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Nevicata

Episodi visti: 9/9 --- Voto 9,5
Lisergico, autoencomiastico, concepito con una genesi di oltre dieci anni e l'impiego di decine di milioni di euro, realizzato in modo discutibile, trasmesso con un contorno live-action a cavallo tra l'inutile, il grottesco e il paradossale, penalizzato da lunghe interruzioni nella serializzazione, "Adrian" rappresenta un enorme punto interrogativo sia nell'ambito della narrazione, sia in quello dell'animazione, sia per quanto riguarda la carriera del Molleggiato.

La proverbiale montagna ha partorito l'altrettanto proverbiale topolino.

Esistono solo due motivi validi per aver seguito questa produzione: essere fan sfegatati del cantante o amare spasmodicamente il trash. Personalmente ho atteso con ansia quella che è stata promossa in pompa magna come "la serie evento" e le mie aspettative sono state pienamente ripagate.

La valutazione si allontana di mezzo punto dall'optimum in quanto al momento "Adrian" non è recuperabile in home-video e in quanto, colpevolmente, manca una seconda stagione.


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Malik Raja

Episodi visti: 9/9 --- Voto 9,5
"Adrian" la serie evento.
La serie è composta da nove episodi, uno più bello dell'altro. Semplicemente bisogna eliminare tutti i canoni del bello che conosciamo.
Le animazioni sono lentissime e a tratti senza intercalari. La regia è folle, alcuni zoom in e zoom out sono il marchio di fabbrica di Celentano. Il messaggio dell'opera è molto interessante, ma la cosa più bella è ovviamente il trash.
La retta infinita del "bello" si estende ad arrivare a quella del "brutto", per continuare ad estendersi ancora di più fino a risultare ancora più "bello".
Il combattimento finale è epico, i personaggi sono senza caratterizzazione per metà serie, mentre verso la fine c'è una carrellata di spiegazioni veloci, senza senso, che rendono l'opera ancora più bella.
Molto bella l'assimilazione di Celentano a essere Gesù Cristo con la Trinità ed i suoi alter ego. Musiche molto belle di Piovani, così come la sigla di testa.
"Adrian" è effettivamente qualcosa che non si vedrà mai più, e questo ogni volta mi costringe a fare un rewatch.
Voto 9,5

PS. Belli i piedini di Gilda


 2
Kirad

Episodi visti: 9/9 --- Voto 5
E alla fine Celentano ci è ricascato: dopo il delirio di "Joan Lui", film del 1985 costoso, complicato, messianicamente ambizioso, nonché un floppone che segnò la fine della sua carriera al cinema, adesso ne ha fatto un equivalente animato.
Siccome qui c’è tanta roba andiamo con ordine e iniziamo dal punto di vista dei contenuti: gli insegnamenti di Celentano si possono dividere in 3 tipi, ossia quelli giusti, quelli che sembrano giusti e quelli proprio sbagliati. Alla prima categoria appartengono le sue critiche al mancato rispetto della natura, alla cementificazione selvaggia che opprime la bellezza, alla mancanza di rapporti sociali e poi il sostegno al bisogno di credere in qualcosa.
Nella seconda categoria ci sono quelli che pur partendo da uno spunto giusto, sono troppo netti e manichei, tipo le critiche eccessive all’edilizia moderna (d’accordo non cancellare il passato, ma tutto evolve e la bellezza non è mica solo legata al passato) anche se su questo la serie sembra salvarsi in extremis; poi ci sono gli inviti all’anarchia contro i governi e la critica esagerata alla meritocrazia, visti come perenni fonti di corruzione (invece sono sistemi che purtroppo possono degenerare, ma di per sé servono). Infine gli insegnamenti proprio sbagliati, che ruotano intorno al sessismo, non solo contro le donne (per le famose scene di tentati stupri), ma in qualche punto sembra andare persino contro gli uomini.

Passiamo alla narrazione e anche qui sembrano averci voluto mettere di tutto: ci sono bei momenti (come la liberazione del duomo) e momenti strani, alcuni quasi da trip allucinogeno, incoerenze e buchi nella trama, il ritmo a volte è veloce, e ci sono persino delle scene d’azione con un discreto ritmo e buone coreografie (la Volpe ha il suo fascino), altre volte è lento davvero, non solo per i numerosi discorsi tipo sermone di Adrian, ma anche perché molte scene appaiono come un contenitore troppo grande per un oggetto troppo piccolo, cioè i messaggi di Celentano sono espressi, anche visivamente, in maniera semplice e diverse volte ho avuto l’impressione di vedere momenti vuoti perché la forma scelta non era abbastanza ampia per riempire tutto il minutaggio. E pensare che una volta a Celentano queste cose riuscivano meglio: la scena dell’uva e dei corvi ne "Il bisbetico domato" o il film "Bingo Bongo" trasmettevano lo stesso tipo di messaggio ambientalista in maniera semplice ma anche efficace, senza lungaggini.

Continuiamo con le animazioni: ammetto che mi aspettavo di peggio invece c’è una discreta cura e fluidità, anche se chi conosce l’animazione made in Japan è abituato a ben altro, senza contare che ci sono alcuni momenti in cui si capisce che hanno giocato al risparmio, tipo i personaggi che all’improvviso perdono la colorazione. Nulla da ridire poi sul design di Manara (ma arrivare ad inserire anche i suoi story board mi sembra un tentativo eccessivo di attirare l’attenzione e risparmiare sulle animazioni) e ovviamente sulle musiche dello stesso Celentano e di Nicola Piovani.

Insomma, Adrian è una serie complessa e double face: per chi intende la qualità in senso tradizionale è un pastrocchio nato dal delirio di saggezza divina che il Molleggiato si attribuisce, anche se non tutto è da buttare, né si possono negare le buone intenzioni del cantante. Invece per i cultori del trash è un vero capolavoro.

Quindi se il voto normale è 5, quello trash è almeno 8.


 2
Rick1111

Episodi visti: 9/9 --- Voto 1
"Adrian", la "serie evento", è un cartone animato che non merita niente più che un uno come voto, visto che definirla una serie brutta è un complimento, questa è semplicemente una serie sbagliata.

Partiamo dall'inizio, Adrian è un orologiaio di Milano che ha sempre vissuto una vita semplice nella sua casetta di periferia. In poche parole è una persona semplice (in senso positivo) che non ha proprio nulla che lo distingue dalla massa. Al concerto di capodanno, viene chiamato casualmente (forse, ma ci ritorneremo) sul palco per provare a cantare. Qui si scopre che, tra le altre cose, Adrian ha come hobby la musica, e decide di cantare una canzone scritta da lui, che è un inno alla libertà, che negli anni si era persa in Italia.

Fermiamoci un attimo, perché già da qui è palese tutto il non-sense che caratterizza la serie per tutta la sua durata. Adrian ha sempre vissuto una vita semplice, e poi, senza che niente sia cambiato nella sua vita, decide di fare una rivoluzione. Perché è così che comincia la serie. Il problema è che, a meno che non si parli di una serie sentimentale, dove non è necessario, non c'è nessun evento particolare che va a modificare lo status quo dei personaggi, in modo da portarli a fare la rivoluzione. Mi spiego meglio, il protagonista ha sempre vissuto una vita semplice, però, apparentemente, il tutto gli andava bene, visto che per anni ha vissuto in quel modo senza essersi mai dedicato all'attivismo politico, e poi, di punto in bianco, senza che niente sia cambiato, decide di dar vita ad una rivoluzione. Tutto questo concetto è semplicemente sbagliato e rende senza senso l'intera serie TV (che comunque è piena di altre cose così, ma ci arriveremo).
Con l'espressione "casualmente (forse) viene chiamato sul palco" intendevo dire che Adrian, apparentemente, era conscio del fatto che lui sarebbe stato chiamato sul palco quella sera, nonostante il cantante decida di chiamare qualcuno a caso, e ciò avrebbe potuto rendere sensata la scelta di cantare quella canzone quella sera. Ho guardato tutti gli episodi, aspettando il momento in cui ci sarebbe stato rivelato il fatto che Adrian sapeva il tutto, ma non c'è stata alcuna rivelazione, il nostro eroe è stato chiamato sul palco davvero in modo casuale, confermando che la serie ha presupposti semplicemente sbagliati. Se il protagonista non fosse stato scelto casualmente tra il pubblico, la rivoluzione non si sarebbe fatta, oltre al fatto che comunque Adrian abbia trascorso la vita senza particolari problemi nei confronti della politica, per poi decidere di diventare un ricercato senza un particolare motivo.

Ritornando alla trama, si può dire che il ruolo del protagonista è finito. Cantata la canzone, l'eroe diventa solo una comparsa come tante, in realtà è il governo, che per cercare di oscurare il tutto (ma parliamo solo di una canzone che parla di libertà) comincia a compiere azioni che rendono "l'orologiaio" una figura quasi leggendaria, e che innesca la rivoluzione.

Ovviamente le cose senza senso continuano per diversi episodi. Un evento di particolare rilevanza è quando Adrian si traveste da volpe, sul finire del secondo episodio, per mettersi a fare il giustiziere. Ora, considerando che ogni episodio dura circa un ora, il fatto che alla fine del secondo ci vengano mostrate delle capacità di cui non non si era mai nemmeno fatto accenno, fanno ricadere la cosa nel completo non-sense. Neanche per un secondo l'orologiaio aveva dimostrato di saper combattere, mai poi, ad un certo punto, lo fa. Più in particolare, salva un gruppo di ragazze molestate da degli uomini, ma è divertente (ridicolo/trash) il fatto che lui fa tutto ciò solo perché si ritrova casualmente con una maschera di volpe in tasca... Quindi anche qui un evento importante ai fini della trama scaturisce da presupposti totalmente assenti. Inoltre, è importante sottolineare che prima di quel giorno, mai si era dedicato a fare il giustiziere. Anche qui, ho pensato che Adrian conoscesse il futuro (perché è l'unico modo per dare un senso alla cosa e al concerto) ma come detto, non è così, è solo un'altro evento principale della serie, che non ha completamente senso.

In ogni caso, la serie continua ad essere un gigantesco "plot hole", con buchi di trama quali: Governo che non capisce come Adrian possa essere sempre un passo davanti a loro (forse c'è una talpa?), personaggi che vengono salvati da una situazione di pericolo non grazie alle loro capacità, ma letteralmente perché due personaggi "incapaci" riescono ad azzeccare la password di un computer (non ad hackerarlo, proprio la indovinano), La Volpe (Adrian con la maschera) che salva un politico da un attentato, senza che lui potesse essere a conoscenza della cosa (anche qui, si da l'idea che lui conosca il futuro, ma come detto non è cosi), sempre il protagonista che costruisce una radio in un carcere senza che fino a quel momento non venga fatto intendere neanche per un secondo che lui ne sia capace (in realtà era stato messo in evidenza che lui non ne fosse capace, visto che chiede aiuto ad uno esperto, ma poi lo fa...) e per finire (ma potrei continuare ancora) Adrian è a conoscenza di diversi segreti del governo, ma non si capisce come possa sapere quelle cose.

Ok, assodato che la trama non ha per niente senso, direi di passare a descrivere i messaggi che la serie vuole mandare. Sulla carta, l'opera vorrebbe trasmettere diversi messaggi, peccato che il tema principale che traspare dalla serie è un'autocelebrazione che Adriano compie nei confronti della sua stessa persona (perché il protagonista della serie è lui stesso), a cui nessuno ha saputo (o meglio ha avuto il coraggio) di mettere freno.
La verità è che gli altri temi, pure sono sbagliati. Uno degli altri messaggi della serie si può riassumere con il "Ai tempi miei era tutto meglio". Perché è questo che ci dice la serie, Adriano ci sta dicendo che quando lui era giovane era tutto meglio. Ora, la cosa assume dei caratteri davvero grotteschi, visto che la cosa è una specie di malattia che ha anche un suo nome proprio, di cui si trovano tracce anche millenni addietro. Oltre a ciò, anche gli altri messaggi, per quanto condivisibili sulla carta, risultano semplicemente ridicoli. La serie infatti vorrebbe inviare un messaggio femminista, se non fosse che nel farlo, risulta terribilmente sessista (e io non sono uno di quelli che vede il sessismo dappertutto, ma qui è esagerato). Il fatto è che evidentemente Adriano non capisce cose sia femminista e cose sia sessista. Ad un certo punto, mentre affronta dei criminali vestito da volpe, Adrian dice di essere contro il benessere... (WTF?). Prima di tutto, come si fa a dire di essere contro il benessere, è una cosa stupida, ma in ogni caso, più c'è benessere, meno c'è criminalità, quindi... Ridicolo è anche il punto in cui con un messaggio televisivo, Adrian si dichiara contro gli OGM. Tutto ok, se non fosse che il messaggio viene detto da un cane parlante di una di quelle razze minuscole, che di fatto sono una specie di OGM, visto che è stato selezionato geneticamente dall'uomo per essere così.

Tema principale della serie ( o meglio secondo solo all'autocelebrazione di Adriano) è l'avversione alla cementificazione, ma anche qui, il tutto non è altro che ridicolo. A parte che la cosa viene mistificata e poetizzata da Adrian con continui riferimenti alla bellezza, la serie si chiude con la seguente scena, che in un certo senso, può essere intesa come vero sunto di tutta l'opera: due uomini parlano e uno dei due dice di essere felice, ora che non ha più una casa in un palazzo, ma vive per strada...
Ovviamente per la cosa deve ringraziare Adrian, l'eroe...

Passando ai personaggi, si può dire che siano terribilmente banali. Di una banalità quasi unica. Non parlo, però, di un tipo di banalità, se vogliamo, funzionale alla serie, no tutt'altro. L'opera, infatti vorrebbe essere profonda e mandare messaggi forti (poi non ci riesce, ma tant'è) richiederebbe quindi personaggi complessi e profondi, ma il risultato è completamente diverso. Ciò che traspare però, è la palese volontà da parte di chi ha scritto i personaggi, di creare qualcosa di complesso, fallendo però miseramente, in una maniera assoluta. Inutile dilungarmi troppo, pensate a tutti gli stereotipi sul cattivo, sul buoni, sui personaggi secondari, e su tutti gli altri, beh, questi stereotipi ci sono tutti. I personaggi sono dei cliché viventi.

Altro punto, i poteri... ebbene sì, perché nella serie sono presenti anche dei poteri, forse. Forse, perché semplicemente non si capisce. Al penultimo episodio, infatti, vengono fuori dei poteri sovrannaturali, o giù di lì. Mentre "La Volpe" combatte in una chiesa, delle scosse di terremoto cominciano a devastare i palazzi circostanti. Ora, potrebbe sembrare sia solo un avvenimento casuale, ma in realtà nel combattimento si ha tutta l'impressione che le scosse non siano casuali, bensì sembra che sia lo stesso Adrian a causarle, oppure che sia Dio, che punisce gli uomini come ai tempi del diluvio universale o delle piaghe d'Egitto ed aiuta Adriano come fece con Mosè (davvero, non si capisce). Durante il terremoto, tra l'altro, La Volpe cade in una voragine, che, indovinate un po'... si richiude con lui dentro. Salvo poi riaprirsi per consentire ad Adrian di uscire fuori senza che l'uomo abbia subito un solo graffio. (Per capire meglio la scena, va semplicemente vista, perché realmente non è chiaro se siano poteri, se sia Dio, se sia un evento naturale, sembra un po' la somma delle tre cose).

Passiamo alla scena finale, in cui troviamo il cattivo che apparentemente ha vinto. Infatti è riuscito a diffamare Adrian (che crede morto) e a farlo passare come un terrorista, ponendo così fine alla rivoluzione. La Volpe, però, si presenta (magicamente) all'attico del palazzo su cui si trova il suo nemico (non si sa come ci sia arrivato). Comincia lo scontro, e qui troviamo l'unica cosa sensata della serie, ci viene mostrato infatti che Adrian e il Dissanguatore erano amici di infanzia, che si allenavano insieme nel karate. Insomma, l'unica spiegazione sensata di tutta la serie è questa relativa alle sue capacità di combattimento (non ai poteri sovrannaturali, però). Ovviamente il nemico è più forte di Adrian, ma ogni volta che lo stende, come ogni "buon" cattivo che si rispetti, non finisce il suo avversario, ma si dedica ad altro nell'attesa che questo si rialzi. Lo scontro usa questo cliché diverse volte. nel frattempo tutta l'Italia è colpita dai terremoti (ancora una volta causati da Dio... o da Adrian?) e, mentre il buono e il cattivo se le danno, un fulmine rompe la finestra del palazzo e colpisce Il Dissanguatore, che viene pietrificato (forse le catastrofi naturali le causava Dio, visto che viene pietrificato, ma boh). Così Adrian vince e i palazzi crollano.
A questo punto è doveroso chiedersi, come fa ad essere questo un finale. La gente infatti, aveva completamente smesso di appoggiare l'orologiaio, che veniva considerato un terrorista. Se poi uccide anche gente del governo o comunque importante, almeno in teoria, dovrebbe peggiorare la sua posizione agli occhi del popolo, ma no, morto il cattivo, finito il "regime" (le virgolette sono doverose, perché era un governo eletto). Tra l'altro nel crollo dei palazzi, saranno morte migliaia di persone, ma va be'. Chi è sopravvissuto, come detto, trova finalmente la felicità nell'essere un barbone, e così via.

Sono finiti i difetti? Ovviamente no.
Adriano, infatti, dovendo scegliere dei luoghi in cui far accedere gli eventi, decide di fare delle scelte giustamente "casuali". Infatti è solo un caso, che Adrian, i suoi seguaci, e persino i politici che chiedono le libertà contro il governo corrotto siano di Milano. E i cattivi, invece? Boh, Adriano avrà scelta una città a caso. Sicuramente è solo un caso, infatti, se i cattivi siano di Napoli. Questo anche per capire quanto è banale questa serie.

Ciliegina sulla torta della serie, è l'italiano sbagliato. Adriano, infatti, nel suo modo di fare, si ritrova spesso a sbagliare (di proposito direi, ovviamente) l'italiano. Diciamo che fa parte della caratterizzazione del personaggio, ma espressioni come "Ho scappato dal carcere" davvero non si possono sentire.

Passando al comparto tecnico, la serie è scadente. I personaggi si muovono palesemente a scatti e sono davvero fastidiosi alla vista. Molte scene vengono rimesse in loop per avere meno disegni. Inoltre, spesso capita che alcuni personaggi parlino tra loro, ma magari uno è disegnato di profilo, e un altro è disegnato frontalmente.

In poche parole "Adrian" è una serie banale, stereotipata e piena di cliché quando va bene, e non-sense e trash quando va male. Se c'è un cartone animato che merita uno come voto, quello è "Adrian".


 4
hachi_rosa92

Episodi visti: 9/9 --- Voto 4
Difficile esprimere un parere su "Adrian". La mente dice che il corretto voto da assegnare sarebbe 0, ma il cuore (nel senso giapponese di "kokoro") accetta quanto di buono c'è in questo lavoro e riconosce che è stato persino in grado di intrattenermi, seppur tra molte (moltissime) risate.

I punti deboli sono essenzialmente due, e non di poco conto: la trama e i personaggi.
I personaggi sono di quanto più stereotipato possa esistere, ma senza quell'onestà intellettuale che ritroviamo in molti shoujo/shounen, e che mi trovo in questo momento inaspettatamente ad apprezzare, del riconoscere che sì, i personaggi sono stereotipati, ma è il genere narrativo che lo permette. In "Adrian" invece c'è una sorta di pretesa di originalità, come se l'autore fosse inconsapevole di stare attingendo a un mare di stereotipi, e li utilizzasse convinto di essere originale. Come scrittura mi ricorda un po' certi miei lavori di gioventù… di quando frequentavo le scuole medie.
La trama ha una tale quantità di buchi che sembra un groviera. Bisogna guardarlo per crederlo, perché qualsiasi cosa io possa raccontare, non mi credereste, talmente è esagerata. Basti pensare che il protagonista riesce a disattivare la campagna pubblicitaria sul Duomo con un pulsantone rosso di disattivazione che è sempre stato in bella vista dietro il cartellone, e tutti lo acclamano come un dio… ma questo, davvero, è solo un piccolo esempio. La cosa positiva, però, è che questi buchi sono talmente tanti e talmente assurdi che fanno il giro e diventano divertenti, interessanti. Mi sono ritrovata ad aspettare con ansia l'episodio successivo.

L'animazione anche ha numerosi difetti: il disegno è molto bello, ma i personaggi si muovono a scatti, in modo innaturale. Sembra un prodotto di bassa fascia, il che è assurdo, se pensiamo quanti soldi sono stati investiti per produrlo.

Ma veniamo al lato umano di comprensione del prodotto: il messaggio che vuole trasmettere è evidentemente troppo utopistico, e poco contemporaneo. Si percepisce che è stato scritto da un non più giovanissimo, ma soprattutto, è un messaggio molto politicizzato che, senza dilungarmi in discorsi politici per cui non è questa la sede, mi sembra attingere a una fascia di pubblico che in Italia esisteva forse dieci-vent'anni fa, quando l'opera è stata concepita, ma che non esiste più nella contemporaneità. Credo davvero che, se "Adrian" fosse uscito vent'anni fa, avrebbe avuto molto successo. Semplicemente, è stato troppo fuori tempo.


 5
Zama

Episodi visti: 2/9 --- Voto 3,5
Adriano! Celentano! Ha fatto un anime?
ahahah ahahah hahah aahhahahah ahhahahaha hahaha hah hahahah ahah ahahaha hhah ahahah aahah ahahaha hhaha hahahh ahahaha hhahahahah ahahahahaha haha hahahaha hahahahahaha haha hahha hahahaa hahahahaha hhahahahah ahahaha hahaha hahaaha hahahaha hahahahahah ahaha hahahahah ahahaha hahahaha hahah ahahaha hhahahahah aha hahahhah ahahahahaha hahha hahahahah ahah ahhahaha hhahaha hahah aahhh..

Ok, iniziamo la recensione.
Il nostro caro cantante d'altri tempi, i tempi in cui il mondo era un posto migliore, diversi anni addietro, decise di creare un progetto d'animazione in cui ripose molte aspettative, ma pare che la produzione sia stata lenta e travagliata e... malgrado la grande pubblicizzazione e il cast di professionisti che hanno preso parte alla realizzazione sotto nome di "Club Celentano", al momento dell'uscita il risultato è stato un flop.
Effettivamente, l'anime non si può definire un "buon risultato", non del tutto da scartare e sinceramente mette in difficoltà fare una valutazione, come se ci fossero dei professionisti che hanno lavorato con dei bambini disabili a questo progetto, tutti insieme, un lavoro con una base che vale meno di zero, adornato da elementi di altissimo livello.
Partiamo dal primo presupposto, riesce molto difficile prendere sul serio un lavoro d'animazione creato da un cantante famoso, ma ci si può fare uno sforzo, non però se il protagonista di tale trasposizione si chiama "Adrian" come il cantante ed ha la SUA STESSA FACCIA... ripeto, il protagonista è Adriano Celentano stesso! Stereotipato come un eroe donnaiolo... la sceneggiatura è estremamente scadente, tanto da essere ridicola, di per sé nei primi due episodi si è capito che tutti cercavano il caro orologiaio "Adrian", ma non se ne comprende la ragione, vi assicuro che non ha fatto nulla! Eppure tutti lo cercano per elogiarlo e idolatrarlo, o al contrario per farlo sparire, dopo averlo etichettato come un sovversivo... il tutto accompagnato da un sessismo, che sta volta pure io devo ammettere, è al limite del sopportabile, dipingendo le donne come bei corpi da toccare, un po' come avveniva nella cinematografia degli anni '80, dove la donna era stereotipo di se stessa; il tutto condito con canzoni di Celentano (parlo di quelle originali), che ogni tanto partono da sottofondo ad immagini generiche che nulla hanno a che vedere con la trama.

Abbiamo dunque già descritto i personaggi, stereotipati davvero eccessivamente, insaporiti di uno stile che ormai sa di vecchio, l'animazione risulta macchinosa e mal riuscita, senza contare che occasionalmente vengono buttati a schermo dei bozzetti originali del disegnatore, Milo Manara, senza alcun apparente motivo.... abbiamo però delle ambientazioni di un'Italia futura molto carine ed in generale disegni azzeccati, musiche di accompagnamento di alto livello ed alcuni dialoghi abbastanza scorrevoli, più mondani, più orecchiabili per noi europei, in quanto sono stati scritti da persone della nostra stessa origine culturale, anzi che appartenenti alla cultura giapponese, molto affascinante quanto lontana dalla nostra, che può sembrare a volte eccessiva o distante a livello espressivo e concettuale.
Conclusione, si ha come l'impressione che il lavoro svolto dal nostro Celentano e dallo studio occupatosi di animare i disegni, sia pessimo, pessimo sotto ogni aspetto, in una maniera mai vista prima, mentre i vari professionisti che hanno collaborato al progetto, abbiano, come di consueto, svolto un lavoro eccellente nel loro ambito, come condimento ad una base registica imbarazzante.
L'unica cosa che si è capita da questi due episodi, è che Celentano è un megalomane che non ha la minima idea di come il mondo giri, a cui probabilmente nessuno ha avuto il coraggio di dire "guarda che sta roba che stai facendo fa schifo", col risultato che il poverino ci ha fatto pubblicamente una grande e memorabile figura di biiip.
Ma poi, chissà dove voleva andare a parare quest'anime? Qual'era la morale? Voi l'avete capito?