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Shiryu of Dragon

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
A partire dal 1985, lo studio Pierrot realizzò una breve serie di mediometraggi speciali per il mercato home video, con il titolo "Rumic World".
"Fire Tripper", pubblicato in Italia con il titolo "Oltre le fiamme", è il primo di questi, e traspone in animazione l'omonimo capitolo autoconclusivo disegnato da Rumiko Takahashi nel 1983.
Nel Paese italiano ha conosciuto soltanto una pubblicazione su videocassetta negli anni '90. All'estero fu pubblicato anche su laserdisc, un vecchio supporto che ormai è pressoché scomparso dalla circolazione; per questo ad oggi è assai difficile reperire quest'episodio speciale.

Per quanto abbia i suoi punti buoni, questo primo OAV non ha quasi nulla per cui essere ricordato.
La regia è affidata a Osamu Uemura, lo stesso che poco tempo dopo lavorò allo storyboard del famoso "Kimagure Orange Road", una fortunata produzione del medesimo studio. La sceneggiatura è di Tomoko Konparu, che in quegli anni lavorava assiduamente alla serie animata di "Urusei Yatsura".
Il character design è di Katsumi Aoshima, che ha lavorato come animatore per la realizzazione di numerosissimi titoli famosi dell'animazione giapponese. In "Fire Tripper" i disegni rientrano negli standard di quegli anni e nell'insieme sono indubbiamente buoni, per quanto leggermente altalenanti. Le animazioni sono piuttosto semplici e discrete. Le musiche di Keiichi Oku non sono qualcosa di memorabile, ma sono senz'altro gradevoli e d'atmosfera. La sigla di chiusura, intitolata "Paradox", segna l'esordio della cantante Kaoru Akimoto, la quale ha decisamente una voce graziosa e intonata. In generale, il comparto tecnico è l'unico aspetto che non lascia particolarmente a desiderare, anche se in alcuni momenti le scelte registiche mi sembrano un po' tirate via.

Dall'idea di partenza di questa storia, ovvero il viaggio spaziotemporale, ha evidentemente attinto la stessa Rumiko Takahashi per realizzare, nel decennio successivo, la serie di "Inuyasha". Tuttavia, in "Fire Tripper" viene sviluppata in maniera molto diversa. Io trovo che nel complesso abbia più elementi in comune con il già citato "Kimagure Orange Road", e non è un accostamento così audace, se pensiamo che lo studio d'animazione che li ha prodotti è lo stesso. Anche in "Orange Road" infatti abbiamo un particolare intreccio narrativo a sostegno della relazione sentimentale dei protagonisti, nonché "balzi spazio-temporali" di natura abbastanza simile. Una delle differenze, però, è che in "Fire Tripper" non c'è nessuna spiegazione di fondo, lo spettatore è semplicemente costretto ad accettare quello che succede, senza capire le cause di questa strana interconnessione fra l'era Sengoku e l'era Showa che fin dai primissimi minuti della storia ci viene esposta e, anziché essere soltanto un escamotage per veicolare dei messaggi che superano i limiti delle immagini nello schermo televisivo, qui invece funge da grilletto che semplicemente spara il proiettile verso la destinazione voluta, per risultare nell'ovvio traguardo del tragitto percorso.
Sembra semplicemente un assaggio, molto sentimentale e romantico, a cui mancano delle solide fondamenta.

Quello che maggiormente penalizza questo titolo è la banalità. Una volta introdotti tutti i personaggi chiave si intuisce subito quale sia la situazione e quali saranno gli sviluppi; perfino nei nomi dei personaggi sono contenute delle assonanze che vertono palesemente in tale direzione, tanto per controllare che lo spettatore abbia capito bene.
Lo sviluppo finale è ampiamente telefonato, e completa il profilo psicologico dei protagonisti in maniera alquanto fiabesca, molto superficiale e assai poco credibile. Cosa fa sbocciare certi sentimenti in Suzuko, che tutt'a un tratto diventa la ragazza docile e remissiva per eccellenza? Quasi tutti i rapporti interpersonali non vengono inquadrati molto chiaramente, ma perlopiù abbozzati.
Quindi, purtroppo, questi cinquanta minuti non strappano particolari lodi, e hanno la piccola infamia di presentare un'interessante idea di partenza gestita in maniera un po' troppo scarna, noiosa e scontata.
La scena più attraente, ma su di un piano puramente estetico, è forse la nuotata di Suzuko, di cui è possibile vedere qualche screenshot in questa scheda.
In parole povere, "Fire Tripper" si trova sull'orlo del dimenticatoio per motivi non così campati in aria. Di ben altra pasta sono fatti gli OAV che vennero realizzati negli anni successivi, in particolare quello immediatamente successivo.
Vedere questo mediometraggio una volta può essere in parte piacevole, ma non è una visione imperdibile perché soffre di notevoli mancanze nei contenuti, e soprattutto di un eccessivo semplicismo di fondo. A mio avviso può essere evitato senza rimorsi.


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Sonoko

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Epoca Sengoku: in un tipico villaggio giapponese, in preda alle fiamme, una bimba piange terrorizzata nella sua casa, quando arriva in suo soccorso un ragazzo - forse il fratello maggiore? Prima però che il ragazzo possa farsi strada fra le fiamme per salvarla, la piccola scompare nel nulla davanti ai suoi occhi...
La scena si sposta nella moderna Tokyo: Suzuko è una gentile e graziosa liceale che sta tornando a casa da scuola insieme a un suo piccolo amico dello stesso quartiere, Shuku. Improvvisamente però una fuga di gas provoca un'esplosione e Suzuko si ritrova improvvisamente nell'epoca Sengoku. Ma è sola, del piccolo Shuku non c'è alcuna traccia. Mentre la povera Suzuko vaga smarrita in un ex-campo di battaglia incontra un bel ragazzo della sua età, lo stesso ragazzo della prima scena, che si offre di aiutarla, e lei lo segue al suo villaggio.
Ho visto quest'OAV molti anni fa in TV e mi è piaciuto davvero molto; successivamente ne ho letto anche il manga, che è stato proposto dalla Star comics fra le varie storie brevi comprese nella raccolta Rumic World, di Rumiko Takahashi. La storia è molto originale e poco prevedibile, le sorprese non mancano, ma alla fine tutti i tasselli andranno al loro posto e per me il finale è splendido.
Non per niente il tema principale della storia, la ragazza che per misteriosi motivi dall'epoca moderna salta nell'epoca Sengoku e qui incontra un ragazzo affascinante, è stato poi ripreso - seppure solo come spunto iniziale, poi le due storie sono diversissime - da Rumiko Takahashi in una delle sue serie lunghe, "InuYasha", riscuotendo anche in questo caso un buon successo.
Belli i disegni, nonostante la serie sia abbastanza datata, e a me è piaciuta molto anche la colonna sonora.
Voto finale: 10.