logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 1
Atenaide

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Yoigoshi è uno liceale che non ha più intenzione di praticare alcuno sport. Per anni è stato un fuoriclasse del calcio, prima di capire che il suo virtuosismo e il suo spirito solitario nel gioco lo rendevano inviso ai compagni, tanto da fargli lasciare la squadra, disgustato da tutto, quando era un campione acclamato. Si diverte facendo live, nascosto (lui crede!) da una mascherina chirurgica.
Un bel giorno il destino bussa alla sua porta nella veste di un liceale suo compagno di scuola che lo invita, nel nome del capitano della sua squadra, a vedere una partita di kabaddi. Per levarsi dalle scatole lo scocciatore, Yoigoshi decide di dare corda a Soma e lo segue.
Dopo un ricattino ben piazzato e una sguardata incuriosita, con tanto di prova nella quale Yoigoshi capisce che quello sport potrebbe essere nelle sue corde, tra l’odiatore di sport e il kabaddi nasce una sintonia.

Il carattere fiero, polemico e combattivo di Yoigoshi, che parte già con abilità alle spalle e una buona autostima lo rendono un protagonista atipico per uno spokon, nei quali, di solito, c’è l’innocentino intruppato a forza o con un sogno stracoccolato, che dopo prove, lacrime, sofferenze e quant'altro, diventa un fuoriclasse con tanto di musichina celebrativa e gioia infinita dei compagni. Sì, è vero, Yoigoshi è nuovo dello sport e impara sbagliando, ma il suo background rende lecita la rapidità con cui comincia ad ingranare e ha buoni risultati.

I suoi compagni di squadra, come in ogni spokon, risultano non molto caratterizzati e solo e soltanto per la parte sportiva. A guardare un anime basato sullo sport si pensa che vivano, mangino, sudino, solo per allenarsi o per fare partite o trasferte, senza studiare (ma quando studiano poi negli anime?!) o fare vita sociale. La squadra diventa una sorta di istituzione totale. Comunque, queste pecche a parte, i compagni di squadra, almeno quelli iniziali, hanno una loro aura colorata, anche se risultano estremamente monodimensionali. Il vicecapitano, Kei, è quello più scaltro, fino al diabolico. Abbiamo poi Soma, la cui personalità semplice e aperta fa da collante spontaneo; segue Misumi, su cui c’è un bel flashback, dal carattere focoso e combattivo, Date, la cui mancanza di pupille mi ha terrorizzata, ma la cui presenza fisica c’è, associata ad un carattere silenzioso e ad una personalità assai forte e infine, the last but not the least, il capitano, Ojo, la cui aria malaticcia (io gli avevo appioppato chissà che male...) nasconde un fuoriclasse demoniaco, che si scontra con l’inclinazione schiva, silenziosa e l’apparenza fisica debole. Seguiranno altri personaggi tappabuco, tipo il tizio che sembra una femmina, Mr. ciuffo a banana che non parla se non sussurrando, lo sportivo pienotto ex giocatore di sumo. Nessuno di loro tre avrà una granché di presentazione.

Yoigoshi e compagni affronteranno poche sfide, vista la lunghezza dell’anime.
Come, a parte un celebre amico-nemico di Ojo o un suo ex allievo raider di molto talento, nessun altro delle squadre avversarie avrà mai una caratterizzazione. Sono là a riempire il campo di gioco, poveracci.

Le dinamiche sportive vengono spiegate in modo non pedante, facendo seguire alla spiegazione, quasi in contemporanea, l’azione di gioco e per chi, come me, il kabaddi era solo uno sport nemmeno sentito nominare, quest’anime ha reso chiare almeno le principali regole in campo. La pecca, anche qui, è che, soffermandosi molto sulle strategie che un personaggio può adottare in una partita, a tratti l’anime diventa cavilloso e un po' pesantino. Però l’azione rapida e la narrazione ben dosata in archi narrativi che sono partite di gioco, con un buon focus sugli schemi di gioco e sull’emotività esaltata dei momenti di grande goia o disperazione agonistica, danno leggerezza e velocità ad una trama altrimenti troppo autoreferenziale e concentrata solo sulle fredde dinamiche di gioco. A volte gli animi in campo sono un tantino ribollenti, ma ci sta: l’agonismo in campo può creare momenti di straordinario antagonismo. A livello di spiegazioni, la voce narrante dà un grande supporto, è sintentica quanto serve e fotografa in modo chiaro a che punto è l’anime o lo stato emotivo di un personaggio.

L’opening è orecchiabile e in modo sintentico presenta ciò che sarà l’anime. L’ending non brilla particolarmente. Il chara design è buono, le ambientazioni ben rappresentate. Lo scopo è fare uno spokon, quindi non ci sono chissà quali virtuosismi grafici, ma va benissimo così.

Il finale è aperto e lo si può ben comprendere. Se nell’anime la squadra comincia a far corpo unico, per poi incontrare i principali avversari, dodici episodi sono proprio pochi. Infatti, a ben vedere, qualunque spokon è difficile esaurisca ciò che vuole narrare, in una sola serie così striminzita. Burning Kabaddi lascia molta carne la fuoco ed è un bene. Ci sono ottime premesse per una serie successiva, che aspetto davvero, perchè da una parte spero che permetta a più personaggi di emergere, dall’altra che crei ancora atmosfere infuocate da partite combattute al’ultimo sangue in un campo di Kabaddi.


 1
justasadguy

Episodi visti: 7/12 --- Voto 8,5
Storicamente, il genere degli spokon (termine usato per indicare una "commedia sportiva") produce due tipi di anime, i capolavori e i flop, ed è abbastanza raro trovare qualcosa che si collochi tra i due estremi.
"Burning Kabaddi" sicuramente non avrà le animazioni di "Haikyuu!!" o le tematiche di "Run with the wind", ma riesce benissimo nella sua missione, l'intrattenimento dello spettatore: ogni episodio è carico di emotività e voglia di competere e di vincere da parte di ciascun personaggio, nessuno escluso.

A proposito di personaggi, il protagonista Yoigoshi non rispecchia completamente i canoni del tipico personaggio principale degli spokon, che normalmente gravitano intorno ad un personaggio gentile che cerca di aiutare i suoi compagni avanzando con loro verso i propri obiettivi: no, Yoigoshi è un ragazzo disilluso che ha abbandonato lo sport in seguito ad alcune delusioni non tanto sportive, dato che era il migliore nella sua precedente disciplina, quanto umane, perdendo fiducia nei suoi precedenti compagni di squadra (e un po' anche nelle persone in generale). Il ragazzo, spesso scontroso e indisponente, viene però introdotto quasi per casualità al Kabaddi, disciplina orientale (che personalmente non conoscevo per nulla) in cui un giocatore deve riuscire a "catturare" i difensori per ottenere dei punti, permeata da una fortissima competitività: grazie alla sua indole infuocata, Yoigoshi trova nel Kabaddi una possibilità per tornare ad allenarsi, inserendosi in un ambiente che lo spinge sempre a dare sempre il massimo e a migliorarsi ogni giorno di più.

Dal punto di vista della realizzazione tecnica, personalmente le animazioni non mi dispiacciono affatto, ma sono le soundtrack che mi hanno colpito particolarmente: sempre calzanti, senza mai risultare eccessivamente "tamarre", ma riuscendo sempre a fare centro ed essere emozionanti, venendo inserite nei momenti topici di ogni episodio.

Mi sento di consigliare l'anime a chi cerca uno spokon diverso, sia per la disciplina trattata, che per la struttura "non canonica", carica di esplosività.