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megna1

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Nel mio annuale clinic di aggiornamento dedicato alla sconfinata 'fumettografia' e filmografia della Takahashi, nel quale cerco di leggere e vedere tutto quello che ho comprato e accatastato nella libreria e nello scaffale dei DVD, ho scovato una serie TV datata 2003 che m'era sfuggita.
Devo dire che non se ne è mai parlato molto, poiché tutta l'attenzione era incentrata su "Inuyasha", il tormentone del momento.

Cominciamo subito dalle cose che mi hanno fatto storcere il naso e che, secondo me, hanno fatto perdere al titolo un bel po' di eco mediatico tra gli adepti della setta "Rumikology". La scelta dei capitoli da trasporre sulla tivù, sempre secondo il sottoscritto, non si è rivelata troppo felice, ma in linea con la vena surreale delle opere in sé. È la prima volta che lo studio di Nakano si occupa di soggetti scaturiti dalle mani della nota mangaka classe 1957 (chi non la conosce in Giappone?). Occasione sciupata direi, visto che dai dati in mio possesso risulta che non abbia macinato buoni ascolti al momento della messa in onda su TV-Tokyo.

Alcune storie hanno passaggi nebulosi e significati inafferrabili per noi Occidentali, ma questo non ne pregiudica la visione. Anche per "Lamù" è così, ma in Italia ha spopolato prima in tivù e dopo nelle edicole, nonostante di gran parte di quelle leggende non ne conoscessimo manco una.

Per iniziare, scordatevi una volta per tutte le fantasmagoriche sequenze degli OAV anni '80 dello Studio Pierrot, e soprattutto niente giunoniche guerriere in pose conturbanti o mostri spaziali 'tentacolosi'. Qui a farla da padrone sono i gesti e i riti di tutti giorni, con l'aggiunta di un pizzico di sovrannaturale (ma proprio giusto un pizzico).

La palette dei colori dei personaggi è davvero troppo simile a quella dei fondali, facendoli risultare poco in evidenza su vicoli e paesaggi. Probabile che ai tempi i coloristi avessero ancora poca dimestichezza nell'armeggiare con i nuovi sistemi informatici per le rifiniture e il compositing. Ancora, la (poca, per fortuna) CGI è fuori luogo: inutili sofisticherie e orripilanti artifizi che appaiono inconciliabili con le sfumature al pennino dell'autrice nipponica. Il character design fa già parte dello nuovo formato perfettamente spigoloso e pentagonale inaugurato con "Ranma 1/2". Alcune volte sembrano apparire volti e connotati tipici dei lavori di Mitsuru Adachi affetti da idropisia. Forse nella testa dei genga-man regnava un po' di confusione. Infine sia la opening che la ending non le trovo appaganti da nessun punto di vista, indecorose per un progetto di tale portata. Buone le BGM di sottofondo invece, dal momento che contribuiscono a creare suspense in crescendo nelle puntate più palpitanti con finale a sorpresa.

Detto ciò, sono più le cose che non ho digerito rispetto alle note positive, ma dopotutto non è un completo disastro e non me la sento di bocciare questo tentativo di celebrare le opere brevi della timida, sessantenne signora occhialuta che ha raggiunto record di vendita a sei zeri in ogni latitudine. Certo, se al timone ci fossero stati Mamoru Oshii o Kazuo Yamazaki - ben più avvezzi alle atmosfere oniriche della Principessa dei manga -, sono abbastanza sicuro che adesso non sarei qui a rifilare il solito 6.5 politico. Al di là della discutibile evoluzione stilistica (o piace o non piace, non ci sono vie di mezzo), i singoli episodi su carta sono una spanna sopra, e su questo non ci piove. Stavolta Shunzo Kato e soci hanno toppato, non completamente, ma qualche recriminazione resta. È l'ideale solo per chi scalpita di vedere a colori e in movimento le sue fatiche più recenti.

capitano tylor

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capitano tylor

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Per chi ha apprezzato le versioni cartacee delle storie trattate nella serie-edite da star comics qualche anno fa',quest'anime rappresenta un altro piacevolissimo tributo alla principessa dei manga, ma risultera' sicuramente gradevole ai piu'. 13 episodi autoconclusivi con storie semplici, ma capaci di emozionare, personaggi che colpiscono nel vivo, che ridono, piangono,si preoccupano, affrontano e risolvono problemi piu' o meno quotidiani, riuscendo a sembrare esuli dai clichè takashiani che vogliono i suoi personaggi incatenati in un immobilismo umorale caratterizzante.
Aggiungiamoci un disegno pulito e fedele all'originale, un'ottima animazione curata e fluida ed avremo un prodotto che merita sicuramente di essere visto per intero almeno una volta,data la varietà di situazioni proposte, verra' incontro ai gusti di molti. Visione d'obbligo a chi è stufo di repliche di Ranma e Lamu' e non è sazio con Inuyasha.

KoNz

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KoNz

Episodi visti: 4/13 --- Voto 8
Secondo me, Rumic World è uno degli anime meglio riusciti della Takahashi assieme ad Inuyasha, anche se, non me ne vogliano i fan del demone cane, lo spessore della sceneggiatura in Rumic World è di molto superiore.
A differenza di Lamù e Ranma invece, dove una volta che si è visto un episodio si possono tralasciare i restanti, in Rumic World sono racchiuse 13 storie (di cui purtroppo ho potuto solo vederne 4) che raccontano di persone normali e di situazioni normali, di vita quotidiana, in maniera intelligente e commovente.

Le storie sono slegate fra loro effettivamente, ma questo sinceramente non vedo cosa abbia a che fare con la bellezza dell'anime...