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Utente70577

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Utente70577

Episodi visti: 27/36 --- Voto 9
Credo che oramai sia indubbio il fatto che l'azienda Netflix abbia letteralmente il monopolio mentale tra gli spettatori di tutto il globo per quanto concerne la visione in streaming di serie televisive, film e dei nostri beneamati anime. E questo incredibile risultato, considerando anche che non sono l'unico servizio disponibile tra decine possibili, non è certamente dovuto al caso.
Infatti, ritengo che la grande forza di questa azienda non sia solo da individuare nella semplice raccolta di produzioni di qualsiasi genere, ma soprattutto nel fatto che sono loro stessi i produttori di opere che quantomeno sanno solleticare il metaforico occhio dello spettatore.

Certo, non tutte le produzioni riescono. Forse nell'ultimo periodo (almeno questa è la mia semplice osservazione) si stanno concentrando un po' troppo sul genere fantascientifico e catastrofico.
Ma sì, comunque con questa serie hanno fatto una scelta azzeccatissima, a mio parere.
"The Dragon Prince" è un tipico american cartoon con tipiche connotazioni da serie nipponica. Il tutto ambientato in un ambiente di genere fantasy ben costruito.
La serie di per sé è già una gran promessa. In effetti i creatori sono gli stessi di "Avatar: The Last Airbender" e "The Legend of Korra", pertanto io stesso, prima della visione del primissimo episodio, ero consapevole della sicura pienezza dei contenuti. Così è stato, proprio come previsto.
Per farla breve, mi sono letteralmente divorato tutte e tre le stagioni disponibili sul portale in meno di tre giorni. Pertanto sì, ne consiglio la visione.

Ottimo il background dei personaggi, ottime le OST, ottima l'ambientazione, la trama e lo sviluppo.
Semplicemente attendo con ansia le prossime tre stagioni annunciate.


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D. Jones

Episodi visti: 27/36 --- Voto 9
Se vuoi investire in una serie fantasy epica piena di personaggi complessi, magia, spade, draghi e magici artefatti, allora è il momento di abbandonare quello che stai facendo e guardare “The Dragon Prince”, disponibile attraverso Netflix.
Strano che in Italia se ne parli poco, dato che è una serie animata di grande qualità, pesantemente ispirata al mondo degli anime, senza rinunciare però alle sue origini occidentali.
Inoltre la storia manifesta una profonda ispirazione a “Il Trono di Spade”, o ai famosi videogiochi di “Dragon Age”.

“The Dragon Prince” non è adattato da un romanzo o una serie di libri, ma la storia e il mondo creato sono così profondi che sembra esserlo. Basta leggere come inizia la trama della serie, rigorosamente riportato in inglese, un po' perché l'ho seguita nella lingua madre, un po' per dare di più l'idea del fantasy occidentale.
“A thousand years ago, humans, elves and dragons co-existed, until humans began to experiment with dark magic that relied on the life force of magical creatures, which caused a rift between the three factions. The elves and dragons banded together and exiled the humans to the western half of the continent, while the elves remained on the other half, known as Xadia.”

I personaggi sono il punto forte, sia gli eroi che gli antagonisti della serie sono tutti dotati di personalità sotto ogni punto di vista e di forti motivazioni altamente plausibili.
Incredibilmente, non esiste la malvagità fine a sé stessa, non è mai incentrata sul bianco e nero, il bene supremo contro il male supremo. Ad esempio, alcuni umani fanno uso della magia oscura che permette di risolvere situazioni difficili e impossibili in modo apparentemente innocuo, creando così una moltitudine di conflitti morali, come ad esempio ne verrà affetta Claudia, la figlia di Viren.
Molti dei personaggi, dal punto di vista del puro style alla complessità emotiva e caratteriale, sono ispirati a “Il Trono di Spade” (vedi Ned Stark, Jamie Lannister, Lyanna Mormont) e a “Dragon Age” (Zevran, Alistair, Loghain e Aveline).
Inoltre sono veramente originali le creature magiche rappresentate nella serie, da strani animali da compagnia a maestose fenici, possenti lupi e draghi. Non dimentichiamoci di quest'ultimi, importantissimi per la storia: questa serie mi ha permesso di ammirare i draghi più maestosi e belli che abbia mai visto in una serie animata (alcune volte mi è sembrato di rivedere i draghi di “Fairy Tail”, soprattutto per la loro capacità di parlare, non solo di distruggere tutto).

Il target della serie è veramente per tutti, è abbastanza complesso per gli adulti ma coinvolgente/divertente per i bambini, ci sono scene estremamente romantiche, simpatiche, drammatiche e forti.
Non c'è per forza un lieto fine, le persone possono morire portando un dolore immenso e irreparabile nelle vite dei nostri personaggi, ma al tempo stesso permette loro di crescere, di affrontare le proprie paure e di sopportare il peso delle scelte compiute da chi viene prima di loro.
Se due personaggi si piacciono, non impiegano 2000 episodi per far intravedere un possibile sviluppo relazionale. Le cose accadono, proprio come nella realtà, ci si può innamorare di qualcuno dopo un secondo, un giorno o un mese, purché quel sentimento sia vero.
La lealtà, la fedeltà, la vendetta e il desiderio di redenzione sono solo alcune delle cose che mi hanno sorpreso in maniera positiva, il modo in cui vengono trattate e affrontate è lodevole.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, l'unica cosa criticabile è situata nella prima serie, qui infatti alcuni movimenti dei personaggi appaiono spesso legnosi, poiché a detta degli autori viene applicata una frequenza di fotogrammi ridotta per rendere l'azione simile all'animazione bidimensionale tradizionale. Ma dalla seconda stagione le animazioni diventano mano a mano stupende, fluide, fino ad arrivare alla terza serie che è veramente un capolavoro visivo.

Le tre serie sono composte da nove episodi da venti minuti circa ciascuna, quindi si possono riassumere come 180 minuti l'una (praticamente la durata di ogni film de “Il signore degli anelli”). Ma non è finita: ci sono più stagioni e un videogioco in lavorazione, oltre a una stesura di due libri.

Insomma, consiglio la visione (in inglese se possibile) di “The Dragon Prince” veramente a tutti, adulti e piccini, fan del fantasy o no, fan degli anime o no. Dategli una possibilità, chiunque voi siate, difficilmente ve ne pentirete, e, se così non fosse, il mio consiglio è di continuare fino all'inizio della seconda stagione, da lì sono sicuro che verrete presi anche voi dal fantastico mondo di “The Dragon Prince”!


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Fabfab

Episodi visti: 18/36 --- Voto 7,5
"Il principe dei draghi" è una storia per ragazzi, senza troppe pretese, ma realizzata così bene che l'ho trovata estremamente piacevole e appassionante da seguire, nonostante le ingenuità presenti. Tra gli autori troviamo Aaron Ehasz ("Avatar", la serie animata, non il film in 3D) e Justin Richmond ("Uncharted 3").

La trama in breve: nel fantastico mondo di Xandia una volta tutte le razze vivevano in pace e armonia, fino a quando gli umani scoprirono e iniziarono a utilizzare la magia nera. Questo portò a una guerra e alla netta divisione della Terra: ad Oriente si stanziarono gli elfi e i draghi, ad Occidente gli umani, suddivisi in cinque regni. Il confine era vigilato dal re dei draghi in persona, che venne però ucciso dagli umani, che assieme a lui distrussero anche il suo unico uovo, condannandone la razza all'estinzione.
La storia del cartone animato ha inizio poco dopo quest'ultimo avvenimento. Desiderosi di vendetta verso il sovrano del regno umano di Katolis, un gruppo di elfi si infiltra nel Paese con lo scopo di assassinarlo assieme al figlio. Tra di essi troviamo la giovane Rayla, alla sua prima missione, che al momento decisivo non ha il coraggio di uccidere il giovane principe Ezran. Mentre i suoi compagni la ripudiano, Rayla stringe amicizia con Ezran e il suo fratellastro Callum, grazie ai quali scopre che l'uovo del re dei draghi non è stato distrutto, ma viene conservato nelle segrete del castello di Katolis. I tre ragazzi decidono di impossessarsene e far nascere il nuovo re dei draghi, nella speranza di porre fine all'odio e alla guerra che divide i loro popoli.

Dunque, una storia dove i protagonisti sono bambini e ragazzi, unici in grado di superare l'odio e la miopia che divide gli adulti. "Il principe dei draghi" è una bella serie, caratterizzata dalla molta attenzione dedicata alla personalità dei protagonisti e da un tocco leggero e divertente che accompagna quasi tutte le situazioni, anche quelle più drammatiche. Pur nella sua linearità ha il merito di dare vita a un mondo interessante, popolato da coprotagonisti davvero ben caratterizzati, a partire dai fratelli Soren e Claudia, soldato spaccone lui, maga fuori di testa lei: ho apprezzato l'estrema cura dedicata alla trama, succede spesso che avvenimenti apparentemente insignificanti capitati in un episodio siano ripresi e sviluppati in uno successivo. Peccato che da un lato venga narrata una storia a tratti molto drammatica, dall'altro venga totalmente bandita la violenza a livello visivo: nonostante i molti combattimenti non si vede mai una goccia di sangue, una ferita, un'uccisione. Viene fatto intuire cosa succede ma mai mostrato chiaramente, evidentemente puntando a un target il più ampio possibile tra i più piccoli.

La prima stagione termina a vicenda ancora in corso, con due episodi finali davvero fin troppo infantili, ma questo non rovina la buona impressione fatta all'inizio e rimango ancora curioso di scoprire cosa accadrà dopo, dato che gli autori hanno rimescolato per bene le carte e lasciato in sospeso diverse situazioni interessanti, comprese le ragioni degli antagonisti, che per una volta mi lasciano il dubbio di non essere solo dei "cattivoni" monodimensionali, ma di nascondere precise ragioni per il loro agire, non racchiuse esclusivamente nel male fine a sé stesso.

Tecnicamente il cartone animato si avvale di un buon character design e di moderne tecniche di cel-shading per l'animazione, che ho trovato belle e convincenti in quasi tutti i frangenti, non fosse per il fatto che durante le scene più movimentate vanno a scatti. Non scherzo, in tali frangenti le animazioni diventano incerte e scattose (problema che non ho rilevato nella seconda stagione): impossibile che gli autori non se ne siano accorti, mi domando se possa essere una scelta artistica voluta... ma non credo abbia senso. Più probabile che sia un limite del software utilizzato e che non ci fosse modo di venirne a capo in tempo per la data di consegna.