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jix 73

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jix 73

Episodi visti: 72/72 --- Voto 8
Il miglior cartone animato che parla di streghe (non di magia).
Splendida la sigla, sembra quasi una filastrocca.
La trama e' molto lineare e forse 72 episodi sono un po' troppi, ma nel complesso e' godibile.
Da notare le differenze fra Bia e la sua rivale Noah:
la prima molto colorata e un po' piu' fanciulla; la seconda invece un po' piu' adulta con uno stile dark/gotico 'primordiale'.
Non so se gli autori volessero identificarle come bene e male, ma di sicuro hanno centrato in pieno il modo di caratterizzare le due antagoniste: colore = personalita'
La grafica retro' purtroppo tiene lontani, quasi fosse un male, i piu' giovani che si fanno abbindolare troppo facilmente da un mercato piu' povero di quello che sembra e da giudizi del tipo: SOLO PER NOSTALGICI!


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 72/72 --- Voto 8
Un cartone molto particolare nella sua realizzazione.

Ci sono parecchi spunti per poi vedere nel presente come molti temi sono stati trattati.

Per prima cosa bisogna dire che questo cartone è il predecessore dell'attuale Sugar sugar, però in una chiave molto più adulta e ben definita.

Una chiave molto più adulta che ha causato parecchi tagli rispetto alla versione originale, visto che all'interno vengono trattati temi forti, quali il voyeurismo e il suicidio.

Per il primo dei temi si è un po' chiuso l'occhio, considerati i momenti ilari in cui tali scene di nudo o quasi nudo o succinte appaiono, laddove da Choosa vengono sempre escogitati dei trucchi per svestire Bia.

Bisogna dire che i bei lineamenti di questa ragazza, nonché la sua solarità si contrappongono a quelli della sua arcinemica Noa, molto scura in tutto il suo essere, da questa contrapposizione nasce la lotta per il dominio assoluto sulle streghe, diventandone regina con prove da sostenere sotto mentite spoglie sulla terra.

Ma la voglia di essere considerata nella sua essenza, senza la pretesa di ambire ad essere regina, ma solo una ragazza come tutte le altre porterà Bia a mostrare sempre più il lato umano su tu8tte le cose, perfino su quelle soprannaturali, e sarà decisa questa fase nel chiudere definitivamente lo scontro.

Il cartone vuole insegnare proprio questo tipo di valori, l'essenza e i valori della normalità senza particolari artefici è il modo migliore in assoluto per condurre una buona esistenza, lontana da qualsiasi tipo di risentimento e di odio nei confronti di alcuno, ma la società odierna ci pone un duro monito, il continuo sgomitare per riuscire a prevalere sull'altro.

Anziché emergere la voglia e la grinta di esserci in una situazione simile nel migliore dei modi, vengono fuori degli espedienti per riuscire a mettere in difficoltà il prossimo fregandolo, ma si sa, che la furbizia paga bene all'inizio, ma pretende a latere un conto molto salato.

Perciò mai come in questo anime valori come l'umanità e l'onestà degli intenti sono importanti, in quanto la magia in questione deve essere vista come un dono da mettere a disposizione del prossimo, non un privilegio per raggiungere pericolosi scopi personali.

Da vedere, a parte la sigla davvero pietosa e inutile.

simona

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simona

Episodi visti: 50/72 --- Voto 8
Bellissimo anime che ricordo con tanta nostalgia nonostante non sono mai riuscita a vederlo per intero! L'anime presenta una trama molto carina e divertente che si concentra particolarmente sulla sfida di apprendiste maghe, Bia e Noah che devono contendersi il regno della magia. Nonostante l'anime ha la sua età, i disegni sono belli e caratteristici del periodo. Questa serie è senza dubbio rimasta nella storia dell'animazione giapponese che riguarderei ancora oggi molto volentieri!


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Aduskiev

Episodi visti: 63/72 --- Voto 8
Correva l’anno 1981 e Andrea Lo Vecchio incideva su dischi 45 giri quella che forse, a mio avviso, sarà una delle sigle di anime e più ricordate nel nostro paese. “Bia e la sfida della magia” al secolo “Majokko Meg-chan” debuttava così in Italia con la sua carrellata di 63 puntate (su 72 originali). L’opera, prodotta nel 1974 dalla Toei Animation che affida a Shingo Araki, una delle grandi stelle dell’animazione nipponica (si pensi a lavori come Roky la stella dei giants e UFO robot) la regia e il chara desing.
Bia, o Meg che dir si voglia, è la figlia maggiore di una strega, Mami Kanzaki (in Italia Mami Japo, sordida e ridicola assonanza con Jappone), che innamoratasi di un terreste, il signor Kanzaki per l’appunto, lascia il regno delle streghe per metter su famiglia. Oltre a Bia, avrà altri due figli : Rapi e Apo. Ma nel regno della magia qualcosa sta per cambiare e l’elezione della regina è alle porte. Due sono le candidate che aspirano a questo titolo : Bia, per l’appunto e Noa. Da qui la sfida della magia, che coinvolge la nostra protagonista in tutte le puntate, ostacolata spesso da Ciosa (Choo-san), agente dell’attuale regina delle streghe inviato per spiare Bia e non permetterle di vincere la sfida contro Noa. Bia è uno dei tanti Majokko che sbocciano come margherite in un campo a marzo negli anni 70. Qualcosa di diverso però Bia ce l’ha inciso a fuoco tra le pellicole di celluloide: il target. Se le altre serie majokko si riferiscono molto spesso a un pubblico infantile, Bia si rivolge espressamente agli adulti, facendosi eleggere (a pieno merito) tra le eroine più sensuali di quei tempi.
Non sono solo le scene in lingerie e in abiti succinti a far apparire Bia una bomba erotica. Ciosa, l’inviato della regina, ci mette del suo. Costantemente arrapato (e segretamente innamorato a modo suo) della bellissima protagonista, non perde tempo per spiarla, spogliarla e anche aggredirla quando può. Quindi, se da un lato, la storia che viene raccontata è più o meno banale, i contenuti erotici dell’anime sono molto marcati. Bia è infatti, senza ombra di dubbio, l’anime più censurato di quel lontano 1981. Ben 9 puntate mancano all’appello, alcune per la crudezza dei concetti o per la violenza esplicita, altre proprio per la carica erotica non occultabile che Bia emanava. Gli importatori occidentali rimasero sbigottiti da quello che, senza ombra di dubbio, possiamo definire uno dei primi ecchi della storia. Ma il primato di Bia è ben lontano dall’essere solo uno dei primi Ecchi. Bia è sicuramente, per l’anno di produzione (1974, ricordiamolo) uno dei primi esperimenti di fanservice nipponici. Da questa serie in avanti, infatti, il fanservice farà il suo trionfale ingresso nelle produzioni del Sol Levante. Ingombrante, più o meno esplicito, ma presente ormai in un buon 70% della produzione di anime e manga.
I disegni sono caratteristici del periodo, niente di eccezionale. Molte le luci abbaglianti emesse durante le magie che appaiono, più che velati incantesimi, delle vere e proprie trance ipnotiche.
Concludendo, possiamo dire che Bia, è stata ed è sicuramente un pezzo di storia dell’animazione giapponese, degna ancora di essere riguardata, dopo 35 anni, dai fan di anime, se non per la sua trama, per il valore storico che si porta in spalla. A quello che è stato uno dei personaggi più sensuali (pur mantenendo una casta innocenza) e più amati non posso che conferire un meritatissimo otto.

animefun

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animefun

Episodi visti: 72/72 --- Voto 7
Buon anime anche se un po' vecchiotto. E' uno dei primi anime in cui streghette e magia sono protagonisti. Tutto si basa sulla missione della protagonista sulla Terra e deve affrontare la sua nemica noi e il perfido ma stupido Choosa. E' la prima serie con una buona dose di fan-service il che lo caratterizza dalle altre serie delle streghette di quegli anni. I disegni sono buoni considerando che l'anime è del 1974. Nella scheda c'è scritto che non è mai comparso in Italia ma in realtà e stato trasmesso dalla Rai censurato di alcuni episodi e in seguito da reti private. In oltre se non mi sbaglio è uscita la versione rimasterizzata in DVD completa con gli episodi inediti in Italia.