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Otaku moderato

Episodi visti: 51/51 --- Voto 8,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Yoshiyuki Tomino, all'epoca della creazione delle serie di “Gundam” e di molti altri anime dalla tematica simile (come “Ideon” e “Dunbine”), era un regista molto apprezzato ma allo stesso tempo temuto per via delle sue scelte registiche, ovvero il narrare un conflitto con tutti i drammi che ne seguono, come la perdita di un parente o di un commilitone in modi molto atroci, o le atmosfere di calma apparente ma che mettono sempre lo spettatore su "chi va là?", o il mettere in luce negativa la figura delle donne, raffigurate come calcolatrici fredde e spietate assassine; ma il peggio era il costante decimarsi dell'intero cast di personaggi di entrambe le fazioni (inclusi i personaggi principali).
E con “Victory Gundam”, l'ultima sua opera ambientata nell’U.C., si assiste all'apoteosi definitiva della negatività di questo regista, che in seguito cambierà totalmente registro, proponendo, forse, il primo caso di anime che non deve ingannare dalle apparenze alla prima occhiata.

La serie è ambientata nell'U.C. 0153, e ancora una volta il vento della guerra soffierà. Nelle colonie di Side 2 entra in scena l'Impero Zanscare, che, guidato dalla Regina Maria Pia Armonia, dà il via a una progressiva conquista violenta delle altre colonie dello spazio, per poi scendere in campo contro la Terra, approfittando dell'indebolimento ormai precoce della federazione, con il team d'assalto BESPA guidato da Chronicle Asher.
Ad opporsi all'Impero vi è il team indipendente League Militarie; ben presto la guerra coinvolgerà la cittadina di Kasarelia, dove abitano i giovani Uso Ewin e la sua amica d'infanzia Shakti Kareen, che per una serie di circostanze finirà per finire ai comandi del nuovo Mobile Suit della League Militarie Gundam Victory, basato sui leggendari Gundam che misero fine a moltissime guerre tempo addietro. Ben presto i due ragazzi, tra le file della League Militarie, finiranno coinvolti in quella che verrà ricordata come la più crudele guerra che l'Universal Century abbia mai conosciuto.

Nonostante l’apparenza iniziale, ovvero giovani ai comandi di Mobile Suit molto semplici d'aspetto insieme a moltissimi personaggi femminili, faccia pensare che “Victory” sia una serie senza pretese, si cade in errore.
La serie è tra le più serie e spietate della saga, anche se in alcune puntate dei piccoli siparietti comici riescono a smorzare la tensione, con tutti i crismi delle precedenti serie, ovvero una guerra dove si uccide o si è uccisi, dove molti personaggi cadranno in modo umiliante, e dove i nemici vengono dipinti (salvo pochi) come amanti del massacro, con incluse scene di morte molto inquietanti, come nel drammatico e cruento caso della madre di Uso, come le esecuzioni mediante ghigliottina, o come la messa in luce delle figure femminili in modo negativo, come nel caso dei piloti femminili dello Shrike Team che vengono mostrate molto simpatiche per poi cadere una a una in modo poco elegante, o come le donne di Zanscare che vengono mostrate come amanti delle umiliazioni e del sangue (tranne Maria) e infine come traditrici pronte a voltare fazione perché affascinate dal commilitone nemico di turno o dal carisma della fazione, come nel caso di Katejina Loos, probabilmente una delle più odiate figure femminili mai viste in un anime.

In ambito grafico la serie è molto semplice, nonostante l'uso di scene molto drammatiche, in ambito di design i personaggi se la cavano, mentre per i mecha si arriva a uno stile molto semplice per l'aspetto; da notare la caratteristica dei Mobile Suit di Zanscare dagli occhi rossi d'insetto o di Mobile Armor dall'aspetto animalesco, fino ad arrivare a modelli molto pericolosi come il Gundam V2 e le sue bellissime ma letali "Ali di luce".
In ambito sonoro le OST si adattano alle atmosfere, complice l'uso di insert song verso la seconda metà della serie, e di opening ed ending molto energiche.

Ammetto che all'inizio ho avuto paura di vedere questa serie, ma alla fine mi sono fatto coraggio, quindi raccomando questa serie soltanto a un pubblico molto maturo. Ciononostante, “Victory” riesce a incarnare fedelmente lo spirito della saga del Mobile Suit Bianco con tutti i suoi crismi.


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AkiraSakura

Episodi visti: 51/51 --- Voto 7
"Non acquistate questi DVD, perché non si dovrebbero guardare!" - Yoshiyuki Tomino, rivolgendosi ai potenziali acquirenti dei DVD di "V Gundam".

"Se usato per connettere le persone, questo Mobile Suit potrebbe anche piacermi." - Shakti, rivolgendosi ad Uso.

"Victory Gundam" è a tutto diritto l'anime più sadico, triste e violento mai concepito da Yoshiyuki Tomino, il leggendario creatore di "Gundam" e "Ideon". Si tratta della trasposizione animata della suprema depressione e dello scazzo più totale nei confronti della vita, della donna e dello stesso "Gundam", reo di aver generato un merchandising sfrenato di gunpla, che, dai tempi "Z Gundam", rende l'autore insofferente e impossibilitato a sfogare la sua illimitata creatività in modo indipendente dalle pressioni dei produttori (all'epoca di "Victory" Tomino si era opposto alla fusione della Sunrise con Bandai, ma era stato ignorato e costretto a lavarore controvoglia). L'agognata libertà espressiva e la fine della depressione arriveranno solamente nella seconda metà degli anni '90, in cui l'autore partorirà i personalissimi e ottimisti "Turn A Gundam" e "Brain Powerd".

La trama di "Victory" è l'ennesimo riciclo svogliato dei cliché introdotti da "Gundam 0079" e "Z Gundam": La League Militaire/AUEG combatte contro l'impero spazionoide indipendentista di Zanscare/Zeon/Neo Zeon; Uso, il giovanissimo protagonista dell'anime (tredici anni), è un newtype che impara subito a pilotare il Gundam, diventando in breve tempo un fenomeno; non mancano inoltre tutte le brutte copie mal caratterizzate dei vari Char Aznable, Haman Karn (questa volta in versione malata di mente e sadica, che si diverte a mandare gli oppositori sulla ghigliottina), Fa/Frau Bow, Hayato Kobayashi e compagnia bella. Tomino copia sé stesso a malo modo introducendo nell'opera addirittura tòpoi mutuati da "Ideon", come la principessa della fazione avversaria che si mette dalla parte dei protagonisti, la coscienza collettiva che diventa un'arma di sterminio di massa (si pensi al cosiddetto "Angel Halo" che compare nelle ultime puntate della serie), il neonato cosmico. Allo stesso modo di "Ideon", "V Gundam" è una serie nichilista, drammatica e con un'alto tasso di mortalità dei protagonisti: scordatevi pure l'happy ending ruffiano che va tanto di moda ai giorni nostri, in quanto il finale chiude tutto nella mattanza, nella cattiveria, nella freddezza e nel fallimento totale del genere umano.

Nell'anime domina l'odio feroce dell'autore, all'epoca ontologicamente incazzato con la donna in generis (forse in seguito ad un due di picche ricevuto da Maria Kawamura), alla quale imputa la causa di tutte le vicende più spiacevoli che possano capitare all'uomo: tradimento, sadismo, negligenza, menefreghismo, egoismo personale, superficialità, frivolezza... Nessuna si salva, neanche Shakti, la giovane donna intesa come amica d'infanzia, la quale, con le sue scelte e azioni, causerà innumerevoli morti, disastri e tragedie di vario tipo. Il coronamento del maschilismo malato del regista depresso è quella memorabile scena "cult" in cui delle soldatesse in bikini vengono vaporizzate con la beam saber del Gundam, tanto per intenderci (!).
"Victory" è la fiera del complesso di Edipo, un anime in cui un bambino di tredici anni è attratto da donne più adulte perché ha avuto un rapporto travagliato con la madre e un rigetto totale della figura paterna; spesso la curiosità sessuale del protagonista darà sfogo al sadismo e alla perversione femminili: ad esempio, una ufficiale dell'impero sarà capace di ammanettare il povero Uso, spogliarlo, farci il bagno assieme NUDA tentando nel frattempo di strangolarlo e affogarlo con cattiveria. Il giovane ovviamente si salverà mordendo una delle mammelle del suo aggressore, e scappando via nudo a gambe levate (!).

Leggendo il paragrafo precedente, il lettore avrà intuito che "V Gundam" a tratti si fa beffe del fan gundamico medio, allo stesso modo del suo parente "ZZ Gundam" (altro "remake" svogliato di "Z Gundam" imposto a Tomino dalla produzione per vendere gunpla), altresì pieno di prese in giro e provocazioni più o meno velate (non posso non citare il Gundam con la testa di Zaku, tanto per dirne una). Tuttavia, "ZZ" era animato molto meglio, aveva un chara decisamente superiore e dava un finale completo a "Z Gundam", facendo pure ridere nella prima parte, che si potrebbe definire come la vera e propria versione gundamica del cazzaro e misconosciuto "L-Gaim". Ciò detto, in "Victory" anche le scene più ridicole hanno comunque un retrogusto tragico e amaro, il quale non stimola affatto ilarità, ma solamente tristezza a palate.

Se quindi "V Gundam" è una serie cliché deprimente, piena di morti e nella quale viene sviscerato in modo negativo il rapporto uomo-donna a tutti i livelli, si può ancora asserire che effettivamente sia un buon anime? Sì, a mio avviso. La regia è qualcosa di ricercatissimo, così come la bellezza della OST, che vanta di pezzi orchestrali drammatici e deprimenti in pieno stile "Evangelion", tra i quali spicca la canzone di Shakti, "Hinageshi no Tabi no mukou ni", l'insert song commovente per eccellenza, sopratutto quando viene proposta al momento della dipartita verso l'altro mondo dei personaggi più simpatici. Allo stesso modo di "ZZ", in "Victory" è presente un variegato numero di ambientazioni differenti, come ad esempio i freddi boschi di conifere, che contribuiscono ad accentuare il particolarissimo mood asettico della serie. Le animazioni e il design tuttavia non reggono assolutamente il confronto con "Z" e "ZZ", anche se l'anime migliora tecnicamente con il progredire delle puntate.

Personalmente, ho trovato i numerosi filler della serie imposti a Tomino dalla Bandai al fine di vendere giocattoli abbastanza noiosi: si tratta dei soliti combattimenti nello spazio iterati a oltranza per far sfilare i mecha, tra i quali sono presenti anche bizzarri robot insettiformi, oppure grossi serpenti meccanici - vorrei far notare che in antropologia il serpente è un simbolo spesso associato alla donna, si tratta di una coincidenza? -. Degno di menzione è il carismatico Gundam V2, le cui ali verranno riprese dall'Eva 01 nel film conclusivo di "Evangelion", allo stesso modo del marcatissimo complesso di Edipo del protagonista e di molte altre cose tipicamente tominiane, come difetti di comunicazione tra personaggi e nichilismo accompagnato da spiriti fluttuanti.

In conclusione, non consiglio affatto questo anime a tutti, ma solamente agli appassionati di "Gundam" e Tomino che vogliono vedere un mecha estremamente autoriale, depressivo e malato. La visione misogina e pessimista di "Victory" verrà comunque rinnegata dal suo autore con il successivo "Brain Powerd", che di fatto è un'analisi del rapporto uomo-donna in tutte le sue forme in chiave positiva e ottimista. Tuttavia, se la vostra fidanzata vi ha lasciato per un motivo futile, se la vostra amica d'infanzia è una completa imbecille, se pensate che la donna come politico faccia solamente danni, oppure se vostra mamma se ne sbatte altamente di voi pensando unicamente alla carriera lavorativa, questo anime potrebbe comunque darvi un sacco di soddisfazioni.


 4
God87

Episodi visti: 51/51 --- Voto 7
'Victory' è il primo Gundam il cui gradimento è subordinato non alla sua qualità effettiva, ma al fatto che si siano viste, o meno, le serie precedenti.
È il leggendario Gundam per bambini affidato a un Tomino nel momento più depresso e incazzato della sua vita, preambolo per combattimenti e situazioni surreali, mecha "giocattolosi" (tra mobile suit insettiformi che ricordano gli aura battler di Dunbine e mostruosità robotiche dalle sembianze di draghi, formiche, ecc.), e un protagonista giovanissimo da un lato, un sadismo immotivato dall'altro. L'occasione del regista per esprimere senza freni inibitori il suo odio viscerale e universale, all'epoca, per la donna, qui nelle molteplici vesti di fidanzata, madre, amica d'infanzia, combattente e figura di comando (politico e militare), portatrice dei più deprecabili vizi che avranno terribili ripercussioni: frivolezza, tradimento, voltafaccia, gelosia, insensibilità, ingenuità, idealismo imbecille - il piano della regina di Zanscare del creare una società improntata sulla figura materna della donna. La serie è una disamina improntata sul disgusto, che verrà miracolosamente smentita anni dopo in "Brain Powerd" dove, con una nuova analisi, la femmina sarà riabilitata.

Per quanto ingenua e, a suo modo, immatura, quella dell'analisi comportamentale della donna è stata un'idea originale, e, bambini o meno, Tomino ha modo di esprimerla attraverso tutta la cattiveria sopita fino a quel momento: non a caso 'Victory' rappresenterà l'apice della sua crisi depressiva e, dopo di essa, ritroverà pace con il mondo cambiando completamente le atmosfere dei suoi nuovi lavori. In quest'occasione, però, gli infanti dell'epoca avranno avuto gli incubi: la serie è così sfacciatamente infame che la morte violenta di personaggi simpatici, lungo il suo dipanarsi, è pura routine. L'occasione di far affezionare lo spettatore ai vari comprimari, salvo ucciderli orribilmente nell'arco di pochi episodi solo per mortificare - non ha eguali la facilità con cui l'esercito Zanscare massacra chiunque gli stia minimamente antipatico, siano anche suoi soldati.

Chiaro che, con le sue finalità truci e vendicative e con l'imposizione Sunrise di fare una serie per bambini, a Tomino non interessasse raccontare chissà che storia o parlarci di chissà quali protagonisti: tutto è un riciclaggio senza fantasia degli stereotipi "gundamici" assimilati fino a quel momento, quindi ancora spazionoidi indipendentisti, newtype e cloni di Char, Haman, Sayla e Kai (addirittura il generale Revil!), senza contare una masnada di idee provenienti da F91 e addirittura da 'Ideon' (la figura del neonato Karlmann). Nel suo apparente scazzo Tomino dimentica così di dare una caratterizzazione forte agli eroi, che rimangono funzionali alla vicenda senza mai bucare lo schermo, e ribadisce fino allo spasmo, addirittura in 51 episodi, tutti i topoi classici della saga, tra storie d'amore appena sbocciate che finiscono in tragedia, armi segrete dei cattivi, cambio del Gundam protagonista a metà serie e una forte umanizzazione dei nemici che porta spesso, per non dire sempre, a esiti tragici, alla lunga stucchevoli. Questo per l'assoluta prevedibilità delle morti che, siano di comprimari o di villain "umani", sono sempre preannunciate da un maggior approfondimento di quel determinato personaggio a inizio puntata, unico momento in cui trova un minimo di profondità, in mezzo allo spropositato numero di schermaglie su cui si basa la serie, per provare a commuovere nel momento della sua dipartita.

Nulla di stimolante per i fan di vecchia data, ma paradossalmente, per quanto sia una serie inutile che non aggiunge niente, 'Victory' è tra i lavori più autoriali di Tomino.
Non si può infatti negare la "stilosità" della sceneggiatura: tutto già visto, ma scritto benissimo e, per metà serie, coinvolgente. Prima della consueta seconda parte basata su scontri spaziali ripetuti 'ad nauseam', la serie trova insperato carisma nel variegato numero di suggestive ambientazioni teatro delle battaglie (villaggi di montagna, acquedotti, catene montuose, una pittoresca base di lancio missilistica, ecc.), nelle atmosfere tese, nell'intrigante struttura a flashback dei primissimi episodi, che buttano di peso lo spettatore dentro la storia senza alcun preambolo salvo poi ricapitolare nelle puntate successive. Sopratutto, la resa degli scontri più duri e/o apocalittici è sublime, con una regia e un senso del pathos di alto livello. Scema tutto nella seconda parte trascinandosi stancamente fino alla fine, ma ecco tornare la luce nello scontro finale: trucido come ci si attende, ma reso in un modo magnificente, con insert song commoventi, sofferte dipartite e un triste epilogo capace di ripetere, sembrava impossibile, le atmosfere liriche e strazianti di 'Be Invoked', assurgendo forse a più intensa conclusione mai filmata da Tomino.

Controverso è il chara di Osaka, di una semplicità imbarazzante e inguardabile nei primi momenti, via via più apprezzabile e particolareggiato con l'avanzare della serie. Stessa cosa per il mecha: il primo modello di Victory Gundam, nella sua forma "facilotta" e priva di fierezza è quasi osceno, ma i nuovi modelli che appariranno saranno sempre più massicci. Notevoli invece sono le drammatiche tracce sonore, mentre deludenti sono le animazioni, con un medio budget che sembra assurdo pensando alla "sboroneria" tecnica di tutte le produzioni precedenti.

Alla fine trovo difficile stabilire a chi rivolgere le considerazioni finali: in linea teorica chiunque s'è già sciroppato buona parte delle serie precedenti non troverà elementi di interesse in 'Victory Gundam', tant'è che Tomino stesso non ci ha pensato due volte, come nel caso di ZZ, a disconoscerlo. Victory però, dopo l'insuccesso del precedente F91, pur in effettiva continuity, è stato anch'esso concepito come reboot per avvicinare nuove generazioni al marchio, e a questo tipo di pubblico potrebbe piacere, e anche molto. Da qui la difficoltà ad affibbiare un voto, che sarà la sintesi tra il valore effettivo dell'opera e quello di chi s'è già visto una qualsiasi serie precedente. Rimane da sé che Sunrise stessa si rese conto che era era tempo di rinnovarsi per evitare il pericolo di ulteriori fotocopie, ed è con questa mentalità che l'anno dopo uscirà 'G Gundam' e 'Victory' rimarrà l'ultima serie tv, ad oggi, ambientata nell'era spaziale.


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Elam

Episodi visti: 51/51 --- Voto 6
Non so che pensare di questa serie di Gundam, sicuramente se ne poteva fare a meno, ho fatto fatica ad arrivare all'ultimo episodio e non basta la tragicità o mattanza di alcuni episodi per alzare il voto, anche perché non sono la mattanza o le morti a fare la differenza in un anime.

Alcuni episodi sono scorrevoli e pieni di pathos, altri contengono elementi assurdi come le guerriere in bikini, in tale tenuta succinta per distrarre il giovane pilota del Gundam e sconfiggerlo (ma sono pazzi!).
Il problema principale sta nella trama, si fa veramente fatica a seguire i continui ribaltamenti di fronte di alcuni personaggi e le motivazioni che stanno a ragione di certe scelte, allo stesso tempo si nota una gran confusione e gli antagonisti cambiano spesso, tranne la brutta copia di Char, che rimane fino all'ultimo episodio.
Nell'insieme si ha un generale senso di smarrimento in cui non si capisce la situazione del fronte bellico, chi e quanti siano gli alleati, da dove salta fuori la federazione, di quali mezzi dispone, chi è il vero nemico (la regina? Il suo consigliere? La brutta copia di Char?) e perché introducano elementi, come la ghigliottina, che sembrerebbero importanti per poi abbandonarli di punto in bianco da un certo momento in poi. E pensare che per un bel pò di episodi ero riuscito anche a farmelo piacere (con riserva tralasciando le bambinate...).

In mezzo a tutto questo caos si salva ben poco, il V2 e le sue mortali ali, mentre boccio il giovanissimo protagonista, Uso, e con il suo harem e la brutta copia di Char, ovvero Chronicle.
Consiglio la visione solo ai fans di Gundam che vogliono vedere tutte le sue serie. Do come voto 6 solo perché ho paura di essere stato troppo severo nel giudizio.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 51/51 --- Voto 8
La serie è decisamente bella e (tanto per cambiare) ha una genesi piuttosto unica.
Victory è stato uno dei tanti tentativi di restart della saga che però non è riuscito nell'intento (come tutte le serie anni '90 di Gundam).
A Tomino era stato richiesta una serie "alla ZZ" con dei protagonisti giovanissimi ed un sacco di mecha trasformabili. Detto fatto...
I Gundam (in particolare i V1 assolutamente prodotti in serie come se fossero dei GM) si smontano, rimontano, svolazzano, tirano calci proprio come i tanto amati robottoni anni '80 e il protagonista Uso è il più giovane tra i protagonisti di tutte le serie TV (appena 13 anni).
Da ZZ vengono riprese alcune strane atmosfere un po' folli e "giocattolose" ma la trama in se' è qualcosa di micidiale in quanto a crudezza. Premetto questo per dare un'inquadratura generale alla serie.
Veniamo alle opinioni:

Parlerò prima delle cose che NON mi sono piaciute:
1) Da un punto di vista tecnico (disegno, animazioni) ho notato un certo scadimento rispetto ai precedenti Z e ZZ...si ha l'impressione di avere a che fare più con una serie del decennio precedente che ad una serie degli anni'90.
2) Il mecha in generale è maledettamente "robottone" e putroppo non mi ci sono abituato durante tutti i 51 eps. Il Gundam V2 ad ogni modo è davvero bello (ne riparlerò nelle cose che mi sono piaciute).
3) Ci sono stati alcuni episodi del tutto inutili (ma questo in Gundam capita quasi sempre) come quello della "Tigre dello spazio".
4) Come in ZZ si hanno delle stranissime prese di posizione dei nemici (quella in cui Uso deve massacrare delle bellissime guerriere in attillatissimi bikini mi ha lasciato alquanto perplesso).
5) Alcuni personaggi (importanti tra l'altro) non li ho proprio capiti a fondo (Katejina e Chronicle per esempio) fanno un po' come Raww in Seed...molto interessanti fino a 3/4 poi scadono nel solito "pazzo con manie di distruzione"...

Parlo ora delle cose che mi sono piaciute:
1) La trama in genere e soprattutto il finale: WOW!!
Prima di tutto è davvero corale e ben orchestrato (un po' alla End of Eva ma più chiaro e comprensibile!).
Inoltre ha una cosa che secondo me vale da sola ad alzare la valutazione globale di una serie, ovvero un epilogo in cui si vede cosa fanno i sopravvissuti (non troppi per la verità) dopo la megabattaglia finale. Non tutte le serie di Gundam hanno un "epilogo" vero e proprio e secondo me è un peccato. V (con Turn A) forse è la migliore serie TV in questo senso.

2) Il V2 e le sue ali di luce...magnifiche! Sono state poi riprese clamorosamente dal Wing Zero Custom di Endless Waltz e secondo me anche dall'EVA 01 alla fine di EOE. Splendide e micidiali!

3) Haro! Non più una macchietta per sdrammatizzare delle sequenze troppo drammatiche ma un vero e proprio protagonista! Haro in V ha lo stesso ruolo che C1P8 (R2D2 per gli anglofili) ha in Guerre Stellari (co-pilota il Fighter con Uso, proietta ologrammi, è senziente ed autonomo ed alla fine culmina, udite udite, con il pilotare egli stesso il V2!!).

4) L'incredibile sviluppo del personaggio di Uso, da bambino a ragazzo adulto sotto tutti i punti di vista! La crescita dei protagonisti in Gundam è una costante presente in tutte le serie TV (tranne che, forse, in Wing dove i protagonisti erano già stati "plagiati" ad essere macchine da guerra prima dell'inizio della serie e lo rimangono fino alla fine). Tutti sono cresciuti: Amuro, Camille, Judau e via via fino a Kira. Ma Uso cresce da bambino a ragazzo anche nella sua sessualità. Il rapporto Uomo-Donna è infatti esplorato a fondo a tutti livelli come mai mi era capitato di vedere. La massiccia presenza femminile di donne in V tra i personaggi aiuta molto in questo senso. Uso ha spessisimo la faccia immersa nel seno di qualche bella ragazza più grande di lui. E'la più chiara e palese rappresentazione di complesso edipico che io abbia mai visto in un anime. Curiosamente il rapporto più distaccato, Uso lo ha proprio con i suoi genitori entrambi presenti durante la trama.

5) L'incredibile senso di "morte incombente" che pervade tutto lo svolgimento. Volete vedere decapitzioni alla Lady Oscar? Guardate Victory!
Volete vedere che effetto hanno le Beam Sabre usate direttamente sugli esseri umani? Guardate Victory!
Volete vedere migliaia di esseri umani trattati come amplificatori psionici chiusi in sarcofagi batterie alla Matrix che muoiono come carne da macello spiaccicata sui vetri delle astronavi? Guardate Victory!
I più grandicelli di voi che ricordano le cupe e tragiche atmosfere di Zambot 3 avranno dei clamorosi Deja Vu guardando Victory Gundam.

Insomma un'ottima serie che merita davvero di essere vista. Non è a livello di Z o Seed (IMHO) ma è cmq notevole.