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Utente9371

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Utente9371

Volumi letti: 3/6 --- Voto 5
Eccola qui finalmente, la nuova opera del genio del nonsense Kouji Kumeta, coadiuvato dal disegnatore Yasu (noto più che altro come illustratore della serie di romanzi 'Toradora!'): conclusa la sua delirante ed infinita saga 'Sayonara Zetsubou Sensei', il mangaka cede il ruolo di artista (per fortuna, alcuni diranno) e si dedica invece a servirci ancora un'altra bella dose di non sequitur, battute balzane e chi più ne ha più ne metta.
Eppure, qualcosa non funziona, e questo Joshiraku segna, almeno a mio parere, una seria caduta di tono per Kumeta.

Cosa è andato storto? prima di tutto, anche se non ci si vorrebbe credere, proprio l'aspetto grafico. Kumeta non è mai stato un grande artista, eppura una parte essenziale di capolavori come 'Sayonara...' era proprio il disegno dimesso ed essenziale, quasi da teatrino delle ombre - il perfetto sfondo 'minimalista' per gli excursus linguistici a cui il mangaka ci aveva abituati. Niente da dire su Yasu, ce la mette proprio tutta, ma il suo stile rasenta troppo il moe alla 'Toradora' per fare da contraltare alla scrittura dissacrante di Kumeta: è troppo 'normale', forse anche troppo 'carino', e così 'Joshiraku' perde impatto e forza dissacrante.

Anche dal punto di vista della sceneggiatura assistiamo ad una decisa caduta di tono. Sono sparite proprio le 'genialate' a cui 'Sayonara...' ci aveva abituati: le infinite enumerazioni di Itoshiki, vere e proprie liste della spesa di tutto ciò che c'è di sbagliato al mondo; spariti i personaggi veramente ai limiti del socialmente accettabile, dato che le ragazzine / commedianti di 'Joshiraku' sono, per lo più, mediocremente posate tra la dabbenaggine alla 'K-on' e la “sciocchineria” di una protagonista da visual novel; sparita la valanga di riferimenti a fatti recenti, persone reali ed episodi sconci della vita pubblica giapponese. Kumeta ha, sostanzialmente, epurato il suo scrivere di tutto quel 'cattivo gusto' che rendeva tanto speciale i suoi lavori, lasciando solo il gioco di parole a volte accattivante (e a volte meno).

In attesa che Kumeta cominci un nuovo vero lavoro ('Joshiraku' non solo esce saltuariamente, ma consta capitoli di appena una manciata di pagine), mi auguro che ritrovi la vena veramente dissacrante che me l'ha fatto amare, e che si faccia perdonare questo nonsense insipido che è 'Joshiraku'.