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Utente970

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Utente970

Volumi letti: 8/8 --- Voto 6
Una sorta di Wacky Race che fa finta di prendersi un pochino più sul serio, dotandosi di una storia e di una paio di decessi, che però avvengono solo, o quasi, mediante armi da fuoco, mentre in caso di esplosioni e cadute, salvo non essere in un flashback, ne escono tutti vivi e neanche troppo malridotti.

La storia parte e si basa su una corsa intorno al mondo, con in ballo un ricco premio e la prospettiva di fama internazionale, ma presto si approfondirà in un complotto imperialistico, dal retrogusto nucleare, parzialmente legato ad uno dei personaggi principali. I disegni sono gradevoli ed il senso di movimento ed i veicoli vengono resi discretamente bene. Il tono dell'opera rimane sempre allegro, con concorrenti esaltati e combattivi, che ovviamente inciteranno sempre i compagni di squadra a non arrendersi mai, a diventare i migliori e al fidarsi reciprocamente. Non mancano, come accennato prima, decessi minori e nemmeno la tipica infanzia da orfanello a fare da spinta ai nostri eroi o ai personaggi secondari più rilevanti, tipo il nobile rivale Peacemaker, oppure la suora scemotta, che però possiede una memoria migliore di qualunque Gps in commercio.

Benchè il gruppetto sulla vettura arrivi a contare gradualmente cinque membri, gatto escluso, i protagonisti saranno sempre fondamentalmente due. Il primo è Trigger, il pilota e capo del gruppo, coi capelli afro, scarse doti comunicative e fare spavaldo, un tipo che sotto la scorza egoista è di buon cuore. Il secondo sarà il suo giovane ed emotivo meccanico Barrel, proprietario del veicolo/trattore su cui gareggeranno e desideroso di rendere onore alla memoria del padre defunto e di diventare al tempo stesso famoso e rispettato nel suo paesino di campagna, dove i coetanei lo hanno sempre deriso. In realtà, nelle intenzioni iniziali dell'autore, il gruppo principale sarebbe dovuto essere un trio, infatti a fare da tutore improvvisato a Barrel vi sarà sin dall'inizio la giovane poliziotta Cylinder, che però, nonostante sappia menare le mani, resterà semi inutilizzata. Si potrebbe definirla tranquillamente un semplice elemento estetico, utile per un pò di spogliarello fanservice o peggio una piagnucolosa palla al piede, e la cosa buffa... è che il personaggio ne è tristemente consapevole.

La narrazione sin dall'inizio non è delle migliori, per quanto l'aria generale sia sopra le righe e vi siano anche macchinari molto particolari, alcune cose non hanno proprio senso. Ad esempio non ha senso che un certo oggetto subisca un influsso dall'altro capo del globo, il passato della suora e la sua iniziale "scelta di vita" cozzano terribilmente, ed il crearsi di certi malintesi, dovuti a causa di forza maggiore, come il rapimento di Trigger da parte della "Principessa" Calico, sono da mancanza di neuroni funzionanti. La cosa peggiore, o forse più geniale in tutto questo casino, sarà il finale, o per meglio dire, il cattivo finale, che ha motivazioni ridicole che nemmeno un'opera demenziale può rendere accettabili e meglio non andrà col suo braccio destro, che avrà ovviamente motivazioni fino ad un attimo prima, fuori personaggio.

Dopo la rivelazione del passato di Trigger, la storia comincerà a mettere la quinta e... gli ultimi due volumi diverranno particolamente rapidi, tralasciando elementi sfruttabili come il fratello di Peacemaker, il rapporto stretto tra il colonnello Luger e il suo fidato attendente, alcuni soldati imperiali sopra le righe, che compariranno in poche scene o altri concorrenti interessanti, come il Samurai in carrozzella, probabilmente relegato a semplice comparsa dopo un cambio di piani. Per quanto Run Day Burst rimanga tra i lavori più longevi e divertiti dell'autore (su cui si nutrivano forse troppe speranze), l'impressione finale è che l'opera sarebbe potuta proseguire ancora per qualche volume. Di certo si adatterebbe molto bene ad essere animata, in ogni caso, il tono poco credibile ed il suo non sapersi differenziare nei messaggi veicolati, lo rendono adatto solo ad un gruppo di ragazzi molto, molto giovani.