiasi a <i>Gundam</i>, è anche questo che rende l'anime ancora più eccezionale di quanto non sia già), dei concetti tanto maturi e profondi, soprattutto rispetto alla - come ho appena detto - concorrenza. Ed è proprio questa evoluzione del normale concept di anime mecha che si aveva ad aver rivoluzionato la storia degli anime di robottoni e non solo. Se esistono i miei anime preferiti, ovvero Evangelion e Gurren-Lagann, probabilmente devo quasi tutto a Tomino, quindi grazie ancora, Maestro.

Parlando dei personaggi abbiamo una vasta gamma di soggetti, ognuno con una propria storia e una psicologia ben definita, con degli sviluppi veri e propri, se non si è ancora capito quindi <i>Gundam</i> è assolutamente eccellente anche da questo punto di vista, e ancora una volta mi ha sorpreso, sotto questo aspetto.
Da cosa è rappresentato l'anime, per la maggior parte del tempo? Dalla guerra, ma dalla guerra vera e propria, che mette i personaggi dinnanzi a dilemmi personali da affrontare e da risolvere, dovranno trovare le loro giuste motivazioni per continuare quanto hanno iniziato, trovare insomma una ragion d'essere. È triste anche vedere il rapporto che hanno alcuni personaggi con i rispettivi familiari, che fa capire quanto la guerra possa cambiare le persone, e quanto le possa far perdere la ragione, causare fraintendimenti e altro. Spesso vengono dunque messe in atto delle vere e proprie operazioni belliche, forti di vere e proprie strategie piuttosto solide e ben pensate, non come in molti anime moderni dove molte strategie si danno quell'aria arrogante di "ben pensate", quando invece magari sono più blande di operazioni più semplici e modeste. Inoltre qui, a differenza di come pensavo, nessuna azione è prevedibile o scontata, anzi, tutto è sempre soggetto a sorprese e imprevedibilità, dando a questa trilogia un senso di realismo davvero mai visto prima - e forse neanche dopo. Insomma, questa è LA guerra, non altri ibridi che vengono spacciati per tali.

La parte tecnica per gli standard dell'epoca è molto buona, i disegni e il character design sono molto puliti e si lasciano guardare con piacere, soprattutto i "nasi", la cui spigolosità degli anni '90 non mi va proprio a genio (già, preferisco il chara pre e post anni '90). Le animazioni sono più che buone, avrei invece qualcosa da ridire sul mecha design: se c'è qualcosa che mi ha sempre tenuto lontano da questo genere di animazioni, sono proprio questi modelli dall'aspetto troppo "robottonesco" e infantile, che ad essere sincero stona in un contesto tanto serio e realistico; comunque niente di oggettivamente scadente, sia chiaro. Musicalmente parlando <i>Mobile Suit Gundam</i> offre buoni brani anche se a volte forse un pochino anonimi, da questo punto di vista si poteva fare qualcosa di più.

Difetti? Forse vengono presentati troppi personaggi in poco tempo, e la storia a tratti avanza troppo velocemente, così che si fa fatica ad avere sempre tutta la situazione sotto controllo. Magari questo difetto nella serie non è presente, o magari non è neanche un difetto ma un problema mio, poiché l'ho visto con i sottotitoli e siccome i personaggi parlano più o meno tutti molto velocemente, si fa qualche fatica a seguire il tutto con attenzione.
Che altro rimane da dire, <i>Gundam</i> ha GIUSTAMENTE fatto la storia, tutto il successo che ne è scaturito è ampiamente meritato, e se oggi quest'anime appare pressoché perfetto sotto ogni aspetto, per il '79 non era da 10, ma da 11.

Appassionati e non di animazione, giapponese e non: non potete in alcun modo lasciarvelo scappare, soprattutto quando avete a disposizione questa trilogia invece dei 43 episodi televisivi, che a detta di molti contengono anche diversi episodi superflui, quasi filler, che qui sono stati opportunamente eliminati. Fatevi questo regalo, personale e culturale. Prima ne ero allergico, adesso me ne sono innamorato.


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Slanzard

Episodi visti: 3/3 --- Voto 10
Non sono poche le opere che (si dice) hanno fatto la storia dell'animazione giapponese, creando, innovando, riscrivendo, migliorando e rivoluzionando canoni preesistenti, per venire poi riprese in lungo e in largo da quelle successive. Tra queste, <b>Mobile Suit Gundam</b> (<i>Kido senshi Gundam</i>), serie televisiva robotica in 43 episodi del 1979 è sicuramente una di quelle che brilla con maggior intensità. Considerata il capostipite del genere “real robot”, in antitesi ai cosiddetti “super robot” nagaiani, è stata anche l'origine di uno dei più complessi universi della narrativa nipponica; composto da decine di prodotti animati tra serie TV, film, OAV, miriadi di manga e stuoli di gadget, il Gundam Universe è stato più volte accostato a quello di <i>Star Trek</i>. Per farsi almeno una vaga idea dell'importanza di tale opera è sufficiente visionare il seguente video, in cui la banda del <i>JGSDF</i> (Forze terrestri giapponesi di autodifesa) suona “Tobe! Gundam” (Vola, Gundam), opening della serie del 1979.

<b>ANNO 0079 DELL'ERA SPAZIALE</b>

<center><i>A causa della sovrappopolazione della Terra, da oltre mezzo secolo l'umanità aveva ormai iniziato un programma di migrazione nello spazio. Attorno al pianeta orbitavano alcune centinaia di colonie spaziali a forma di giganteschi cilindri, le cui pareti interne venivano utilizzate dalla popolazione, come suolo artificiale. In queste seconde patrie le genti procreavano, allevavano le future generazioni e morivano.
Nell'anno 0079 dell'Era Spaziale, Side 3, la colonna spaziale più lontana dalla terra, si proclamò Principato di Zeon, dando inizio a una guerra d'indipendenza. Dopo solo un mese di conflitto, le truppe di Zeon e l'esercito federale avevano sterminato circa la metà della popolazione totale. Gli uomini cominciarono a temere l'effetto delle proprie azioni. Si giunse così a una situazione di stallo, che perdurava da poco più di 8 mesi.</i></center>

Dopo che Zeon si è posta in vantaggio nella guerra grazie all'uso di potenti e agili robot giganti da combattimento ravvicinato noti come Mobile Suit, la Federazione si trova costretta a correre ai ripari varando il progetto V, con cui costruire una corazzata e dei Mobile Suit in grado di far volgere a loro favore la guerra. La Corazzata di classe Pegasus White Base ed i Mobile Suit Guntank, Guncannon e Gundam vengono costruiti e inviati su Side 7 per venire testati. La colonia viene tuttavia attaccata dalle forze di Zeon capitanate dal Colonnello Char "Cometa Rossa" Aznable, uno dei più valenti soldati del Principato, obbligando la White Base a una partenza improvvisa insieme al Gundam. Nel combattimento muore la maggior parte del personale militare, sostituito quasi a forza da un mal assortito gruppo di soldati cadetti e civili. In particolare, il potente Gundam viene pilotato da un ragazzino quindicenne, Amuro Ray. Costantemente pressati dalle forze della Cometa Rossa, la White Base e il suo equipaggio si trovano forzatamente coinvolti nella guerra tra la Federazione e Zeon.

<b>LA NUOVA ERA DELL'ANIMAZIONE</b>

È noto ai più come fino agli anni '70 l'animazione giapponese, specialmente quella seriale televisiva, fosse interamente dedicata a un pubblico infantile, impedendo la realizzazione di serie tematicamente e narrativamente complesse (si pensi al processo di banalizzazione subito da <i>Mazinger Z</i> nel passaggio dall'originale cartaceo alla serie TV). Tutto questo iniziò a cambiare sul finire degli anni '70, con serie come <i>Uchuu senkan Yamato</i> e, soprattutto, <b>Gundam</b>.
A trent'anni di distanza, possiamo ormai affermare con certezza che <i>Tomino</i> e lo staff di <b>Gundam</b> erano avanti, troppo avanti, per l'allora mercato dell'animazione. <b>Gundam</b> ne è la prova; nato principalmente per la vendita di giocattoli e modellini di Mobile Suit e navi spaziali da combattimento, aveva preso e intelligentemente rielaborato i canoni narrativi delle serie robotiche dell'epoca, unendo un'enorme quantità di tematiche a personaggi ottimamente caratterizzati. Così facendo, tuttavia, scoraggiava quello che era il target di riferimento della serie, i bambini, obbligando la <b>Sunrise</b> a tagliare i fondi allo staff, costretto a ridurre la serie da 52 a 43 episodi totali. Tuttavia, come spesso succede, le grandi opere vengono apprezzate col tempo, e così fu con <b>Gundam</b>. Sapidamente ignorato dai bambini, la serie di <i>Tomino</i> si fece man mano strada tra i ragazzi più grandi di liceo e università (dai 16 anni in su), cresciuti con <i>Tetsuwan Atom</i> ed ora pronti ad accettare opere più mature. Tale successo in un pubblico inaspettato aprì gli occhi a <b>Sunrise</b>, che decise di realizzare una trilogia cinematografica della serie, simile al film di montaggio realizzato pochi anni prima per <i>Yamato</i>.
E così, come era successo con i manga grazie ad autori come <i>Tezuka</i>, anche l'animazione venne gradualmente sdoganata verso un pubblico più adulto (sebbene, purtroppo, di nicchia); sebbene il <b><i>Comiket</i></b> esistesse già da qualche anno, le effettive dimensioni di tale fenomeno, e le sue conseguenze nell'immediato futuro, si sarebbero avvertite solamente agli inizi degli anni '80.
Il <b>22 febbraio 1981</b>, all'uscita est della stazione di Shinjuku, <b>Sunrise</b> organizzò una manifestazione atta a promuovere il primo lungometraggio cinematografico di <b>Gundam</b>; insieme allo staff erano presenti alcuni cosplayer dei personaggi principali della serie. Tra questi, un giovane e ancora sconosciuto <i>Mamoru Nagano</i>, vestito da Char Aznable, lesse un discorso divenuto poi celebre come la <b>Proclamazione della nuova era dell'animazione</b> (<i>Anime shinseiki sengen</i>).

<center><i>«E ora, giuriamolo rivolti al futuro. Noi proclamiamo l'apertura della nostra epoca agli anime e l'inizio della nuova era degli anime»</i></center>

Il successo di tale manifestazione sconvolse gli organizzatori e la <b>Sunrise</b> stessa: più di 15mila persone si erano radunate fuori dallo Studio Alta fin dalla mattina del giorno precedente l'apertura per celebrare con tutti gli onori la loro serie preferita. Accorsero persino le TV, mostrando a tutto il Giappone quel che stava accadendo. Quel giorno e quelle parole, quasi inaspettatamente, si marchiarono a fuoco nella storia dell'animazione, portando a sviluppi all'epoca inimmaginabili: la grande passione e il desiderio di creare storie di alcuni degli spettatori della manifestazione avrebbe portato nell'immediato futuro all'avvento di una nuova generazione di creativi: <i>Anno, Sadamoto, Kawamori, Mikimoto, Asamiya, Obari, Hirano</i> e tanti altri, anche noti come la "prima generazione otaku". E, per l'animazione giapponese, nulla sarebbe stato più come prima.

<b>MOBILE SUIT GUNDAM - THE MOVIE</b>

In occasione della riduzione cinematografica di <b>Gundam</b>, <b>Sunrise</b> richiamò tutto lo staff principale della serie, in particolar modo <i>Yoshiyuki Tomino, Yoshikazu Yasuhiko, Hajime Yatate</i> e <i>Kunio Okawara</i>. Il compito non era facile, bisognava riassumere 43 episodi da 20 minuti in tre film da poco più di 2 ore ciascuno; andava in pratica eliminata più di metà serie. Assunto questo, <i>Tomino</i> e soci decisero di non operare un mero “taglia e cuci” della serie, ma di andare a migliorare e rifinire quegli aspetti che, per problemi organizzativi, motivi commerciali o limiti temporali, non li avevano convinti a pieno, rendendo contemporaneamente più solida l'intera sceneggiatura. Altro problema con cui si scontrarono fu quello di modificare il ritmo seriale dato da una trasmissione televisiva e fatto di episodi spesso autoconclusivi in quello più lineare di un lungometraggio.
Nel 1981 fu trasmesso il primo film della trilogia, col semplice titolo <b>Mobile Suit Gundam – The Movie</b> (<i>Kido senshi Gundam</i>), che copre all'incirca i primi 13 episodi della serie televisiva. <b>Mobile Suit Gundam – The Movie</b>, dunque, si concentra principalmente sulla presentazione di buona parte dei personaggi che ci accompagneranno per tutta la storia. Da un lato Char Aznable, primo e maggior nemico della White Base e del Gundam, soldato abile in battaglia come nella vita; dall'altro il nuovo equipaggio della White Base, tutti, chi più, chi meno, giovani inesperti, soldati alle prime armi o addirittura civili finiti quasi per caso alla guida della più potente nave da guerra dell'esercito federale. Bright Noa, sottufficiale arruolatosi nell'esercito da poco più di sei mesi si ritrova al comando di questo scalcinato equipaggio, incapace di trovare la giusta via di mezzo tra inflessibilità militare e amichevole complicità. Centro di questo primo film il suo rapporto d'amore-odio col pilota del Gundam, Amuro Ray, quindicenne viziato, genio della meccanica ma immaturo nella vita e nei rapporti umani. Insieme a loro tutti gli altri, l'irritante ed egoista Kai Shiden, la dolce e affettuosa Fraw Bow, Hayato, Sayla e Mirai, ognuno con una propria ben precisa psicologia e un ruolo nella storia. Ciò che lega tutti loro è l'inesperienza, un'ingenuità di fondo che sarà il motore principale del film e che, contrapposta alla durezza e alla crudeltà della guerra, li spingerà lungo un percorso di maturazione ed evoluzione psicologica.
<b>Mobile Suit Gundam</b> è dunque un film introduttivo che ci mostra le prime battaglie, i primi dolori, i primi litigi di questo gruppo di ragazzi, ognuno alla ricerca di un proprio equilibrio e una propria stabilità interiore. Per questo motivo è probabilmente il meno profondo dei tre lungometraggi, accennando solo quelle tematiche che verranno poi ampiamente sviscerate nei successivi.
<b>Mobile Suit Gundam è il film dell'incertezza e dell'addio all'infanzia.</b>

<b>SOLDATI DEL DOLORE</b>

Il secondo lungometraggio della trilogia, <b>Mobile Suit Gundam II – Soldati del dolore</b> (<i>Kido senshi Gundam II – Ai senshi</i>) fu trasmesso quattro mesi dopo il primo e ripercorre la parte centrale della serie (episodi 14-30), quella che si svolge sulla Terra. Perfettamente in linea col titolo scelto, <b>Soldati del dolore</b> raccoglie alcune delle vicende più dolorose e significative dell'intera saga, rendendolo il film emotivamente più pesante della trilogia.
<b>Soldati del dolore</b> ci introduce un equipaggio della White Base sull'orlo del collasso, spossato dalle incessanti battaglie, e che non ha ancora avuto un attimo di riposo sin da quando ha lasciato Side 7, pressato in continuazione dai vari comandanti di Zeon. Ad aver subito i maggiori danni è indubbiamente Amuro, l'unico a combattere sempre in prima fila col Gundam; Amuro fatica a dormire, è stanco di combattere e di uccidere, e l'incontro con la madre l'ha lasciato confuso e smarrito. Iniziano inoltre a diffondersi le voci sui cosiddetti newtype, esper dalle superiori capacità cognitive che gli scienziati di Zeon teorizzano essere il successivo passo evolutivo della razza umana dopo il suo adattamento allo spazio; e gira voce che Amuro possa essere uno di questi, a causa dei suoi incredibili risultati a bordo del Gundam nelle battaglie finora affrontate. In <b>Soldati del dolore</b> assistiamo alla crescita di quasi tutto l'equipaggio della White Base. Amuro si rende conto nel modo più doloroso possibile di chi siano i suoi nemici, non vuoti robot senz'anima, non esseri lontani e indefiniti, bensì esseri umani che vivono, amano, soffrono, che hanno amici, famiglia, persone care. Per la salvezza della White Base Amuro affronta sulla sua pelle tutto il dolore dei nemici che abbatte, dolore che lo forza a crescere, a maturare e a prendere coscienza di sé e del suo ruolo. Collateralmente alla vicenda legata ad Amuro, anche altri personaggi hanno il loro “momento di gloria” da Sayla, ossessionata dall'ombra del perduto fratello, a Kai, costretto a spogliarsi dei vecchi panni ormai stretti del moccioso fifone e arrogante per vestire quelli del soldato coraggioso e affidabile.
<b>Soldati del dolore</b> si fa maestro di vita per i suoi personaggi, ridandoceli ormai maturi e pronti ad affrontare l'ultima parte della guerra contro Zeon, che si svolgerà nello spazio, esattamente dove la nostra storia era cominciata.
<b>Mobile Suit Gundam II – Soldati del dolore è il film del dolore e della crescita.</b>


<b>INCONTRO NELLO SPAZIO</b>

Terzo e conclusivo lungometraggio della trilogia, <b>Mobile Suit Gundam III – Incontro nello spazio</b> (<i>Kido senshi Gundam III – Memuriai sora</i>) fu trasmesso ad un anno di distanza dal primo e copre gli ultimi 13 episodi della serie televisiva. Tornata nello spazio, la White Base è ora diretta alle fortezze principali nemiche allo scopo di far cessare la guerra tra la federazione e Zeon. A guidarla non vi è più lo scalcinato gruppetto di ragazzini di qualche mese prima, bensì un vero equipaggio di uomini ormai svezzato dal dolore della battaglia. Proprio per questo la guerra cambia completamente registro: abbandonati i singoli combattimenti con i vari comandanti di Zeon, scende ora in campo la famiglia Zabi, reggente del Principato e causa principale dello scoppio della guerra. Degwin Sodo Zabi, il freddo e spietato sovrano responsabile del più grande genocidio della storia dell'umanità che lascia cadere il bastone alla notizia della morte del figlio più amato è forse uno dei personaggi meglio caratterizzati dell'intero universo Gundam. Perfetta sintesi del suo pensiero sono i suoi due figli, Dozle, gigante nerboruto che unisce un viscerale amore per la battaglia all'affetto per la moglie e la figlioletta neonata, e Gihren, freddo e cinico statista paragonato dallo stesso padre ad Adolf Hitler – paragone che Gihren riceve con malcelata soddisfazione. Tuttavia queste figure appaiono ben poca cosa in confronto all'entrata in scena del personaggio più importante di tutti: Lalah Sune, newtype al servizio di Zeon e di Char, il cui incontro-scontro con Amuro segna il punto più alto dell'intera trilogia, se non addirittura dell'intera animazione robotica. L'incontro tra due entità evolute e superiori è il punto di svolta del film, l'evento che sancisce l'inizio della fine e la definitiva consacrazione di Amuro, ora più che mai sicuro e convinto dei propri mezzi. Viene inoltre dato spazio alle vicende personali di Bright, Mirai e, in minor misura, anche ad Hayato, un po' trascurati nei film precedenti a causa della loro superiore maturità e alla quindi non necessità di focalizzarsi sulla loro crescita.
<b>Incontro nello spazio</b> è il film che maggiormente rielabora e modifica la serie originale, specialmente da un punto di vista prettamente tecnico. C'è infatti da precisare come <i>Yoshikazu Yasuhiko</i> non avesse potuto lavorare all'ultima parte della serie perchè malato, obbligando la <b>Sunrise</b> a trasmettere episodi di qualità inferiore rispetto ai restanti. Tuttavia, su precisa richiesta di <i>Tomino</i>, <i>Yas</i> fu reintegrato nel suo ruolo, e si decise per ridisegnare quasi interamente le scene del film. Altra differenza sostanziale è la sostituzione del G-Fighter (veicolo in grado di agganciarsi col Gundam ed assumere numerose forme, decisamente troppo fantasioso per l'atmosfera realistica di <b>Gundam</b>) col più realistico Core Booster.
<b>Mobile Suit Gundam III – Incontro nello spazio è il film dell'evoluzione e della raggiunta maturità.</b>

<b>L'EDIZIONE ITALIANA</b>

Facente parte del più ampio progetto <b>Gundam Movies Collection</b>, la trilogia cinematografica di <b>Mobile Suit Gundam</b> è il punto di partenza di una (presunta) riscoperta di <b>Gundam</b> in Italia ad opera dell'editore <b>Dynit</b>. Annunciato insieme alla trilogia <i>Mobile Suit Z Gundam – A New Translation, Mobile Suit Gundam - Il contrattacco di Char, Mobile Suit Gundam F91, Mobile Suit Gundam 0083 – Stardust Memories</i> (film e OAV) e <i>Mobile Suit Gundam Wing – Endless Waltz</i> (film), <b>Mobile Suit Gundam – The Movie Trilogy</b> è stato presentato in anteprima al <i><b>Lucca Comics and Games 2010</b></i> in due versioni: <i>standard</i> e <i>limited</i>. La standard edition, una per film, è abbastanza essenziale, col semplice amaray e alcuni trailer come extra multimediali, al prezzo di 18€ l'uno. L'edizione da collezione, limitata a 2000 copie, si presenta invece in un elegante BOX contenente 3 confezioni DVD (i medesimi dell'edizione standard). Mentre gli extra multimediali non cambiano da quelli della standard, la differenza la fanno quelli cartacei: un libro di circa 200 pagine di schizzi e disegni preparatori (i cosidetti <i>settei</i>) e, soprattutto, l'<i>Enciclopedia</i>, un <b>booklet di 70 pagine realizzato appositamente per l'edizione nostrana da uno dei massimi esperti italiani del settore</b>. Al suo interno vi sono le descrizioni dei personaggi e dei mezzi di Gundam, <b>interessanti approfondimenti</b> su alcuni degli aspetti della trilogia (la cronologia dell'Era Spaziale, il Progetto V, la filosofia di Zeon Zum Deikum, ecc...) e le <b>interviste</b> a <i>Yoshiyuki Tomino, Yoshikazu Yasuhiko</i> e <i>Kunio Okawara</i> in appendice. Il prezzo di tale edizione è di 80€.
Per quanto riguarda la qualità video e audio dei DVD, <b>Dynit</b> fornisce la consueta cura che l'ha resa leader nel settore: il video è pulito per quanto permesso dalle non eccellenti condizioni delle pellicole originali, e l'audio svolge più che bene il suo compito (sebbene in semplice 2.0). Ottimi traduzione ed adattamento, fedeli all'originale, e buono anche il doppiaggio, che reintegra tutti i termini originali modificati nel ridoppiaggio della serie televisiva ad opera di <b>Mediaset</b>; ecco quindi White Base e non Base Bianca, Side Seven e non Side Sette, Cavallo a dondolo e non Cavallo alato, Era spaziale e non Universal Century e cosi via. Corretta anche la pronuncia di alcuni nomi, come Mobile Suit o Hayato, ad eccezione di quelli contenenti la parola “gun” (Gundam, Guncannon, Guntank), sempre pronunciati con la U.

<b>GUNDAM 2.0</b>

<b>Gundam come disincantata visione della guerra</b>. Guerra come tomba dell'amore; una guerra che però fa crescere. Senza la guerra Lalah non sarebbe divenuta quello che è, dice Char ad Amuro, e torto non si può dargli. La molla che ha causato la maturazione di tutti i personaggi di <b>Gundam</b> altro non è che il dolore, la tristezza, e il suo superamento. Ma senza tale guerra, tutto ciò non sarebbe avvenuto, Amuro sarebbe ancora un semi-otaku, Kai un irritante fifone. Ma <b>Soldati del dolore</b> sembra domandarlo urlando: “Tale maturazione vale tutti questi morti, questa sofferenza, questo immenso e incolmabile vuoto?” E in mezzo a tutto questo Gihren Zabi sentenzia: “<i>Se la razza umana dovesse ancora aumentare di numero, crescerebbe anche la sua mediocrità. E questa deriva va evitata.</i>” Sullo sfondo città distrutte, colonie precipitate, navi e robot a pezzi e tante, tante, tante montagne di cadaveri; poeticamente chiamate polvere di stelle, null'altro che vite spezzate. Quindi, anche...

<b>Gundam come crescita</b>. La crescita di Amuro come individuo, da ragazzino semi-otaku ad uomo maturo e responsabile; crescita tramite l'amore, dall'affetto litigarello con Fraw Bow all'infatuazione infantile per Matilda, donna matura in grado di insegnargli tutto quello che ignora della vita, fino all'incontro con Lalah. Non solo... la crescita di un equipaggio, di Bright, Kai, Fraw Bow, Sayla, Mirai, Hayato e degli stessi bambini. Dunque, in definitiva...

<b>Gundam come evoluzione</b>. Evoluzione dell'essere umano; lasciata la gravità terrestre, pronto a compiere un nuovo passo. Newtype, umani speciali, con una capacità precognitiva più sviluppata. Newtype, esseri in grado di comunicare, di comprendersi a vicenda come mai l'uomo era stato in grado di fare. Newtype, persone in grado di amarsi nel senso più puro e assoluto del termine, un sentimento mai provato prima dall'umanità, un'unione a livello spirituale tra esseri superiori, che non ha nulla di sessuale in sè. Newtype, piloti di abilità superiore, strumenti di morte perfetti. Ma non solo, evoluzione del genere mecha, e dell'animazione giapponese più in generale. <b>Anime newtype</b>, diceva <i>Mamoru Nagano</i> davanti a 15mila persone.


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Elam

Episodi visti: 3/3 --- Voto 10
Ho terminato di vedere i tre film di Gundam distribuiti in Italia da Dynit (ho acquistato il cofanetto). The Movie Trilogy non è un prodotto rivolto prevalentemente agli appassionati del vecchio robottone, ma può essere visto anche da chi è digiuno di Gundam e non vuole vedersi tutta la serie.

Il riassunto è fatto bene e la trama non risente troppo pesantemente dei tagli, anzi, alcuni passaggi ed intrecci della storia sono stati introdotti e spiegati meglio (per esempio i tutto ciò che riguarda newtype). Per chi ha seguito la serie troverà strano sentir chiamare il "cavallo alato" con il dispregiativo "cavallo a dondolo" (la Base Bianca o White base) ma a tutto ci si abitua. Nonostante abbiano utilizzato moltissime immagini della serie TV, le nuove animazioni si incastrano perfettamente per collegare le parti tagliate o per spiegare meglio alcuni passaggi. Certo, in alcuni casi forse avrebbero potuto essere meno bruschi...
I nuovi disegni, comunque, non si discostano troppo dallo stile primi anni '80 quindi non pensate di trovare qualcosa di mai visto.

Nel terzo Film il Guntank viene sostituito da un secondo Guncannon e il Gfighter (introdotto nel secondo film) ha perduto le capacità trasformabili ed è divenuto solo un caccia molto più potente. Il terzo film è quello venuto graficamente meglio, è stato ridisegnato quasi interamente e per chi come me ha visto la serie animata, noterà molte differenze. Peccato per due piccoli nei (de gustibus) nell'edizione in italiano: nella versione a tiratura limitata con il box (la mia) avrei preferito qualche extra in più dei soliti trailer (i trailer sono quelli che sono, ma una bella intervista a regista, autore o altro ci stava meglio). Seconda cosa, la pubblicità delle prossime uscite Dynit all'inizio dei DVD posso capirla nei DVD a basso prezzo, ma nel box a tiratura limitata potevano saltarla, almeno in due dei tre DVD.

lain

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lain

Episodi visti: 3/3 --- Voto 10
Oggi forse non perfetta, quest'opera storicamente vale 10.
I film Gundam - The Movie Trilogy sono consigliati a chi muove i primi passi verso l'Universal Century e la serie che ha cambiato drasticamente il modo di rappresentare la guerra e il significato delle armi con le quali la si combatte (in questo caso: i Mecha). Questo è lo spirito con cui l'ho vista e queste le mie opinioni:
La rigidità del tratto è ben compensata da un gusto squisitamente retré e da atmosfere tipiche degli anni '70 che ora è impossibile riprodurre, perché le sensibilità sono diverse.
E' un kolossal mastodontico e la sua pesantezza è anche il suo maggior punto debole. Vista la densità della serie questa trilogia fa un lavoro più che eccellente, spiegando tutto e tagliando il superfluo. Ogni tanto ci si perde nelle strategie e negli intrecci, rischiando anche di dimenticarsi i personaggi.
Non mi è piaciuta l'insistenza su alcuni scontri e la necessità, soprattutto in Soldiers of Sorrow (2° film), di mostrare battaglie in continuazione, quasi a voler togliere il fiato.
Avrei preferito più profondità morale e filosofica, ma anche così non si può condannare niente. Non è vero che il messaggio è che la guerra è male, combattere deve servire per proteggere chi si ama, l'evoluzione dell'umanità nei newtype dipende dalla capacità di capirsi nella propria reciproca essenza. Oggi questo è un messaggio più che attuale.
Voto 10 perché dopo aver visto migliaia di film, anime e affini, Gundam è riuscito a farmi commuovere ancora, e dopo aver visto e letto di tutto, non è facile.
E' un'opera affascinante, che come ultimo messaggio arriva davvero a comunicare una catarsi dell'uomo grazie all'amore intenso e puro e alle emozioni per il prossimo. Molti uccidono e muoiono senza odio, l'essere umano è mostrato con le sue profonde sfumature. I superstiti della White Base alla fine si amano tutti, in quel momento sono tutti newtype e la sofferenza non è stata vana. Dopo tutti gli scontri passati assieme qualcuno comincia a sentire qualcosa oltre il dovere di agire o l'impulso di combattere. Il senso ultimo dell'uomo è di riunirsi con altri uomini.
Non che bisogni fare davvero la guerra per amare la vita e gli altri, ma se un'opera ci insegna questo vale la pena di vederla.

Lorenzo

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Lorenzo

Episodi visti: 3/3 --- Voto 9
Doverosa premessa: come operazione in sè gli oav riassuntivi delle serie animate non mi hanno mai convinto, perlomeno quelli che ho visto io. Mi sono sempre sembrati degli inutili doppioni, dei “di più”, talvolta anche peggiorativi delle serie da cui sono tratti, visto che non di rado si tratta nient’altro che di taglia-e-cuci-copia-e-incolla messi assieme senza troppa logica e malamente ridoppiati. Ricordo in proposito il caso di Goldrake, di cui proprio di recente ho rivisto dopo anni l’ultimo dei tre film,"Goldrake addio", maldestro tentativo di ricreare una nuova trama rimescolando assieme vari spezzoni delle ultime puntate e stravolgendone il doppiaggio e alcuni passaggi fondamentali. Ricordo poi quando da piccolo mio padre mi portò al cinema a vedere "Goldrake l’invincibile", il secondo dei tre: per me che aspettavo di rivedere parte della serie televisiva sul grande schermo fu una delusione assistere a una specie di guazzabuglio di scene tratte dalle varie puntate e rimescolate in modo confuso e senza molto senso, tanto che, sdegnato, volli venire via a metà film e mio padre si convinse che non mi piaceva il cinema! "Mobile Suit Gundam - The Movie Trilogy", la trilogia di film tratta dalla prima storica serie di Gundam, sembra nata con l’intento di spazzare via questa concezione e creare qualcosa di nuovo. Realizzata fra il 1981 e il 1982, si compone di tre oav quasi completamente risceneggiati nei dialoghi e in larga parte ridisegnati a partire dalle puntate televisive, purtroppo mai arrivati in Italia e attualmente disponibili e scaricabili sottotitolati dagli Starsubbers. Le differenze con l’animazione della serie classica si acuiscono sempre più col procedere della trilogia: mentre il primo episodio, intitolato semplicemente "Mobile Suit Gundam", é abbastanza simile alla serie tv e aggiunte e modifiche sono contenute, già nel secondo, "Soldati del dolore", si notano maggiori discrepanze, per chiudere col terzo capitolo, "Incontri nello spazio", quasi del tutto rifatto ex novo. Ma sono soprattutto i dialoghi ad imprimere all’opera uno spirito in gran parte nuovo rispetto alla serie televisiva. Il risultato é una sorta di rivisitazione, una nuova versione del MSG visto in tv che va ben oltre il semplice riassunto e che potrà spiazzare un po’ i fans abituati ai soliti oav-collage. "The Movie Trilogy" ripropone i punti salienti della trama di MSG talvolta invertendone pure l’ordine e sfrondando il racconto degli episodi meno rilevanti. Il tutto con una naturalezza che non da adito a dubbi di logica o di coerenza interna. Tomino é stato molto bravo ad evitare questo rischio confezionando un prodotto lineare e fruibile, a differenza di molti dei già citati oav. La nuova sceneggiatura dà molto più spazio e importanza a temi narrativi altrove trascurati, soprattutto quello fondamentale dei newtype che diviene, in tutta evidenza, un asse portante della narrazione, mentre nella serie veniva solo accennato verso la fine e per di più, come si ricorderà, non veniva mai usata la parola “newtype” (una delle pecche del doppiaggio storico), ma si parlava solo di “esseri superiori”. Vengono inoltre approfonditi il passato di alcuni personaggi e gli avvenimenti precedenti alla serie, importanti per comprendere la storia e appena sfiorati in televisione. Si vede poi gran parte delle puntate all’epoca rimaste inedite in Italia e anch’esse rilevanti ai fini della comprensione dell’intera vicenda. Durante una di queste sequenze aggiunte, fra l’altro, sono rimasto quasi male nel vedere la sorte di Tem Rey, il padre di Peter/Amuro Rey, che finora non ci era mai stata mostrata e che ignoravo del tutto. Diverse altre differenze con la serie storica si possono ritrovare in alcuni episodi minimi, magari veri e propri dettagli (es. Sleggar che muore contro il Big Zam non risucchiato nello spazio ma schiantandosi con il Core Booster). Il migliore dei 3 film é senza dubbio l’ultimo, "Encounters in Space", il più spettacolare, il più divertente, il più carico di pathos e tensione, ed il meglio realizzato tecnicamente soprattutto grazie alle nuove animazioni. In un crescendo di azione e drammaticità, parallelo del resto all’andamento della serie tv e qui ben sottolineato dai dialoghi serrati, vengono ripercorsi gli eventi decisivi delle ultime fasi della Guerra di Un Anno che si va facendo sempre più cruenta, mentre la percezione del fenomeno newtype e la definitiva presa di coscienza di una nuova evoluzione dell’umanità sono ormai generalizzate. Senza gli eventi di minor rilievo mostrati in tv, il respiro della narrazione é più corto e il coinvolgimento forse persino maggiore. Non credo si esageri di molto nel definirlo un capolavoro (l’unico difetto è, forse, il poco spazio concesso al Big Zam, protagonista di uno degli episodi più belli di MSG). Per quanto riguarda il lavoro degli Starsubber, senz’altro più che buono, anche se qua e là, ogni tanto, se si va a vedere, permangono dubbi su qualche traduzione un po’ strana che magari in italiano suona male e fuori contesto, o qualche frase apparentemente poco logica che forse noi in italiano non avremmo detto. C’è da dire che, curiosamente, in tutta la trilogia, alcune battute, riconoscibili dai fan di più lungo corso, rimangono uguali o simili alla serie tv; ma quello che sorprende non poco è l’uso non infrequente delle parolacce, oggi divenuto abbastanza ricorrente nelle produzioni animate nipponiche anche licensed, ma allora praticamente inesistente (ricordo soltanto un esempio in uno degli ultimi inediti episodi di Getter Robot, dove i personaggi esclamavano “Merda!” per ben due volte, l’unico caso in tutta la serie, fra l’altro!). Poco è rimasto delle memorabili background music di allora, in larga parte rinnovate, mentre la rumoristica televisiva è completamente scomparsa e sostituita, forse a voler sottolineare ulteriormente il distacco e la netta diversità dell’opera dal Gundam televisivo. In conclusione, la trilogia di MSG rimane imprescindibile insieme alla serie per avere una visione non superficiale del mondo di Gundam. E se proprio non avete voglia di rivedere fatti che già conoscete e vi costa fatica vedere i primi due, almeno il terzo non potete perdervelo!!

EmBoLo

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EmBoLo

Episodi visti: 3/3 --- Voto 10
Ebbene si, lo ammetto sono di parte: Gundam 0079 è la mia serie preferita. Il film ha un grosso vantaggio rispetto alla serie: taglia tutto quello che può risultare superfluo, ed aiuta a delineare meglio, senza troppi inframmezzamenti, la psicologia dei personaggi (vero motore di tutta la serie). Per una recensione su gundam 0079 vi rimando alla serie televisiva, ma consiglio questo film a tutti quelli che (spero pochi) non conoscano uno dei padri di tutta l'animazione contemporanea.

agente XIII

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agente XIII

Episodi visti: 3/3 --- Voto 9
Da qui è partito il MITO di Gundam. I film sono fondamentali anche perchè non si limitano a ricostruire la storia narrata nella serie ma la sfrondano di tutti gli orpelli superflui e le concessioni ai vecchi anime robotici per farci entrare in quello che sarà il nuovo modo di fare animazione robotica (drammaticità e ricostruzione realisica di situazioni belliche). Le animazioni, pur se raffinate rispetto alla serie, sono ottime considerando l'età che hanno (oltre vent'anni). La regia di Tomino resta di altissimo livello. Assolutamente sono da vedere.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 3/3 --- Voto 9
Sono di parte in quanto ho lavorato ai loro fansub ma devo dire che questi 3 movies fanno il loro dovere in modo egregio. Rendono quasi inutile ed improvvisamente "inadeguata" e "superflua" la serie da quale sono tratti da tanto sono ben fatti. Dalla serie TV vengono tolte tutte quelle parti che IMO facevano di Gundam il punto di passaggio tra l'animazione robotica/robottona e la serie SF per trasformarla nel vero mito poi evolutosi in Gundam Z. Una vera meraviglia.