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Nagashi

Volumi letti: 13/16 --- Voto 6,5
Devo dire che mi è capitato raramente di mollare un manga, complice il fatto che le uscite avevano rallentato moltissimo ho preso la palla al balzo e me ne sono liberato...
Mi aveva attratto l'incipit: Erika racconta alle sue compagne di classe di questo fantomatico fidanzato e loro iniziano a mettere in dubbio la sua esistenza. La protagonista messa alle strette chiederà a Sata, i figo della scuola, di fingere di essere il suo ragazzo, lui accetta ma per le inizieranno i guai.
I primi volumi scorrevano veloci con un ritmo diverso dagli altri shojo scolastici che avevo letto. Sata ne combina un sacco alla povera Erika, facendola finire in situazioni imbarazzanti o dandole degli ordini come se fosse un cagnolino. Non c'è l'attesa di festival scolastici, assegnazione dei banchi, l'attesa delle feste.
Purtroppo dal quarto o quinto volume le situazioni diventano ripetitive e noiose, lui perde quell'aspetto da cattivello e cambia il suo modo di fare. Viene a mancare quell'animosità dei primi volumi.
Consiglierei questa serie a chi è amante del genere shojo e cerca una lettura per svagarsi.


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Aminako

Volumi letti: 16/16 --- Voto 8
Wolf Girl & Black Prince a mio personale giudizio è l'esempio di come la reputazione di un manga può essere minata da una versione anime. Lo scrivo dopo aver dato 5 alla serie anime ed essermi concessa la possibilità di cambiare idea leggendo il manga - che consiglio a tutti i lettori amanti del genere.

Erika è una studentessa del liceo che non ha mai avuto un fidanzato e non ha mai provato l'innamoramento. Questi due fatti, uniti al desiderio di integrarsi con due sue compagne di classe fidanzate e molto "mature" dal punto di vista delle relazioni di coppia, porteranno la protagonista a mentire. Erika non si limita, infatti, a dichiararsi fidanzata, ma lo farà mostrando loro, a titolo di prova, la foto di un ragazzo molto bello. Le bugie hanno le gambe corte e presto, il ragazzo molto bello, si scoprirà essere Sata Kyouya - lo studente "più" bello della scuola. Quando lui apprende dalla stessa Erika di essere stato usato per mentire alle amiche, accetta di coprire il gioco di Erika a patto che lei si renda fedele e servizievole verso di lui proprio come un cagnolino.

Erika è il consueto personaggio femminile goffo e insicuro ma determinata nella ricerca della persona giusta per lei. Accetta il patto per preservare la sua immagine ma mantenendo sempre aperta la possibilità di nuove conoscenze. Sata Kyouya, nonostante l'aspetto di "principe" nutre una avversione verso le ragazze superficiali e attratte solo dalla sua avvenenza fisica. Entrambi rispettano questo patto con difficoltà: se da un lato Erika soffre l'antipatia cronica di Kyouya; lui nota che Erika gli è servile ma non fedele nel pensiero. Erika in fondo sa bene che genere di caratteri la affascinano e desidera innamorarsi di qualcuno che la rispetti, tuttavia le cose non sempre vanno come si vuole. Ciò che inizia come una finzione evolve in un sentimento sincero per Kyouya e questo rappresenta il vero nodo di interesse della storia. E' affascinante e coinvolgente osservare come Kyouya accoglie questo sentimento e come si renderà conto della differenza di avere a fianco una ragazza che infondo...non provava un morboso interesse per lui, ma per l'immagine che voleva preservare di se stessa!

La storia copre un arco narrativo lungo, ricco di tante vicende (alcune scontate, altre assicuro di no) offrendo l'opportunità ai protagonisti di uscire alla luce del sole, farsi conoscere ed evolvere. Bella anche la cura per i personaggi secondari, che abbracciano i protagonisti in una bella cornice di socialità e di amicizia. I dialoghi tra i ragazzi sono uno spasso e quelli tra le ragazze...sempre tragici come solo noi possiamo renderli! Ed è anche questa una nota a favore del fumetto: affonda nelle situazioni da entrambi punti di vista maschile e femminile.

Mi ha regalato soprattutto sorrisi ed emozioni positive, non sgradevoli come era avvenuto invece con la versione animata. Qui il lettore ha più spazio per interpretare le sfumature dei dialoghi, sempre ben bilanciati i momenti di scontro e di dolcezza. Più di una volta, soprattutto all'inizio, ho trovato delle analogie tra Kyouya e il Naoki Irie di Itazura Na Kiss. Non so se sia stato voluto, ho avuto la sensazione che questo personaggio Kyouya rappresenti un bisogno di rivalsa maschile che non vuole rispondere ad aspettative femminili gonfiate e romanzate [Se ciò che desiderate è un principe, che sia un "black prince" non perfetto]. Penso che i personaggi alla fine evolvano in modo bello e inaspettato, vi suggerisco di leggerlo e di cestinare l'anime.


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Pannero

Volumi letti: 10/16 --- Voto 6
Erika, messa sotto pressione dalle sue amiche che si vantano in continuazione dei loro ragazzi, per non essere da meno mente dicendo di essere fidanzata col "principe" della scuola, Sata.
Tuttavia, messa alle strette dalle circostanze, dopo poco è costretta a rivelare la sua bugia a Sata, supplicandolo di stare al gioco davanti alle sue amiche. Inaspettatamente il ragazzo le dice che la aiuterà, ma in cambio vuole che lei diventi il suo "cagnolino", cioè che obbedisca a tutti i suoi ordini senza fiatare.
Pur di non perdere la faccia Erika accetta controvoglia la proposta di Sata, che però si rivelerà giorno dopo giorno sempre più diverso dall' immagine "principesca" che le ragazze della scuola hanno di lui.

Wolf girl and black prince è un tipico shoujo di ambientazione scolastica. Nonostante un'ottima partenza (le amiche impiccione e fastidiose di Erika e i loro rispettivi fidanzati erano fonte di gag carine e ben costruite), e il rapporto inizialmente interessante tra Erika (la "wolf girl" del titolo, la ragazza che grida "al lupo, al lupo" della favola) e Sata (il "black prince", che fuori ha un aspetto etereo e dentro invece è arido e egocentrico) dopo pochi volumi, la noia subentra e niente riuscirà più a rititare su l'intreccio narrativo.
Mi spiego meglio. Una volta che il rapporto tra Erika e Sata inizia a definirsi, tutti i personaggi secondari che ci avevano accompagnato fino a quel momento misteriosamente scompaiono, lasciando il posto ad altri molto più insignificanti e incolore.
I dialoghi sono scialbi, e i personaggi e le situazioni stereotipate, insomma dopo un'ottima partenza iniziano a susseguirsi dei capitoli di routine che non portano da nessuna parte. Sia le ansie di Erika che le reazioni di Sata (che sembra l'egoismo in persona ma sotto sotto si affeziona - ovviamente - alla protagonista) non hanno niente di originale né di nuovo.

Veniamo a quello che per me è l'unico lato positivo di questo manga: i disegni. La Hatta mostra fin da subito un grande talento per il design dei personaggi, si riescono a distinguere facilmente anche i personaggi secondari, e ognuno ha, a livello grafico, qualcosa che lo rende immediatamente caratteristico.
Insomma per quanto la storia sia banale e proceda in modo noioso e stanco, i disegni invece si mantengono sempre su un livello molto alto.
Aspetto questo che però, da solo, non basta a renderlo un manga indimenticabile.