Voice
NOTA PER I MODERATORI: la mini-recensione era già andata in una notizia dedicata al FEFF 2024.
Tre storie diverse unite dal filo conduttore dell'elaborazione del dolore, e un epilogo.
Nel primo segmento un anziano padre transessuale, che non ha mai superato la morte della figlia primogenita, accoglie per un teso pranzo di capodanno la figlia secondogenita con la sua famiglia. Nel secondo un pastore di mezza età, Makoto, che anni prima ha perso la moglie in un incidente, vive sull’isola di Hachijojima e riceve improvvisamente la visita della figlia, incinta. Ma lei nega di esserlo senza un apparente motivo. Nella terza parte una giovane donna, Reiko, sbarca da un traghetto a Osaka per andare al funerale di un suo ex fidanzato. Conoscerà un ragazzo, con cui passerà la notte, e grazie a questo incontro riuscirà a raccontare ed elaborare un brutale trauma del passato.
Film d'autore personalissimo e molto intimo, criptico, a tratti quasi impalpabile e rarefatto, ma di grande intensità, soprattutto nel terzo segmento e nell'epilogo in cui raggiunge il suo culmine. Spettacolare la fotografia, in particolare il bianco e nero della terza parte. Grandissime interpretazioni di Maki Carrousel e Shō Aikawa, potentissima e struggente Maeda Atsuko.
Stupendo ma non adatto a tutti i palati.
Tre storie diverse unite dal filo conduttore dell'elaborazione del dolore, e un epilogo.
Nel primo segmento un anziano padre transessuale, che non ha mai superato la morte della figlia primogenita, accoglie per un teso pranzo di capodanno la figlia secondogenita con la sua famiglia. Nel secondo un pastore di mezza età, Makoto, che anni prima ha perso la moglie in un incidente, vive sull’isola di Hachijojima e riceve improvvisamente la visita della figlia, incinta. Ma lei nega di esserlo senza un apparente motivo. Nella terza parte una giovane donna, Reiko, sbarca da un traghetto a Osaka per andare al funerale di un suo ex fidanzato. Conoscerà un ragazzo, con cui passerà la notte, e grazie a questo incontro riuscirà a raccontare ed elaborare un brutale trauma del passato.
Film d'autore personalissimo e molto intimo, criptico, a tratti quasi impalpabile e rarefatto, ma di grande intensità, soprattutto nel terzo segmento e nell'epilogo in cui raggiunge il suo culmine. Spettacolare la fotografia, in particolare il bianco e nero della terza parte. Grandissime interpretazioni di Maki Carrousel e Shō Aikawa, potentissima e struggente Maeda Atsuko.
Stupendo ma non adatto a tutti i palati.
"Voice", si inserisce nel panorama dei film antologici giapponesi con un'originalità e una maestria che ne fanno un'opera fondamentale nel genere. Mentre tradizionalmente questi film sono stati terreno fertile per nuovi talenti emergenti, "Voice" segna un nuovo capitolo, presentando un lavoro di qualità eccellente e omogenea, grazie alla regia di Mishima Yukiko, già affermata nel panorama cinematografico. Il film, composto da tre episodi indipendenti, si concentra sul tema del trauma e sulla sua persistenza per tutta la vita. Tuttavia, anziché indulgere in una narrazione confessionale, Mishima Yukiko adotta un approccio più ampio e universale, usando le esperienze personali come punto di partenza per esplorare emozioni e conflitti con una cruda immediatezza. La regista dimostra una padronanza sorprendente delle strategie narrative e degli stili visivi, intrecciando i tre episodi in un insieme coeso e potente. Sebbene le storie si svolgano in luoghi diversi del Giappone, il motivo ricorrente delle imbarcazioni e degli specchi d'acqua crea una connessione simbolica, sottolineando il viaggio interiore e psichico dei protagonisti.
Il primo episodio ci presenta Maki, una donna transgender che affronta il dolore per la morte della sorella Reiko, vittima di abusi sessuali. La tensione familiare è palpabile quando Maki ospita sua figlia Masako e la sua famiglia per il Capodanno. Attraverso un'interpretazione intensa e commovente, l'attrice trasmette il persistente dolore di Maki, mettendo in luce la complessità delle relazioni familiari e il peso dei traumi passati. Il secondo episodio ci porta sull'isola di Hachijojima, dove un contadino deve affrontare il ritorno improvviso della figlia incinta. La musica dei tamburi taiko, usati tradizionalmente per comunicare emozioni, si fonde con la narrazione, creando un'atmosfera densa di tensione e conflitto familiare. Infine, il terzo episodio segue Reiko mentre si confronta con il suo passato durante il funerale di un ex fidanzato. L'incontro con un gigolò diventa un momento di catarsi, in cui Reiko affronta apertamente il trauma del suo stupro infantile. L'interpretazione commovente di Maeda Atsuko aggiunge profondità e intensità a questa potente storia di sopravvivenza e rinascita. Il finale del film, che giustappone le storie di Maki e Reiko, offre una riflessione toccante sulle diverse modalità con cui le persone affrontano e superano i loro traumi. Sebbene "Voice" possa sembrare un'immersione nell'oscurità dell'anima umana, la sua vera forza risiede nella possibilità della redenzione e della rinascita per coloro che trovano la forza di guardare al futuro.
Il primo episodio ci presenta Maki, una donna transgender che affronta il dolore per la morte della sorella Reiko, vittima di abusi sessuali. La tensione familiare è palpabile quando Maki ospita sua figlia Masako e la sua famiglia per il Capodanno. Attraverso un'interpretazione intensa e commovente, l'attrice trasmette il persistente dolore di Maki, mettendo in luce la complessità delle relazioni familiari e il peso dei traumi passati. Il secondo episodio ci porta sull'isola di Hachijojima, dove un contadino deve affrontare il ritorno improvviso della figlia incinta. La musica dei tamburi taiko, usati tradizionalmente per comunicare emozioni, si fonde con la narrazione, creando un'atmosfera densa di tensione e conflitto familiare. Infine, il terzo episodio segue Reiko mentre si confronta con il suo passato durante il funerale di un ex fidanzato. L'incontro con un gigolò diventa un momento di catarsi, in cui Reiko affronta apertamente il trauma del suo stupro infantile. L'interpretazione commovente di Maeda Atsuko aggiunge profondità e intensità a questa potente storia di sopravvivenza e rinascita. Il finale del film, che giustappone le storie di Maki e Reiko, offre una riflessione toccante sulle diverse modalità con cui le persone affrontano e superano i loro traumi. Sebbene "Voice" possa sembrare un'immersione nell'oscurità dell'anima umana, la sua vera forza risiede nella possibilità della redenzione e della rinascita per coloro che trovano la forza di guardare al futuro.