logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 1
luxgames

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
Perché quest'anime non lo doppiamo anche in italiano? Qualcuno doveva dirlo.

Avendo letto anche il manga, che consiglio caldamente a tutti coloro che hanno apprezzato l'anime e sono curiosi di vedere come prosegue, posso dire che questa trasposizione è davvero ben fatta.

I disegni sono stupendi e sono in grado di trasmettere la stessa sensazione di magia e mistero che è presente nel manga, riuscendo però ad arricchire il tutto con paesaggi più ampi (e scenografici) e colonne sonore che travolgono.

La parola chiave di questo anime è evoluzione.
Evoluzione di situazioni, evoluzione di sentimenti, evoluzione nella relazione, evoluzione interiore. È molto di più di una semplice fiaba o di un semi-racconto sentimentale tra un essere antropomorfo e un'umana.

Come ho già affermato per il manga, questo anime meriterebbe davvero di spiccare fra le serie più conosciute (sicuramente poi al posto di alcuni titoli, ma non siamo qui per parlare di questo).

È consigliato anche a tutti coloro che vogliono una storia che li trasporti via dalla realtà anche per solo un secondo, e questo anime ci riesce appieno.

La storia in sé non è scontata come potrebbe sembrare e i protagonisti non sono esseri piatti privi di imperfezioni, anzi. Dimostrano quanto una persona possa essere più complessa di quanto si vede all'esterno, di come si possa provare un conflitto interiore e vivere costantemente in bilico fra passato e presente, insomma... c'è un mondo nascosto, non solo quello della magia, ma quello che esiste dentro ad ogni persona.
La protagonista, e forse anche altri personaggi, potrebbero compiere delle azioni da far storcere il naso ad alcuni... ma l'evoluzione è una cosa lenta, lo stesso vale per il comprendere il valore di certe cose.

L'unica "critica" che mi sento di portare a questo anime principalmente si basa sulla "lentezza di narrazione", tuttavia non ha influenzato in modo particolare la resa finale dell'opera complessiva e per un'amante (come me) di certi dettagli, visivi e non, questa lentezza permette di apprezzarli ulteriormente e di affezionarsi maggiormente ai personaggi.

In conclusione, questo anime non si ferma a una bella copertina, però, se i motivi sopra elencati non bastassero a renderlo un anime degno del suo punteggio, allora aggiungeteci pure che è disegnato divinamente.


 6
ALUCARD80

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8,5
“... e con il passare degli anni, egli cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza.
Chi avrebbe mai potuto amare una bestia?”

Le dolorose parole con cui la versione disneyana de “La bella e la bestia” avviano il celebre racconto rimangono una metafora adattabile a numerosi ambiti.
Analogamente, v’è un che di fiaba immortale nelle prime battute di “The Ancient Magus’ Bride”, assaporabili soprattutto nell’intrigante, misteriosa introduzione. Certo, le apparenze sono del tutto differenti e l’inclinazione narrativa pende decisamente altrove, ma la poesia visiva che lo spettatore si appresta ad ammirare potrebbe benissimo rammentare il noto racconto di stampo medievale.
Partendo così da un’inusuale tratta di “schiavi” (anche) umani presso discreti locali dove sinistre creature si radunano segretamente, confrontandosi in aste serrate per accaparrarsi i pezzi migliori, facciamo la conoscenza di Chise, giovane adolescente di bell’aspetto ma dallo sguardo spento e dalla vitalità devastata, giapponese dagli inusuali capelli rosso geranio e, da quel poco che ci è dato intendere, dal passato profondamente tormentato.
La ragazzina viene letteralmente acquistata da ciò che pare un vero e proprio mostro dal demoniaco aspetto: un elegante individuo alto più di due metri, vestito in maniera datata con capi scuri e vellutati, un gilet ricercato, le mani sempre coperte da guanti bianchi e che al posto della testa possiede un orribile teschio dalle vaghe fattezze equine, nelle cui orbite vuote galleggiano due vacue, infernali luci rossastre.
Agghiacciante? No.
Chise immagina e in fondo desidera (tristemente, senza alcuna preoccupazione) che questa sia probabilmente la fine della sua miserabile esistenza - libera di fatto, ma eternamente ingabbiata in un dolore senza fine. Tuttavia, nonostante le sembianze terrorizzanti, Elias, questo il nome della mostruosa creatura - mago di mestiere da un numero imprecisato di anni -, sorprendentemente, si rivelerà non solo di maniere gentili ed educate, ma addirittura socievole, pacato e incredibilmente premuroso.
È questo l’inizio di una romance anticonvenzionale e al tempo stesso classica e antica quanto il mondo stesso: la ragazza in difficoltà dalle fragili apparenze ma dall’animo coriaceo, alle prese con il cuore ferito di un protagonista dall’aspetto mostruoso ma dall’animo gentile. Banale, magico e struggente. Oltre ciò, sarà fondamentale e incisivo il fatto che Elias si scoprirà ben lontano dalla piena comprensione delle abitudini e dei sentimenti umani, e soltanto grazie alla promessa d’accudire la giovane Chise egli comincerà a decifrare le proprie emozioni e venire a patti coi suoi oscuri istinti, oltre a un difficile passato che sembra faccia fatica ad accettare.

È un prodotto ricco di camei ricercati e una memorabile cura per i dettagli. La mostruosità di Elias, il mondo magico, le campagne inglesi, i fiordi nordici, i vestiti e i primi piani, ogni elemento è curato in modo strabiliante. La prima delle due opening, “Here”, rapisce sin da subito e grazie a un ritmo incalzante dalle accennate sfumature iberiche ci trascina in questa fiaba contemporanea, dall’inaspettato calore di focolari mistici e sorrisi avventurosi. Nonostante un design dei personaggi che non mi ha convinto fino in fondo - troppo spigoloso, volti troppo esasperati rispetto allo strepitoso realismo degli ambienti -, il livello artistico risulta eccezionale: colori brillanti, animazioni ottime, una colonna sonora clamorosa (atipica, avvolgente, ricca di brani cantati e orchestrati che variano da episodio a episodio!), atmosfere dark intrise di una magia prettamente norrena, capaci di lasciar intendere la pericolosità di un mondo non solo popolato da fate e folletti, ma irto di pericoli e prove da affrontare - esattamente come lo è la vita quotidiana -, draghi, creature corrotte e segreti raccapriccianti. Il risultato di questa miscela dolceamara è una storia a cavallo fra il dark fantasy e uno shojo, che punta più ad essere un seinen/slice of life di crescita interiore e di grandi insegnamenti, seguendo la falsariga d’una storia d’amore capace di racchiudere le infinite sfaccettature di questo complicato e potentissimo sentimento, probabilmente tanto profondo e forte quanto l’odio.
Sfiorando (molto, molto alla lontana) corde di berserkiana memoria, quando Kentaro Miura ci raccontava ancora memorabili gesta e inenarrabili orrori in quel delle Midland, “The Ancient Magus’ Bride” non intende affatto ricalcare tali, travagliati binari, ma ne eredita i contorni arcaici che legano i margini della realtà che conosciamo al mondo arcano e incomprensibile celato al nostro sguardo umano; il tutto sfocia in un fantastico universo dai toni oscuri e romantici, delicati e aggraziati, una sorta di mistura alla stregua di una pozione magica uscita dal calderone di uno stregone, che saprà raccontarci una fiaba intensa e leggera al tempo stesso.

Il bello di questa storia è racchiuso nelle pause: ha il sapore di un the delicato ma dal retrogusto piuttosto forte, preso in un tardo pomeriggio di una giornata d’autunno inoltrato, quando la luce dell’ultimo sole si proietta attraverso i vetri appannati e allunga le ombre sul grande tavolo coperto da erbe e spezie a riposo, sulle pentole appese in ordine sopra il camino, fra i silenzi d’attesa e vecchie pergamene incartapecorite custodenti antichi incantesimi. Fuori, la prima brina invernale comincia a farsi strada negli sterminati campi dai colori brulli, e il muretto che costeggia la strada si smarrisce a perdita d’occhio verso l’orizzonte, oltre le colline e la macchia di faggi dove dimorano le creature che non ci è dato vedere: le creature delle leggende, delle fiabe raccontate intorno al fuoco, parole accompagnate da canti gaelici e richiami pagani, antichi come la stessa Terra che calpestiamo. Ogni elemento visivo di quest’opera si amalgama perfettamente al ritmo di narrazione, e ogni fondale di ogni episodio riempie il cuore per l’estrema bellezza con cui è realizzato; la colonna sonora, intrecciata a tali virtuosismi estetici, amplifica i sentimenti dello spettatore, creando una risonanza emotiva che permette di calarsi nella storia in una maniera unica.

Nonostante la traccia iniziale sembri a metà fra avventura e romance, coi giusti tempi, scopriremo che “The Ancient Magus’ Bride” vorrà parlarci, spregiudicatamente e al tempo stesso delicatamente, di temi ben più toccanti e complessi come la morte, il suicidio, il desiderio di sopravvivere alle difficoltà esistenziali.
Alcune proposizioni narrative dell’opera sono simili a una trappola: determinate situazioni e atmosfere tendono l’esca, narrando determinati eventi per poi virare verso il vero fulcro di ciò che gli autori desiderano mostrare, e il tutto avviene con inaspettata e gradita eleganza.
Faremo così la conoscenza di numerose creature ispirate a leggende e racconti nordeuropei tanto cari al popolo nipponico, luoghi e ambienti consoni alla mitologia norrena e anglosassone che da sempre affollano il mondo del fantasy e da cui è facile attingere per ricamare racconti che si rifanno a miti ancestrali e arcaici: oltre alle storie legate alla magia nera e pagana, vi saranno chiare citazioni lovecraftiane come “Ulthar, la città dei gatti”, ma anche Titania, prosperosa regina delle fate accompagnata da una versione più giovanile e allegra (poco convincente, eppur divertente) del possente e glorioso re Oberon; osserveremo la ricorrenza di Yule prima che divenisse il nostro Natale, la culla degli ultimi draghi, i luoghi di magia e di creazione di misteriosi oggetti arcani, il tutto in un mix di folklore scandinavo con potenti sfumature “irish” inserite con grande attenzione.
Gli episodi sono spesso autoconclusivi (o uniti in brevi archi narrativi da due o tre), collegati da una sotto-trama di grande rilevanza che li unisce fino ad un epilogo emozionante ma incompleto (aspettiamo a braccia aperte la seconda stagione!). Alcuni di essi si rivelano estremamente toccanti, memorabili sotto ogni punto di vista, capaci di emozionare e far riflettere come pochi altri anime hanno saputo fare in questi anni: storie di una semplicità affascinante che permetteranno sia a Chise sia ad Elias di evolversi, crescere e maturare sotto tanti punti di vista.
Il ritmo narrativo è decisamente lento, ma si tratta di una scelta che col senno di poi si rivelerà azzeccatissima: permette di comprendere le varie fasi della trama con la dovuta chiarezza e di assaporare pienamente la gran quantità di particolari e dettagli da cui la serie è composta. Qua e là, frivoli siparietti comici tentano di spezzare la pesantezza e la gravità sospensiva che pervade la narrazione, alleggerendo il carico del “drama”: di norma ci riescono quasi sempre, tranne in un paio di casi in cui risultano o insipidi o addirittura inadatti.
La parte romantica dell’anime è probabilmente la cosa più importante di tutta la storia, solida, corposa, in continua crescita, curata sotto ogni sfumatura; atipica e per questo ancor più accattivante. Vedere un mostro come Elias provare un sentimento così bello, complesso e a lui sconosciuto non può che far intenerire, mentre Chise, alle prese con un’esperienza diametralmente opposta, inizialmente sconvolta, stupita, felice ma chiusa e di poche parole, confusa dalle novità e dal dover gestire una situazione assurda e incredibile dopo l’altra, affronterà un percorso speculare e analogo, fino ad un tenero e solido incrociarsi di cuori. Ma chi è il vero mostro? È veramente l’aspetto che determina chi siamo? Cosa significa “bello”? Cosa è l’amore?

È lapalissiano come si adoprino il mondo fantastico e le creature sovrannaturali per parafrasare le difficoltà della vita, similitudini riguardo le difficoltà “dello stare al mondo”.
Il passato terribile della protagonista che anelava alla dipartita, i suoi lutti e i suoi traumi, il suo peregrinare e le peripezie vissute con Elias le insegneranno che l’arrendersi al dolore e il desiderio di andarsene dalla faccia della Terra non sono affatto la soluzione, poiché, quando i problemi paiono insormontabili e troppo grandi per essere risolti, o quando già dal mattino si aprono gli occhi e ci si sente sprofondare in un triste oblio di depressione e tristezza, allora l’obbligo è tirare un respiro profondo, fermarsi, guardarsi da fuori e cominciare a riscoprire le piccole cose che amiamo e che abbiamo intorno, senza fretta, senza paura: probabilmente ci sembrano smarrite, ma sono sempre lì, ad aspettarci, in attesa di essere ritrovate. Anche questa è una magia, la magia della Speranza e del Coraggio.
Apprezzare la natura, il gusto delle cose che ci piacciono, impegnarsi e sforzarsi ad andare avanti finché il motore dell’anima non si rimetta in funzione, tornare a costruire un futuro migliore: tutti questi elementi sono già la cura che un essere umano può donare a sé stesso per poi tornare a sorridere davvero.
Così, Chise uscirà inizialmente da quello che sembrava un incubo senza fine, complice anche un colpo di fortuna (incontrare la persona giusta nel momento peggiore può davvero cambiare il nostro destino!), che le permetterà di tornare a vivere a piene mani, segno che anche nella più brutta delle esperienze c’è sempre una speranza di salvezza.
Parlando di maghi, incantesimi, spiriti, leggende bibliche e curiosi villain tormentati, l’autore ci ricorda che la vita è un dono prezioso oltre ogni stregoneria esistente, valore che è giusto tener presente soprattutto nei giorni più neri, quando il cielo è coperto da nuvole scure e tutto ci sembra irrimediabilmente grigio. Ma “The Ancient Magus’ Bride” è anche (e soprattutto) una storia sulle difficoltà e sulla bellezza dell’amore, sulle incomprensioni e difficoltà quotidiane che vivono tutte le coppie, poiché amarsi non è mai “e vissero felici e contenti”, ma saper accettare i desideri e i bisogni del partner, sapersi confrontare e scendere a compromessi per la felicità di entrambi, perché, quando si è davvero innamorati, non v’è bisogno alcuno di ricorrere a strani artifizi: lo si dimostra quotidianamente. Eppure, inevitabilmente, le parole sono necessarie, proprio come in un incantesimo - per capirsi e rimanere accanto, non solo fisicamente, giorno dopo giorno.

Dolcemente, delicatamente positivo... in attesa (si spera) di un seguito, poiché alcuni punti lasciati in sospeso pesano non poco.


 4
Olimpea

Episodi visti: 24/24 --- Voto 10
"Sarebbe meglio che tu non fossi mai nata!". Le parole hanno un peso, e spesso sono in grado di uccidere.

Chise, tormentata dall'ingiustizia della vita, appare come una ragazza dallo sguardo spento, sempre a capo chino, dalla mente annebbiata dal dolore e dalla depressione che cerca di non lasciar trasparire. Per lei vivere non ha un significato, i giorni vanno via come i passi che fa, e i secondi che passano altro non sono che battiti di ciglia.
Un giorno, quando viene messa all'asta, una figura mostruosa le si avvicina, acquistandola, e facendo di lei la sua discepola. In questo modo Elias, stregone dalla testa di teschio, lunghe corna marroni e occhi rossi, le regala una seconda opportunità. Si rivela infatti gentile e disponibile nei confronti della ragazza, la quale, convivendo con lui e con le magiche creature attorno alla sua nuova dimora, inizia a fidarsi di lui.
Incantesimi, creature mitologiche (Titania, regina delle fate, sposa di Oberon, re delle Fate, nella letteratura medievale e rinascimentale), elfi, folletti, draghi, gatti parlanti... lo spettatore si ritroverà immerso in un ambiente da "favola".

Animazione ad opera d'arte, non potevo aspettarmi di meglio da Wit Studio. Ambientazioni curate fin nei minimi dettagli, colori accesi e limpidi, le sfumature degli occhi di Chise paiono due gemme. I personaggi sono ben caratterizzati e unici, e apprezzo moltissimo i riferimenti mitologici (citati sopra).
La sigla di apertura, "Here" di JUNNA, mi ha conquistato. La voce, il ritmo, la musicalità dell'intera composizione, una di quelle canzoni che canteresti a squarciagola pur non ricordando tutte le parole. E le OST sono una più bella dell'altra. "Iruna Eteluro", la canzone di Lindel, protettore dei draghi, ancora adesso mi fa venire la pelle d'oca.

È una storia ambientata in una Gran Bretagna più magica, dal significato più puro che pochi riescono a cogliere: il significato della vita. Momenti tristi ci saranno sempre e comunque, anche quelli che non riuscirai mai a superare da subito ma che trascinerai nel tempo. Ma ci sarà sempre qualcuno che ti amerà al tal punto, da metterti al proprio fianco e proteggerti qualunque cosa accada. L'amore. Le parole più dolci: "Vuoi diventare la mia sposa?". Lasciare alle proprie spalle il passato e andare oltre. Vivere.

Un capolavoro, senza alcun dubbio. Una delle opere più belle che io abbia mai visto, peccato che pochi lo conoscano, merita molto più supporto.


 1
klunk

Episodi visti: 24/24 --- Voto 6,5
Chise, senza famiglia e disperata, ma con il dono di vedere gli spiriti, trova una seconda occasione dopo l'incontro con il mago Elias, dall'aspetto non umano e terrificante, che le offre l'opportunità di divenire sua discepola e moglie.
La storia si svolge a Londra e nei dintorni di questa, e racconta come la sedicenne apprenda sempre più le svariate sfaccettature del mondo magico e fatato, popolato da spiriti e creature fantastiche, che la circonda. Il tutto avviene in chiave fantasy occidentale, e non nella classica mitologia nipponica, causa ovviamente la collocazione geografica, e si impronta a un racconto sentimentale riguardante la crescita interiore della protagonista e il rapporto con il mago Elias.

Riguardo alla narrazione devo dire che si svolge a tratti in modo un po' troppo lento e a mio avviso a volte anche leggermente ripetitivo, penalizzando il livello di interesse, che tuttavia si mantiene a livelli accettabili. Certo si poteva fare qualcosina in più per migliorare e rendere il tutto un po' più intrigante.
Riguardo il lato tecnico tutto va a gonfie vele, ottimi i disegni e valida l'animazione, tanto da rendere l'ambientazione piacevole e i personaggi ben caratterizzati.

In definitiva, un anime piacevole e abbastanza originale, dallo stile tutt'altro che veloce, ma che si fa apprezzare forte di una solida ambientazione e, come già detto, di una caratterizzazione dei personaggi ben delineata. Consigliato a coloro che sono in cerca di una fiaba.


 4
filod'arianna

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7,5
E' un anime di ventiquattro episodi più tre OAV; questi ultimi racchiudono un racconto che non incide sulla serie, che si conclude al ventiquattresimo episodio.

Le vicende raccontano di Chise, giovane ragazza e maga inconsapevole, ed Elias, antico mago multi-forma che la compra a un'asta a cui partecipano esseri magici, asta di cui lei stessa ha voluto essere parte.
Sin dalla sua nascita ha visto esseri magici nascosti ai più, sia lei che i suoi genitori sono in grado di vederli, e, fino a quando ha vissuto insieme a loro, è riuscita a convivere serenamente con questa sua peculiarità; dopo che la famiglia si è disgregata, vivrà in una solitudine coatta, al punto che deciderà di essere venduta, pur di far parte di una qualche sorta di famiglia o gruppo di persone in cui potersi riconoscere, e così prende la decisione di entrare a far parte di un mondo magico, in realtà a lei sconosciuto, mettendosi in vendita.
Un punto che devo dare a sfavore dell'incipit di quest'opera è che inizia con lei che stipula il contratto per essere venduta, ma durante tutta la serie non verrà mai chiarito per bene come sia arrivata a quel punto, né con flashback né con ricordi né altro. Sarà possibile estrapolare il suo intento grazie ai suoi pensieri: ci vedo un inizio interessante sicuramente, ma non curato per quanto riguarda i suoi antecedenti, come per esempio farmi capire come è arrivata a contatto con gli organizzatori dell'asta e quant'altro… insomma, vedo incompletezza in questo punto.
Il rapporto con Elias partirà con l'intento, da parte di lui, di farla esprimere nelle sue potenzialità di maga, cosa di cui lei non è consapevole, e farla sua sposa. Anche qui devo dare un punto a sfavore, perché non si capisce perché se la vuole sposare pronti, partenza, via! Ad ogni modo, nonostante una partenza un po' troppo spinta e non particolarmente curata, ho trovato che il loro rapporto sarà poi approfondito, e si capiranno a sommi gradi le rispettive posizioni, i loro caratteri, i loro desideri. Elias scoprirà lati umani con cui non è in grado di relazionarsi e lei vivrà diverse disavventure a causa del suo potenziamento come maga, che porteranno rischi alla sua stessa vita; nel frattempo il legame diventa più naturale, con un'evoluzione anche caratteriale da parte di entrambi. Detto questo, il comparto sentimentale mi ha soddisfatta.

Il comparto magia e fantasy è sempre presente, non so dare una valutazione a causa del fatto che è l'unica serie che ho visto di questo genere; posso comunque affermare che ho trovato tutto gradevole e con una grafica ottima, e personaggi di contorno che a volte risultano più interessanti dei personaggi principali.
Il ritmo generale è piuttosto da slice of life, c'è però un'impennata drammatica verso fine serie che ho trovato piuttosto esagerata.

Le iniziali sigle di apertura e chiusura le ho trovate spettacolari, le ho ascoltate sempre con grande piacere. Di quella di apertura ho trovato una versione italiana che ho apprezzato molto per la verosimiglianza con l'originale.


 1
Kimi_chan

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9,5
E' veramente un'opera incredibile, piena di insegnamenti che vengono trasmessi dalle situazioni in cui si trovano i personaggi. Un mostro può diventare umano? E' sbagliato cercare di alleviare la propria sofferenza a spese degli altri? Mi ha fatto riflettere, è anche molto commovente e disegnato bene, con una trama ben curata che ti riempie di un'atmosfera quasi magica, ti fa sentire parte di un mondo diverso ma non troppo. I personaggi sono ben curati, sia nella loro storia che nel carattere, nessuno viene lasciato indietro.
Consigliatissima a chi vuole leggere qualcosa di diverso dal solito! Io ho sia letto il manga che visto l'anime, non sono molto diversi da loro, ma posso assicurare che i disegni del manga sono stupendi e che le colonne sonore dell'anime lo sono ugualmente.


 2
Tacchan

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8,5
In un’ambientazione in cui il velo che divide il mondo magico da quello umano è molto sottile, saremo invitati e seguire le vicende di Chise, una ragazza dal passato tormentato e stanca di vivere, che trova nuovi stimoli quando viene venduta all’asta a una strana creatura, un potente mago dalle sembianze mostruose. Sotto la sua ala protettrice, inizialmente come discepola e promessa sposa, verrà a contatto con l’incredibile mondo che si cela agli umani, scoprendo come interagire con le creature che lo popolano, a trarne potere e allo stesso tempo a temerle, visto che non mancano le insidie e i pericoli.

“The Ancient Magus’ Bride” procede episodio dopo episodio con un incedere a tratti eccessivamente lento, che fa dell’introspezione il suo punto di forza, mostrandoci la fioritura di Chise e il lento insinuarsi nell’animo di Elias di sentimenti comuni ai mortali, ma per lui totalmente nuovi. La discepola che diventa maestra di vita, il loro rapporto che si rafforza, nel mentre che insieme affrontano sia le piccole insidie quotidiane sia gli avversari che vedono Chise, per motivi che avrete modo di scoprire, come un bocconcino davvero prelibato.

L’anime offre una bella dose di “slice of life” e ha il grosso pregio di presentarsi con un comparto grafico tra i migliori in circolazione, grazie agli ottimi disegni e a un diligente e a tratti spettacolare uso della computer grafica. Non manca una trama orizzontale che si sviluppa con una certa lentezza e che ci fa conoscere un tormentato antagonista, che viene pure lui sviscerato a fondo e che acquisisce pertanto un certo spessore. Nonostante la sua presenza, “The Ancient Magus’ Bride” manca della capacità di rapire e coinvolgere lo spettatore, mentre preferisce affascinarlo con il calore che sa creare, stregarlo con i suoi splendidi personaggi e stuzzicarlo grazie a un’ambientazione veramente interessante. Se cercate qualcosa in grado di tenervi incollati allo schermo, pretendete una trama coinvolgente, profonda e appassionante, vi consiglio di guardare oltre: la serie TV non riesce mai ad essere veramente convincente, quando sale di ritmo e quando le cose si fano frenetiche. Dà il meglio di sé quando si concentra sui due protagonisti, su come il loro rapporto cresce, si evolve e si trasforma, così come quando si perde nel farci conoscere le sfaccettature di un mondo magico unico e affascinante, capace di far respirare una poesia e un’armonia che sembra avvolgere tutte le creature che lo popolano.

Pur essendo una persona impaziente e amante dell’azione, è stata una piacevole diversione il farsi rapire dalla magia, tranquillità e dolcezza che scaturisce dalla visione di “The Ancient Magus’ Bride”.


 6
NickyFlowers

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7
“The Ancient Magus’ Bride” è stato l’anime più atteso della stagione autunnale 2017, e aveva creato in chi scrive delle aspettative piuttosto elevate. Non si può dire che tali aspettative non siano state soddisfatte, ma allo stesso tempo non si può negare quanto quest’anime non abbia lasciato un totale appagamento.

Tutto inizia quando Chise Hatori, un’adolescente sola e senza più una famiglia, viene venduta a un’asta. La ragazza viene acquistata a un prezzo esorbitante da Elias Ainsworth, un potente mago che le offre, o meglio le impone, la possibilità di diventare sua allieva, nonché sua futura sposa. Il resto della storia segue Chise ed Elias che incontrano e si relazionano con varie creature magiche, alcune delle quali poco amichevoli e intente ad ostacolare la vita dei due.

Una delle prime cose che si possono notare in “The Ancient Magus’ Bride” è quanto la serie sappia mostrare uno stile unico. L’atmosfera, i vari luoghi magici, i draghi e la fauna in generale, i maghi, gli stregoni e le fattucchiere sono elementi che destano fascino nello spettatore, oltre che curiosità e desiderio di scoprire quali altre creature caratterizzano il mondo rappresentato nell’anime.

I personaggi hanno una caratterizzazione incisiva e ci si affeziona genuinamente a loro. Anche quando presentano un background poco innovativo come nel caso di Alice o di Silky, non si può fare a meno di simpatizzare per loro. Di certo, però, i personaggi più riusciti sono Chise ed Elias. E’ pressoché inevitabile che la giovane ragazza dai capelli rossi e il mago dalla testa a forma di teschio canino entrino nel cuore di chiunque guardi la serie.
C’è da dire che inizialmente Chise sembra quasi senza personalità: con una faccia impassibile e con un tono di voce sempre molto pacato dava l'impressione di essere una marionetta a cui Elias poteva fare tutto ciò che voleva. Tuttavia, questa sua caratterizzazione iniziale è necessaria a mostrare quanto Chise abbia sofferto nella sua vita, mostrando una sorta di indifferenza verso ciò che le può capitare in futuro. Col passare degli episodi, però, il suo carattere migliora moltissimo, tanto da sviluppare una risolutezza e uno spirito di sacrificio affatto scontati.
Il personaggio di Elias, invece, ha un’evoluzione che è in qualche modo l’opposto di quella di Chise: dall’essere un tipo che sa quello che fa e quello che vuole, mano a mano diventa sempre più indeciso, soprattutto quando si tratta di provare delle emozioni umane. Per questo motivo Chise ed Elias si completano: entrambi hanno conosciuto la solitudine, ma, stando insieme, hanno cominciato, o ricominciato, a provare un sentimento puro e autentico come l’affetto.

Ciononostante, “The Ancient Magus’ Bride” presenta alcuni difetti che danno fastidio durante la visione. Il fattore più problematico è la quasi totale assenza di trama: infatti, la maggior parte degli episodi hanno uno sviluppo autoconclusivo.
Un’altra cosa che con l’andare avanti è risultata essere tediosa è la risoluzione troppo affrettata di alcuni problemi. Per esempio, un episodio si conclude con Chise che tossisce sangue. E’ chiaro che lo spettatore rimanga sconvolto per questa cosa, e la curiosità di voler sapere come finisce è molta. Tuttavia, nell’episodio successivo, Chise viene mandata in cura e tutta la faccenda si risolve nel giro di dieci minuti. Questo schema è presente in più puntate. Dunque, se la prima volta l’effetto sorpresa è garantito, già la seconda lascerà una sensazione di già visto e la noia sarà imminente.
Ciò porta anche a un altro difetto, ossia l’assenza di un villain importante. Anche lo stesso Cartaphilus, che all’inizio mostrava una cattiveria gratuita che lo poteva rendere un degno antagonista, in realtà diventa l’ennesimo tizio con un passato tragico alle spalle che deve fare pena.

Un appunto positivo va fatto per quanto riguarda l’apparato tecnico, che mostra dei paesaggi ben curati e dei colori molto accesi, ma non troppo sgargianti. Nota di merito alle OST dai toni delicati e rilassanti. Da citare infine la prima ending, che rappresenta perfettamente quello che è l’anime: una serie sul cerchio della vita che, per quante volte si ripete, mostra sempre qualcosa di nuovo, e come solo noi possiamo scrivere la nostra storia.

In conclusione, “The Ancient Magus’ Bride” è un titolo consigliato che, nonostante alcuni difetti, sa intrattenere, emozionare e far affezionare ai propri personaggi. Una serie discreta che con la sua magia sarà in grado di conquistare il cuore di alcuni.


 2
Sublime.itnb

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8,5
"Mahoutsukai no Yome" ha come vero protagonista l'intreccio indissolubile tra vita e morte: tutti gli episodi ruotano intorno all'influenza vicendevole che le lega, e ogni personaggio le affronta per mezzo dell'affetto o amore (a seconda delle singole situazioni). Chise, dalla quale tutta la storia ha inizio, non è altro che un libro composto da pagine bianche, e l'anime esplora come esso si riempia di caratteri che definiscono semplicemente quanto la vita sia inestimabile.
Probabilmente, la vera magia sta nel comprendere questo dato di fatto.


 2
Kiya91

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7
Scrivo questa recensione dopo aver da poco terminato la visione della serie, perciò di seguito butterò giù un po’ di impressioni ancora a caldo.
Se dovessi riassumere quest’anime in una frase, direi: “Tutto fumo e niente arrosto”.

Nonostante sia uno dei pochi anime che ha potuto vantare una trasposizione di ventiquattro episodi, le tempistiche sono state gestite malamente e la trama non è mai decollata del tutto.
La storia ingrana molto lentamente e, quando finalmente un episodio si chiude con un cliffhanger, nel successivo la situazione si risolve subito con un nulla di fatto, smorzando quel poco di tensione che finalmente si era venuta a creare.

Protagonisti di questa favola fantasy sono Chise - una ragazzina di sedici anni - e il mago Elias, sebbene siano tutti gli altri personaggi più o meno secondari a mandare avanti la storia.
La protagonista inizialmente è molto passiva, e bisogna attendere troppi episodi per riuscire a empatizzare un po’ con lei e vederla agire. Elias invece sembra avere una personalità piuttosto contorta ed enigmatica all’inizio, ma più semplicemente si rivela poi essere ancora un bambino per molti aspetti.
Come si può immaginare, con due caratteri così è difficile prevedere che tipo di relazione potrebbe svilupparsi, e difatti il tutto resta sempre e solo abbozzato (a tal proposito il titolo stesso della serie, per quanto visto finora, è un po’ fuorviante).
Anche i flashback non sono del tutto esaustivi per comprendere appieno le dinamiche, ma, trattandosi di un manga ancora in corso, do il beneficio del dubbio sulla possibilità che sia il manga stesso a non aver ancora svelato alcuni passaggi.
Sicuramente la storia ha del potenziale, ma personalmente ritengo che il ritmo della narrazione sia davvero troppo lento, tenendo poi conto che è etichettato come shounen; questo non significa che allora deve avere per forza un ritmo forsennato, ma più semplicemente intendo dire che avrebbero dovuto cercare di realizzare un miglior equilibrio tra avventura e slice of life. Sottolineo che, non avendo letto il manga, non so se attribuire questa mancanza alla sceneggiatura dell’anime o se invece un tale squilibrio sia proprio del manga, e dunque l’anime ne è soltanto una copia fedele.

Sulla “confezione” invece non c’è alcun appunto particolare, anzi! I paesaggi lasciano a bocca aperta, così come i colori che animano le scene; la prima opening e la prima ending sono di ottimo livello.

Tirando le somme: comparto tecnico eccellente, storia con buon potenziale ma narrazione al limite del soporifero e personaggi che non convincono; il risultato finale è discreto.
Voto: 7