Monkey Turn

Un Initial D acquatico? <br> <br> E' stato questo il primo pensiero nell'aver visionato Monkey Turn. La serie si discosta praticamente subito dalla serie che vede protagonista Takumi e la sua 86, però l'utilizzo della computer graphic nel corso delle gare sulle moto ad acqua è lo stesso impiegato nella pluri-acclamata serie automobilistica più famosa del Giappone. La trama è piuttosto lineare e segue fedelmente quella di tante altre serie sportive: un protagonista con un talento particolare (da affinare, ma allo stesso tempo grezzo e splendidamente istintivo) per lo sport in questione, si pone come obiettivo di eccellervi su scala nazionale. <br> <br> Personalmente non apprezzo il design dell'opera, visionando alcune tavole del manga, l'ho trovato migliore nella sua versione originale cartacea, che nella sua controparte derivata animata. Per quanto riguarda il comparto visivo, il 3D viene usato spesso e volentieri, ma in serie dinamiche come queste, non pesa più di tanto. Viceversa il comparto sonoro si dimostra all'altezza della situazione, fornendo anche sigle carine. <br> <br> Peccato che sia difficile reperire gli episodi, perchè la serie è decisamente "innovativa" nel genere sportivo proprio per lo sport che tratta, seppur discreta la realizzazione tecnica, merita un 7 pieno.