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menelito

Episodi visti: 16/16 --- Voto 6,5
Niente di che rispetto alla serie originale.
Il concetto di base ci poteva pure stare: una realtà parallela in cui Nagato si "dimentica" di essere quello che è, trasformandosi nella classica ragazzina timida e un po' imbranata, solo per poi trovarsi faccia a faccia con l'altra faccia di sé stessa... Interessante. Però, proprio questo aspetto penso che non sia stato gestito bene; la trama parte molto a rilento e solo dopo parecchi episodi inizia a intravedersi qualche sviluppo. Sviluppo che, a conti fatti, non è risultato (almeno per il sottoscritto) molto soddisfacente, data la vaghezza generale nello spiegare gli avvenimenti chiave. Insomma, c'è un limite alla libertà di interpretazione dello spettatore... comunque, anche se la trama non mi ha detto nulla, è altrettanto vero che ci sono tutte le situazioni classiche di un anime rosa (compreso l'immancabile episodio al mare), quindi, se siete amanti del genere, almeno da quel lato probabilmente non resterete delusi.

Il design dei personaggi è ok, anche se preferivo il Kyon 'originale'.

Nel complesso merita di essere guardato solo per curiosità e per completezza di conoscenza dell'universo haruhista, ma per il resto è abbastanza dimenticabile.
Appena sopra la sufficienza.


 5
GianniGreed

Episodi visti: 16/16 --- Voto 7
"Nagato Yuki-chan no Shoushitsu" ("La scomparsa di Yuki Nagato") è una serie anime del 2015 lunga sedici episodi, ed è basata sul manga omonimo scritto e disegnato da PUYO.
Il manga è a sua volta uno spin-off della ben nota "La malinconia di Haruhi Suzumiya", serie di light novel adattate successivamente in anime e manga.

Chi conosce la storia di "Haruhi Suzumiya" sa che a un certo punto del racconto succede qualcosa conosciuto come "la scomparsa", dove Kyon, il protagonista maschile, finisce in una dimensione alternativa dove non ha mai conosciuto Haruhi e pertanto la sua vita viene modificata. In questa dimensione vive anche una Yuki Nagato completamente diversa da quella taciturna e misteriosa del mondo d'origine del ragazzo.

Le vicende del manga e dell'anime si basano più o meno proprio su questo. Il setting della storia è infatti questo "mondo alternativo", dove Kyon non frequenta la stessa scuola di Haruhi e pertanto non entra nella Brigata SOS, che di fatto non esiste. Al posto della Brigata c'è il normale club di letteratura frequentato solo da Yuki.
Questa Yuki è però timida e imbranata, appassionata di videogame, e ben presto si innamora di Kyon...

La serie è dunque una sorta di shojo atipico che mostra le peripezie dell'imbranata ragazza che cerca il modo di arrivare al cuore del suo amato. Ad aiutarla c'è la sua amica Ryoko, sempre pronta a sostenerla. Kyon è invece sempre lo stesso: svogliato e pronto a commentare tra sé e sé tutto quello che succede. Non mancano ovviamente Mikuru, Koizumi e la stessa Haruhi, che, anche se d'aspetto leggermente diverso, mantiene tutta la sua vitalità.

Quello che colpisce immediatamente lo spettatore che guarda un episodio dell'anime è sicuramente il diverso stile di disegno usato. Questo succede perché l'anime è stato realizzato da uno studio di produzione differente da quello che ha fatto l'anime originale di "Haruhi Suzumiya".
Il chara design è diverso, più morbido, con i personaggi che hanno i volti più arrotondati perché si rifanno allo stile del mangaka. Ci si mette un po' ad abituarsi, ma già dopo un paio di episodi non ci si fa più caso. La resa complessiva dei disegni, tra animazioni, sfondi e colori, è di buona qualità e non ci sono mai cali qualitativi. Non è la Kyoto Animation, ma anche lo studio Satelight si difende bene.

Il resto è invece sempre di ottima fattura, sia le musiche che il doppiaggio infatti non deludono affatto le aspettative. La colonna sonora accompagna benissimo le varie scene, specialmente quelle lente fatte di silenzi, con brani sempre adatti, ma anche le scene comiche e divertenti sono sottolineate con il giusto brio.
Il doppiaggio vede il ritorno del cast della vecchia serie al completo: Tomokazu Sugita nel ruolo di Kyon è sempre a suo agio, ma ancora di più viene dimostrata la bravura di Minori Chiahara nel doppiare Yuki, che finalmente può parlare davvero e non limitarsi a monosillabi. Di Aya Hirano nel ruolo di Haruhi non serve nemmeno parlarne, il personaggio le è rimasto cucito addosso e lo doppia sempre perfettamente.

Se dunque per la parte tecnica non ci si può lamentare, il problema per alcuni potrebbe essere proprio la storia o la "trama". Innanzitutto è bene chiarire che questo non è "La malinconia di Haruhi Suzumiya", e quindi non ci sono alieni, esper e viaggiatori del tempo.
Se avete già visto o letto la storia originale, non abbiate fretta di giudicare solo dai primi due episodi, perché la serie ci mette effettivamente un po' a ingranare, ma soprattutto non aspettatevi di ritrovare la stessa atmosfera di mistero e fantascienza.
Si tratta di uno spin-off di tipo "what if", e quindi con una storia diversa, che prende i personaggi già conosciuti e li mette in un altro contesto mantenendo inalterati i loro caratteri (a parte Yuki, ovviamente). La storia è quella di una ragazza innamorata e delle difficoltà che ha a confessare i suoi sentimenti al ragazzo che ama. Solo che questa ragazza è Yuki, l'amato è Kyon, e i suoi amici sono Mikuru, Haruhi e Koizumi.
Pertanto la serie va vista e giudicata per quello che è, senza inutili paragoni con quella originale da cui è tratta, solo così si può riuscire a godersi questa storia, che di sicuro non è l'anime dell'anno, ma ha i suoi bei momenti, specialmente per chi voleva un po' di sentimento nelle storie della Brigata SOS.