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DarkSoulRead

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5,5
"Piano no Forest" è la trasposizione cinematografica dell'omonimo manga inedito in Italia di Makoto Isshiki. La storia è condensata in una pellicola dalla durata di 101 minuti e racconta le vicende di Amamiya e Kai, due bambini estremamente diversi la cui passione per il pianoforte li accomuna. Se Amamiya, figlio di un importante pianista, rappresenta lo studio, la perseveranza e la dedizione, dall'altra parte Kai incarna la predisposizione, il talento grezzo e naturale che lo porta ad essere l'unico in grado di saper suonare il pianoforte nascosto nel cuore della foresta. Nel corso della storia i due assorbiranno l'uno dall'altro, crescendo e migliorandosi, dimostrando che con il giusto impegno nulla è loro precluso.

Le basi per un'ottima storia c'erano tutte, peccato che venga sviluppata poco e lentamente. Il film non annoia, tuttavia, anche a causa di un ritmo fin troppo blando, non supera mai certe soglie di coinvolgimento per elevarsi dagli standard dell'animazione nipponica. Indubbio è che un tema come la musica classica avrebbe meritato un intreccio più maturo e articolato e una sceneggiatura meglio intessuta.

Tecnicamente siamo sulla media, con una più che sufficiente resa grafica che fa da cornice a un buon (come normale che fosse) comparto sonoro. Il chara è sobrio, i protagonisti sono tratteggiati in modo piuttosto classico da linee semplici e pulite; più scrupoloso il lavoro sui fondali, con gli autori che si sono dimostrati (a tratti) in grado di regalare evocativi scorci di foresta. I personaggi sono abbastanza stereotipati e lo scarso background non aiuta a empatizzare con loro. Purtroppo alcune sotto-trame dalle parvenze interessanti vengono lasciate in sospeso, e l’impressione è che a tutte le personalità della storia manchi quella tridimensionalità caratteriale tanto cara alle opere d’autore.

Nonostante a conti fatti risulti un prodotto abbastanza lacunoso, “Piano no Mori" è una visione tutto sommato fruibile da tutti, consigliato a chi ama la musica ed è in cerca di una storia semplice, senza troppe aspettative.

Voto: 5.5


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Kida_10

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"Piano no Mori", meglio conosciuto come "Piano Forest", è un film d'animazione giapponese della durata di circa cento munti, prodotto dalla Madhouse nel 2007 e portato in Italia da Kazè nel 2009, tratto dall'omonimo manga di Makoto Isshiki.

Shuhei Amamiya è un ragazzo delle elementari proveniente da una benestante famiglia di musicisti, che per tenere compagnia alla nonna malata è costretto a trasferirsi momentaneamente in campagna. Nella sua nuova scuola incontra Kai Ichinose, un ragazzo povero e apparentemente scontroso, che si dimostra però in grado di suonare il misterioso pianoforte nascosto nel cuore della foresta. Shuhei mira a diventare un pianista professionista, decide quindi di partecipare al concorso nazionale, e come avversario ritroverà proprio il nuovo amico, che fino a pochi giorni prima suonava solamente per divertimento.

La più classica delle sfide: impegno e dedizione contro talento naturale, chi avrà la meglio questa volta?
"Piano no Mori" è un'opera estremamente semplice, adatta a qualsiasi tipo di pubblico, la trama si sviluppa abbastanza bene, seppur con ritmi molto lenti soprattutto nella parte iniziale. La storia procede in maniera lineare, senza eccessive complicazioni o eclatanti colpi di scena, e tutto va come deve andare, in maniera scontata sino al finale ampiamente prevedibile.
I personaggi degni di tale nome sono solamente tre, e la vicenda sarà interamente incentrata su di loro. La musica, come il titolo stesso suggerisce, rivestirà un ruolo fondamentale, ma non farà da protagonista assoluta, come invece si è visto in altre opere dello stesso genere.

Il comparto tecnico si difende bene, in particolare quello sonoro può vantare un considerevole numero di pezzi, considerata la breve durata del prodotto. Graficamente nella media, il design dei personaggi è sufficiente, le animazioni sono molto fluide e i fondali discretamente dettagliati.
Il finale è facilmente intuibile, ma nonostante questo riesce a chiudere perfettamente l'opera, attribuendole un senso e donandole maggiore spessore.

In conclusione, "Piano no Mori" è un film carino, ma niente di più. L'inizio lento e poco coinvolgente non aiuta certamente a godere della visione, ma nel complesso rimane un'opera consigliata agli amanti della musica classica, e a tutti coloro che sono alla ricerca di qualcosa di leggero e poco impegnativo.


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Vagabond90

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
<b>Contiene lievi spoiler</b>
"Piano No Mori" è una storia trasposta in anime dall'omonimo manga di Makoto Isshiki, e racconta la storia di Kai Ichinose e Shuhei Amamiya, due ragazzini che frequentano le scuole elementari in una piccola città di provincia del giappone: apparentemente non hanno nulla in comune tra di loro, se non l'amore per il pianoforte; Shuhei è figlio di un grande pianista ed è costretto a trasferirsi con la mamma da Tokyo nella piccola cittadina per badare alla nonna, così è costretto a frequentare le scuole nella nuova città: qui conoscerà Kai, con una estrazione familiare molto più sfortunata di Shuhei, è figlio infatti di una prostituta, e viene schernito da tutti a scuola; Kai però è un ragazzino dalla scorza dura, ed è innamorato del pianoforte, che ha imparato a suonare fin da piccolissimo: infatti dopo essersi perso nella foresta vicina alla città, trova lì un pianoforte che diventerà il suo personale gioco fino e che suonerà tutti i giorni della sua vita. Shuhei, che diventa amico di Kai, rimarrà sbalordito dall'emotività con cui quest'ultimo suona il pianoforte abbandonato nella foresta, e da subito capisce quanto sia dotato. Nella scuola dei due ragazzi poi l'insegnate di musica è Ajino, un ex-pianista di grande fama costretto ad interrompere la sua carriera per via di un incidente, che si rivelerà essere per una serie di coincidenze proprio il possessore del pianoforte abbandonato. Ajino dopo l'incidente rimane apatico nei confronti della musica, non c'è nessuno dei suoi allievi capace di rievocare le emozioni che provava quando era lui stesso a suonare, ma quando sente suonare Kai e rivive il suono del suo pianoforte si offrirà di diventare il suo maestro. Dopo dei dubbi iniziali Kai accetta ed inizia a capire che per coltivare nel modo giusto la passione per la musica è necessaria anche la tecnica e l'allenamento. Shuhei nel frattempo, che aveva chiesto anche lui al professor Ajino di diventare suo allievo, si sente rifiutato e messo in secondo piano rispetto ad Ajino, nei confronti dei quali nutre un complesso di inferiorità: difatti Shuhei ha suonato fin da piccolo il pianoforte, ma non perché avesse messo lui stesso le mani sul pianoforte, bensì perché gli era stato impartito l'insegnamento dalla famiglia. E quindi durante tutto l'arco della storia vivremo questo dualismo tra il modo di suonare razionale e tecnicamente impeccabile di Shuhei e il "genio e sregolatezza" di Kai.
La storia si conclude con un concorso - le selezioni regionali che portano poi alle nazionali - a cui partecipano sia Shuhei che Kai (iscritto dal maestro Ajino), in cui le doti intrinseche di Kai verranno ancor più in superficie e in cui Shuhei capirà l'importanza del pianoforte al di là della mera esecuzione.
E' stato divertente seguire questa storia perché mi ci sono immedesimato - in quanto pianista anche io nel mio piccolo - e ho rivissuto i momenti della mia infanzia ed adolescenza di fronte al pianoforte, tra le difficoltà che causa l'esercizio costante e la grande felicità ed appagamento che dà suonare musica solo per il piacere di suonare musica.
Il disegno dei personaggi è gradevole, semplice e lineare, in stile Miyazakiano se vogliamo.
Le musiche sono per lo più quelle classiche, che ci vengono presentate attraverso una simpatica carrellata dei grandi maestri del pianoforte, e culminano con la sonata K310 di Mozart, lo spartito del concorso, per l'appunto.
Questo film d'animazione è un opera piacevole, che affronta realisticamente e con lo spirito giusto tra leggerezza e serietà il tema della musica nella crescita.

Micerino

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Non posso esimermi dal dire che adoro il pianoforte, amo la musica classica e lo strumento che in assoluto più mi piace è proprio il piano.
Con una premessa come questa è difficile per me dare un voto solo a quest'anime che trasporta sul piano emozionale non solo con la musica, ma anche con la storia tratteggiata con decisione ma anche con delicatezza.
Così si entra nei meandri della foresta di note ed emozioni che questo film di Masayuki Kojima nel 2007 ha regalato alla platea che ha avuto modo di guardarlo.

Da un punto di vista tecnico i disegni sono curati, forse un po' carenti i fondali, soprattutto all'inizio del film, che recuperano però nel finale, dove una maggiore cura dei dettagli, e migliori giochi di luce garantiscono una visione dell'anime godibile e un'immersione nei momenti più intensi dello stesso pressoché totale.
Le musiche richiamano un vasto repertorio di musica classica, e accompagnano con suoni orchestrali le scene di vita quotidiana, lasciando alla pulizia tecnica del pianoforte le scene in cui è lui il protagonista.

"Il Piano nella foresta", o "Piano no mori", o "Piano Forest", è il protagonista silenzioso di questa storia che vede contrapposta la tecnica e l'impegno al talento puro, una contrapposizione che porterà tutti e due i protagonisti a scontrarsi sulla tastiera di un pianoforte, imparando molto l'uno dall'altro, lasciando lo spettatore commosso dalla prova d'amicizia, dalla volontà dei due di prevalere, dalla capacità di stupire. Ma è il pianoforte nella foresta a scegliere il suo pianista, a insegnargli le note, a comprenderne il talento, ad accoglierlo in quel palcoscenico naturale e bellissimo, guidato da una sorta di magia della musica che permette solo al prescelto di suonare, di abbracciare la melodia bellissima e intensa che il piano sa donare, fino a lasciare il posto (presto direi) alla dimensione umana della vicenda, finendo forse in secondo piano, pur comunque spesso richiamato e ricordato dal giovane protagonista.

È così che si scopre la tracimante e sprizzante voglia di vita di Kai, che si contrappone alla morigerata vita del talentuoso ma tecnico Shuhei, e ancora l'incapacità del primo di affidarsi alla tecnica e allo studio, e l'incapacità di divertirsi suonando del secondo… Così alla fine si trova un punto di contatto tra i due, che va oltre le note e che si esprime in un equilibrio compensativo, una crescita di entrambi i talenti, e quel sorriso che pervade l'animo.

Il finale è un delicato omaggio alla ricerca del luogo ove ognuno di noi cerca se stesso, e si sente felice.
"Piano Foresti" è indubbiamente un anime pregiato, ben fatto, curato, e da consigliare a chi ama la musica, oppure a chi vuole semplicemente godere un film interessante e senza cali di tono.


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Turboo Stefo

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Lo studio Madhouse, già produttore di successo di innumerevoli film e serie animate, nel 2007 produce il film Piano Forest, adattamento autoconclusivo dell'omonimo manga di Isshiki Makoto ancora in corso durante la produzione. Colonna portante dell'intera produzione sarà la colonna sonora, e il film, nonostante l'impronta semplicistica, rivela molti aspetti nascosti dedicati a un pubblico maturo.

Shuhei si è appena trasferito dalla nonna e deve inserirsi nella nuova scuola, e grazie alla sua passione per il pianoforte presto stringe amicizia con Kai. I due ragazzi sono agli estremi opposti in ogni aspetto per via delle loro situazioni familiari: Shuhei arriva da una famiglia facoltosa e ricca, è abituato a vivere nel lusso e sin da piccolo ha ricevuto duri insegnamenti per imparare a suonare, senza dimenticare la dura etichetta imposta che lo ha trasformato in un piccolo signorino ben vestito e dal linguaggio forbito, mentre Kai è figlio di una prostituta, vive senza il padre e deve lavorare per riuscire a sopravvivere in una piccola casa angusta. Il pianoforte che si trova nella foresta è il suo unico modo per sopportare la realtà, suonando con desiderio e passione senza alcun insegnamento, sfruttando solo il talento scaturito dai suoi desideri. Lo stesso pianoforte, dai tasti incredibilmente rigidi quasi impossibili da suonare, è la chiave che permette alla storia di evolversi. Ciò non solo perché permette ai personaggi di intrecciare le loro storie, ma perché ricopre praticamente un ruolo da protagonista anche nel passaggio di un altro personaggio che successivamente entrerà in scena, elevandosi così a simbolo di speranze e sogni, sia infranti sia in procinto di fiorire.
La storia purtroppo non risulta particolarmente accattivante e procede con un ritmo tranquillo, ma il peso maggiore sono le cose non dette che permeano il tutto. Tra metafore e simbologie si nascondono moltissimi significati nascosti che purtroppo non sempre sono afferrabili al primo passaggio e spesso occorre rifletterci un attimo. Indubbiamente il pubblico più giovane li ignorerà completamente, il che è un peccato perché trasmettono moltissimi messaggi sul modo in cui si seguono le passioni o su come i sentimenti influiscano molte cose nella nostra vita, e in alcuni casi servono a capire anche al meglio la caratterizzazione dei personaggi che possiede lati nascosti. Il tutto è esaltato dalla regia, che inizialmente pare pacata e fin troppo statica, ma velatamente mostra piccoli segnali per capire al meglio gli stati d'animo, come una mano che stringe lo spartito con forza o una veloce occhiata furtiva per sfuggire a uno sguardo inquisitore.

Nel momento in cui la passione dei personaggi fluisce nei tasti del pianoforte però la situazione cambia enormemente e con veloci cambi di scena regala innumerevoli inquadrature evocative e poetiche che risaltano l'aria che invade e circonda lo spettatore. La colonna sonora è infatti il punto focale dell'intero prodotto e per la maggior parte delle situazioni lascia il posto al frinire delle cicale o al cinguettio degli uccelli, accompagnati dal fruscio delle fronde mosse dal vento, oppure si sentono le chiacchiere sommesse che si perdono nelle eco degli applausi in una Music Hall prima di un'esecuzione. In entrambi i casi si sente un silenzio gelido e rispettoso che anticipa l'arrivo delle calde e delicate note del pianoforte che in più di un occasione regalano brividi di emozione per la capacità di trasmettere le personalità dei suonatori, soprattutto nel finale dove le varie versioni della Sonata K310 di Beethoven rispecchiano l'esecuzione schematica ma appassionata di Shuhei, quella frizzante e spensierata di Takako e infine quella atipica, personale e soprattutto energica di Kai. Peccato per il finale aperto e per alcune scelte discutibili che risultano leggermente fuori luogo, che affermano la debolezza a livello narrativo del prodotto.

Piano Forest è un film gradevole che soffre per via della storia, ma ha un'anima musicale profonda e poetica che non manca di ammaliare ed emozionare grazie alla colonna sonora. Peccato per le metafore e per alcuni messaggi fin troppo velati che fanno perdere immediatezza e non a tutti possono essere chiari, relegando così il prodotto quasi solamente al pubblico maturo.

P.S.
Piccola nota sull'edizione italiana. Ancora una volta la Kaze predilige un doppiaggio con gli accenti dei nomi incredibilmente fedeli all'originale, e i doppiatori sono scelti bene e interpretano ottimamente la parte. In commercio è disponibile il DVD standard oppure in edizione Deluxe contenente l'eccellente colonna sonora su CD. In seguito nell'edizione francese in alta definizione è stata inserita anche la traccia audio italiana. In ogni versione comunque non sono disponibili alcuni extra, ma la qualità audio e video è eccellente, le immagini sono pulite, fluide, e la traccia audio italiana è disponibile in multicanale per un suono avvolgente e vivo.


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AmarantaKiller

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Piano no Mori è un film tratto dall'omonimo manga ancora in corso di Makoto Isshiki. La pellicola è stata diretta da Masayuki Kojima ed è un altro prodotto interessante della grande Madhouse.
La qualità del comparto grafico come sempre è inattaccabile quando si parla di Madhouse, appunto. In particolar modo trovo eccellenti i disegni delle mani dei due protagonisti quando si muovono con una naturalezza molto realistica e una precisione fuori dall'ordinario sulla tastiera del pianoforte. Semplicemente eccezionali.

La storia non è complessa, né estremamente elaborata. Tutto inizia quando Shuhei Amamiya, un bambino di Tokyo che suona il pianoforte, si trasferisce momentaneamente in periferia, dove inizia a frequentare la scuola elementare del posto e dove incontra un altro bambino, il selvaggio Kai Ichinose. Si tratta di due identità molto diverse: l'uno di buona famiglia, disciplinato, con un carattere debole e remissivo, tuttavia molto acuto; l'altro povero, una sorta di prototipo di Huckleberry Finn con tanto di canottiera larga e sgualcita, capelli scompigliati e senza scarpe, che ha un temperamento esplosivo e indomabile.
Kai molto presto conduce Shuhei nella foresta dove si trova un vecchio pianoforte abbandonato, che solo lui è in grado di far suonare meravigliosamente, fin da quando era piccolissimo senza l'ausilio di un maestro di musica. Shuehei trova il fatto stupefacente: lui stesso è un bravo esecutore perché ha sempre potuto beneficiare di lezioni presso degli insegnanti e riconosce in Kai un'attitudine naturale alla musica, una genialità istintiva e in parte sregolata, in grado di saper riprodurre al pianoforte addirittura brani di musica classica dopo un primo ascolto. Sosuke Ajino, l'insegnante di musica della scuola nonché ex grande pianista, riconosce in Kai qualcosa di speciale e si offre di aiutarlo quando Kai inizia a fare i conti con i propri limiti e lo spinge inoltre a partecipare a un concorso, al quale prenderà parte anche il suo amico Shuhei. Chi vincerà?

Piano Forest in sostanza è lo scontro di due disposizioni diverse rispetto alla musica. C'è quella tradizionale di Shuhei che è comune a tutti, e cioè attraverso il sacrificio, l'esercizio freddo e distaccato si coltiva la speranza un giorno di poter raggiungere la perfezione tecnica. L'altra che invece nasce da dentro come dote innata, spinge Kai a dare espressione al proprio mondo attraverso lo strumento musicale, a suonare come se stesse parlando di sé e, quindi, non si risolve in una mera esecuzione. Infatti, quando Kai si troverà a dover eseguire le opere dei grandi compositori del passato, si sente schiacciato, perseguitato e in gabbia, perché a quel punto la musica non è più qualcosa di intimo per lui. Questa è a mio avviso l'idea di Piano Forest e di amore vero per la musica che ci viene raccontata. E proprio su questo Shuhei, che è segretamente invidioso di Kai in quanto temibile avversario, grazie anche alle parole di Sosuke Ajino, inizia a riflettere e ad aprire gli occhi prima di fare ritorno definitivamente a Tokyo.


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ivan180378

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Piano Forest è un bellissimo anime ambientato in epoca contemporanea e incentrato sulla musica classica, in particolare al pianoforte. Uno dei protagonisti del racconto è un ragazzino di Tokyo figlio di un grande pianista internazionale, il quale studia pianoforte per seguire le orme del padre. È ancora un ragazzino, ma è molto bravo e dedica parecchie ore alle studio. Questo ragazzino, di cui ora mi sfugge il nome, si trova a doversi trasferire per un breve periodo in periferia assieme alla mamma, in quanto sua nonna non sta bene. Nella città dove vive la nonna, conoscerà un ragazzino povero di nome Kai, figlio di una prostituta, il quale ha una grandissima e innata abilità a suonare il pianoforte. Ha imparato da autodidatta, sin da bambino, in quanto si divertiva a giocare con un pianoforte abbandonato nella foresta (da cui il titolo Piano Forest). Il maestro di musica di Kai scopre il suo innato talento e decide di insegnargli il piano per farlo partecipare ad un prestigioso concorso. Anche il ragazzino venuto da Tokyo parteciperà. La differenza principale tra i due è che Kai suona per divertimento, seguendo il suo innato talento, mentre il ragazzino di Tokyo suona per dovere, perché, essendo figlio di un pianista famoso tale è il destino che ci si aspetta da lui. Tali differenze si noteranno anche nel modo in cui suoneranno un'opera di Mozart al concorso menzionato.

La trama quindi è lineare, e direi abbastanza scontata. I ritmi sono quelli tipici della commedia e il contenuto lo rende adatto a tutta la famiglia. Pur essendo privo di particolari colpi di scena o suspance, si fa guardare bene grazie alle continue colonne sonore classiche, davvero stupende, e alla capacità di questo anime di saper far apprezzare a chiunque la musica classica al piano.
Veniamo alla realizzazione tecnica. L'uso della tavolozza dei colori è perfetto. La sceneggiatura è ricca, la regia è ottima e idem dicasi per l'animazione. Anche il character design è molto soddisfacente e la "recitazione" dei personaggi è molto realista. Una qualità tecnica eccellente, che ricorda la Malinconia di Harui Suzumia.

In conclusione, è un anime davvero ottimo, non dico eccellente per via della trama ovvia, ma merita davvero voto 9 e merita davvero di essere diffuso e visto da tutti. Alla fine della visione, vi sentirete più leggeri, sereni, di buon umore, puliti. Ci vuole un anime come questo per disintossicarsi dalla volgarità di buona parte delle produzioni occidentali. Visione consigliatissima, direi obbligatoria.