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-forsaken-

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Sono rimasto parecchio deluso da questo spin-off.
Ovviamente è difficile non fare confronti con la serie madre, della quale mi ritengo un fan sfegatato ormai da un decennio!

Ciò che mi ha colpito negativamente di “Magia Record” non è tanto il fatto che non ci fossero le protagoniste originali, quello lo si sapeva sin dall’inizio; il problema è che questa serie non mantiene neppure lontanamente le atmosfere alle quali l’universo di “Madoka Magica” ci aveva abituati.
Oltre ad avere una trama orizzontale piuttosto debole e che ingranerà solo verso la fine, le maghe protagoniste di questa storia sono decisamente troppe! E, anche qui, difficile non fare il confronto con la serie originale. “Madoka Magica” infatti ha sapientemente saputo caratterizzare ben cinque personaggi principali in soli dodici episodi, andando anche piuttosto in profondità. Senza però rinunciare a una trama orizzontale avvincente, misteri, azione e una grafica pazzesca. Qui, in “Magia Record”, abbiamo davvero troppi personaggi che rimangono solo abbozzati, anche quelli parte del gruppo principale. Inoltre, ci sono anche troppi antagonisti e personaggi secondari; in generale, c’è un quantitativo di personaggi tale, da arrivare a confonderli tra loro, non essendo particolarmente caratterizzati.

L’unica coppia di episodi che mi ha colpito in modo particolarmente positivo sono il 9 e il 10, dedicati alla piccola Sana e alla sua amica “speciale”. Trovo che il concetto di solitudine in relazione all’essere emarginati dalla società, e più nello specifico dalla propria stessa famiglia, sia stato reso in modo egregio. Risulta semplice empatizzare con Sana, e non si può non comprendere il suo desiderio di essere una ragazza invisibile. Ciò che commuove è ovviamente il rapporto che si instaurerà con Ai, il cui nome è chiaramente un gioco di parole tra Intelligenza Artificale (in inglese) e Amore (in giapponese). Ai, nonostante non sia umana, svilupperà dei veri e propri sentimenti nei confronti di Sana; da spettatore l’ho trovato prevedibile, ma mi ha ugualmente commosso.

Ad emergere un minimo c’è anche la piccola Felicia, rimasta orfana a causa delle streghe e costretta a reagire in modo scontroso pur di garantirsi la sopravvivenza, quantomeno dal suo punto di vista. Grazie all’amicizia di Iroha, protagonista della storia, si ammorbidirà e svilupperà di nuovo la fiducia verso il prossimo.

Riguardo la protagonista Iroha abbiamo un personaggio che, anche solo per questioni cromatiche, vuole ricordarci Madoka Kaname. Non mi è chiaro se i loro destini saranno collegati, ma le caratterizzazioni per ora divergono abbastanza. Iroha, rispetto a Madoka, risulta molto più consapevole, anche dei propri stessi limiti come combattente. Condividono indubbiamente la gentilezza e l’essere empatiche, si preoccupano sempre delle altre maghe con cui avranno a che fare. Tuttavia Iroha non è un personaggio che è riuscito a coinvolgermi particolarmente, sarà che la sua ricerca della sorellina è difficile da trovare appassionante, non avendola mai conosciuta io come spettatore.

Infine, l’ultimo personaggio degno di essere menzionato è Yachiyo Nanami, che dal mio punto di vista è solo una Homura Akemi che purtroppo non ce l’ha fatta.

Spero che la seconda serie sappia farmi ricredere.

Do la sufficienza a questa serie più che altro per il comparto tecnico: animazioni e disegni sono allo stesso livello della serie madre. La colonna sonora si difende bene, ma non mi è rimasta particolarmente in testa, stesso dicasi per le sigle.

Mi è dispiaciuto molto non vedere una trasformazione fatta come si deve. Nessuna raggiunge i livelli, non dico del film de “La storia della ribellione”, ma almeno della serie originale. E in un prodotto del genere anche il fanservice vuole la sua parte! Anche i costumi li ho trovati tutti piuttosto brutti, sgraziati e poco ispirati.


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Shokushu_Hime

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
“Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story” nasce come adattamento animato dell’omonimo gioco per smartphone, entrambi spin-off della famosissima serie principale “Puella Magi Madoka Magica” del 2011.

La nuova eroina dai capelli rosa protagonista di questa storia è Iroha Tamaki, alla ricerca della sua sorellina Ui, di cui sembra essere svanita ogni traccia dopo essere stata (presumibilmente) guarita dal desiderio espresso da sua sorella maggiore. Al fine di ritrovarla, Iroha si reca a Kamihama, dove conoscerà altre maghe e si ritroverà ad affrontare le “Uwasa” (o voci), nuove entità sinistre dalla natura ancora sconosciuta.

“Magia Record” è ben diverso sia dalla serie principale che da “La storia della ribellione”: l’atmosfera non è più angosciante, quasi da thriller psicologico, ma prende una svolta più simile a quella dei classici majokko, dove per ogni episodio/coppia di episodi c’è un Uwasa da sconfiggere e tutto finisce per il meglio, questo almeno fino a tre quarti della serie. A catturare l’attenzione è perlopiù l’introduzione delle Ali di Magius, un’organizzazione di maghe che sostengono di poter garantire la salvezza di tutte le mahou shoujo.
I vari misteri della trama vengono introdotti uno dopo l’altro, e, se da un lato questo può generare confusione, dall’altro credo abbia annullato quasi del tutto il fattore noia, costringendo lo spettatore a tenere gli occhi sullo schermo e a ricollegare le informazioni degli episodi precedenti.

I personaggi sono buoni, nessuno ai livelli di un’Homura Akemi o di una Madoka, ma in gran parte approfonditi quel che basta per non risultare piatti e, almeno per quanto mi riguarda, un paio delle ragazze sono anche riuscite a “farsi voler bene”, insomma.

Partendo dal presupposto che ritengo che “Puella Magi Madoka Magica” sia un anime da 9/9,5, i motivi per cui ho dato a “Magia Record” una valutazione così vicina a quella dell’originale sono tre: nonostante i continui (e inevitabili) paragoni con la prima serie che anch’io ho fatto, mi rendo conto che questi siano abbastanza ingiusti, considerando che questo è uno spin-off - singolarmente, anche se ancora incompleto, “Magia Record” resta comunque un buon anime in grado di intrattenere; presumo che tutti i quesiti irrisolti di questa prima stagione verranno spiegati nella successiva, per cui accantono il lato negativo di tutta la confusione d’intrighi e la premio per essere riuscita a tenere vivo il mio interesse; disegni e sceneggiatura sono spettacolari e ho amato dal primo all’ultimo frame, dovessi valutare l’anime solo per quelli, meriterebbe un 10.

In conclusione, non aspettatevi un “secondo Madoka Magica”, ma guardate la serie per quella che è: uno spin-off gradevole e decisamente ben fatto.


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Alex Ziro

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Ehi, hai sentito la voce che gira? Sembra che le maghe esistano davvero!

Però scommetto che tu già lo sapevi. Sapevi che le maghe sono queste piccole ragazzine che stringono un patto con un dolcissimo animaletto: in cambio della realizzazione di un desiderio a loro scelta le maghe dedicheranno la loro vita a uccidere le cattivissime streghe!

...oppure non è vero?

Nel 2011 esce in Giappone “Puella Magi ★ Madoka Magica”, uno degli anime più celebri e discussi di tutto il decennio. Un anime che ha rivoluzionato il concetto di mahou shoujo, fino ad allora legato a stereotipi ritenuti troppo difficili da scardinare. Un’opera che è stata amata e che è stata odiata, un caleidoscopio di emozioni e di sofferenze culminate nell'ultimo atto (per ora?) “La Storia della Ribellione”, il lungometraggio uscito nel 2013 che ha confermato nel bene e nel male tutto ciò che si pensava di questa storia mefistofelica.

Quest’anno è arrivata la trasposizione animata dello smartphone game “Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story”, disponibile su VVVVID, ovviamente animata da Shaft e che ha in comune diversi membri dello staff dell’opera originale.

Ehi, hai sentito la voce che gira? Sembra che “Madoka Magica” sia tornato!

...oppure non è vero?

Benvenuti a Kamihama

Voci, appunto. O meglio “Uwasa”, ovvero la realizzazione fisica di queste voci, un potere che ricorda sia quello delle Streghe (la connessione tra i due elementi non è stata ancora spiegata) sia vere e proprie maledizioni. “Se scrivi il tuo nome sul sesto gradino, e il nome della persona con cui vuoi rompere sul settimo, è come un certificato di rottura! Non vi è più concesso di riallacciare i rapporti per tutta l’eternità! E se per caso fate pace, chi chiede scusa verrà rapito dal mostro delle catene!”

La protagonista di questa nuova saga è Iroha Tamaki, una giovane maga che ha stipulato un contratto con Kyubey per salvare sua sorella, Ui, da una malattia molto grave. Almeno così sembrerebbe. Perché Ui è scomparsa, nessuno sa che fine abbia fatto, ma soprattutto nessuno si ricorda di lei. La sua presenza è svanita dal nostro mondo. Lo stesso Kyubey non ricorda più nulla di lei, nonostante lei fosse il soggetto del contratto stipulato, come se la stessa Iroha con il suo desiderio avesse richiesto di cancellarla dalla memoria di chiunque.

Da precisare che l’opera è solo a metà del suo percorso, quindi per ogni domanda che ha trovato una risposta altri dilemmi si sono palesati; non siamo quindi tenuti a sapere quale fosse la natura del reale desiderio di Iroha, così come che fine abbia fatto Ui o cosa sia il cucciolo di Kyubey che accompagna la protagonista, anche se forse si potrebbe immaginare. La nuova maghetta rosa si ricorda tutto d’un tratto dell’esistenza della sorella e, indagando sull'accaduto, comprende che la risposta risiede a Kamihama, una città che pullula di maghe più forti del normale, streghe più forti del normale, e che si dice che sia il posto in cui le maghe “possano essere salvate”.

La serie rimane sicuramente distante dal “kira kira” classico delle majokko, rimanendo tuttavia altrettanto ben distante anche dall'estremo opposto rappresentato dalla serie principale. Non troverete retorica goethiana o le sue tinte dark-macabre, si verte perlopiù su un “mistery majokko”, con la maggior parte delle puntate a schema procedurale: sconfiggere l’Uwasa di turno, aiutare una maga che farà parte del party o che rappresenterà un’alleata, il tutto mentre si cercano nuovi indizi per comprendere che fine abbia fatto la piccola Ui.

Ammetto che, detto in questo modo, sembrerebbe davvero qualcosa di semplice, ma il più grande difetto di quest’anime corrisponde proprio nella scrittura di ogni singolo episodio: eccessivamente complessa, eccessivamente verbosa e con fin troppi personaggi a fare capolino, il tutto senza il dovuto respiro narrativo che possa permettere di assimilare le informazioni al meglio.

Per evitare spoiler, non mi soffermerò sulle “Ali di Magius”, una fazione di maghe che porteranno il caos a Kamihama ma anche negli spettatori. Non sono tanto le loro azioni o le loro motivazioni a essere incomprensibili (o meglio, lo sono nei limiti imposti con correttezza dalla trama), bensì il modo in cui vengono inserite nella storia. Il ritmo narrativo dell’opera è risultato incongruo, andando a rovinare momenti cardine della storia, rendendo necessaria più di una visione per episodio, essenziale per assimilare al meglio la totalità delle informazioni. I dubbi possono fare parte dell’esperienza di fruizione, ma il caos che si è venuto a creare con tutti questi elementi in ballo ha rovinato la visione a molti fan.

Apprezzabile il party di protagoniste: Iroha verrà perlopiù accompagnata da Yachiyo Nanami (doppiata dalla sempre ottima Sora Amamiya), una maga veterana di Kamihama e dagli atteggiamenti chiaramente “Homureggianti”. A loro si uniranno altre maghe, finendo per vivere tutte insieme e ricreando situazioni da "simil" slice of life; il tema dell’amicizia e dell’affetto tra compagne rimarrà sempre ben saldo e non sarà una scusa per ghigliottinare il cuore dello spettatore.

Tutto quello detto finora vale esclusivamente per i primi nove episodi della serie.

Museo della Memoria

Il Museo della Memoria è il luogo dove sono registrate le esistenze di tutte le maghe, nel quale le “Ali di Magius” invitano le protagoniste. Non dirò altro in merito alla sua funzione, mi permetto solo di asserire al momento che questo posto sembri volerci spingere al “non dimenticare” da dove questa serie è partita, come se fosse possibile, forse un po' per prendere in giro il fandom e forse un po' per lanciare un messaggio a nuovi spettatori.

Non sarebbe giusto, ma è così, non posso impormi contro la palese realtà dei fatti: è impossibile parlare di “Magia Record” senza considerare l’esistenza di “Madoka Magica”. Molti hanno iniziato l’opera aspettandosi un... sequel? Prequel? Qualunque cosa potesse essere, era lecito aspettarsi dei forti rimandi stilistici, non solo connessi all'impatto visivo. Non è stato così. Qualcosa che deve essere chiarito è che questa non è una serie che tenta di ricalcare i fasti di “Madoka Magica”, è una serie dai toni diversi ma esclusivamente pensata per i fan della serie; i riferimenti alla serie principale sono presenti (sì, Madoka Kaname viene citata ben due volte), ma si naviga così tanto nel caos che è complesso avere delle aspettative, anche ora che siamo al giro di boa.

Se le Streghe erano frutto della corruzione di anime pie raggirate da un demonio, le Uwasa non sono altro che moniti a non cadere in atteggiamenti disdicevoli. La loro genesi di per sé è un riferimento alle leggende urbane giapponesi indirizzate a un pubblico molto giovane (come quella di “Hanako-san del Gabinetto”, così celebre in questi anni); tecnicamente le Uwasa più che a delle Streghe son quindi vicine a delle yūrei, dei veri e propri fantasmi (attendendo spiegazioni più chiare). Tutto ciò ci aiuta a comprendere il valore didascalico dell’opera: all'interno dell’anime, infatti, troviamo un messaggio contro il bullismo, il nemico più grande è quello realmente invisibile, ovvero i problemi reali che possono avere le ragazzine, costrette a sentire sulle proprie spalle il peso di voci inudibili, quella cattiveria infantile e spesso manifestata in modo indiretto, capace di distruggere la loro vita di adolescenti.

Una grandissima differenza, quindi, risiede nel messaggio finora veicolato; non vi è nessuna presunzione di portare temi complessi o innovativi, anzi, la serie si presenta come “soft”: la morte è solo uno spettro lontano, il bene e il male sembrano due rette parallele e l’amicizia è la cosa che più conta. Questo perlomeno finché il Museo non apre le sue porte, certo.

Come detto, Yachiyo ricorda in diversi modi Homura: entrambe subiscono il peso della “consapevolezza”, portano con sé dei segreti e spesso le troviamo accigliate se non scontrose senza un apparente motivo. Non è raro però vedere la nuova maga sorridere, così come tutte le nuove protagoniste che, nonostante possano aver vissuto dei traumi più o meno gravi, non sembrano emotivamente disastrate come le protagoniste precedenti, talvolta pure incapaci di avere relazioni sociali soddisfacenti. Nel loro volto possiamo scorgere speranza anche nei momenti più tetri, donandoci quella fiducia nel futuro che non appartiene propriamente alla serie. Finora però l’alchimia tra Yachiyo e Iroha non si può paragonare a quella tra Madoka e Homura, anche se la speranza è che i prossimi episodi portino a un’intensificazione del loro rapporto. Il party nella sua totalità è imparagonabile a quello precedente, entrato nella storia dell'animazione a pieno titolo.

“Magia Record” ha però il grande pregio di provare a continuare il discorso inerente alla natura delle maghe. Parliamo di un universo narrativo che negli anni è stato espanso a dismisura, però magari senza avere il coraggio di introdurre degli elementi che potessero donare quel senso di “closure” alla storia. Conscio che parliamo di un franchise estremamente sadico, bisogna ammettere che chi vede questa serie vuole perlomeno un po’ illudersi; quel che viene introdotto nell’ultima parte dell’anime potrebbe perlomeno portarci a una più ampia comprensione della natura delle Streghe. Non a caso tra le protagoniste ritroviamo Mami, la quale sta cercando a Kamihama il modo di “salvare le maghe”. Le probabilità che il tutto sia deleterio sono alte, ma non è da escludere che ciò che scopriremo alla fine della seconda stagione possa essere invece un nuovo inizio/fine (dipende dai punti di vista), che molti fan sentono il bisogno di avere soprattutto dopo le “due” conclusioni precedenti (serie e film).

Mettendo da parte i già citati limiti dell’anime, concludo promuovendo a pieni voti gli ultimi episodi. I toni diventano più maturi e fa capolino lo spettro della morte, facendoci ritrovare un pelo di quella disperazione essenziale per "sentirci a casa". Fino a poco prima, difatti, la morte aleggiava ma con ingenuo imbarazzo, ben consci che non fosse una possibilità reale, per quanto in modo macabro un po’ lo si sperasse. I pregi “tecnici” della serie principale ci sono tutti: musiche sempre godibili, effetti grafici di altissimo impatto, rappresentazione dei vari nemici e dei vari scontri che lasciano puntualmente a bocca aperta. Poco da dire, sotto questo punto di vista viene confermato tutto ciò che c’era di positivo.

Alla fin fine son davvero apprezzabili i misteri che girano intorno la serie, e se rivisti in un secondo momento, gli episodi diventano anche molto godibili (ma non tutti hanno, com'è giusto che sia, abbastanza voglia o tempo per farlo). È innegabile però che manchi qualcosa di forte, quel sussulto al quale eravamo abituati e che forse, chissà, potrà arrivare nella seconda stagione.

Del resto, che serie di Madoka sarebbe senza Notte di Walpurgis.


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Fabbro90

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Premessa: considero "Puella Magi Madoka Magica" un capolavoro (9,5), e questo potrebbe inficiare la mia recensione. Di quell'opera mi ha colpito la forte discordanza fra gioia e disperazione, fra desiderio e sacrifico. È un anime su cui ci rimugini per parecchio tempo. Cercherò comunque di essere il più obiettivo possibile.

"Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story" è uno spin-off della serie principale e ci presenta una storia originale (per completezza d’insieme va vista dopo la prima serie e i tre film). Ci ritroviamo in un mondo post-Homura Akemi, in cui le leggi delle maghe sono state di nuovo riscritte: infatti, il salvataggio della vita delle maghe ad opera di Madoka è stato cancellato, ed esse rischiano nuovamente di diventare streghe se la loro Soul Gem si intorbidisce (non si sa però quali differenze Homura abbia creato in questo mondo rispetto al precedente).

Il mondo che ci viene presentato è strano, diverso da quell'atmosfera cupa a cui ci aveva abituato "Puella Magi Madoka Magica"; sembra di essere continuamente in una barriera di strega, ma i personaggi non sembrano accorgersene. La storia si sviluppa lineare e il tema principale è sempre quello: l'amicizia fra giovani ragazze (tra paure e tra desideri).

Disegni: magnifici (amo particolarmente i segni della matita negli occhi dei personaggi). Animazione: buona, ma di qualità leggermente inferiore a quella che ci avevano abituato (per intenderci: scordatevi qualcosa simile al duello di Homura e di Tomoi in "La storia della ribellione"). Personaggi: forse sono troppi, si fatica a stare dietro a tutti i nomi (alla fine della serie però si capisce perché ne hanno inseriti così tanti).

I misteri che ci vengono presentati sono parecchi (si sviluppano piano nel corso di tutti gli episodi) e alla fine vengono chiariti in minima parte. Tutto fa presagire una seconda stagione.
Si ha un tuffo al cuore quando appaiono i personaggi della vecchia stagione (non compaiono invece i caratteri meglio riusciti Homura e Madoka; speravo tanto di poterli rivedere!).

In conclusione: serie gradevole, non a livello della precedente (manca molto l'atmosfera ansiogena e la disperazione che si percepiva nella prima serie), ma comunque consigliatissima agli appassionati e ai simpatizzanti del genere. La fine apre a parecchi spunti e idee interessanti, speriamo che la seconda stagione esca presto (così da poter far luce sui molti misteri rimasti irrisolti).


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maxcristal1990

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

In questo spin-off Tamaki va in cerca della sorella. Arrivata in una nuova città, conosce un gruppo di maghe sempre più numeroso, e durante il suo percorso si troverà a dover affrontare non solo streghe ma anche maghe come lei.

Non ho apprezatto molto questo spin-off, per il semplice motivo che già la serie originale mi sembrava molto contraddittoria. Ma questa supera il limite. Si va a parlare di maghe che si trasformano in streghe e poi riescono in qualche modo a tornare maghe, quando nella prima serie viene dettagliatamente spiegato come una maga, prima di diventare strega, affronta un processo che non la fa trasformare subito in strega, ma deve affrontare uno stadio minore prima della completa trasformazione. Sopra la torre radio viene specificato come solo una persona per volta possa entrare, e dopo cinque minuti sono in tre dentro a questa dimensione... insomma, non sono solo le streghe che si trovano dentro scaffali del supermercato che abbassano di gran lunga il tiro di questa stagione, secondo me inferiore alla prima di molto su questo piano. L'ingresso di tutte queste maghe, tra quelle presenti nella storia originale e quelle nuove, confonde nettamente chi sta vedendo, così da creare non solo noia ma difficoltà visiva. Troppi personaggi, insomma. Come ho già detto, non sono un appassionato della serie, e anche la serie madre non mi ha esaltato, anche se mi rendo conto che la prima è guardabile e questa a mio giudizio assolutamente no.

Le animazioni non hanno assolutamente niente da criticare e sono di ottima fattura, musiche scelte abbastanza bene e dialoghi non troppo semplici, visto che questo anime propone tante parole legate al mondo delle maghe.

In tredici episodi non sono riuscito a legarmi a un personaggio in particolare e non ho capito dove voglia andar a parare, contraddicendo come ho illustrato prima il meccanismo della serie madre. Non solo questo mi ha portato a dare un punteggio basso, ma anche fattori personali che mi costringono a valutare un anime in base a quello che mi trasmette, in questo caso praticamente niente.

Non credo che sia adatto a un pubblico che guarda troppi dettagli sul piano narrativo, perché presenta troppe discrepanze. Se proprio bisogna guardarlo, fatelo ignari di quello che dicono e spiegano, che probabilmente nella prossima serie inventeranno altri meccanismi che contraddicono quelli presenti nelle serie precedenti.