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Kondo

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
<b>Non puoi ricopiare la stessa recensione su tre schede. Occorre un elaborato differente per ognuna di esse - grandebonzo</b>

Premetto che questa recensione è sull’intera serie, non soltanto sulla terza stagione (la ripeterò su tutte le tre stagioni)

Lo dico subito: è uno degli anime più sorprendenti che abbia mai visto.
Il motivo è semplice: mi ha fatto ricredere totalmente sulla mia prima impressione. E’ una cosa che in generale mi capita rarissimamente ma in queste proporzioni davvero quasi mai.

La prima stagione infatti non è nulla di eccezionale, scorre via tranquillamente senza particolari picchi emotivi con un ritmo abbastanza costante. Il format è sempre quello: ogni episodio è composto da 3 o 4 scenette in cui Takagi stuzzica il vicino di banco Nishikata, gli lancia delle sfide che la vedranno sempre vincitrice in quanto Nishikata per quanto si impegni è troppo ingenuo e si imbarazza facilmente per cui alla fine si lascia sempre fregare da lei che invece è furba e abbastanza disinibita. Si intuisce presto però che sotto sotto Takagi stuzzica Nishikata perchè le piace ma lui non se ne accorge, preso com’è dall’innervosirsi per le continue sconfitte e per le situazioni imbarazzanti in cui lei lo mette.
L’atmosfera è molto leggera e spensierata, gli episodi di per se non sono brutti da vedere però onestamente col passare delle puntate cominciano un po’ a stancare perchè i giochi che fanno inizialmente sono davvero infantili, roba da scuola elementare (anche se loro fanno la seconda media). Inoltre Nishikata sembra troppo un fesso, non riesce a spuntarla mai neanche una volta nè a rendersi conto delle reali intenzioni di Takagi che a volte sono proprio palesi.
La prima stagione è quasi tutta così e il rischio di stufasi e mollare questo anime è concreto ma bisogna resistere perchè proprio negli ultimissimi episodi qualcosa comincia a cambiare, c’è un finale di stagione molto bello e da li in poi, con la seconda e terza stagione, assistiamo a una crescita della storia e dei personaggi che ha davvero dell’incredibile.
Quelli che prima erano giochini da bambini fine a se stessi diventano poi sempre più un tentativo di Takagi di avvicinarsi a lui, di fare arrivare i suoi sentimenti a Nishikata il quale però è più immaturo di Takagi e non si rende conto nè dei sentimenti di lei (chiari e consapevoli), nè dei propri (che stanno crescendo pian piano). Persino i personaggi comprimari man mano acquisiscono profondità e partecipano attivamente nella trama e in certi passaggi cruciali. Trama che mentre inizialmente sembrava fatta di episodi a se stanti poi comincia ad avere rimandi e collegamenti tra un episodio e l’altro.
La storia diventa emotivamente sempre più coinvolgente, nel corso delle tre stagioni si passa dal tono semplicemente umoristico a quello romantico con grande gradualità mantenendo sempre la stessa leggerezza e spensieratezza iniziale. Stupenda.

Alla fine è la storia di due ragazzini alle prese col primo sentimento forte della propria vita. Takagi è più matura, è già una ragazza cosciente dei propri sentimenti, mentre Nishikata all’inizio è ancora di testa un bambino, non è consapevole di quel che prova ma crescerà pian piano nel corso della storia. Una storia bellissima di una dolcezza infinita perchè loro sono davvero due persone pure che si vogliono bene veramente.
Scordatevi le tsundere, i narcisisti, i grandi drammi, tradimenti, gelosie o le relazioni tossiche: lei è sempre sorridente, gli viene sempre incontro e non perde occasione per cercare di fagli arrivare i propri sentimenti; lui arrossisce e si innervosisce perchè non riesce mai a batterla ma in realtà ci tiene tantissimo a lei e quando ha bisogno è sempre pronto ad aiutarla. Le volte in cui Nishikata con uno sforzo riesce a superare l’imbarazzo ed esporsi è davvero di una tenerezza infinita.
Veramente una storia e una coppia bellissima come se ne vedono poche negli anime.

Anche la colonna sonora è bella e in particolare le opening e alcune ending (ce ne sono tante diverse) sono stupende.

E così è passato da essere un anime che portavo avanti con poca convinzione in parallelo con altri, guardando una puntata ogni tanto, ad essere uno che divoravo cercando di gestirmi perchè mi ero affezionato e non volevo che finisse troppo presto.

Alcune puntate sono di una delicatezza tale che mi sono commosso.
Bellissimo

Dovendo dare qui un voto alla singola stagione 3 do un 9.


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Utente6010

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Per evitare di riscrivere tutto da zero, vi dico subito che questa recensione va a fare da cappello a quelle che ho già scritto sulla prima e seconda stagione, che vi invito a leggere prima di questa.
Prima: https://www.animeclick.it/recensione/74444
Seconda: https://www.animeclick.it/recensione/74445

Premessa

Probabilmente, è possibile guardare anche questa terza stagione senza aver visto le prime due. Però, stavolta davvero non lo consiglio. Val la pena guardarle tutte e tre di fila, ma, se proprio non potete, recuperate almeno la seconda.

Trama e storia

Questa terza stagione vede un ulteriore aumento degli aspetti emotivi e sentimentali, a scapito dei momenti puramente divertenti. In un certo senso non poteva essere altrimenti, e trovo che sia stata la scelta corretta, dopotutto è in quella direzione che va anche il rapporto tra Nishikata e Takagi.
Le trame restano un po' le stesse, con le piccole sfide e i piccoli momenti di quotidianità e di condivisione. Con Takagi che bonariamente prende in giro il suo innamorato e lui che viene continuamente sconfitto. Però non è più quello l'unico fulcro attorno a cui ruota tutta la storia. Certo, resta un aspetto fondamentale, ma adesso c'è di più. C'è chiaramente un sentimento nascente che è più di un'amicizia, ma che è meno di un amore maturo.
Ho visto che altri utenti hanno già fatto delle (bellissime) recensioni sugli aspetti sentimentali che quest'opera si porta dentro. Per quanto condivida ogni parola, io cercherò di limitarmi agli aspetti più oggettivi. Quindi, dirò che la mia impressione è che le trame di questa stagione mi hanno lasciato più diviso, tra episodi poco significativi e episodi molto significativi. Nelle due stagioni precedenti c'erano molti episodi che erano una via di mezzo, mentre qui mi è parso che fossimo spesso di fronte a un "tutto o niente". Ma forse anche questo dipende dal fatto che, cambiato il rapporto tra i protagonisti, è più difficile creare una situazione "neutra".
Ad ogni modo, il sesto episodio, il nono e il finale sono davvero #tantaroba.

Sviluppo dei personaggi

Che ve lo dico a fare? I nostri due protagonisti crescono ancora e in questa stagione c'è tutto il campionario della crescita personale: la ricerca del coraggio, la voglia di avvicinarsi, i piccoli fraintendimenti, le piccole gelosie, la comprensione e l'accettazione di sé stessi. E tanto amore dolcissimo.
Se non era pensabile aspettarsi niente di meno per quanto riguarda l'evoluzione di Nishikata, di Takagi e della loro storia, è molto interessante lo spaccato sui personaggi secondari. Non tutti crescono, ma in questi dodici episodi impariamo ancora di più a capirli, e in loro vediamo rappresentati altri modi (forse più vicini alla realtà) in cui l'età delle scuole medie si manifesta. Ci sono tanti modi diversi di essere imbranati, insomma. Credo si potrebbe riassumere così...

Animazione e disegni

Il livello di disegni e animazioni sono al pari della seconda stagione: disegni puliti e piacevoli, animazione fluida, fondali piuttosto curati. Un buonissimo lavoro, insomma.

Comparto sonoro

Anche qui, niente di nuovo da aggiungere o segnalare. Doppiaggio sullo stesso livello (molto buono) delle prime due stagioni e, incredibilmente, sigle che mi sono piaciute anche stavolta.

In definitiva

La valutazione di questa terza stagione per me non è più alta della seconda. Nonostante ci sia uno spostamento della serie verso la parte più sentimentale, a scapito di quella più divertente, non reputo che questa sia una cosa positiva o negativa, ma solo un cambio di prospettiva dettato dalla maturazione dei protagonisti. E quindi, se la stagione precedente era da 8, non può che essere da 8 anche questa.


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SimoSimo_96

Episodi visti: 12/12 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"È il potere dell'amore." Queste sono le parole che, anche da sole, basterebbero a descrivere quella che forse sarà l'ultima pagina animata dell'avventura della più bella coppia che la storia giapponese abbia da offrirci.

Un inno all'amore puro e semplice, quello fanciullesco, quello del divertimento, delle risate e delle prese in giro, delle confessioni strozzate e degli sguardi rossi come peperoni, dell'imbarazzo e della gelosia.
Ancora una volta, Takagi e Nishikata ci insegnano che l'amore vero è roba per bambini, per cuori da bambino, per la precisione, perché, se c'è qualcuno che ama le cose semplici, sono proprio i bambini, felici con poco, quel poco che davvero conta per loro, e l'amore, quello vero, è davvero semplice.

Le parole di Mina, Sanae e Yukari, che ci accompagnano verso la conclusione, ci rendono partecipi di un'incredibile verità: che quei due, insieme, si divertono moltissimo. Quasi assurdo pensare che non serva altro, eppure, riflettendoci a cuore aperto, è proprio così. Il segreto è tutto lì. Questi due non riescono a stare un momento lontani, e non si stancano mai; se non sono insieme, non è la stessa cosa.
Quante volte ci sarà capitato di dire o di sentirci dire: "Volevo vederti", "Torniamo a casa insieme", "Ti aspetto qui", "Ci vediamo domani"? Ma quanto è bello condividere il tempo insieme? Che qualcuno faccia parte della nostra vita è molto bello, ma, se noi siamo parte della sua di vita, allora è meraviglioso.

Siamo di fronte alla spiegazione del perché, fin da quando se ne ha memoria, l'amore è sempre esistito e sempre esisterà, perché insieme è più bello e insieme ogni cosa diventa possibile, perfino pronunciare quelle parole così strozzate in gola alla ragazza che si ama senza chinare la testa, darle della cioccolata, stringerle la mano e invitarla ad andare a vedere i fuochi d'artificio insieme, mentre il viso diventa sempre più rosso e intanto lei ti riempie le mani di lattine. E tutti, tra compagni di classe e noi spettatori, non possiamo che fare il tifo per loro, perché lo sappiamo benissimo quanto sia difficile fare questo maledettissimo meraviglioso tuffo nel vuoto.

Nishikata e Takagi sono due ragazzi che si vogliono bene, e due ragazzi che si vogliono bene sono la cosa più bella del mondo, ancora una volta.

P.S. Datemene ancora!

Kirkete

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Recensione quasi a caldo, dopo aver visionato l’intera terza stagione: sono pronto a riversare i miei pensieri e anche parte delle emozioni che è riuscita a donarmi.

La terza stagione di “Karakai Jozu no Takagi-San” diverge dalle precedenti per un fattore: è ricca di episodi e spunti originali, non presenti nel manga. Probabilmente una scelta di scrittura che ci porterà, spero, felicemente al film in uscita quest’estate.
Se siete qui, immagino che conosciate bene i punti di forza, e anche le debolezze di una serie così semplice ma allo stesso tempo ricca, impreziosita dall’ottimo lavoro dello staff di produzione. Punti che vengono mantenuti sugli ottimi standard della seconda stagione (che già vedeva una netta evoluzione rispetto alla prima): comparto tecnico pulito, con character design e animazioni semplici ma mai raffazzonate, colori vividi o “pastellosi” secondo le esigenze delle scene, ottima colonna musicale sia nelle composizioni originale sia nella opening di Yuiko Ohara, sempre catchy con quel retrogusto di nostalgia, sia nella scelta delle ending con brani hit del passato giapponese.
Una regia dedicata, che riesce anche ad aggiungere estro e fantasia soprattutto nei primi episodi (nel primo, onirico, e nell’intro del secondo), dove dissemina ottime scelte registiche, che riprenderà nel finale di stagione, con una chiusura del cerchio che non può non lasciare soddisfatti e felici di aver seguito nuovamente le peripezie dei nostri ragazzi.
Quasi inutile, ma doveroso, ribadire la bravura dei doppiatori nel rendere vivi su schermo protagonisti e personaggi di supporto. Menzione speciale per Rie Takahashi, chiamata nuovamente e superbamente a chiudere gli episodi con le già citate cover di successi, in particolare l’ultima. Canzoni che sono un punto importante della serie, poiché impreziosiscono sempre gli episodi e la narrazione - consiglio a chi non avesse potuto gustarne la visione con i testi delle canzoni di rimediare.

Il voto alto è dovuto alla capacità di una serie (che rischiava di impantanarsi nel suo riciclare una formula sì vincente, ma alla lunga potenzialmente irritante) di rinnovarsi, di far risaltare i propri punti di forza, di (far) crescere i protagonisti e le loro emozioni senza forzature. Di riprendere sì i cliché, le formule degli slice of life scolastici, ma di governarli senza mai cadere nel banale. Quanti festival estivi, scolastici, dello sport, episodi al mare etc. son passati sotto gli occhi di questo diversamente giovane recensore... “Karakai Jozu no Takagi-San” li prende e ce li restituisce con la giusta delicatezza che può avere un primo amore, con l’innocenza dell’adolescenza.
Seppur i nostri protagonisti restino “nel personaggio” ai fini delle gag e delle sfide (sempre meno), scopriamo con garbo una crescente evoluzione dei sentimenti che uno ha per l’altro, di cui noi spettatori (e Takagi dei propri) abbiamo da tempo consapevolezza. Sbirciamo finalmente le loro prime insicurezze, soprattutto della nostra eroina, di cui potevamo avere solo implicita contezza, ne vediamo la fragilità da adolescente, magnificamente espressa nelle scene che la ritraggono, dove battute e dialoghi sono concisi e preziosi.

Il finale mi ha pienamente soddisfatto e ci lancia verso il film. Conclusivo? Chissà, a volte bisogna ricordarsi che l’importante è il viaggio in sé, che arricchisce al di là della destinazione e della durata. All good things must come to an end.

Un pensiero al “cameo” dell’episodio 5. Personalmente ritengo che l’esistenza del manga spinoff canonico (“Moto”) giovi all’intera narrazione. Di una storia che è già nostalgia, che riesce a muoversi nel tempo e tra generazioni. Generazioni diverse anche di spettatori che possono apprezzare un vero gioiellino, per chi ancora vive emozioni e routine tra i banchi di scuola, e per i più vecchietti come il sottoscritto che ne rimangono affascinati con quella vena di malinconia che ci ricorda di essere umani e sempre capaci di emozionarci nella semplicità delle cose.