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andynest

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
"Saint Tail" (da noi "Lisa e Seya un solo cuore per lo stesso segreto") parla di una ragazza di nome Meimi Haneoka, che di giorno è una normale studentessa delle medie di una scuola cattolica e di notte si trasforma nella ladra Saint Tail, che ha il compito di rubare a delle persone poco raccomandabili ciò che loro stessi avevano rubato ai loro legittimi proprietari. Verrà ostacolata ogni volta da Daiki Asuka Jr., un suo compagno di classe detective che ha l'unico scopo di catturare Saint Tail, non sapendo che Meimi e Saint Tail siano la stessa persona. Ad aiutarla ci sarà Seira, suora novizia e compagna di classe che puntualmente tramite le confessioni dei credenti rivela a Meimi chi ha bisogno di aiuto.

La serie fa parte del genere maho shojo, presenta perlopiù episodi autoconclusivi, ma nessuno di essi va a pesare sulla visione dello spettatore, anzi lo stesso si fa trascinare piacevolmente dagli eventi, rilassandosi e mettendosi di buon umore. In Italia la serie è stata abbastanza censurata: oltre che per le modifiche ai nomi, anche la scena della trasformazione è stata tagliata, visto che comincia con una preghiera di Meimi; inoltre il personaggio di Seira in Italia viene diviso in due, ovvero due sorelle gemelle, una novizia e l'altra studentessa. Ma a parte questo, rimane sempre godibile. Il comparto tecnico è ottimo e ben curato, le musiche pure, gli episodi aggiuntivi al manga non fanno altro che migliorarlo e aumentare la caratterizzazione già buona dei personaggi.

Chi ama il genere è un must che deve assolutamente vedere!


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Fabio Daiki

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
"Saint Tail" nasce dalla matita di Megumi Tachikawa nel 1994, diventando un anime di quarantatré episodi nel 1996, prodotto dalla Tokyo Movie Shinsha. In quest’opera possiamo notare subito i molti riferimenti religiosi, dal titolo, che tradotto letteralmente è "Santa Coda" o "Sacra Coda", dai personaggi principali della storia, fino alle confessioni dei fedeli e alle preghiere della protagonista che recita prima di entrare in azione. La scelta di rendere quest’opera molto religiosa è stata proprio della Tachikawa, in quanto molto credente ha voluto appunto mettere questo suo aspetto in "Saint Tail".

Trama: Meimi Haneoka è una ragazzina di quattordici anni che frequenta l’istituto religioso Saint Paulia; di giorno è una ragazzina come tante, ma di notte si "trasforma" nei panni di Saint Tail, misteriosa ragazza che ruba ai ladri per riportare il maltolto ai legittimi proprietari. Le sue missioni sono seguite e indirizzate dalla sua amica Seira, suora novizia, che attraverso le confessioni dei fedeli riferisce a Meimi quando e dove andare in missione. Nonostante le sue opere di bene, Saint Tail inizia a sfidare la polizia attraverso trucchi di magia, i quali non le renderanno vita facile, in quanto la polizia stessa cerca di scoprire l’identità della misteriosa ragazza, diventando essa stessa una sorta di celebrità. Ad aggiungere ancora più pepe alla storia, vi sarà l'affascinante investigatore Daiki Asuka Jr., figlio dell’investigatore Asuka, che nonostante la sua giovanissima età viene incaricato dal sindaco stesso di catturare la misteriosa ladra, tanto da donargli una medaglia di riconoscimento per compiere la tanto agognata missione! Di lì Asuka, durante la prima “lotta” tra i due, chiederà a Saint Tail non solo di avvisarlo tutte le volte che andrà in missione, ma anche che sarà solo lui a catturarla e che non deve permettere a nessun altro, escluso lui, appunto di arrestarla.
A differenza di tutte le altre majokko, Saint Tail non lo è, pur assistendo alla classica trasformazione di rito che di solito hanno le maghette per cambiarsi dagli abiti civili, assumendo il travestimento da eroine. Saint Tail è solo una prestigiatrice, infatti recita la preghiera attraverso il suo cristallo/ciondolo per cambiarsi d’abito, per poi diventare esso stesso una spilla che si attacca sul fiocco che porta sul petto. Un’altra diversità dalle altre maghette sono gli attacchi magici, lei adopera solo trucchi di magia, utilizzando lo zaffiro rosso incastonato sul suo scettro.

L’anime è abbastanza fedele al manga, sia come storia che come character design, infatti Junko Abe è riuscito al meglio a rendere lo stile molto bello, pulito e grazioso. Le animazioni sono davvero bellissime, lo stesso vale per le musiche; la differenza tra anime e manga sono alcuni allungamenti negli episodi, a differenza dell’opera principale che è molto più veloce, tanto da darti l’idea del voler essere troppo sbrigativa. Come ogni opera di quei tempi, l’anime presenta molti episodi filler e spesso autoconclusivi, ma che nonostante tutto rendono gradevole e simpatica e alquanto rilassante la visione di questo anime. Ho apprezzato molto le caratterizzazioni, la tranquillità di Seira, l’astuzia e simpatia di Meimi e l’impulsività di Daiki, e soprattutto il personaggio di Saint Tail riesce a farti innamorare proprio della sua furbizia, la bellezza e l’agilità nel non farsi beccare ogni volta da Daiki che la insegue per poi arrabbiarsi. Anche gli altri personaggi che incontriamo nella storia rendono tutto ciò spensierato e divertente. Pur mancando di colpi di scena accattivanti, i personaggi che appaiono nella storia sia nelle puntate riempitive sia non danno continuità alla storia, e riescono a intrattenere e far continuare a proseguire, senza perdere il ritmo grazioso e comico.

Ahimè, anche questa perla graziosa è finita nelle mani di Mediaset, che ha fatto il suo fantomatico lavoro, cambiando molti elementi chiave dell’opera. Tutti i riferimenti religiosi sono stati eliminati, infatti il titolo diventa "Lisa e Seya un solo cuore per lo stesso segreto", la graziosa opening "Toki wo Koete" e la spensierata "Ashita e to Kakedashite Yukou" vengono sostituite (idem per le meravigliose e rilassanti ending) dalla ridicola nonché terribile sigla nostrana, come di consueto cantata appunto da Cristina D’Avena, a cui si legano delle scene spezzettate che troveremo nell’anime. Ovviamente, essendo che l’opera è di per sé religiosa, il personaggio di Seira, ovvero la suora novizia, amica del cuore di Meimi, ebbero la geniale idea di farla sdoppiare come personaggio, poiché nell’anime in abiti da civile è una normale studentessa, finite le lezioni si reca in chiesa, ed essendo appunto una suora novizia, lei “studia” appunto per proseguire la sua strada da sposa di Dio. Seira quindi in Italia diventa sia Mara (amica del cuore di Lisa, cioè Meimi, che conosce la doppia vita della sua amica) e Sara (ovvero la suora novizia, che in questo caso non è a conoscenza del segreto di Meimi). In poche parole Seira si sdoppia, diventando due personaggi diversi, ovvero le due sorelle gemelle Mara e Sara! Daiki Asuka Jr. diventa Alan, e ovviamente Meimi diventa Lisa, e Saint Tail viene chiamata purtroppo Seya. La cosa ancor più ridicola della censura, oltre ai dialoghi banali, infantili e spesso ridicoli, come la voce narrante a fine episodio, il doppiaggio che personalmente non sopporto minimamente, in quanto le voci non sono affatto adatte ai personaggi, sono le censure della trasformazione e la preghiera finale! Quando si trasforma, lei invoca il Signore, recitando “Signore perdonami per i trucchi e gli inganni che userò”, sostituito dalla banale formula “Che la giustizia trionfi nei nostri cuori”. Ovviamente a fine trasformazione sia Saint Tail che Seira pregano il Signore affinché vegli su di loro, “Che la benedizione di Dio sia con noi": quest’ultima scena viene completamente tagliata.

Personalmente, io amo follemente quest’opera, tanto da essere uno dei miei anime preferiti, per diversi e svariati motivi; come voto do un 8 meritato per i motivi che appunto ho detto poco fa. Nel mio cuore, tuttavia ha un 10, ma per obiettività diventa un 8 completamente meritato.


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Helena90

Episodi visti: 43/43 --- Voto 6,5
"Saint Tail" è un anime dell'ormai lontano 1995 che ha come protagonista una ragazza normalissima, Meimi (Lisa nella versione italiana), la classica pasticciona e non molto brava a scuola, che di sera si trasforma in una fantomatica ladra dal cuore d'oro, Saint Tail appunto (Seya nella versione italiana, e devo dire che apprezzo questo "nickname" molto più intrigante di "Santa Coda"). Non pensate però al leggendario Robin Hood, perché la nostra ladra preferita ruba oggetti, preziosi e non, per riportarli ai legittimi proprietari. E' la sua compagna di scuola nonché novizia a spiegarle la realtà dei fatti, in quanto le persone vanno presso di lei per raccontare tutti i loro problemi, e l'amica, in barba al segreto confessorio, dice a Seya dove mettere a segno i suoi famosi colpi per risolvere le più svariate situazioni. Sulle sue tracce c'è però la polizia, in persona di Asuka Jr. (Alan in Italia), il cui unico obiettivo è catturare Seya e svelare la sua vera identità... perché logicamente non capisce proprio che è la sua compagna di scuola Meimi. Troppo difficile.
Eppure, nel corso della serie ha avuto non pochi indizi, tutti conducenti a un unico individuo, ma lui niente. Lasciamo stare.

La particolarità di questa serie comunque è che la nostra Meimi non ha ricevuto in dono alcun potere magico. Usa semplicemente dei trucchi di magia (seppur notevolmente edulcorati), che ha appreso dal padre, e le sue abilità di ladra, ereditate dalla madre.
La serie è molto leggera, ogni episodio perlopiù autoconclusivo termina sempre con la vittoria della nostra Seya sul povero Alan (che però, diciamolo, si fa proprio infinocchiare!), quindi non ci sono colpi di scena né storie particolarmente avvincenti, e anche i personaggi sono abbastanza anonimi (salvo giusto la protagonista); pertanto, per quello che offre, sono dell'opinione che quarantatré episodi siano troppi. Alla fine, sappiamo tutti come finirà.

Tutto sommato, però, è una bella serie, il doppiaggio non è proprio eccelso e, anche in questo caso, l'anime non è esente da censure, specie per quanto riguarda tutti i riferimenti religiosi.


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edgofglory

Episodi visti: 43/43 --- Voto 9
"Kaitou Saint Tail" (che ai tempi di Bim Bum Bam fu nominato "Lisa e Seya - un solo cuore per lo stesso segreto") è un anime che può essere molto gradevole per chi è affascinato dalla figura del ladro buono o del giustiziere misterioso ("Lupin III", "Occhi di Gatto" per stare in terra giapponese, "Robin Hood" o "Zorro" se si sconfina nella letteratura) e per chi ama gli intrecci tipici del contesto scolastico o adolescenziale. Meno per chi è in cerca dell'azione spasmodica o di avventura dagli esiti incerti. Non è un'opera ricchissima di colpi di scena, ma allo stesso tempo, specialmente se si sviluppa affetto verso i personaggi, non risulterà mai noiosa. Chi scrive può assicurare che una storia del genere poteva aver benissimo il doppio dei capitoli, e non è una cosa che si riscontra facilmente. È facile rivedersi in Alan (Asuka Jr, ma per me rimarrà sempre Alan, perché il nome nipponico porta a tutt'altri personaggi) e prendersi una cotta per Lisa (Meimi) e soprattutto per Seya (Saint Tail), specialmente se si è ai primi passi nell'universo giapponese (lo vidi per la prima volta quando avevo quattro anni, perciò...). Ma anche a distanza di anni dalla prima visione non si fa fatica a considerarlo un grande percorso da (re)intraprendere, merito anche dell'eccellente realizzazione grafica (per gli anni '90 era dura far meglio) e delle gradevolissime musiche (anche se un paio di brani aggiunti nella seconda parte risulteranno un po' infantili). Il grande rimpianto di questa serie, che in Giappone è un must nel filone delle magic girls, oltre a qualche falla (non eccessiva, tutto sommato) nella trama, è il doppiaggio: ai tempi Mediaset modificava tanto alcuni dialoghi, spesso troppo, e purtroppo qui assistiamo a un vero e proprio stupro in alcuni casi, considerando oltretutto che la scena più commovente dell'intera opera non ha alcuna traccia in italiano. Peccato, le infinite voci di Emanuela Pacotto e Patrizio Prata su tutti meritavano miglior trattamento.
In sintesi, è un anime che meriterebbe un 8 pieno, ma, solo per il fatto che senza di esso non avrei coltivato così spontaneamente la passione per il mondo dell'animazione nipponica, gli attribuisco un 9.


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Laguna84

Episodi visti: 43/43 --- Voto 9
Premessa
Tratto dal manga di Megumi Tachikawa, "Saint Tail" è stato uno dei primi anime che ho visto da ragazzo e che, a dispetto di molte altre serie degli anni '90, mi è piaciuto moltissimo. Recentemente mi è venuta un po' di nostalgia e ho deciso di rivederlo. Nel farlo mi sono venuti un po' di dubbi e, nel cercare le risposte, ho scoperto le pesanti modifiche fatte dallo staff italiano che mi hanno spinto a preferire la versione in lingua originale e sottotitolata. Questa decisione me lo ha fatto apprezzare molto più di prima.

Trama
La serie vede protagonista Meimi Haneoka, studentessa di quattordici anni, che nella notte si trasforma in Saint Tail, una ladra molto agile e scaltra. La fantomatica ladra sfrutta i trucchi di magia per effettuare furti ai danni di mascalzoni, con l'intento di rendere il maltolto ai legittimi proprietari. A cercare di catturarla è Daiki Asuka (da tutti chiamato Asuka Jr.), figlio di un ispettore e compagno di classe di Meimi, verso il quale la ragazza scoprirà presto di nutrire dei sentimenti.

Disegni
I disegni sono molto semplici: occhi grandi, nasi piccoli che spariscono nelle situazioni di forte imbarazzo e teste che aumentano a dismisura quando urlano in faccia a qualcuno. Tuttavia è proprio per questa sua semplicità che è diventato uno dei miei preferiti.
Essendo uno shojo, l'anime è indirizzato prevalentemente verso un pubblico femminile e pertanto non presenta scene di tipo ecchi o fanservice.

Sonoro
Nella versione giapponese abbiamo una opening per i primi ventiquattro episodi e una per gli altri diciannove, delle quali gradisco molto la prima. Tre sono invece le ending: la prima ha toni lenti e romantici e anch'essa riguarda i primi ventiquattro episodi, vale la pena ascoltarla almeno una volta; le altre due si dividono i restanti episodi, in particolare la seconda mi ha strappato qualche sorriso, non tanto per il sonoro quanto per il video.
La sigla italiana fa da apertura e chiusura per tutta la durata della serie. E' una tra le sigle cantate da Cristina D'Avena che mi sono rimaste impresse nella memoria.

Commento finale
Do un 9 e non un 10 alla serie solo perché ho trovato un po' eccessivo il rispetto dei Giapponesi nel preferire l'uso del cognome al posto del nome. Il nome Daiki, infatti, compare solo in un paio di casi e solo a titolo informativo. Il finale è ottimo ma non sarebbe stato male un OAV supplementare.


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Himy86

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
Da piccola guardavo con piacere tutti gli anime che la Mediaset proponeva al giovane pubblico di telespettatori, e tra i tanti c'era anche Saint Tail, o meglio "Lisa e Seya - un solo cuore per lo stesso segreto" (i titoli italiani sono sempre così strani!). Devo confessare però che non ricordo esattamente tutte le puntate di questo anime, forse perché in fondo non mi ha poi presa più di tanto rispetto agli altri anime che guardavo all'epoca (come "Sailor Moon", "Hime-chan", "Kiss me Licia", "Rayearth" ecc. ecc.), ma ricordo perfettamente il finale e mi piacque tantissimo. La storia più o meno la conoscono tutti:
L'inafferrabile ladra e prestigiatrice Seya, che in realtà è la timida e generosa Lisa, studentessa nel collegio cattolico di Saint Tail, pronta a trasformarsi di notte per vendicare le vittime di soprusi, "rubando" tutto ciò che è stato ingiustamente sottratto ai legittimi proprietari e restituirlo a quest'ultimi. Verrà aiutata dalla sua compagna di scuola Sara e da sua sorella Mara, una novizia (ecco la prima grande censura italiana, perchè nel manga Sara-Mara sono la stessa persona, ma per non "turbare" gli adolescenti, hanno deciso di farle diventare due gemelle. Mah!). Protagonista della storia è anche Alan, compagno di scuola e di classe di Lisa, figlio dell'ispettore di polizia inizialmente incaricato di arrestare Seya, ma deciso ad aiutare il padre nell'arresto della ladra. Inizia così un rapporto di "sfida" tra ladra e poliziotto, per cui Seya inizierà a preannunciare ad Alan i propri furti, inviandogli dei messaggi stravaganti quanto plateali. Lisa, nel frattempo, continuerà il suo rapporto di bisticci quotidiani con Alan, ma il rapporto tra i due si farà sempre più stretto, finchè da una semplice amicizia nascerà qualcos'altro.
Ovviamente, come ogni shoujo che si rispetti, non può mancare la storia d'amore tra i due protagonisti e compagni di scuola, così come gli antagonisti pronti a mettere i bastoni tra le ruote ai nostri beniamini, tra cui Rina, nipote del sindaco e anche lei innamorata di Alan, e Sergio, fotografo a caccia dello scoop sull'identità vera di Seya e spasimante di Lisa. Nel finale dell'anime, Alan scoprirà la vera identità di Seya, e non solo... Non svelo altro, guardatelo e capirete cosa intendo.
Passiamo alle mie considerazioni personali: Mi dispiace molto non essere riuscita a procurarmi il manga, serializzato dalla rivista "Amici" nei numeri 1-20 e 23, perché se lo avessi letto avrei potuto fare un paragone tra la versione cartacea e quella animata. Spero vivamente che qualche casa editrice prenda in considerazione l'idea di ridarlo alle stampe, così tutti quelli che come me non sono riusciti a leggerlo possono finalmente farlo.
Per quanto riguarda l'anime, penso che sia davvero molto carino, anche se la tematica trattata non è affatto nuova nell'orizzonte Majokko. Infatti l'autrice del manga, Megumi Tachikawa, per il personaggio di Seya si è ispirata a Magica Emi, a "Lupin III" e ad "Occhi di Gatto", e non solo per quanto riguarda le caratteristiche della protagonista, ma anche per la tematica generale e per le avventure che Seya vive durante gli episodi.
Anche se non sono riuscita a leggere il manga, mi sono molto informata sulle differenze tra questo e la versione animata e quindi so che le censure sono state tante, soprattutto perché l'autrice ha inserito numerosi riferimenti cristiani e cattolici nella storia (alcuni dei quali errati), in gran parte eliminati dall'edizione italiana della serie, che ha comportato inoltre numerosi adattamenti. Nonostante tutto, la storia procede abbastanza bene, senza particolari pretese. Ho molto gradito l'obiettivo di Seya, che come "Robin Hood" combatte contro gli ingiusti e i prepotenti per aiutare coloro che hanno subito dei torti e che hanno bisogno di qualcuno capace di rendere loro giustizia. In più c'è l'elemento "magia", che permette alla protagonista di compiere grandissimi e spettacolari giochi di prestigio, coi quali riesce a confondere e ad ottenere i risultati sperati. Quindi, penso che questo anime sia meritevole dell'8 che gli ho dato e lo consiglio a tutti quelli che non l'hanno ancora guardato, che non lo conoscono o che lo reputano troppo "datato".
E' piacevole, a tratti divertente, fa riflettere anche su varie tematiche e questioni riguardanti la vita di ogni giorno, oltre ad esaltare i valori della giustizia e del coraggio di ribellarsi alle cattiverie e ai torti subiti, dell'amore che supera qualsiasi ostacolo e del fascino che ha sempre esercitato la magia nella storia dell'uomo. Lo ricorderò sempre con un sorriso.


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vampirosolitario91

Episodi visti: 43/43 --- Voto 7
Questo sì che era un bell'anime! Da piccola Lisa e Seya era uno dei miei anime preferiti, dai disegni curati, dai colori accesi, dagli abiti come sempre strani ma che lasciano il segno, dai personaggi simpatici, insomma, bello.
La protagonista Lisa, solita pasticciona non brava a scuola di notte si trasforma in Seya, una ladra gentildonna, che ruba qualsiasi cosa per riconsegnarla al legittimo proprietario, perciò si parla di quadri, gioielli, bambole, ecc...
Come sempre c'è un pizzico di romanticismo, e infatti l'antagonista nonché detective della polizia è Alan, compagno di classe e ragazzo di cui Lisa si scopre innamorata.
Il mio voto è un 7 per via del boom di maghette che c'è stato in quel periodo, anche per i tratti molto somiglianti tra una serie e l'altra.
Lisa e Seya è un anime piacevole senza pretese, un tuffo nel passato per ricordare l'infanzia.

simona

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simona

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
Questa serie è davvero molto bella! La storia s'intreccia tra una trama del tutto romantica e una più avventurosa, fino alla fine quando Alan finalmente scopre la vera identità della ladra. I disegni hanno anche loro un fascino particolamente bello, le sfumature durante la trasformazione, e nelle preghiere di Seya sanno rendere l'atmosfera della serie più tranquilla e ricca di pace. Una particolarità molto bella della serie è che nella parte finale c'è sempre un colpo di scena.


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Nausica

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
Serie simpatica e gradevole, senza molte pretese ma con una trama capace di coinvolgere il pubblico più giovane.
Al centro della storia l'inafferrabile ladra e prestigiatrice Seya, ricercata dalla polizia e dal giovane investigatore Alan. Ma dietro le azioni della piccola maga si nasconde la timida Lisa, studentessa nel collegio cattolico di Saint Paul, pronta a trasformarsi di notte per vendicare le vittime di soprusi, ovvero rubare quanto è stato ingiustamente sottratto e restituirlo ai legittimi proprietari. Ovviamente non può mancare la storia d'amore tra i due protagonisti e compagni di scuola, il poliziotto Alan e la ladra Seya/Lisa, così come gli antagonisti pronti a mettere i bastoni tra le ruote ai nostri beniamini, tra cui Rina, nipote del sindaco e anche lei innamorata di Alan, e Sergio, fotografo a caccia dello scoop sull'identità vera di Seya e spasimante di Lisa.Nel finale non mancherà l'avversario più difficile, i nostri saranno in difficoltà e tutti i nodi verranno al pettine....
Insomma, la trama non sarà certo innovativa ma le avventure illusionistiche e magiche di Seya, la timidezza di Lisa e il suo segreto daranno vita ad una serie di vicende divertenti e accattivanti, capaci di coinvolgere lo spettatore.
Per quanto riguarda la grafica, forse i disegni potevano essere realizzati con più cura, soprattutto in riferimento ai volti. Tutto sommato però il risultato è comunque gradevole. peccato per i tagli inflitti da mediaset, fondamentalmente inutili per un anime senza spargimenti di sangue o scene ambigue che si rivolge in particolare, così come pensato dall'autrice, proprio ad un pubblico di ragazzi ed adolescenti.
Una serie che mi è molto piaciuta, che mi ricorda un periodo particolare della mia vita e che spero di rivedere presto in TV.

Testu

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Testu

Episodi visti: 43/43 --- Voto 7
Una serie carina, leggera e frizzante come il manga da cui è tratto. Una di quelle serie "ragazze magiche" che si distingue dalle altre per la fusione del genere magico con quello ladresco. Mi piace abbastanza, anche se rivederlo a distanza di anni me lo ha fatto rivalutare con maggiore severità. Forse avrei fatto meglio a conservare caro il vecchio ricordo. Saint Tail è certamente un anime più adatto ad una fascia giovane per via del sentimento inespresso dei protagonisti e per lo stile disimpegnato, che specie all'inizio ci presenta un nutrito piatto di smorfie, sorrisoni, imbarazzi e un eccesso di goccioloni di sorpresa. È una serie di puro intrattenimento che non si prende molto sul serio, nemmeno nei suoi due protagonisti. Il personaggio di Alan/Asuka jr. ha subito alcuni errori da vecchia scuola, quali un fulmineo abbassamento dell'acume, un carattere a tratti sgradevole, un ossessione puramente egoistica per catturare la ladra ed espedienti decisamente stupidi per fargli ricoprire il ruolo che ha. Non esiste che un minore di 14 anni solo perchè si è impicciato negli affari della polizia, rischiando di intralciarla, invece di essere punito riceva l'incarico dal sindaco di fare da investigatore/collaboratore, senza contare che il primo cittadino ha fatto lo stesso pure per i capricci della nipote Rina (presto accantonata), non solo disturbando ulteriormente le forze dell'ordine, ma mettendo la stessa ragazza in pericolo. Ancora meno credibile è che il ragazzino possa addirittura comandare in maniera spavalda dei poliziotti adulti, ridotti a macchietta comica, che gli danno retta come cagnolini sperduti. Roba che nemmeno con un commissario di lunga carriera che si è fatto un nome combattendo i peggiori boss ci si aspetterebbe, dico io, manco si trovassero davanti un piccolo prodigio internazionale incaricato dal presidente (o imperatore) in persona. A tutto c'è un limite, un pò di logica sarebbe stata gradita. Tra l'altro come ho già detto, Alan ha subito un abbassamento dell'intelletto che ostacola maggiormente la cosa. Nel primo episodio pareva saper mettere insieme due indizi e si era portato appresso pure uno strumento per cacciare la ladra, ma subito dopo invece di ampliare questo aspetto il ragazzo oltre all'ottusità crescente diventa più un maratoneta che un detective, non si inventa quasi mai nulla e spesso non afferra indizi che sarebbero lampanti pure per uno con la meningite, indipendentemente che essi siano collegati ai suoi protetti (quasi sempre colpevoli) o che riguardino Lisa/Meimi, che tra: sospetti di Rina, riflesso sfocato nello specchio, mezza confessione e atteggiamenti sospetti, non lo fanno mai comunque indagare. Un piccolo, trascurato Zenigata. A detta del personaggio gli importa più la cattura che l'identità della ladra, ma anche volendosi mettere alla prova un vero detective dovrebbe mettere insieme gli elementi a disposizione, capire il suo avversario e cercare di dedurre cosa ha in mente per fermarlo. Certo senza gli avvisi sarebbe impossibile stare appresso a Seya/Saint Tail in quanto agisce senza una comune logica continuativa per i suoi colpi, visti i clienti diversi tra loro, ma questo confronto fisico è comunque idiota. Alan/Asuka si mette semplicemente ad aspettare facendo appostamenti agli obbiettivi, facendosi inevitabilmente fregare per poi darsi all'inseguimento improvvisato giocando a guardie e ladri con uno svantaggio enorme e incolmabile dato che la sua avversaria pare aver fatto un addestramento ninja ed ha in più i trucchi di 20 Maghi Silvan messi insieme. Plausibile la scusa dei geni dei suoi genitori, ma Meimi/Seya di certo non è più logica del suo amato rivale, apprende i "provvidenziali" nuovi trucchi del padre a prima vista e non si può proprio definirla prestigiatrice. Pur con tutti i trucchi del mondo (ammesso e NON concesso che metterli in certi luoghi sia fattibile senza farsi scoprire), come cappero farebbe in certi casi a lasciarli anche dentro cabinati da sala giochi e altri apparecchi elettronici? L'unica volta che hanno spiegato un trucco di questo tipo fu nell'osservatorio, ma un semplice video registratore con un computer del genere è troppo semplicistica come scusa. Il confine magia e prestigio della serie è senza dubbio fuori da qualunque realtà e non ha scuse fantasiose di folletti e mondi magici per queste stranezze. In questo senso è sibillina la preghiera (tagliata nella nostra versione) che lei recita prima di entrare in azione, dove chiede scusa a Dio perché non usa nessun trucco (ma per cosa? Vestirsi da ladra? E quell'amuleto che tiene in mano che mi rappresenta? boooh). Una frase e scena inutile che mette solo più dubbi. Si può essere comprensivi ribadendo di nuovo e all'infinito che Saint Tail sia solo una storia divertente e di puro intrattenimento, ma ciò la incatena u-n-i-c-a-m-e-n-t-e ad una fascia di pubblico ben precisa ed è un peccato, perchè appunto rimane grazioso nel suo insieme. A dargli poi la mazzata finale c'è pure il nostro orrido adattamento italiano, che ha martellato i calli di questa povera serie tagliando pezzi di una tranquillità disarmante. Capisco (ma non condivido) che dessero fastidio l'aspirante suora e le scritte nipponiche, ma certe scene vengono tagliate tanto per essere tagliate, quando potevano benissimo alterare ulteriormente i dialoghi (già di pura fantasia in vari punti) invece di fare schifosi fermi-immagine parlati. Mi chiedo a questo punto perché abbiano permesso cose più bizzarre per la religione cristiana, tipo: gente che va in chiesa non a confessarsi ma a raccontare i propri problemi materiali come fossero in questura, non in ginocchio in un confessionale ma seduti comodamente sulle panche di una cappella scolastica (perennemente vuota), non raccontandolo ad un prete ma ad un'aspirante suora nana, che per giunta spiattella tutto all'amica pel di carota invece di sentirsi legata al segreto confessionale, ecc. Sono elementi buffi e simpatici che l'autrice ha utilizzato con ingenuità, superficialità e... diciamolo pure, ignoranza, visto che nel suo paese i cristiani sono una minoranza davvero risicata. Trovo in questo senso più imbarazzante il modo rozzo di adattare dei nostri censori. Purtroppo volendo essere obbiettivi oggi non posso più dare a questo anime una votazione superiore, tra l'altro il raffinamento (ma è più esatto dire cambiamento) che avviene nel disegno durante il corso delle puntate non mi è sembrato una miglioria, ma qualcosa di più freddo, come le stesse puntate, mentre i problemi insormontabili di alcuni disperati a cui Sain Tail deve provvedere a volte sono cretini al massimo, in quanto legati anche a pura superstizione. Riguardo le puntate poi, avevo sentito che da noi alcune erano state cambiate nell' ordine cronologico ed in effetti lo stile iniziale è stato riproposto un paio di volte verso la fine della serie.

Concludendo Lisa&Seya è una anime per adolescenti, solo per adolescenti, una serie bellina ma allungata da puntate brutte. Molto meglio il manga, che tra le altre cose meriterebbe ormai un'edizione personale.

torakiki

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torakiki

Episodi visti: 0/43 --- Voto 6
EMI incontra OCCHI DI GATTO!
Perchè e questo ciò che mi è sembrato!
Precisiamo la protagonista NON e una majokko "classica" (come invece JENNE che riprende lo stesso filone): nessun potere magico avuto da chi sa chi. E' una prestigiatrice (eccessivamente, ma è un anime no?) molto brava che RIPARA I TORTI rubando e restituendo oggetti!
Storia esile, ma efficace: l' amore tra la ladra e il detective (in erba) che la insegue , con tanto di bigliettini d' avviso (o meglio come dicono nell'ultimo episodio "stupido! Non sono lettere di sfida, ma dichiarazioni d'amore!!"). Sa molto di CAT'S EYE (che involontariamente cita qua e là), ma mantiene una sua originalità.
Questo è uno dei pochi anime su cui sono d'accordo su certe censure! La ragazzina, che ha una vita normale e poi si veste da suora, e un po' difficile spiegare!

Carino.

ale88

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ale88

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
Kaitou Saint Tail è il predecessore di molti anime che trattano lo stesso genere (vedi DNangel e Kamikaze Kaitou Jeanne): giovane ragazza che di giorno è una normale studentessa (Meimi) mentre di notte si trasforma in una "ladra" (Saint Tail). Con l'aiuto della sua migliore amica e apprendista suora Seira Mimori (per la Mediaset Sara/Mara e si perche',per giustificare il fatto che la ragazza sia un'apprendista suora ma anche una compagna di scuola della protagonista, Mediaset ha avuto "la geniale ideona" di "sdoppiare" il personaggio facendo credere che in realtà esistano 2 sorelle gemelle, una suora e l'altra studentessa nella stessa classe di Meimi) aiuta le persone ridando loro qualcosa che, in un modo o nell'altro, è stato rubato o sottratto da qualcuno. Anche se spinta da buoni intenti Meimi/Saint Tail (per Mediaset Lisa/Seya) non avrà pochi problemi con la giustizia, in particolar modo con un suo compagno di classe, Daichi Asuka (per la mediaset Alan), che è figlio del famoso detective Asuka. Grazie alle sue capacità, Daichi è diventato membro ufficiale della polizia investigativa e il suo più grande obbiettivo è di catturare Saint Tail, non sapendo però che la ragazza alla quale lui da constantemente la caccia sia in realtà anche la ragazza di cui è innamorato cioè Meimi, quindi dovrà fare anche un confronto con questi suoi sentimenti contrastanti...
un'anime che ha caratterizzato metà anni novanta alla quale io da piccola ero molto affezzionata. Forse la storia non sarà eccezionale(contate pure che ho visto la "versione mediaset"), nè i disegni bellissimi ma è uno di quei tanti anime di quegli anni che avranno sempre un posto speciale nel mio cuore motivo per cui sento di mettergli un 8 :)

Naco

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Naco

Episodi visti: 43/43 --- Voto 8
Guardandolo a posteriori, ci si rende conto di quanto questa serie segua i cliché tipici del genere: maghetta che si trasforma in un modo assurdo, che persino un idiota capirebbe chi è in realtà; la storia del kaitou "che annuncia il suo crimine a tutta l'umanità", non ho mai capito per quale motivo; i due che litigano, ma si vogliono bene; il ragazzo che la protagonista ama è colui che insegue la ladra....
Però, a guardar bene, anche se piena di cliché, questa serie mi è sempre piaciuta (e lo dice una che ha visto SOLO l'adattamento mediaset!): semplice, divertente, senza troppe pretese. Insomma, se la ritrasmettessero, la vedrei sicuramente! XD

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Episodi visti: 43/43 --- Voto 7
Beh, una grafica un po' troppo spigolosa per i miei gusti (in generale, gli occhi enormi e quelle facce talmente simmetriche che sembrano fatte col righello mi fanno sempre deprimere...), una struttura degli episodi tendente alla ripetizione, musiche così così...insomma, un qualcosa di tipicamente commerciale (scelto non a caso, proprio in base a questi requisiti, per il palinsesto Mediaset! Sigh!).
Generalmente, non è che sia un grande anime.
Però, lasciate che lo dica, ha un aspetto che lo rende davvero particolare. Il gioco fra i due protagonisti. Lo so che situazioni simili si avevano già in altri anime famosi (Monkey Punch o Cat's Eyes!), ma...non lo so, il loro scherzoso rincorrersi, questo continuo gioco a "guardia e ladro" ha un che di magico, oserei dire quasi sensuale, tanto è vero che la conclusione (seppur scontata!) di questo loro "gioco", è riuscita in qualche modo a muovermi. Il conflitto interiore fra Meimi ed il suo "alter ego" è reso in maniera soddisfacente, così come il contrasto fra le sue die "vite".
Per concludere, una appena maggiore introspezione dei personaggi ed un miglior comparto tecnico avrebbero sicuramente fatto di questo anime un titolo da ricordare.
Se riuscite a superare (con uno sforzo enorme! eheh!) ogni pregiudizio sulla Mediaset e se di fronte a certe tipiche uscite da anime commerciale riuscite a non nascondere il viso per la vergogna, vi consiglio di vederlo.

Zelgadis

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Zelgadis

Episodi visti: 43/43 --- Voto 7
Nonostante fosse abbastanza banale e nonostante i tantissimi tagli e adattamenti mediaset questa serie non mi è mai dispiaciuta. Sicuramente nel genere maghette (che poi maghetta non era dato che erano tutti illusionismi anche se esagerati) era un po' particolare dato che la protagonista andava in giro a rubare, anche se a fin di bene. Discreti i disegni e le musiche, risultava abbastanza piacevole alla visione.