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 5
Ayma

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Binan Koukou Chikyuu Bouei-bu Love!, ovvero la storia di cinque liceali che combattono il male diffondendo l'amore nel mondo guidati da un animaletto rosa di dubbia provenienza. Quando lessi la trama di quest'anime come credo un po' tutti rimasi basita a dir poco. Impossibile che riescano a tirare fuori qualcosa di decente da un'idea tanto cretina, mi ero detta. Gli anime con solo protagonisti bishonen però (senza neanche la solita ragazza inutilissima e stupidissima in mezzo, sì io detesto i reverse harem forse anche più degli harem) sono talmente pochi che il primo episodio ho provato a vederlo sperando in un miracolo... e il miracolo è avvenuto. Sin da subito sono rimasta piacevolmente colpita dai colori e dai disegni assai piacevoli, dall'assurda sigla iniziale e soprattutto dalla graffiante ironia di cui è impregnato questo titolo.
Già dal trailer era chiaro l'intento parodistico, ma mai avrei pensato di poter ridere fino alle lacrime per tutta la durata di un episodio, perché Binan non si prende sul serio neanche per sbaglio, è una continua presa per i fondelli al genere di cui tratta, allo yaoi e ai suoi stessi spettatori (vedasi il finale, un vero colpo di genio) e magari per i suoi eccessi e le sue follie non sarà per tutti ma il mio consiglio è di non fermarsi alle apparenze e di provare a dare una chance almeno al primo episodio, potrebbe decisamente stupirvi.


 4
Kotaro

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Fare e fruire animazione giapponese al giorno d'oggi è davvero difficile.
Pare che, una volta superate le scuole elementari, il pubblico non si appassioni più alle semplici storie di eroi e malvagi dove il bene trionfa sul male grazie ad amicizia e buoni sentimenti. Tutto deve quindi diventare "trollata", "decostruzione", innovazione, per riuscire a far parlare di sé, altrimenti è "banale", "infantile", "bambinata", "indegno di essere chiamato anime".
Allo stesso tempo, però, questi anime così "innovativi" contengono una quantità immensa di stereotipi volti a far facile presa, ed ecco che lo stesso pubblico che normalmente si allontana da una storia di eroi e malvagi dove il bene trionfa sul male grazie ad amicizia e buoni sentimenti finisce per interessarsi e buttarvisi a pesce se in questa storia si inseriscono bimbette, mutandine, seni in bella vista o belloni efebici, preferibilmente implicati in qualche relazione omosessuale vera o presunta.
E' il caso di "Binan Koukou Chikyuu Bouei Bu Love!" (da qui in poi solo "Binan Koukou" per comodità), ultimo di una lunghissima (e ben lontana dalla sua fine) serie di cartoni animati ad esclusivo uso e consumo del pubblico femminile appassionato di storie d'amore omosessuali vere o presunte fra belloni efebici.

La trama di base è praticamente quella di una qualsiasi serie delle Pretty Cure, così come i costumi, gli oggetti, la grafica delle trasformazioni e degli attacchi magici, solo che stavolta a lottare non sono un gruppo di ragazzine, ma... cinque "ragazzi" di sesso "maschile". Esatto, cinque "ragazzi" che finiscono in costumini con balze e fiocchi (non hanno la gonna, ma poco ci manca) a combattere con scettri a forma di cuore.
Tutte cose che si erano già viste in migliaia di fanart (i disegni con le versioni maschili delle guerriere Sailor o delle Pretty Cure sparsi per il web sono innumerevoli) o doujinshi (cito ad esempio il "Gachihomo Senshi Tsunagi Moon" di SUV, con protagonisti un gruppo di robusti "bears" che indossano costumi chiaramente ispirati alle guerriere Sailor), ma che per una volta sono in tv, sotto gli occhi di tutti, con una casa di produzione che vi ha effettivamente speso dei soldi per realizzarne un cartone animato.
L'idea di base dei "maghetti" sarebbe anche carina e avrebbe potuto anche generare buoni spunti comici, se non fosse che viene immediatamente vanificata dalla totale assenza di virilità di qualsiasi personaggio della serie.
I cinque "maghetti" protagonisti e i loro tre avversari sono talmente femminei che probabilmente le Pretty Cure originali hanno più ormoni di loro, e la sola Sailor Uranus li farebbe volare via con un soffio.
Il protagonista formale della serie, Yumoto, ha l'aspetto, la vocetta stridula e il quoziente intellettivo di un bambino dell'asilo. Fermo restando che questo fetish dei giapponesi per i/le liceali che sembrano bambini/e io non riesco proprio a comprenderlo, Yumoto è talmente simpatico che sarebbe da investire con un camion e tornare indietro per sincerarci di aver compiuto bene il lavoro. Ed è pure il protagonista, l'eroe da cui, primo fra tutti, dipende la salvezza del mondo... in mano a chi stiamo!
I suoi compagni sono un gruppo di macchiette che si distingue per una e una sola caratteristica in tutta la serie: En è perennemente annoiato e dice solo cose senza senso; Io pensa solo ai soldi; Ryu serve solo a parlare al cellulare con fantomatiche turbe di ragazze con cui uscirebbe ma che nessuno ha mai visto (fate 2+2...) e Atsushi... ha gli occhiali (sì, la sua caratterizzazione finisce qui). Il loro ruolo nella storia è solo quello di prestare i loro scettri a Yumoto in modo che possa montarli in una specie di Kentrospiker di "Zyuden Sentai Kyoryuger" per finire i nemici da solo.
Ai "nemici" non va meglio: "uno" è un rip-off di Utena dai lunghi capelli rosa, "uno" è perennemente mestruato e l'"altro" sta lì senza nessuna particolare rilevanza.

Non compare alcun personaggio femminile propriamente detto (di effeminati invece ce n'è quanti se ne vuole) e a un certo punto finisce che le fantasie omosessuali delle spettatrici vengono dichiaratamente accontentate, fra rossori, gelosie, mestruazioni e coppiette di "amici" che piagnucolano e litigano fra loro come fossero fidanzati. Addirittura in uno degli episodi i cattivi puntano a far diventare gay tutta l'umanità, in modo da non potersi più riprodurre e così, prima o poi, porvi fine. Un piano sul confine fra genialità e stupidità che lascia attoniti.
Fra gli altri personaggi importanti, a parte le comparse-vittima di ogni episodio, è da segnalare il fratello maggiore di Yumoto. Contavo molto su di lui, è un taglialegna grande e grosso con un filo di barba e speravo risollevasse il livello di testosterone della serie. Purtroppo, nonostante il suo personaggio assuma poi un ruolo rilevante, il suo attaccamento troppo accondiscendente nei confronti del fratello sa anche questo di femmineo e falso.
Evidentemente, tutta la virilità esistente nell'universo narrativo di questa serie è stata assorbita dalle due "mascotte" rivali, un vombato rosa e un porcospino verde, che a dispetto del loro aspetto carino parlano con vocione impostate e adulte. Wombat, il vombato rosa che dona i poteri ai "ragazzi", è il personaggio più indovinato e simpatico della serie, impegnato costantemente a scappare da quel cretino di Yumoto che vuole abbracciarlo e vivente in simbiosi con il povero Tawarayama-sensei, il... cadavere dell'insegnante dei protagonisti che si decompone e fa la muffa ogni volta che la creatura si allontana da lui.

"Binan Koukou" poteva essere un anime simpatico e divertente, una piacevole variazione sul tema delle maghette combattenti o poteva sfruttare i grandi passi da gigante fatti nel corso degli anni dalle Pretty Cure quanto a grafica e musiche per creare una storia di eroi e malvagi diretta a un pubblico maschile che avesse una sua dignità. Purtroppo, causa una serie di problemi, non è nulla di tutto questo.
Il primo problema è la sua natura così smaccatamente di cattivo gusto: tutto è gay, tutto è femmineo, tutto è rosa, tutto è zuccheroso, tutto è ovattato, tutti si vogliono bene ma non lo dimostrano perché sono mestruati. I personaggi sono dichiaratamente stereotipi efebici per ragazze che così possono ufficialmente accoppiarli tra loro, ma non sono manco così belli o affascinanti (un bambino dell'asilo, vari tizi dai capelli ROSA o con caschetti ridicoli...) affinché si debba andar dietro a loro piuttosto che ai mille altri fighi degli anime odierni. Vedere dei "maschi" che sculettano, si trasformano coi sederi in bella vista, indossano vestiti rosa coi fiocchetti e i pizzi, lanciano cuoricini e parlano secondo una sceneggiatura scritta da Valeria Rossi dopo un po' non fa più ridere (semmai lo ha fatto), ma diventa ridicolo e di cattivo gusto.
Il secondo problema, correlato a questo, è la gestione della trama, degli episodi e dei personaggi. Buona parte degli episodi è occupata da discorsi senza senso su cibo o affini: gli ingredienti per preparare l'udon, la simmetria delle bacchette, i vari tipi di melone e così via. Minuti e minuti di discorsi noiosissimi e senza senso che preludono a scene di combattimento rapide e non troppo particolareggiate (per fortuna, in un certo senso).
I personaggi rimangono macchiette mestruate e, anche quando vi sono spunti per creare trame interessanti, vedi la scoperta che due membri dei gruppi rivali sono amici d'infanzia, questi vengono affossati o usati come scusa per creare l'ennesimo litigio da Sandra e Raimondo risolto a tarallucci e vino.
Gli ultimi episodi e il finale, poi, dopo aver perso tre quarti della serie con mostri della settimana, risolvono tutte le questioni importanti con una fretta tale che sembra tutta una candid camera.

Quanto alla grafica, "Binan Koukou" non è nulla di particolare a livello di disegno, mentre animazioni e grafica generale sembrano appunto rubate a una qualunque delle serie Pretty Cure.
A parte il doppiaggio simpatico di Wombat/Tawarayama-sensei, non c'è nessun doppiatore che spicca, dato che sono le solite voci femminee e fighette già sentite in mille altri anime.
Un inaspettato e forse unico pregio è la colonna sonora, ricca di canzoncine carine dal ritmo orecchiabile, prima fra tutte la frizzante opening che se non rappresentasse questa serie così pacchiana, forse ci si vergognerebbe di meno a cantare e a tenere nel lettore.

Non è una serie che si guarda per la trama, che viene raccontata poco e male. C'è chi la guarda per i personaggi, ma sono macchiette di cattivo gusto che ad uno spettatore maschio provocano fastidio.
La si guarda perché fa ridere? Forse, ma buona parte degli episodi e delle gags sono noiosi, salvo i siparietti che riguardano Tawarayama-sensei, e alla fine della fiera rimane sempre quell'interrogativo che sempre più spesso torna alla mente quando ci si approccia alla visione di molte di queste miniserie a cartoni animati: "Embé?".
Non essendo particolarmente interessanti né la trama né i personaggi, alla fine, di "Binan Koukou" non resta nulla, esattamente come molte altre miniserie analoghe. Non è una serie di cui ci si ricorderà in futuro, in quanto di elementi interessanti o innovativi non ne ha, e anche la presa in giro alle maghette lascia il tempo che trova, non essendo supportata da trama o personaggi all'altezza.
Una miniserie vuota, di cattivo gusto e poco interessante, che ancora una volta fa chiedere perché si continuino a spendere soldi per queste seriette brutte, "trollose", "innovative" e dimenticabili invece che crearne di più classiche, più lunghe, più curate a livello di sceneggiatura, che sappiano imprimersi nei cuori di chi le guarda per più di soli tre mesi.
Ancora aspetto invano un corrispettivo maschile delle serie di maghette che mi mostri ragazzi normali che vanno a scuola, amano, vivono la loro adolescenza e nel frattempo combattono e vincono perché credono in valori giusti.
Non che mi aspettassi grandi cose da questo "Binan Koukou", che anzi è rimasto fedele al suo essere trash dal primo all'ultimo fotogramma, ma una volta tanto vorrei un anime con una bella storia, con dei personaggi che mi sapessero emozionare, di cui ricordarmi negli anni, invece che uno che per soli tre mesi mi faccia fare quattro dimenticabili risate (ci sono anime prettamente comici di cui ancora ricordo le battute a distanza di anni, "Binan Koukou" non sarà tra questi), si diverta a prendermi in giro o faccia la parodia di se stesso.
Vale anche per questa serie l'indicazione che ho dato per molte sue simili: lo consiglio solo e unicamente come serie brutta e trash da guardare insieme agli amici per ridere un po' e prenderla in giro.
Probabilmente non si troverà mai una serie più adatta a questo scopo di "Binan Koukou", che si prende in giro da solo e raggiunge livelli di trash difficilmente eguagliabili in futuro (e non sono sicuro di volere che altri provino a raggiungerli).

LaMelina

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Ci sono persone che hanno affermato che dei supereroi non ce n'è più bisogno. A mio modesto parere si sbagliavano di grosso. La Terra necessita ancora di essere difesa, da coloro i quali strumentalizzano i sentimenti negativi per creare un esercito del male e conquistare il mondo. È più facile, infatti, ammaliare la massa con il potere che con le buone azioni. Ispirato alla battaglia che le guerriere Sailor o i Power Rangers hanno combattuto nel passato, nasce il progetto di Binan kōkō Chikyū bōei-bu Love! (美男高校地球防衛部LOVE!) che in italiano suona come "l'affascinante club di difesa della Terra", prodotto da Diomedéa e scritto da Yokote Michiko, già autrice di altre serie del genere majokko/super sentai.
I protagonisti di questo spumeggiante anime sono cinque liceali, di età diversa ma tutti iscritti al liceo Binan. Nella vasca da bagno del sentō (bagno pubblico) di proprietà di Yumoto, En e Atsushi, amici di vecchia data, vengono disturbati da uno strano vombato rosa, che chiede loro di proteggere con il potere dell'amore il pianeta Terra dal male. Assieme ad Io e Ryū, due kōhai, pensano che c'è troppo da sbattersi in quest'avventura e loro non ne hanno alcuna voglia; così danno il benservito a quel coso di rosa dipinto. Ciononostante, sotto il braccio di un insegnante, l'essere peloso col naso schiacciato e fratello dei koala invade lo spazio vitale in cui la combriccola si rilassava, ossia l'aula del misterioso "Club per la difesa della Terra", che per pura casualità diverrà la sede ufficiale del club che fonderanno insieme al primino Yumoto. Trascinati dall'entusiasmo di quest'ultimo, infatti, che assurge al ruolo di capitano dei Battle Lovers -fors'anche solo per spupazzare Vombato ancora, ancora e ancora-, i rimanenti quattro si ritrovano costretti ad accettare le avances del maialino rosa e ad indossare dei fantastici braccialetti coi cuoricini. Si trasformano così in Battle Lover Scarlet, Cerulean, Epinard, Sulfur e Vesta, e volano da chi ha bisogno della loro presenza.

Chi sono le persone che i Battle Lovers vanno a salvare? Sono ragazzi con problemi comportamentali, un forte senso di inferiorità, incapaci di relazionarsi col prossimo, esclusi dalla normalità del mondo. Questi ragazzi si lasciano abbindolare dalla voce suadente del male, che come una droga consuma la loro umanità trasformandoli in mostri, e si aggrappano ad essa perché in quel momento hanno bisogno di qualcuno che gli sussurri parole dolci. I villain sono il trio Caerula Adamas (Blue Diamond), che ha sede nel comitato studentesco del liceo Binan e segue le direttive di un porcospino verde nemico di Vombato, Zundas, carino all'apparenza ma con la voce scura da baritono. Forse ancor più deboli e emarginati delle loro vittime, Kinshiro, Gero e Arima giocano con la fragilità dei giovani d'oggi regalando loro ciò che desiderano di più e convincendoli di diventare così superiori agli altri. In un programma di "pulizia etnica" mirato all'eliminazione di gente che cucina il curry o insudicia il mondo con la sua sola presenza, i tre cattivoni non elargiscono gli strumenti atti a migliorarsi, ma offrono l'illusione di una facile conquista del mondo attraverso il potere. È qui che i Battle Lovers intervengono, riportando sulla terraferma i compagni persi nella disperazione e nella noia della quotidianità, che spesso non concede a tutti la facoltà di comprendere quanto la vita vale la pena di essere vissuta. A queste persone che non vedono al di là del proprio naso e non si impegnano per costruirsi un posto nella società, che a suon di bracciate e spintoni a tutti i costi tenta di negarglielo, i Battle Lovers donano amicizia e speranza. Con la Love shower, una doccia di cuori rosa, Yumoto e colleghi riportano la serenità nell'animo in tempesta di questi giovani virgulti del liceo Binan, come fa l'acqua bollente che, durante un bagno termale assieme ai proprio amici, offre ristoro e brucia il gelo della solitudine. È quel calore che i giapponesi definiscono con l'aggettivo atatakai (暖かい), un calore che non riscalda solo il corpo, ma soprattutto il cuore.

Z: «Eppure continuo a pensare che gli esseri di questo pianeta non abbiano chissà quali poteri speciali...»
H: «No, uno lo hanno senz'altro. Il baka power!»
Z: «Mi pare si chiamasse "amore" o qualcosa del genere...
H: «Non è l'amore, scemo! È il baka power!»


Uno dei dialoghi più pregnanti dell'intera serie! C'è così tanto amore nell'aria che viene da domandarsi perché in un anime con protagonisti dei maschi non sia mai comparsa una donna. Al punto che, quando Ryū parla al cellulare con le presunte fidanzatine, sorge spontaneo il dubbio che stia fingendo e che in verità sta solo facendo le prove prima di telefonare il suo amico Io. Ebbene sì, in Binan kōkō Chikyū bōei-bu Love! c'è così tanto amore da sfamare tutte le fangirl dell'universo! Ed è simpatica la coincidenza che si ottiene abbreviando il nome Battle Lovers in... BL! Ma sono solo atteggiamenti, direbbe qualcuno. A me invece piace affermare che questo è pane per le fangirl; dovranno pur mangiare anche loro! È giusto che come esistono gli anime pieni zeppi di lolite o maggiorate, esistono anche quelli con bishōnen che intrattengono forti legami di amicizia con altri bishōnen, lasciando libera la fantasia delle donne di credere quel che par loro. Ai maschi piace vedere, e a noi piace immaginare. Dalle 50 sfumature di Yumoto nelle fresche frasche ai 50 modi per far ammuffire un cadavere by Vombato; dai peluche rosa che subiscono sexual harassment alla necrofilia inversa di cui è oggetto il povero professor Tawarayama: Binan kōkō Chikyū bōei-bu Love! non fa mancare l'amore in nessuna delle forme in cui si può manifestare.

Il versante tecnico non è sempre curato nei minimi dettagli, le animazioni a volte sono a scatti, soprattutto nelle scene di battaglia. Ma l'importante è che il volto dei personaggi abbia mantenuto un certo standard di bellezza, perché in un anime con protagonisti dei bishōnen ciò che conta veramente è il viso. Inoltre le trasformazioni dei figli di Usagi & Co., momento clou di ogni episodio, sono esilaranti; e se da un lato abbiamo cinque nudisti che si ricoprono di luce, aria, acqua, fuoco e terra, nella Caerula Adamas troviamo Kin-chan col suo spacco di coscia da far morir di invidia le gemelle Kessler! Importante ai fini della storia è la presenza delle mascotte, che sono le vere menti dietro l'intera trama: un vombato rosa, un porcospino verde, un pesce rosso, assieme ai mostri contro i quali i Battle Lovers si ritrovano a combattere di volta in volta, caratterizzano il genere al quale l'anime appartiene, ossia una parodia del majokko/super sentai.
Il chara design è fresco, kawaii, morbido e un po' trash, qualificazioni che si possono ben attribuire all'intera serie, che ad una comicità mai scontata alterna momenti in cui i personaggi fanno discorsi senza senso ma con una tale serietà da risultare convincenti. Per esempio, la conversazione del primo episodio sul chikuwabu (N.B. cibo giapponese a base di grano di forma cilindrica, ingrediente usato nell'oden) di En-chan e Acchan in vasca da bagno. In realtà, l'idea dei guerrieri dell'amore che portano serenità e amicizia ai coetanei smarriti ha un suo perché; tuttavia prendendo in maniera scherzosa e senza impegno questa missione altrimenti importante, i cinque ragazzi riescono ad entrare nel cuore dello spettatore e a non risultare stucchevoli. Effettivamente il non prendersi troppo sul serio è la carta vincente di Binan kōkō Chikyū bōei-bu Love!.
L'anime ha una struttura episodica e si esplica in uno slice of life molto leggero. Intrattiene bene grazie alla particolare caratterizzazione che ogni personaggio, buono o cattivo, possiede. Non vengono rimarcati i classici stereotipi, ma ognuno ha qualche peculiarità che si imprime nella mente di chi guarda. Così Yumoto è un leader carismatico ma con una perversione nello spupazzare le cose carine; En è un annoiato con la faccia da triglia che si pone quesiti inesistenti per passare il tempo; Atsushi è un megane maestrino che nasconde grande timidezza e gentilezza; Io è determinato ma con una strana passione per i soldi; Ryū adora le ragazze ma va in giro con un cerchietto fashion nei capelli che tutto fa credere fuorché la sua eterosessualità.
La colonna sonora si mantiene sulla stessa falsariga. Penetrante e divertente è l'opening Zettai Muteki☆Fallin' LOVE☆ (絶対無敵☆Fall'n LOVE☆), cantata dai cinque rookie scelti per doppiare il Club per la Difesa della Terra. Per il Club di Conquista, invece, i seiyuu selezionati sono già molto famosi, gente del calibro di Kamiya Hiroshi, Fukuyama Jun, Terashima Takuma. L'ending da loro cantata, intitolata I miss you no 3 meters (I miss you の3メートル), è molto dolce e ben esprime la solitudine che il personaggio di Kinshiro prova nei riguardi di Atsushi, dal momento che la loro amicizia si è spezzata per la gelosia scatenata dal terzo incomodo, En-chan. Ma a volte sono le piccole incomprensioni a pesare più dei litigi, e i due ragazzi insegnano che per mantenere un'amicizia serve dialogare, il silenzio non fa altro che alimentare i fraintendimenti.

Trash al punto giusto, demenziale quanto basta, spiritoso da far ridere, pieno di colpi di scena e di battute inaspettate, di situazioni al limite del paradossale ma anche di consigli utili: Binan kōkō Chikyū bōei-bu Love! è l'anime giusto per far tornare il buonumore. Lo so a cosa state pensando: che questa serie ha tutta l'aria di essere una grossa candid camera! Ebbene potrei svelarvi la verità ora e subito, ma per adesso mi limito a dire che avete fatto fuocherello... Il resto sta a voi scoprirlo. LOVE IS OVER!