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Helki

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
"Arakawa Under the Bridge" è una serie anime tratta dall'omonimo manga, composta da due stagioni entrambe di tredici episodi.
Trama: Kou, il nostro protagonista, ha ricevuto un importante insegnamento dal padre: Mai essere in debito con qualcuno! Questo porta Kou ad arrangiarsi in tutto e se dovesse capitargli di ricevere aiuto provvederà immediatamente a liberarsi del debito. I problemi sorgeranno quando Kou rischierà di annegare in un fiume e verrà salvato da una ragazza, Nino; il ragazzo cercherà subito di capire come sdebitarsi ma la richiesta di Nino sarà molto insolita: "Potresti innamorarti di me?". Kou si ritroverà così a vivere lungo il fiume insieme Nino e tanti altri personaggi assurdi che occupano piuttosto abusivamente l'argine.

Con "Arakawa..." ci ritroviamo davanti ad un prodotto di buona fattura sotto tutti punti di vista, la grafica e le animazioni fanno un ottimo lavoro per aiutare la commedia con le gag e l'espressione delle emozioni dei personaggi, i quali saranno il punto forte dell'opera vista la loro assurdità.
Una commedia sentimentale che lascia un po' a desiderare sulla parte romantica ma che sopperisce a questa mancanza con un lato comico-demenziale davvero buono, il quale riuscirà a restare tale in entrambe le stagioni senza annoiare lo spettatore.
Avremo anche qualche sviluppo di trama, la quale però passa abbastanza in secondo piano per dare più spazio ad una maggiore caratterizzazione e conoscenza dei personaggi, lasciando così però cose in sospeso anche dopo l'ultimo episodio.

Consigliato se state cercando qualcosa che faccia ridere in maniera "stupida" e per vedere qualche personaggio veramente strano.

Voto personale: 7
Voto oggettivo (per quanto possibile) nel genere: 7


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Disillusion

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Kou è un ventidueenne molto intelligente, figlio di una famiglia molto ricca e importante, il cui pensiero fisso è quello di non essere mai in debito con nessuno. Un giorno però, passeggia lungo un ponte pensando al proprio futuro pieno di responsabilità, quando per una circostanza sfortunata perde i suoi pantaloni, che cadono di sotto verso il fiume. Gli vengono recuperati per caso da una misteriosa ragazza bionda, Nino, ma per questo suo recupero, Kou si sente in debito di ricambiare il favore, e allora la ragazza gli propone di vivere con lei in riva al fiume. Non trovando alcuna alternativa per accontentare la ragazza, decide di accettare la proposta e cominciare a vivere con lei in riva al fiume. Fin da subito, la "nuova" vita di Kou lo vede alle prese con strambi personaggi che vivono tutti in riva al fiume, ed insieme a Nino questo gruppo di persone forma una piccola comunità apparentemente di barboni. A parte questo input, l'anime procede senza una vera trama, ed è tutto un susseguirsi di situazioni divertenti, confronti e litigi tra i vari strani personaggi che abitano in riva al fiume. Ogni personaggio ha un carattere unico, bizzarro e ben distinto: la stessa Nino afferma di essere un'aliena; abbiamo poi un uomo perennemente travestito da kappa, autoproclamatosi capo del gruppo; c'è Hoshi, uomo con una maschera a forma di grossa stella, che funge da musicista del gruppo; c'è la "sorella", che è un inglese ex-militare travestito da suora; abbiamo Stella, una bambina apparentemente loli, ma che si trasforma quando si arrabbia, e tanti altri ancora, tra cui altri diversi tra bambini e adulti, molti con maschere o facce coperte, (tanto per risparmiare sulle animazioni, e di certo i loro doppiatori saranno stati ben felici di doppiarli). La combricola ne combina un po' di tutti i colori, e nel complesso in mezzo a giochi e litigi, danno vita a situazioni delle più svariate e improbabili, tra cui persino combattimenti con superpoteri o abilità magiche.

Solitamente cerco di rimanere comprensivo anche verso gli anime che non mi sono piaciuti, ma probabilmente Arakawa Under the Bridge è l'anime con cui mi sono sentito di essere molto più severo del solito. Questo anime mi ha illuso e tradito, come nessun anime mi ha mai tradito così tanto. La sua partenza mi aveva fatto storcere il naso, soprattutto a causa di un protagonista maschile estremamente antipatico e noioso. L'anime cominciò però a interessarmi quando fin da subito il protagonista si ritrovò costretto a cambiare vita improvvisamente. Mi aspettavo una storia pazzesca, ma piena di stramberie divertenti e interessanti. Ed infatti lo svolgimento della storia è stato pazzesco e pieno di stramberie. Ma nulla mi è piaciuto: le situazioni divertenti proposte non mi hanno mai coinvolto neanche parzialmente, e anzi mi hanno annoiato e anzi addirittura irritato e seccato. La trama è completamente priva di significato, e dire che dall'inizio sembrava quasi promettente, ma si rivela il nulla assoluto, non succede praticamente nulla di interessante, al di fuori delle cavolate inventate dai personaggi secondari, la storia non va da nessuna parte, non c'è alcun cambiamento vero e nessuna evoluzione, se non accennata in maniera blanda. Il fatto è che l'anime sembrerebbe avere le giuste basi per creare una bella storia invece.
La parte peggiore però sono tutti i personaggi: li ho trovati tutti odiosissimi, dal protagonista antipatico e pesante, all'inutile Nino, statica e passiva, ma anche tutto il resto degli "abitanti" del fiume non sono da meno. Essi passano le loro giornate a giocare o a disturbarsi tra di loro con trovate inutili e senza senso, quasi a sembrare degli emarginati con problemi di mente ma dalle risorse infinite, ogni personaggio ha un carattere infantile, antipatico, insignificante o fuori da ogni logica. Fosse solo strampalato, l'anime per me non sarebbe insufficiente, ma secondo me è stato veramente fatto troppo male, ma la cosa peggiore è che è stato fatto volutamente così, e sembra apparire come chissà che cosa, quando invece è davvero pessimo, a mio avviso. Ho disprezzato particolarmente i "trucchetti" e le tante forzature presenti, come i tanti personaggi coi volti coperti o con maschere (palese espediente per risparmiare sull'animazione e rendere facile il lavoro dei doppiatori), e le numerose contraddizioni e incoerenze, coperte da situazioni no-sense. Inoltre l'anime fa un utilizzo sfrenato di parodie di ogni sorta, e forse le parti migliori sono proprio quelle.
Il mio è un giudizio molto soggettivo ovviamente, quando sia trama che personaggi risultano insopportabili, è veramente difficile trovare qualcosa da salvare a livello di storia e svolgimento della stessa.

Tuttavia, qualcosa di buono l'anime ce l'ha alla fine, ed è il suo comparto tecnico: disegni e animazioni buoni, sopra la media direi. Sonoro ottimo e musiche più che buone. Insomma, a livello tecnico l'anime godrebbe di certe potenzialità, purtroppo tutto il resto, secondo me non và, non và affatto. Purtroppo però, mi ha fatto veramente troppo arrabbiare l'illusione che mi ha dato, con la sua estetica, che mi porta a penalizzare al massimo tutta l'opera, spingendomi a dare un voto estremo: per me 4 sarebbe già troppo per un anime del genere.


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klunk

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Kou Ichinomiya, ribattezzato Riku, si ritrova suo malgrado a dover vivere, nonostante le sue ricchezze e il suo successo, sotto ad un ponte come e con i senzatetto, dopo che per sdebitarsi, a promesso alla bella Nino, una ragazza appunto senzatetto, di innamorasi di lei e di restare al suo fianco, essendo stato salvato da questa dalle acque del fiume Arakawa. Sotto il ponte, nelle rive di questo fiume, si ritroverà alle prese con i più incredibili personaggi che vivono nei suoi paraggi, come ad esempio il "capo" che si crede e si veste da Kappa, fino ai gemellini Testujin che indossano maschere di ferro per evitare di essere rintracciati tramite le loro potenti emanazioni mentali e riportati in un laboratorio segreto da dove provengono.
Si tratta ovviamente di una commedia di stampo sentimentale e comico, con storia e ambientazione abbastanza insolita e originale, con episodi praticamente autoconclusivi, che ruotano appunto attorno ai vari strampalati personaggi. Nel caso, a mio parere, si poteva indugiare maggiormente sul rapporto amoroso fra Ko e Nino, che dovrebbe rappresentare l'argomento principale nella narrazione, ma che invece rimane un pò trascurato e non adeguatamente approfondito.
Le gag sono abbondanti, ovviamente, e fanno abbastanza ridere e divertire anche se alla lunga ci si rende conto che girano sempre attorno all'atteggiamento attonito e alle espressioni disperate che assume il povero Ko difronte alle strambezze dei vari personaggi, Nino compresa.
Resta tuttavia un prodotto discreto e godibile, con ottimi disegni, e buone musiche, comprese ending e opening, con ritmo apprezzabile e mai noioso, che invita a continuare la visione un episodio dopo l'altro e che ha come suo punto di forza più che il sentimentalismo, l'originalità.


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Nadig1989

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Kou Ichinomiya è un ragazzo cresciuto in una ricca famiglia dalle rigide regole che, con dei metodi "particolari" del padre, lo hanno spinto ad adottare una regola: non essere mai in debito con nessuno. O così sarebbe dovuto essere: a causa di uno scherzo di alcuni ragazzini che gli avevano levato e appeso i pantaloni in cima a una colonna di un ponte, finisce per cadere nel fiume nel tentativo di riappropriarsene. Per sua (s)fortuna una ragazza dagli occhi blu e dai lunghi capelli biondi lo salva dall'annegamento, ma a causa della regola che si è imposto, prega la ragazza di dirgli assolutamente qualcosa che desidera per sdebitarsi del suo intervento. Così, quando la ragazza gli chiede di diventare il suo ragazzo, Kou decide di trasferirsi, anche se con qualche difficoltà iniziale, presso il fiume dove vive Nino (il nome della ragazza), dove ben presto farà la conoscenza degli strani quanto unici "vicini".

Quest'anime é il più grande delirio a cui io abbia mai assistito. Non in senso negativo, bensì completamente in positivo, assieme alla parte comica, che impregna ogni episodio rendendo le puntate godibili in totale tranquillità.
Inoltre bisogna anche tenere conto che il personaggio di Kou, dovendosi confrontare con lo stile di vita di Nino e degli altri personaggi completamente opposto al suo, sarà portato da queste esperienze a un (molto) lento e positivo cambiamento della sua personalità.
"Arakawa Under the Bridge" è un anime decisamente piacevole da vedere e che non manca di nulla.


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Nobume

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Siamo sicuramente dinnanzi a un opera che non vuole essere un capolavoro, non pretende di rivoluzionare il suo genere né di piazzarsi con prepotenza in uno preciso di essi. 'Arakawa under the Bridge' è senz'altro un misto ben miscelato di comicità e sentimenti, con un piccolo e velato spazio alle riflessioni che purtroppo non viene ben definito, e forse è questo che rende il prodotto meno godibile, per i più curiosi.

La storia si può sicuramente riassumere con una semplice domanda: "Si può essere ciò che si vuole?". E' con questo quesito che si apre il sipario, con il classico esempio di persona che non può permettersi di essere ciò che vuole. Ricco, con un padre che pretende solo il massimo, è anch'esso plagiato sin da piccolo dal duro mondo del lavoro che non concepisce alcun debito. Il protagonista dovrà cambiare nome (Recluta, tradotto in italiano, sarà il suo nuovo nome), casa e conoscenze, tutto per via appunto di un debito con quella che diventerà la sua fidanzata, una abitante di venere dal nome Nino, che abita sotto un ponte, e che insegnerà a grandi passi che in quel posto si può essere ciò che si vuole, basti rispettare chi sta accanto e le sue scelte. Naturalmente ciò non può essere così semplice fin da subito, ma il modo in cui la vicenda si svolge fino agli ultimi passi è parecchio naturale, ciò non fa credere che lui sia partito di testa, ma semplicemente che abbia realmente compreso quel piccolo meccanismo, che dà la pace sotto quel ponte.

Il lato dolente di questa serie è il fatto che molte cose vengono lasciate fin troppo in sospeso e infine è gettato all'aria il passato di molti personaggi. Quello della stessa Nino, per quanto faccia intendere un trascorso triste, e probabilmente da ricca per via della sua bellezza ed eleganza nel portare certi vestiti, non viene mai scoperto. Si possono solo fare supposizioni su chi si cela sotto quel costume da Kappa, o come mai Sister abbia preso approccio proprio con quella figura da chiesa. O perché i due bambini mettano la maschera, e molte altre. E' un qualcosa che lascia più che un semplice amaro in bocca.

Per quanto riguarda il reparto tecnico, lo trovo davvero adeguato: colori caldi ma delicati, disegni leggeri, fantasia che di certo non manca e soprattutto la figura di Nino, così bella nonostante al giorno d'oggi i canoni di bellezza siano prosperità e moe, lei infrange tutto con la sua eleganza, e per esserlo abita sotto un ponte sempre vestita con una tuta e con in mano un pesce. Beh, ce ne vuole. L'opening e l'ending sono promosse, perché accompagnano in modo egregio la delicatezza che traspare dall'anime. Unica pecca, forse si poteva risparmiare l'intro con la base nera piena di fiorellini.
E' difficile dare un voto, indecisa tra un 6 e un 7 opto per l'ultimo, perché comunque questo è un prodotto diverso, che funziona anche se è pieno di punti interrogativi.


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HaL9000

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
"Arakawa under the bridge" è il classico esempio di una serie senza trama. Abbiamo a che fare, sostanzialmente, con tanti e numerosi micro-avvenimenti che scorrono uno dietro l'altro, senza uno straccio di plot narrativo che tenga insieme la storia. Gli autori puntano tutto sulla personalità bizzarra, per non dire proprio pazzoide, di tutta una serie di personaggi che abitano lungo il fiume.

Quasi come se si trattasse di un mondo a parte, o di una dimensione parallela, un gruppo di macchiette che sembrano uscite da un manicomio si confronta con un individuo di natura diametralmente opposta: razionale, di buona famiglia, ricco. Ovviamente il succo della serie sta tutto qui. Non intervengono quasi mai altri personaggi "esterni" a questa dimensione, così come il famoso ponte, da cui tutta la storia prende il via, sembra essere il meno frequentato della Terra: mai vista una macchina passare, mai visto un pedone qualsiasi transitare nei dintorni.

Gli autori forse volevano lanciare un messaggio edificante circa le concezioni o definizioni di "normalità", piuttosto che di "diversità", spingendo così lo spettatore a interrogarsi sulla questione, ma, al di là delle intenzioni, questo avviene in maniera banale.
Solo negli ultimi episodi nasce un minimo di traccia narrativa, dato che gli abitanti del fiume devono affrontare una speculazione edilizia che minaccia il loro habitat. Per il resto, zero.
Positiva è la parte tecnica, anche se non sopporto i continui primi piani, a mio parere quasi sempre superflui, sui visi e sugli occhi dei personaggi, ma mi pare di capire che si tratti della "firma" del regista.


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Riccardo80

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Arakawa Under the Bridge" è un anime davvero interessante e satirico sul Giappone. L'idea di forza è quella d'ironizzare sulla società moderna attraverso un gruppo di stralunati senzatetto ognuno con una sua pazzia strampalata originalissima. Carinissimo è poi come questi riescano a creare una sorta di società parallela sotto il ponte di Arakawa. Anche il protagonista, rampollo di una famiglia imprenditoriale fra le più importanti del Giappone, ha la sua mania nata dalla rigida e stranissima educazione familiare (e paterna in primis).
Alla fine si rimane con una domanda: ma in realtà cosa è normale e cosa non lo è?


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Surymae

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
“Arakawa Under the Bridge” non è un capolavoro. Non è un'opera che rivoluzionerà per sempre l'animazione giapponese: non inventa nulla di nuovo e non è piena di dettagli che si notano soltanto dopo ripetute visioni. Assolutamente no.
“Arakawa Under the Bridge” non è un capolavoro. Ma non è nemmeno una schifezza immonda. E' un'opera onesta, che non si prende troppo sul serio, con un comparto tecnico che svolge bene il suo sporco lavoro e, tra una gag e l'altra, c'è anche un buon messaggio di fondo. Tutte queste cose non sono per niente scontate. Ma guardiamole nei dettagli.

“Non essere mai in debito con nessuno”. Questo è il motto dell'Ichinomiya, grandissima azienda a conduzione familiare. Il protagonista dell'anime è Kou, figlio del magnate dell'impresa. Siccome un giorno spetterà a lui assumere la guida della compagnia, per tutta la sua vita ha sempre osservato fervidamente l'adagio di casa. Ma, si dice, la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, e lo stesso si può dire di ciò che capita al povero Kou. Per colpa di uno scherzo degenerato, infatti, il giovane rischia di annegare e viene salvato da una ragazza, Nino, che abita tra le rive del fiume Arakawa.
Per quanto la situazione sia drammatica è comunque un'infrazione al comandamento, e per questo il nostro è disposto a tutto per sdebitarsi. All'apparenza Nino non sembra avere niente che desideri. Sollecitata da Kou, però, arriva a una decisione: vorrebbe che quest'ultimo diventasse il suo fidanzato.
Il ragazzo accetta volentieri, tanta è l'urgenza di riparare al danno. A mente fredda, però, i nodi vengono al pettine: tanto per cominciare il nostro dovrà lasciare la sua comoda vita alle spalle per trasferirsi sotto al ponte. Dopodiché dovrà fare la conoscenza con gli altri abitanti del fiume, compito piuttosto difficile perché si tratta di gente quantomeno eccentrica, per non dir di peggio. Tanto per farvi qualche esempio: il “sindaco” è un kappa che dà nomi strani a tutti quelli che vivono sotto il ponte; il “cappellano” è un omaccione con un passato di veterano di guerra, si fa chiamare Sister e distribuisce - tra una minaccia e l'altra - dolcetti a tutti; un compassato uomo d'affari ha abbandonato moglie e figli solamente per tracciare linee bianche su cui camminare; la stessa Nino, poi, crede di venire dal pianeta Venere. Sdebitarsi è quindi un compito più complesso del previsto per il nostro Kou.

Questa è la sinossi di “Arakawa under the Bridge”: una trama simpatica, a suo modo originale, ma con un grande difetto di fondo: che in realtà non è una trama. Infatti tutto quello che si ottiene è una miscela disomogenea e non molto organizzata di varie situazioni, con l'antefatto sopraccitato come unico collante. La struttura stessa degli episodi non aiuta: non sono - come di norma negli anime - un blocco compatto narrante una sola storia, bensì sono suddivisi in tanti piccoli blocchi narrativi. A volte questi pezzi hanno un filo conduttore che li unisce, ma capita anche che non sia così, spiazzando lo spettatore. Di certo quest'ultimo non si annoia: se per disgrazia non dovesse apprezzare un blocco può sempre sperare in quello successivo, senza contare che è senza dubbio un metodo piuttosto originale, a cui una volta abituatisi non è nemmeno così male. Personalmente, però, avrei preferito un assetto più canonico, perché così si pone ancora di più l'accento sulla disomogeneità della trama principale.

Essendo “Arakawa” una serie fondata principalmente sulle gag (ne riparleremo più tardi) non è un grande problema, ma come mai nessuno obietta alla decisione di Kou di trasferirsi, o quantomeno non si chiede le ragioni di una simile mossa? In alcuni episodi successivi, a dire il vero, c'è una risposta al quesito, ma quest'ultima serve soltanto per aprire altri interrogativi.
Altro giro, altra domanda, su cui poggia tutta l'impalcatura della trama: perché Nino vuole che Kou diventi il suo fidanzato? Lei, si scopre in seguito, non sa nemmeno in cosa consista avere una relazione, e i corteggiatori non le mancano di certo. Perché ha scelto proprio lui, quindi?
Per quanto riguarda le gag non dovete aspettarvi raffinata ironia inglese, ma nemmeno robaccia simile ai nostri cinepanettoni. Direi che l'ironia di “Arakawa” sia in mezzo a queste due categorie: nella sua semplicità, però, funziona alla perfezione. Probabilmente è proprio questo che ha fatto avere alla serie tutto quel successo: i personaggi sono uno più pazzo dell'altro, e le loro reciproche follie si scontrano e s'incontrano dando vita a situazioni le une più assurde delle altre. Ovviamente non si può parlare di verosimiglianza o realismo, ma dubito fortemente che qualcuno scelga di guardarsi questo anime aspettandosi chissà quale verità assoluta o colpo di scena.

Anche per questo nell'introduzione ho detto che “Arakawa” è una serie onesta: a differenza di altre opere non ha nessuna pretesa se non quella d'intrattenere lo spettatore. E l'obiettivo è centrato in pieno. La presenza di tanti momenti leggeri, però, non pregiudica l'introspezione psicologica, qui a dei livelli più che dignitosi. Com'è ovvio, chi ne beneficia di più sono i due protagonisti, Kou e Nino. Il primo, nonostante si attacchi con tutte le sue forze al suo passato tranquillo (e anche un filino noioso), non riuscirà a evitare di essere contagiato dalla follia sotto il ponte Arakawa, e nel corso degli episodi si affezionerà alla sua “fidanzata” e agli altri abitanti. D'altro canto la ragazza imparerà tante cose stando con Kou, e nel corso della serie i due svilupperanno dei sentimenti reciproci e una relazione stabile, anche se ovviamente a modo loro.
Anche altri personaggi, però, godono di una caratterizzazione buona: tra i secondari, ad esempio, spicca Takai Terumasa, un segretario di Kou che nutre una profonda venerazione per lui. In generale, comunque, tutto il cast ha un'introspezione psicologica molto buona: peccato soltanto che si sia dato più peso al lato comico delle vicende e non a quello più emozionale.

Il comparto tecnico è, come al solito oggigiorno, molto buono. Il character design di Nobuhiro Sugiyama non fa gridare al miracolo, ma è gradevole e funzionale alla storia. La fotografia è costituita da un'illuminazione dai toni accesi, ma che non danno fastidio all'occhio; la regia di Akiyuki Shinbo, poi, è particolare e sempre adatta alla sceneggiatura. Le musiche sono leggermente sottotono: pensate, non riesco a ricordarmene neanche una. Giudizio sospeso. L'opening “Venus to Jesus”, invece, me la ricordo: è una canzone molto orecchiabile, peccato soltanto per la voce inesistente della cantante; l'ending, al contrario, è perfettamente trascurabile.
Infine, il doppiaggio: ben fatto e molto azzeccato per tutti i personaggi. Tutti gli interpreti sono molto bravi, ma in particolare Maaya Sakamoto nel ruolo di Nino e Chiwa Saito nei panni della piccola Stella spiccano sugli altri per espressività e versatilità.
Nel caso non lo aveste capito, “Arakawa Under the Bridge” non è un capolavoro. Ma questo non significa che non sia un'opera da vedere.


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Lunashinigami

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Ammetto che il genere demenziale non è mai stato il mio preferito, però la visione di questa breve serie di 13 episodi è stata davvero molto gradevole, soprattutto grazie ai personaggi, uno più squilibrato dell'altro, e al rapporto tra i due protagonisti, Kou Ichinomiya, l'uomo che non può avere debiti, e la senzatetto venusiana (?) Nino.
Quando Nino salva la vita a Kou, egli, per non avere debiti con lei, decide di assecondare la sua folle richiesta di amarla e di vivere con lei sotto il ponte sulle sponde del fiume Arakawa. Inutile dire che la vita di Kou verrà stravolta sotto ogni punto di vista, anche perché oltre a Nino le sponde dell'Arakawa sono abitati da personaggi ancora più folli: un Kappa, una stella e persino una suora che tanto suora non è!
Commedia dell'assurdo, la forza di quest'anime risiede nel proporre in questi 13 episodi delle situazioni veramente assurde che fanno ridere tantissimo. Do 8 a questa serie per il semplice motivo che in alcuni punti è un po' statica e procede un po' a rilento.


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Uccello Gira-Viti

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Bello, bello, bello. Mi ero avvicinato a quest'anime per curiosità e, nonostante l'avessi un attimo dimenticato dopo il primo episodio, quando l'ho riesumato non ho potuto fare a meno di finirlo in due giorni. Arakawa Under the Bridge punta a capovolgere gli schemi comuni, e ci riesce benissimo.

Un ragazzo perfetto, simbolo e aspirazione per ogni giapponese medio che si rispetti, abituato a non essere mai in debito e a eccellere in tutto, si trova, sciaguratamente, a dovere la vita a una venusiana che vive sotto a un ponte. Comincia così ad avvicinarsi a quella fantastica, variegata e strampalata comunità che, sulle sponde del placido fiume, fa da padrona. Un Kappa, una Stella, una suora soldato e diversi altri personaggi improbabili fanno da contorno a quel processo di crescita interiore che avviene nel protagonista durante le tredici puntate.

Belli i disegni, belle le animazioni, belle l'opening e l'ending e belli gli spezzoni finali con un real-kappa molto improbabile. Arakawa Under the Bridge è una serie che si guarda con calma, senza problemi, e che spesso strappa una risata o una riflessione.
Magari fossero così anche le miriadi di barboni che girano sotto casa mia.


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icarus72

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Arakawa Under the Bridge è una commedia dell'assurdo.
Il protagonista di questa serie, Kou Ichinomya, è un uomo d'affari di successo che ha compiuto molte cose nella sua vita senza mai essere dipeso dagli altri. Per la sua famiglia, il principio numero uno è quello di "Non essere mai in debito con nessuno", una regola presto interrotta quando una ragazza di nome Nino, che vive sotto al ponte insieme a una società di gente strana con disturbi mentali, gli salva la vita. Per ripagare questo debito Kou deve diventare il ragazzo di Nino è così inizia a vivere insieme a questa gente ambigua.

Gli abitanti del Ponte di Arakawa sono un gruppo surreale, che vanno da un uomo che indossa un costume da kappa a un veterano di guerra dal grilletto facile che indossa un costume da suora. Le loro azioni sono assolutamente imprevedibili e le situazioni che il protagonista deve affrontare, sono ridicole.
Arakawa Under the Bridge ritrae Kou come un uomo solo, senza amici, impacciato ed emotivamente complessato dal principio fondamentale della sua famiglia ma, dopo il suo arrivo sulla sponda del fiume, comincia a vedere la gioia nella sua vita.
La parte comica di quest'anime a mio giudizio non è brillante, ma le battute non mancano mai di sorprendere anche grazie al fatto che alcuni personaggi vengono introdotti quasi a ogni episodio incrementandone la comicità. Alla maggior parte del cast manca lo sviluppo della personalità e poco o niente si conosce di ogni personaggio, mentre gli aspetti della personalità di Kou sono visti nel dettaglio, in particolare la paura nei confronti di suo padre.

Disegni e musiche sono carini secondo me, ma non spiccano di originalità. A mio giudizio ci si aspetterebbe qualcosa di più, almeno l'interesse amoroso tra Kou e Nino che rimane un enigma per tutta la serie. Personalmente mi sarebbe piaciuto vedere il rapporto tra i due in continuo progresso.
Come dire, Arakawa Under the Bridge per me è un anime che non resta impresso e si dimentica facilmente dopo la visione.


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npepataecozz

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
"Arakawa under the bridge" è una commedia di tipo demenziale composta da una serie di personaggi per i quali l'aggettivo "matto come un cavallo" è un complimento. Il protagonista è l'erede di un'importantissima compagnia giapponese il cui motto è "mai assumere debiti con chicchessia". Per debiti non s'intende solo il prendere denaro a prestito, ma anche il rifiutare il più piccolo dei favori: così quando suo malgrado si ritroverà in debito con la ragazza che gli salva la vita si sentirà in dovere di realizzare il suo desiderio, ossia d'innamorarsi di lei. Nonostante si tratti di una bellissima ragazza, lei ha il "difetto" di vivere sotto un ponte in una comunità di personaggi veramente assurdi, anche perché, in realtà, è strana anche lei. Abbiamo l'uomo-kappa, il killer-suora, l'uomo-stella, la fattrice sadomaso ecc. ecc.
Superata l'avversione iniziale, con l passare del tempo il protagonista imparerà ad apprezzare questa strana combriccola fino a combattere in prima linea per evitarne lo scioglimento.

La trama è certamente originale. Ma il difetto di questo "Arakawa Under the bridge" sta nel fatto che pur trattandosi di una commedia di tipo demenziale non fa assolutamente ridere, ma anzi induce spesso allo sbadiglio. E dato che oltre a una serie infinita di gag non offre granché, devo dire che l'ho trovato piuttosto deludente. Nonostante lo sforzo di creare un cast quanto più vario possibile nella sua stranezza, questa varietà in realtà non esiste: l'indossare una maschera o un costume diverso non è sinonimo certo di diversità ma di comunanza in uno stesso stereotipo. E nonostante il protagonista cambi idea sui motivi che lo spingono a restare a vivere sotto un ponte, devo dire che la trama non ha una sua effettiva evoluzione: se le mischiassimo, le puntate, non riusciremmo a distinguere la seconda dalla sesta o dal'ultima.

Vedo di essere in controtendenza rispetto alla valutazione media assegnata a quest'anime: ma davvero, specie dopo aver letto i commenti, mi aspettavo molto di più. A mio avviso, invece, data la pochezza della trama, un anime simile avrebbe dovuto almeno fare ridere ogni tanto; cosa che nel mio caso non è accaduta.
Proprio perché a molti è piaciuto non mi sento di sconsigliarlo a priori; se i primi episodi vi annoiano fermatevi subito perché sono tutti e tredici dello stesso tipo; se vi piacciono andate pure avanti. Io mi sono estremamente annoiato per cui la mia valutazione non può raggiungere la sufficienza.


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Killing91

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Arakawa Under the Bridge mi ha davvero colpito, devo ammettere che all'inizio la trama mi lasciava un po' scettico, ma questo infondato scetticismo è sparito alla seconda puntata. Una volta iniziato è difficile riuscire a staccarsi data la storia sia interessante sia ben curata, cosa che oggi è rara a vedersi. Il character desing è dei migliori; le immagini di fondo, pur trattandosi di un un argine di fiume, sono curatissime; l'introspezione dei personaggi è curata al dettaglio: sono trattati uno per uno in maniera tanto semplice quanto realistica, cosa che ho visto solo in uno o due anime finora.

Finito di elogiare il tutto, è il momento di parlare di cosa tratta l'anime. Il protagonista Kou Ichinomya, laureato all'università di Tokyo e presidente di un importante azienda, finisce per andare a vivere sotto un ponte. La cosa strana è che non ci finisce dopo aver perso tutti i suoi soldi, ma a causa di un dovere da ripagare a una ragazza. L'educazione particolare ricevuta dal padre gli ha insegnato a ripagare ogni favore ricevuto anche a costo della vita; insegnamento che è anche il motto di famiglia.
Trovandosi a passare per il ponte sopra l'Arakawa, Kou viene derubato dei pantaloni da un gruppo di bambini e, per riprenderseli da sopra una trave, finisce per cadere in acqua. Verrà poi salvato da una ragazza di nome Nino che sostiene di provenire da Venere. Kou dovendo ripagare il debito alla ragazza decide di rimanere ad abitare sotto il ponte, ma il desiderio della ragazza si rivelerà problematico da realizzare; difatti Nino gli chiede di diventare il suo fidanzato. Le vicende si dipartono da questo bizzarro inizio, insieme agli altri abitanti dell'argine, uno più bizzarro dell'altro.

Arakawa Under the Bridge è un anime carino da vedere quando si ha un po' di tempo, lo consiglio caldamente.


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Robocop XIII

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Harakawa Under The Bridge è un anime del 2010, tratto dall'omonimo manga dell'autrice Nakamura Hikaru, che ho già avuto modo di apprezzare con Saint Young Men.

Arakawa Under the Bridge è un anime insolito, atipico e strambo, forse solamente originale. Ichinomiya Kou è l'erede di un'importantissima azienda e anche un brillante studente universitario, cresciuto con la filosofia del "non devi essere debitore a nessuno", e nella sua vita è sempre riuscito a tenere fede a questo motto. Un giorno però una ragazza lo salverà da una morte certa, e il protagonista per saldare il debito dovrà diventare nientedimeno che il suo ragazzo.

Come il titolo suggerisce, il teatro delle vicende narrate è la zona sottostante al ponte del fiume Arakawa, in cui vive la ragazza prima citata, e non solo lei. Sotto questo ponte vivono parecchi personaggi uno più strampalato dell'altro. La storia è una commedia romantica, più di una volta mi sono ritrovato a sorridere come un idiota, e non mi è mai capitato con altri anime. Nonostante la facciata frivola, questo anime racchiude un senso più profondo. In molti hanno recepito il messaggio fantapolitico e filosofico di questo anime; Nakamura riesce a rendere il tutto molto leggero, ma allo stesso modo riesce a trasmettere un messaggio più forte di quello originale.

I personaggi che animano le vicende potrebbero essere definiti pazzi, disturbati, sicuramente non normali. Ma cos'è la normalità? E' giusto considerare normale ciò che è una consuetudine? Questi strambi personaggi vogliono solo essere ciò che sono, e in molti lo fanno travestendosi. No, non si tratta di un ossimoro, più che altro è una rinascita, come a volere cancellare il passato, e vivere nella più totale libertà.
Il messaggio che viene trasmesso non è una morale, l'anime non serve allo spettatore delle risposte ma delle domande, al massimo qualche consiglio.
Il gruppo di personaggi strambi è come una micro-società, hanno i loro lavori e i loro ruoli. Una società nella società, che vive nella completa libertà. Ma il messaggio non è utopistico né irreale, bisogna leggere tra le righe: vivere ogni situazione al momento e non rimpiangerla, in quanto sfuggire alla realtà è impossibile.

Sul versante tecnico, le animazioni sono molto buone, ma quello che eleva quest'opera è sicuramente la regia, che gioca con inquadrature e colori, rendendo il tutto più piacevole e scorrevole. L'opening è molto allegra, graficamente può ricordare quella di Welcome to N.H.K., e l'ending di Suneohair, che ci ha già regalato emozioni stupende in precedenza con Honey&Clover, l'ho trovata stupenda.

Arakawa Under the Bridge è un'opera eccellente, la vena umoristica ogni tanto perde colpi, ma poi riprende alla grande, mentre regia e contenuti lo elevano sicuramente vicino al 10. Voto: 9,5.


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AmarantaKiller

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Ho visto gli episodi da 1-13 di quest'anime, che è tratto dal seinen manga di Hikaru Nakamura e non è che la prima serie, visto che una seconda è stata annunciata da poco. Che dire, grafica e animazione per me sono ottime, e davvero bellissimi ho trovato gli sfondi e soprattutto il riverbero del fiume, che è limpido e cristallino. Inoltre, il character design è davvero ben curato, fin nei minimi particolari, tant'è che ogni personaggio è distintamente riconoscibile.

Per quanto riguarda la trama, è alquanto bizzarra, tant'è che alla prima puntata ero piuttosto stranita. Con il procedere degli episodi ci si rende conto che questa bizzarria ha un effetto studiato; cioè quello di creare un sentimento di straniamento nello spettatore.
La storia è incentrata sui due giovani protagonisti e sugli strambi abitanti che vivono sulle sponde del fiume, ciascuno con una maschera o un ruolo particolare. Costoro costituiscono un nucleo di cosiddetti "denpasan", che in qualche modo costituiscono una società a parte, rifiutata e snobbata da quella cosiddetta "normale".
All'inizio, Kou, il protagonista maschile, si pone con arroganza e sicurezza nei loro confronti, come avrebbe fatto appunto una persona "normale", e le sue perplessità, dinanzi a un mondo così distante da lui, creano quelle situazioni esilaranti e comiche che fanno davvero morire dal ridere.

Avviene quindi un incontro tra ciò che è definito "normale", con il personaggio di Kou, e ciò che è definito "strambo", e il secondo, paradossalmente, finisce per avere la meglio, quasi fosse una rivendicazione sull'ordinario. Infatti, Kou si sente a disagio ed emarginato e farà di tutto per adeguarsi al contesto, spinto dal suo bisogno di saldare il debito con Nino, della quale finirà per innamorarsi.
Ciò che colpisce di questa piccola comunità in riva al fiume, pur con le sue regole e schemi, è che con l'espediente della bizzarria intende parodiare la realtà ordinaria e i suoi aspetti e che i personaggi, tutti problematici e in fuga da se stessi e dalla propria identità (ciò spiegherebbe l'uso delle maschere), mostrano una commovente ingenuità, grande altruismo e solidarietà anche verso chi ha delle riserve nei loro confronti. Arakawa Under the Bridge è un anime consigliato.


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nanitas

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Arakawa Under the Bridge ha una storia fuori da ogni schema. Essa racconta di un ricco rampollo di una famiglia potente, il cui motto dice che non si deve essere in debito con nessuno. E questo la dice lunga. Il caso vuole che si trovi a passare sopra un ponte dove un branco di monelli lo lascia in mutande, avendo messo i suoi pantaloni a sventolare su un traliccio del ponte.
Il nostro protagonista, forte dei suoi meriti, poiché primeggia in tutto, ha sempre ottenuto il massimo sia per l'intelletto che per i primati fisici, nonché per l'arte, non si perde d'animo e si arrampica a recuperare i propri pantaloni, ma rischia di finire completamente spogliato, poiché il boxer rimane impigliato e, se lui si allungasse un altro po' per prendere gli agognati pantaloni, finirebbe nudo. La cosa non lo preoccupa; è solo nessuno guarda, quindi sta per procedere all'allungo quando una voce gli chiede: "Hei, non è che stai per fare un atto osceno in luogo pubblico?".

Ovviamente la cosa lo ghiaccia all'istante e, dopo qualche scambio di parole, lui rifiuta l'aiuto offerto dalla ragazza che sta pescando appena sul bordo sottostante del ponte. Poi l'inevitabile: una parte del sostegno a cui era appeso cede e lui finisce nel fiume, si rende conto di stare per morire, in quanto la barra lo schiaccia e lo trascina. Poi c'è il buio, ma comunque la vita torna e ora lui si rende conto di essere stato salvato da quella ragazza. Ora è irrimediabilmente in debito con quella strana ragazza che vive sotto il ponte e che dice di essere venusiana. Per estinguere il suo debito, il nostro rampollo diventerà il fidanzato della bionda venusiana, che si chiama Nino, e si trasferisce a vivere sotto il ponte.
Da qui in poi entreranno in scena personaggi molto strani che però sotto quel ponte possono avere la propria dimensione.

Indubbiamente colpisce l'attenzione la varietà, che è molto fantasiosa, dei personaggi, i quali hanno comunque tutti qualcosa in comune, anche se, però, per ora il nostro Kou - così si chiama il protagonista - non riesce ad afferrarla. Per lui questi personaggi sono solo emarginati e deviati mentali, e anche un po' delinquenti. Ma Kou imparerà a conoscerli, si porrà molte domande e troverà la propria dimensione.


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ReiRan->--@

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Arakawa Under the Bridge è stata, per me, la rivelazione della stagione primaverile 2010. È l’adattamento animato dell'omonimo manga di Hikaru Nakamura, già autore di Saint Young Men, in corso di serializzazione sulla rivista Young Gangan, ma inedito in Italia. Una versione animata la cui produzione è curata dalla Shaft per la regia di Akiyuki Shinbo (Sayonara Zetsubou Sensei, Bakemonogatari, Maria + Holic e Dance e Vampire Bund).

I temi trattati
Arakawa non è un anime che potrà piacere a tutti: per alcuni sarà amore, mentre per altri potrà risultare quasi incomprensibile.
Si potrebbe definire come un prodotto dal riso amaro che, inizialmente, induce lo spettatore a ridere per le situazioni al limite del paradossale, salvo poi indurlo a riflettere, facendo affiorare in lui un pensiero critico.
In breve ci si accorge che la risata diventa quasi un modo per castigare le molte aberrazioni della società giapponese: l’emarginazione dei senzatetto, che vivono lungo le sponde dei fiumi nelle grandi città; il modello di uomo "perfetto ingranaggio della società", prima studente modello, poi lavoratore modello; e la solitudine, non solo degli emarginati, ma anche di chi ha successo, di chi deve essere “solo” e solo con le proprie forze deve raggiungerlo.
È un seinen a tinte comico-romantiche pieno di gag, talvolta assurde, inquadrabili nel sottogenere denpa-kei, ovvero quelle storie che trattano di bizzarri comportamenti causati dall’esposizione alle onde elettromagnetiche. Il termine si riferisce a uno strano tipo di persone che paiono ascoltare qualcosa che solo loro sono in grado di sentire, come se intercettassero delle frequenze radio (“denpa” significa, infatti, “onde elettromagnetiche”). La parola è anche usata per indicare quegli individui che vivono reclusi nei loro mondi illusori e hanno difficoltà a interagire con il mondo reale - solitamente gli otaku.

Trama
Ko, il protagonista maschile, appartiene a una famiglia facoltosa, ma è entrato nella Tokyo University grazie ai suoi ottimi voti, paga la retta e l’affitto con un proprio lavoro e arrotonda giocando in borsa: non pesa in alcun modo sui suoi, non pesa su nessuno. La filosofia della sua famiglia è: “Non dovere mai nulla a nessuno, o meglio non dovere mai dipendere da nessuno”, un motto che gli è stato inculcato sin dall’infanzia, tant'è che è arrivato persino a stamparlo sulla cravatta. La sua vita fila liscia finché non s'imbatte in un gruppo di bulli che, per divertimento, gli rubano i pantaloni e poi li appendono su un pilone del ponte sul fiume Arakawa. Subito veniamo catapultati in una situazione improbabile, stile denpa–kei. L’orgoglio di Ko gli impedisce di chiedere aiuto, perché deve risolvere tutto da solo, così si arrampica per recuperare i pantaloni e, quando crede che ormai la “missione” sia compiuta, cade nelle acque del fiume. Inoltre, una trave d’acciaio, staccatasi durante la caduta, lo sta portando a fondo, e a questo punto Ko si rende conto di essere impotente e che sta per affogare. Ecco, in un attimo di lucidità, la rivelazione: l’orgoglio è inutile una volta morti. Così per la prima volta lo sfiora un pensiero: “Che qualcuno mi aiuti”. Finalmente ammette la propria limitatezza, ammette di aver bisogno degli altri. In fondo Ko si rende conto di una cosa abbastanza ovvia, che non è possibile isolarsi nel proprio orgoglio e fare sempre tutto da soli, e che dove non arriviamo con le nostre forze possono e devono subentrare gli altri con il loro aiuto, poiché l’uomo è un animale sociale e ama, ma soprattutto ha bisogno di stare con gli altri.
Tuttavia Ko non potrà certo affogare nel fiume, altrimenti la storia finirebbe; viene quindi salvato da Nino, eccentrica senzatetto che abitata ai bordi dell'Arakawa. Passato il momento di lucidità, Ko è afflitto da un dilemma: come ci si può sdebitare con qualcuno a cui si deve la vita? Il ragazzo è ricco, vede che Nino è una senzatetto e pensa che basterà il denaro a soddisfarla, o magari una bella casa. Però Nino, che crede di essere una Venusiana, non ha alcun interesse per il denaro o per altri beni materiali. La ragazza risulta contrariata dalle varie offerte di Ko, e dice: “Sul vostro pianeta si aiuta solo per ricevere qualcosa in cambio?”.
Cosa si può ribattere a una frase del genere? In effetti quasi tutti agiscono solo per un secondo fine, per un proprio tornaconto, e favore chiama favore in un clientelare “do ut des”. Ma davvero nella società moderna tutto ha un prezzo, e anche la vita può avere il costo di un appartamento a Tokyo?

I personaggi
È divertente vedere questo ragazzo impeccabile e compassato, “il giapponese ideale”, perdere del tutto le staffe, invischiarsi in situazioni al limite dell’assurdo e avere a che fare con dei pazzi “denpa”, uno più squilibrato e divertente dell’altro.
Di Nino ne abbiamo già accennato, il prossimo incontro di Ko è con Soncho, il capo, un uomo convinto di essere un verde Kappa, uno sfaticato e facilone che passa le sue giornate a mollo nel fiume. Poi vengono tutti gli altri personaggi: Hoshi, la stella delle rive del fiume di nome e di fatto, perché, oltre a indossarne una di gomma piuma in testa, sostiene di essere una rock star… ma è stonato come una campana rotta; Shiro un uomo di mezza età che cammina solo sulle righe di gesso da lui disegnate sul terreno; i gemellini con gli elmi in testa, convinti di dover essere rapiti da qualche oscura organizzazione; P-ko la sbadata ortolana, ma quando dico sbadata, intendo all’ennesima potenza; Maria tanto bella quanto sadica, ha una fattoria; Stella, una bambinetta inglese di orfanotrofio, fragile all’apparenza ma subdola e decisamente forte…
Magistrali sono anche i personaggi dai colletti bianchi: l’invasato padre di Ko, e i suoi assistenti. Tutti, anche i più piccoli personaggi, svolgono il loro ruolo e si incastrano bene nella trama.
Ma su tutti svetta Sister, un uomo sulla trentina che si veste da suora e fa da guida spirituale al gruppo a suon di mitraglietta.

L’anime e il manga
La serie segue fedelmente il manga, quindi le battute pungenti dei personaggi non sono altro che la riproduzione di quella già scritte da Nakamura Hikaru nella versione cartacea. All’interno della puntata saltano all'occhio le continue suddivisioni e gli stacchi nella narrazione: si tratta della corrispondente divisione dei capitoli del manga, riproposta in tale maniera anche nell'anime.

L’animazione e la regia.
Per quanto riguarda l’animazione, posso dire che è nella media per quanto riguarda gli effetti. Sono buoni i fondali, specie i colori dei tramonti e gli azzurri del cielo e del fiume, e in particolar modo mi è piaciuto l’effetto dato all’acqua dell'Arakawa. Nel background la fanno da padroni il ponte e il fiume, mentre la città si vede solo in lontananza. Il character design è piacevole.
Ciò che salta subito all’occhio e l’uso di stacchi che sfruttano svariati metodi d'animazione: copiando lo stile pop art, come nell’opening, che è animata tutta in questa maniera, usando il bianco e il nero, le righette, degli sfondi monocromi, cambiando il tratto del disegno e la caratterizzazione dei personaggi o ancora deformando i personaggi… In ogni puntata c’è una sorpresa e uno stile diverso e innovativo negli stacchi.
Un’altra scelta particolare riguarda l’uso di scene introduttive, incorniciate da due strisce nere in alto e in basso, dal tono quasi melanconico: spesso si tratta dei monologhi di Ko.
Sono spassosissimi i finali live action del nostro kappa verde e in chiusura di ogni puntuta l’invito a guardare la prossima è dato sul fermo immagine di un artwork originale di Hikaru Nakamura.
Infine ho notato un massiccio uso di zoommate sugli occhi dei protagonisti, ma questa è una tecnica tipica del regista, usata ultimamente anche in Dance in the Vampire Bund.

Doppiaggio e colonna sonora
I doppiatori dei due protagonisti sono entrati magistralmente nei ruoli: Hiroshi Kamiya nei panni di Kou e Maaya Sakamoto in quelli di Nino. Kou è reso con uno stile un po’ esaltato, con continui picchi di voce che tendono all’isterico, mentre Nino ha una voce monotona, pacata, senza grandi variazioni di tono.
Quando si muove una casa discografica per sponsorizzare un prodotto, ci si aspetta una buona colonna sonora, e le aspettative non sono state tradite: sia l'opening theme "Venus to Jesus" di Etsuko Yakushimaru, che l'ending theme, intitolata "Sakasama Bridge", cantata da Suneohai, sono veramente piacevoli da ascoltare e orecchiabili.

In definitiva
Quindi, in definitiva, se avete voglia di una commedia lontana dal soliti stereotipi harem pieni di fan service, Arakawa potrebbe fare al caso vostro: 13 fantastici episodi, che volano via con piacere.
Buona visione a voi, mentre io attendo la seconda serie.


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elceco92

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
<b>ATTENZIONE! SPOILER</b>
Partiamo dalla trama: il personaggio principale Kou Ichinomiya, appartiene a una famiglia molto ricca e il motto di quest'ultima è quello di "non essere mai in debito con nessuno". Da questo presupposto parte la storia di quest'anime. Dei ragazzini rubano i pantaloni al nostro protagonista, il quale per riprenderli cade nel fiume a causa del crollo di una trave di ferro. Quando ormai ogni speranza di salvezza sembrava perduta viene salvato dalla bella Nino, una fanciulla che vive sotto al ponte e che dice di venire da Venere. Allora Kou, non potendo indebitarsi con qualcuno a causa del motto di famiglia, le chiede che cosa può fare per ricambiare. Ma Nino gli dice "semplicemente" di diventare il suo amante.
<b>FINE SPOILER</b>

"Arakawa under the bridge" è una commedia davvero atipica, a tratti esilarante. I personaggi, stravaganti e divertenti, vengono presentati gradualmente con il passare degli episodi. Fanno un po' riflettere gli spezzoni all'inizio di ogni episodio, inoltre quello che si riesce a capire guardando quest'anime è che i personaggi sono più complessi di ciò che una loro prima visione potrebbe far intuire. I loro costumi, i loro comportamenti, sono frutto della loro paura di affacciarsi nuovamente nella società e fanno capire che si sono ridotti in questo stato a causa di qualche brutta esperienza passata. Infatti tentano di isolarsi dal mondo fingendosi ciò che non sono e che non erano, finendo per farlo dimenticare del tutto.
Quest'anime fa riflettere soprattutto sulle condizioni dei senzatetto, trattando però l'argomento con serenità e facendolo capire a chi guarda attraverso l'intuito. Ormai nel mondo la percentuale delle persone che resta senza casa, infatti, aumenta sempre più.

Volendo parlare della parte tecnica bisogna dire che la Shaft è una delle case di produzione migliori che io conosca. Bravissimo il regista, Akiyuki Shinbo, che ha anche lavorato su "Sayonara Zetsubou Sensei" e "Bakemonogatari". La sua è una regia ottimamente curata, e inoltre, come già avevo notato in altri suoi lavori, gioca moltissimo con i colori, il che rende tutto molto godibile e originale (fantastici i colori della opening).

In conclusione quest'anime non mi ha mai annoiato e gli episodi li ho letteralmente divorati. Consiglio la visione di quest'anime divertente ma che fa anche riflettere. E' un 9 meritatissimo, adesso attendo con impazienza la seconda serie. 9 meritato.


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Felioth

Episodi visti: 7/13 --- Voto 8
Il nostro protagonista è Kou Ichinomiya, un brillante studente universitario di 22 anni, rampollo di una ricchissima famiglia, educato, sin dalla nascita, a non trovarsi mai nella situazione di essere "in debito" nei confronti di qualcuno. Proprio per questo, quando la sua vita viene salvata da una bellissima ragazza di nome Nino, lui subito le domanda cosa possa fare per sdebitarsi, in maniera da ripagarla in modo adeguato. Così inizia questa storia, con Nino che chiede a Kou di diventare il suo fidanzato e di vivere insieme a lei... sotto a un ponte! Lì il ragazzo scoprirà una vera e propria "comunità", che vive sulle rive del fiume, popolata da individui decisamente strani.
Quest'anime mi ha piacevolmente stupito; ha una trama abbastanza originale (cosa difficile da trovare al giorno d'oggi!) e non è mai scontato. Ottima la caratterizzazione dei personaggi, tutti con personalità e "compiti" distinti e ben definiti. La realizzazione tecnica e le musiche, anche se non memorabili, sono di buonissima fattura.
Se deciderete di dare una chance a quest'anime, vi troverete di fronte a una commedia sempre divertente, a tratti demenziale, ma che offre anche spunti di riflessione sulla vita - in particolar modo nelle introduzioni dei singoli episodi.
In definitiva, consigliato!