Il fascino del ladro gentiluomo non conosce tramonto, e forse anche per questo, quando la mangaka Megumi Tachikawa nell'ottobre 1994 avviava il suo shōjo manga Kaitō Saint Tail (怪盗セイント・テール ovvero "La ladra Saint Tail") ispirandosi palesemente a opere quali Lupin III di Monkey Punch o Occhi di Gatto di Tsukasa Hojo, la risposta del pubblico è stata di genuina curiosità; di fronte all'ennesima ripresa di un cliché fin troppo collaudato ci si potrebbe in effetti lasciar sfuggire uno sbuffo annoiato, ma come in ogni cosa, il vezzo di originalità sta nella gestione che di tali stereotipi si fa nella propria storia. Così, la serie prosegue tra le pagine della rivista Nakayoshi di Kōdansha sino all'ottobre 1996, concludendosi con un totale di sette tankobon monografici nel complesso.
 
saint tail sfondo


Poi, quando dalla storia viene tratto nel 1995 un anime in 43 episodi per Tokyo Movie Shinsha (TMS), dalla foggia ben curata ed esportato in tutto il mondo, la fama della ladruncola dalla coda sacra ha finito per discostarsi da quelli che erano i ben più celebri riferimenti di partenza, guadagnandosi un proprio affezionato pubblico ed assumendo così una propria definita valenza ed identità.
In Italia la serie animata giunge dapprima sull'emittente Canale 5 e poi su Italia 1 dal gennaio all'agosto 1997 con il titolo Lisa e Seya - Un solo cuore per lo stesso segreto e un adattamento in lingua italiana pervasivo e connotato da una serie di censure non di poco conto, che per certi versi hanno trasformato la serie, il suo svolgimento e i suoi personaggi in qualcosa di differente rispetto all'originale.

Ciononostante, l'affetto dei fan italiani nei confronti della storia si spinge al punto da far volare l'opera tra le più richieste nel sondaggio indetto dalla casa editrice perugina Star Comics, a riguardo dei primi shōjo manga da far pubblicare in Italia assieme a titoli quali Haikarasan ga tooru - Una Ragazza Alla ModaMiracle☆Girls (E' un po' magia per Terry e Maggie), Codename: Sailor V e Creamy Mami. Così, nel mese di novembre 1997 l'opera arriva a capitoli ed in versione non ribaltata tra le pagine della rivista Amici, diventata in seguito monografica, e vi rimane fino al mese di settembre 1999.
In Italia il manga non gode di una ri-edizione in volumetti monografici, né all'epoca né in seguito alla ristampa nipponica del 2011 in quattro tankōbon; a differenza dell'anime, tuttavia, esso è giunto nel nostro Paese nella sua versione originale con nomi e riferimenti culturali invariati, senza rifarsi dunque all'adattamento italiano della serie.
 
saint tail manga


La costruzione del personaggio della ladra Saint Tail (Seya nell'adattamento italiano) deriva dalle influenze che la Tachikawa ha ricevuto nel corso degli anni da figure come quelle di Magica magica Emi, Lupin III, Occhi di Gatto e persino La Pantera Rosa della canzone "Pink no hyo" di Seiko Matsuda, che narra le gesta di una ladra innamorata dell'investigatore che cerca invano di arrestarla; Saint Tail è rimasta a lungo nel cuore dei fan, al punto che a distanza di vent'anni dalla pubblicazione, nel settembre 2018 Kōdansha ha fatto debuttare l'opera Kaitō Saint Tail girls! (nella foto sottostante) di Shiki Yamori, basato appunto sull'opera originale della Tachikawa e decretato tramite un concorso indetto via pixiv dalla casa editrice per ricercare l'artista che avrebbe curato la versione "next generation" del manga.

E' d'altronde sin troppo facile subire la fascinazione di una figura che nella sua declinazione animata riceve l'accattivante character design di Junko Abe (direzione animazioni in Kuragehime) con la direzione artistica di Shichiro Kobayashi, che ha curato Nodame Cantabile e i suoi sequel, oltre ad opere del calibro di Detroit Metal City, Ufo Baby, Utena, Lo Stregone Orphen, Berserk, Touch, Creamy, Lupin III: Il Castello di Cagliostro, Shin Ace wo Nerae! e Remi.
 
saint tail next memorial


La vaporosità del tratto del disegno della Tachikawa, tipico degli anni '90 e quasi sfumato in certe tavole, viene ripreso con attenzione nella serie animata attraverso linee ben definite, morbide e rotonde e grandi occhi luminosi ed espressivi; lo stesso dicasi per la vivacità dei colori delle tavole illustrate originali che si fanno semmai ancora più accesi, come ad esempio nella scura veste di Saint Tail e della sua fluente capigliatura arancione. 
Immancabile, e mutuata in questo caso direttamente dal filone delle maghette, la briosa e incantevole sequenza di trasformazione con cui la protagonista Meimi Haneoka smette i panni di ordinaria studentessa per vestire quelli della più ammaliante Saint Tail; vi fanno seguito diverse altre abbaglianti sequenze legate ai giochi di prestigio della giovane ladra, cui si ricorre più volte nel dipanarsi degli episodi.
 
tail magia


La serie animata diretta da Osamu Nabeshima (D. Gray-Man, Yowamushi Pedal) adatta le vicende del manga in maniera estremamente fedele, e la presenza di diversi episodi riempitivi o 'filler' non solo non appesantisce la scorrevolezza della struttura della storia, bensì contribuisce ad approfondire le personalità di protagonisti e comprimari, e dei rapporti interpersonali di ciascuno.
L'anime presenta vicende di natura perlopiù episodica, legate tra loro dal fil rouge del segreto della protagonista e dei suoi furti a fin di bene da perpetuarsi ad ogni costo. Al frizzante ritmo contribuiscono le musiche di Hayato Matsuo (Magic Knight Rayearth, Il Cuore di Cosette, The World only knows, Le Bizzarre Avventure di Jojo 2012, Captain Tsubasa 2018) e gli effetti sonori di Masakazu Yokoyama, alla cui cura musicale sono stati affidati i primi tredici lungometraggi del franchise di Detective Conan. Alla direzione delle belle musiche ritroviamo invece Seiji Suzuki, che aveva selezionato il comparto musicale di opere quali Lady Oscar, Shin Ace wo Nerae!, Caro Fratello, Clannad e svariate produzioni su Lupin III; della direzione del suono si sono inoltre occupati Etsuji Yamada (Piccolo Lord, Caro Fratello, Vampire Princess Miyu) e Katsuyoshi Kobayashi (Cowboy Bebop, Gintama, Uchuu Kyodai)
Appare evidente quindi come per questa 'piccola' serie sia stato radunato uno staff tecnico di livello impressionante, i cui pregevolissimi risultati sono a tutt'oggi dinnanzi ai nostri occhi.
 
seya specchio


Se è vero che in Italia non sono giunte né le diverse sigle di apertura originali dell'opera né i tanti CD e raccolte musicali di image song e della colonna sonora, pubblicati in Giappone tra il 1995 e il 1997, è altrettanto vero che per l'anime è stata appositamente realizzata la frizzante sigla "Lisa e Seya, un solo cuore per lo stesso segreto" scritta da Alessandra Valeri Manera con la musica di Franco Fasano ed interpretata da Cristina D'Avena, come da consuetudine per molti degli anime nipponici giunti all'epoca nel nostro Paese. Delle tantissime hit cantate dalla D'Avena, anche questa si fa facilmente ricordare per l'orecchiabile ritornello e il testo che richiama le caratteristiche della protagonista.
L'arrangiamento viene usato sia in apertura che in chiusura, musicalmente non si rifà ad alcuna delle opening o ending giapponesi, tuttavia sul fronte visivo ne utilizza alcuni frame, come già accadeva in altre sigle create appositamente per l'Italia.

 
Lisa e Seya, un solo cuore per lo stesso segreto



Nella serie originale invece le sigle di apertura sono state due, ovvero "Toki wo koete" dell'artista e attrice Yasuko Matsuyuki (Lust in Fullmetal Alchemistper i primi 24 episodi e la vivace "Ashita e to kakedashite yukou" di Seiko Matsuda per i successivi. In chiusura si sono alternate le tre belle theme song "Junshin" nei primi 24 episodi, "Up Side Down -Eien no wa-" con i protagonisti in versione super deformed, entrambe interpretate da Shoko Inoue (ep. 25-38), e infine "Yumemiru Melody" di Miyuki Kajitani (ep. 39-43).
 
"Wow! La me stessa che vedo riflessa nello specchio...
Wow, è piuttosto bella!
Questo mi fa sentire bene"
-Ashita e to kakedashite yukou-

 
 
saint tail junshin


E' sul fronte dei personaggi, tuttavia, che l'intervento della censura e dell'adattamento italiano si è fatto più pressante nonché per certi versi fuorviante in termini di comprensione: la protagonista Meimi Haneoka (Lisa in italiano) veste i panni di un'abile ladra che non ruba per sé, bensì per aiutare le persone in difficoltà. Per raggiungere il suo scopo, la ragazza può contare sull'aiuto della migliore amica Seira, studentessa e apprendista novizia nel convento di religione cattolica annesso alla scuola che frequentano tutti i personaggi della serie, il Saint Paulia Gakuin (Istituto Saint Tail in italiano). Proprio questo peculiare aspetto è stato pesantemente preso di mira dalla censura, intervenuta per sdoppiare il personaggio di Seira nelle due figure gemelle di Sara e Mara: la prima è una semplice studentessa, unica persona a conoscenza della doppia identità della protagonista. La seconda è una novizia che riceve in confessione i pensieri che angustiano svariate persone, poi trasmessi in tutta innocenza all'amica Meimi.
 
saint tail sad


In questo modo l'adattamento ha voluto raggiungere il duplice scopo di evitare che una novizia sia a conoscenza dell'identità di una ladra e si renda inoltre complice dei suoi furti; implicitamente tale pesante forzatura "rimedia" in parte all'ingenuità della mangaka che, da fervente persona credente, ha inteso inserire nella storia un personaggio in noviziato che frequenta la medesima scuola dei coetanei e dispone inoltre del potere della confessione, cosa che in verità non è concretamente possibile.
Inoltre la censura intacca parzialmente proprio l'iconica scena di trasformazione di Meimi in Saint Tail, che nella storia originale avviene in chiesa alla presenza di Seira, anticipata da un rito di preghiera della protagonista ("Signore perdonami per i trucchi e gli inganni che userò") e concluso con un'ulteriore preghiera recitata insieme da ambo le ragazze ("Che la benedizione di Dio sia con noi. Speriamo che da lassù qualcuno ci protegga"): aspetti, questi, che sono stati del tutto rimossi nell'edizione italiana della serie, mentre non sono stati intaccati nelle versioni trasmesse in altri Paesi a base comunque cristiana o cattolica quali la Spagna, il Portogallo o l'Inghilterra.
 
saint tail trasformazione originale


Anche il nome d'arte della protagonista Saint Tail (ovvero 'coda sacra') è stato mutato in Seya per svestirlo di qualsivoglia presunta "sacralità", salvo per l'appunto essere inspiegabilmente adottato come nome dell'istituto scolastico frequentato dai ragazzi. Le censure sono intervenute inoltre in altri aspetti atti a rimuovere la presenza di scene con sangue, ritoccate con fermi-immagine, e la localizzazione nipponica della storia là dove si rinvenivano scritte, cartelli o messaggi con caratteri giapponesi o con riferimenti ai nomi originali.
Proprio a riguardo dei nomi dei personaggi, il risultato è alterno come già accaduto in altre serie animate trasmesse all'epoca quali Sailor Moon o Piccoli Problemi di Cuore (Marmalade Boy): questo in quanto i nomi di alcuni dei personaggi principali vengono occidentalizzati, come ad esempio accade per le figure già citate o per il personaggio di Manato Sawatari, divenuto Sergio Mantano, mentre altri rimangono in originale come quelli delle compagne di classe Kyoko e Ryoko, o delle rivali Rina e Mayu, con un effetto non poco straniante.
 
tail lascia che ti prenda io


A dispetto di quanto sopra, anche in lingua italiana la serie rimane comunque piuttosto fresca, godibile e leggera, estremamente piacevole sotto l'aspetto grafico e accattivante in termini di ritmo e azione.
Alla possibile ripetitività del leitmotiv dell'investigatore perennemente alle calcagna di un ladro più furbo di lui, controbattono personaggi esuberanti e spensierati, dai quali è facile farsi intrattenere.
All'eterno cliché del finto triangolo amoroso 'lei-lui-ladra' costituito in realtà da due sole punte, che si ricambiano peraltro segretamente, la serie replica invece attraverso momenti di vivace romanticismo che non appare mai stucchevole, con crucci amorosi facilmente contestualizzabili anche nel nostro quotidiano; memorabili, semmai, alcune idilliache scene di momenti clou delle vicende narrate, rimaste a tutt'oggi nell'immaginario collettivo di molti fan delle serie animate degli anni '90.
 
Allo scanzonato tono di commedia romantica contribuisce infine l'ottimo doppiaggio italiano: ad interpretare la dolce ed allegra Meimi udiamo infatti l'amatissima Emanuela Pacotto, affiancata da una soave Elisabetta Spinelli su Seira e da un grintoso Patrizio Prata sul giovane investigatore Asuka jr., di cui Saint Tail è innamorata. In un lavoro curato dalla Deneb, anche nelle figure secondarie ritroviamo voci di tutto rispetto, da Alessandra Karpoff a Loredana Nicosia, da Luca Bottale a Diego Sabre.
 
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Prodotto durante una congiuntura che vedeva un grande successo tra adolescenti e pre-adolescenti del filone delle maghette super-eroine, di Lisa e Seya o Kaitou Saint Tail che dir si voglia in patria è stato allestito nel 2006 addirittura un musical basato sui primi episodi dell'opera, portato avanti con un tour nazionale cui hanno preso parte come protagonisti in carne ed ossa i doppiatori Tomo Sakurai e Kōsuke Okano, voci rispettivamente di Meimi e Asuka jr. nell'anime. Non è poi mancato il merchandise di vario, dalle bamboline dei protagonisti con fattezze simili a Barbie sino ai fanbook, anime comic e libri illustrati; l'Italia non è invero stata da meno, realizzando libriccini ad hoc di avventure e official fan book pubblicati dalle case editrici Play PressDiamond.
L'anime ottiene in seguito anche una pubblicazione per home video nel 2011 per Yamato Video, in tre cofanetti contenenti una doppia traccia: la prima è la versione censurata italiana recante il doppiaggio storico, la seconda è la traccia originale integrale in lingua giapponese con sottotitoli in italiano.
 
saint tail dvd box


Nell'anno 2020, della ladra Saint Tail non si sono ancora perse le tracce: benché la sua fama non possa rivaleggiare con quella di eroine del calibro di Sailor Moon o Creamy Mami, la ladruncola dalla coda sacra campeggia a tutt'oggi in alcuni progetti di Cafè a tema in Giappone, assieme a personaggi tratti da serie come Tokyo Mew Mew, come possiamo vedere nel poster della gallery sottostante.
Venticinque anni non sono dunque trascorsi senza lasciare un debito segno, per una serie che, se non certo capolavoro senza tempo, rimane comunque un divertissement pienamente valido, attuale e piacevolissimo, per tutte le ragazzine -e non solo- che intendano sognare di diventare più forti e sicure di sé stesse, portando avanti quei sogni e aspirazioni che fino a ieri sembravano, per l'appunto, solo irraggiungibili chimere.
 


La magia di Saint Tail non si ferma pertanto ai giochi di prestigio, ma è capace invece di comunicare messaggi implicitamente più profondi anche al nostro io, suggerendoci di osare qualche volta, di farci avanti. Forse falliremo in certi casi, ma in altri scopriremo di saper colpire precisamente dritti nel segno, di aver fatto dei passi avanti, di poter camminare così un po' di più a testa alta.
Ecco che dunque dei colpi messi a segno da Saint Tail potremo sentir parlare ancora, e non certo come mere illusioni. 


Fonti consultate:
Wikipedia
Si ringrazia il sito Only Shojo per le immagini