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Eoin

Episodi visti: 52/52 --- Voto 8
“La leggenda di Korra” è un cartone animato statunitense costituito da cinquantadue episodi di durata canonica, andato in onda in patria a partire dall'aprile 2012 e conclusosi nel dicembre del 2014. E’ il sequel di “Avatar – La leggenda di Aang” e, come quest’ultimo, è stato creato da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko.

Sono passati settant'anni dagli eventi narrati nella prima serie e il mondo è notevolmente cambiato: è nata la Repubblica delle Nazioni Unite, in cui i dominatori di ogni elemento convivono in pace, mentre la tecnologia progredisce a ritmi frenetici, regalando meraviglie come la radio e la Satomobile. L’Avatar Aang è morto da diverso tempo e a succedergli è Korra, giovane dominatrice dell’Acqua della Tribù del Sud. Dopo aver acquisito il dominio di Acqua, Fuoco e Terra, la protagonista si reca dunque a Città della Repubblica in cerca del maestro Tenzin, saggio figlio del suo predecessore, per imparare quello dell’Aria. Qui scoprirà che, dietro le luci sfavillanti della metropoli e a dispetto della tanto decantata armonia, si tramano oscuri complotti per sprofondare il mondo nel caos.

“La leggenda di Korra” si distacca notevolmente da “La leggenda di Aang” sotto numerosi aspetti, il primo dei quali è, ovviamente, la figura che dà il nome alle serie stesse, il personaggio principale: laddove Aang era un dodicenne calmo e posato, grazie alla propria istruzione monastica, ma, allo stesso tempo, spensierato e capace di sentimenti anche negativi, ottenendo così una persona piuttosto complessa e intrigante, Korra è un’adolescente impulsiva, impaziente e spesso presuntuosa, con tutti i cliché del caso, purtroppo. La nostra protagonista di rado segue i consigli altrui, mettendosi di conseguenza nei guai e rischiando addirittura la vita. Solo dopo eventi particolarmente duri e drammatici, che ne mettono alla prova la forza di volontà, Korra mostra quel tormento psicologico che le dona il giusto spessore.
Nonostante tutto, si tratta comunque di una protagonista coinvolgente, le cui tribolazioni riescono ad appassionare ed emozionare lo spettatore.
Al contrario, il cast di supporto si palesa ben presto come piuttosto altalenante nella sua componente qualitativa: alcuni personaggi, anche di primo piano, sono bidimensionali, raccontati tramite azioni e sensazioni basilari che non lasciano molto spazio all'approfondimento psicologico, elemento cardine del primo cartoon.
Il team Avatar, in particolare, è alquanto piatto, potendo contare unicamente su personalità identificabili come “il simpatico (non sempre) idiota (abbastanza spesso)”, “il serio e belloccio” e la “bellezza mozzafiato”. Sebbene il loro supporto sia fondamentale per la crescita di Korra, il livello di introspezione nei loro confronti resta piuttosto superficiale, a discapito del coinvolgimento emotivo. Anche le interazioni reciproche tra i vari attori non sono sempre brillanti.
Separandosi in parte dalla precedente formula Bene contro Male, “La leggenda di Korra” propone quattro archi narrativi (legati tra loro da un filo esile ma solido), ognuno dei quali incentrato sullo scontro della protagonista contro un gruppo diverso di antagonisti, i quali introducono temi non affrontati ne “La leggenda di Aang”: la differenza e le discriminazioni tra dominatori e persone comuni, la riaffermazione della libertà assoluta e dell’ordine naturale, l’imposizione di un governo autoritario come unica risposta ai disordini civili e la compenetrazione tra mondo umano e mondo degli Spiriti. Sebbene seguano linee d’azione criminali e violente, quando non apertamente ipocrite, molti dei messaggi che i villain cercano di trasmettere non sono necessariamente errati, rendendo la loro malvagità un concetto non così definito e netto.

Una delle caratteristiche principali della serie è la manifesta volontà di alzare l’asticella rispetto al prequel: in questo caso, tutto è imponente e grandioso, dalle avventure della protagonista ai combattimenti, dalla colonna sonora alle scenografie.
Proprio a quest’ultimo proposito, ad affiancare i piccoli villaggi e le architetture tradizionali orientali che contraddistinguevano il mondo di “Avatar” vi è la maestosa Città della Repubblica, chiaramente ispirata, per forme, atmosfere e tecnologia, ai grandi centri urbani americani del primo Novecento.
La serie approfondisce notevolmente anche il proprio lato più metafisico, con prolungate e frequenti incursioni nel mondo degli Spiriti, che pare nato dalla penna di Lewis Carroll, in quanto commistione tra luoghi luminosi e variopinti, popolati da creature amichevoli, e altri ben più oscuri e inquietanti, tra le cui ombre si aggirano mostri spaventosi.
Più marcata è anche l’immersione nella storia del mondo in cui è ambientata la vicenda, accompagnando lo spettatore in un lungo viaggio nel passato, per assistere alla nascita del primo Avatar e all'eterno conflitto tra la Luce e la Tenebra.

Ancora una volta, il comparto tecnico è di altissimo livello.
Le animazioni sono fluide e danno il massimo nelle scene d’azione, in cui grande attenzione è prestata alle coreografie, alle arti marziali associate ai vari domini e agli spettacolari effetti speciali.
Per coerenza con la maggiore età dei personaggi presentati, il character design si è fatto più maturo e sofisticato, con una grande cura per i dettagli, anche per quanto riguarda l’abbigliamento. I fondali sono ricchi di particolari e dotati di grande potenza visiva: si spazia dalle ampie distese innevate dei poli agli alti grattacieli di Città della Repubblica, dalla straniante morfologia del mondo spirituale a lussureggianti foreste. Graficamente, l’unica sbavatura è costituita da una computer grafica non esaltante e utilizzata forse con troppa frequenza.
Il doppiaggio italiano è ottimo per la maggior parte dei personaggi principali, anche se, nel passaggio da una stagione all'altra, alcuni doppiatori sono cambiati, per poi tornare nuovamente negli stessi ruoli in momenti successivi. Decisamente meno gradevole è il doppiaggio di alcune figure secondarie e di altre che avrei preferito davvero che lo fossero.
La colonna sonora è emozionante e affascinante, capace di impressionare e commuovere a seconda delle sequenze mostrate. Anche in questa serie è assente la sigla di apertura, ma il brano strumentale di chiusura non ne fa sentire la mancanza, con la sua melodia triste e malinconica. Apprezzabili anche i pezzi jazz che, abbinati all'estetica dei mezzi di trasporto, dei capi di vestiario e all'ingenuità dei primi “moventi”, riescono a ricostruire un’atmosfera da primo Novecento piuttosto viva e convincente, per quanto poco realistica.

In conclusione, “La leggenda di Korra”, se paragonata al suo predecessore, delude per i personaggi meno profondi e carismatici, per degli sviluppi narrativi per certi versi troppo prevedibili e per l'abuso di comodi deus ex machina, ma sorprende per la sua determinazione nell'intraprendere nuove strade, nel non voler riproporre una “Leggenda di Aang” in gonnella, alzando invece la posta e dando vita a un’epopea epica e magniloquente che si dipana nel corso di alcuni anni, in modo tale da permettere allo spettatore di assistere direttamente alla maturazione della giovane Korra come Avatar e come donna. Stupiscono anche alcune scelte più o meno coraggiose, anche se apparentemente immotivate.
Sicuramente una serie che lascerà un vuoto in coloro che l’hanno seguita appassionandosene, grazie all'abilità nel mescolare commedia, dramma e la giusta dose di omaggi all'animazione nipponica.


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SmartGuy89

Episodi visti: 52/52 --- Voto 9
Degno sequel della precedente "Avatar-La leggenda di Aang", "The Legend of Korra" mi ha ricordato molto i cartoni degli X-men e di Batman prodotti nei primi anni '90.
Chiariamoci: la serie "Avatar" (che non ha nulla in comune con il film di James Cameron) è una serie americana, che però cerca di riprendere le caratteristiche e lo stile tipico dell'animazione e del mondo orientale, riuscendoci anche molto bene, ma la capacità degli autori Kohzern e Di Martino di poter trattare argomenti complessi come la discriminazione, i genocidi, l'abuso di potere, l'integralismo ecc. in uno show destinato prevalentemente a un pubblico pre-scolare è ammirevole!
Come in "Avatar" non siamo davanti ad un mondo diviso fra bene e male, ma ad un più realistico mondo che cerca un proprio equilibrio che assicuri la pace ai suoi abitanti, e assicurare tale equilibrio è compito dell'Avatar: l'unico essere umano in grado di manipolare tutti e quattro gli elementi, a differenza dei popoli delle quattro nazioni (Le Tribù dell'Acqua, il Regno della Terra, Nazione del Fuoco e quella dei Nomadi dell'aria) i cui dominatori possono usare solo l'elemento caratteristico della loro cultura. A tal fine esiste l'Avatar (le cui origini saranno proprio spiegate in questa serie), un individuo il cui spirito rinasce ciclicamente in una delle quattro nazioni.
Il mondo di Korra, inoltre, a differenza di quello di Aang è un mondo già moderno, con i primi mass media (radio e giornali), automobili e telefoni. Se quello di Aang era un mondo tribale/monarchico, paragonabile alle fine dell'ottocento qui siamo agli inizi del XX, con un primo caso governo di tipo repubblicano, con i primi problemi di criminalità organizzata, legami soldi-politica, opinione pubblica ecc...
I nemici, poi, rappresentano ognuno un aspetto della nostra società: Amon/Noathak vuole l'uguaglianza perfetta, e crede di poterlo fare eliminando il dominio; Unalaq è invece una persona molto spirituale ma tradizionalista, al punto di diventare fondamentalista e di fare qualunque cosa per avere il posto che lui crede competergli, tradendo la sua famiglia e non curandosi dei suoi figli; Zaheer e il suo loto rosso sono invece anarchici che credono nella libertà, al punto da vedere il caos come lo stato naturale delle cose e si oppone all'idea stessa di nazioni; Kuvira invece è l'antitesi di Unalaq e di Zaheer, fervente progressista, ma anche una tipica militarista della Seconda Guerra Mondiale (sarà infatti lei a costruire l'equivalente di Avatar della bomba atomica) convinta che solo una guida forte possa proteggere il Regno della Terra... Ma tutti questi cattivi sono accomunati dal fatto di aver saputo dare alle loro idee il giusto equilibrio, considerandosi come i soli portatori del "bene" in un mondo corrotto, dove la gente è divisa e oppressa!
Anche i buoni e i loro alleati sono personaggi molto umani, e spesso sono vittime della mancanza di comprensione e comunicazione (come il rapporto fra Korra, principessa di uno stato invaso, e il presidente della repubblica unita delle nazioni Raito, il quale non può vuole comunque scatenare una guerra d'attacco contro un altro stato sia per questioni internazionali che legate all'opinione pubblica, facendoci riflettere non poco su quale sia effettivamente la cosa giusta da fare in questi casi, anche nella realtà se mandare un esercito oppure no)

Con Korra siamo quindi davanti ad una produzione più matura come contenuti, e degna di essere vista per le sue quattro stagioni, che ci riprova il fatto che per fare un cartone maturo non basta il sangue di Saint Seiya o di Ken il Guerriero o due tette messe lì in croce: sono gli argomenti che tratti e come ti portano a riflettere, ed in questo gli americani sanno essere veri maestri!


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Elam

Episodi visti: 13/52 --- Voto 8
Non ho seguito le vicende dell'avatar originale, nonostante molti ne parlano bene, e The Legend of Korra è quindi la prima serie che seguo di questo filone. Non sono nemmeno un fans di serie animate americane e mi sono avvicinato a Korra solo per le animazioni d'impatto e il sapore orientale della serie. La mia opinione sulla serie è pertanto altalenante. La trama parla del nuovo avatar reincarnato in Korra, una ragazza che padroneggia molto bene acqua, terra, fuoco, ma è davvero scarsa nel padroneggiare l'elemento aria. Per imparare l'ultimo elemento segue il suo maestro a capital city in cui incontrerà nuovi amici, l'amore, uno stile di vita differente e anche un potente nemico in grado di eliminare i poteri "spirituali". Korra affronta con svogliatezza l'allenamento preferendo il divertimento e le "baraccate" con amici. La protagonista non è quindi propriamente positiva, ma anzi sembra quasi la classica teenegers, dotata di tanto talento ma molto svogliata. La trama segue le sue vicende e l'avvento in città di un leader mascherato (simile al dott. destino dei Fantastici 4) che lotta per l'uguaglianza e l'eliminazione dei poteri dei monaci ed affini. Fin dai primi scontri è chiaro che Amon, il nemico mascherato, è molto forte, è molto potente ed ha numerosi alleati. La polizia non sembra essere in grado di tenergli testa, in quanto lui dispone di mezzi, uomini, risorse. Korra le prova tutte, ma più delle volte fallisce. Con la trama mi fermo qui. Invece voglio spendere due parole sulle animazioni e sul sapore della storia, americana per l'appunto. Le animazioni sono molto belle e di alto livello, anche se le espressioni facciali dei protagonisti ricordano molto la scuola americana di disney. Invece sulla storia, c'è un buonismo di fondo che pervade l'opera, in cui nessuno muore o viene mostrato morire, nemmeno se abbattuto in aereo, Korra viene sconfitta più volte, ma i poteri non gli vengono mai tolti. C'è un solo un grande colpo di scena che vale la visione dell'opera e della storia di cui però non vi rivelo nulla. Da sottolineare la mancanza di Moe, di minigonne ascellari, commenti stupidi dei protagonisti, ragazzine timide all'inverosimile, cameriere vittoriane, harem e contro harem, infatti non è una serie giapponese. In sintesi mi è sembrato di seguire una della tante serie animate americane, in cui i personaggi invece di essere deformed, erano disegnati davvero bene. Sono pentito di averlo visto? No, anzi, se le serie americane adottassero tutte questo stile, nascerebbe una bella competizione.


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TryToGuessWho

Episodi visti: 14/52 --- Voto 8
<b>-ATTENZIONE! Potrebbe contenere spoiler-</b>

Prima di cominciare bisogna ricordare a spettatori, hater e nuovi arrivati, una cosa fondamentale: Korra non è Aang. Si tratta di un personaggio diverso, che di fronte ad avversità diverse reagisce in un diverso modo. Ho trovato fastidioso il fatto che moltissimi, arrivati a fine serie, abbiano bollato LoK come una cagata pazzesca e si siano dati ad altro.
Certo, L'Avatar originale mi è piaciuto di più. I molti più personaggi venivano creati dal nulla e seguendo per ciascuno di loro un preciso filo, che ne determinasse comportamenti e scelte (Zuko e il suo onore, Katara e l'essere la mamma del gruppo, Toph e il non sembrare debole eccetera eccetera). Mentre qui si è più pensato a fare un "personaggio equivalente": Mako è l'equivalente di Zuko, Bolin l'equivalente debole di Sokka, e la stessa Korra sicuramente condivide molte cose con la piccola Toph. In mezzo ci sono comunque personaggi autentici specialmente tra gli antagonisti: Tarrlok è un bugiardo affascinante e manipolatore, mentre Amon (almeno all'inizio) un avversario oscuro e davvero terrificante, che quanto a scopi e maniere ha ben poco da spartire con il Signore del Fuoco Ozai della prima serie.
Una cosa imperdonabile è stato il raggiungimento dello stato dell'Avatar. Non il fatto che l'abbia raggiunto, ma il come e il quando. C'è stata l'impressione generale che si sia trattato di un power-up casuale avvenuto proprio in quel preciso momento della serie tanto per sottolineare che l'Avatar è un deus ex machina spirituale pronto ad aggiustare ogni magagna troppo grossa per la povera piccola Korra, così impotente e così umana.
Altre cose, altre incoerenze (e sono parecchie) diventano più chiare guardando la serie. Rivelazioni random per arrivare al culmine del dramma nell'ultima puntata, Korra che per sbaglio riesce ad usare l'airbending senza che ci sia stato tutto il vero e proprio addestramento che caratterizzava le serie precedenti e che mi fa dubitare sulla scelta del titolo (lo chiami "libro dell'aria" e io mi aspetto che lei impari a dominare l'aria, non che lo si faccia nelle prime tre puntate e che poi ce se ne dimentichi).
Perchè quindi 8, che è comunque un voto alto?
Intanto perchè l'apparato tecnico è perfetto, tra i più alti a livello mondiale. Abbiamo davanti uno dei più curati, affascinanti e orginali prodotti d'animazione degli ultimi anni. Musiche bellissime ed emozionanti che ben accompagnano ed arricchiscono le scene, personaggi resi in modo sublime e singolarmente caratterizzati in modo ricco e diversissimo dagli altri, animazioni potenti e armoniche rese con una precisione quasi maniacale: ahimè! se solo il film di Avatar fosse stato così e non invece quel pataccone (b)hollywoodiano che ci siamo ritrovati.
Poi, e devo ammetterlo, perché in molti momenti mi sono davvero emozionata. Magari il filologico non è sempre dei più limpidi, ma non annoia. Mai. Mi è dispiaciuto che i colpi di scena meglio strutturati -e badate che ce ne sono- siano stati completamente adombrati dalle sopracitate pecche, e rapidamente dimenticati.
E poi, per concludere, è davvero il degno secondo capitolo della storia di Avatar.
Non parlo di simpatia verso i personaggi. Korra, come dicevo all'inizio, è diversissima dal suo predecessore. Più immatura, più rissosa, non certo dolce e zen come Aang.
Parlo di LoK come "successore di quel mondo". Lo spirito non tradisce la prima serie, anzi, lo continua e se possibile lo amplia. E poi, tutti coloro che sono rimasti orfani della serie originale erano curiosi di sapere "come sarebbe andata". Come Zuko e Aang, insieme, avrebbero cambiato le sorti della politica mondiale, e come le cose sarebbero migliorate o peggiorate. La risposta c'è, ed è esauriente.
Da pochissimo è iniziata la seconda stagione di Lok, il "libro degli spirti", e pare promettere bene. Spero solo che nessuno inciampi sui suoi stessi piedi.