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solista

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Se la serie si fosse presa meno libertà artistiche (che metterò sotto "l'angolo del pignolo") sarebbe stata meglio.
Rispetto alla serie "normale" si affrontano patologie in modo più drammatico pur essendo spesso patologie più lievi (obesità, calvizie, alcolismo, disfunzionalità erettile... dall'altra parte vi era un tumore, e il dissanguamento), di contro ha un comparto tecnico migliore. In questa serie si è deciso per la "monosessualità" delle cellule le linfocite: sono tutte femmine, gli eritrociti tutti maschi (nell'altra serie c'erano eritrociti di ambo i generi).

Nella serie si seguono le vicende di un eritrocita un po' anomalo affetto da "sindrome dell'eroe a tutti i costi" che si mette a fare cose che lasciano un po' perplessi: come il tentare di smuovere un calcolo renale o affrontare i gonococchi, nel contempo si segue la sua infatuazione per una generosa linfocita (che se non le avessero dato due cocomeri "oversize" sarebbe stata anche più piacevole visivamente).

Al di là del notevole aspetto tecnico narrativamente vi sono diversi aspetti positivi ve ne sono diversi: per la prima volta vediamo il ruolo del cervello, o cosa avviene con un infarto. O anche le interazioni fra alcune cellule, anche se forse spesso, troppo estremizzate. Per gli aspetti "contro" rimando all'angolo del pignolo.

Angolo del pignolo
La ending è ciò che di più anticlimax potevano creare, e spesso rovina il pathos che si veniva a creare. I glomeruli vengono presentati come cellule, quando sono delle strutture pluricellulari. A quanto apre l'unica cellula t-memory è nel cervello.Totale assenza di tutto il comparto immunitario, sembra che le uniche cellule immunitarie presenti siano le linfocite. Comportamento "eroistico" dell'eritrocita alquanto non sense e, purtroppo, fin troppo dominante nell'intera serie. I tizi vestiti di nero che appaiono per la conferenza stampa non si sa chi o cosa siano

In conclusione: un buon anime, rovinato da troppe licenze poetiche.


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maxcristal1990

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Cells at work BLACK", illustra le attività quotidiane delle cellule, in questo caso, nel corpo di una persona con uno stile di vita irregolare.

Questo anime mi ha colpito! Non tanto per le animazioni, che sono di media fattura, o per la narrazione, che è scorrevole e ben realizzata, ma mi ha stupito soprattutto come riesca ad essere così poco pesante e godibile nonostante le moltissime spiegazioni sul corpo umano elencate in ogni puntata. Mi aspettavo a tutti gli effetti un documentario e mi sono dovuto ricredere a riguardo.

Il protagonista Globulo rosso AA2153, nello svolgere il suo lavoro di trasportare ossigeno, si trova davanti a molte problematiche su cui vengono fornite spiegazioni sul tipo di organi e cellule visitate, fino ad mostrare germi, batteri e malattie varie. Non sono un medico quindi di preciso non riesco a capire se le descrizioni delle varie situazioni siano vere o più o meno approssimate, se tutto il contenuto illustrato in 13 episodi fosse realistico, comunque c'è molto da imparare.

I colpi di scena non mancano e a volte riesce pure un po' a commuovere lo spettatore. Le animazioni, come ho accennato in precedenza, non sono state proprio il pezzo forte della serie. La narrazione è dosata benissimo, poco da dire a riguardo visto la ottima scelta anche del narratore.


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MayuriK

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
"Cell at work: Code Black" è una serie andata in onda nell'inverno 2020-2021 e prodotta dalla Lidens Films. Si tratta di uno spin-off di "Cell at Work" che racconta le vicende delle cellule dentro un corpo malandato e malsano.
A differenza della serie principale qui abbiamo una situazione disastrosa nella quale i protagonisti sono messi a dura prova: punto di forza dell'anime è che questo riesce a trasmettere molto bene il senso di emergenza e di ansia allo spettatore.

Sebbene i protagonisti e personaggi secondari non siano particolarmente caratterizzati, l'anime si presenta bene e intrattiene. Il fan-service è quasi del tutto assente, fatta eccezione per il design dei globuli bianchi (impossibile da non notare). A livello tecnico abbiamo una qualità migliore rispetto alla prima stagione della serie principale. Carine anche le opening ed ending.

# Pro:
- la serie mantiene un alto livello di tensione,
- buon livello tecnico,
- meno ripetitiva rispetto alla serie principale.

# Contro:
- scarsa caratterizzazione dei personaggi,
- approfondimento di certi aspetti del corpo umano che poteva essere migliore.

"Cell at work: Code Black" si presenta perciò come una serie che intrattiene senza troppe pretese e che non sconta il problema della ripetitività (presente invece a parer mio nella serie principale).
Personalmente ho apprezzato più questa che "Cell at work", quindi se vi è piaciuta l'altra serie vi consiglio di recuperarvi anche questa.


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Kirad

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Uno spin-off che mi ha piacevolmente colpito, perché non solo riprende abilmente l’idea della serie principale (il corpo umano mostrato come una immensa città-fabbrica), ma sa anche svilupparla in un senso educativo e insieme drammatico sul modo di trattare il nostro corpo.

La narrazione, infatti, è molto abile ad unire azione e tragedia per farci immedesimare con i personaggi, tifare per loro, commuoverci, e infine farci comprendere appieno la loro rabbia, delusione, frustrazione, quando tutti i loro sforzi vengono vanificati dalla condotta irresponsabile del proprietario del corpo, ed è proprio il loro dolore che ci insegna quanto sia importante badare alla propria salute. In particolare ho apprezzato la parte finale, un crescendo che porta ad una catastrofe che in fondo era prevedibile, ma siccome ci siamo tutti affezionati ai personaggi, ci ribelliamo a quel fato, quindi preghiamo con loro perché avvenga un miracolo. Lo si può intendere come uno sprone a non arrendersi in nessun modo, per quanto le cose possano mettersi male. Tuttavia l’epilogo aperto, oltre ad invogliarci nel volere un seguito, ci insegna a fare sempre attenzione, perché gli imprevisti sono sempre in agguato.
Nulla poi da ridire sul design dei personaggi e sulle animazioni, sempre di buon livello, e anche le due sigle mi sono sembrate in linea con l’invito a non arrendersi mai (considerate le condizioni del corpo ospite). Insomma, è una serie veramente valida, e l’unico dettaglio che mi ha un po' infastidito è il fan service troppo esibito delle "globule" bianche (dai, almeno un reggiseno) ma comunque non intacca la qualità generale del prodotto.
Voto: 8+


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MegaRoby

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Stagione spin-off di "Cells at Work", anime di divulgazione scientifica sul corpo umano, dai toni drammatici e cupi.

In questo spin-off di "Cells at Work" seguiremo le disavventure di un Eritrocita (globulo rosso) in un mondo (corpo) gravemente provato dal fumo, dall'alcool e, soprattutto, dallo stress.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Il corpo già in difficoltà per la sua "cattiva gestione" di base subirà diversi attacchi sia interni che esterni davvero devastanti, dai quali ne uscirà vincitore per il rotto della cuffia e con gravi conseguenze portando quasi all'inevitabile fine.
La trama di "Cells at Work! Code Black" è lineare e ben sviluppata. La narrazione degli eventi, la gravità, la complessità e la drammaticità delle situazioni sono un climax ascendente fino all'ultimo episodio con un cambio di rotta verso il miglioramento ma stroncato repentinamente con scene finali che, a mio avviso, anticipano una possibile seconda stagione. La narrazione è sempre molto fluida, precisa e chiara. I concetti fondamentali sulle cellule, i batteri e le varie malattie incontrate sono semplificati e facili da comprendere. Ritengo inoltre che questo spin-off faccia riflettere molto di più le persone rispetto all'opera principale, poiché qui viene messo molto bene in luce ciò che accade ad un corpo non sano, anzi che sta morendo. Unica macchia infinitesimale, se così possiamo chiamarla, è il fatto che alla fine il corpo non muoia ma bensì si riprenda. Secondo me ci stava molto bene finire con la morte ma anche il colpo di scena finale del prelievo per andare in un'altro corpo messo ancora peggio ha reso tutto ancor più interessante per la possibile seconda stagione e per aver ripreso i toni drammatici che si stavano perdendo proprio all'ultimo episodio.

Fine parte contenente spoiler

I personaggi hanno un design ottimo, facile da riconoscere ed identificare nelle varie cellule. Ottima la scelta dei colori e delle semplici caratterizzazioni in questo senso, rendendo tutte le varie cellule facili da distinguere e riconoscere, nonostante siano moltissime. Il design dei batteri è ispirato e ben fatto.

Il comparto tecnico nel complesso è davvero molto buono, dalle animazioni al comparto sonoro e agli spettacolari combattimenti. Menzione onorevole per il narratore, davvero fantastico, l'ho apprezzato davvero molto, aiuta ad immergersi nelle situazioni e a trasmettere drammaticità.

Per concludere un ottimo anime di divulgazione scientifica sul corpo umano preciso semplice e sintetico nelle spiegazioni. Non c'è bisogno di aver visto la serie principale per poterlo apprezzare a pieno. Quantità di episodi ottima. Spero presto in una seconda stagione altrettanto drammatica.


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optimus07

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
"Cells At Works: BLACK" è uno spin-off ben più maturo e serio del suo corrispettivo originale che, nella sua tragicità, lasciava trasparire comunque sempre una piccola punta di ironia e di riso. Tuttavia, qui, la situazione si complica, si fa ben più drammatica di quello a cui siamo stati abituati finora.

Il protagonista è ancora una volta un Globulo Rosso o Eritrocita che si trova a dover trasportare ossigeno in un corpo dilaniato dallo stress, dal consumo eccessivo di alcolici e dal fumo. Un ambiente ostile che mette a repentaglio continuamente se stesso e tutti coloro che si trovano a proteggerlo.

Da grande amante di drammi e di storie cupe, ho apprezzato quest'anime molto ma molto di più di "Cells At Work". Ogni episodio è un'ansia continua, un continuo fuggi fuggi, un continuo ed estenuante bisogno di sopravvivere. Ciò, si tramuta in un delineamento psicologico molto più profondo ed introspettivo dei personaggi che diventano, loro malgrado, degli "eroi" per tutto quello che si trovano costantemente a vivere.

L'ambientazione è suggestiva, originale e nel perfetto stile "Cells At Works": ogni organo, vena, capillare del corpo umano è rappresentato con grandissima originalità. Tantissime volte, durante la visione, mi sono trovato a bocca aperta, preda dello stupore. La caratteristica peculiare è che sembra, in tutto e per tutto, una gigantesca fabbrica, dove ognuno fa la sua piccola parte per garantire il corretto funzionamento del più piccolo ingranaggio. Una gigantesca fabbrica dove non sono delle cellule ma proprio degli uomini a portare a termini questi compiti. L'immedesimazione è pressoché immediata.

A proposito di personaggi, qui c'è qualcosa che non mi convince. Qualcosa che mi ha impedito di andare più in alto con il voto finale. Partiamo dal nostro protagonista. Un personaggio forte e carismatico che, con il passare degli episodi, sarà costantemente faccia a faccia con il sudore e la fatica. Con la sua tenacia, cercherà in tutti i modi di spronare le sue amiche cellule in moltissime situazioni. Tuttavia, forse, il suo più grande difetto è quello di peccare di eccessivo eroismo. Più volte, infatti, riuscirà con la sola forza del grido e delle lacrime a realizzare l'impossibile (mi fermo qui perché non voglio rovinarvi il tutto con degli spoiler). Oltre a lui, purtroppo, compariranno solo Globuli Bianchi e Piastrine mentre le altre cellule, che nella serie originale erano ben più centrali, avranno un ruolo quasi del tutto inesistente. Forse la posizione del nostro protagonista è già di suo eccessivamente ingombrante e allora è stato optato un cambiamento anche qui. Ma le mie sono solo supposizioni.

Altri punti assolutamente negativi che ho trovato estremamente fastidiosi, sono stati l'opening e l'ending. Un anime così cupo con delle canzoni così allegre? Scusatemi ma le trovo eccessivamente fuori contesto. È un vero peccato, perché ogni volta l'episodio finiva in modo molto tragico e poi partiva "Hakobe, Hakobee". Mi spiace, ma questa cosa penalizza notevolmente il mio voto finale.

Infine, vorrei spendere anche due parole per analizzare la trama. A dir la verità, non c'è molto da dire. Se avete già visto la serie originale, questa è pressoché identica, ma, come già detto sopra, molto più pesante da digerire. Io personalmente l'ho apprezzata, ma spero che non venga dilungata troppo perché poi rischia di scadere nell'irrealistico totale: non è possibile che un corpo umano, nonostante tutta la noncuranza che una persona può avere verso sé stesso, subisca tutti questi stress continui senza collassare definitivamente. Il finale non mi è piaciuto perché non in linea con l'intera serie. Sinceramente, mi sarei fermato un episodio prima. Anche qui, mi risparmio gli spoiler.

Che dire allora di questa serie? Da vedere assolutamente perché è un'alternativa alla visione "celestiale" e pacifica della serie originale e perché può sicuramente introdurvi al fantastico mondo del corpo umano in modo un po' diverso, dove non è tutto rose e fiori. Nonostante i difetti che vi ho descritto, merita davvero molto, perciò non mancate di dargli un'occhiata. E preparate i fazzoletti, perché alcune scene potrebbero addirittura commuovervi.

Sì, avete letto bene.