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Gustavo69

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7,5
"Armitage III", una miniserie OAV che arrivò nel nostro paese in sordina, senza fare troppo clamore o scalpore, a parte qualche articoletto o breve recensione sulle riviste specializzate (che fosse Kappa Magazine o Lodoss). Diciamo che in un periodo in cui tutti parlavano del film di "Ghost in the Shell", questa serie non aveva molta speranza di essere notata dal grande pubblico. Ed è un peccato, perché se comunque "Armitage" III non poteva certo competere con un capolovoro come GiTS, rimane comunque un'interessante opera che merita la visione da parte di tutti i fan dell'animazione giapponese e in generale i fan di opere di fantascienza/cyberpunk.

"Armitage III" pesca a piene mani da diverse opere precedenti, inclusi film cult come "Blade Runner", e probabilmente anche manga come "Alita" di Yukito Kishiro e il manga dello stesso "Ghost in the Shell" di Masamune Shirow. Come in questi due manga abbiamo infatti una protagonista molto determinata, coraggiosa e caparbia, e ovviamente in tutti i casi la protagonista è un cyborg, interamente o parzialmente. Naomi Armitage, questo è il suo nome intero, è infatti un androide dalla testa ai piedi, perfino il suo cervello è robotico, però nasconde un segreto che la rende differente dagli altri androidi che bazzicano Marte (la storia infatti si svolge soprattutto sul pianeta rosso, ormai abitato da esseri umani): lei è infatti un androide di terza generazione. Ciò vuol dire che è in grado di provare sentimenti umani e ha, inoltre, altre caratteristiche che gli altri androidi non hanno. E non è la sola androide di terza generazione esistente: infatti ce ne sono diversi altri che vivono mescolati agli esseri umani, finché qualcuno non comincia a sterminarli tutti. Toccherà dunque a Naomi e al suo collega Ross Sylibus venire a capo del colpevole, e scoprire il motivo per cui questi android vengono distrutti/uccisi.

Come altre opere del periodo anche questa serie OAV si concentra sulle domande universali come "cosa significa davvero essere umani", e in particolare se l'intelligenza artificiale può essere considerata "viva" o meno. Temi sempre più attuali tra l'altro, anche se non esistono ancora androidi in grado di provare dolore ed altri sentimenti tipici delle forme di vita biologiche. Bisogna però notare che questi temi vengono solo accennati in circa due ore di animazione: un largo spazio è infatti lasciato alle scene di azione, che la fanno da padrone per la maggior parte del tempo. Non mancano momenti introspettivi certo, ma non sono così ben curati come in altre opere simili. Diciamo che il dramma esistenziale di Naomi Armitage è ben palpabile, così come il suo sentirsi emarginata per essere "diversa" dagli altri esseri umani, ma probabilmente il tutto viene risolto fin troppo facilmente (con una battaglia finale con centinaia di mecha che sono intenzionati a distruggere l'ultimo androide di terza generazione rimasto).

In ogni caso "Armitage III" rimane un più che discreto anime, che forse non è perfetto, ma ha diverse frecce al suo arco.


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alessiox1

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7,5
"Armitage III" è una seria di 4 OAV usciti nel 1995.
La storia di "Armitage" ci porta nel futuro su Marte che è stato colonizzato e parzialmente terra formato (procedimento per rendere un pianeta abitabile come la Terra). La vicenda inizia in uno shuttle che dalla Terra porta dei passeggeri verso il pianeta rosso e tra di loro troviamo anche uno dei protagonisti ovvero il detective Ross.
Durante le procedure di sbarco i passeggeri avvertono dei forti scossoni ma dopo le cose sembrano essersi calmate e proseguono, una volta che sono finalmente sbarcati nel terminal si sente una voce femminile dire: “fermati o sparo” e il detective Ross si ferma immediatamente pensando che quelle parole siano rivolte a lui ma in realtà le cose non stanno cosi e a pronunciarle è stata una sua collega ovvero Armitage (che da il nome al opera), l’altra protagonista (per certi versi più importante). Tali parole furono rivolte a un uomo e ai suoi bodyguard il cui nome è Rene' D'Anclaude ma loro si rifiutarono di eseguire l’ordine e di conseguenza scoppiò un conflitto armato che alla fine vede l’antagonista riuscire a dileguarsi, lasciando a terra una grossa valigia in cui dentro di essa si celava il corpo di una passeggera del volo appena atterrato ovvero una famosa cantante country marziana che si scoprirà essere un androide particolarmente avanzata, di quella che viene definita 3° generazione, molto difficili da distinguere dagli esseri umani e che possono essere considerate bio-macchine dato che hanno componenti organiche e potendo fare qualcosa che solo gli umani possono fare. Per il resto dovete vedervi l’opera alla fine parliamo di soli 4 OAV.

La società marziana dell'epoca usa massicciamente i robot ma questo è dovuto al fatto che la natalità è estremamente bassa, quindi per ovviare alla mancanza di manodopera i robot sono necessari dato che l’unica soluzione alternativa sarebbe quella dell’immigrazione da parte della terra, ma i marziani sono contrari in quanto ritengono che questo li renderebbe troppo legati alla Terra mentre loro vogliono più libertà e indipendenza rispetto al pianeta madre.
Nonostante questo esiste una parte molto numerosa e forte della società marziana notevolmente contraria ai robot e che non esita a fare proteste anche molto violente per far sentire le sue ragioni e costringere il governo a intervenire.
"Armitage" ha molti riferimenti ad altre opere cyberpunk come per esempio “Blade Runner”, possiamo prendere in considerazione la città in cui si svolge la storia che è una gigantesca metropoli (sarebbe meglio dire megalopoli) dove i palazzi non solo partono dal basso ma alcuni pure dal cielo con strade che sembrano sospese in un insieme di metallo, cemento e vetro che si fondono all'unisono lasciando un aspetto molto particolare e piacevole (a mio avviso) che ricordano vagamento il mondo di "Blame".
In "Armitage" come altre opere cyberpunk ci sono le riflessioni sul rapporto uomo/macchina e su tutto il discorso etico, se i robot devono avere dei diritti se considerarli come dei semplici oggetti oppure come gli umani e di come la considerazione che le persone avevano per un'altra persona spariva appena si sapeva che in realtà quest’ultimo fosse un robot e tale sentimento si trasformava alcune volte in un feroce odio assassino; la nostra protagonista Armitage che è in realtà un robot (lo dice abbastanza presto quindi non è uno spoiler e poi lo dicono anche in altre recensioni) lo percepisce molto chiedendosi perché, se gli esseri umani odiano cosi tanto lei e i suoi compagni, li hanno creati allora?
In conclusione "Armitage" è un'opera interessante (che ricordiamo esce prima del film capolavoro "Ghost in the Shell") dove troviamo tutto lo stile degli anni 80 soprattutto nella protagonista femminile e con suo look che potrebbe essere considerato abbastanza fanservice ma è dotata di forte personalità, che come dicevo prima prende molto da “Blade Runner”. Quindi se cercate un opera cyberpunk degli anni 80 che ne abbia tutto lo spirito con molta azione e con riflessioni tipiche di queste opere senza però essere onnipresenti e pesanti non eccessivamente lunga allora questa seria di OAV è quello che fa per voi.


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ryo79

Episodi visti: 4/4 --- Voto 9
"Armitage III" è uno degli anime fantascientifici più belli mai realizzati. Come protagonista, la poliziotta/androide con il guardaroba più improponibile della storia dell'animazione giapponese. I quattro OAV di cui è composta la serie sono caratterizzati da una perfetta atmosfera futuristica, un'ambientazione azzeccata, una trama ben strutturata, momenti di azione serrata e un linguaggio adulto. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, soprattutto per quanto riguarda i due protagonisti e l'evoluzione del loro rapporto. Tecnicamente parlando, i disegni e le animazioni sono piuttosto belli, anche se non raggiungono livelli altissimi ma, in ogni caso, bisogna considerare che si tratta di un anime dei primi anni '90.

Il character design è piuttosto particolare e, anche se non rispecchia i canoni classici dell'animazione giapponese di quel periodo, si adatta perfettamente allo stile della produzione. La regia è ottima e riesce ad amalgamare i momenti di azione con quelli introspettivi, alternando sapientemente i ritmi della narrazione. La fotografia è stupenda; per farvi un esempio, le inquadrature della città di St. Lowell sono davvero spettacolari mostrando com'è strutturata la metropoli marziana: livelli sovrapposti, interconnessi tra loro da passerelle e strade sospese, che vanno a formare un unico e grande agglomerato fatto di vetro, acciaio e cemento con alcune zone di verde e giardini sospesi.

La colonna sonora, composta principalmente da musica elettronica, svolge perfettamente il suo compito, esaltando le atmosfere cyberpunk dell'anime. Armitage III ricorda molto Blade Runner, sia per le atmosfere che per il tema affrontato della storia: macchine talmente simili all'uomo da non riuscire più a distinguere la differenza, con tutti i dilemmi e le contraddizioni che derivano dalla loro convivenza. Una piccola citazione al film di Ridley Scott si può vedere all'inizio del terzo episodio, dove un androide ha lo stesso trucco portato da Priss verso la fine di Blade Runner. Assieme a Goku Midnight Eye, Bubblegum Crisis e Ghost in the Shell questa è una delle pietre miliari dell'animazione cyberpunk. Se amate la fantascienza e più in dettaglio il genere cyberpunk (come il sottoscritto) è un titolo che dovete assolutamente guardare.


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kaio1982

Episodi visti: 4/4 --- Voto 9
"Armitage III" è un ottimo anime sviluppato in soli 4 Oav, ma che è riuscito a conquistarmi grazie alle sue qualità e alle splendide atmosfere Cyberpunk. Si tratta di un meraviglioso esponente del genere, che prende e pesca senza fronzoli da "Blade Runner" in maniera convincente. La prima cosa che ho notato, è come gli sceneggiatori siano riusciti nel difficilissimo compito di rendere le Ost parte indispensabile della sceneggiatura. Non mi era mai successo di trovare un anime dove le ottime basi midi sembrano personaggi principali dell'anime, senza le quali "Armitage III" avrebbe perso tantissimo in qualità. Risulta sempre difficilissimo inoltre riuscire a trattare questo genere senza annoiare (come Ghost in The Shell e le sue serie) o allontanarsi dalle atmosfere imposte da "Blade Runner".
"Armitage III" è deliziosamente crudo, violento, splatter e dotato di un bilanciamento dei ritmi narrativi fenomenale. Dove infatti altri titoli (Ghost in The Shell) mostrano tanto i muscoli con una marea di paranoie di dialoghi, poca azione e sensazioni gelide; quest'anime riesce ad essere scurrile, frenetico e godibile al tempo stesso, senza mai annoiare. La bella e sexy Armitage, non è mezza nuda solo per fanservice, ma riesce a trasmettere una forte personalità, che mischiata al suo look decisamente tipico del genere, (in alcune scene indossa un giubbotto nero con borchie ed occhiali tipici anni '80) elimina totalmente la sensazione della classica bella stereotipata; restituendone una profondamente umana, carismatica e tormentata. La trama tratta situazioni e temi tipici del Cyberpunk in maniera molto fedele e deliziosamente in stile anni '80. L'ambientazione marziana è molto affine alla terra e i nemici sono dei classici terroristi informatici. Insomma la trama non è niente di originale, ma è funzionale, per questo che quest'anime riesce ad essere molto godibile e mai noioso. Questo lo si deve specialmente al carisma di Armitage, che nonostante l'aspetto sexy e leggero, nasconde un'anima e un'umanità tipici di questo genere. Sia le indagini che gli scontri carichi d'azione, sono infatti irrilevanti e poco influenti di fronte ad un sceneggiatura, pensata ad arte per essere quanto di più fedele ci sia a "Blade Runner". Per una volta l'aver scopiazzato spudoratamente da un classico del genere, aggiungendo trovate di sceneggiatura ed idee tipicamente giapponesi, ha premiato gli autori. Il risultato è un breve anime per niente originale, ma sicuramente coinvolgente e godibile.
La parte grafica è stata realizzata ottimamente. Il character design è adulto, tamarro e di ottima fattura, mentre i fondali e le animazioni risultano più che discreti, ma non eccezionali. Le musiche invece sono eccelse. Il sound è quello americano Dance-Pop tipico del 1987 e le splendide Ost sono talmente coinvolgenti da sembrare parte integrante della sceneggiatura, accompagnando i 2 protagonisti in maniera perfetta.
"Armitage III" è una di quelle serie che nessuno vuole guardare o dargli importanza, soltanto perché hanno realizzato "Ghost in The Shell" e le su 2 serie, alle quali manca un elemento fondamentale, che questa serie è in grado di regalare. Quella gustosa atmosfera sofferta, palpabile ed esagerata, senza che questa sia infarcita di noiosissime ed inutili scene di terrorismo politico, misto a tanta noia poliziesca, che nulla ha a che fare con lo splendido stile Cyberpunk degli anni '80. Questa serie copia proprio quello stile e lo fa in maniera perfetta.


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ryujimihira

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7
Gli eventi raccontanti in questi 4 OAV parlano di un lontano futuro dove in seguito alla colonizzazione di Marte si sono avuti diverse ripercussioni sulla politica terrestre, a causa sopratutto della volontà delle corporazione d'investire sulla forza lavoro dei cyborg. Quando si riesce finalmente a trovare un accordo sulla questione, sovvengono una serie di efferati delitti tali da shockare l'umanità. Infatti si sospetta che tra le vittime ci siano anche gli stessi cyborg umanoidi.
L'aumento della "popolazione artificiale" porta a togliere lavoro e centralità all'uomo, facendo scoppiare vari focolai di violenza contro le macchine, accusate di ridurre alla miseria l'umanità costringendola alla povertà. Due detective, Armitage e Ross, si mettono alla caccia del maniaco che ha dato via alla serie di delitti verso le macchine. La loro indagine li porterà a scontrarsi con le vicende che li riguardano personalmente, sopratutto il loro legame con le macchine e il riconoscimento di queste nella società come "creature" in grado di provare sentimenti (al loro attuale stato evolutivo).
La stessa Naomi Armitage è una cyborg di terza generazione, così come Ross non è del tutto umano, e tra l'altro ancora non è consapevole dell'origine della collega, appartenente alla categoria di esseri che lui stesso odia. Addentrandosi sempre più in profondità nel caso, scopriranno che dietro quegli atti di violenza, si cela una ben più vasta cospirazione di quel che avevano immaginato.

Armitage III è una miniserie tutto sommato gradevole, anche se troppo incentrata sull'appariscenza del personaggio femminile (in hot pants...), ma in grado di dare abbastanza spessore ai personaggi e alla trama. Non è un vero giallo purtroppo, perché manca il vero appeal di questo genere, il pathos. Però, guarda caso, aspetti come il ruolo delle macchine, la loro capacità di emulare in tutto l'uomo, anche nelle emozioni, e la riluttanza dell'umanità nell'accettarli, sono tutti temi poi trattati anche diversi anni dopo in pellicole cinematografiche di successo. Peccato solo per l'accoglienza di pubblico e di critica a cui è stato sottoposto, spesso immeritata. Per chi conosce il genere, una visione consigliata, per gli altri, altrettanto, perché per me non si vive di solo Ghost in the Shell. Apripista.


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Ryoma Nagare

Episodi visti: 4/4 --- Voto 4
Si sa, molte volte quello che attira sono i piccoli particolari, la bellissima musica del trailer, una moto simile ad un modello sognato di possedere (cavolo è proprio identica ad una bimota di una quindicina di anni fa!!), e per futili motivi ci si ritrova a visionare un anime solo perchè appartiene ad un genere che si ama (quello cyberpunk), ma la realtà, la dura realtà, è che il più delle volte quello che ci ammalia è solo il fumo: proverò quindi a redarre una breve recensione cercando di rimanere il più oggettivo possibile, il che può essere molto difficile quando si parla di una propria passione, ben sapendo che per me questo OAV resta una delusione e che la tesi fondo non può che essere un giudizio negativo.
La trama risulta ben descritta nelle note e dalle precedenti recensioni quindi non mi sembra il caso di riproporla ulteriormente. Passiamo quindi a valutare i vari aspetti della produzione: le animazioni ed il design risultano tutto sommato, per l'anno di produzione, nella norma, ma il punto debole è nell'intreccio e nella regia. La storia inizia facendo presupporre una deliziosa pennellata di giallo, del tipo "abissi d'acciao" condita da riflessioni psico-esistenziali sul fatto che esistono dei robot con sentimenti umani e con capacità riproduttive tali a quelle umane, ma tutta questa carne al fuoco viene cotta in maniera pessima. Infatti, mi ritrovo ampiamente con quanto dichiarato nella recensione di HaL9000: manca riflessione, atmosfera, suspense, cose che sono alla base del filone cyberpunk. Si avverte sul serio un vuoto nella consequenzialità tra le scene e penso che questo sia un aspetto che qualsiasi sceneggiatore cerca di evitare come la peste.
In poche parole potremmo dire che tale OAV è una riprova del fatto che delle buone idee di fondo non bastano a confezionare un gran prodotto; basti pensare ad un mito come "Conan" del maestro Miyazaki: ho letto "The incredible tide", il libro da cui è tratto, e posso dire, con ampio margine di manovra, che l'anime è mille volte più bello, più complesso e dotato di maggior spessore narrativo ed emotivo.
Non penso basti dire che esistono un'infinità di anime fantascientifiche di mediocre livello per scusare le pecche di Armitage III e per questo non posso far altro che sconsigliarne la visione, anche agli amanti del genere.


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HaL9000

Episodi visti: 4/4 --- Voto 5
Confesso di aver provato un po' di imbarazzo visionando questo anime; ma forse è tutta colpa delle mie aspettative, che erano evidentemente troppo alte.
Da amante del genere “cyberpunk” non potevo non vedere questa opera, anche perchè leggendo i commenti di altri appassionati di anime, mi sono convinto che ne valeva la pena: purtroppo sbagliavo. Sarà che forse i miei punti di riferimento sono lavori come “Ghost in The Shell”, “Ergo Proxy” ed altri ancora (pescando nel campo cinematografico, il primo che mi viene in mente è “Blade Runner”, di Ridley Scott), che sono dotati, a mio parere, di una visionarietà ed una profondità come pochi, e che riescono ad avere un potere evocativo e suggestivo fortissimo.
Armitage ha tutto ciò che il cliché del genere deve possedere (come “da contratto”): un mondo iper-tecnologico, una città tentacolare su più livelli, le grandi “corporations”, i complotti politici e, per finire, il robot che non si sente tale e di converso, l'umano che si comporta come un essere privo di umanità. Alla fine la protagonista, vuole suggerire la serie, è più umana degli umani.
Beh, tutto questo deve però essere servito sapientemente, e non certo buttato lì un po' a casaccio, altrimenti il risultato può essere, a mio parere, veramente bruttino.
Non c'è profondità, non c'è vera riflessione,c'è poca suspence e non ci sono le atmosfere tipiche di questo genere. La sceneggiatura mi pare un po' raffazzonata, e gli eventi non mi sembrano ben legati; forse 4 puntate penalizzano troppo un'opera che, probabilmente, avrebbe potuto dire di più, se meglio costruita; infatti la narrazione (e qui abbiamo una nota parzialmente positiva) scorre velocemente senza particolari cali o momenti di stanchezza, ma in certe volte questo può essere anche un'arma a doppio taglio. Così in pochi istanti ci si trova proiettati da tutt'altra parte ed in tutt'altro contesto, senza che venga spiegato come i personaggi siano arrivati a quel punto, od a quelle conclusioni; in sostanza, gli eventi sono tra loro disgiunti. Personalmente lo trovo irritante, ma è un mio gusto personale. In conclusione, un'opera deludente.


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Achille

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7
Chi è Armitage?
Il colonnello Corto, reduce da Pugno Urlante, ricoverato in clinica psichiatrica in seguito ai traumi e all’esaurimento post missione e riformattato come Armitage da Invernomu… ops, scusate, questa è un’altra storia – …questa è la Storia.
Comunque, avrete capito di che si tratta… Cyberpunk old style, spinto, sporco, con gli occhiali a specchio e che sa di sintetico marcio e di underground.
E nonostante in ogni caso non sia incentrato sugli hacker ma sui temi robotici cari ai topoi nipponici, i riferimenti al manifesto-cult gibsoniano non si limitano al nome della protagonista.
Tutto inizia quando una cantante strabravissima osannata dai neofanatici del country terzo millennio (che schifo!!!) viene scannata sullo shuttle che la portava in tournée su Marte da uno dei tipi stile punk più sballati e allucinanti che abbia mai visto. E per giunta si scopre che la pupa-cowboy in realtà era un prototipo di cyborg last generation, imitazione perfetta e irriconoscibile (previa squartamento) di un comune umano. Modello III, appunto. Così il detective Ross che era nello stesso volo si trova in mezzo a una sparatoria aeroportuale scatenata dalla nostra agente Armitage, che insegue il pazzo schizzato che abbandona la valigia con al suo interno la macabra rivelazione. Quindi i due protagonisti vengono designati come coppia investigativa nel caso degli omicidi dei modelli III (tutte belle figliole) che vengono sterminati dal divertentissimo e sempre redivivo malato mentale, e si addentreranno tra le sommesse violentissime dei razzisti anticyborg e tra la colonia marziana socialmente allo sbando, fino a scovare poco per volta la verità dietro gli ultimi prototipi fuori commercio e pure illegali. Purtroppo la parte grafica affossa terribilmente dopo il secondo OAV, le musiche sono alquanto anonime, e anche il finale è piuttosto tirato, in stile due-contro-tutto-il-mondo. Tuttavia la storia e le tematiche (considerato che è del ’94, prima addirittura di Ghost in the Shell) sono davvero originali, e sono sparpagliate in un suburbano di una bellezza futuristica irresistibile – un mix tra Blame! e lo sprawl di architetture neo-tech – , particolareggiato e dai toni e dalle luci incantatori. Con un’atmosfera magneticamente degradata che sembra uscita da Chiba City, con la presenza di un costrutto di memoria che colora in modo unico la storia, con dei personaggi molto umani originali e azzeccati, con degli ambienti spaziali assolutamente anticonvenzionali e con delle sottoculture urbane perennemente incazzate e contro sempre e comunque, in una società abbagliata dai neon e dai media su maxischermo – l’ispirazione al cyberpunk par excellence (Neuromante) è assolutamente lampante. Percorrendo così sullo stesso scenario vie trasversali, diventa soprattutto un richiamo splendido e mai imitativo; con qualche difetto ma che si guadagna un sette e mezzo davvero pieno.


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SuperFra

Episodi visti: 4/4 --- Voto 6
Armitage III è una mini-serie composta da 4 OAV. In essa vengono narrate le vicende vissute dall'omonima protagonista. Armitage è un androide che fa parte del corpo di polizia di una colonia terrestre su Marte. Con lei inizia a lavorare un altro poliziotto trasferitosi da poco; i due inizieranno così una difficile convivenza, che però li porterà a rafforzare sempre più il loro legame. Nonostante la banalità della trama e delle tematiche trattate, Armitage si lascia guardare molto piacevolmente.
In esso sono spesso rappresentati luoghi comuni e paure del genere umano nei riguardi della robotizzazione. Potrebbe quasi definirsi uno dei primi anime a parlare di tali argomenti, e come tale merita considerazione. L'anime in se ha buoni spunti, anche se poco sviluppati. Viene infatti delineata una società logorata dai conflitti interni e dove la gente inizia a ribellarsi contro la clonazione e la robotizzazione. Altro elemento molto interessante è composto dalla colonizzazione dello spazio, altra tematica spesso affrontata in anime e precedenti e successivi.
L'aspetto grafico, tenendo conto l'anno di produzione, è di buon livello; come anche gli effetti grafici. L'audio al contrario lasci spesso a desiderare, sia sotto il punto di vista degli effetti, che della colonna sonora; senza parlare del doppiaggio (spesso davvero poco incisivo).
Unica nota davvero positiva di un anime alquanto sterile e scarno sono le tematiche, che però spesso non trovano spazi adeguati, e la trama che anche se banale scorre piacevolmente. Interessanti sono anche le animazioni dei combattimenti, e i combattimenti stesso, spesso emozionanti e pirotecnici (tutto dovuto alla natura artificiale dei corpi dei protagonisti). In definitiva Armitage III è una buona serie di OAV, non consigliabile a tutti se non agli appassionati del genere. Essi potranno trovare in esso un buon inizio delle tematiche da loro amate, riuscendo ad apprezzare certamente di più l'anime di quanto possa fare un utente "general purpuse". Anime di nicchia, trama avvincente, curiosa ma ordinaria.

Tielle

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Tielle

Episodi visti: 4/4 --- Voto 8
Se siete orfani di Ghost in the Shell e Akira. Se la vostra vita è stata segnata da Blade Runner, allora Armitage III è l' anime che fa per voi. Una storia Cyberpunk davvero buona ci trascina in un futuro dove i robot, anzi gli androidi, sono molto più simili agli umani di quanto non si pensi. E per questo vengono disprezzati. Naomi Armitage è un androide che si muove in questo mondo insieme al suo collega umano Detective Ross. Insieme dovranno far fronte a un minaccia per tutti gli androidi. Le animazioni sono belle, forse oggi non eccelse ma si tratta di un prodotto con una decina di anni sulle spalle. Buone le musiche. La regia anche; cosa volete di più dalla vita?

donjuan

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donjuan

Episodi visti: 4/4 --- Voto 9
Se Armitage III oav è un titolo obbligatorio per gli amanti del genere, è sicuramente consigliabile a tutti gli altri amanti di anime con la A maiuscola, perchè si tratta a mio parere di un piccolo capolavoro fatto di tante emozioni,una storia bellissima anche se non del tutto originale(ma non influisce sul voto) ritagliata addosso a due personaggi fantastici e a una serie di comprimari di buono spessore. Considerato che l'uscita dell'anime risale al 1995 se non erro, possiamo saltare qualche piccola critica su qualche piccola pecca di animazione e piccoli dettagli che si vanno ad infrangere su una storia e un character design perfetti, senza contare il doppiaggio impeccabile. Grande titolo, veramente.
Grazie.
Ciao!