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menelito

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Lacrima mia portami via... ho avuto i lucciconi in diverse scene.
Tutto subito pare una roba abbastanza all'acqua di rose, non essendoci alcuna scena splatter, ma presto si rivela abbastanza duro per diversi aspetti, sul piano emotivo e sociale (ad esempio, le ansie date dalla ricerca dei propri cari e la folla noncurante dei bambini).
Nonostante qualche cliché delle serie drammatiche, i personaggi sono scritti discretamente e si riesce ad empatizzare praticamente con tutti. E il colpo di scena non manca.

Disegni così così, soprattutto i volti erano un po' inespressivi a mio parere. In particolare, c'era qualcosa di sbagliato nel rossetto sul volto di Mari, in diverse scene sembrava che gliel'avesse messo un gorilla, con bordi abbastanza brutti; musiche senza infamia e senza lode.

In fin dei conti, nonostante un paio di cosette fuori posto, è stata una visione piuttosto gradevole e lo consiglio caldamente.


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Littleman

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Generale: in questo anime si assiste alla maturazione di un'adolescente che ha problemi nel trovare il proprio posto al mondo. Questa maturazione avverrà in una situazione piuttosto tragica ma che porterà allo scoperto molte cose non dette. Non posso dire altro per non fare spoiler, ma io l'ho trovata un po' forzata.

Animazione: fatta bene, capibile, pulita e con disegni semplici ma carini.

Conclusione: un anime leggero, carino ma non tanto drammatico quanto ci si aspetterebbe. Può comunque tenere piacevolmente compagnia e lo sviluppo dei legami tra personaggi può suscitare interesse nello spettatore o spettatrice.


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alex di gemini

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Un anime iper-realistico descrivente un terremoto catastrofico nel centro di Tokyo?
Decisamente una premessa interessante, ma quanto la promessa sia stata mantenuta risulta piuttosto difficile da valutare, dato che molti elementi sono lasciati alla discrezionalità dello spettatore.

Ma andiamo con ordine. E' la storia di una ragazzina di undici/dodici anni che, a dispetto dell'età, è già piena d'apatia e d'odio verso il mondo, d'insofferenza verso i genitori che la trascurano e che vorrebbe che il mondo scomparisse... non male per una che ha finito la prima media. Figuratevi il suo entusiasmo quando le tocca accompagnare il fratellino, che va ancora alle elementari, a una mostra di robot ad Odaiba. Nel corso della mostra, però, la città viene devastata da un terribile terremoto, e per i due inizia un difficilissimo viaggio di ritorno in mezzo alla città devastata. Ci si aspetterebbe una versione 2.0 di "Una tomba per le lucciole", invece i due troveranno un angelo custode in Mari, giovane donna che, non ancora trentenne, è madre di una bambina di quattro ed è pure vedova. Manco a dirlo, si impegnerà a scortare i nostri fino a casa loro.

Tutto sembra molto semplice e istruttivo, dato il realismo con cui l'anime è stato fatto, ma troppo è lasciato al gusto dello spettatore. In primis, Tokyo non sarà descritta a 360 gradi, ma ci si limiterà solo al viaggio dei nostri: certo, si può ribattere che undici episodi siano pochi per un trattato sui terremoti, l'evento più imprevedibile che esista, come ci insegnano le tristi vicende di Raffaele Bendandi.
Poi la maturazione della ragazzina sarà tale da sembrare incredibile, neanche avesse fatto chissà quante sedute di psicoterapia. Così come la gente che affronta la disgrazia, le privazioni e tutto con una serenità da monaci buddisti. Certo, non mancheranno scene adrenaliniche, tanto che anch'io mi sono spaventato, e non nego che il troppo avrebbe stroppiato. E, poi, vedere dei bambini che al momento giusto dispongono di forza, agilità e fortuna sfacciata degne di James Bond... Il tutto con la rivelazione da incubo che, in fondo, un terremoto sia sempre adrenalinico, poiché, con le scosse d'assestamento, ogni edificio può cadere in un secondo. Per non parlare del tema della perdita di un figlio, descritto con toni che a molti sembrano realistici, ad altri lacrimogeni. O del ritmo, a detta di molti troppo lento.
La grafica, poi, specialmente nel character design, si rivela non scarsa, ma nemmeno eccelsa. Le sigle presentano un'opening mediocre, e un'ending troppo allegra che, personalmente, non trovavo rilassante, ma solo irritante. La regia è buona, le musiche scarse. Anche la morale finale, sul fatto che la vita, comunque, vada sempre avanti, può suonare non dico sbagliata, ma un po' troppo affrettata.

In definitiva, una serie difficile da valutare, che promette molto, ma non mantiene abbastanza, e solo il singolo spettatore potrà decidere come valutare. Personalmente un sette lo posso dare, ma non di più.


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Ataru Moroboshii

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
"Tokyo Magnitude 8.0" è un anime incentrato sul realismo, ottenuto tramite delle simulazioni, che tenta di raccontare come sarebbe un terremoto con epicentro proprio a Tokyo e con una magnitudo che si pensava abbastanza grave di 8.0. Nell'opera sono presenti crolli e danneggiamenti alle strutture realistici, nonché side effect come gli incendi. Purtroppo è stato surclassato dal vero terremoto del 2011, dove la realtà si è rivelata più catastrofica della finzione. L'anime del 2009 tenta comunque di non esagerare con il catastrofismo, il suo intento non è quello di fare un disaster movie alla Roland Emmerich.

La protagonista delle vicende è una ragazzina di nome Mirai che, sorpresa dal terremoto lontano da casa con il fratellino Yuki, attraversa la città lesionata per ritornare a casa. Con loro c'è una donna adulta conosciuta durante il terremoto: lei è Mari, abita in un quartiere vicino al loro, e decide di condividere con i due fratelli il percorso fino a casa. I primi episodi sono incentrati sull'interessantissima gestione post-terremoto da parte della città e sulla caratterizzazione dei tre, soprattutto della protagonista Mirai, che, da ragazzina fastidiosa e infastidita, per colpa del sisma dovrà rivalutare in positivo tutto ciò che aveva e di cui si lamentava. La storia, per quanto interessante, al passare delle giornate comincia a perdere però di mordente, ed è a questo punto che la scrittrice dimostra tutta la sua bravura, spostando gradualmente ma inesorabilmente il focus dal terremoto a un altro tema, rivelando quali fossero le sue intenzioni.

L'anime non ha però solo lati positivi: la gestione delle relazioni familiari e l'ansia dei protagonisti per i propri familiari viene gestita in modo furbetto e marcatamente melodrammatico. Pur essendo questo uno dei perni dell'opera, credo che, specie verso il finale, si sarebbe potuto gestire la cosa in modo più veloce e senza così tante scene dagli intenti commoventi, forzatamente infilate negli episodi.
Ho trovato a tratti fastidiosi anche certi dialoghi ridondanti, specie fra i due fratelli, che continuano a rassicurarsi ossessivamente sulla certezza dell'incolumità dei propri genitori e della famiglia di Mari. Piacevole invece l'intervento di alcuni personaggi secondari durante il sisma, tranne per quanto riguarda il nerd dei robot, quello in cui appare è l'episodio più basso della serie.

Dal lato tecnico è un film senza infamia e senza lode, con grande attenzione verso i disegni delle strutture urbane e con una regia che fa il suo lavoro; il chara design lo trovo un po' troppo semplice, ma sono pronto a giustificare la cosa data l'età del prodotto.

"Tokyo Magnitude 8.0" è un anime abbastanza atipico e sicuramente interessante per quasi tutti; potrebbe invece non essere pane per i denti di chi ha problemi con gli anime che avanzano lentamente, e con i fan dei disaster movie americani. Nonostante il tema e le locandine, non è decisamente quello il tipo di opera. Per me il voto è 8, casualmente come la magnitudo.


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DarkSoulRead

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5,5
“La storia originale è stata scritta dopo numerose simulazioni volte ad ottenere il massimo del realismo.” Con queste premesse mi aspettavo un’opera non diversa, ma proprio diametralmente opposta rispetto a quella che mi sono ritrovato a visionare. E, viste anche le sciagure sismiche che ultimamente si sono abbattute sul Bel Paese, auspicavo di impressionarmi, almeno un minimo. Invece no. “Tokyo Magnitude 8.0” è tutto fuorché un prodotto realistico, e spacciarlo per tale è stato il primo artificio degli autori. Ma procediamo con ordine.

I protagonisti della storia sono due bambini di nome Mirai e Yuki; Mirai è la classica ragazzina con perennemente le sue cose, terribilmente odiosa a causa (come no) del rapporto conflittuale con i suoi genitori; suo fratello minore Yuki invece è un adorabile e allegro bambino con il sorriso sempre stampato in faccia (stessi genitori).
Nel caotico e vorticoso flusso del cataclisma i due bambini incontreranno Mari, una motociclista vedova che ha lasciato la figlia con la nonna a dormire forse sotto chilometri di macerie, o forse no; comunque nel dubbio si improvvisa genitrice di due mocciosi sconosciuti, d’altronde per pensare alla figlia c’è tempo fino alla prossima scossa, e, dato che non esiste genitrice senza figlio incauto che la preoccupi, e una figlia e una madre probabilmente seppellite sotto ettari di frantumi non instillano troppe preoccupazioni in Mari, Mirai, da brava figlioccia acquisita, si mette a saltare come può su travi di edifici pericolanti destreggiandosi a mo’ di Lara Croft, e lì sì che Mari si preoccupa. Realismo dicevamo? Yuki resta un po’ sulle sue senza dimenticarsi di infilarsi in ogni struttura vacillante che gli si presenta, giusto per dare anche lui qualche preoccupazione a Mari (non a Mirai, lei non si preoccuperebbe, dato che ha un rapporto conflittuale con i genitori).
Il festival dello stereotipo.

Quello a cui ci prestiamo ad assistere su schermo è il terremoto che ha mietuto più vittime della storia del Giappone a detta dei personaggi, con tanto di riferimenti storici e numeri alla mano. Anche qui sarebbe lecito aspettarsi, quindi, di vedere una Tokyo flagellata, un’ecatombe umana che non si sa bene per quale motivo gli autori decidono di risparmiarci; preferendo spostare il focus su Mirai, che si fa prendere a calci da una folla di inferociti sfollati, una situazione tra le altre cose difficilmente prospettabile (non mi sembra così credibile che degli adulti, seppur sconvolti dall’aver perso tutto, prendano a calci e spintoni una bambina indifesa così tanto per); o ancora su Kento Monomiya, fanatico dei robot e idolo di Yuki (personaggio tra le altre cose brutalmente accantonato dopo a malapena due episodi), che improvvisa un salvataggio da vigile del fuoco brevettato, per soccorrere un prototipo di robot incastonato nelle macerie di un fatiscente palazzo. Inutile a dirsi che i tre, pur ripetendosi come un mantra di restare sempre uniti, finiranno più volte col perdersi e ritrovarsi, perdersi ancora e ritrovarsi di nuovo, puntualmente minacciati dalle neanche troppo temibili scosse di assestamento. Questo è a grandi linee ciò che vedremo negli undici episodi.

In questa brodaglia di cliché però vi è anche una gran trovata, e all’idea vanno indubbiamente dati i giusti meriti, anche se per certi versi poteva essere resa meglio. Facciamo un passo indietro.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

Ad un certo punto, in seguito a una febbre probabilmente derivata da un’infezione, Yuki cade a terra tramortito con la faccia volta al suolo. Il bambino viene portato via da un’ambulanza, e la disturbante immagine di lui con il volto coperto da un telo (proprio come fosse morto) ha generato sgomento e stupore in ogni spettatore. Salvo poi scoprire fosse tutto un sogno di quella simpaticona di Mirai. Ma, proprio quando l’opera sembra cadere in un abisso di moralismi e luoghi comuni, riesce a fuoriuscire dagli standard mostrando il meglio di sé.
“Sorellina, cosa faresti se io morissi?”
Già, Yuki è morto, e ovviamente Mirai non l’ha accettato; lo spettatore, che per un certo punto vedrà solo dalla prospettiva di Mirai, crede la morte del bambino soltanto un incubo, perché è così che inconsciamente la ragazzina tenta di metabolizzare il fatto. Da quel momento in poi lo Yuki che vedremo sarà soltanto una triste proiezione di Mirai. Veramente una bella idea, non originalissima, comunque facente parte del filone post “Two Sisters” (l’idea di base resta quella), ma sicuramente fa guadagnare diversi crediti a un’opera altrimenti appena mediocre. Non serviva sul finale quella caterva di fotogrammi in cui viene spiattellata Mirai che parla da sola (bastava mezza scena per far capire che il suo adorato fratellino non c’è più), e gli ultimi due episodi non fanno altro che sbatterci in faccia l’eroismo, la bontà e la misericordia del piccolo Yuki, per intensificare la drammaticità del lutto.

Fine paragrafo contenente spoiler

Appunto anche alla traduzione italiana: niente amenità, sia chiaro, ma diverse imprecisioni ed errori di sufficienza mi hanno lasciato perplesso. Nella norma l’apparato tecnico, da segnalare personaggi un tantino statici e un accompagnamento sonoro non sempre orecchiabile, ma per il resto nulla di particolarmente fastidioso.

A livello interpretativo c’è poco da aggiungere al detto “Il valore di quello che hai lo capisci quando lo hai perso”, e seppur di semplice interpretazione il messaggio è quantomeno educativo. Quest’opera è ahimè dozzinale per gran parte della sua durata, e la “furbata” finale, anche se riuscita, non basta a farle raggiungere la sufficienza piena. Il ritmo blando con cui avanza la trama (Mari ogni tre episodi si ricorda di fare un passo verso casa) e i dialoghi non proprio tarantiniani, mi hanno fatto venire voglia più volte di interrompere la serie, e, se non fossero stati solamente undici episodi, probabilmente l’avrei ‘droppata’; meno male che ho proseguito la visione, dato che le ultime due puntate sono l’unico motivo per cui valga veramente la pena fruire di questo prodotto.

In finale definirei “Tokyo Magnitude 8.0” un’opera sopravvalutata ma comunque meritevole di essere visionata, capace di commuovere al di fuori della sua ordinarietà. Quindi vedetela, a meno che non abbiate rapporti conflittuali con i vostri genitori.


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ivan180378

Episodi visti: 11/11 --- Voto 3,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

La trama di questo anime è semplice: un terremoto devastante colpisce Tokyo, facendo crollare palazzi e uccidendo numerosi Giapponesi (si parla di circa 180.000 morti più tantissimi feriti). Un terremoto potentissimo, dicevo, le cui scosse di assestamento si ripeteranno con forte intensità anche nel corso delle undici puntate.
Protagonisti della storia sono due fratellini piccoli (un maschio di circa sette-otto anni e una femmina che frequenta la prima media, quindi circa undici-dodici anni) e una donna adulta. La donna adulta conoscerà questi due fratellini proprio a causa del terremoto, e cercherà di aiutarli a tornare a casa.
Quindi le undici puntate saranno incentrate su questo potente terremoto, sulle sue scosse di assestamento successive con relative conseguenze e sul viaggio intrapreso da queste tre persone per tornare verso le loro case.

Da quanto ho scritto finora, vi aspettereste un anime profondamente drammatico, sul genere tragedia, molto similare all'opera d'arte "Una tomba per le lucciole", ma anche con maggiore sofferenza, dolore, pianti, tragicità. Immaginatevi la situazione: una ecatombe di morti e feriti (verso metà anime si parla di almeno 180.000 morti più centinaia di migliaia di feriti, palazzi che crollano, strade distrutte e impraticabili, continue scosse di assestamento che continuano a distruggere e macinare morti...). Una vera e propria apocalisse... invece: nulla di tutto questo! Ovvero, si parla di morti e feriti, si vedono i crolli, ma tutto viene passato in maniera molto glissata, quasi fosse un contorno irrilevante. A far invece da corpo all'anime è il buonismo, la dolcezza mielosa, i gran sorrisoni, un bambino piccolo che sembra uscito da una pubblicità di merendine, gente quasi apatica, di una tranquillità tibetana, come se in fondo fosse successo ben poco. Tutto questo miele, questa dolcezza, questo ridere e scherzare dei protagonisti, condito da un'atmosfera zuccherosa come se si trattasse del cartone animato "Pollyanna", a cui si aggiunge una lentezza appisolante, rendono pesante la visione, e si cede già dopo due-quattro episodi. Ma sono voluto arrivare oltre.

Ebbene, se la lentezza, la storia mielosa vi hanno fatto venire il diabete nei primi episodi, dopo è peggio. Alla morte di Yuki, mi sembra verso l'ottavo episodio, la lentezza si fa esasperata, e il resto dell'anime resta tutto incentrato su quanto era bello, bravo e buono questo bambino. Si cerca di creare commozione, ma si ottiene invece solo una forte antipatia. A chi guarda questo anime non importa più di tanto di una morte di un personaggio conosciuto appena in quattro-cinque episodi. Capisco il dolore della famiglia e della sorella, ma chi guarda non è che deve sorbirselo per quattro episodi finali, no? Tra l'altro sempre con zucchero, miele, sorrisoni, e un modo di parlare da bambinelli viziati con il doppio cognome. Gli autori imparassero da anime come "Gantz", "L'attacco dei giganti" e altri, dove la drammaticità è ben rappresentata e trasmessa a chi guarda. Qui invece, se non fosse per il titolo, si penserebbe che si parli di un piccolo incidente stradale in provincia.

Infine, nulla da segnalare di merito né sull'animazione né sul character design, dove siamo nella media. Di musiche da ricordare non ve ne è ombra.

In sintesi, è un prodotto che non promette quanto il titolo fa pensare. Annoia. La visione è fastidiosa e pesante. Troppo miele, troppa lentezza, nulla a che vedere con un terremoto apocalittico.
Visione sconsigliata anche ai più appassionati.


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Otaku moderato

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Spesso viene da chiedersi perché guardiamo opere d’animazione; magari perché è un passatempo, un hobby o addirittura un metodo per isolarsi dalla realtà che oggigiorno diventa sempre più pesante e triste, dove ogni volta ti ritrovi sempre a sentire notizie di omicidi, incidenti, caos politici o altro. Ma noi viviamo in questa realtà, e ogni tanto bisogna staccare la spina dai nostri passatempi, specialmente quando si viene a sapere delle notizie che possono coinvolgere molti: i disastri naturali. Quelli come temporali, alluvioni, tsunami, uragani ecc. bene o male si riesce a prevederli, ma purtroppo ce n’è uno ancora tutt’oggi imprevedibile, il terremoto.
Episodi come quello che tuttora affligge Amatrice, episodi come il disastro sismico in Giappone o il terremoto dell’Aquila fanno incollare chiunque alla realtà, con continui aggiornamenti sui disastri, vittime, scosse d’assestamento o le storie di persone che hanno perso molto, o tutto, dalle case agli oggetti personali, per cui bene o male ci si può fare qualcosa; ma, quando si perdono i propri cari, difficilmente si può andare avanti, ed è a quel punto che entra in azione il sentimento della solidarietà e dell’aiuto nei confronti del prossimo, come se fosse il mettere alla prova l’umanità rimasta sopita in ciascuno di noi, e chiunque nel suo piccolo vorrebbe fare qualcosa.
Dal momento che anche blog e forum di anime/manga o affini staccano la spina in favore della solidarietà nei confronti di queste vittime della natura, ho deciso di ricominciare la mia visione proprio con l’anime di cui ora scrivo la recensione: signore e signori, “Tokyo Magnitude 8.0”.

Come dice il titolo, la serie mostra la capitale del Giappone palcoscenico di un terrificante terremoto di magnitudo 8.0, che in breve tempo rende la capitale praticamente irriconoscibile, complici i danni aggiuntivi delle scosse d’assestamento, provocando il crollo di svariati edifici, Tokyo Tower compresa.
E in questo scenario si muoveranno i protagonisti, i fratelli Osonawa Mirai e Yuki (rispettivamente sorella maggiore e fratello minore), e la motociclista Mari Kusanabe, vedova madre di una figlia di quattro anni, che aiuterà i due fratelli, conosciuti per caso a Odaiba mentre erano a una mostra di robotica (passione di Yuki) dove il sisma è cominciato, nel loro viaggio verso casa, dal momento che casa sua coincide con la meta del tragitto.
Essendo la serie ambientata in una situazione da terremotati, si può avere un punto di vista della realtà che un sisma comporta, da persone che perdono la casa, o un parente, al fatto che vi sono persone che in preda al panico non si curano degli altri, o di persone che invece riescono a dare una mano a chi è in difficoltà mediante volontariato. Si vedranno inoltre i vari provvedimenti dopo un sisma, da tendopoli o parchi trasformati in pseudo-camping a edifici pubblici che fanno da rifugio, con tanto di stanze trasformate in camere mortuarie, ospedali improvvisati all’aperto ecc.
Ma questo viaggio non è solo fisico per i tre protagonisti, ma è anche un viaggio di maturazione, comprensione e conoscenze: conosceremo persone che, nonostante i danni psicologici del sisma, continuano a tenere duro per andare avanti, raccontando di fatto le loro storie, ma in particolare ci si concentrerà sulla maturazione di Mirai, che all’inizio della serie mostra un carattere chiuso e apatico, poco incline alla sua età, in cui si comincia a guardare al futuro, mentre suo fratello Yuki è l’esatto contrario, ovvero gioviale e solare. Nel corso di questo viaggio, Mirai, con le esperienze con cui entrerà in contatto, come temere per l’incolumità di suo fratello, e delle sue amiche compagne di scuola e dei suoi genitori, comincerà man mano ad aprirsi, cercando quando può di essere fonte di sostegno per Yuki, anche se alla fine sarà il contrario, perché sarà Yuki a ricoprire tale ruolo nei confronti di sua sorella; anche Mari avrà il suo ruolo, dal momento che, nonostante la preoccupazione per sua figlia e sua madre, riuscirà a mostrare il suo carattere tenace per i due fratelli, anche se in alcune occasioni i crolli non mancheranno.

Poco da dire sul comparto grafico, che è a livelli buoni, complice l’uso della CGI per le animazioni del crollo degli edifici, o gli elementi di sfondo, anche se l’uso per le persone sullo sfondo stona un po’, e su quello sonoro, con ottimi doppiaggi (ho visto sia giapponese che italiano con eccellenti interpretazioni), e musiche che alternano i momenti di panico con quelli di calma, fino a momenti in cui verranno versate lacrime a fiumi; proprio queste scene riescono a dare un ottimo colpo sull’impatto emotivo, quando non si vorrà fare a meno di fare in modo (come nel mio caso) di essere soli a guardare, specialmente nelle ultime puntate, complice un incredibile colpo di scena che darà alla serie un tocco di misticismo.

E’ per via dell’episodio di Amatrice (a loro auguro in bocca al lupo e spero che finisca presto) che ho deciso di vedere l’esperienza che “Tokyo Magnitude 8.0” mi ha potuto offrire, se fossi stato anch’io un terremotato come i protagonisti, permettendo di vedere tutte le sfaccettature che un tale avvenimento potrebbe provocare (e non a caso all’inizio di ogni puntata viene sottolineato che quest’opera ha sulle spalle studi e simulazioni di un eventuale terremoto, quindi non vi è il pericolo dell’artificiosità), riuscendo a offrire un impatto emotivo molto eccellete con i drammi delle perdite e la gioia di un ricongiungimento, unito poi all’esperienza acquisita per poter andare avanti nella vita.

Kanra

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Kanra

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Sono approdata a questo anime non so per quali vie, ma il tema mi interessava e mi sono cimentata nella visione. Innanzitutto è stato sorprendente vedere come un anime possa rendere in maniera tanto accurata una realtà dura e sconvolgente quale il terremoto, e soprattutto un terremoto di magnitudo 8.0. L'ho trovato molto istruttivo, per non parlare poi di quanto siano ben resi i sentimenti e le reazioni umane. Il finale non è affatto scontato, anzi... tutto il contrario. È stata una visione un po' sofferta, ma, se vi piace un genere realistico, nonché drammatico, è un anime molto ben fatto. Non ho dato 10 come punteggio perché i disegni non sono dei migliori che abbia visto, ma non sono neanche dei peggiori.
Insomma, invito chiunque sia interessato a dare una chance a quest'opera, tanto sono soltanto undici puntate, scorrono in fretta!


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Hatake Rufy

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
In Giappone i terremoti sono all'ordine del giorno e da tempo ero curioso di vedere un anime che mostrasse come il popolo del Sol Levante reagisce a questa catastrofe naturale.
"Più grandi sono le aspettative e più grande sarà la delusione". Niente di più vero c'è in questa frase: personalmente mi aspettavo animazioni realistiche seguite da una trama avvincente, ma credo che proporre una ragazzina e un bambino come protagonisti non sia stato un colpo di genio.

Trama: una ragazzina molto acida, Mirai, e il suo fratello minore, Yuki, insieme visitano una mostra di robot in un edificio; dopo la mostra i ragazzi si separano, Yuki corre al bagno, mentre Mirai esce dall'edificio per una boccata d'aria, quando, per ironia della sorte, la terra trema. Dopo la fine della prima scossa di terremoto, Mirai cerca il suo fratellino disperso tra le macerie e le fiamme dell'edificio, aiutata da una donna molto gentile di nome Mari.
Lo sviluppo della trama è lineare e dopo qualche puntata diventa pesante, tranne qualche momento interessante dove, grazie alla buona ambientazione, l'anime mostra come i Giapponesi siano preparati a simili eventi: scorte di cibo già pronte, eserciti bene organizzati e utensili molto utili in situazioni del genere. Mostra anche come le persone reagiscono normalmente a catastrofi simili: ovviamente c'è chi collabora e aiuta il prossimo e chi, invece, pensa giustamente alla propria sopravvivenza, gettando tutto nel caos. Da questo lato ammetto che sono stato soddisfatto appieno e, se non fosse per questo, la mia valutazione sarebbe stata gravemente insufficiente.
Penso che una coppia di fratelli non sia adatta per questo anime, personalmente credo abbiano forzato il pubblico a commuoversi, soprattutto nelle puntate finali, dove sono rimasto sorpreso della vicenda accaduta, ma anche un po' contrariato dopo aver visto i sogni e le allucinazioni della ragazza, che rendono il tutto troppo forzato.

Comparto tecnico: mi aspettavo davvero tanto dalle animazioni e dai disegni, ma sono rimasto davvero deluso. Durante il terremoto mi aspettavo animazioni molto realistiche e anche più casino durante le scosse, quando invece sembrava l'animazione di un anime scadente e di poco conto; i ragazzini sono disegnati davvero male, alcune volte mi ritrovo una V al posto di un sorriso e dei piedini al posto di un piede normale. Il doppiaggio in italiano, poi, è poco commovente, mi sembrava di ascoltare il doppiaggio di qualche cartone animato che si vede mio cugino di otto anni.

Conclusione: l'anime non va oltre la mediocrità, secondo me, anzi forse sono anche stato buono, ma normalmente qualcuno darebbe un 7 o un 8 grazie alle lacrime e quindi sul momento si sentirebbe obbligato ad assegnare un buon voto; nonostante il finale mi ha come strozzato la gola, non basta a condizionarmi, e ribadisco che, valutando l'anime nel complesso, non supera la mediocrità. Non saprei se consigliarlo o no, ma comunque la curiosità attira la gente e forse qualcun'altro lo riterrà un buon prodotto; chiudo col dire che personalmente lo consiglierei se siete curiosi di sapere come il popolo nipponico reagisce a simili eventi naturali.


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Kida_10

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
"Tokyo Magnitude 8.0" è un anime composto da undici episodi che, come viene ricordato all'inizio di ogni singola puntata, simula una situazione nella quale un terremoto di forte intensità colpisca Tokyo.

La storia vede come protagonisti Mirai, una ragazzina di prima media, e Yuuki, suo fratello minore; è proprio mentre sono da soli a una mostra di robot che il terremoto si scatena, separandoli temporaneamente. Mirai parte alla ricerca del fratello e fortunatamente viene aiutata da Mari Kusakabe, una giovane donna dall'animo gentile che, anche dopo aver ritrovato Yuuki, decide di non abbandonarli a loro stessi e di accompagnarli sino a casa.

Tutte le puntate, ad esclusione dell'ultima, seguono il loro viaggio di ritorno, mostrandoci tutte le difficoltà che si verrebbero a creare in una situazione tragica di questo tipo. Da questo punto di vista è quasi un documentario, una guida sui comportamenti base da adottare nel caso si presentasse una simile circostanza. A incarnare la figura dell'adulto responsabile e prudente troviamo ovviamente Mari, che riesce sempre (o quasi) a mantenere la calma e che segue sempre le indicazioni della polizia e del personale addetto alla salvaguardia della popolazione; per rendere la cosa ancora più evidente, gli autori hanno pensato bene di rappresentare la massa estremamente maleducata e menefreghista, preoccupata solamente della propria sopravvivenza.
Il vero esempio da non seguire però è in realtà rappresentato dai due stessi protagonisti, che si cacciano continuamente in situazioni pericolose per dei futili capricci, rischiando continuamente la vita; nel corso delle puntate si può notare una crescita notevole dei personaggi, soprattutto di Mirai, che imparando dai propri errori diventa pian piano più responsabile.

Il messaggio che "Tokyo Magnitude 8.0" vuole lanciare non si limita tuttavia a una guida comportamentale, ma è un vero e proprio invito a godersi appieno la vita; la protagonista infatti, come viene ampiamente mostrato nella prima puntata, è una ragazza scontenta e triste che non sopporta più la propria famiglia ed è stufa della propria quotidianità. Trovandosi di fronte a una situazione dove rischia di perdere tutto, Mirai si renderà ben presto conto dell'importanza delle persone a lei care che prima tanto detestava; come si dice spesso, "non apprezzi quello che hai finché non lo perdi".

Tecnicamente è stato svolto un buon lavoro per quanto riguarda le ambientazioni e la rappresentazione della città distrutta; per quanto riguarda i personaggi, sono stati disegnati in maniera semplice di modo che la serie possa essere tranquillamente seguita da tutti. Anche per quanto riguarda il comparto sonoro nulla da segnalare.

In conclusione, un'opera di grande importanza ma che non è riuscita a coinvolgermi particolarmente, probabilmente a causa dell'iniziale antipatia nei confronti della protagonista. Nonostante ne abbia riconosciuto il valore, non sono proprio riuscito a farmela piacere come avrei sperato; solamente le ultime due puntate sono riuscite ad emozionarmi e a coinvolgermi, ma per quanto riguarda la prima metà dell'anime direi che l'elemento principale era la noia.
Ne consiglio comunque la visione, in fondo si tratta di un'opera breve e originale, oltre che estremamente educativa.


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xMatsuox

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
"Tokyo Magnitude 8.0" è un'opera nata da Natsuko Takahashi e diretta da Masaki Tachibana. Bisogna ricordare che tale opera è solo un anime e non esiste come novel o manga.

Trama
La trama, come da titolo, è ambientata a Tokyo. Una Tokyo distrutta dopo un terremoto di magnitudo 8.0 della scala Richter. I due fratelli Mirai e Yuki Onosawa, sfortunati, si sono ritrovati alla mostra di robot a Odaiba, un'isola artificiale nella Baia di Tokyo, e in seguito al terremoto dovranno ritornare a casa.

Protagonisti principali
- Mirai Onosawa: una ragazza viziata delle medie che praticamente odia gli adulti e i suoi genitori che litigano. Inizialmente lo spettatore la odierà, e in alcuni casi desidererà la sua morte data l'antipatia che suscita. Rimane però uno dei personaggi migliori della serie, dato che compie una maturazione graduale e realistica (per via degli eventi). Parte del suo carattere rimarrà uguale, ma capirà finalmente le cose che sono veramente importanti per lei. Questo personaggio è molto realistico, e alcune persone si immedesimeranno in esso.
- Yuki Onosawa: fratello minore di Mirai che frequenta le elementari. Non è un bambino particolare, vuole semplicemente divertirsi.
- Mari Kusanabe: una vedova che fa di tutto per la sua bambina cercando di guadagnare dei soldi per trasferirsi in una casa dove ci sia un'altalena. Dopo il terremoto aiuterà i ragazzi nel loro viaggio di ritorno a casa.

Il realismo
Prima o dopo la sigla vi è sempre un testo con su scritto "Questa è la storia di un ipotetico e devastante terremoto che coinvolge la citta di Tokyo e le sue immediate vicinanze ed è un'opera di fantasia basata su analisi e approfondite ricerche. La storia originale è stata scritta dopo numerose simulazioni volte a ottenere il massimo realismo. Tuttavia, data la straordinarietà degli eventi, potrebbe comunque sussistere qualche differenza tra finzione e realtà." In base a questo testo vediamo un chiaro tentativo da parte di uno staff che vuole fornire allo spettatore il massimo realismo possibile e bisogna dire che ci riesce. Le comparse e i sismi sono molto realistici e ben fatti.

Charachter design
Non c'è molto da dire, basta guardare gli screen. Come si nota, quello dei bambini è fatto relativamente male, almeno per me. I visi sono troppo tondi e i nasi sono spesso dei puntini (alcune di queste volte facciamo pure fatica a vederli). Quello degli adulti risulta maggiormente curato, anche se poteva essere certamente migliore.

Attenzione: questa parte contiene pesanti spoiler

Adesso però voglio parlare in modo più o meno approfondito del ruolo che il realismo ha nell'opera: il realismo fa illudere lo spettatore medio (che non fa attenzione ai discorsi se sono pronunciati in singolare o in plurale a Mirai), dandogli una bella batosta quando scopre verso le ultime puntate che Yuki è morto. In un anime che è stato realistico sino all'ultimo non ti aspetti l'irreale, e ciò suscita i cosiddetti feel di "Qualità". Magari in un anime realistico la scelta del cadere nell'irreale per suscitare pianto nello spettatore può sembrare una forzata, ma c'è da dire che tale elemento può rimanere realistico, dato che, ipoteticamente parlando, l'immagine del ragazzo può essere stata creata dalla bambina dopo aver ricevuto il forte trauma della morte del fratello e di conseguenza potrebbe aver perso il frammento di ricordo che riguarda la sua morte (come si vede dall'episodio 10).

Fine parte contenente spoiler

In conclusione, l'anime "Tokyo Magnitude 8.0" si lascia vedere se ricercate il realismo, ma ha uno sviluppo troppo lento che potrebbe annoiare. Sicuramente non è un capolavoro per alcuni difetti (quali la prevedibilità per lo spettatore attento e il charachter design), ma sicuramente non vi farà pentire di averlo visto.
Il voto sarebbe un 8.5 ma ho deciso di arrotondarlo a 9.


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_Protector_

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Trama: l'anime è ambientato a Tokyo nel giorno in cui la città è vittima di un terremoto di grado 8.0 sulla scala Richter, che distrugge molti degli edifici simbolo della città. Seguiremo le vicende di Mirai e Yuuki, due bambini andati a Tokyo per assistere a una mostra di robot. I due, dopo il sisma, cercano di ritornare a casa e verranno aiutati da Mari, una fattorina motociclista conosciuta a seguito di queste drammatiche circostanze, che deve ritrovare la madre e la figlia.

Descrizione: per descrivere questo anime basterebbe una sola frase: breve ma intenso. Lo descrive al meglio. Ma questa di fatto non sarebbe una recensione, quindi cercherò di andare più a fondo. Partiamo dal presupposto che questo anime è stato creato a seguito di ricerche, studi e simulazioni nel campo della sismologia: a differenza di altri anime drammatici, dove vengono inseriti fattori soprannaturali a caso, "Tokyo Magnitude 8.0" non supera mai la soglia del "non è credibile". Per quanto anche in questa opera vi sia qualche fattore che potrebbe sembrare soprannaturale, è in realtà realistico, nonostante sia romanzato con sogni ad occhi aperti, incubi e ricordi (non sto dicendo che è un male: deve intrattenere, creare suspense, ecc. quindi è giusto che ci siano quelle scene). Come dicevo, rimane realistico, perché uno shock così forte porta a illudersi, a desiderare di vedere altro, a nascondersi nelle proprie fantasie. Il dramma del terremoto inoltre è molto ben rappresentato: lo stato di distruzione, la disperazione dei cittadini, la paura di non sapere cosa sia successo ai propri cari, l'organizzazione della protezione civile, i campi improvvisati per il soccorso dei feriti... non ho trovato nulla che mi facesse pensare che qualcosa non quadrava.
La scelta dei protagonisti bambini è azzeccata, perché mostrare l'innocenza di questi piccoli messa a dura prova da una calamità naturale così grande è molto toccante e commovente, e l'anime riesce dunque pienamente nel suo intento.
La grafica è incongruente, nel senso che ci sono personaggi molto ben curati, ma anche personaggi riusciti un po' maluccio.
Quest'opera rientra nella mia lista degli anime che consiglio come imperdibili.


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Gen'ei

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Comincio con il dire che è un anime che mi è piaciuto molto, con una buona grafica, ma soprattutto che tratta una tematica molto seria e importante per la popolazione giapponese.
"Tokyo Magnitude 8.0" racconta le disavventure di Mirai e del suo fratellino Yuki che, mentre sono in visita a un museo sulla robotica sull'isola artificiale di Odaiba, vengono colti da un fortissimo terremoto di grado 8.0. In seguito, grazie anche all'aiuto di una giovane donna di nome Mari, Yuki e Mirai cercheranno di riunirsi alla loro famiglia.
L'anime, come ho già detto in precedenza, tratta la delicata tematica del terremoto, ma non solo: infatti, durante l'avanzare della storia, si parlerà anche molto del carattere di Mirai, un'adolescente che odia, perché non saprei proprio in che altro modo definirlo, gli adulti, che vengono rappresentati come cattivi ed egoisti quasi sempre, quando invece alcuni di loro, tipo Mari, cercano di aiutarla, ma, vista l'ostinazione della ragazzina a voler credere che gli adulti sono tutti cattivi, non vengono notati quasi mai.
Ho dato 9 a "Tokyo Magnitude 8.0" solo per il fatto che qualche volta gli edifici danneggiati dal terremoto crollano in un modo un po' inverosimile, secondo il mio punto di vista, per il resto è un anime che consiglio tranquillamente a tutti, anche se vi avviso: ci sono alcune scene che fanno davvero piangere, è una storia abbastanza commovente.


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mayedda

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
"Tokyo Magnitude 8.0" mi era stato consigliato da mia sorella, con un po' di scetticismo iniziale dovuto al fatto che non fossi tanto amante del genere drammatico. Ma già dalla prima puntata mi son dovuta ricredere, non solo per l'anime, ma addirittura per il genere drammatico-tragedia in generale, diventandone addirittura un'appassionata.

La storia è basata appunto su un improvviso terremoto che colpisce la baia di Tokyo a Odaiba. Proprio quando i nostri due protagonisti, i due fratellini Mirai e Yuki, si trovano a fare una gita in un museo di robot (gita che era stata fortemente voluta dal fratellino Yuki per passare un po' di tempo con la sorella Mirai e per rivedere il ponte), la terra trema con intensità 8.0. Il terremoto lascia Tokyo completamente distrutta. In questo scenario apocalittico i due bambini incontrano fortunatamente Mari, una giovane donna molto premurosa che non vede l'ora di congiungersi alla sua figlioletta e sua madre. Questa cercherà di accompagnarli a casa loro attraversando la città a piedi, visto che tutti e tre vanno nella stessa direzione. I nostri due protagonisti dovranno affrontare molte situazioni in cui ovviamente due bambini soli non ce la farebbero mai, ma grazie invece all'aiuto di Mari troveranno il coraggio e la maturità giusta per riuscirci.

Quest'anime porta lo spettatore ad avere i fazzoletti sempre a portata di mano durante la visione (almeno, a me è successo così!), perché quasi tutte le undici puntate sono commoventi. Questo anime non vuole essere un documentario sull'evento catastrofico, ma al contrario racconta la storia dei nostri protagonisti che tentano di raggiungere casa attraversando mille difficoltà dovute al terremoto. Durante il loro viaggio vengono raccontate tutte le loro preoccupazioni, come ad esempio il non sapere se rientrando a casa troveranno ancora i genitori, o se addirittura la loro casa sia o meno in piedi, e le loro emozioni (raccontate a parer mio perfettamente).

Penso che l'autore abbia voluto mettere in evidenza come una situazione difficile come questa porti anche dei bambini a dover crescere improvvisamente per riuscire a sopravvivere. Mirai, trovandosi proprio in questa terribile situazione, dimostra puntata dopo puntata l'evolversi della sua maturità e del suo coraggio, che sono da ammirare. Viene data enorme importanza ai rapporti umani, al valore della famiglia e alle promesse che devono essere mantenute fino alla fine. Vi è un grande rispetto per i defunti, che vengono per così dire inquadrati furtivamente, e quando ciò accade sempre con delle lenzuola sopra o comunque dentro i sacchi, mai senza. Inoltre non vi è nessuna apparizione di sangue o di menomazioni varie da parte dei sopravvissuti, conquistandosi il mio voto così alto anche per questo motivo.

Il mio voto è 10 per una storia avvincente, una buona grafica e ottime sigle di apertura e di chiusura.


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Limbox

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Un anime che si mangia in pochissimo tempo, con episodi che volano e di cui non vedi l'ora di vedere il successivo.

Questo anime ha una trama molto semplice: un terremoto di magnitudo 8.0 devasta Tokyo e i due protagonisti Mirai e Yuuki (fratello e sorella) devono attraversare la città per tornare a casa, aiutati da una donna conosciuta per caso, Mari.
I disegni sono di tutto rispetto, con un occhio alle strutture degli edifici, che descrivono perfettamente i danni causati da un terremoto, come pure ben delineati i volti delle persone, le espressioni e tutto quello che condisce un buon anime. Anche la colonna sonora è buona, certo si poteva fare un pochino meglio, ma comunque è azzeccata in ogni momento e sufficientemente emozionante.
Venendo ai personaggi, hanno tutti un'ottima caratterizzazione, sia presi singolarmente sia come rapporti interpersonali, specialmente il forte rapporto tra fratello e sorella che emerge nelle difficoltà, una volta eliminata la superficialità della vita di tutti i giorni.
Nelle immagini di questo anime, senza l'uso di scene forti, o di corpi straziati, viene messa in scena la drammaticità di una situazione di questo tipo: famiglie divise, drammi, psicosi, dolore e morte. Camminando con Mirai e Yuuki per le strade di Tokyo non si vedono sangue o pezzi di corpi in giro, ma si notano silenziosi e discreti corpi nascosti da sudari e persone che piangono in silenzio i propri cari. E poi c'è lei, Mari, che rappresenta la razionalità di alcune persone che, anche in momenti come quelli descritti nel racconto, riescono ad avere grande forza d'animo per razionalizzare la situazione, unica soluzione possibile per non affondare.
Ben fatto anche il finale e il dramma psicologico di Mirai, un racconto che tocca molte corde e fa davvero male, senza nessun episodio "di troppo" o noioso.


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Bradipo Lento

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Come per molte delle serie che ho visto fino a ora, è stato soltanto il caso che mi ha spinto verso "Tokyo Magnitude 8.0": conoscevo solo a grandi linee il tema trattato e, di primo acchito, mi era sembrato abbastanza interessante, ma non consideravo questa serie tra quelle più importanti da vedere. La curiosità mi ha spinto a documentarmi un po' meglio e dopo un rapido giro di ricerche ho iniziato a vedere la serie, scoprendo a poco a poco quanto fosse bella e coinvolgente. Al termine degli undici episodi - pochi, ma sufficienti per rendere la drammaticità degli eventi narrati - ho scoperto che era una delle serie più emozionanti tra quelle che ho visto finora, paragonabile ad "Ano Hana" per l'intensità dei temi trattati.

Difficile classificare questa serie: all'inizio sembra soltanto la cronaca degli effetti che un terremoto fortissimo ha su una città come Tokyo. Successivamente, mentre continua l'illustrazione dei danni provocati dal sisma e dalle scosse di assestamento, la storia vira sul filone psicologico, mettendo in evidenza il tormento che provano i personaggi quando non riescono a mettersi in contatto con i loro familiari e non sanno quali siano le loro condizioni di salute. La parte finale, poi, è lo struggente racconto di un dramma umano che porta con sé un messaggio di speranza per il futuro.
La narrazione degli effetti del terremoto e delle scosse di assestamento è molto realistica e ben fatta: all'inizio di ogni episodio appare un cartello che informa gli spettatori che l'opera è frutto di fantasia, ma dietro c'è un grande lavoro di ricerca per rendere plausibili le situazioni rappresentate. Il risultato è sicuramente di ottimo livello con - a mio avviso - una piccola pecca nel racconto della prima scossa di terremoto. Il tempo in cui si producono i danni è estremamente breve e sembra quasi impossibile che nel giro di pochi secondi ponti, strade e palazzi costruiti in Giappone - dove le norme antisismiche sono molto rigide - cadano come fuscelli anche se sottoposti a una violentissima scossa di terremoto. Su questo aspetto le cose migliorano - e molto - negli episodi seguenti, dove giustamente le strutture già fortemente danneggiate dal primo terremoto crollano in seguito alle più lievi scosse di assestamento.
Il filone psicologico, invece, si rivela da subito molto coinvolgente. E' facilissimo immedesimarsi nei personaggi e nei loro sentimenti nelle scene in cui, vedendo i danni provocati dal terremoto e le condizioni di salute dei feriti, pensano a come possano stare i loro familiari. Tra le tante cose mi ha colpito la frustrazione di Mirai - "maniaca del cellulare", come la definisce il fratello - quando si accorge che è impossibile utilizzare i telefonini perché non funzionano più le stazioni di trasmissione: siamo talmente abituati a usare la tecnologia che non accettiamo il fatto di non poterla usare proprio quando ne avremmo maggior bisogno.
Il finale è di quelli che emozionano fino alle lacrime: è struggente vedere come sia possibile aggrapparsi ai propri sogni fino al momento in cui siamo costretti a capitolare davanti alla realtà che si mostra davanti ai nostri occhi. L'unica cosa che posso dire, evitando gli spoiler, è che negli ultimi tre episodi il livello emotivo tocca il massimo e che la storia prende una piega inaspettata (anche se da alcuni particolari sparsi nelle puntate è possibile intuire dove si andrà a parare).

La realizzazione grafica è eccellente per gli sfondi e i particolari degli edifici danneggiati dalle scosse, un po' più incerta per quanto riguarda i personaggi che spesso appaiono troppo "squadrati". Molto meglio la loro caratterizzazione, con la sorprendente trasformazione di Mirai, che passa dalla ragazzina ribelle e arrabbiata con il mondo dei primi episodi a una premurosa e affettuosa sorella per Yuki. Le musiche che compongono la colonna sonora sono piuttosto semplici (lenti brani al pianoforte), ma proprio per questo molto coinvolgenti. La canzone della sigla iniziale non mi è piaciuta molto, mentre "M/elody" (quella finale) è molto orecchiabile e carina: potrebbe sembrare fuori luogo vista la drammaticità dei temi trattati, ma contribuisce a stemperare la tristezza dei momenti più critici.

Una bellissima serie che consiglio a chi vuole vedere un po' di azione e, soprattutto, a chi vuole emozionarsi. Qui ci vengono mostrate, con un impressionante grado di realismo, le situazioni che si trovano ad affrontare i sopravvissuti a un evento catastrofico come un terremoto: niente reality o situazioni inverosimili, ma solo la cruda realtà, che, purtroppo, a volte non concede alternative.


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synyster93

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
La storia di questo drammatico e realistico anime (è noto che esso è basato sul fatto che, statisticamente, nei prossimi anni il Giappone verrà colpito da un terremoto che si aggirerà intorno al 7.0 sulla scala Richter) si svolge a Tokyo, distrutta da un terremoto di magnitudo 8.0, ed è incentrata su due fratelli, Mirai e Yuki, e su una donna in cerca di sua figlia, Mirai.

L'anime mostra in modo davvero realistico quali sarebbero le conseguenze di un fenomeno simile: il paesaggio devastato è reso in modo ottimo e le espressioni facciali rendono appieno i sentimenti che provano le vittime. Le musiche sono davvero toccanti, soprattutto quella di sottofondo alla scena finale, davvero commovente.

E' indubbiamente un anime da vedere, che in soli undici episodi racconta e trasmette tanto, e soprattutto ci rende partecipi e consci di qualcosa che noi vediamo e sentiamo da lontano, ma che non possiamo lontanamente immaginare.


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Izaya_Orihara

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
Attenzione: la recensione contiene pesanti spoiler

[quote]«Quest'opera di fantasia è basata sull'ipotesi che un terremoto di forte intensità colpisca Tokyo, ed è stata realizzata sulla base di numerosi studi e ricerche su eventi reali.
Anche se sono state eseguite diverse simulazioni per poter creare uno scenario il più realistico possibile, alcune situazioni in questo anime potrebbero essere diverse in caso di evento reale.» [/quote]

E' così che ci viene introdotta questa serie, Tokyo Magnitude 8.0, e riusciamo subito a capire quali tematiche vuole affrontare. Tematiche realistiche di un possibile grande terremoto futuro nella capitale nipponica; per rendere il tutto il più possibile realistico, sono state fatte anche molte ricerche. E non a caso il protagonista della serie si chiama Mirai, che vuol dire "futuro". Io, veramente, non so che voto dare alla serie e premetto da subito che forse non sono sicuro del voto dato. Da un lato sono sicuramente contento che ci vengano introdotte tematiche realistiche e profonde, quali quelle del terremoto, che sono care a noi italiani per gli ultimi due grandi terremoti che hanno dovuto passare i nostri compaesani, in Abruzzo e in Emilia Romagna. Ma sono indignato e deluso da come queste tematiche siano state forzate per rendere drammatico il tutto, da come siano state buttate le potenzialità di questa serie, per molti motivi che non mi sono andati giù, e per gli episodi noiosi e lenti.

Iniziamo con ordine. Mirai è una ragazzina di tredici anni, ingenua e solare, ama le torte tonde e non quelle triangolari, all'apparenza è una brava ragazza, ma si scopre come odi il mondo e chi la circondi: la mamma, il papà, il fratellino piccolo, arrivando a scrivere il messaggio "Spero che il mondo vada a pezzi". Beh, qualcuno direbbe, se l'è meritato il terremoto. Mirai, infatti, è vittima del terremoto in quanto accompagna il fratellino da sola in una mostra di robot e perderà il fratellino nel momento della scossa. Non c'è da preoccuparsi, Mirai ritroverà il fratellino al termine della scossa, ma, una volta ritrovato il fratellino, che succede? Continua a comportarsi con il suo atteggiamento da menefreghista, con atteggiamenti davvero vomitevoli, molte volte dando la colpa al fratello dell'allontanamento dai genitori e, quasi, del terremoto. Io credo che qualunque persona, se avesse vissuto un tragico evento o fosse quasi morto, avrebbe cambiato sicuramente il comportamento, quindi evolvendo per l'evento appena accaduto; in questo caso Mirai dovrebbe abbracciare il fratellino ritrovato "vivo" per fortuna dopo la scossa, piangere a dirotto e ringraziare il Signore per il dono ricevuto, e aiutarlo il più possibile, dandogli, come si dice, una mano in più, in quanto lui è più piccolo di lei di ben quattro anni e non può comprendere a pieno la tristezza che si prova dopo un terremoto. Infatti, non riesce a capire cos'è la realtà, essendo piccolino, e ha un unico obiettivo: tornare dai genitori con la sorella e con un sorriso in bocca. Allora, perché affidare il compito di questa pesante serie a una ragazzina? O, almeno, perché non curarlo adeguatamente? Sono queste le domande che mi sono posto al termine della visione. Mirai evolverà solamente negli ultimi episodi, in cui dovrà affrontare la realtà.

Nonostante tutto, però, le tematiche realistiche, ovvero quelle del terremoto, sono presenti e non possono essere negate. Boccio sicuramente il comportamento di Mirai, o meglio, quello post terremoto. Troviamo le persone menefreghiste che pensano solo a salvare le penne e, pur vedendo due bambini in difficoltà, fanno di tutto per andare avanti e salvarsi. Ma troviamo anche le persone che possono risultare molto "buone". Sicuramente questo ruolo lo ricopre a pieno Mari, che si prende cura dei due bambini nonostante avesse una mamma e una piccola figlia a casa da sole, che, in caso di terremoto, difficilmente riuscirebbero a scappare. La prima cosa da fare dopo un terremoto è aiutarsi a vicenda, ma è anche vero che nella maggior parte dei casi la gente se ne frega e farebbe di tutto per mangiare, bere, dormire, senza pensare agli altri. Troviamo anche il panico dei personaggi, ma anche la pazienza e la tristezza di alcuni di loro. La bontà dei vecchi, sempre disponibili a dare una mano e mai piangere sulle loro tristi avventure, sempre andando avanti.

Quelli elencati qui sopra erano sicuramente gli aspetti positivi che ho trovato in questa serie; ora passiamo agli aspetti negativi. Le forzature sono parecchie e si notano a pieno: qualunque posto visitato da Mari, Yuuki e Mirai cade sprofondato. Persino la Torre di Tokyo, che sta per cadere in pieno su Mirai. E chi la salva? Il suo dolce fratellino Yuuki, che, nonostante avesse preso una grande sgridata dalla sua stupida sorella per come fosse sua la colpa dell'evento accaduto, la riesce a salvare con un salto eroico. Troviamo anche altri personaggi oltre a questi, ma appariranno al massimo uno due episodi ciascuno, visto che la serie non aveva bisogno di ulteriori personaggi se non i due fratellini e Mari. Solo uno di loro voglio accennare: il fanatico bambino scemo amante dei robot, che, per salvare un piccolo robot, rischia la propria vita. Con quell'episodio la serie diventa pure futuristica, e nemmeno questo aspetto devo dire che mi è piaciuto. La serie viene catalogata come genere drammatico. La morte di Yuuki è resa in maniera troppo forzata e, sinceramente, non mi è riuscita a emozionare, tranne che per un po' di tensione, ma, sinceramente, credevo che la sua morte fosse scontata. Quindi, per me, cade anche in questo genere: troppe forzature che rendono questa serie quasi illogica.

Lo stile dei personaggi è carino, l'animazione ottima e le due opening davvero formidabili. L'OST è anch'essa ottima.

In conclusione, per il voto ero indeciso tra un 5 o un 7, ma per il finale forzato che vuol fare commuovere la gente per essere definita "una grande opera", mi ha fatto scegliere la prima opzione. Non sconsiglio l'opera, ma nemmeno la consiglio: le puntate sono molto lente e noiose. Credo che la serie venga capita a fondo solo se guardata da un sopravvissuto che ha vissuto uno di questi eventi catastrofici. Spero che in un futuro verranno creati anime-documentari su tragici eventi tipo quello di Fukushima, che interessa interamente il Giappone nel 2011, dove probabilmente ci verranno mostrate vere tematiche, realistiche e profonde, semmai con personaggi che interpretano le emozioni e i pensieri dei sopravvissuti del disastro durante l'evento catastrofico.


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falcus92

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Quest'opera di fantasia è basata sull'ipotesi che un terremoto di forte intensità colpisca Tokyo ed è stata realizzata sulla base di numerose ricerche e studi su eventi reali.
Un anime che ha questa introduzione non può che essere un'opera degna di nota. "Tokyo Magnitudo 8.0" è uno di quei lavori che trovi da Mediaworld su uno scaffale abbandonato a cinque euro; inutile dire quanto questo capolavoro sia sottovalutato da tantissimi appassionati di animazione giapponese, che preferiscono i soliti e monotoni stili: moe, shonen vari e ecchi/harem. In fondo, non c'è niente di male nel visionare queste serie citate, se non fosse che piccole opere degne di nota, come questa che mi accingo a recensire, vengano messe nel dimenticatoio. E non importa se Man-ga, il canale di Sky, ritrasmette in continuazione la serie, visto che comunque solo in pochi riescono a seguirla.

La storia narra di un Giappone di un ipotetico futuro in cui una ragazzina, Mirai, insieme al suo fratellino, Yuki, si ritrovano da soli in un supermercato a vedere una fiera dei robot. Qui succederà quello che il titolo stesso dell'anime preannuncia: una forte scossa di terremoto di Magnitudo 8.0 si abbatte su tutta Tokyo e causa dei danni impensabili. I due giovani ragazzi, fortunatamente illesi, dovranno ritrovare la strada di casa; insieme a loro una donna, Mari, cercherà di ripercorrere la lunga strada per ritornare dai propri affetti.

La perla di questo anime è l'incredibile realismo. Inutile che molti rifiutano questa "realtà", affermando che la presenza di robot elimini la veridicità dell'anime: ci troviamo in un futuro Giappone, non molto distante dal nostro tempo, in cui verranno utilizzati elementi meccanici telecomandati in grado di ispezionare meglio tra le rovine. Il grande pregio è che le situazioni propinate saranno incredibilmente emozionanti, perché lo spettatore si sente immedesimato e coinvolto. Peccato solo che non sia un anime di facile visione: spesso e volentieri si dovrà sospendere l'episodio, perché c'è il rischio di annoiarsi o di non riuscire a seguire con attenzione le vicende.
Quello che, però, riesce maggiormente a colpire lo spettatore è l'immensa profondità dei temi. Non ci troviamo nei soliti mondi post-apocalittici in cui vige l' "homo homini lupus"; qui vige l'aiuto fraterno, la comunione delle risorse e la bontà umana. Nei momenti di difficoltà negli anime generalmente tutti cercano di uccidersi e riuscire a sopravvivere, anche quando non occorre, eliminando il realismo che riuscirebbe a dare un tocco in più alla serie. In "Tokyo Magnitudo 8.0" finalmente si decide di seguire una via del tutto estranea alle vicende animate giapponesi, e questo è un grandissimo punto di forza. Ma, sicuramente, tra i temi più interessanti da analizzare ritroviamo quello del viaggio e del ricordo delle persone amate che purtroppo sono morte. Il popolo scosso dal terremoto - beh, scusate il gioco di parole - è pronto a ripartire nonostante i lutti, i dolori e le pene; si riesce a pensare al futuro e non è un caso che la nostra protagonista si chiami "Mirai", in quanto in giapponese significa proprio "futuro".

Da analizzare e apprezzare è anche il chara. Se Mirai nei primi episodi sarà molto antipatica e, spesso, si desidererà che rimanga travolta da qualcosa, nelle parti finali si amerà e si apprezzerà l'evoluzione che ha subito grazie a questo viaggio, che riesce a far maturare anche i cuori più complessi e puerili. Yuki, invece, sarà il personaggio più interessante dell'intero anime: un ragazzino, anzi un bambino, che cerca in tutti i modi di dare coraggio alla sorella, nonostante si vede perfettamente quanto soffre. Mari sarà anche lei un personaggio tutto d'un pezzo, di uno stoicismo che pian piano vacillerà e che ci mostrerà un lato molto interessante della donna matura della situazione.

Il livello tecnico è superbo. Le OST spesso lasceranno spazio al traumatico silenzio ma, stranamente, sono davvero tante e molto belle. I disegni sono simili a quelli di "Planetes" e, quindi, a chi ha apprezzato quel genere di figure consiglio vivamente quest'anime. La regia è degna di nota, in quanto i tagli sono importanti soprattutto durante le vicende sismiche. Particolari e da sottolineare sono anche le animazioni: ho visto scene di caduta di palazzi e ponti che spesso in anime di spessore sono realizzate in modo pessimo - mi sovviene al momento "Mirai Nikki", in cui una torre cade come un grissino spezzato.

Insomma, un anime da vedere, assaporare e capire, molto triste, ma incredibilmente realistico. Una perla rovinata, forse, dalla eccessiva pesantezza degli episodi!


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Mitsuki_92

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
A Lucca 2012 Yamato Video presenta in anteprima "Tokyo Magnitude 8.0".
Sebbene conoscessi questo anime anche prima, avendo visto qualche AMV (Anime Music Video) su YouTube, e mi incuriosisse, alla fine non mi ero mai decisa a vederlo in versione sottotitolata: quale occasione migliore, se non quella della pubblicazione dei DVD, per recuperarlo? Sono andata praticamente sulla fiducia, e questa è stata ampiamente ripagata! 9 pieno!

La storia narra di una ragazzina di prima media, Mirai (che vuol dire "futuro"), annoiata da ciò che la circonda, stanca della monotonia della sua vita, delle continue incomprensioni tra i suoi genitori, delle continue domande ed attenzioni del fratello minore Yuki. Come compito durante le vacanze estive, le è stato dato un tema: descrivere come sarà la propria vita fra 10 anni. Lei non ne ha assolutamente idea, è così avvilita da arrivare ad odiare persino il suo nome, quello stesso nome tanto amato dal fratello. Nel giorno del compleanno della madre, Mirai è costretta ad accompagnarlo nell'isola artificiale di Odaiba, poiché la madre è troppo impegnata col lavoro; si recano lì dunque da soli, e sembrano cavarsela, se non fosse per un avvenimento inaspettato che sconvolgerà la loro esistenza: un terribile terremoto di magnitudo 8.0 della scala Richter!
"Tokyo Magnitude 8.0" è un anime di formazione: la protagonista crescerà psicologicamente con il passare degli episodi – non scordiamoci che è solo una bambina di 11 anni. Il personaggio ausiliario in questo processo formativo è la coraggiosa Mari, vedova, con una bimba di 4 anni, Hina, a carico. Il rapporto tra Mirai, Yuki e Mari si consoliderà molto durante il corso di tutta la storia, mentre altri personaggi entreranno in scena, tutti ben caratterizzati e con un loro perché.

Sarò molto franca: ciò che mi ha spaventato di questo anime è il realismo. "Dannatamente realistico, dannatamente realistico" era il mio pensiero fisso durante la visione (avvenuta in due soli giorni)! L'accuratezza nei dettagli dei luoghi è davvero sbalorditiva. Il character design non è stupefacente, è essenziale ed espressivo; il top sono le ambientazioni, e per una come me che è stata a Tokyo, anche ad Odaiba, alla Torre, mette i brividi. Qualche elemento fantastico non mancherà, e se sia proprio quella la chiave di lettura dell'intero anime, lo lascio decidere a voi. Qualche episodio è di passaggio, ma secondo me hanno tutti un loro perché, e me ne rendo conto solo ora a fine visione.
”Tokyo Magnitude 8.0” è un anime forte, incisivo, con una protagonista fuori dall'ordinario, che rende la serie molto interessante; non c'è nulla di scontato o lasciato al caso, è un anime davvero curato, che lascia spazio anche a qualche lacrima (più di una, per una come me). L'opening e l'ending sono ottime canzoni, davvero ben fatte! I valori trasmessi sono semplici: restare sempre uniti, mantenere a tutti i costi le promesse fatte, portandole a termine in qualunque modo. E poi ci sono i valori della famiglia, dell'amore fraterno, dell'amicizia... un concentrato in undici episodi, che ti smuove l'animo. Consiglio quest'anime a chi ha voglia di vedere un’opera seria, con profondi insegnamenti, con un ritmo lento e pacato, continuamente "turbato" da scosse di assestamento.

Sappiamo tutti che l'11 Marzo 2011 c'è stato davvero un terremoto in Giappone, con annesso tsunami, il che rende il realismo di questo anime, creato nel 2009, ancora più terribile. Non ho parole per commentare ciò, mi spiace solo veramente tanto.


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Utente25596

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Abbiamo terminato l'altra sera di vedere l'undicesima e ultima puntata di questa miniserie, "Tokyo Magnitude 8.0". Carmen all'inizio molto scettica è rimasta nelle ultime puntate molto coinvolta e questo dovrebbe bastare a garantire alla serie un voto alto - on sono molti gli anime che riescono a "prendere" Carmen!
Le prime due, forse tre puntate, sono su un ipotetico mega-terremoto che si abbatte sulla capitale giapponese, purtroppo ipotesi tutt'altro che da fantascienza: pare infatti che insieme a Los Angeles, un'altra grande megalopoli, non sia una questione di "sé" ma di "quando" accadrà il "Big One".
I protagonisti della storia sono una ragazzina di nome Mirai e il suo fratellino Yuuki, che quel giorno, in quel momento, sono a Odaiba. Forse alla fine direi che proprio Mirai è la vera protagonista dell'anime. Il suo è un doppio viaggio oltre che fisico, verso casa, anche interiore alla maturazione come persona e del suo ruolo come figlia e sorella maggiore. I due fratelli verranno aiutati da una signora dell'età più o meno della loro mamma, e insieme affronteranno il lungo ritorno a piedi verso casa attraverso una Tokyo distrutta, completamente andata in pezzi. Bella in particolare è la scena quando i potagonisto si imbarcano di fortuna su una nave e crolla il Rainbow Bridge vicino a loro; un po' più forzata invece la sequenza del crollo della torre di Tokyo.
La parte centrale della serie è invece quella peggiore: troppo lenta, con un paio di episodi assolutamente tralasciabili e fini a se stessi. Poi dalla sette fino all'ultima puntata il ritmo sale, e soprattutto diventa impossibile non rimanere coinvolti dal viaggio di ritorno dei due bambini verso casa, alla ricerca della loro famiglia.
Non siamo ai livelli di "Hotaru no Haka" ("La Tomba delle Lucciole"), ma tutto sommato neanche lontanissimi, con in più in questo caso una spruzzata del "Sesto Senso" di Shymalaian. "Tokyo Magnitude 8.0" è una serie da vedere. Bisogna in sostanza resistere per 6-7 episodi, comunque di ottima animazione (Madhouse è una garanzia), per arrivare a vedere quegli intensi, catartici 4 episodi finali. La ricompensa finale sarà un bel fazzoletto caldo e bagnato di lacrime.


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Rieper

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
A volte è un momento, quel lasso di tempo in cui la normale routine e lo stesso concetto di quotidianità vengono modificati radicalmente. In parte è ciò che accade in "Tokyo Magnitude 8.0", un anime che non vuole essere una guida su cosa fare o non fare in caso di scosse sismiche, ma che cerca, come tutti, di raccontare la propria storia.
Mirai è una ragazzina delle medie sveglia ma molto cocciuta e che, nonostante l'età, vede il mondo e la sua stessa vita sotto un profilo grigio e irritante. Non poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto nell'accompagnare il proprio fratellino, Yuki, alla mostra robotica di Tokyo. E infatti il mondo attorno a Mirai comincia a tremare rimanendo distrutto ed enormemente modificato. Con l'aiuto di Mari, una giovane donna dall'animo generoso, insieme i tre cercheranno di tornare alle proprie case e dalle proprie famiglie.

Inutile sottolineare l'ironia della sorte di quest'anime che, a nemmeno tre anni di distanza, vede il proprio tema di base avverarsi sotto uno scenario terribile e drammatico nel 2011 con il terremoto e conseguente maremoto del Tōhoku. L'opera mostra in maniera relativamente realistica ciò che accade quando un forte terremoto si abbatte su di una città o comunque in un territorio abitato, tuttavia non è da prendere alla lettera, poiché i protagonisti spesso sembrano essere inseguiti dalla malasorte, con scosse ed edifici pericolanti in ogni dove che li perseguitano.

Dal lato tecnico troviamo una non così grande magnificenza artistica come invece ci si aspetterebbe. Già, perché tralasciando gli splendidi sfondi paesaggistici le animazioni e lo stesso character design risentono di problemi piuttosto gravi. Tanto per rendere l'idea, le donne con il rossetto sembrano dei pagliacci, le espressioni di ogni personaggio sembrano a malapena abbozzate e per di più si fa un uso assai scialbo di tecniche 2D che rendono la "folla" una nota stonata nel complesso visivo. Il comparto sonoro risulta invece ottimo ricreando con grande maestria effetti credibili e donando allo spettatore un'opening e un'ending molto gradevoli.

Insomma, si parla di un'opera drammatica e pertanto non molto gradita al sottoscritto, che tuttavia è rimasto colpito dalla fluidità narrativa e dall'equilibrato dosaggio di credibilità e fantasia. Non sono del tutto certo di potere consigliare quest'anime a tutti, tuttavia si tratta di un'opera particolare e unica nel suo genere che su personale parere meriterebbe un'occhiata.

SilvAnime

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SilvAnime

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Parto subito con il dire che i produttori di quest'anime hanno voluto insistentemente ripetere che per crearlo hanno usato e raccolto dati, fonti attendibili, ricerche, testimonianze di chi ha vissuto queste tragedie in modo diretto, perciò si potrebbe dire che essendo stato creato in questo modo, può anche presentare esagerazioni nella drammaticità, dato che la gente tende molto a essere in ansia in queste situazioni, facendosi prendere dal panico. Tutto sommato, però, io non ho mai vissuto una tragedia simile e perciò non posso giudicare quella povera gente, e quest'anime mi sembra molto realistico nei dettagli.

Ora passiamo alla caratterizzazione dei personaggi:
- Mirai è una ragazzina di 13 anni che è in prima media e che potremmo definire una "stupida" perché è fin troppo pessimista e fa dei ragionamenti come se fosse una persona che della vita ha già capito tutto in negativo, ma poi a fine serie comprenderà che il suo comportamento era sbagliato, e imparerà ad apprezzare ciò che già si ha, come la famiglia. Sotto il suo animo duro si nasconde una persona che in casi estremi sente il dovere di prendersi la colpa di tutto quello che accade, anche se non lo dimostra.
- Yuki, il fratellino di Mirai, è un bambino di 8 anni. Il suo comportamento a tratti risulta infantile e a tratti un po' più maturo. E' un bambino molto buono, guardandosi intorno riconosce il pericolo e trasforma tutto in ottimismo, come se non fosse accaduto nulla, quasi per fare un dispetto a sua sorella. Devo dire che questo personaggio mi è piaciuto e alla fine mi è anche dispiaciuto.
- Mari è una giovane donna molto molto ottimista, e fa di tutto per dare felicità agli altri, aiutandoli nelle situazioni di difficoltà. Essa non esita a mettersi in pericolo per salvare gli altri, e si dispiace più volte di dover fare stare male Mirai.

Passando ai luoghi e ai paesaggi, li ho trovati abbastanza realistici e precisi, tranne a volte i pavimenti dei palazzi, che risultano essere proprio inclinati; ora, non so se in Giappone in caso di terremoto accada davvero così, perché lì i palazzi sono antisismici e si muovono durante i terremoti, ma non badiamo a queste piccolezze.
Le musiche non sono molte, e non lasciano un segno nella mente dello spettatore, però le ho trovate adatte al punto giusto.
Per i disegni, la fotografia, ecc., penso che non siano un granché, infatti i volti non sono molto caratterizzati, sembrano quasi una bozza, però non si possono definire orribili.
Il doppiaggio italiano l'ho trovato buono, dopotutto Rai 4 fa sempre un ottimo lavoro. "Tokyo Magnitude 8.0" non è un'opera ottima in tutti i contesti (d'altronde nulla sarà sempre perfetto in questo mondo, visto che la gente può apprezzare e no), ma è originale, perché è stata creata per mettere all'avanguardia il Giappone di fronte a possibili terremoti. In effetti l'anime è del 2009 e l'anno scorso ci fu il tragico terremoto dell'11 marzo.

Forse l'opera potrebbe annoiare a tratti, ma consiglio di guardarla, ci sono alcune scene commoventi che molti ritengono "forzate". In effetti è o potrebbe essere così, però c'è chi si commuove perché sa che voluta a forza o no, la situazione è comunque tragica. La mia valutazione complessiva è 8 anche per il bel messaggio che si vuole dare ai bambini e adolescenti diffidenti della propria famiglia, non risparmiando nemmeno di farli riflettere su ciò che accade nel mondo quasi frequentemente.

bob71

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
La terra trema

Pur rientrando a tutti gli effetti nel genere catastrofico "Tokyo magnitude 8.0" è lontano anni luce da certe produzioni hollywoodiane ad alto tasso spettacolare e tenta una strada nuova nel raccontare una calamità naturale attraverso una narrazione filmica.
L'anime, prodotto nel 2009, con l'intento di mostrare gli effetti e le reazioni a una catastrofe di tale intensità, si basava su previsioni statistiche secondo cui, con una probabilità del 70%, entro trent'anni un forte terremoto avrebbe colpito quel paese, come poi è avvenuto l'11 marzo 2011 (la magnitudo registrata è stata di 8.9). Dopo tale avvenimento tuttavia le repliche dell'anime, seguitissimo in Giappone e vincitore dell'Excellence Prize al Japan's Media Art Festival, sono state interrotte.

All'inizio delle vacanze estive Yūki e Mirai, rispettivamente fratello e sorella, si recano a una mostra di robot sull'isola di Odaiba nella baia di Tokyo. Durante la visita vengono sorpresi da un potente terremoto che getta nel panico la popolazione e causa il crollo di numerosi edifici. Separati dalla confusione e dalla calca i due fratelli si ricongiungeranno grazie a Mari, una risoluta e altruista pony express, che li aiuterà nel tentativo di fare ritorno a casa, unendosi all'esodo dei sopravvissuti in una Tokyo irriconoscibile e sommersa dalle macerie.

Gli autori Masaki Tachibana e Natsuko Takahashi, nelle undici puntate della serie, creano un'interessante operazione di docu-fiction animata unendo la vicenda drammatica dei due fratellini a un approccio documentaristico che si avvale di simulazioni e studi di livello scientifico e sociologico sulle reazioni di autorità e vittime di fronte a un terremoto; il tutto realizzato con le tecniche dell'animazione. Il senso di realismo è accentuato anche dalla presenza di Christel Takigawa, annunciatrice realmente esistente che interpreta se stessa nelle vesti di conduttrice dell'edizione straordinaria del TG di Fuji TV.
Il risultato è un anime coinvolgente che funge anche da istruttivo codice comportamentale in caso di sisma. A farne le spese è il ritmo appiattito delle sequenze, che si dipana in maniera fin troppo regolare per una fruizione di carattere didattico rivolta a tutte le età.
Sacrificando la tempistica della narrazione agli autori non resta che concentrarsi sul profilo dei personaggi che, scrupolosamente sfumati e tratteggiati nella loro psicologia, ci restituisce tre intensi ritratti di protagonisti. Si fa molto leva sull'emotività dello spettatore indulgendo nelle scene patetiche calibrate sapientemente per commuovere, ma anche e soprattutto si descrivono meticolosamente le reazioni e i sentimenti dei protagonisti verso i quali non si può non creare empatia di fronte alla tragedia.
La realizzazione tecnico/artistica è buona e assolve degnamente al suo compito illustrativo evitando accuratamente di scadere nell'auto-compiacimento spettacolare.
Completano il quadro le due belle sigle che descrivono l'interessante lavoro eseguito dal direttore della fotografia sui fondali scenografici.

La sensibilità verso questo tipo di problematiche è molto viva in un paese che periodicamente affronta questi pericoli per via della sua conformazione geologica (ogni riferimento all'Italia è del tutto casuale), ma questa serie ha una marcia in più, perché parla della quotidianità della vita in Giappone e descrive la vita così com'è, a cominciare dall'obbligo dei supermercati di distribuire cibo gratis durante le emergenze.
"Tokyo magnitude 8.0" è una miniserie dall'impostazione originale, affatto banale, che punta al contempo a educare e intrattenere con un linguaggio fruibile da ogni tipo di pubblico.

Utente10093

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Utente10093

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
"Tokyo Magnitude 8.0" è un anime ideato dallo studio Bones, che narra la vicenda di due fratelli, Mirai e suo fratello minore Yuuky.
Il titolo di questa serie deriva proprio dal terremoto di magnitudo 8.0 che ha colpito la città di Tokyo, mentre i due fratelli erano a una mostra di Roboth. La serie procede con i due ragazzini che dopo il devastante terremoto si incamminano verso casa, accompagnati da una signora, che vedendoli da soli ha deciso di tenerli sotto la sua supervisione e di assicurarsi di farli ritornare a casa sani e salvi.
La storia è caratterizzata da un finale davvero commovente e toccante, che guardando credo sia praticamente impossibile non commuoversi.

Secondo il mio parere, serie con un numero così basso di episodi, come in questo caso solamente undici, non sarebbero in grado di soddisfare lo spettatore, dato che in soli undici episodi è difficile essere dettagliati nei particolari e approfondire la storia. Vedendo questa serie invece, devo ricredermi, perché anche avendo pochi episodi secondo me riesce a soddisfare qualsiasi curiosità dello spettatore, difatti nessun particolare è lasciato al caso, e a fine serie nessuna parte è stata lasciata in sospeso.
Credo che l'idea di ideare una serie che abbia come argomento principale una calamità naturale, come in questo caso un terremoto, sia ottima, dato che in Giappone eventi catastrofici come terremoti o tsunami siano sfortunatamente frequenti.

Passando al lato tecnico, credo che in generale "Tokyo Magnitude 8.0" sia una serie ben realizzata, con una trama a parere mio abbastanza dettagliata, anche se, come già detto in precedenza, si tratta di una serie che conta in totale solamente undici episodi.
Il character design non è a parere mio il massimo che si possa ottenere, dato che le figure delle persone sono caratterizzate da un disegno davvero molto semplice, che a volte potrebbe sembrare leggermente trascurato.
Il mio riferimento invece non va alla città distrutta, e ai particolari dell'ambiente disastrato, che sono a mio parere molto precisi e ben dettagliati.
In definitiva credo che "Tokyo Magnitude 8.0" sia davvero un'ottima serie, che consiglio a tutti coloro che vorrebbero dedicarsi a una visione veloce e non impegnativa, ma davvero molto toccante e commovente.


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accidenti

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
E se a Tokyo ci fosse un terremoto? Possibilità remota? Non credo proprio, tanto è vero che i creatori di questa serie hanno deciso di presentarci uno scenario di quello che accadrebbe se questa calamità naturale si abbattesse sulla capitale nipponica, utilizzando numerose ricerche e studi dedicati.
La serie, infatti, tratta di due fratelli che, accompagnati da una donna incontrata per caso, cercano di tornare a casa dopo il terremoto. Dovranno camminare svariati chilometri per arrivarci, perché i mezzi di trasporto sono fuori uso e le strade inagibili. Durante il loro tragitto osserveranno la devastazione fisica e metafisica generata dal sisma.

La base di partenza per capire la serie è proprio la decisione dei creatori di cercare di essere il più realistici possibile. Per farlo si avvalgono di 11 episodi ben congegnati e strutturati tra loro. I tempi adottati non sono troppo lunghi né giustamente troppo serrati e le relazioni tra i tre protagonisti(ovviamente giapponesi) sono equilibrate e le situazioni che essi si troveranno a vivere non sono mai eccessive ma molto nipponiche; l'anime è uno spaccato veritiero di quello che potrebbe capitare. Finalmente un prodotto fresco e originale sia nella trama sia nell'esecuzione.

Il moderato tempo che ci vuole per vederla fa di questa serie una valida alternativa alle lunghe (il doppio, di solito) serie più rinomate.
"Tokyo Magnitude 8.0" è un prodotto probabilmente di nicchia, ma ce ne fossero di più così…


 2
Surymae

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Una catastrofe naturale: un argomento capace di far sbizzarrire degli sceneggiatori. Quanti modi per parlarne, quanti temi da affrontare, quante trame da sviluppare. La principale domanda da porsi è: si vuole fare un'opera realistica, oppure ci si vuole prendere delle licenze rispetto alla realtà? Non sono sicura che chi si è occupato di "Tokyo Magnitude 8.0" fosse sicuro della risposta data...

Mirai Onazawa ha solo tredici anni, ma quanto a pessimismo in pochi la battono, anche tra gli adulti. In particolare è molto critica sulla sua famiglia: non vanno in vacanza da chissà quanto, perché mamma e papà lavorano sempre; e quando tornano a casa - stanchi morti - passano gran parte del loro tempo a litigare. E chi pensate debba badare al fratellino Yuki in loro assenza, eh? Ovvio, Mirai.
Per questo è lei a doverlo portare a una mostra di robot - sua grande passione, che naturalmente non condivide - sull'isola artificiale di Odaiba. Mentre Yuki è alla toilette, lei lo aspetta fuori armeggiando con il cellulare, il suo unico rifugio dalla cattiveria degli adulti. Quanto vorrebbe che il mondo crollasse in pezzi... Che è esattamente quello che accade di lì a pochi secondi: un terribile terremoto di magnitudo 8.0 si scatena sulla capitale giapponese. Mirai ritrova il fratello, rimasto ancora nell'edificio mezzo crollato della mostra; nella ricerca viene aiutata da una signora, Mari Kusakabe.
Ma i problemi non sono ancora finiti. La casa degli Onazawa è piuttosto lontana da Odaiba, e tutte le principali vie di comunicazione sono state distrutte. I due fratellini non sanno che fare, ma per fortuna in loro aiuto interviene Mari. Nonostante abbia madre e figlia che l'aspettino, infatti, si offre di portarli a casa, visto che abitano in zone vicine. Nonostante sia diffidente, Mirai accetta. Così i tre partono alla volta delle loro abitazioni, sperando di trovare ancora vivi i loro cari e promettendosi di tornare a casa tutti insieme. Ce la faranno?

A prima vista sembra che "Tokyo Magnitude 8.0" abbia optato per l'approccio più realistico, al punto che si può quasi parlare di "docu fiction". Questo si può vedere già dall'opening, raffigurante le devastazioni portate dal terremoto. La casa di produzione ha fatto diversi studi e proiezioni sull'impatto di una tale catastrofe, e si vede.
Andando oltre la sigla di testa, la finalità didattica è lampante. Mirai e Yuki rappresentano quello che non si deve fare: li vediamo, infatti, compiere con precisione matematica l'azione più pericolosa nel dato contesto, come rifugiarsi in edifici chiaramente pericolanti, separarsi dall'adulto di turno per motivi sciocchi, ecc. A volte sembra quasi esagerato, visto che la prevenzione sui terremoti in Giappone comincia sin da piccoli. Tuttavia, un conto è l'esercitazione e un conto è trovarsi nella situazione reale, quindi ci sta. E poi non bisogna dimenticarsi che ci troviamo di fronte dei bambini.
Di contro, Mari sa sempre cosa fare. Chi conosce a menadito la macchina dei soccorsi? Chi aiuta le persone in difficoltà? Chi inculca alla cinica Mirai la fiducia negli adulti? Si contano sulla punta delle dita le volte in cui si lascia trascinare dall'emozione, dandole così un'aria da Mary Sue - nel gergo delle fanfiction, il personaggio perfetto in ogni situazione - che non giova molto all'economia della storia. Senza contare che quasi tutti gli altri adulti presenti non si comportano così bene...

In ogni caso la serie raggiunge il suo scopo educativo a colpo sicuro, e l'impalcatura della trama è inattaccabile... almeno fino all'episodio 8. In quel momento si verifica una svolta plateale con tanto di elemento sovrannaturale che stona con il realismo estremo adottato prima. Dire di più significherebbe fare spoiler pesanti; sappiate solo che il culmine viene raggiunto nel finale, dove si aggiunge pure una per niente velata voglia di far piangere lo spettatore a tutti i costi. Io, semmai, piangerei per lo spreco di quanto di buono fatto in precedenza.

Per fortuna in "Tokyo Magnitude..." c'è un elemento trattato alla perfezione: la caratterizzazione dei personaggi. Ciò è evidente soprattutto in Mirai, che compie non solo un viaggio fisico ma anche psicologico. Naturalmente sarà un percorso irto di ostacoli: sarà costretta a fidarsi di un adulto - che lei crede, a torto, tutti inaffidabili ed egoisti - dovrà prendersi cura di suo fratello e assumersi le sue responsabilità. Chi innescherà questo processo sarà Mari, che riesce a non far pesare ai suoi piccoli accompagnatori l'angoscia di non sapere come stanno i propri cari. Notevole, comunque, anche la caratterizzazione di molti personaggi secondari, come il signor Furuichi, che usa il suo dolore per aiutare gli altri, o il "robotaku" Kento.

Il comparto tecnico è, come tutte le serie di oggi, buono. Il character design, semplicissimo, può piacere o non piacere, ma il contrasto con la drammaticità dei temi è gradevole; la fotografia e la regia sono ottime, soprattutto nelle scene più a effetto; le musiche, invece, non sono niente di trascendentale, e svolgono il loro compito senza infamia e senza lode. Il doppiaggio italiano si distingue per le voci azzeccate e la recitazione professionale, che riesce a non essere stucchevole nei passaggi più drammatici.

Certo, "Tokyo Magnitude 8.0" non è una serie perfetta: l'indecisione su quale approccio usare per questo difficile argomento ha il suo peso, perché il cambiamento è improvviso e fuori luogo. Tuttavia, è anche un anime pieno di pregi: l'ideale per chi ha voglia di godersi una storia di crescita personale piena di buoni sentimenti e avvincente.


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Turboo Stefo

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
In Giappone i terremoti sono un evento relativamente comune, per via dell'instabilità geologica del paese. Questo ha reso la popolazione abituata a tali emergenze nate da scosse più o meno intense, ma se arrivasse una scossa molto potente? Questo è stato, probabilmente, il pensiero dell'autrice Natsuko Takahashi che ha collaborato con lo Studio Bones per creare un anime molto curato e studiato, basato su reali ricerche e simulazioni. Tutto questo avviene all'incirca un anno e mezzo prima del terribile terremoto di magnitudo 9 che ha colpito Sendai nell'11 marzo 2011.

Mirai è una ragazza di tredici anni, e come tutte le sue coetanee comincia ad avere pensieri sul futuro che unendosi a mille altri crea i tipici sbalzi di umori e il comportamento criptico visibile in ogni adolescente, senza contare la situazione familiare nata dai genitori perennemente impegnati con il lavoro che lasciano spesso soli i due figli, ignorando anche un semplice gesto come una torta rotonda per il compleanno. Proprio per via di questi impegni lavorativi Mirai è costretta ad accompagnare il fratellino Yuki ad una mostra sui Robot, anche se in realtà il piccolo voleva andare a prendere un regalo per la madre. Peccato che proprio quando si trovino al centro commerciale uno strano silenzio si propaga, gli stormi di uccelli scappano dalle fronde e con un sommesso rombo la terra inizia a tremare. Fortunatamente i due fratelli sono incolumi, e tra tanto dolore e paura troveranno una madre dal cuore generoso e gentile che decide di accompagnarli fino a casa.
I primi episodi sono incredibilmente appassionanti, ed è impossibile per lo spettatore non rimanere letteralmente incollato al televisore. Lo scenario è ben studiato mentre osservare la città di Tokyo vacillare e cadere a pezzi è incredibilmente inquietante, seppur sia chiaramente un'opera di finzione. Proseguendo la storia punta molto all'ottima ricostruzione, inizialmente si può osservare lo smarrimento misto a paura vagare tra la popolazione, che oltre a mettersi in salvo cerca di aiutarsi a vicenda in attesa dei soccorsi, e non mancheranno piccole isterie di massa. Successivamente arriveranno i soccorsi ed anche qui si può ammirare l'efficienza degli aiuti che sfruttano l'ottima collaborazione tra abitanti, militari ed altri corpi organizzati, dai militari agli ospedali. Non mancano anche "anticipazioni" come mostra la discesa in campo di robot destinati alle operazioni di salvataggio, ancora un prototipo quando l'opera è stata realizzata.
Sotto l'aspetto puramente tecnico l'opera quindi risulta ottima e riesce nel suo intento, però nonostante questo sia l'aspetto che funge da perno per la costruzione dell'anime il tutto deve avere un motivo per svilupparsi, ecco quindi che si spiega la presenza della storia di Mirai e Yuki: un mezzo che permette di mostrare le diverse situazioni mentre si intriga lo spettatore con una storia dall'atmosfera triste, che parla dell'amore fraterno e soprattutto di valori familiari che nella società moderna sembrano perdersi. Ovviamente per poter riuscire a mostrare tutte le situazioni senza dover creare più di un filone narrativo la storia subisce notevoli forzature oltre a qualche eccessivo temporeggiamento, mostrando come apparentemente i protagonisti siano perseguitati dalla sfortuna anche se si salvano sempre in extremis. Tuttavia anche la storia rivela interessanti spunti, come i re-incontri con la famiglia o la paura di alzare un telo per effettuare un'identificazione.
Si arriva così tra momenti felici ed altri tristi all'atteso finale che riuscirà a stupire - se non gli spettatori più accorti - con un ultimo e pesante colpo di scena che nella sua drammaticità eccessivamente ricercata risulta forse eccessivamente fuori luogo, anche se viene sfruttato per regalare un finale con un senso all'intera opera.
Forse l'aspetto più curato in assoluto, ma che passa in secondo piano, sono le sublimi caratterizzazioni. Apparentemente non paiono particolarmente profonde se non funzionali, ma lentamente mostrano una cura approfondita e realistica. Yuki incarna benissimo la figura del bambino, con i suoi modi velati e contorni per portare felicità alla famiglia e i piccoli gesti che sono legati a significati più profondi, come il vedere un ponte o disegnare un biglietto di auguri, mentre proseguendo mostra come da importanza a piccole cose quali una pianta da poco interrata nel giardino. Mirai invece è l'esempio perfetto dell'adolescente perennemente in guerra con la famiglia e con se stessa, mostrando un comportamento scostante e che non sempre riesce a esprimere bene i suoi sentimenti. Per finire c'è Mari che incarna una donna adulta che vuole aiutare i due giovani mettendo in secondo piano la propria volontà, portando dentro di se tutto il dolore e le paure fino a quando non saranno troppe da sopportare.
Questi tre personaggi quindi, perfettamente curati, sono un gruppo che risulta efficace anche per mostrare le varie reazioni delle varie fasce d'età in particolari situazioni.

A livello grafico sicuramente l'opera salta all'occhio per il suo inatteso contrasto tra gli sfondi, curatissimi e realistici, e il character design, minimalista e semplice. Quest'ultimo tuttavia risulta gradevole e rivela un'incredibile espressività molto coinvolgente.
Ovviamente gli scenari apocalittici accuratamente costruiti sono talmente curati da risultare agghiaccianti, soprattutto quando durante il terremoto e le scosse di assestamento si possono "ammirare" palazzi e ponti tremare violentemente per via dei terribili sussulti, e grazie all'ottima animazione computerizzata potrebbero anche dare la nausea per come sono riusciti.
Ottimi infine anche i giochi di luce e la computer grafica, ottimamente integrata e spesso utilizzata per piccoli particolari, come ad esempio i livelli più lontani della folla.
Nel complesso tra disegni, sfondi e animazione, arricchiti dalla CG e dall'ottima regia, si ha un profilo tecnico completo e funzionale.

La colonna sonora non è da meno, sia per le orecchiabili sigle che per le tracce che calzano la storia, spesso formate da toni leggeri e delicati ma che sottolineano bene i diversi momenti. L'aspetto tuttavia più riuscito è sicuramente quello degli effetti sonori che rendono il tutto più avvolgente e intenso: il silenzio che anticipa il cupo rombo, seguito da edifici che crollano e vetri che cadono a pezzi, mentre si sento urla, richieste di aiuto. Anche le situazioni più tranquille ne traggono profitto, grazie agli effetti ambientali, ai rumori dei passi, oppure i borbottii della folla.
La Yamato Video ne ha acquisito i diritti per la versione italiana, regalando un buon adattamento e un doppiaggio inaspettatamente riuscito e coinvolgente.

L'opera è il frutto di accurati studi e simulazioni, proprio per questo risulta incredibilmente realistica sotto i vari aspetti del terremoto, dalle conseguenze all'arrivo dei soccorsi, la loro organizzazione, e tutto ciò che ne consegue. Il tutto è sviluppato attraverso una storia che si macchia di forzature, soprattutto nel eccessivamente drammatico finale, ma racchiude in se diversi messaggi sulla vita e rispolvera valori familiari che apparentemente sono destinati a sparire. E non meno importante, se si è abbastanza emotivi e si chiuderà volentieri un occhio su questi difetti, si può indubbiamente godere di una storia appassionante e che potrebbe anche toccare nel profondo l'animo dello spettatore grazie ad alcuni passaggi commoventi.
Proprio per questo mix di pregi e difetti "Tokyo Magnitude 8.0" è un anime che, volente o nolente, ogni fan dell'animazione dovrebbe vedere - grazie anche alla brevità di 11 soli episodi non si propone come una serie impegnativa - ma anche chi non è avvezzo all'animazione giapponese potrebbe rimanerne affascinato.


 6
Sonoko

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Ho finalmente visto anch'io questo gioiellino dell'animazione giapponese e devo dire che è davvero stupendo!

Fin dall'inizio la storia mi ha dato i brividi. A molti sarà capitato, in certi momenti della propria vita, di sentirsi depressi e stanchi di tutto, arrivando magari a desiderare, anche solo per un istante, che questo mondo finisca... e se questo desiderio, espresso così, tanto per sfogo, fosse subito realizzato? E' quello che succede a Mirai, una ragazzina giapponese stanca della sua vita, che ritiene piatta ed insignificante. I suoi genitori sono sempre troppo impegnati con il lavoro, tanto non potersi nemmeno permettere di staccare per andare in vacanza, e così spesso le affidano il fratellino Yuki, obbligandola a rinunciare ad uscire con le amiche come ogni ragazzina della sua età... Così un giorno, mentre aspetta Yuki fuori dall'edificio dove si tiene una mostra di robot (dove lo aveva accompagnato da sola perché i genitori come al solito non avevano trovato il tempo) pensa e scrive sul cellulare: "Un mondo così sarebbe molto meglio che sparisse!!!" Ed appena pochi istanti dopo la terra trema...

Ho letto che Tokyo magnitude 8.0 può essere considerato un documentario, una sorta di manuale che spiega il comportamento che i giapponesi dovrebbero adottare, mostrando i comportamenti da prendere a modello (Mari rappresenta l'ideale di adulto, addirittura troppo responsabile ed altruista per essere vera!), ma anche mostrando condotte sbagliate (tipo quella dei bambini, che si allontanano all'improvviso nella confusione o che si mettono in situazioni assurdamente pericolose senza validi motivi), in caso di una nuova catastrofe naturale simile al terribile terremoto del Kanto, considerando che purtroppo in Giappone è una zona così altamente sismica. Sì, posso essere d'accordo con questa interpretazione della storia, ma sinceramente non la vedo solo in questo modo. Io credo che attraverso il terribile susseguirsi degli eventi, anche con quel pizzico di fantastico (ma come possiamo essere del tutto certi che lo sia?) in quel finale che commuove tantissimo, Tokyo magnitude 8.0 voglia anche farci riflettere sulle vere priorità della vita, su dove possa essere la vera felicità, che spesso noi cerchiamo chissà dove ed invece sta proprio in quelle piccole cose di tutti i giorni, che diamo troppo per banali e scontate ed invece finiscono per essere apprezzate soltanto quando rischiamo di perderle o quando vengono perse. E probabilmente questo è quanto avrà desiderato Mirai nel corso delle 11 puntate, di tornare indietro a quella sera, tranquilla come tante altre, in cui aveva mangiato così malvolentieri insieme a Yuki quella fetta triangolare di torta (del tutto inappropriata per festeggiare un compleanno, perché una torta di compleanno deve essere rotonda, diceva lei!) che aveva offerto loro la mamma!

Tokyo magnitude 8.0 consiste soltanto di 11 puntate, ma sono tutte molto intense ed avvincenti, e trovo che non ci sia nulla di inutile, nemmeno la tanto criticata puntata sui robot di soccorso! Inoltre, nonostante la presenza di alcune esagerazioni, come la sopra citata caratterizzazione di Mari adulta perfetta, trovo che certe situazioni siano mostrate con notevole realismo, per quanto drammatico questo possa risultare...

La storia mi ha un pò ricordato Una tomba per le lucciole (anche se ovviamente il capolavoro di Takahata resta notevolmente migliore): anche Tokyo magnitude 8.0 è la chiara dimostrazione che "anime" non indica necessariamente un prodotto per bambini, ma che anzi, spesso, è molto più adatto per gli adulti, che da esso potrebbero avere molto da imparare. Insomma, altro che domenica mattina, questo anime avrebbe meritato la prima serata di RAI 4, per ricevere davvero l'attenzione e l'ascolto che merita.

L'animazione ed il character design non sono granché, ma questo è uno di quei casi in cui tali elementi, per me di solito molto importanti per la valutazione, diventano assai insignificanti, perciò dò senza problemi a questa serie un bel 10 pieno!


 1
Hachi194

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
In una calda mattina d'estate Mirai accompagna il fratellino Yuki ad Odaiba per vedere una mostra di robot. Mentre i due bambini sono sull'isola, un forte terremoto di magnitudo 8.0 (da qui il titolo) colpisce la città. I trasporti sono interrotti così come le comunicazioni. I bambini decidono così di tornare a piedi verso casa, nella speranza di ritrovare i genitori. In questo viaggio li accompagna Mari,una giovane donna che prende a cuore la situazione dei piccoli e che comunque abita anche lei nella stessa direzione.
Avevo sentito parlare molto di questa serie, ma dopo averla vista devo dire che non mi ha colpito particolarmente. Intendiamoci, non è orrenda (infatti le ho dato la sufficienza), si può vedere, ma si può anche perdere. Per me il problema più grande credo che sia stato vedere la serie dopo che un vero terremoto ha colpito il nord del Giappone. Abbiamo tutti visto cosa vuol dire realmente e vederlo poi in un anime a me ha lasciato un po' di amaro in bocca. Nonostante all'inizio di ogni episodio ci venga detto che quello che vedremo è frutto di studi e simulazioni approfondite, ho trovato eccessive alcune cose (crollo di ponti e di simboli della città) e mi ha perplesso il fatto che non si parlasse di un possibile tsunami, in fondo Tokyo è sul mare.
Anche tecnicamente parlando l'ho trovato molto semplice sia nel disegno dei personaggi che in quello degli sfondi. La storia è molto semplice e vira spesso nello strappalacrime. I personaggi hanno una psicologia definita e, benché si trovino in una situazione fuori dall'ordinario, non evolvono granché, forse anche a causa del ridotto numero di episodi. Doppiaggio e soundtrack nella norma. Consigliato solo agli amanti del genere "che bello, ho pianto tanto" : tenete pronti i fazzoletti!


 2
Enid

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Quando in un'opera, di qualsiasi tipo essa sia, si decide di trattare argomenti del calibro di quelli di Tokyo Magnitude 8.0, si deve stabilire se farlo o con un occhio di riguardo alla sensibilità di chi potrebbe guardarlo o in modo dissacrante così da realizzare un prodotto d'impatto mai visto prima.
Il problema di Tokyo Magnitude 8.0 è che nessuna delle due precedenti modalità viene adottata e se, per quanto concerne la seconda lo sospettavo, pensavo che almeno avrebbero introdotto un minimo di vera emozione in questo anime che, al contrario, si è rivelato uno scontato susseguirsi di catastrofi.

Gli undici episodi della serie ruotano intorno ai fratelli Onosawa. Lei, l'undicenne Mirai, viene obbligata dai genitori nei primi giorni delle vacanze estive ad accompagnare il fratello Yūchi, sette anni, all'isola artificiale di Odaiba per vedere una mostra sui robot che interessava al bambino. Mentre si trovano ancora a Odaiba i due fratelli sono travolti, così come tutta Tokyo, da un terremoto di magnitudo 8.0 della scala Richter. Fortunatamente incappano in Mari,una giovane e volenterosa donna che si offre di accompagnarli a casa, ovvero a Setagaya.
Con queste premesse il prodotto avrebbe potuto presentarsi come una sorta di documentario animato vissuto dall'interno, un viaggio realistico e doloroso, ma al contempo pieno di speranza - i protagonisti sono bambini e i bambini in fondo hanno sempre rappresentato il futuro - verso casa.

Il problema di Tokyo Magnitude 8.0 è che la disperazione e il dolore lo spettatore se li perde per strada. Vissute invero attraverso gli occhi di Mirai il terremoto e le sue conseguenze più gravi, che non sono tanto la distruzione del Rainbow Bridge e della Tokyo Tower, ma la distruzione della vita umana, ovvero la morte, sfumano agli occhi dello spettatore, che sembra intravederle per un sola manciata di minuti per poi risvegliarsi con un sospiro di sollievo dal sogno.
Ma in verità, la realtà che dal settimo episodio in poi ci viene suggerita non è altro che un'alterazione degli eventi propostaci da Mirai, dalla quale non ci libereremo fino al decimo episodio.
Ora, ben comprendo che a fronte di un trauma del genere la psiche di Mirai abbia attivato i propri meccanismi difensivi e mascherato la realtà; quello che però mi chiedo era quale fosse la necessità di tenere legato lo spettatore a questa distorta visuale per ben tre episodi.
Tokyo Magnitude 8.0 non è quindi una fedele, seppur immaginata attraverso ricerche e studi, rappresentazione di un terremoto come potrebbe sembrare esteriormente, bensì il racconto di un terremoto interiore che colpisce la protagonista dal momento in cui pensa quanto desidererebbe che il mondo andasse in pezzi fino al suo ritorno a casa.

Nonostante non brilli propriamente per innovatività, un pregio di questo prodotto è lo spazio concesso ai tre personaggi principali e alla loro analisi interiore, specialmente quella di Mirai, che risulta particolarmente accurata. Altro punto a favore di Tokyo magnitude 8.0 è l'aspetto tecnico riguardante la grafica: il character design è veramente molto essenziale, quasi scarno, ma le rappresentazioni dei danni subiti dalla capitale giapponese sono apprezzabili nella loro accuratezza. Elemento ulteriore di questi undici episodi è la scelta della musica dai toni soffusi e quasi impercettibili, che si contrappongono alla opening "Kimi no uta" degli Abingdon Boys School e alla maggiormente orecchiabile,e forse adatta a questo prodotto, ending "M/elody" di Shion Tsuji.

In conclusione da Tokyo Magnitude 8.0 mi aspettavo ben altro, purtroppo le mie aspettative sono state alquanto deluse. Forse mi si potrebbe tacciare di poca sensibilità, ma l'eccessiva forzatura di alcuni eventi che non portano veridicità alla produzione, ma solo ulteriore motivo di indotta commozione nello spettatore, mi hanno fatto decisamente storcere il naso.


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Shiro-san

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Tokyo magnitude 8.0 è una serie atipica, diversa in tutto e per tutto dalle centinaia di prodotti che sono scaturiti all'interno dell'animazione giapponese negli ultimi anni.
Parto a scrivere questa recensione dandovi qualche informazione tecnica per poi addentrarmi in una serie di riflessioni e di pareri più personali.
Tokyo magnitude 8.0 è un anime del 2009 trasmesso nell'ormai conosciutissimo contenitore di Fuji TV, noitaminA. Prodotto dallo studio Bones, esso ci presenta una cornice tecnica d'eccezione… insomma, musica (opening del famoso gruppo degli abingdon boys e soundtrack di Koh Otani) e grafica sono supportati da "pezzi grossi" del settore.

Partendo da queste premesse l'anime promette molto bene senza, inoltre, andare a contare il tema principale della serie: il terremoto. Il Giappone, come tutti saprete bene, è un paese martoriato da centinaia di terremoti ogni anno e studi scientifici hanno stabilito che nei prossimi 30 lustri potrebbe verificarsi il "big one" : una scossa tellurica di potenza superiore o pari a 8 gradi della scala Richter nella zona di Tokyo (la megalopoli, contando le sue ramificazioni, più grande del mondo). Basandosi su questi dati e su studi approfonditi la catastrofe dipinta dalla Bones è servita.

Il terremoto è il cuore di quest'opera. Viene presentato fedelmente un possibile scenario, ma soprattutto viene descritta la "tamashi" giapponese: la loro anima e il loro vero comportamento di fronte al terribile cataclisma. Calma e serenità esteriori che spesso mascherano drammi immensi vissuti nel profondo del loro spirito.
Il lungo ritorno verso casa da parte dei personaggi rappresenta un viaggio attraverso il dolore, la speranza, la perdita e, infine, la rinascita. Posso in qualche modo andare a confrontare questo anime con un'altra opera estremamente toccante e ambientata all'interno di una catastrofe: "la Tregua" di Primo Levi.

Dopo avervi dato un "quadretto" sintetico del lavoro passo ad analizzare quello che è stato Tokyo magnitude 8.0 per il sottoscritto. Parto col dire che la descrizione del cataclisma è ottima e i background sono eccellenti, ma, purtroppo, il resto dell'anime non mi ha attratto allo stesso modo. Il motivo è semplice: la presenza di protagonisti deboli. Forse deboli non è un termine propriamente corretto, ma proverò a spiegare meglio quello che intendo. I due fratellini, Mirai e Yuuki, e Mari, la donna che li aiuta nel lungo viaggio di ritorno, sono dei personaggi che potrebbero anche sostenere l'impianto narrativo, ma il problema sono i comportamenti e le azioni forzate lungo la storia che distorcono le loro figure: litigi continui, smarrimenti, drammi e gioie, pentimenti, scelte auto-lesionistiche… troppi temi concentrati in personaggi che avrebbero dovuto essere lo sfondo al dramma del terremoto e non l'opposto.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Sono definitivamente troppe le casualità e le incongruenze lungo la narrazione. Tralasciando episodi inutili alla struttura di Tokyo magnitude 8.0 (per esempio quello dei robot) vi sono forzature che non si possono accettare. Mi scusino coloro che si apprestano a guardare l'anime, ma, per avvalorare la mia ipotesi, devo portare alla vostra attenzione degli avvenimenti conclusivi: quando Mari riesce finalmente a tornare nel suo quartiere distrutto dall'incendio trova dei feretri che presentano esattamente la stessa fisionomia di sua madre e sua figlia… per poi scoprire subito dopo che sono sane e salve nell'edificio adiacente. Va bene l'"happy ending" (che poi come si vedrà dall'episodio successivo non lo è assolutamente) ma qui è estremamente fastidioso e sicuramente eccessivo.

Fine parte contenente spoiler

Dovrei andare a parlarvi infine della conclusione a quest'opera: parte peggiore e migliore allo stesso tempo per lo spettatore.
Partiamo dalle cose negative poiché è a mio parere inclassificabile la scelta di inserire una commistione fra reale e finzione in un'opera che è strettamente legata alla "Realtà". Non posso entrare nei dettagli per evitarvi spoiler ma vi basti sapere che i produttori hanno strutturato la seconda parte dell'anime per arrivare ad un finale strappalacrime assolutamente slegato alla dura realtà del cataclisma. L'ambito spirituale io l'avrei lasciato ad altri prodotti.
Vi sembrerà un controsenso ma la positività del finale è racchiusa nella sua più grande pecca. Infatti, se questo mix "reale-non reale" è sicuramente incoerente, esso garantisce allo stesso tempo un'impennata emotiva che non ci sarebbe mai stata senza questo stratagemma.
Si sacrifica la linearità per i sentimenti. Scelta discutibile ma che si può accettare.

In definitiva, nonostante il mio voto non alto e le mie critiche, vi consiglio Tokyo Magnitude 8.0 per la sua descrizione di un popolo che, volente o nolente, è obbligato a convivere con la parte più violenta e terribile della natura e dal quale abbiamo solo da imparare.

Tacchan

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
Tokyo Magnitude ha tradito le mie aspettative.
Le tante recensioni positive e i commenti letti in giro per il sito mi avevano spinto a cercare e seguire questo anime, che onestamente già mi aveva incuriosito al momento della sua pubblicazione giapponese. Più alte sono le aspettative, più grande è la delusione quando ci si rende conto che si sta visionando un prodotto che non ti riesce a prendere e che, anzi, ti annoia.

Come si più chiaramente evincere dal titolo l'anime è ambientato in una Tokyo inaspettatamente devastata da un potente cataclisma. La storia, in qualche modo profetica visto quanto accaduto un anno dopo la sua trasmissione nel mondo reale, si concentra sue due ragazzini, una bambina e il suo fratellino, che in mezzo al caos scatenatosi cercano di tornare a casa dai propri genitori.

Secondo quanto è annunciato all'inizio di ogni episodio l'anime propone una visione documentata e realistica di come la città di Tokyo reagirebbe ad un cataclisma di simili proporzioni, e ammetto che questo aspetto è ben proposto e risulta molto interessante. A livello informativo Tokyo Magnitude si dimostra un prodotto valido, sfortunatamente non è un documentario, opzione che visto il risultato finale sicuramente rimpiango. Il suo principale problema, per quel che mi riguarda, è che elegge a suoi protagonisti una irritante e viziata ragazzina e il suo ben più maturo fratellino e li segue durante la ricerca della loro casa, mentre passano di fianco, schivando per un pelo, una serie di ulteriori sciagure. Per rendere più partecipe lo spettatore gli sceneggiatori decidono di forzare un po' la mano e staccare con il realismo della ricostruzione, inoltre per caricarlo emotivamente optano per una serie di spettacolari e drammatici eventi che vanno a minare la credibilità del titolo. Come se non bastasse puntano su un finale dalle lacrime facili, ma in fin dei conti già il fatto di aver scelto due bambini come protagonisti era indicativo del fatto che si era scelta la strada più ovvia, quella che poteva provocare maggiore emotività e compassione nello spettatore.

Non sono uno che ha difficoltà ad emozionarsi: Una Tomba per le Lucciole mi fece scendere copiose lacrime, anche di recente Anohana non mi ha lasciato indifferente, sebbene fossero di sapore ben più dolce, mentre Tokyo Magnitude non è riuscito a scalfirmi. Colpa credo del fatto che è piuttosto lineare e prevedibile, avevo già intuito dove voleva arrivare. Inoltre, la scelta di voler emozionare lo spettatore a tutti i costi, si è rivelata per quel che mi riguarda controproducente, inducendomi a guardarlo in modo distaccato.

Tecnicamente si attesta su livelli buoni, mentre sicuramente quello che ho più apprezzato di Tokyo Magnitude sono le due sigle, molto carine.

Riassumendo, questo anime per quel che riguarda è stata una delusione: l'ho trovato forzatamente drammatico, poco spontaneo, troppo pilotato e paradossalmente, nel suo realismo, proprio per questi motivi irrealistico.


 3
manu88

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Questo è un anime in 11 episodi realizzato dallo studio Bones e distribuito in Italia da Yamato Video, e tra le altre cose vuole far vedere gli effetti disastrosi che può avere un terremoto di magnitudo 8 sulla città di Tokyo o su qualunque altra città del mondo. Chiaro è il riferimento al terribile sisma con conseguente maremoto che ha colpito la regione di Fukushima all'inizio di quest'anno.

Principalmente però la storia è incentrata su Mirai e il suo fratellino Yuki. La prima è una tredicenne molto delusa dal mondo in cerca di un cambiamento nella sua vita e passa tutto il tempo a messaggiare col cellulare, il secondo è uno dei classici bambini con la voglia di divertirsi. Essi sono inseriti in un contesto familiare assolutamente normale nella società di oggi: due genitori che, essendo spesso occupati con il lavoro, litigano quasi di continuo e non hanno mai il tempo per dedicarsi in modo adeguato ai loro figli. Gli eventi iniziano quando un giorno, all'inizio delle vacanze estive, Mirai è costretta dalla madre ad accompagnare Yuki ad una mostra di robot a Odaiba. Mentre sono per strada incontreranno di sfuggita una fattorina motociclista che sarà quella che li accompagnerà per quasi tutto il viaggio di ritorno a casa dopo il sisma Mari. Alla fine della visita, mentre Mirai aspetta fuori dall'edificio suo fratellino Yuki mandato da solo in bagno dalla sorella, si verifica il tanto atteso sisma che provoca centinaia di danni, morti e feriti. Mirai preoccupata ovviamente delle sorti del fratellino si mette a cercarlo da sola dentro l'edificio che sta per crollare ed è durante le ricerche che rincontra la famosa Mari ed insieme decidono di cercarlo. Dopo varie vicissitudini ed averlo trovato inizia il viaggio dei tre: Mirai e Yuki devono tornare a casa dai genitori e Mari deve raggiungere la madre e la figlia.

Per rendere al meglio gli scenari sono state fatte delle simulazioni e degli studi approfonditi come ci è anche spiegato anche dalla frase che introduce l'anime. I disegni non sono tecnicamente ben realizzati ma sono ugualmente funzionali allo scopo. Il doppiaggio è ottimo da parte di Yamato, anche se avrei preferito una voce diversa per Mirai dato che quella che gli hanno dato non sembra affatto di una tredicenne. Merita 10 perché ti emoziona e ti commuove fino alla fine soprattutto l'ultimo episodio e ti insegna come si deve tenere alla famiglia più di ogni altra cosa e di come la maggior parte delle persone vengano prese dal senso di solidarietà quando succedono catastrofi naturali di questo tipo. Veramente consigliato, un gioiellino da non perdere soprattutto per le emozioni che riesce a far provare.


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Eretria90

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Tokyo Magnitude 8.0 è un anime la cui storia si basa su un ipotetico terremoto nei pressi di Tokyo, Giappone. Ci tiene, attraverso un messaggio iniziale, a informare il pubblico che è un'opera di completa fantasia, basata sugli studi di eventuali catastrofi del genere, attraverso svariate simulazioni.
È altrettanto importante che lo spettatore sappia che quest'opera è stata realizzata nell'anno 2009. È quindi antecedente ai fatti dell'11 Marzo 2011, che hanno scosso la penisola nipponica con il terremoto di Sendai e del Tōhoku, con conseguente maremoto. Quest'ultimo ha avuto un sisma di magnitudo 9.0, il più potente mai riscontrato in Giappone.

Ma ora passiamo alla storia. La nostra protagonista è Mirai, una studentessa di scuola media, molto disillusa dal mondo e senza aspettative. Iniziano le vacanze estive e per Mirai non si prospetta nessun viaggio allettante, i suoi genitori saranno come al solito impegnati col lavoro, trascurando lei e il suo fratellino, Yuki. La catastrofe giunge non appena i due fratelli si trovano fuori città per una mostra di Robot, per la quale i genitori non hanno trovato il tempo di accompagnarli.
Con un'esclamazione fatidica, Mirai imprecherà sulla mancanza di "qualcosa di buono" nella sua vita, e su come sia meglio che questo mondo vada in pezzi. Ed è proprio così che hai inizio lo sfracello!
Con tal preludio, assistiamo all'avventura di Mirai e Yuki per uscire indenni da una Tokyo messa sottosopra, le strade in rovina, il caos di una popolazione in allarme e sempre in corsa, i piccoli bisogni quotidiani, la mancanza dei genitori, le morti lungo la strada e un cammino sempre più faticoso, per giungere a casa.
Fortuna vuole che ad accompagnare i due ragazzini ci sarà una giovane donna che non vede l'ora di tornare a casa per riabbracciare la sua piccola bambina. Quest'ultima, Mari, ha una personalità forte e disponibile, capace di insidiarsi nella fitta barriera che Mirai le ha imposto (a Mari come a molti altri adulti, che le ricordano le disattenzioni dei suoi genitori). Inoltre, la sua bontà non si sofferma solo sui protagonisti, ma anche sui passanti e su altre persone che incontreranno nel loro viaggio, lungo 11 episodi.

Questa serie d'animazione si lascia guardare con scorrevolezza, e non si dilunga troppo. Riesce a presentarsi in maniera estremamente realistica, concedendo molte informazioni su di un sistema decisamente organizzato quale è il Giappone, in caso di terremoto. Infatti, verranno spiegati molto semplicemente i vari tipi di scosse (d'assestamento o altro), il sistema d'evacuazione, l'organizzazione ospedaliera e dei soccorsi, ecc.
Al di là dello sguardo ingenuo dei nostri protagonisti, è possibile affrontare argomenti molto seri: l'assenza è a mio parere il tema ricorrente. Viene affrontato sotto vari punti di vista, come un figlio poco seguito dai genitori, o una madre in ansia per sua figlia, o di un'amica dispersa, o di una vittima sul ciglio della strada.

Artisticamente c'è un tratto appena abbozzato, scarno e infantile, che è in contrasto con il tipo di storia e con gli sfondi in rovina. A parer mio è pienamente voluto, per non render la storia troppo pesante e per percepirla meglio attraverso lo sguardo dei personaggi principali. Ne è un esempio il fatto che l'opening e l'ending hanno una grafica molto più dettagliata, oltre all'avere delle musiche davvero molto belle ed orecchiabili. Specialmente Melody, di Shion Tsuji, che risulta vivace e svelta, poco prima che l'episodio termini con l'annuncio televisivo delle conseguenze spaventose di questa strage.

Infine, mi sento di consigliare questa storia, seppure inizialmente ne diffidavo un po', perché nonostante racconti fatti importanti, trovavo il tono narrativo noioso e poco interessante. Ma tutto ciò, prende una piega diversa a metà del percorso, i fatti sono sempre più seri, concreti e toccanti. I sentimenti del pubblico verranno messi alla prova, le coscienze saranno colpite, si proverà un senso di empatia, e le lacrime sono assicurate.
Io suggerisco di provarlo.


 3
GianniGreed

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
Tokyo Magnitude 8.0 è un anime che ha come punto centrale un ipotetico terremoto che colpisce la zona di Tokyo, e si focalizza su tre protagonisti che cercano di tornare a casa loro, attraversando la città ormai distrutta.

A parte la buona realizzazione tecnica lo reputo un anime molto sopravalutato, magari per i giapponesi è diverso, ma a me ha detto veramente poco.
L'anime ha un elevato tasso di drammaticità e situazioni forzate messe apposta per far commuovere lo spettatore a tutti i costi, è vero che c'è stato il terremoto ma i tre protagonisti si trovano sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato: cade il ponte e loro sono lì, si ribalta la nave, idem, cade la Tokyo Tower e sono esattamente sotto.
Le ultime due puntate raggiungono poi l'apice, con un colpo di scena molto inutile e comunque ampliamente prevedibile. La parte finale è la peggiore, specialmente lo slide show di foto di Yuki da piccolo nel finale. Hanno voluto a tutti i costi far piangere, l'ho trovata una cosa sbagliata, a m,e anziché commuovermi, ha lasciato perplesso.
Alla fine, nonostante il titolo, il terremoto diventa solo lo sfondo della storia di Mirai e della sua crescita.

Il chara design è abbastanza anonimo, ma è giusto per questo tipo di storia, dove i protagonisti sono persone normali. Buono il doppiaggio italiano, con i doppiatori che hanno fornito una buona interpretazione, convincente nelle varie scene.
Tokyo Magnitude non mi è piaciuto molto, diciamo che mi aspettavo di più visto che è uno degli anime più incensati degli ultimi anni. Mi capita di commuovermi guardando gli anime, ma Tokyo Magnitude vuole far piangere per forza, e con me non ci è riuscito.


 2
dade88

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Anime che mi ha veramente impressionato, e, nonostante fossero solo 11 episodi, mi ha fatto affezionare a tutti i protagonisti, lasciandomi quell'amaro che si prova quando una serie che ti piace tanto si conclude.
Si tratta di un'opera che parte lentamente, con colpi di scena lenti, che sembrano inizialmente forzati ma che poi ti lasciano soddisfatto.

Ma andiamo con ordine: la storia narra le vicende di una ragazzina delle medie che viene sorpresa da un terremoto di magnitudo 8.0 mentre si trova ad Odaiba con il fratellino per una mostra di robot; la forza dell'opera sta anche nella credibilità del racconto, dato che si tratta del risultato di veri e propri studi atti a simulare un simile disastro nella vita reale.
Tutto è molto realistico, e dettagliato: sono tornato dal Giappone da 1 settimana e mi è sembrato di ritornarci nel rivedere le macchinette in giro per la strada, il pontile davanti alla statua della libertà ad Odaiba, la sede della Fuji television ecc.

Mirai e Yuuki, i due fratellini protagonisti, riusciranno a scampare al pericolo del terremoto, ma la vera impresa sarà quella di ritornare a casa a piedi, con l'angoscia di poter rivedere i proprio genitori.
Sembra quasi banale, ma la caratterizzazione dei personaggi ne ha fatto uno dei miei anime preferiti: Mirai al primo episodio risulta antipatica, apatica, sensibilmente depressa e fa quasi innervosire chi la guarda, mentre il fratellino è angelico e gentile, ma con un profondo vuoto nel cuore. Entrambi cambieranno, ma non con fretta o innaturalezza, bensì con un apparente naturale svolgere di eventi.

Il finale mi ha sconvolto ed emozionato: ovviamente non rivelo nulla, ma ha dato un senso a tutto e risulta a mio parere commovente all'ennesima potenza. Ho apprezzato da morire anche le due sigle, sia di apertura che di chiusura dell'anime, tanto che me le sono scaricate sull'mp3.
Non do 10 solo perché non tutti gli 11 episodi hanno la stessa intensità, diciamo che fino a metà non lo avevo apprezzato quanto la fine; a tratti sembrava veramente un po' forzato, ma poi ci si rende conto che così non è.
Ottime anche le colonne sonore. Insomma, se non l'avete guardato fatelo subito, ve lo consiglio.


 2
JoEy

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
A me sono sempre piaciuti gli Slice of life, o quantomeno anime con argomenti 'attuali' e quotidiani; Tokyo Magnitude 8.0 ebbene signori, è uno di questi.
Un'opera di pochi episodi ma sufficienti a narrare tutto quello che si poteva narrare in una situazione di difficoltà causata da un cataclisma naturale. Seguiremo le vicende di Mirai e Yuuki, due fratelli che svolgono una vita pressoché ordinaria, quando però un giorno, durante una gita fuori porta avviene una scossa sismica di notevole entità che percuote Tokyo e periferia.

Mirai è una ragazzina apparentemente superficiale che non dà molto peso al fratellino né alla famiglia, anch'essa presa dagli snervanti ritmi lavorativi che impediscono alla madre e al padre della ragazzina di essere più presenti nella vita di quest'ultima.
Dopo essersi ritrovati in questo clima surreale, Mirai e Yuuki si trovano di fronte a tante difficoltà e ostacoli che ne impediscono l'immediato ritorno a casa, tutto ciò però verrà affrontato con l'appoggio di una ragazza, anch'essa alla ricerca dei propri cari: Mari.

Trovo quest'anime superiore alla 'massa' per temi trattati e caratterizzazione dei personaggi. Il tratto è semplice ma essenziale, per questo piacevole, la grafica è pressoché ottima e le vicissitudini ovviamente realistiche. La cosa che ho preferito in particolare sono state le battute finali ed un colpo di scena che vi è circa a metà serie, l'ho trovato molto toccante. È bello, inoltre, vedere come in situazioni del genere ci sia un clima comunque solidale verso il prossimo, tutti cercano di dare il loro apporto e di aiutare chi ne ha bisogno. Infine, se proprio dobbiamo trovare il pelo nell'uovo posso dire che magari la trama procede lentamente in alcuni tratti dell'anime e non c'è moltissima 'azione', ma del resto ci deve essere forzatamente.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Osservazione personale: ho trovato strano che, essendoci stato l'epicentro sismico sotto il livello del mare e vista l'entità dello stesso, non sia arrivato quantomeno uno tsunami, ma questa è una nota puramente soggettiva.


 2
Kvitrafn

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Ottimo anime. Credo che sia uno dei pochi che riesca a rappresentare quanto triste sia la realtà in tali circostanze e di tali catastrofi.È riuscito a farmi commuovere (non me lo sarei mai aspettato da parte mia). È un anime che consiglierei a tutti di vedere. Per quanto riguarda la grafica, è più che accettabile anche se non perfetta. Il disegno dei personaggi non è particolarmente dettagliato e preciso, ma credo che non importi molto visto il fatto che il messaggio dell'anime riescono comunque sia a trasmetterlo. Per quanto riguarda la storia, direi che è più che accettabile. Ovviamente, con un tema del genere non è molto facile non andare sulla banalità. Però anche se un minimo di banalità nella trama lo possiede, credo che questo è un caso particolare perché come anime è molto scorrevole, piacevole da vedere e talvolta riesce perfino a tirarti un sorriso. Il mio voto dunque è 9.


 2
Crashis

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Insomma, ci sono momenti in cui davvero non sai cosa dire per forza di cose, e, sempre per forza di cose, ti senti impotente di fronte alle calamità naturali, e hai solo la possibilità di scappare come un dannato. Dunque, anche se questa frase può essere sacrosanta, c'è da dire che Tokyo Magnitude 8.0 è stato un anime che mi ha letteralmente sbalordito.

Trama
La trama è come una testata di giornale: un terremoto di magnitudo 8.0 colpisce Tokyo e distrugge gran parte di quella che era quella grande città. Seguiremo il viaggio di ritorno a casa di due fratelli e di una donna che li accompagnerà, fungendo da tutrice. Questo è il succo della faccenda, e davvero non c'è molto altro da dire, soprattutto per il fatto che gran parte delle situazioni che noi vedremo saranno di lunghe camminate o di discorsi sul passato dei personaggi. Assisteremo a un discreto numero di flashback e di smarrimenti dei personaggi, che più di una volta cercheranno di riunirsi l'un l'altro per continuare ad andare avanti. Nonostante tutto però c'è una cosa che davvero mi ha fatto rimanere letteralmente sbalordito. Sto parlando del finale, la cosa più strana, ma anche più cliché che abbia mai visto. Insomma, sappiamo tutti che da un po' di tempo a questa parte c'è la stragrande presenza di spiriti che solo alcuni protagonisti vedono. Ormai ce ne siamo abituati, con anime come AnoHana, come Kanon, Clannad... ma con questo davvero non me l'aspettavo. Se siete sensibili e la serie l'avete seguita tutta d'un fiato, e vi è piaciuta, preparate i fazzoletti, perché il finale sarà una sorta di shock. Oltre questo, è meglio non dire altro, ci arrischieremmo in spoiler inutili.

Lato tecnico
Graficamente il titolo graficamente è ben strutturato. Possiamo dire che i filtri grafici sono buoni sotto tutti i punti di vista, e che la qualità delle animazioni rasenta i livelli di Welcome to NHK. Parliamo insomma di un'animazione piuttosto elaborata e curata, e poi sono anche piacevoli gli ambienti che vedremo, sempre diversi e cangianti. Cosa che poi mi ha convinto ancora di più a lodare quest'anime è il fatto che molti ambienti sono letteralmente mobili: assisteremo a una ventina di scosse in tutto l'anime, ed è piacevolissimo vedere che nessun oggetto va contro la fisica della Terra. Mi spiego meglio: durante le scosse si assiste al movimento di diversi oggetti e al crollo occasionale di alcuni palazzi. Sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che nulla ha una fisica propria, e tutto funziona secondo le regole reali della fisica. Insomma, i test fatti precedentemente alla produzione dell'anime hanno un loro perché, ed è davvero un buon perché. Opening ed ending, poi, sono bellissime. Le immagini scorrono bene e rappresentano frammenti di Tokyo. Nella opening vedremo una Tokyo in frantumi, mentre nella ending vedremo delle foto di Tokyo com'è oggi.
Dal punto di vista sonoro ci sono delle OST davvero buone, mentre il cantante della Opening mi sembra che sia abbastanza famoso, ho già sentito la sua voce nella quarta ending di Soul Eater. Ottimi i sound delle sigle.

Commento finale
Tokyo Magnitude 8.0 pare più un crash test che un anime vero e proprio. Certo, ha la sua storia, ma molte volte la grafica 3D (già vista in High School Of The DEAD) stona molto con l'ambiente e fa parere i cittadini degli zombie. Oltre questo non c'è molto altro da dire; se vi catturano le immagini qui disposte, dateci un'occhiata, sennò potete benissimo sorvolare e cercare qualcosa di meglio.
Voto Finale: 8

Nyx

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
<i>Quest'opera di fantasia è basata sull'ipotesi che un terremoto di forte intensità colpisca Tokyo ed è stata realizzata sulla base di numerose ricerche e studi su eventi reali.</i>

Questo è il preambolo testuale che compare prima di ogni episodio e fa chiaramente immaginare che tipo di situazione si verrà a creare all'interno dell'anime, nel qual caso il titolo stesso non ci avesse già fornito sufficienti indizi su cui riflettere.

Protagonista della storia è una bambina di nome Mirai.
Mirai ha un fratellino, vive in una famiglia di ceto medio basso, non brilla negli studi ma dimostra di avere una maturità superiore alla media e questo si evince chiaramente dalla pazienza e dal carattere che le permettono di affrontare in un certo modo le tante quotidiane difficoltà che la vita le prospetta, difficoltà di carattere scolastico ma soprattutto familiare, laddove non vige un clima propriamente perfetto con dei genitori poco presenti sia fisicamente che mentalmente. Mirai dentro di sé inizia a nutrire una comprensibile insofferenza.

Di ritorno da una visita ad un centro commerciale assieme al fratellino fa appena in tempo a pensare "vorrei che questo mondo andasse in pezzi" ed ecco che la terra inizia a tremare in modo pauroso, le vetrine vanno in frantumi, gli edifici cominciano a sgretolarsi, l'asfalto si solleva e si spacca, gli scarichi fognari buttano fuori acqua e guano, in parole povere un vero inferno. Mirai era all'esterno e, a parte lo spavento, non riporta danni ma il fratellino è ancora dentro il centro commerciale disastrato dalla fortissima scossa sismica. Il suo unico pensiero è gettarsi tra le macerie a cercarlo incurante dei rischi e della gente che disperatamente cerca una via di fuga. Scene forti a livello emozionale, ve lo posso garantire.

Ad aiutarla nell'impresa troverà una ragazza con la quale avevano fatto conoscenza precedentemente e che in seguito tenterà di aiutarla a fare ritorno a casa (o di quel che ne rimane) attraverso una Tokyo completamente distrutta, morti, feriti e gente in preda al panico o al più completo smarrimento.

Che non vi venga da pensare che il desiderio espresso dalla piccola Mirai sia in qualche modo correlato agli eventi, trattasi semplicemente di sorprendente casualità. Quest'anime vuol fare del realismo e dell'immedesimazione il suo cavallo di battaglia e vi assicuro che ci riesce perfettamente. Le atmosfere passano in fretta da quelle colorate e vivaci della primissima parte dell'opera a quelle cupe ed angoscianti dello scenario post apocalittico che si verrà presto a creare.

La grafica è molto curata, per i paesaggi si fa buon uso della computer graphic, molto presente ma poco invasiva riuscendo così a creare scenari quanto mai vividi e realistici. La stessa cosa non si può certo dire per i protagonisti, disegnati con uno stile decisamente più semplice ma niente affatto sgradevole.

È tra le opere più emozionanti che abbia avuto il piacere di guardare e non ricordo nessun altro anime che sia riuscito a commuovermi in questa maniera.
Tokyo Magnitude 8.0 andrebbe considerato a pieno diritto un vero capolavoro.
Il target di destinazione è composto prevalentemente da persone mature e/o con un certo livello di sensibilità, unicamente non rientrando nelle due succitate categorie potreste restare delusi di un'opera di questo livello.


 2
watanukigirl

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
"Vorrei tanto che il mondo finisse a pezzi!"

Questa è la frase che Mirai-chan, adolescente annoiata, pronuncia alla fine della prima puntata dell'anime.
Un violento terremoto, uno fra i più dannosi mai accaduti, si abbatte nella città di Tokyo causando numerosi feriti e morti.
La storia è concentrata fondamentalmente sulla vita di questa ragazzina di 13 anni che accompagna malvolentieri il fratellino Yuuki a una mostra di robot. Da lì il disastro irreparabile causato dalla natura. Inizia così il viaggio verso casa dei due bambini, che nonostante le avversità, lo stress e i litigi riescono ad andare avanti.
Durante il cammino incontrano una donna, Mari-san, sui 35 anni, che vive con la figlia di 4 anni e la madre, che accompagnerà i ragazzi fino alla fine del viaggio.

Non bastano le lacrime versate per riuscire a spiegare la tristezza di questo anime, che in 11 puntate accompagna i personaggi in un cammino di disperazione, risate e colpi di scena.
Le poche puntate potrebbero rendere un po' scettico lo spettatore, dato che in genere possono sembrare poche a rispecchiare una storia per intero, ma in questo caso ogni puntata è ricca di suspance e riesce a coinvolgerti psicologicamente, e il ritmo delle musiche si sposa perfettamente con le vicende che si susseguono.
L'unica cosa penalizzabile sono i titoli delle puntate, che si rivelano terribilmente spoiler.

Se avete voglia di guardare un anime triste, "Tokyo Magnitude 8.0" fa al caso vostro.


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lawliet forever registrato

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Tokyo Magnitude 8.0 non è un'opera come tante. Tutto si basa sull'ipotesi che un terremoto di magnitudo 8.0 possa abbattersi sulla città di Tokyo, precisamente alla 15:46 a 25 km dalla baia. I danni sono numerosissimi: dopo il terremoto in sé, infatti,durante tutto l'anime si susseguiranno scosse di assestamento, crolli, incendi, maremoti(seppur quest'ultimi di scarsa entità). L'anime sviluppa però questa vicenda principalmente dal lato umano, e seguiremo le avventure di Mirai, Yuuki e Mari con un coinvolgimento stupefacente. Piangeremo, rideremo, ci dispereremo, ci preoccuperemo insieme a loro per l'intera durata dell'opera, dalla calma iniziale fino al finale, incredibile, ma di cui parleremo dopo.

I protagonisti, come dicevo prima, sono tre (anche se verranno aiutati durante tutta la storia da vari personaggi): Mirai, una tredicenne annoiata da un percorso di studi che non vuole fare (è costretta dalla mamma) e una famiglia troppo intenta a lavorare per passare un po' di tempo con lei; Yuuki, un ragazzino di sette-otto anni, fratello minore di Mirai, a cui piacerebbe passare un po' di tempo in più con la sorella; e Mari, una donna sui 35 anni che vive con la figlia di 4 anni e la nonna. Tutti e tre si trovano all'inizio della vicenda a Odaiba, l'isola artificiale al largo della baia di Tokyo, e dopo il loro primo incontro si avventureranno alla ricerca della loro casa e dei loro parenti.
Come anzidetto l'opera si concentra sul lato umano della vicenda,approfondendo molto i rapporti tra i tre personaggi. Inoltre in questa serie viene messo molto in mostra la compostezza e la solidarietà dei giapponesi, anche in momenti come questi. Infatti tutte le avversità e gli ostacoli incontrati dai protagonisti nella storia non sarà causato mai da agenti esterni, ma sempre dalla natura, quasi sempre feroce e crudele verso i protagonisti, soprattutto nella seconda parte.

Se la prima parte è infatti in buona parte allegra e abbastanza scanzonata, se non per qualche scena lievemente drammatica, è nella seconda parte che si riversano tutti i colpi di scena e le svolte più importanti, siano esse buone o cattive, fino al finale, sconvolgente e inaspettato, che trascina lo spettatore in un bagno di lacrime. Non dico altro sul finale per non rovinare la visione, solo una cosa: se siete intenzionati a vedere questo anime, preparatevi a piangere. Sarà forse per il disastroso terremoto che è avvenuto in Giappone, ma vi assicuro che c'è molto per cui piangere. Non piangevo così da molto tempo.

Un'altra cosa che mi ha colpito dell'anime è stata la visione della morte in relazione al terremoto, che riflette anche la forza morale dei giapponesi, dimostrando che ci si può sempre ricostruire dalle ceneri, che il ghiaccio sciolto al sole potrà tornare ad essere ghiaccio, che un leone sconfitto potrà tornare un leone forte, magari anche più di prima. Che una città distrutta potrà, con la forza dei suoi cittadini, essere una città serena, migliore, nuova. Anche perché poi le situazioni negative aiutano a migliorarsi. Migliorare se stessi, la propria autostima, il proprio senso di orgoglio, orgoglio di una popolazione e, soprattutto, scoprire rapporti con altre persone ora più nuovi e più sinceri, dai vicini di casa ai tuoi più cari affetti. Questo è Tokyo Magnitude 8.0. Questa è la storia di un popolo che saprà sempre ricostruirsi dalle ceneri della tragedia.

Per il resto, molto buono il tratto, semplice e pulito, che trae spunto dal filone kawaii senza eccedere, vicino in alcuni personaggi (in particolare il padre di Mirai e Yuuki) quasi a quello di Miyazaki, anche se ovviamente non siamo su quei livelli di qualità, e infatti le animazioni (tranne che in alcune scene come quella della prima scossa ed altre più movimentate) sono molto fisse e poco fluide, e in alcuni punti, come durante le numerose corse dei protagonisti, può risultare fastidioso. Bellissimo il doppiaggio, che riesce a enfatizzare perfettamente i personaggi e le loro storie che si intrecciano durante tutto il loro percorso. Buona la regia e in particolare la successione degli eventi che, al contrario di quanto si possa pensare, prende pochissimo spunto dalla tradizione disaster movie occidentale mostrando alti picchi di originalità, incatenando situazioni particolari ad altre un po' più scontate ma reinterpretate in chiave originale, proponendo situazioni mai completamente o del tutto scontate. La colonna sonora è veramente buona, ma né memorabile né particolarmente incisiva e fondamentale, se non per alcune scene, nel risultato finale (in poche parole non si fa molto notare). Molto bella l'opening, un pezzo Jrock orecchiabile ma anche molto ben realizzato (e devo dire con anche un bravo batterista), meno l'ending, un pezzo Jpop più allegro e scanzonato, con un arrangiamento sui generis ben fatto ma pensato per il mercato, che storpia come conclusione di alcuni episodi e soprattutto è poco originale, rendendola infatti poco orecchiabile.

Insomma, darei 8 1/2, ma sono costretto a dare 8. Nove mi sembra troppo esagerato, anche se non riesco bene a capire perché. Ë una sensazione, forse motivata dal fatto che sono rimasto sì commosso e sorpreso sia dal finale che da vari colpi di scena, ma non sconvolto, a opera conclusa, cosa che mi hanno lasciato altri anime. Insomma, mi rimarrà sì o no un'opera come questa come opera stupenda, ne ricorderò per sempre il nome, gli eventi e i personaggi? Ai posteri l'ardua sentenza.

Shalafi

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Shalafi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
In genere non amo gli anime che contano pochi episodi, perché non li ritengo adatti a descrivere al meglio una storia. Ma con Tokyo Magnitude 8.0 mi sono completamente ricreduto. Questo è stato uno dei pochi anime per cui ho versato delle lacrime. Ogni puntata è piena e mai monotona, il ritmo è serrato e mai lento. I momenti di tristezza vissuti dai protagonisti vengono resi in maniera eccellente coinvolgendo completamente lo spettatore.
La trama si sviluppa nell'arco degli 11 episodi in maniera più che ottima, rendendo questi pochi episodi sufficienti a descrivere al meglio la situazione vissuta. Lo consiglio vivamente a tutti.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Trasmesso nel 2009 su noitaminA, contenitore televisivo di Fuji TV dedicato all'animazione, Tokyo Magnitude 8.0 dello studio Bones riceve subito una calda accoglienza dai telespettatori nipponici, forse perché l'argomento trattato è quanto di più gravoso e al tempo stesso vicino al popolo del Sol Levante. Devo ammettere che si prova una strana sensazione nel commentare una serie del genere in seguito all'infausta serie di eventi reali che ne hanno preceduto la mia indiscreta visione, ma ancora più ragguardevole è il fatto che Tokyo Magnitude 8.0 sia riuscito in parte a farmi comprendere cosa si possa provare in occasione di una catastrofe come quella descritta nella fantasia di questo anime, che però tanto rispecchia la cruda realtà.

Molti hanno accostato la storia della piccola Mirai e del suo fratellino Yuuki Onosawa a quella di Seita e Setsuko de Una Tomba per le Lucciole. Beh, direi che le analogie ci stanno tutte e non sono poche. Il tema della fratellanza - inteso sia come legame di sangue che come sostegno reciproco nel momento di comune difficoltà (vedi la "figura aggiunta" della trentaduenne Mari) - è trattato meravigliosamente, esposto con garbo nel procedere di una narrazione appassionante, gradevole, che incede man mano nel delicato dramma del distaccamento di quelli che ci piace sempre definire "veri valori", e che porta, a visione conclusa, a mettersi una mano sul cuore e riflettere su quelle paure che viziosamente tendiamo a rimuovere dalla coscienza nel corso della quotidianità.

Tutto ciò viene raffigurato in un'ottica estremamente realistica, non solo per quel che riguarda i rapporti interpersonali tra i protagonisti e gli altri sfollati, ma anche e soprattutto la scenografia: quella di una Tokyo devastata dalla terra che non smette di tremare, generando incendi e crolli vari - questi ultimi riprodotti in modo molto verosimile, grazie all'ausilio della computer grafica. La scelta della colonna sonora, adeguata ed efficace, completa un quadro tecnico sopra la sufficienza, ma non certo estasiante, per via di una regia piuttosto canonica.
Una storia dolce, educativa e commovente, consigliata davvero a tutti.


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LismyXD

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Tokyo Magnitude 8.0 è un anime ambiento ai giorni nostri che mostra realisticamente cosa avverrebbe se un forte terremoto devastasse l'arcipelago del Giappone. La grafica è molto buona, soprattutto gli scenari, che sono molto ben curati e ricchi di particolari; l'opening e l'ending sono molto belle e le colonne sonore particolarmente azzeccate. È un anime davvero commovente e che mi ha davvero colpita, soprattutto per come riesce a mettere a nudo ogni sentimento ed emozione dei personaggi.

L'anime si incentra su due bambini, Yuki e Mirai, l'uno un che frequenta ancora le elementari e l'altra che invece va alle medie. I due, che sono fratello e sorella, hanno una situazione familiare alquanto particolare, infatti, poiché entrambi i genitori lavorano molto, passano parecchio tempo da soli. Proprio per questo Mirai li detesta e tende ad arrabbiarsi col fratello minore, che invece è sempre positivo. Così una mattina Yuki cerca di convincere la madre ad andare tutti insieme ad Odaiba (luogo in cui da piccoli fecero una vacanza con i genitori) per vedere una mostra di Robot. Ma questa, che anche quel giorno doveva lavorare, li lascia andare alla mostra da soli. Qui i due, mentre sceglievano un regalo per la madre, che a breve avrebbe compiuto gli anni, fanno anche conoscenza con Mari Kusakabe, una donna che lavora come fattorina per consegne veloci con la moto. Dopo essersi separati, un forte terremoto di forza 8.0 della scala Richter colpisce tutto l'arcipelago del Giappone. Ma grazie a Mari i due riusciranno a ritrovarsi e con lei inizieranno un lungo e duro viaggio per il loro ritorno a casa.


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Eren

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Cosa succederebbe nel Kanto se si verificasse adesso un altro terribile terremoto come quello del 1923? Tokyo Magnitude 8.0 descrive le conseguenze che un evento del genere avrebbe nella Tokyo dei giorni nostri.

Una ragazza delle medie ed il suo fratellino si trovano nel mezzo di questa eventualità catastrofica, da soli e lontani da casa. Con l'aiuto di una donna conosciuta per caso nel luogo del disastro, i due si dirigono verso casa per ritrovare i propri genitori, attraversando una Tokyo devastata e affrontando pericoli e dolori, ma senza smettere di sperare.

11 puntate che volano, regalando moltissime emozioni. Il dolore dei personaggi e i loro sentimenti sono trasmessi con grande forza allo spettatore, come anche la volontà e le speranze dei protagonisti, che non si arrendono mai, nemmeno davanti alla morte che sembra circondarli da ogni parte. Essendo stata a Tokyo, posso dire che la rappresentazione della metropoli distrutta e devastata dagli incendi è veramente realistica e ben realizzata, a partire dalla sigla, che presenta varie panoramiche della città terremotata.

Lo stile di disegno dei personaggi è molto semplice, ma efficace. L'animazione è ben fatta e, secondo me, ben integrata con le parti in grafica 3d, anche se a volte sono troppo presenti. La colonna sonora e le sigle sono piacevoli e il doppiaggio giapponese è davvero ottimo.

Un anime commovente dal primo all'ultimo secondo, avvincente e pieno di emozioni, senza bisogno di essere smielato.


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AmarantaKiller

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Tokyo Magnitude è un anime del 2009 composto da 11 episodi, realizzato dalla Bones Studio e da Kinema Citrus. Quanto al comparto grafico, ci sono fondali spettacolari estremamente curati e gli scenari di distruzione della città sono suggestivi. Lo stesso non si può dire del character design che, al contrario, è estremamente poco elaborato.

Come si intuisce dal titolo, l'anime racconta delle conseguenze devastanti che un ipotetico terremoto di altissima intensità potrebbe portare sulla città e la popolazione di Tokyo. In particolare, racconta quella che potrebbe essere la storia di chiunque sopravvissuto a un sisma di tali proporzioni con i tre protagonisti: Mirai e Yuuki, due fratelli che vanno in visita a una mostra di robotica, e Mari, una donna che si prende cura dei bambini nel loro lungo esodo verso casa. L'esodo rappresenta il vero cuore della storia: vediamo come in una condizione estrema come questa i due fratellini si troveranno a fare i conti con mille disagi. Risolveranno i loro futili conflitti, rafforzando il loro legame, si faranno coraggio e si proteggeranno a vicenda anche a costo della vita. La voglia di ritornare a casa e di sapere se i propri cari sono ancora vivi è il propellente che spinge i tre e la fiumana di sopravvissuti in questo lungo cammino verso le proprie famiglie, o di quel che rimane. Ciascuno di loro ricaccia dentro di sé la paura e la vista di cadaveri di donne, uomini e bambini esacerba il loro anime, mettendo a dura prova l'equilibrio.

Ciò che ho apprezzato tanto di questo anime è la delicatezza e la discrezione con cui si affronta il terreno accidentato del dolore. Ovviamente, in una scenario del genere, si sarebbe facilmente corso il rischio di cadere nel facile sentimentalismo o nel pathos strappalacrime, così diventando banalissimo e scontato. Inoltre, un altro punto a suo favore secondo me è la semplicità. Non soltanto nel character design, ma anche la scelta di protagonisti così giovani presuppone una psicologia non matura, ma allo stesso tempo una maggiore autenticità dei sentimenti, dei gesti. Semplice è il modo nel quale Yuuki manifesta il suo affetto nei confronti di Mirai, semplice è il percorso che porterà al loro ricongiungimento e alla maturazione di Mirai nel superare i conflitti e il rancore nei confronti dei suoi genitori. Insomma, questo evento catastrofico è un'occasione di crescita e di presa di coscienza per i protagonisti, che probabilmente in condizioni di ordinarietà, invece, si sarebbero lasciati sopraffare da futili problemi. La semplicità e la fragilità di Mirai e Yuuki sono commoventi, ti tirano fuori le lacrime, che a stento cerchi di trattenere. Sono due ragazzini che con tanta naturalezza (prerogativa questa che appartiene ai più piccoli) e dolcezza fanno emergere da questa storia quello che realmente è importante nella vita e che riguarda la sfera degli affetti.
Ammetto che avevo previsto il finale molte puntate prima, quindi sono rimasta abbastanza delusa di non aver trovato colpi di scena o qualcosa di più originale rispetto alle mie aspettative.

Non posso definire quest'anime un capolavoro, né un'opera memorabile. È una serie che risveglia quelle cose che si danno per scontate e che quasi sempre si mettono da parte per rincorrere le velleità che ci impone quotidianità. Tuttavia, non posso non assegnare un voto positivo.


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npepataecozz

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Quando ho letto le avvertenze a capo del primo episodio di questo Tokyo Magnitude 8.0 (in realtà si ripetono in tutti gli undici episodi ma che senso ha rileggere undici volte la stessa cosa?) pensavo si trattasse, più che di un anime, di un documentario alla Piero Angela su rischi e conseguenze di un fortissimo terremoto. Come premessa non era proprio il massimo ma avevo voglia di qualcosa di diverso e così mi ci sono buttato.

La realtà dei fatti si è dimostrata, però, molto diversa: l'evento cruciale della storia è indubbiamente un terremoto, ma a me pare che l'autore abbia voluto, in realtà, mostrare come anche la propria città possa trasformarsi in un vero e proprio labirinto se posta in condizioni estreme. Niente mezzi di trasporto, niente mezzi di comunicazione, perfino problemi per trovare dei servizi igienici: attraversare la città di Tokyo in queste condizioni risulterà molto difficile. Specie se a cercare di attraversarla sono due bambini (anche se coadiuvati da un adulto). Anche a rafforzare quest'impressione si noti che, nonostante l'elevatissimo numero di morti annunciato e le continue scosse di assestamento, per le strade della città non si notano grandi fenomeni di panico o di isteria collettiva. Per le strade non appaiono scene di sangue, né il dolore delle persone (con qualche piccolissima eccezione) che hanno perso i propri cari. Quello che si vede è un popolo civilizzato che affronta la tragedia cercando di apparire quanto più possibile maturo. Quindi l'obiettivo non è mostrare le conseguenze emotive di un terremoto ma le sue conseguenze logistiche. Con l'eccezione dei protagonisti, ovviamente.

Tokyo Magnitude 8.0 racconta le vicissitudini di due fratelli scampati al terremoto per tornare alle proprie case, dove non sanno ci sia ancora qualcuno ad aspettarli. Assieme a loro una donna anch'ella in pena per le sorti della figlioletta e della madre. Sulla trama non dirò altro in quanto questo anime, per essere apprezzato dev'essere visto fino alla fine. Nel finale sta, infatti, la chiave di lettura (o meglio di rilettura) di tutta la storia. Fare dello spoiler qui sarebbe un invito a guardare qualcos'altro.
A me storie di questo tipo piacciono: nonostante qualche indizio, al termine lo spettatore finisce scervellarsi a ricordare scene e fatti degli episodi precedenti per cercare di capire se ciò che si è appena visto sia stato veramente possibile (quasi a cercare inconsciamente una contraddizione pur di non ammettere di essere stato ingannato) e, se lo è, quando è come è accaduto quello che poi si è capito essere accaduto.

Quindi non posso fare a meno di dare una valutazione positiva a questo anime: non la migliore possibile, però, in quanto condivido chi in altre recensioni lamentava la noiosità di molte delle 11 puntate. Il voto più giusto sarebbe forse un otto: gli assegno, però, un punto in più per la forte "scossa" emotiva che lascia nel paio d'ore immediatamente successive alla sua visione, chiaro segnale di obiettivo raggiunto.


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hallymay

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Solitamente non vedo mai film catastrofici come Inferno di cristallo, né mi piazzo davanti al televisore per vedere i film del ciclo "alta tensione" per due semplici motivi:
mi angosciano. Trovo trash la spettacolarizzazione del dolore. Ma è possibile che in questi film si salva sempre un bambino, la hostess, una suora e l'eroe protagonista?
Detto questo, mi sono avvicinata con circospezione a questa serie. Prima ho controllato che non ci fossero tettone in divisa alla marinaretta con gonna plissettata inguinale. Poi che non ci fossero eroi con la camicia di flanella sbottonata sui pettorali, che non ci fossero medici che salvavano vite operando con il coltello e la forchetta. Vabbè, la suora negli anime è difficile trovarla, e tanto se c'era la facevano schiattare.
Certo, ci sono i bambini... però mi sono lasciata fuorviare dalle recensioni, e che devo dire? Anche io ho trovato questo anime veramente bello.

La storia è semplicissima: due bambini rimangono vittime del più devastante terremoto che abbia mai colpito Tokyo e rimangono isolati dalla propria famiglia. Provvidenziale è l'incontro con una donna adulta, Mari, la quale deve tornare a casa ad ogni costo perché ha lasciato lì la madre e la figlia piccola. Dato che devono fare la stessa strada s'incamminano per Tokyo...
Non ci sono mirabolanti salvataggi, scene di sangue, atti di incredibile eroismo, ma vengono invece mostrati i pericoli più comuni che si possono correre durante un disastro naturale: per esempio, un'intera puntata viene dedicata allo spostarsi in massa da un punto all'altro, e come sia facile rischiare di perdersi o rimanere schiacciati. Senza poi contare il problema di trovare l'acqua, di rimanere vittima di malori senza potere avvertire nessuno, gli incendi che si propagano e distruggono interi quartieri...
Senza poi contare il realismo su cui sono improntati i rapporti umani: Mirai, la ragazzina più grande, all'inizio è scontrosa, non si fida di Mari, a cui invece Yuuki, che è più piccolo e più bisognoso di cure, si affida totalmente. È Mari comunque il personaggio più bello: è forte, lucida, mantiene la calma anche se le arrivano di volta in volta notizie sempre peggiori riguardanti il quartiere dove ha lasciato la famiglia... nonostante ciò non vuole abbandonare i due bambini al loro destino.

Il comparto tecnico è ottimo: oltre a rappresentare in maniera quasi maniacale gli angoli di Tokyo, le animazioni descrivono perfettamente le conseguenze che potrebbero avere gli edifici con un terremoto del genere, dando ancora più credibilità alla storia.
Con la speranza che un simile evento non accada mai, metto un bel dieci!


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kitaniano

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Il terremoto. Un fenomeno devastante della natura che in Giappone conoscono bene e che qui in Italia porta subito alla mente la tragedia dell'Aquila dell'anno scorso. Protagonista di questa serie è proprio il terremoto, un forte sisma che colpisce Tokyo distruggendo parte della città, seminando morte e sconvolgendo la vita di molte persone. L'idea di partenza è molto interessante e il film offre una descrizione piuttosto realistica della situazione provocata da una scossa di tale intensità. La ricostruzione-distruzione di Tokyo, con sfondi ben dettagliati, è una delle cose migliori della serie. Mentre il character design è davvero semplice.

La vicenda si concentra su Mirai e Yuuki, sorella e fratello, e il loro ritorno a casa (che si trova dall'altra parte di Tokyo rispetto a Odaiba, dove sono andati a vedere una mostra di robot) attraverso la città sconvolta dai danni del terremoto, senza mezzi di comunicazione e di trasporto. Un viaggio in cui sono accompagnati da una adulta, Mari, con la quale instaureranno un forte rapporto. Questo ritornare a casa, in mezzo alle difficoltà, mi ha ricordato (alla lontanissima) "I guerrieri della notte", per quella scansione temporale (nel film più serrata perché si svolgeva in una notte, nell'anime invece nell'arco di qualche giorno). C'è anche un altro film che la visione di questa serie mi ha riportato alla mente (sempre alla lontana) dopo aver concluso gli 11 episodi: "Il sesto senso". Ma non posso dire altro per non rischiare di spoilerare.

Tra realismo e racconto di formazione (la crescita di Mirai) un anime scorre senza sussulti (qualcuno si potrebbe annoiare) fino a un finale dal forte impatto emotivo. Molto interessante il modo di mostrare l'elaborazione del lutto giapponese, più "sobria" della nostra.
Nel complesso un anime non eccezionale, ma che vale senz'altro una visione. Voto 7,5.


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Pan Daemonium

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Un'opera di davvero gran valore nel mondo degli anime.
Innanzitutto il tema portante della storia, cioè i terremoti, che non erano (in base alle mie conoscenze) mai stati trattati in questo modo da un prodotto d'animazione. Oltre alla narrazione di un possibile terremoto che colpisce Tokyo, con l'esplicitazione di quali potrebbero essere i danni da esso provocati, vengono ben evidenziati, inoltre, i rimedi al soqquadro causato, dai più semplici ai più complessi e futuristici, come l'utilizzo di robot di ultima generazione.
Oltre questo, in quest'anime il tema umano è fondamentale, predominante. Quando una sciagura, una catastrofe s'abbatte sulla società, allora vengono a galla i due estremi, le due punte opposte dell'animo umano: troviamo giapponesi senza alcun interesse verso i propri concittadini, ma interessati unicamente alla propria sopravvivenza e pronti a schiacciare chiunque si interponga alla loro, purtroppo, rovinosa strada, e contemporaneamente troviamo giapponesi come Mari-san che, invece, esternano la propria parte migliore, sacrificando sé stessi ed i propri sogni (in questo caso quello di riabbracciare la propria figlia e la propria madre) per salvare altri due piccoli figli del Mondo. In un mondo caotico come quello post-catastrofe l'uomo si fa bestia e contemporaneamente angelo. Astuzia, rabbia, compassione, altruismo, menefreghismo: sentimenti mischiati in quest'opera.

I personaggi principali sono caratterizzati benissimo: Mirai è una ragazzina delle medie molto attaccata al fratello, ma incapace di mostrare le proprie buone emozioni, finendo così con lo sgridarlo continuamente (salvo poi subito pentirsi) e con il vivere costantemente al cellulare, sintomo di una certa alienazione sociale.
Yuuki è il classico fratellino gioioso di vivere, che vuol coinvolgere tutti in ciò che fa e felice della propria famiglia e della propria sorella, soprattutto.
Gli avvenimenti di 3/4 della serie sono incentrati sul tentativo di ritorno verso casa, data l'impossibilità di utilizzare mezzi pubblici et similia. Il viaggio verso casa si configura come il topos del ritorno verso la propria patria, come nel caso dell'Odissea di Omero, dove il protagonista è costretto ad affrontare miriadi di ostacoli. Certo, qui critico un po' l'opera, molto lenta e a tratti noiosa. Gli avvenimenti son pochi. Oltre a scene di crollo e varie scosse di assestamento c'è poca sostanza, molto camminare e molta ressa.
Nell'ultimo quarto di serie, invece, vien fuori la parte migliore di questo anime: la parte psicologica, la parte drammatica.
Un finale struggente. Uno dei finali più struggenti che abbia visto. Un finale che ti abbatte e ti fa risorgere, che ti fa comprendere la grandezza dei sentimenti umani, che ti fa comprendere la difficoltà di accettare determinate realtà ed avvenimenti.
Bella la trovata finale, cioè di adoperare la sigla finale per mostrare alcune immagini del futuro dei protagonisti.

La grafica è ottima, molto ben caratterizzata; i soundtrack sono, anch'essi, ottimi: semplici, riescono a caratterizzare emotivamente tutte le scene, anche le più drammatiche e difficili. Un anime da vedere.


 8
Slanzard

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
«Quest'opera di fantasia è basata sull'ipotesi che un terremoto di forte intensità colpisca Tokyo, ed è stata realizzata sulla base di numerosi studi e ricerche su eventi reali.
Anche se sono state eseguite diverse simulazioni per poter creare uno scenario il più realistico possibile, alcune situazioni in questo anime potrebbero essere diverse in caso di evento reale.»

Con queste parole ci viene introdotto Tokyo Magnitude 8.0, serie televisiva in 11 episodi del 2009 che cerca di simulare gli effetti che avrebbe un sisma di magnitudo 8 sulla città di Tokyo. Il Giappone è uno dei paesi più all'avanguardia nel mondo in fatto di sicurezza contro i terremoti, situandosi in un'area fortemente a rischio e possedendo i fondi e le tecnologie necessari alla creazione di edifici e città anti-sismici; brevi scosse sono infatti abbastanza comuni in terra nipponica, se non proprio all'ordine del giorno, e terremoti che in altre parti del mondo sarebbero forieri di disastri lì sono poco più che semplici fastidi estemporanei.
A dare l'idea per la realizzazione della serie è il risultato dato da una serie di studi secondo i quali ci sarebbe il 70% di probabilità che il Giappone venga colpito da un sisma del settimo grado della scala Ritcher nei prossimi 30 anni.

I protagonisti scelti per questa storia sono due giovani fratelli, Mirai e Yuuki, rispettivamente di 11 e 7 anni. La famiglia di Mirai e Yuuki è quanto di più normale si possa immaginare: una madre troppo occupata dal lavoro per poter badare come vorrebbe ai figli, un padre abbastanza disinteressato, una sorella maggiore fanatica del telefonino che ritiene una rottura dover badare al fratellino al posto dei troppo occupati genitori e un fratello minore che non ha ancora perduto l'ingenuo entusiasmo dell'infanzia e che vorrebbe divertirsi insieme a tutta la famiglia. A innescare gli eventi è il desiderio di Yuuki di visitare la mostra di robotica sull'isola artificiale di Odaiba; essendo i genitori occupati col lavoro, è Mirai ad accompagnarlo. È proprio all'uscita della mostra, nel momento in cui Yuuki si separa da Mirai per recarsi in bagno, che tutto ha inizio: Tokyo viene colpita dal più potente terremoto mai avvertito in area urbana, Odaiba si tramuta in un inferno di macerie; i cellulari non prendono, tutte le comunicazioni sono interrotte, incalcolabile il numero dei morti, dei dispersi o dei feriti. I più fortunati possono ascoltare le notizie dal telegiornale tramite i telefonini, stando ben attenti a non esaurirne la carica troppo velocemente. Iniziano a giungere i primi soccorsi, tra le macerie si rinvengono feriti e cadaveri, i superstiti iniziano a radunarsi temendo per la sorte dei loro cari, spostandosi verso le prime aeree adibite ai soccorsi. Tutto questo mentre inesorabili si susseguono le scosse di assestamento che seguono il sisma principale, che minano i già provati edifici anti-sismici e gli spossati animi dei sopravvissuti. Tra questi vi sono anche Mirai e Yuuki, che riescono a riunirsi grazie all'aiuto di un'adulta incontrata da loro poco prima di giungere all'isola di Odaiba: Mari. Mari è una giovane madre che vive insieme alla figlia e alla nonna e che, nonostante la preoccupazione sulla sorte dei suoi famigliari, decide di aiutare Yuuki e Mirai a tornare a casa e ricongiungersi ai genitori, nella speranza siano essi sani e salvi.

Il viaggio attraverso Tokyo ha una duplice funzione: in primo luogo mostra nel dettaglio lo scenario post-disastro venuto a crearsi, dalle misure di sicurezza adottate (distribuzione di toilette portatili e di pasti, predisposizione di navette per evacuare velocemente l'isola artificiale) ai possibili pericoli all'incolumità dei sopravvissuti (crolli di edifici, il rischio di venire separati dai propri cari dalla folla che cammina inesorabile, una “normale” dissenteria). Secondariamente, la strada verso casa si fa anche racconto di formazione, in un percorso di autoanalisi forzata dalla tragedia appena avvenuta; è proprio nei momenti in cui esse ci vengono portate via che ci rendiamo realmente conto dell'importanza delle cose che abbiamo intorno, e sarà quindi proprio Mirai a subire l'evoluzione più consistente, pentendosi e rendendosi conto dei suoi errori nel rapportarsi coi propri genitori e col proprio fratellino, nonché della vacuità della sua esistenza fino a quel momento. Durante l'arco del viaggio assisteremo ad atti d'egoismo ed eroismo, perchè è nelle situazioni estreme che viene fuori il vero animo degli esseri umani, qualunque esso sia.

La scelta del cast di protagonisti non è assolutamente casuale, ma segue un ben preciso allineamento morale. Da un lato abbiamo Mari, l'unica adulta del gruppo, che si fa esempio vivente del modello perfetto di comportamento adottabile da un adulto: non solo si improvvisa tutrice dei due bambini in difficoltà aiutandoli a ritornare a casa, ma si mantiene quanto più possibile fredda e logica in ogni situazione, senza perdere la calma e lasciarsi prendere dal panico, seguendo sempre le direttive degli addetti e dei soccorritori nonostante l'ansia di non conoscere il fato della propria famiglia. A farsi emblema di tale comportamento è il momento in cui Mari aiuta una giovane madre a liberare il passeggino dalle macerie permettendole di proseguire il viaggio, mentre sullo sfondo una fila senza fine di persone dallo sguardo apatico cammina incessante, senza nemmeno mostrare di aver notato la donna in difficoltà. Tutto questo ad eccezione di un paio di situazioni in cui anche Mari si lasca andare trascinata dagli eventi, cosa che, tuttavia, anziché minarne il valore esemplare ne incrementa la credibilità psicologica in quanto essere umano.
Dall'altro lato ci sono invece Yuuki e soprattutto Mirai che mostrano il comportamento ideale di un bambino in quella determinata situazione; per fare ciò gli sceneggiatori usano l'espediente opposto a quello di Mari, rendendo i due bambini l'esempio da non seguire, dando loro atteggiamenti sbagliati, seppur sempre perfettamente realistici considerando la loro giovane età, e potendo così mostrare anche i risultati negativi di tali comportamenti. Si va dal correre via senza avvertire i propri compagni di viaggio solo per controllare una cosa che si è vista di sfuggita, a sottovalutare mal di testa o dissenterie, ad entrare in edifici pericolanti solo perchè all'apparenza sicuri, e cosi via. È proprio tramite gli errori dei due bambini, le loro conseguenze negative e la conseguente crescita psicologica dei due che viene dunque trasmesso quello che è il messaggio di fondo dell'anime, anzi i messaggi.
Sì, perchè il messaggio che Tokyo Magnitude 8.0 vuole lasciare è duplice, anche se si tratta di due facce della stessa medaglia; non solo è una guida comportamentale da tenere in caso di terremoto o altri disastri similari, ma è anche un incentivo a vivere a pieno ogni momento, avendo sempre cura di se stessi e dei propri cari, in modo da non pentirsi delle proprie scelte quando è ormai troppo tardi.

Il comparto tecnico di Tokyo Magnitude 8.0 è estremamente semplice, con un character design essenziale tale da renderlo adatto anche ad un pubblico estremamente giovane e un'animazione abbastanza povera ma in grado di svolgere sufficientemente bene il suo ruolo – non vi sono in fondo significative scene concitate o d'azione che richiedano particolari virtuosismi grafici; dettagliati invece gli sfondi, a cui è stata riservata una particolare cura anche nelle scene di disastri o crolli.

Anime ja nai” titolava una delle opening della saga di Gundam, “non è un anime” era il messaggio si voleva trapelasse dalla visione. Forse, tale nomea ben si adatta anche a Tokyo Magnitude 8.0, che trascende le usuali motivazioni che spingono le case giapponesi a realizzare anime. Ci troviamo infanti di fronte ad una simulazione di terremoto estremamente dettagliata in grado di insegnare molto allo spettatore di tutte le età, rendendone anche consigliabile la trasmissione in tutte le scuole (e non solo).


 4
Kaname

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Uno degli anime più belli e toccanti che abbia mai visto. Non parlo dal punto di vista del comparto grafico, c'è di meglio, anche se alcuni fondali sono meravigliosi, ma dal punto di vista emozionale.
Nonostante sia composto da soli 11 episodi che volano via leggeri, le sensazioni che ti trasmette ti restano dentro e ti fanno arrivare addirittura alle lacrime in alcune fasi della storia. Difficilmente mi emoziono guardando un anime, ma stavolta, per quanto volevo resistere non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Nei primi episodi dà l'impressione di essere un anime si ben curato nei particolari, sopratutto per quanto riguarda la vicenda trattata, ma pur sempre uno dei tanti. Andando però avanti si assiste ad una crescita esponenziale non solo dei protagonisti, che si evolvono e crescono, cosa importantissima e molto spesso sottovalutata negli anime di questi ultimi tempi, ma anche e sopratutto della loro caratterizzazione, che ti porta prima a farti affezionare a loro a tal punto da soffrire insieme delle vicende che li colpiscono man a mano che gli episodi si susseguono. L'apice emozionale si ha negli ultimi episodi, quando il turbinio di sentimenti e sensazioni è tale da non riuscire a non piangere.
Solo solo per questo si merita da parte mia il massimo dei voti.


 4
Hanagetsu

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Ho visto tante recensioni lunghe su questo anime, che già ben descrivono le solide basi tecniche e grafiche, l'ottima ricostruzione delle tematiche e il realismo degli eventi descritti. Non mi soffermerò su nulla di tutto ciò e mi limiterò a poche parole. È la prima che scrivo e lo farò con il cuore più che con la testa, perdonatemi per questo piccolo trasporto.
Mai anime mi ha fatto commuovere così tanto da piangere per un episodio intero, non ho potuto trattenermi anche se ho cercato di resistere finché ho potuto.
Di solito anime di 11-13 episodi promettono tanto, si incentrano sull'azione spettacolare e poi non arrivano a mantenere le promesse fatte né soprattutto a caratterizzare bene i personaggi; invece qui è tutto l'opposto. A poco a poco ti vengono delineati sentimenti ed emozioni e ti affezioni ai protagonisti che vedi anche "maturare" (cosa importantissima) pur nello spazio di pochi episodi. La regia è ben architettata e ti lascia spesso con il fiato sospeso fino ad arrivare ad un finale intenso ed emozionante. Uno degli anime più belli e che mi hanno conquistato di più in assoluto.
Non c'è bisogno di azione caleidoscopica, combattimenti vari, discorsi altisonanti per fare un buon anime, spesso oggi si dimentica la cosa più semplice e fondamentale che avevano le storie di una volta: il "sentimento". Non posso dare che voto pieno.


 7
Limbes

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Tokyo Magnitude 8.0, ovvero una serie su un ipotetico terremoto di magnitudo 8 della scala Richter che demolisce buona parte di Tokyo paralizzando la città e devastando la vita dei suoi abitanti, fra i quali non poche sono le vittime. Un terremoto che non sconquassa l’animazione seriale e non colpisce a fondo per diversi motivi, tra cui alcuni scivoloni retorici e melodrammatici, ma che offre un buon intrattenimento, anche propositivo, capace di scorrere liscio per tutti gli undici episodi, di non annoiare mai e di esibire, inoltre, una costruzione psicologica dei personaggi a tuttotondo e delle situazioni in cui si palesano un’introspezione più che buona e dei sentimenti ben ricreati e verosimili. Come verosimile, anche se con qualche riserva, è la ricreazione del fenomeno sismico, sia nei suoi effetti immediati, cioè i crolli, i danni e le altre conseguenze fisiche a costruzioni e infrastrutture, sia negli aspetti sociali e logistici, come la paralisi delle vie e dei mezzi di comunicazione, la costituzione dei campi terremotati, l’intasamento degli ospedali, il caos e il panico che attanagliano la città e via discorrendo. Probabilmente a volte Natsuko Takahashi (concept man della serie) s’è fatto però prendere troppo la mano da catastrofismi da disaster movie hollywoodiano, perché alcune scene e demolizioni illustri paiono eccessive e poco motivate a fronte di quanto già accaduto con la scossa massima, risultando così artificiose e forzate solo ai fini di un colpo di scena drammatico che proprio per questo perde ogni potenza d’effetto.

Stessa cosa si può dire per la caratterizzazione di Mirai, la protagonista, la quale inizialmente aveva fatto supporre ben altri spunti d’analisi che, molto più problematici e interessanti di quelli canonici e scontati trattati nel prosieguo, sono rimasti solo un abbozzo dagli sviluppi mancati. Sarebbe stato più originale calcare a fondo la lama dell’astio iniziale di Mirai verso i genitori, il fratello e il mondo che la circondava e vedere una reazione diversa dal solito rincrescimento per quanto pensato e quanto si è avverato. Sarebbe stata una spinta anticonvenzionale e anti-buonista con un punto di vista maggiormente scorretto e inusuale che però è stato censurato sul nascere e sostituito dalla consueta morale del ravvedimento e del “volemose bene”, inflazionata da troppo tempo e dai troppi che ne hanno abusato.
Invece molto buone risultano le altre due caratterizzazioni principali. In primis quella del fratellino di Mirai, Yuki, che, nel suo essere bambino, ha degli slanci di maturità e una cognizione delle cose rilevanti, tali da dimostrare una conoscenza non superficiale dell’infanzia da parte del team di sceneggiatori. In secundis quella di Mari, la giovane donna che funge da guida, da supporto e in fin dei conti da madre nel ritorno alle proprie case e ai propri familiari attraverso le macerie e i disagi della città paralizzata e pericolante. Molto matura, molto forte e molto umana, Mari incarna il giusto spirito con cui rapportarsi ai casi anche tragici della vita, lo spirito d’adattamento che nella sua consapevolezza quasi stoica va avanti per quanto lo permette la lunghezza delle sue gambe e il terreno su cui cammina, senza mai perdere di vista né l’obbiettivo né chi gli sta attorno, tanto meno la propria coscienza: uno spirito, insomma, che le priorità le vede con lucidità.

La narrazione non offre velocità salvo quella iniziale, e questo perché si sceglie giustamente di mettere da parte spettacolarizzazioni di massa o altri escamotage mainstream per concentrarsi invece sul livello base, sulle figure che si spostano tra i resti della città, tra i calcinacci e gli edifici disastrati, e su come il modo in cui vivono sia stato stravolto anche nelle piccole cose quotidiane alle quali non si fa più nemmeno caso, siano esse le comodità cui a cui siamo abituati tutti, il soddisfacimento dei bisogni primari o le emergenze repentine non più così semplici d’affrontare. Ciò che ne risulta è una ricostruzione ottima di un contesto che spesso capita di vedere, e non solo mediato da uno schermo: una condizione di quotidianità alterata, un ribaltamento dell’abitudine tanto repentino d’apparire surreale e nel quale ci si ritrova materializzati quasi senza crederci. E quest’aspetto, fondamentale, in Tokyo Magnitude è reso bene, appartiene a tutte le sequenze della serie ed è trasposto in modo secco e realistico. A differenza del lungo panegirico video-narrativo del finale e, in particolare, di un accadimento tragico dell’ultima parte che appesantisce la sobrietà manifestatasi non solo nei modi d’approccio alla catastrofe e alla storia ma, soprattutto, nella parte visuale. Quest'ultima, curata dallo Studio Bones e dalla Kinema Citrus, è semplicissima, lineare, presenta dei disegni dai tratti quasi minimal, delle animazioni scorrevoli e agili, è colorata limpidamente e illuminata con naturalezza in tutti i suoi frangenti e in tutte le sue componenti, così come negli ambienti e nei fondali fedeli agli originali. Il tutto è valorizzato dall’accompagnamento musicale di Kou Outani che, nonostante non sia eccezionale, né paragonabile ai vertici sonori raggiunti da molte produzioni precedenti a questa serie, aventi pure però dei nomi e delle pretese decisamente su un altro piano rispetto a Tokyo Magnitude, rispecchia il tono globale tenue e delicato cui contribuisce la regia, mai in primo piano, di Masaki Tachibana. Il resista nel complesso si limita a seguire quel che succede senza troppi artifici stilistici o protagonismi di sorta, esclusa la parte finale di cui sopra, favorendo così la fruizione di un prodotto che avrebbe potuto essere molto più pesante, e bisogna congratularsi con lo staff per questo, ma che di certo sarebbe potuto risultare anche migliore se avesse preso un paio di bivi con più coraggio e meno retorica.


 2
gettagi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Questo anime a me è piaciuto molto, mi ha regalato tante emozioni, gioia e alla stesso tempo tanta tristezza, che proprio alla fine si è trasformata in speranza...
Un anime unico nel suo genere, che in soli 11 episodi riesce a coinvolgere e a tenere lo spettatore attaccato al video fino alla fine.
Tecnicamente è fatto molto bene, con disegni dei personaggi semplici ma che rendono comunque bene. L'uso della computer grafica invece si integra, a mio parere, discretamente. La trama è ben strutturata e riesce a coinvolgere, come detto, lo spettatore fino alla fine.
Questo anime mi ha commosso. Da vedere.


 3
Devil

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Il Giappone purtroppo è una zona soggetta a frequenti terremoti. Molti di essi poi sono discretamente violenti e distruttivi ed ogni volta che avvengono possiamo vedere anche noi dai video la loro potenza distruttrice che fa tremare palazzi, che spacca strade e spesso uccide anche persone.
Da decenni interi il problema dei terremoti è stato sempre affrontato in tutti i modi possibili, istruendo la popolazione a comportarsi in modo razionale e sicuro ad ogni evenienza, cercando così di evitare ingenti perdite umane. Quale migliore occasione allora per non farne un anime che illustri in maniera più o meno fedele tutta l'azione devastante di un terribile terremoto che distrugge un'intera città? Lo Studio Bones non si è fatto sfuggire questa possibilità, creando così un anime appassionante, originale, ben fatto e sopratutto realistico.
Tokyo Magnitude 8.0 si compone di 11 episodi, il cui primo episodio è stato nella top ten degli anime più seguiti della settimana: non per niente il pubblico al quale si è presentato la prima volta non è nuovo all'argomento.
La vicenda si apre sulla giovane Mirai Onosawa, studentessa della scuola media alle porte delle vacanze estive. Mirai è annoiata e dimostra disinteresse in quasi tutto ciò che la circonda: la scuola non gli dà stimoli, la vita quotidiana è grigia e monotona. Anche la sua famiglia, per Mirai è spesso una scocciatura e motivo di arrabbiature e delusioni, infuriandosi così anche per un acquisto "sbagliato" della madre, ovvero l'aver preso delle fette di torta per il compleanno di quest'ultima invece di una intera e rotonda. Persino suo fratello minore Yuki è noioso e appiccicoso, specialmente quando prende in giro la sorella chiamandola "maniaca del cellulare": infatti Mirai passa la maggior parte del tempo a messaggiare con le amiche e a ricevere messaggi con il suo telefono cellulare con un ciondolo di ranocchio attaccato ad esso. Tutto sembra scorrere in maniera tedia e grigia finché Yuki non chiede alla sorella di accompagnarlo alla fiera della tecnologia che si teneva quell'anno nella loro città, Tokyo. Mirai, inizialmente contraria si offre di accompagnare il fratellino alla fiera, dato che è un appassionato di tecnologia, o come dice lui stesso, semplicemente di "robot". Durante i vari show vengono mostrati dei vari macchinari innovativi, come una specie di "ragno" meccanico che verrebbe usato per rintracciare persone sepolte vive da macerie dopo una scossa tellurica, ma anche per sondare il terreno per verificare la possibilità di crolli post sismici. Nella pausa del pranzo Mirai, annoiata da tutta quella sfarzosa ostentazione di sicurezza e progresso, mentre scrive un messaggio con il cellulare pensa che se tutto ciò che la circonda crollasse, a lei non importerebbe nulla. La ragazzina evidentemente non si rende conto di quello che pensa: una scossa di grado elevato colpisce la zona facendo crollare il famoso ponte davanti alla fiera e devastando lo scenario di fronte alla giovane. E' l'inizio dell'incubo. Infatti i due piccoli fratelli si troveranno nel bel mezzo di un devastante terremoto che colpirà l'intera area di Tokyo, distruggendo tutto ciò che li circonda, ma anche tutto ciò che di più caro hanno. Ma non saranno soli: una ragazza, trovandosi nelle vicinanze aiuterà i due piccoli in questa spietata lotta per la sopravvivenza, sia fisica ma anche mentale, sopratutto mentale.
La serie offre una magnifica riproduzione della catastrofe provocata da un terremoto di grado 8.0 della scala Richter, riproducendo così danni, crolli, spaccature e distruzione, ma anche pianti, morti, tristezza, amarezza e disperazione delle persone che sono protagoniste della vicenda. Purtroppo in queste evenienze la popolazione è la prima protagonista del dramma e in Tokyo Magnitude 8.0 questa costante non viene tradita: infatti, oltre ai nostri 3 protagonisti ne avremo anche altri, con le loro storie piene di dolore e tristezza, ma anche colme di speranza.
Gli scenari sono stati realizzati con estrema precisione, come già ci viene mostrato nella sigla iniziale, dove ci viene mostrata una Tokyo quasi rasa al suolo, preparando così lo spettatore a cosa "lo aspetterà". Si, perchè la bravura e la maestria dello Studio Bones è stata quella di immedesimare lo spettatore nella vicenda, di farlo partecipe del dramma, di fargli immaginare come avrebbe reagito lui alla catastrofe e di come ne sarebbe uscito. Nei momenti di scoraggio dei protagonisti, nei momenti di demoralizzazione, di tristezza e di angoscia ci si sente anche noi in quella stessa situazione perchè vedere Mirai, Yuki e Mari, la ragazza che li accompagna e li aiuta, è come vedere gente quotidiana che soffre e spera nella sopravvivenza loro e di coloro che si ama. I sentimenti e le sensazioni vengono così "inviate" allo spettatore in maniera immediata ed eccellente.
Non oserei dire che Tokyo Magnitude 8.0 è da considerarsi più che un manuale di sopravvivenza, un manuale di vita: la giovane Mirai, annoiata dalla vita, ritrova la forza di andare avanti tramite la triste sciagura alla quale è incappata, portandola ad una graduale forza interiore che la aiuterà moltissime volte. Inoltre un inaspettato finale a sorpresa rafforzerà l'interesse e l'emozione da parte dello spettatore verso la serie.
Alla serie complessiva do un 7 e mezzo e la consiglio a tutti, per la maestria e per l'originalità con la quale è stata fatta.


 3
Libra78

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Tokyo Magnitude 8.0 è forse l'anime che più mi ha colpito di questa stagione 2009. La storia, ambientata nell'ipotetico e verosimile scenario di una Tokyo colpita da un devastante terremoto, racconta il cammino per ritornare a casa di due fratelli, Mirai e Yuki che, in visita a una mostra di robotica sull'isola di Odaiba, si ritrovano coinvolti nel sisma in una situazione di drammatica emergenza. Aiutati dalla giovane Mari Kusanabe, una corriere motociclista, i due s'incamminano verso casa attraverso una città stravolta in cui le conseguenze del terremoto, morte, distruzione, dolore, sono sotto gli occhi di tutti. Realizzato superbamente per quanto attiene la ricostruzione dei luoghi e dello scenario post-sisma, Tokyo Magnitude non tende alla spettacolarizzazione dell'evento, non indugia più del necessario su corpi martoriati o sul sangue (invero pressochè assente), ma lascia trasparire più realisticamente le atmosfere di una simile disgrazia attraverso tutta la gestione dell'emergenza, i piccoli grandi dolori di ciascuno, i rinnovati legami "comunitari" che si creano tra persone che, in una situazione normale, passerebbero oltre come ombre indefinite di perfetti sconosciuti. D'altronde, se qualcuno avesse avuto la sfortuna di vivere un evento simile, sa benissimo che è la desolazione ciò che più colpisce, il vedere la propria casa, gli edifici simbolo della propria città distrutti (in questo caso la Tokyo Tower o il Rainbow Bridge), la calca di persone in cerca di aiuti e di sostentamento, i sacchi per i cadaveri, la ricerca dei superstiti, gli scavi... Dopo una prima parte più a tutto tondo, la storia si concentra sui tre protagonisti, sulle loro ansie e paure di non rivedere i propri cari e la propria casa verso cui sono incamminati, prendendo sviluppi che, dall'ottavo episodio, verranno chiariti solo nel commovente finale (forse eccessivo?), lasciando di sasso i meno attenti (è consigliabile osservare sempre con attenzione ogni dettaglio, i volti e le espressioni di Mari) e restituendoci una protagonista, Mirai, profondamente maturata e cresciuta da questa terribile esperienza. Accostato da alcuni al celebre "Una tomba per le lucciole" di Takahata, Tokyo Magnitude 8.0 ripropone in effetti la vicenda di due fratelli (in questo caso Mirai, la ragazzina, è la sorella maggiore) in un contesto di tragica emergenza e uno sviluppo "paranormale", ma non voglio esprimermi sul se e quanto si possano accostare i due prodotti, credo che ognuno potrà trarre le sue conclusioni. Certo è che la prima visione può perdere a tratti di mordente, apparire financo noiosa in alcuni momenti; per apprezzarlo compiutamente e coglierne ogni sfaccettatura consiglio una seconda visione, personalmente così ne ho apprezzato e ne ho colto le diverse sfumature molto meglio.


 2
Aniki87

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Sono rimasta un po' delusa da questo anime.
Sarà che le mie aspettative forse erano troppo alte. Fatto sta che leggendo la trama mi aspettavo un po' più di azione, scene di panico totale e, perchè no, mi sarebbe piaciuto vedere anche un po' di sangue. Quindi se volete vedere un anime apocalittico incentrato sul disastro totale lasciate stare.
La scelta degli autori è stata quella di concentrare quasi tutta l'attenzione sugli aspetti psicologici dei protagonisti. Il che, come scelta, è effettivamente interessante. Il problema è che l'anime ha un andamento molto lento... nonostante sia composto da soli 11 episodi ci sono delle puntate dove nemmeno nell'aspetto psicologico dei personaggi avvengono svolte. Si ha l'impressione di sentir parlare sempre della stessa cosa.

Alcune scene potevano essere studiate un po' meglio... a volte è stato rasentato davvero il ridicolo (chi dopo un terremoto di magnitudo 8 si va a nascondere in un palazzo pericolante?)

Comunque, l'inizio della serie mi è piaciuto molto ed ha attirato il mio interesse (le prime due puntate), ma poi ha preso un andamento piuttosto ripetitivo che ha fatto svanire tutto quell'interesse nel nulla. Nonostante la noia ho tenuto botta e ho visto tutta la serie sperando che si potesse riprendere. Per fortuna, nelle ultime puntate, i nodi iniziano a venire al pettine e le cose si fanno davvero interessanti. Gli ultimi episodi mi hanno regalato molta ansia e lacrime, quindi emozioni forti.

In definitiva consiglio ques'anime ai romantici e agli amanti del genere drammatico.

E adesso devo dare un voto equo per un anime che inizialmente ha catturato totalmente il mio interesse, nella parte centrale mi ha fatto annoiare da morire e per certi versi mi ha anche irritato, ma che nel finale mi ha dato grandi emozioni, forti e vere.

Un quasi 6 1/2


 5
Doppelgänger

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
Mirai è una ragazzina frequentante le medie. Non riesce particolarmente bene a scuola, ed è spesso insofferente ai genitori e del fratello Yuuki, annoiata dal tran tran quotidiano. Ma, all'inizio delle vacanze estive, si recherà col fratello ad una fiera robotica ad Odaiba, quartiere di Tokyo lontano da casa loro. Il caso vuole che proprio quel giorno un terremoto dell'ottavo grado della scala Richter si abbatta sulla città, devastandola. Con l'unico desiderio di tornare a casa, essi si metteranno in viaggio per Tokyo accompagnati da Mari, giovane ragazza madre preoccupata di sapere se sua madre e sua figlia siano ancora vive.

I giapponesi sentiranno i temi di quest'anime piuttosto vicini, dato che il Giappone è notoriamente una zona dal rischio sismico tra le più alte del mondo, e figuriamoci il popolo italiano, per i recenti fatti di L'Aquila. Ma al di là di ciò, l'idea di una storia gravitante intorno ad un disastro del genere potrebbe avere risvolti fantastici. È il caso di Tokyo Magnitude 8.0? Non credo proprio. Perché tutti i problemi di questa serie, se escludiamo qualcosa delle ultime puntate (11 in tutto), che comunque non salvano la baracca più di tanto, si possono riassumere in ciò che comportano alla fine: noia. E, nonostante mi sia commosso davanti a diversi anime, ho l'impressione che potrei passare per una bestia insensibile, leggendo i pareri entusiasti degli appassionati per la rete.
Da dove comincio? Dall'intreccio in sè? Praticamente tutta la serie segue questo viaggio lungo Tokyo, tra incontri con altri terremotati e altri incidenti causati dalle scosse telluriche. Ma, a mio modesto parere, non accade MAI nulla di veramente interessante. Parliamo di questi incidenti: quando capitano sono più o meno catastrofici (lo Studio Bones ha affermato di aver fatto riferimento a degli studi precisi sugli effetti di un terremoto di quel calibro. Posso anche crederci), ma non succede nulla di veramente rilevante, tanto se muore qualche mister sconosciuto non ce ne frega più di tanto (ma non aspettatevi di vedere frittatine d'uomo: nonostante sia un anime su una catastrofe naturale c'è un'incredibile penuria di cadaveri in questo cartone, e se ci sono sono rigorosamente riuniti e coperti da lenzuola), e per quanto possa essere disastroso, i protagonisti non perderanno mai troppo tempo a rifletterci su ("Oh porca troia, sta cadendo la Torre di Tokyo!... è caduta? Ok, andiamo"), e di certo loro non possono morire (ora, so esattamente cosa sta pensando chiunque abbia visto l'anime, ma tranquilli, arriveremo anche a quello a fine recensione).

E i personaggi seguono quegli stereotipi degli anime che odio fino alla morte. Ridono quando non c'è nulla da ridere (o anche semplicemente quando non è successo nulla di nulla), sono buoni come pezzi di pane, sempre disponibili, sempre gentili, sempre sorridenti... e se c'è una scena di "approfondimento psicologico", in cui per qualche secondo realizzano la portata della tragedia, fanno la faccia scura per un paio d'inquadratura, e poi via di sorrisi. Grande!
Oh, ma per far risaltare l'aureola dei buoni, tutti gli altri abitanti di Tokyo sono degli stronzi cafoni. Grande!
Personaggi memorabili? Zero spaccato. Mirai, che poi, alla fine dei conti, sarebbe quella centrale, è quella più interessante (modo gentile per non dire meno noiosa), e direi che alla fine il punto focale di tutta la trama sarebbe la sua maturazione. Si, alla fine di tutta la storia supererà la sua crisi adolescenziale e apprezzerà meglio la sua famiglia. E dire che c'è gente che ce la fa senza terremoto.
Yuuki. Oddio, Yuuki. Ammetto di partire prevenuto nei suoi confronti, considerando che odio quasi tutti i personaggi bambino in qualsiasi cosa (una delle poche eccezioni, di sicuro l' unica che ami veramente, è Pino di Ergo Proxy), ma questo è riuscito a smuovermi le interiora in maniera viscerale. Mi sento solo di dire: fastidioso.
Mari è uno di quei buoni samaritani di cui avevo parlato prima, non credo di dover aggiungere altro.
E poi... basta, direi che quelle tre/quattro comparse con qualche battuta in più sono del tutto trascurabili.
Meno male che la serie è breve, sennò non so davvero se l' avrei finita (e già così ho fatto molta fatica).

Sotto il profilo tecnico, alti e bassi, e i bassi sono semplicemente nel design, non di mio gusto: non mi piace lo stile dei personaggi. Per il resto nulla da dire, le scene del terremoto sono ottime.
Sul sonoro, a parte il buon doppiaggio giapponese, nulla da segnalare, nessun brano in particolare mi è sembrato memorabile.

Alla fine, mi riaggancio al discorso che ho accennato sopra. Molti di quelli che l'hanno visto diranno "Ma come? Non ti ha commosso il colpo di scena delle ultime puntate? Non hai pianto alla fine dell'ultima puntata?"
Beh, no. Onestamente, quella svolta semi-paranormale lascia il tempo che trova, d'altronde, non provando empatia per nessuno dei personaggi, cosa poteva fregarmene? È servita soltanto a confondermi per qualche minuto non capendo cosa stesse succedendo, ma niente di più.
L' impressione che ho ricevuto da questa serie è che abbia voluto fare un po' Una tomba per le lucciole, ma nel caso non l'abbiate ancora capito, il risultato è nettamente inferiore. Perché se lì la sofferenza dello spettatore nasceva dall'intensità del dramma, qui ho sofferto per la noia, dovendo seguire uno schema delle puntate che si può riassumere in "camminano, si fermano, ogni tanto incontrano una comparsa con due battute in più, scossetta di terremoto, qualche evento insignificante, occasionale "approfondimento psicologico" e/o "scene drammatiche", boss finale (scossa più forte con relativo crollo di palazzo), poche altre varianti".
E se anche la suddetta svolta ha smosso un po' le acque, possibile che mi sia dovuto tagliare le vene per 9 puntate, prima?

Voto: 5,5


 2
Yuu

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Non faro' una recensione ma mi limitero' a commentare questo anime anche perche' di recensioni c'e' ne sono gia' troppe :P.

Ho visto questo anime in 2 giorni, 2 giorni in cui questo anime mi ha letteralmente estasiata con i suoi scenari con la sua storia con la personalita' dei suoi personaggi. Un anime che non cerca di catturare l'attenzione di chi guarda con un genere fanservice, ma un anime che si fa seguire per l'umanita' che fa traspirare: mi ha fatto sobbalzare, mi ha fatto ridere, mi ha commosso ed emozionato fino alla fine. Io penso che qualunque cosa gli autori, i produttori, lo staff, i seiyuu volessero esprimere attraverso questo anime ci siano riusciti, anche se non va visto superficialmente (come molti faranno) ma con la voglia di seguire una storia cosi' emozionante e toccante che inevitabilmente diventera' un qualcosa da ricordare o paragonare, anche se di paragone ce n'e' da fare ben poco.


 3
ALUCARD80

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Appena uscita la notizia di Tokyo Magnitude 8.0 c’è stato grande interesse da parte mia, non che una certa apprensione immotivata nel dover affrontare il discorso dei terremoti intesi come disastri drammatici e devastanti, forse a causa del recente terremoto che ha colpito l’Abruzzo.
Sebbene insolitamente corta come serie – solo undici episodi – Tokyo Magnitude 8.0 si è rivelato un autentico, intenso e commovente capolavoro. Sinceramente non riesco ad esprimere tutte le emozioni che questa storia dannatamente realistica mi ha suscitato, scombussolandomi l’animo e scuotendomi davvero nel profondo. Al termine dell’ultima puntata mi sono ritrovato a piangere senza neanche accorgermene, forse per il tasso di realismo senza precedenti, forse per una storia raccontata più che sapientemente attraverso personaggi animati che dovrei individuare come invece attori di un film a tutti gli effetti, più che disegni di un anime. So di essere una persona che si commuove per cose minori (ma non per tutto, fortunatamente), tuttavia la vicenda di Tokyo Magnitude 8.0 si è rivelata ben più che una classica storiella drammatica come ce ne potrebbero essere tante in giro.
Tutto ciò che viene rappresentato in questi undici episodi è dannatamente, imprescindibilmente reale.

È la storia di Mirai, una ragazzina che frequenta la prima media, stufa della poca attenzione dei genitori, stufa del mondo che ai suoi occhi è limitato alla zona del Kanto, in Giappone, stufa della routine quotidiana, di suo fratello minore, Yuuki, seppur sempre allegro comunque pedante e chiacchierone, come lo sono tutti i ragazzini che frequentano le scuole elementari.
Insomma, Mirai è stufa di tutto. Agli occhi dello spettatore potrà sembrare una di quelle ragazzine trascurate dai genitori mai presenti in casa, ed effettivamente è proprio così: sia la madre che il padre, essendo sempre occupati col lavoro, lasciano a lei i compiti e gli oneri di casa, comprese lavare, sistemare casa e talvolta cucinare. E’ l’inizio delle vacanze estive quando il piccolo Yuuki convince la madre a fare un giro ad una fiera dimostrativa di robot di vario genere (da quelli di soccorso a semplici prototipi), di cui è grande appassionato. Va a finire però che è Mirai a dovercelo portare, perché entrambi i genitori, anche questa volta, finiscono per essere occupati col lavoro.
L’irritazione della ragazzina durante il viaggio per giungere alla mostra diventa una cosa palpabile, e sebbene voglia bene al fratello non sopporta il suo sorriso sempre allegro e il fatto che lui non capisca come si sente (perfetta linea d’agitazione adolescenziale, un giorno sei la persona più felice della terra, quello dopo tutti ti odiano e tu odi tutto). Mirai arriva addirittura a scrivere un messaggio ad una delle sue amiche, nel quale dice di essere stufa marcia di questo mondo che non la capisce, e che se fosse per lei tutto potrebbe crollare… non gliene fregherebbe nulla… Solite turbe adolescenziali? Può darsi, ma proprio mentre Yuuki è andato a cercare qualcosa da bere, e Mirai si trova fuori dal complesso di Odaiba, intenta a scrivere quel messaggio, l’intera baia di Tokyo viene investita da una prolungata e devastante scossa di terremoto paragonabile al grado 8.0 in scala Richter.
I danni sono mostruosi. Decine di migliaia di morti, incendi dappertutto, dispersi, feriti, edifici crollati e devastazioni in larga scala. Le scosse di assestamento si susseguono in un crescendo terrificante che tiene lo spettatore sul chi va la, ma fortunatamente fratello e sorella riescono a ritrovarsi, spaventati, quasi shoccati, e da qui comincerà un lungo viaggio per cercare di tornare a casa, con l’aiuto di Mari, una giovane e bella donna (madre di una bambina di quattro anni per cui è in gran pensiero), che sarà per i due ragazzi più che un punto di riferimento e un supporto sia fisico che morale; fra l’altro Mari sarà uno dei personaggi cardine di una storia indimenticabile.

Il capolavoro sta proprio qui, in queste sottigliezze, in questi particolari, negli spiragli d’introspezione che la storia lascia pian piano intravedere, facendo conoscere allo spettatore i protagonisti tramite un’accurata progressione degli eventi.
Tokyo Magnitude 8.0 colpisce soprattutto per il suo terribile ed angosciante realismo, trattando un argomento delicato per il popolo nipponico ma anche conosciuto, ahimè, a quello italiano. Per la realizzazione di quest’anime sono stati fatti studi appropriati addirittura in campo geologico a scopo di ricreare una situazione realistica e credibile, e anche se alcune situazioni possono sembrare leggermente discostanti dalla realtà, ciò non incide affatto sulla qualità dell’opera.
Gli autori scelgono un tratto soffice, quasi kawaii, capace di dare l’idea, la forma e l’emozione di ogni protagonista senza permettere a questi di passare in primo piano offuscando la trama a discapito del dramma intrinseco che permea il tutto, e allo stesso tempo senza permettere agli stessi protagonisti di confondersi finendo come semplici comparse figuranti nel mezzo di una tragedia, di un “landscape” gargantuesco che inghiotte ogni cosa. In pratica, un perfetto equilibrio fra ambiente e soggetti.
Davvero toccanti i momenti introspettivi di Mirai, il rapporto intenso che ha col fratello, e la preoccupazione crescente di Mari e di tutti i civili intenti a cercare i propri cari dispersi nelle macerie. Ad un certo punto si ha l’impressione di assistere ad un film più che ad una sequenza animata, tanto che il tratto e i colori non hanno più importanza, tanto che bastano gli eventi, le musiche e le parole a mandare avanti l’opera che incalza sempre più velocemente, dirigendosi verso un finale durissimo, crudo, drammatico, reale. Molto reale.
Ecco, la parola adatta a Tokyo Magnitude 8.0 è “realtà”. È una storia di persone vere, che rispecchia il terrore indiscriminato nell’affrontare un cataclisma di tali proporzioni; cataclisma, fra l’altro, totalmente inventato dagli sceneggiatori ma potenzialmente reale.
Una storia inventata, ma recitata da persone a mio parere più che vere, e che in una situazione di sisma simile potrebbe senza ombra di dubbio accadere (non per i parametri dei danni alla città visto che sono stati simulati, quanto alle storie singole e i problemi di ogni famiglia che deve far fronte a queste sventure). Tanto realismo non si subiva dai tempi di PlanetES.
Epocale la scena della caduta della Tokyo Tower, dolorosissimo e crudele il finale.
Duro, diretto, animato a dovere, vivo, tangibile, reale. Un pugno nello stomaco. Consigliato a tutti, proprio perché fa riflettere su molti valori a noi vicini e spesso trascurati.
Studio Bones hits again.


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Hoshimaru

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Non posso che confermare quanto detto dagli utenti prima di me. Tokyo Magnitude 8.0 è un rarissimo esempio di anime anti-spettacolare, dove l'enfasi non è posta su elementi fantastici, erotici, avventurosi o comici, bensì sullo spessore dei personaggi e il realismo con cui è descritto il mondo che li conrconda. Io che di solito non bado tanto alla realizzazione grafica o all'animazione, in questo caso mi sono dovuto arrendere all'estrema grazia e sensibilità con cui vengono raccontati personaggi e situazioni. Il character design è superbo.
E' un anime che mi ha commosso e mi ha fatto piangere (!) e che consiglio a TUTTI.


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Filippo2192

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
<i>Questa opera di fantasia, che tratta di un enorme terremoto a Tokyo, è basata su una grande quantità di ricerche e verifiche. Cercando di ottenere un certo senso di realismo, sono state svolte diverse simulazioni per la creazione di questa storia originale. Tuttavia, nella realtà le circostanze potrebbero essere diverse.</i>

Questo è il modo in cui i Bones introducono Tokyo Magnitude 8.0. La trama, molto semplice, parla di Mirai (che tra l'altro significa "futuro"), una ragazzina di prima media stufa della sua vita monotona e dei suoi genitori. In occasione dell'inizio delle vacanze estive, accompagna il fratello Yuki a vedere una mostra di robot all'isola artificiale di Odaiba e, durante la visita, Tokyo viene colpita da un terremoto di grado 8.0 sulla scala Richter (secondo uno studio, c'è almeno il 70% di possibilità che in futuro accada una cosa simile lì) e la città diventa così irriconoscibile, con molti dei suoi edifici-simbolo distrutti. Mirai e Yuki devono così cercare di tornare a casa dai loro genitori e vengono aiutati da Mari, una fattorina che vuole al contempo tornare dalla madre e dalla figlia.

Anche se la trama potrebbe evolversi in vari modi, la serie resta fedele alle premesse di partenza e non diventa nulla di spettacolare, ma più che il terremoto in sé mostra semplicemente in che modo i tre protagonisti vengono toccati dal disastro nel modo più realistico possibile, senza cadere nel buonismo, senza tralasciare tra l'altro il fattore della morte e cercando di mostrare come, in ogni situazione, la cosa migliore da fare è sempre guardare avanti con ottimismo. Lo spiccato realismo della storia e dei personaggi è il fattore che secondo me rende la serie tanto coinvolgente e toccante, e penso che vedendola sia impossibile restare impassibili.

La grafica e le animazioni sono davvero superbe ed anche il character design, nella sua semplicità, è azzeccato. Ottime opening ed ending, colonna sonora bella ed adeguata e un buon lavoro da parte di tutti i seiyuu, tra l'altro è interessante sapere che Christel Takigawa, una nota annunciatrice televisiva, in TM interpreta sé stessa.

In sostanza quindi una serie davvero pregiata e il voto che do è 9.


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Prospero

Episodi visti: 10/11 --- Voto 9
Anime dalla trama apparentemente semplice, quasi schematica, ma a mio avviso di ottima qualità e molto coinvolgente. Mirai - la protagonista - è una ragazzina annoiata e infastidita dalla vita e soprattutto dalla (apparente) scarsa attenzione da parte dei genitori.
In breve: a seguito di un tremendo terremoto che la sorprende da sola con il fratellino di sei anni lontano da casa intraprende un viaggio di ritorno a casa, accompagnata da una salvifica e simpatica fattorina (ex motociclista). Il ritorno (verrebbe quasi da dire l'anabasi) è comprensibilmente un viaggio attraverso le sofferenze e lo shock di una tragedia di massa e un percorso di dolorosa maturazione.
Poco significativo descrivere altro; è un anime dai toni molto spesso drammatici ma mai patetici, a mio avviso disegnato e animato molto bene. Un prodotto adulto ed equilibrato. Per evitare spoiler non accenno allo sviluppo della trama dopo la 7^ puntata, che alza realmente il volume del coinvolgimento dello spettatore.


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HSam

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Inizialmente mi ero fatto un'idea sbagliata di questo anime, ma dal quarto episodio in poi mi sono dovuto davvero ricredere. Lo sviluppo della storia ha stravolto completamente il comportamento della protagonista (inizialmente davvero insopportabile, aspetto che appunto potrebbe indurre certe persone a non guardare la serie, ma che in questo modo riesce a dimostrare quanto sia inevitabile un cambiamento di umore in momenti catastrofici come quelli di Tokyo Magnitude 8.0). Davvero significativi gli ultimi episodi, mi hanno davvero agganciato una pietra al collo, tanto da avermi indotto a tornare a rivedere gli episodi precedenti. Ambientazioni davvero curate nei minimi particolari che rendono davvero l'atmosfera isolata e psicologicamente pesante da sostenere. . Struttura temporale perfetta e Storia davvero originale, gli OST interni sono un po monotoni e ripetitivi, ma la OP e l'ED davvero straordinarie. Serie che non può piacere a tutti visto la mancanza di colpi di scena significativi, se non quello degli ultimi episodi (dove effettivamente si affronta un tema drammatico), ma in fondo sono soltanto 11 episodi; Finale davvero commovente e riflessivo. 9 Meritato!!!

kayshiden

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kayshiden

Episodi visti: 9/11 --- Voto 10
WOW... Ho visto il nono episodio ieri sera e non mi sono ancora ripreso!!! E' l'anime più "adulto" che abbia mai seguito... Da appassionato di Gundam, mi ricorda, per la caratterizzazione dei personaggi mi ricorda "MS Gundam 0080: War in the Pocket", anche lì il protagonista è un bambino in età scolare, solo che l'ambientazione assolutamente realistica lo rendono ancora più drammatico e coinvolgente. Non voglio fare Spoiler, per cui mi fermo qui. Assolutamente da vedere!!! 10 con lode e anche di più.


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marbald75

Episodi visti: 5/11 --- Voto 9
L'idea di base è veramente buona e diversa dal solito, tra l'altro un argomento importante e spesso vissuto dai giapponesi. A livello grafico si presenta abbastanza bene, sicuramente intelligente lo sviluppo della trama in cui i protagonisti subiscono l'evento lontano da casa per cui tutto si impernia sulle loro difficoltà nel tentativo di tornare dai loro genitori. A livello di animazione non è il massimo ma alcuni passaggi, probabilmente con l'aiuto della CG , rendono bene. La protagonista "Marui" è abbastanza antipatica ma da l'idea del comportamento di una ragazzina in una fase particolare della sua infanzia, sia per l'età, sia per i rapporti con i genitori. La narrazione fa leva maggiormente su aspetti psicologici della inevitabile morte che li circonda ma magari qualche accenno splatter, anche solo accennato non avrebbe guastato; interessante l'emergere dell'egoismo delle persone in queste fasi di crisi che se ne fregano dei due bambini coinvolti nel cataclisma. Ho visto solo 5 episodi e non so come evolverà, potrebbe migliorare come scadere troppo in un finale banale ma merita sicuramente un bel 9 per l'idea.