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micheles

Episodi visti: 26/23 --- Voto 6
Ci sono due modi per valutare "Remy, la bambina senza famiglia": paragonandolo alla versione classica di Osamu Dezaki, o considerandola come opera a sé stante. Se la paragoniamo alla versione classica o al libro originale ("Sans Famille" di Hector Malot) Remy è un obbrobrio e un tradimento totale dello spirito dell'opera. Se la consideriamo come opera a sé stante, solo vagamente ispirata al lavoro di Malot, come storiella sentimentale/storico/avventurosa per un pubblico infantile, il giudizio non è così negativo, e può a fatica arrivare alla sufficienza.

A mio avviso Remy è pensato più come opera per le mamme che per i bambini, non si giustifica altrimenti l'insulsa canzoncina che Remy canta più volte il cui è testo più o meno è "Mamma lo sai quanto ti voglio bene e quanto tu me ne vuoi". Ci sono poi forti dosi di buonismo e sentimentalismo, per non parlare della censura degli aspetti più drammatici, motivo per cui si può fare morire Vitali ma non si può fare morire la scimmietta, altrimenti i bambini ci restano male! Tutta la serie è riempita di filler di scarso livello a livello di trama, e che non hanno un senso nell'economia della storia.
L'unica cosa che salva questa serie sono i disegni gradevoli e i colori molto solari, che sdrammatizzano quel minimo di drammaticità che la serie potrebbe avere. Per questo motivo, compensando il 4 della trama con un 8 per i disegni, la serie può arrivare a una sufficienza scarsa. Ho deciso di assegnare questo come voto finale, perché alla fin fine la serie si rivolge a giovani spettatori che non hanno avuto modo di vedere la serie originale.

Il giudizio è completamente diverso se chi guarda questa serie conosce già la versione di Dezaki o il libro di Malot (io conosco entrambi e sono praticamente identici, tranne che nel finale). In questo caso la serie si merita molti voti di demerito perché ha stravolto la storia, facendola diventare una sorta di Oliver Twist al femminile. Il 90% di quello che si trova nel libro è stato rimosso, rimpiazzandolo con dei filler di scarsissimo livello inventati di sana pianta, senza nessuna attinenza all'originale, sia come storia sia come personaggi. A parte avere cambiato il sesso del protagonista, che senso ha dare una sorella minore a Remy che si vede solo nelle primissime puntate e non serve assolutamente a nulla nell'economia della storia? Perché dare così tanto importanza a Garofali? Dov'è andata a finire tutta la drammaticità? Le canzoni struggenti di Remì e Vitali sono state rimpiazzate con canzonette mielose. Anche i disegni, per quanto gradevoli, sono infinitamente inferiori a quelli della serie di vent'anni prima. Neppure il doppiaggio italiano si salva, perché cambiare il nome della scimmietta Joli Coer in Belcuore? Paura d'insegnare una parola francese ai bambini? Dopotutto la serie si svolge in Francia!

Paragonata all'originale, "Remy la bambina senza famiglia" non può aspirare a un voto superiore al 2. C'è anche da dire che la serie originale è così drammatica che non la farei mai vedere a un bambino, è una serie per adulti che si meriterebbe un bollino giallo.


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Sonoko

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Anime del World Masterpiece Theater del 1996, Remy bambina senza famiglia ebbe, a differenza delle serie che l'hanno preceduto, scarsi ascolti, tanto che il progetto per anni si bloccò. La motivazione di ciò è eclatante: era difficile accettare la realizzazione di una serie nuova la cui novità era basata semplicemente sul cambio di sesso del protagonista, soprattutto se consideriamo che stiamo parlando del protagonista di un romanzo così famoso, e soprattutto dopo quel capolavoro che già ne era stato tratto che era Dolce Remì, molto fedele alla storia originale di Malot.

Nonostante le mie molte perplessità però l'ho visto e devo dire che questa storia non è così male! Certo, essendo così pochi episodi (più della metà in meno rispetto a Dolce Remì) molte situazioni sono meno approfondite. Nonostante la brevità la protagonista piange quanto il suo alter ego maschile, ma io l'ho trovata comunque bella, anche perché mi è piaciuta la conseguente, e ovvia, variazione nel rapporto con Mattia, dato che adoro i risvolti romantici.
Insomma, non la considero una serie brillante come quella che l'ha preceduta (infatti il mio voto è 8 e non 10), ma anche questa versione risulta piuttosto gradevole e commovente.
Se siete riottosi perché non vi va di vedere un Remì femmina, è semplice: guardate questo anime come una storia a sé stante, vi piacerà.


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roooo83

Episodi visti: 26/23 --- Voto 8
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>

La famiglia Barberin è molto povera. La madre e le due figliuole Remy e Nana vivono con il solo sostentamento del guadagno del latte prodotto dalla loro mucca. Il signor Jerome Barberin fin da quando le bambine erano molto piccole lavora a Parigi per provvedere al mantenimento della sua famiglia, ma da già qualche mese non arrivano né soldi né sue notizie.
Il giorno del suo decimo compleanno, la piccola Remy viene a sapere che suo padre è stato vittima di un brutto incidente sei prima e che per pagare le cure ospedaliere si è indebitato. Senza nemmeno il tempo di attutire il brutto colpo, ecco che si presenta alla famiglia Barberin un uomo proveniente da Parigi che dice di avere prestato la somma necessaria per le cure di Jerome e che questi gli ha promesso come pagamento la sua preziosa mucca.

Disperate nel vedersi portare via l'unica ragione con cui riuscivano a mantenersi, Remy, Nana e la mamma cercano di farsi forza, ma nel bel mezzo della cena ecco comparire sulla porta di casa il signor Jerome in persona. Contenta per il ritorno dell'adorato padre, Remy si getta tra le sue braccia, ma l'uomo tutt'altro che felice la allontana facendole capire che non gradisce la sua presenza in quella casa. La povera Remy viene così a sapere di punto in bianco di essere una trovatella e che quella che fino ad allora aveva creduto fosse la sua famiglia, in realtà non lo è. Per di più ora che sono diventati ancora più poveri, il signor Barberin vuole che Remy vada a lavorare. Nonostante l'enorme dolore della madre adottiva, la piccola decide di partire assieme al signor Vitali, un vecchio artista di strada che, con i suoi animali, dà spettacoli in tutto il paese. E' così che inizia il viaggio di Remy e dei suoi nuovi amici che la porterà a conoscere un mondo diverso dal suo, in giro per la Francia.

Nel 1996 “Dolce piccola Remy” con i suoi scarsi ascolti segnò la chiusura del World Masterpiece Theater, progetto che riprese solo nel 2007. Molto probabilmente ad avere influito negativamente su quest'opera è il fatto che stravolge in parte la storia originale tratta dal romanzo di Hector Malot, “Senza famiglia”, rivisitandola con una protagonista femminile, anziché con il bambino della trama originale.
Avendo visto l'anime “Remi senza famiglia” quando ero ancora una bambina, non posso fare un paragone tra le due serie, in quanto i ricordi sono parecchio sbiaditi. Ma posso affermare con certezza che quest'opera non è assolutamente scarsa, ma merita di essere vista se si apprezzano i meisaku. "Dolce piccola Remy" mi ha fatto tornare indietro nel tempo, al periodo in cui gli anime trasmettevano qualcosa di poetico e avevano una profondità particolare che nelle opere moderne secondo me raramente si riesce a individuare.

La piccola Remy è una ragazzina sfortunata, ma procede a testa alta per il suo cammino tra gioie e dolori della vita quotidiana. Vita difficile la sua, orfanella e senza più un tetto e per di più costretta a lavorare a soli 10 anni. Ma la vita con il signor Vitali scorre serena e Remy impara tante cose. Il percorso più difficile viene dopo quando, sotto il pugno di ferro del signor Garofoli, Remy e altri orfanelli sono costretti a lavorare e a dare tutto il loro guadagno al crudele malfattore.
Le percosse del signor Garofoli sono scene molto violente che mi hanno fatto una certa impressione. Ma nonostante la grande sofferenza, la dolce Remy impartisce un grande insegnamento: anche quando nella vita nulla sembra andare per il verso giusto, non bisogna mai perdere la speranza e si deve andare avanti per la propria strada a testa alta perché prima o poi qualcosa di buono accadrà.

Sono parole belle e ricche di significato che riescono a penetrare il cuore. Mi sono emozionata più di una volta e come mi succede spesso per i meisaku mi sono anche commossa.
Vi consiglio perciò, se siete amanti del Remi originale, di non snobbare quest'opera considerandola un banale remake, ma guardatela e riscoprirete dopo tanti anni le sensazioni che solo queste toccanti storie di bambini sanno dare.


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Ruriko

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Remy è una dolce bambina che vive serenamente in un paesino francese con la mamma, Anne Barberin, e la sorellina Nana; in realtà, la piccola è una trovatella ed è stata cresciuta dalla famiglia Barberin dopo che Jerôme, il capofamiglia, l’aveva trovata per strada a Parigi ancora in fasce.
La vita di Remy cambia bruscamente quando Jerôme fa ritorno ferito dalla capitale, dove svolgeva il suo lavoro: non essendo più in grado di mantenere la famiglia, egli decide senza alcuno scrupolo di vendere Remì a un losco individuo, nonostante le suppliche della moglie.
Fortunatamente la bambina viene riscattata dal signor Vitali, un artista di strada che aveva già avuto modo di conoscerla e di apprezzarne le doti canore; Remy accetta di seguirlo, anche con la speranza di ritrovare la sua vera madre, e in breve tempo si affeziona molto al vecchio e ai suoi animali, i cani Capi, Dolce e Zerbino e la scimmietta Belcuore.
La compagnia di artisti viaggia attraverso la Francia guadagnandosi da vivere con gli spettacoli e Remì si troverà ad affrontare momenti difficili, ma incontrerà anche delle persone che la aiuteranno a superarli, come la signora Milligan e suo figlio Arthur o Mattia e gli altri orfanelli che lavorano per il signor Garofoli.
Ispirata al romanzo “Senza famiglia” di Hector Malot, questa serie apporta vari cambiamenti alla trama originale, in primo luogo trasformando il protagonista in una bambina e modificando di conseguenza alcuni rapporti interpersonali, poi introducendo nuovi personaggi (come Nana), eliminandone altri (per esempio, i Driscoll) e semplificando notevolmente la storia, probabilmente per renderla più appetibile a un pubblico infantile.
Inevitabile è il confronto con l’anime del 1977 diretto da Osamu Dezaki e noto in Italia con il titolo “Remì” o “Ascolta sempre il cuore Remì”, che è più fedele al romanzo e molto più ricco di pathos, oltre ad avere disegni di qualità nettamente superiore, realizzati dall’eccellente Akio Sugino.
La versione italiana è discreta per quanto riguarda la scelta delle voci e l’interpretazione dei doppiatori, mentre l’adattamento fa supporre qualche modifica nei dialoghi, che sembrano essere stati alleggeriti nei momenti più drammatici; inoltre, nel passaggio televisivo, certe scene, ritenute evidentemente troppo crude, sono state censurate (ma alcune sono parzialmente visibili nei flashback di altri episodi).
Tutto sommato, l’anime è godibile e potrà essere apprezzato dagli appassionati del genere Meisaku.