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Atenaide

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Hachiken è un ragazzo cresciuto nella bambagia, che, contrariamente alle aspettative dei genitori, anzi pressato dalle loro insistenze su un suo futuro brillante, decide di cambiare vita, trasferendosi il più lontano possibile dal nucleo famigliare. L’insegnante gli propone un istituto che, oggettivamente parlando, è decisamente lontano sia da casa che dai suoi stessi “confini culturali”, l’Istituto agrario Ozono.

Essendo sempre vissuto in città, Hachiken non ha idea del mondo di valori, significati e consuetudini che si muovono dietro la cura e l’allevamento di animali da produzione, cosa che i suoi compagni ben sanno, essendo figli di allevatori. Questi ultimi non si fanno più domande in merito, e all’inizio osservano i suoi tentativi di capire e di domandare con gentile pietà. La personalità propositiva di Hachiken, però, gli darà l’opportunità di testare i suoi limiti e di mettersi alla prova, cercando di capire quanto le sue motivazioni siano salde rispetto quelle degli altri e dove le può trovare. Non che il nostro eroe sia un cuor di leone, anzi è più un gregario che si lascia trascinare in avventure divertentissime in cui crede chissà cosa, scoprendo che i figli degli allevatori hanno ben altri interessi.

Una delle protagoniste della storia paragona Hachiken a un cavallo, descrivendolo con esattezza com’è e facendo capire come questo studente apparentemente spiantato e fuori posto faccia la ricchezza del gruppo con la sua natura gentile e le domande che pone, scomode ma vere.

Si potrebbe intitolare quest’anime “L’arco narrativo di Spezzatino” per la presenza importante di un maialino, Spezzatino, appunto, che Hachiken prende a cuore e che lo farà maturare, tra dubbi morali e una presa di coscienza difficile ma necessaria. Forte è l’immagine finale dell’affumicatura di Spezzatino paragonata a un funerale, perché è pur vero che come maiale Spezzatino era destinato a quello, ma la sua fine, la sua vita, è stata vissuta con la dedizione di un allevatore che ha saputo capire e si è preso la responsabilità di arrivare fino in fondo, per ricordare che la convivialità nasce dal cibo, ma quel cibo stesso era una creatura prima vivente.

Da questo anime emergono temi originali e che fanno riflettere. Uno tra tutti, scontato ma vero, è che la durata di vita di un animale d’allevamento dipende da quanto riesce a dare, e quindi galline, mucche, maiali e cavalli sono destinati al macello già dalla loro nascita. È la stessa dura constatazione che un veterinario (cosa scontata ma vera!) debba anche saper far morire gli animali stessi. Eppure c’è amore in chi alleva queste creature o le vuole curare, non è un controsenso. Questo ce lo insegna Hachiken, visitando gli allevamenti dei suoi amici o affezionandosi troppo al suo Spezzatino e maturando come persona e allevatore, facendo poi in modo che siano anche gli altri a domandarsi e non dare per scontata la cura verso quell’animale destinato al macello.

Non che quest’anime brilli, infatti ha delle pecche, malgrado la sua vocazione originale e la sua comicità genuina e leggera. Sarà la scarsità degli episodi a disposizione, ma a parte episodi che sono sprechi di tempo (come quello della falciatrice super-moderna), la narrazione prosegue di prova in prova per Hachiken, che affronta le cose e riesce al primo colpo. Un esempio lampante è il cervo che macella: lavoretto facile su indicazione altrui, senza neppure andare di stomaco. O quello della pizza in cui riesce a fare quello che un pizzaiolo riuscirebbe in anni di pratica. Difficilmente può dirsi genialità o colpo di fortuna.

Il finale è aperto, in quanto c’è una seconda serie, ma la chiusa ideale è perfetta: Hachiken non ha ancora capito quello che vuole fare nella vita, però ha compreso che ha tutte le risorse per un futuro roseo. Quello che era partito come un ragazzo chiuso e triste ha maturato una visione della vita più aperta ed è diventato una persona capace di valorizzarsi.

I personaggi sono caratterizzati bene e hanno un buon background. Non c’è tempo per scorci narrativi ampi, ma non sono tristi spalle come in altri anime. Forse uno dei personaggi più strani è il fratello che spunta dal nulla e persevera a comparire in modo goliardico. Altro personaggio esagerato in una parodia tutta sua è la compagna di classe, la cui forma fisica, prima assai rotonda, subisce strane trasformazioni dovute al cibo, vedere per credere.

La grafica è originale ma non sgradevole. E poi ci sono un sacco di animali!
L’opening è buona e riassume in un minuto l’anime in tutta la sua anima allegra.
L’ending è orecchiabile e carina.

Quest’anime ha davvero una potenzialità incredibile e, tra l’originalità del tema che sviluppa, la maturazione dei personaggi, gli spazi di riflessione affiancati a un’ironia divertente e leggera, merita la visione.


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ConteBudino

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
In questa serie facciamo la conoscenza di Hachiken Yugo, un ragazzo studioso come tanti che per sorte del destino o volere di una qualche entità superiore finisce col frequentare il liceo Ezono, una scuola agraria.
Immerso in un ambiente a lui totalmente sconosciuto, ne trarrà, forse, l'esperienza di tutta la sua vita. Accompagnato dai vari compagni e guidato dai suoi insegnanti, quale futuro mai lo attenderà?

Ciò che colpisce di "Silver Spoon" è certamente la varietà dei personaggi, tutti con lo stesso obiettivo, che però li porterà a percorrere strade parallele che non mancheranno, visto l'ambiente, di intersecarsi in futuro.
A farla da padrone, oltre a questi ultimi, sono senza dubbio le continue sfide atte a migliorare sé stessi, sia a livello individuale sia a livello collaborativo; altrettanto interessante è vedere i nostri "eroi" nella quotidianità dei club di cui fanno parte e nell'ambiente familiare (in fondo a nessuno è consentito scegliersi i parenti!). Con un buon comparto musicale, atmosfere uniche e con ambientazioni a cui è difficile rimanere indifferenti, quest'opera vi farà vivere un'esperienza unica nel suo genere e, perché no, magari troverete le risposte che tanto agognate.

Bella serie, peccato duri così poco; anche nella sua così corta esistenza è una serie che lascia il segno, provare per credere! Buona visione a tutti!
Voto: 9


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Hachicchi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Le vicende sono ambientate presso l'istituto agrario Ezono, dove Yugo Hachiken è uno studente appena iscritto. A differenza dei suoi compagni che sono lì con un sogno, il protagonista ha deciso di frequentare quella scuola solo per allontanarsi da casa, dove è stressato dalle pressioni scolastiche e le pretese dei suoi genitori. Il suo obiettivo è essere il primo della classe con il minimo sforzo, ma presto scoprirà che la vita dei campi, il lavoro e la natura stessa hanno tanto da insegnargli, e chissà, forse, scoprirà il suo sogno proprio lì, tra lo sterco dei cavalli e l'aria di campagna.

Le mie aspettative riguardo quest'opera erano pari allo zero. Ora posso affermarvi con estrema certezza che Hiromu Arakawa, autrice anche del fin troppo noto "Full Metal Alchemist", è un genio. Chi penserebbe che una trama incentrata sulla vita di un istituto agrario potesse essere tanto interessante e colma di emozioni? Molti lo riterranno, forse, un anime come tanti. Io lo ritengo un lavoro sublime, in grado di coinvolgerti in un modo pazzesco. Qualche volta ho addirittura pensato di mollare tutto e dedicarmi anch'io alla vita campestre.

"Silver Spoon" si rivela anche un'anfora di saggezza. I temi affrontati, spesso, sono davvero profondi e i dubbi che prova il protagonista irrimediabilmente divengono anche del lettore, nel caso del manga, o di chi guarda l'anime.

La comicità di Hiromu Arakawa, però, di certo non manca, come lo è stato per "Full Metal Alchemist", il deformed e gli sbalzi di umore improvvisi sono il piatto forte della casa. Insomma, bisogna gustarsi questa chicca per comprenderla appieno.

Concludo complimentandomi ancora una volta con la mucca con gli occhiali.


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_Protector_

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
La cosa che mi ha colpito maggiormente di "Silver Spoon" è stata scoprire che questo anime proviene dalla stessa penna dell'autore di "Fullmetal Alchemist"... inimmaginabile, visti i generi così diversi.

Obbiettivamente, leggendo la trama, non si verrà sicuramente molto invogliati alla visione di questo anime, ma per assurdo l'ho trovata una visione molto piacevole. "Silver Spoon" è un anime senza grosse pretese di essere riconosciuto come capolavoro, ma fa il suo dovere di intrattenere, risultando interessante e istruttivo. Non cerca di insegnare il mestiere, bensì educa al rispetto della vita e a non dare le cose per scontate; mostra i piccoli piaceri che solo un agricoltore può assaporare, nonostante la grande fatica per ottenerli; mostra i diversi punti di vista e i diversi modi di lavorare... l'anime mostra com'è la vita in fattoria, ma riesce a farlo in modo semplice e poco pesante, in modo da non essere noioso agli occhi di chi è poco interessato a imparare cose di quel mondo.

I personaggi sono tutti simpatici, genuini e ben caratterizzati. Sanno essere divertenti, ma all'occorrenza seri e riflessivi. Il fatto che il protagonista non faccia parte (come i suoi compagni) di quel mondo fin dalla nascita fa da base a gag simpatiche e semplici, ma che strappano un sorriso sincero. Non saranno mai gag pesanti o forzate. Non ha bisogno di stupido fanservice o di personaggi stereotipati per farsi piacere.
Hachiken, essendo un ragazzo di città, è il personaggio perfetto per questa storia: infatti, abituato a vedere il mondo dal punto di vista di un cittadino qualsiasi, in questa scuola dovrà affrontare la sua repulsione, le sue paure e i suoi preconcetti.

Arricchito da piccole e semplici sottotrame, "Silver Spoon" è un anime da vedere se si cerca qualcosa di leggero e poco impegnativo. Non è bello tanto per quello che racconta, quanto per come lo fa e per il senso di pace e di spensieratezza che trasmette. Spesso poi vengono dette delle piccole perle, scontate forse, ma molto profonde. Invito anche chi non apprezza il genere a concedere una possibilità a questo "Silver Spoon".


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mello97

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
"Silver Spoon" racconta la storia di Hachiken Yugo, un ragazzo che decide di andare in un collegio agricolo lontano da casa dopo essere stato respinto dal liceo a cui aspirava.

Per tutti coloro che sono turbati come Hachiken, vi consiglio questa serie slice-of-life, perché una delle cose fondamentali che "Silver Spoon" insegna agli spettatori è quella di prendere una pausa da tutto ciò che vi fa pressione, e per una volta riflettere su ciò che è più importante per voi nella vita. Fortunatamente per Hachiken è circondato da compagni di classe che sono tutti appassionati di quello che vogliono fare nella vita. Per qualcuno senza una meta vedere persone determinate che costantemente perseguono il loro obiettivo può essere scoraggiante, ma motivante allo stesso tempo. Questa pressione indiretta incoraggia Hachiken a pensare seriamente su quello che vuole fare nel suo futuro. Le nuove esperienze e i ricordi fatti in questa nuova scuola iniziano a far emergere un nuovo lato di Hachiken, che sorprende coloro che lo hanno conosciuto in passato, in primis il fratello.

Ma se la storia di Hachiken Yugo e dei suoi amici non fa per voi, "Silver Spoon" ha un alto valore educativo. Se vi siete mai chiesti cosa succede dietro le quinte delle aziende agricole e fattorie, allora questo anime ti dà un assaggio di cosa vuol dire. E in aggiunta agli animali da allevamento, le attrezzature e le tecniche, l'anime assume visioni filosofiche su ciò che gli animali insegnano agli esseri umani, e su come gli animali devono essere trattati. Per prima cosa, tutti in questo anime hanno un profondo rispetto per il bestiame. Ci sono proprietari che tengono funerali stravaganti per cavalli per onorarli.
Infine, questo anime tocca non solo il futuro delle aziende agricole e di allevamento, ma anche temi sensibili come la crudeltà verso gli animali e la clonazione. Apprezzo molto questo anime grazie a quello che mi insegna in ogni episodio. Nel complesso, ho adorato "Silver Spoon" e lo consiglio a chiunque apprezzi questo genere.


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Giuseppes93

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Alzi la mano chi, di noi, non si è mai trovato in una particolare fase della vita in cui si è sentito disorientato, incerto su quale fosse la strada giusta da intraprendere, su chi e cosa si volesse diventare veramente da grandi. Solitamente questo periodo coincide con l'adolescenza, sinonimo di crescita, di sviluppo, di amori, ma anche, e soprattutto, di insicurezza e incertezza.

"Silver Spoon" racconta essenzialmente di questo: Yugo Hachiken, il nostro occhialuto e impacciato protagonista, si ritrova a frequentare un'Istituto Superiore di Agraria, la Ezono. Proprio lui! Proprio lui che prendeva voti brillanti alle medie, proprio lui, il primo della classe. Perché? Per star lontano dai genitori, opprimenti, eccessivamente ossessionati dal futuro del figlio, il loro figlio, che doveva essere intelligente e di successo come e più di loro. Ma Hachiken non ci sta: fugge. Si iscrive, quasi senza pensarci, alla Ezono, e tutto ad un tratto si ritrova catapultato in questa nuova e sconosciuta realtà, tra stalle e campi coltivati, tra mucche e cavalli e maiali.

"Ma cosa ci faccio qui?" E' questo il principale quesito che si pone Hachiken; ma non c'è tempo per pensarci, alla Ezono si lavora duro: sveglia alle 5:00, lezioni, manutenzione delle stalle, degli animali e tanta, tanta fatica. Ma non solo: qui Hachiken conoscerà tanti compagni, ognuno ben caratterizzato, e, soprattutto, con un sogno ben preciso: "Io diventerò veterinario!"; "Io invece prenderò l'azienda dei miei". Insomma, tutti con un destino ben preciso e ben delineato dinnanzi a loro. E Hachiken? Lui cosa c'entra con tutto questo mondo? Lui non ama gli animali, non è fatto per i lavori manuali, è lì solo per sfuggire dai suoi...
Da qui prende inizio la ricerca di Hachiken, la ricerca di cosa sarà, la ricerca di sé stesso e delle sue ambizioni, un viaggio travagliato fatto di lavoro, fatica, ma soprattutto interrogativi; perché Hachiken sarà anche impacciato, insicuro sul proprio futuro, ma sarà proprio questa apparente debolezza, e la lucida consapevolezza di ciò, che lo porteranno a porsi domande importanti, difficili, interrogativi dati per scontati dai suoi amici (del resto loro hanno già la strada spianata davanti a loro: che senso ha porsi domande?), che lo aiuteranno a crescere.

In tredici episodi "Silver Spoon" ci racconta tutto questo, e lo fa con lo stile proprio della commedia, ma che sa (e deve) essere serio in talune circostanze; il tutto sapientemente accompagnato da una ottima colonna sonora (in cui segnalo l'ending, meravigliosa) e da uno stile gradevole, senza eccessive sbavature.
Il chara design è, come facilmente intuibile, di Hiromu Arakawa, mangaka arrivata al successo planetario con "FullMetal Alchemist", altra opera di grandissimo spessore ma di un genere e atmosfere totalmente diversi; per cambiare così radicalmente dopo un tale successo e bissarlo ci vuole coraggio e bravura, brava!

Per concludere, ritengo di dare il massimo dei voti a questo anime (di cui tra l'altro uscirà la seconda stagione a gennaio 2014!), non tanto per il fatto di non aver trovato difetti dal punto di vista meramente tecnico, ma per le emozioni che è stato in grado di suscitare in me: non ho potuto, infatti, non seguire con trepidazione le strampalate avventure del nostro protagonista e dei suoi amici, senza che ogni episodio mi lasciasse qualcosa su cui riflettere, ricordare i bei tempi andati o, semplicemente, sorridere.


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MarcoR

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
"Silver Spoon" racconta la vita in fattoria in maniera semplice, positiva e divertente, mettendo in luce soprattutto il buono di questo stile di vita duro, ma che regala soddisfazioni (almeno a detta dei personaggi coinvolti). L'opera è breve (undici episodi) e lascia poco spazio ad approfondimenti particolari, mentre invece vengono mostrati di sfuggita diversi aspetti e settori del mondo agricolo, in una maniera che riesce a interessare anche chi, come me, è lontano anni luce dal guardare con occhi curiosi quel mondo snobbato dagli abitanti delle città.

Hachiken è uno studente modello, abituato a essere pressato dai genitori per riuscire negli studi e nella vita. Stanco di questo controllo decide di iscriversi alla scuola agricola, un po' per ribellione, un po' perché è l'unica del Paese con dormitorio, e che quindi gli consenta di restare lontano da mamma e papà, ovviamente scontenti della scelta. Superate le enormi difficoltà iniziali tipiche dello stile sobrio e schizzinoso degli abitanti della città (ha paura degli animali, vede tutto sporco, ha difficoltà a mangiare alcuni alimenti che ritiene sporchi e poco igienici dopo aver visto da dove provengono), riesce piano piano a integrarsi in un mondo e una società piena di persone abituate alla vita bucolica fin dalla nascita, molto preparati nella pratica, ma ignorantoni nello studio. Infatti Hachiken non fatica a eccellere in classe, ma è imbranatissimo nelle prove pratiche. Qui esce l'anima comica, ma anche profonda, dell'anime, che racchiude in queste due facce la propria bellezza e unicità. Con opera di umiltà si affida ai suoi nuovi amici per imparare tutto quello che c'è da sapere, e ogni puntata è un'avventura nuova, tutto contornato dal filo principale, ossia il rapporto del ragazzo con un cucciolo di maiale, Spezzatino, che prende in simpatia e aiuta a crescere sano fino al momento della macellazione, nonostante il conflitto morale che gli viene posto. Proprio il fatto di lasciare andare l'animale segna la completa maturazione di Hachiken, e ora sappiamo che ce l'ha fatta e che quella ribellione ai genitori si è trasformata in una vera e propria passione.

Le puntate sono tutte godibili, danno un senso di pace e tranquillità. E' una serie da vedere a cuor leggero quando si ha voglia di pace. La cosa più bella è proprio quella di riuscire a trasmettere quanto il ritmo in campagna sia più lento rispetto a quello frenetico della città, cui siamo abituati solitamente.
Ma il titolo da dove viene? Cos'è questo Silver Spoon? Il nome deriva dall'usanza di regalare a un neonato un cucchiaino d'argento, perché un tempo si riteneva che l'argento avesse proprietà magiche e tenesse lontani gli spiriti cattivi. Questo cosa c'entra con l'opera? Nulla, rappresenta un minuto di una puntata in cui si vede un cucchiaio simbolico appeso al muro della mensa. In questo caso il titolo è scollegato dall'opera, almeno per quanto si vede nella prima stagione dell'anime. È infatti confermata una seconda stagione, prevista per l'anno prossimo, il 2014.

La storia in sé non rappresenta nulla di eccezionale, uno slice of life con apparentemente nulla da dire, ma la magia si trova invece nel modo di raccontarlo, quella pace di cui parlavo prima. Una serie che mi sono guardato tutta di un fiato quando era appena finita e che mi ha catturato nonostante i pregiudizi che avevo. Di conseguenza mi sento di consigliarla a tutti, anche a quelli abituati a un altro tipo di genere, perché costituisce una piacevole eccezione. Voto: 8.


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Elam

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
"E' con viva e vibrante soddisfazione" che voglio scrivere i miei due cents su "Silver Spoon", un breve e spensierato anime "scolastico" intriso di sottile ironia e saggezza popolare, ambientato in un istituto agrario giapponese, la Ezono. Signori, non abbiamo demoni da sconfiggere, non ci sono spiriti e fantasmi, non ci sono ragazzini che salgono sopra robot, non ci sono katane né si urla per trovare dentro sé stessi quel potere che solo l'eroe possiede, non ci sono gonnelline ascellari, non ci sono le ragazzine mononeuroniche agghindate come confetti che sorseggiano il tè con il maggiordomo, non c'è magia, se non quella della genuina narrazione, e, grazie all'autrice, non abbiamo le puntate fotocopia con la giornata in piscina, al mare, al parco divertimenti o davanti alla coppa gelato alta 40 cm! Se non riuscite ancora a credete a ciò che state leggendo, aggiungo che le ragazze spesso sono vestite in tuta, quelle tute comode da lavoro che non mostrano nulla... incredibile, ma dovevamo aspettare il 2013 per vedere un anime così originale?!

Il protagonista è un ragazzo di nome Hachiken, un figlio di papà benestante ma non ricco, che sta attraversando un periodo molto difficile nel rapporto con i suoi genitori. E' l'adolescenza, tutti ci siamo passati, alcuni la prolungano per anni (ma non voglio divagare). Hachiken, in contrapposizione al volere dei suoi, lascia Tokyo e si iscrive a un istituto agrario in campagna, frequentato da figli di contadini che non hanno altro sogno se non portare avanti l'azienda di famiglia. "Hachi" si troverà così a frequentare un istituto in cui molti ragazzi hanno un obiettivo e hanno esperienza di vita a lui sconosciute. Al contrario, Hachiken è molto bravo nello studio, ma meno nelle attività pratiche. Negli undici episodi di questa serie (non conclusa, ma che copre solo i primi sei mesi di scuola) Hachi, da studente modello ma senza anima e scopo nella vita, inizia a maturare e a fare esperienze costruttive di vita, alcune della quali molto profonde. Nei primi episodi lo troveremo alle prese con lo stupore (ironico e a volte demenziale) di come funzionano le cose in natura, mentre già dal terzo episodio in poi la storia diverrà molto più umana (senza mani annoiare) e Hachiken si porrà degli interrogativi sul senso delle cose e della vita, affrontate con leggerezza ma non con banalità. "Silver Spoon" ha infatti questo dono: l'autrice di "Fullmetal Alchemist" ("no paia", qui abbiamo una fuoriclasse) riesce ad affrontare temi importanti e profondi con leggerezza, narrando con "gusto" alcuni passaggi senza mai scadere nel banale, se non per rendere ridicole e ironiche alcune "scenette".

I personaggi sono molto ben caratterizzati, anche se troviamo alcuni stereotipi o personaggi macchietta (per questo non do 10) e alcuni passaggi sono un po' troppo semplicistici (per esempio, quando si pensa di creare un marchio scolastico per la carne di maiale nutrito a siero di latte, beh, tra il dire e il fare...), però tutto è funzionale alla storia. Vedremo molte scene in cui i protagonisti sono a contatto con mucche, maiali, cavalli, galline... in generale diciamo che le scene sono "lindissime", e credo che nella realtà, a parte l'odore a cui fanno cenno qualche volta, le condizioni siano più al limite e meno patinate.
Le sigle sono orecchiabili e mettono allegria, e in particolare la sigla finale mi sono trovato a fischiettarla mentre facevo i lavori di casa. I disegni vanno molto bene per il tipo di anime, che del resto non aveva bisogno di grandi cose; solo in un caso ho notato un'auto in 3D che era un po' slegata dallo sfondo. Ecco, per un'anime così li spendo volentieri i soldi, anzi, direi che è un investimento visto l'energia positiva che emana; inoltre mette allegria, è concreto in alcuni passaggi, fa riflettere. Davvero un piccolo gioiello da vedere e da mostrare a chi pensa che l'animazione giapponese sia tutt'altro.


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ladynera

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Silver Spoon è un anime della stagione estiva 2013, felice acquisto da parte della Dynit, seguito dalla sottoscritta nella piattaforma gratuita PopCorn Tv, trasposizione dell'omonimo manga di Hiromu Arakawa ("Fullmetal Alchemist"), edito in Italia dalla Planet Manga.
Questa è la tipica opera che, presentandosi come una commedia e un semplice slice of life, ti apre un mondo sconosciuto ai più, ricco di riflessioni e sentimenti opposti. Prima le grasse risate regalate da una commedia riuscitissima, poi la cruda realtà presentata da uno slice of life che ti insegna a vivere.

In Silver Spoon vi sono tanti aspetti contrastanti, a partire dalla bonarietà del protagonista, che, entrato a far parte di una scuola agraria, da tipico ragazzo di città abituato a stare sui libri e poco pratico dei lavori manuali, si trova spiazzato dalla vita alla Ezono, risultando a prima vista quasi uno scansafatiche. Ma non è certamente cosi, avremo modo infatti di apprezzare a pieno le capacità del giovane Hachiken, che, nonostante le mille difficoltà, si prodiga per gli altri e per la riuscita del proprio lavoro con una forza di volontà invidiabile, tra mille idee e colpi di genio.
Sicuramente non sono molti quelli, estranei al mondo dell'allevamento e dell'agraria, a conoscere i complessi meccanismi che portano avanti il lavoro che ci dona le materie prime. In primis, quanto sia duro dover avere a che fare con degli esseri viventi, crescerli e nutrirli, cercando di non lasciarsi prendere da sentimentalismi, sapendo che quella che cresci è una vita con il solo scopo di diventare nutrimento per la massa. È un argomento così difficile e delicato, che persino Hachiken, pur affrontandolo, si domanda se riuscirà mai a venirne a capo.
Questo è solo uno dei tanti problemi che sorge nella vita dell'allevatore. Alla Ezono si formano anche i veterinari; questo mi ricorda che molti da piccoli hanno questo sogno, purtroppo però la realtà di quel lavoro è ben più difficile e crudele, e richiede una ferma convinzione e forza d'animo.
Chi è pronto a recepire i messaggi che ci dona quest'opera, imparerà molto sulla vita e sul coraggio che serve ad affrontare delle scelte difficili; troverà sicuramente mille spunti di riflessione, non si capaciterà di alcune cose, altre le rifiuterà a prescindere, ed è normale, perché ognuno ha la propria sensibilità. Per fortuna, ad addolcire il tutto, vi è quel lato comico e scanzonato che strapperà tante risate, gag colorate e ricche di simpatia.

Un altro lato positivo, oltre a quelli sopraelencati, è il modo in cui i tanti personaggi si intrecciano tra di loro; le vite, i caratteri così diversi, trovano una via di comunicazione, un modo di coesistere, persino aiutarsi e venirsi incontro, legati ognuno dalla consapevolezza di quanto sia dura questa vita. Ogni personaggio, che sia tra la rosa dei protagonisti o meno, ha il suo momento di ribalta, dove rivelerà parte del suo carattere, ci regalerà perle di saggezza e profonde confessioni, siano esse velate o palesi.
I quesiti che mi pongo sono tanti, troppi direi; è riuscito a smuovere la mia coscienza, e la cosa che mi stupisce di più è il fatto che Silver Spoon non sia nato con la pretesa di essere qualcosa di diverso dal suo genere, ma, andando avanti, si è rivelato trascendentale, elevandosi a qualcosa di più. Quando ho letto che durava solo undici episodi ho capito subito che non ci sarebbe stato un vero finale; infatti è proprio cosi, l'undicesimo episodio non è in nessuna maniera dissimile dai precedenti, e spero che questo significhi che in un prossimo futuro potremo vedere un Silver Spoon 2.

Il comparto grafico è buono, il chara non è il solito, e di per sé è cosa buona e giusta, è semplice e pulito. Le soundtrack non sono degne di nota, quanto meno per me.

In conclusione, questa è una di quelle piccole e scintillanti perle che si nascondono ai molti, per poi venire scoperte e rivelare tutto il loro splendore. La consiglio vivamente a tutti, sia a chi è in cerca di una commedia per farsi quattro risate, sia a chi vuole uno spunto su cui riflettere, qualcosa più serio e maturo.


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Rygar

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
La stagione estiva 2013 non ha certo brillato per la quantità di opere di notevole fattura, eppure qualcosa di buono (se non distinto) c'è. Questo qualcosa è "Silver Spoon", una vera sorpresa, sia per l'originalità dell'opera stessa (uno scolastico agricolo), sia per il fatto che è stato concepito nientemeno che dall'autrice di "Fullmetal Alchemist", agendo in totale discontinuità con la sua opera precedente.
"Silver Spoon" è un'opera della stagione estiva 2013 di undici episodi di durata canonica. Nella stagione invernale 2014 è prevista una seconda serie. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2011. Il nome dell'opera deriva dall'antica usanza di regalare un cucchiaio d'argento ai bambini, affinché potessero crescere sani e forti.

Trama: Yugo Hachiken è uno studente proveniente dalla città di Sapporo, trasferitosi nell'istituto agrario di Yezo. Non essendo riuscito a qualificarsi per il liceo a cui ambiva, ha ripiegato in questa scuola per ottenere ottime valutazioni con i minimi sforzi; tuttavia, è ancora all'oscuro di quanto possa essere dura la vita presso un istituto agrario, tra pulizia delle stalle e degli animali, mungiture e... macellazione di carni. Egli scoprirà suo malgrado in che modo sono prodotti i suoi alimenti e, nonostante si rammarichi dell'uccisione di animali, dovrà trovare la forza per continuare in quella direzione, volente o nolente.

Grafica: semplice ma vincente, perfettamente adatta al contesto. Le ambientazioni sono gradevoli, magari non molto varie, tuttavia sono discretamente curate e con un buon livello di dettaglio. Le animazioni sono fluide quanto basta per le esigenze della serie. Il character design è simpatico e gradevole. Animal design simpatico e realistico.

Sonoro: perfetto per la serie. L'opening è convincente e dinamica, l'ending molto "campagnola", le OST carine e gradevoli, gli effetti sonori estremamente realistici e convincenti, il doppiaggio perfetto.

Personaggi: ottimo lavoro! Che siano seri o parodistici, i personaggi di "Silver Spoon" godono di un'ottima caratterizzazione. Leggeri e spassosi quanto basta, sanno essere anche riflessivi e introspettivi. L'evoluzione psicologica è presente per i limiti della serie. L'interazione a livello di gruppo è ottima.

Sceneggiatura: l'opera si rivela molto ben eseguita. La gestione temporale è perfetta per la serie, tranquilla, fluida, lineare, senza fastidiose interruzioni; ogni tanto c'è qualche flashback sulle medie, ma non turba la fruibilità dell'opera. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Le scene d'azione sono più che altro focalizzate sullo sport/passatempi, il fanservice è quasi inesistente. I dialoghi sono complessivamente buoni.

Finale: l'episodio undici era un finale? Non mi era parso minimamente, sembrava un episodio come tutti gli altri e, se non avessi letto che la serie "terminava" a undici episodi, avrei tranquillamente aspettato il dodicesimo. Per cui non mi sembra molto risolutivo e non vedo chiusure di archi narrativi.

In sintesi, "Silver Spoon" è stata una gradevolissima sorpresa. Un'opera che sa essere sia leggera che riflessiva, non manca mai di divertire e di far riflettere, offrendo un nuovo e potenzialmente fertile orizzonte per l'animazione (rurale) giapponese. Data la natura dell'opera mi sento di consigliarla a tutti.


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Izaya_Orihara

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Le sorprese più piacevoli arrivano da serie scartate in partenza, per poi essere ripescate a un secondo giro. Serie da cui non ci si aspetta molto, ma che riescono ad accontentare appieno lo spettatore. Silver Spoon è una di queste. Serie della stagione estiva 2013, tratta dall'omonimo manga ancora in corso di Hiromu Arakawa (autrice di successo grazie allo shounen Fullmetal Alchemist), è stata licenziata in Italia dalla Dynit, per poi essere mandata in onda gratuitamente - e legalmente - su PopcornTV. Per gennaio 2014 è già annunciata una seconda serie.

Hachiken Yügo è un ragazzo molto tranquillo. Per separarsi dalla famiglia si iscrive a un'importante scuola di agricoltura, l'Ezono, provvista di un bello, quanto grande, dormitorio. Il tanto giovane quanto ingenuo ragazzo però non sa quali difficoltà lo aspettano: il passaggio da città a campagna sarà molto difficoltoso per il nostro giovane protagonista. Inizierà a convivere con il "mondo di campagna" in seguito, riuscendo in un lungo cammino ad apprezzarne i contenuti, a volte dubitandone, a volte abituandosene semplicemente.

Silver Spoon è una commedia slice of life, un viaggio verso i sapori e le bellezze che la natura ci offre. Un anime molto istruttivo che ci insegna tutti gli usi e ci mostra interessanti novità del mondo campagnolo; semplice, scorrevole e divertente grazie alle sue genuine gag, che non mancheranno mai nel corso della storia. Ma proprio nella sua semplicità quest'anime riesce a sbocciare e a riuscire a impressionare lo spettatore per la sua notevole scorrevolezza. La visione non sarà mai stancante, e questo è un pregio enorme.

Hachiken rappresenta più o meno me stesso: da buon cittadino, non capisce niente di campagna e la sottovaluta un po'. Piano piano riuscirà a conviverci e a lavorare come si deve, rimanendo perplesso a volte. Il protagonista è davvero ottimo, riesce ad avere uno sviluppo psicologico fenomenale, convivendo con la campagna e accettando, nel corso della storia, "il mondo animale" e tutti i problemi riguardanti l'affezionarsi agli animali con la coscienza del loro macello, etc. Su questo Hachiken è indietro un tassello rispetto ai suoi compagni che già convivono con questa idea, che per loro è totalmente normale, mentre lui si dovrà abituare, nonostante rimanga perplesso un po'. Gli ultimi episodi rappresentano per lui episodi chiave per l'accettazione di queste tematiche fondamentali. Oltre a questa tematica, ne troviamo delle altre, sempre riguardanti questo fantastico e piccolo mondo.

Gli altri personaggi, come già detto, non avranno bisogno di avere questo sviluppo, perché già abituati a questo mondo, e quindi nel corso della storia saranno un po' anonimi, ma riusciranno comunque a divertire lo spettatore con le loro simpatiche gag. L'animazione si mantiene sempre su un ottimo livello, mentre il comparto sonoro è ottimo sotto tutti gli aspetti: l'opening e la ending sono davvero buone e orecchiabili, mentre le OST sono fantastiche e riescono a coinvolgere sempre lo spettatore. Lo stile dei personaggi si avvicina molto alla realtà, e l'autrice non disegnerà solo personaggi belli e muscolosi per avvicinare di più lo spettatore (o meglio, il lettore), anzi, non saranno esenti personaggi grassi o troppo flaccidi come è giusto che sia.
Silver Spoon è un mix di sane risate, riflessioni, filosofia animale e una visione totalmente scorrevole. Ne consiglio la visione a tutti; davvero una piacevole sorpresa.