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esseci

Episodi visti: 8/8 --- Voto 6
"Exception" tradotto letteralmente significa "eccezione", quindi si è portati a pensare che la serie di 8 episodi diretti da Yuzo Sato, sceneggiata da Hirotaka Adachi, disegnata da Yoshitaka Amano e musicata da Ryuichi Sakamoto possa essere interpretata come un'opera di rilievo che costituisca un "allontanamento, notevole ed evidente, dalla regola comune".
A livello potenziale la serie presenta sì degli elementi di "originalità" ma anche, come spiegherò, di "presunzione". Forse la super squadra messa in campo, sebbene ampiamente titolata, ha sfornato un prodotto che mi ha lasciato un po' perplesso proprio sul genere principale cui dovrebbe appartenere l'anime: la "fantascienza".

Al termine della visione ho avuto l'impressione che l'opera sia dal punto di vista della trama una sorta di "meltin pot" ispirato a vari generi di opere sci-fi, una metafora dell'esistenza e del genere umano, nel quale, tuttavia, ho fatto fatica a digerire la parte grafica e il character design. Ovviamente si tratta di un parere espresso in modo sommesso o meglio "in my humble opinion", lungi da me ad assurgere a opinionista assoluto e inconfutabile, ma di animazioni e film di fantascienza ne ho visti un po' ed "Exception" è un'opera un po' visionaria, un po' filosofico/fantasy/mystery/thriller ma poco "fantascientifica"...

Attenzione: questa parte contiene spoiler

La trama è piuttosto semplice: in un futuro non meglio definito l'umanità è stata soggiogata da una misteriosa razza aliena dotata di tecnologie molto sofisticate e avveniristiche. L'uomo ha dovuto abbandonare il nostro caro pianeta terra, ma sembra essere riuscito a utilizzare alcune tecnologie avanzate "prese" agli alieni tra i quali un dispositivo che consente di replicare un essere umano da pochi campioni biologici conservati, inclusa la sua coscienza e i ricordi. In aggiunta hanno anche una sorta di stampante 3D capace di produrre qualsiasi congegno o oggetto possa servire ai membri dell'equipaggio.
Dovendo viaggiare per molti anni, i sopravvissuti hanno inviato in avanscoperta nello spazio una nave "zoomorfa", a forma di pesce, con le pinne luminescenti che dovrebbero servire per immagazzinare energia e un ventre che contiene un dispositivo che permetterà di "terraformare" un pianeta remoto (ovvero renderlo abitabile). Per questa missione, il dispositivo alieno dovrà stampare in sequenza i membri dell'equipaggio (che non sono altro che replicanti degli originali in viaggio in criogenesi) in modo che, in attesa dell'arrivo della nave contenente i sopravvissuti, possano rendere il pianeta individuato abitabile per gli umani.
L'anime "documenta" le ultimi fasi del viaggio della bave spaziale in avanscoperta fino all'esito della missione di "terraformazione", con particolare riguardo alle vicende vissute dall'equipaggio che viene riprodotto e inizia a interagire e a svolgere la missione, con un contrattempo iniziale non da poco: uno dei membri (Lewis) per un problema del dispositivo di riproduzione, viene alla luce con sembianze da mostro antropomorfo. E così il resto dell'equipaggio dovrà inizialmente misurarsi con lui cercando di sopprimerlo per poi scoprire che al di là delle apparenze è un essere umano dotato di coscienza che aiuterà gli altri a scoprire ben altre verità tra le quali la presenza di un sabotatore della missione...
Mi fermo per non spoilerare il finale sviluppato negli ultimi due episodi, che rappresenta anche un bel cambio di ritmo rispetto ai primi piuttosto lenti e molto riflessivi relativi al viaggio e alle scoperte che l'equipaggio farà man mano che si avvicineranno alla meta finale...


La serie, prima facie, sembra un mix di "Interstellar" (per il viaggio nell'ignoto alla ricerca di un nuovo pianeta), "Alien" (per il "mostro" antropomorfo), "Blade Runner" (per le implicazioni esistenzial/filosofiche delle repliche degli umani), "The Martian" (per l'ultimo arco narrativo sul pianeta in fase di terraformazione), "Avatar" in cui gli esseri umani possono colonizzare un pianeta alieno sfruttando la tecnologia sottomettono gli abitanti del pianeta da colonizzare, "Ghost in the shell" per il tema della replica e trasmissione della coscienza e dei ricordi tra un corpo più o meno cibernetico e l'altro... e mi sono limitato alle opere più famose (senza scomodare il mitico "2001 Odissea nello spazio") perché se ne potrebbero citare molti altri, incluse serie -anche recenti- visualizzabili sulle solite piattaforme streaming.

Trama "ambiziosa" e "metaforica" ma "monca"...

Sebbene ci siano aspetti "interessanti" (su tutti, il tema del rapporto tra l'originale umano e la propria replica 'ad libitum' e il diritto naturale di una specie a sottomettere/distruggere una specie aliena per la sopravvivenza della specie umana), questi risultano abbozzati in modo un po' superficiale a beneficio di una trama molto lenta concentrata sull'obiettivo di scoprire il mistero del possibile sabotatore della missione che dovrebbe consentire la prosecuzione della razza umana nell'universo. Tralasciando ogni possibile spiegazione temporale e logica di come l'umanità abbia potuto costruire (o mutuare da altre specie) tecnologie per viaggiare per periodi indefiniti e ampiamente superiori alla prospettiva di vita umana, vedere una specie di "utero" che sforna esseri umani completi di coscienza e ricordi dell'essere di origine partendo da campioni biologici, ma che poi sviluppa ricordi e consapevolezza di sé in modo autonomo e parallelo è molto "originale" e particolare. Ripenso a quando i vari personaggi parlano dei propri originali come se fossero dei "terzi" con cui non abbiano alcuna connessione se non quella del comune DNA e ricordi... In "Blade Runner" uno dei temi chiave non era tanto la riproduzione perfetta di un essere umano migliorato nelle caratteristiche fisiche quanto nel dotarlo di una coscienza e di ricordi che gli permettessero di "vivere" senza essere un mero automa, con la triste conseguenza che i frammenti dei 'ricordi' erano di umani. Anche in "Matrix", in fondo, la realtà virtuale serviva alle macchine per mantenere la mente umana in equilibrio. In "Exception" questo aspetto viene sfiorato senza particolari approfondimenti e forse un po' banalizzato come se fosse normale prassi, senza alcun tema morale o filosofico. E' normale creare altre copie... meno eliminare un essere umano stampato male, alterato o eccezione, come se fosse un inno alla tolleranza della diversità...
Insomma, di tutto un po' buttato lì senza poi svilupparlo a dovere. Basta pensare alle vicende delle due copie presenti in contemporanea di due membri dell'equipaggio, entrambe difettose" per motivi diversi o alla "ristampa" di Nina dopo che era stata uccisa...
Un uomo che sembra essere riuscito a raggiungere la sua chimera: ergersi a divinità di se stesso e in grado di rendersi nella sostanza "immortale"...
Stesso approccio per un altro tema forse altrettanto rilevante: il diritto del genere umano a "colonizzare" un altro pianeta rendendolo abitabile a scapito degli esseri viventi che lo popolano. Mi ha fatto un po' sorridere il tentativo di sabotaggio e le relative scene di azione degli ultimi due episodi... pensare che umani contrari alla colonizzazione siano convinti e disposti a distruggere una missione di assoluta e vitale importanza per la sopravvivenza del genere umano è un messaggio molto forte e purtroppo viene dato per scontato nell'anime.
Entrambi i temi avrebbero meritato ben altro trattamento e numero di episodi: i protagonisti dell'equipaggio sono troppo caratterizzati e decisi, non hanno e manifestano dubbi a riguardo di quanto stanno facendo (incluso quello che decide di cambiare "fazione").
Sembra un po' "buttato là" il continuo simbolismo delle farfalle (che nella cultura nipponica simboleggiano in generale le anime dei vivi e dei morti ma anche la metafora della trasformazione da bruco in farfalla) ben rappresentato anche dal ciondolo che "racchiude" il "ricordo" di Kate (amata da Lewis) e che chiuderà l'anime nel nuovo pianeta terraformato...

Fine parte contenente spoiler

Resta pertanto prevalente lo sviluppo della storia delle ultime fasi di un viaggio in cui prima l'elemento thriller/mistero e poi quello action restano prevalenti rispetto ad un vero viaggio dell'umanità alla ricerca e alla scoperta della propria essenza...
Rappresentazione grafica è poco "fantascientifica"...
Non entro nelle disquisizioni dello stile grafico di Amano che può piacere, o meno, o delle animazioni legnose o la CGI un po' (tanto) approssimativa.
A me non hanno convinto i disegni dei protagonisti dal punto di vista del contesto in cui operano: una nave spaziale nello spazio profondo. Vedere Nina (una sorta di ufficiale medico), ad esempio, vestita da odalisca con i sandali in una navicella spaziale rende l'anime una specie di fantasy con cui la fantascienza ha ben poco a che fare. Le stesse considerazioni varrebbero a vario titolo anche per Mack, Lewis, Patty e Oscar. Tutti caratterizzati da look alquanto "originali" per essere degli astronauti che viaggiano nello spazio secondo la tipica visione che abbiamo dei film e anime di fantascienza.
Anche la nave spaziale zoomorfa (A forma di pesce) sembra più uscita da un mondo di fantasia in cui la componente di fantascienza (appena accennata da alcune piccole disquisizioni tecniche sul generatore gravitazionale) viene accantonata per lasciare spazio a messaggi onirico/metaforici sulla concezione degli autori della missione spaziale in cui prevale la componente "visionaria/fantastica" rispetto a quella "fantascientifica", accompagnata da un comparto musicale di assoluto livello.

"Exception" = "Experiment"?

Onestamente la serie mi ha convinto parzialmente e non tanto per la grafica e le animazioni quanto per la trama sviluppata in un numero di episodi troppo esiguo, poco bilanciato e così, alla fine, mi sono fatto l'idea che "exception" sia una sorta di scommessa degli autori e di chi ha prodotto la serie.
D'altronde il produttore non è nuovo a tentare di produrre anime un po' fuori dal main-stream e in questo caso vale quanto ho scritto all'inizio della recensione: eccezione nel suo significato di "allontanamento, notevole ed evidente, dalla regola comune".
In passato altri autori hanno tentato di uscire dal solco già tracciato presentando opere visionarie e completamente diverse con alterne fortune: chissà nel tempo dove si andrà a collocare "Exception"...