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esseci

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
"Il prezzo di una vita"... un manga di apprezzabile spessore e significato che affronta temi di non poco rilievo in via metaforica utilizzando una trama che mixa slice of life, drama, sentimentale e "soprannaturale".
Sebbene abbia un incipit e un target diverso, la storia mi ha richiamato alla memoria "Half&Half" di K. Seo che, sotto altri punti di vista, sviluppa una trama sul senso e il valore della vita simile nel finale a quello de "Il prezzo della vita".
La differenza sta nell'epilogo che ne "Il prezzo della vita" resta tragicamente "aperto", con un ending dal sapore agrodolce che coinvolge entrambi i protagonisti...
La storia è abbastanza semplice sviluppata in tre tankobon che sono caratterizzati da tre "approcci" peculiari al tema del valore della vita: il primo piuttosto "venale" e cupo/nichilista; il secondo disperato, pessimista e disilluso; il terzo di redenzione e recupero del valore della esistenza.
La storia è in ogni caso "originale" e anche spiazzante: sembra la metafora dello hikikomori che anela al suicidio. Nella sua atarassia verso se stesso e tutto ciò che lo circonda, il protagonista Kusunoki ha ormai realizzato fin dall'inizio che la sua vita non vale nulla. E la "cede" in cambio di un valore del tutto risibile, accettando l'ineluttabilità del suo destino di poco conto.
La svolta è rappresentata, una volta venduta la propria esistenza, dalla presenza al fianco di Kusunoki di Miyagi nella sua qualità di sorvegliante silenziosa, apatica e invisibile a chiunque altro all'infuori di Kusunoki.
Con lo svolgimento della storia i due si ritrovano a discettare e a ragionare della esistenza, delle sue miserie, delle questioni irrisolte, dei rimpianti e dei rimorsi... e lo fanno senza esclusione di "colpi" e considerazioni realistiche, dure...
Ed il manga passa dall'annaspare di Kusunoki nel cercare di trovare un senso ed un valore al poco tempo rimastogli da vivere al recupero di un barlume di umanità, della capacità di ascolto e di interazione nei confronti degli altri, fino a sacrificare una parte significativa della sua esistenza residua per Miyagi.
Come si vedrà anche lei, pur essendo una sorta di "angelo guardiano della morte" è a sua volta "vittima" di riflesso di coloro che hanno rinunciato a vivere e porta con se il dolore di una esistenza cinica, dolorosa in cui deve assistere ai decessi di coloro che hanno ceduto tempo, salute o vita dietro compenso di denaro...
Nell'ineluttabilità del loro destino tragico, riescono a cambiare se stessi e la loro visione della vita e decidono di percorrere quel poco resta loro cercando di apprezzare al meglio i restanti momenti di felicità appagante.
Di sicuro da questi tre volumi emerge in modo scioccante l'assenza di disperazione e angoscia per la fine ormai prossima di Kusunoki: colpisce invece l'apatia e il senso di rassegnazione verso la tragedia imminente uniti al recupero della consapevolezza del proprio io e dei propri sentimenti... molto zen...
Sotto l'aspetto grafico, il manga mi è sembrato in linea con l'umore dei due protagonisti semplice e minimale, ma capace di trasmettere le emozioni e le tensioni dei protagonisti. Gli sfondi sono a volte molto dettagliati ma in generale il disegno è essenziale proprio per evidenziare i protagonisti.
"il prezzo della vita" è una lettura che fa decisamente riflettere (senza giudicare) sulla scelta di Kusunoki e Miyagi: decidere di rinunciare definitivamente alla vita per apprezzarne il valore e il senso.


 3
Piotre

Volumi letti: 3/3 --- Voto 10
Per me, per poter scrivere una storia di questo calibro è obbligatorio suddividersi il lavoro, ossia chiamare un esperto scrittore per la trama e chiamare un disegnatore per il lavoro riguardante il lavoro artistico di quest'opera. Perché riassumere in così pochi capitoli delle tematiche così forti e potenti è davvero un lavoro quasi impossibile. Non c'è da sottovalutare poi il lavoro del disegnatore perché deve far risaltare le emozioni attraverso il disegno, deve fargli prendere vita, in questo senso l'opera è un capolavoro. I due autori devono essere riusciti a trovare una sinergia incredibile e questa è ben visibile in tutta l'opera.

Quest'opera riesce ad incorniciare le emozioni umane come il dolore, la sofferenza e la solitudine e dargli nuovi prospettive; emozioni che esistono da quando esiste l'uomo, ma questi autori riescono a dargli un interpretazione nuova e soprattutto interessante. E' uno degli slice of life che sia più riuscito nella mia opinione, poiché il senso di realtà, di vita vera è palpabile.

Seppur breve la narrazione non è veloce e affrettata, ci si prende il giusto tempo per raccontare i fatti e soprattutto si danno i giusti spazi di riflessione e di pensiero al lettore, attraverso dialoghi mai futili, mai scontati e delle inquadrature da mozzare il fiato.
Il lato artistico di quest'opera è divino, a mio parere quando un disegnatore si impegna unicamente nel disegnare si possono raggiungere delle vette artistiche (che si possono raggiungere anche scrivendo, ma gli autori che riescono in questo si contano su una mano) assurde.
Il disegno si concentra su un utilizzo delle ombre e delle luci magistrale, anche solo osservando la tavola priva di dialoghi si percepisce l'emozione che l'autore intende comunicare.

L'opera a mio parere, vuole criticare la società giapponese, una società che difficilmente da una mano a chi né ha bisogno, una società chiusa, in cui si tende a giudicare molto le persone in base all'utilità che hanno nei rapporti della società stessa; ovviamente essendo io un outsider ho percepito questo, non vuol dire che sia davvero ciò che l'autore vuole esprime. Una critica alla società giapponese e sicuramente presente, che io sia riuscito a cogliere il giusto significato è un altro discorso.

Il realismo nell'opera è assolutamente palpabile, non vi sono edulcorazioni, se bisogna mostrare qualcosa di duro e crudo, va mostrato senza mezzi termini, non lo diluiscono per niente, ed è una cosa che ho assolutamente apprezzato ( anzi a mio parere hanno utilizzato dei cliché famosi nei manga per far illudere il lettore che la trama si stesse spostando verso una direzione per poi tirargli una doccia di acqua gelida di realismo).

Manga che raccomando caldamente, anche a chi pensa di non apprezzare il genere, fidatevi un'opera così non la si legge tutti i giorni, anzi è più rara di quanto si possa sospettare e vale la pena provare a leggerla a priori dai propri gusti personali; soprattutto considerando che è molto breve e la si legge tranquillamente in meno di un ora, ma consiglio di soffermarsi su alcune tavole e apprezzare le emozioni che ci suscitano e finirla tranquillamente.


 3
Hajime no ken

Volumi letti: 3/3 --- Voto 10
Ci sono pochissime opere che riescono a trattare di temi importanti come il senso e l'utilità della nostra vita senza risultare noiose o ricalcare stereotipi e luoghi comuni una di queste è sicuramente "Jumyou wo Kaitotte Moratta" che riesce a farti entrare nella storia a tal punto da pensare quasi che sia tu stesso a viverla e a essere felice o soffrire, inoltre riesce a miscelare alla perfezione filosofia e cotte giovanili, facendo traboccare le pagine di sentimenti che ti colpiscono dritto al cuore. Riesce a staccarsi dai mille manga sentimentali che si confondono tra loro pure nel finale dando l'ultimo grande monito ai lettori ormai estasiati dall'opera.
In conclusione è un ottima opera che consiglio assolutamente per una lettura impegnativa ma scorrevole e che seppur incentrata sulla trama ha degli ottimi disegni che fanno da sfondo a uno dei migliori manga sentimentali/drammatici.


 2
RKkborg

Volumi letti: 3/3 --- Voto 10
Ci sono opere che colpiscono nel profondo e che costringono, nel bene e nel male, a fare i conti con se stessi. Più si è costretti a scavare nella propria vita, di fronte all'inevitabile confronto fra le situazioni descritte e la realtà personale, più si può affermare che l'opera abbia raggiunto il suo scopo ultimo.
"Il prezzo di una vita" questo scopo lo raggiunge in pieno.

La capacità di comprensione della storia e quella di provare empatia per i personaggi è perciò legata indissolubilmente alle proprie esperienze personali, le quali agiscono da filtro nei confronti di ciò che la lettura ci pone di fronte. Io stesso dieci anni fa non avrei mai potuto capire le ragioni per cui un ragazzo di vent'anni, il protagonista, possa arrivare a rinunciare alla quasi totalità della sua vita nell'illusione di riuscire per lo meno a sopravvivere in un presente effimero.
Poi però il tempo passa, si cresce e si realizza che nella vita non tutto è rose e fiori, che per ogni "storia" con il lieto fine ce ne sono almeno dieci che finiscono amaramente, che non esiste nessuna garanzia per la realizzazione dei propri sogni e che anche una volta raggiunti ci si potrebbe perfino chiedere se ne valeva davvero la pena sapendo ciò a cui si è rinunciato nel percorso. Nella realizzazione di queste verità si giunge ad un rapporto quasi intimo con l'opera.

L'intera storia viaggia su dei binari ben precisi e lo sviluppo dei personaggi è facilmente ipotizzabile fin dalle prime battute, ciò nonostante, a mio parere, il pathos dei momenti più importanti non ne viene intaccato. Alcune tavole restano davvero d'impatto, anche dopo diverse letture, rimanendo scolpite nella mente.
Potrebbe sembrare un ossimoro ma nonostante le premesse sovrannaturali iniziali, l'evoluzione della trama e dei personaggi procede in modo realistico alla loro condizione. Quando si accetta il fatto di aver fallito, prima ci si rifugia nei ricordi del passato, poi realizzando che in essi si possono trovare solo rimorsi e rimpianti, ci si attacca a qualsiasi cosa possa offrire conforto nel presente. Arrivati a questo punto si è di fronte al bivio di riuscire a trovare delle ragioni per continuare a lottare, come dei moderni eroi greci, oppure sventolare bandiera bianca.

Ci sarà redenzione per i personaggi di questa storia? Anche il finale sarà in realtà molto più interpretabile di quello che potrebbe risultare ad una lettura superficiale ed infatti, scomodando la lente dei filosofi esistenzialisti, si rivelerà come una calzante metafora della condizione umana.

Il mio invito per coloro che leggendo "Il prezzo di una vita" non riescano a comprenderne la complessità esistenziale di fondo, è quello di riporre i volumi e di ridargli una possibilità dopo qualche anno, arricchiti da nuove esperienze personali.
Quel momento di intimità con l'opera che ho citato precedentemente potrebbe non arrivare mai, tuttavia se doveste riuscire nell'impresa di squarciare il velo di Maya, per citare Schopenhauer, allora arrivereste a valutare l'opera per il capolavoro che è.

Alla luce delle di queste considerazioni, la mia votazione è 10/10.


 3
zettaiLara

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7,5
Se foste talmente a corto di denaro da arrivare a vendere persino il tempo che vi resta da vivere, che prezzo dareste ai vostri giorni? In base a cosa valutereste la vostra esistenza?
Molto probabilmente quella da cui prende il via il manga Il prezzo di una vita apparirà una congettura talmente scapestrata da non esserci nemmeno mai balenata nella testa; eppure se ci si sofferma sopra anche solo per un istante, ci renderemo conto all'improvviso che "prezzare" una vita non è poi così scontato.
Tramutare in numeri sogni ed aspettative, ridurre ad un numero obiettivi e fallimenti, successi ed inciampi, riscatti e sconfitte... è davvero possibile? E se anche lo fosse, chi o che cosa possono determinarne il "quanto"?
La vita di un giovane brillante e di successo varrà quanto quella di un balordo? Quella di una casalinga annoiata sarà identica ai giorni di sopravvivenza cui una persona povera si aggrappa pur di non soccombere alla fame ed alle altre insidie? E poi vi è Kusunoki che, in un certo senso, è "nessuno".
Il protagonista, Kusunoki, è un ragazzo qualunque, che nella vita non ha fatto alcunché di speciale e che già durante la sua vita universitaria si ritrova a spendere giorni apatici, solitari e privi di significato. Così, quando un giorno decide di vendere persino i propri amati libri e CD pur di raggranellare qualche soldo per sopravvivere, il giovane viene casualmente a conoscenza di come esista un misterioso negozio in cui le persone possono cedere parte della loro salute, del loro tempo o dei propri anni di vita rimasti in cambio di denaro.
Kusunoki è curioso, e stranamente eccitato di scommettere con sé stesso la cifra che potrà ricavarne; non rimane nondimeno sorpreso nell'apprendere che i 30 anni che gli rimarrebbero da vivere vengono stimati alla modesta cifra di 300.000 Yen (circa 2600 euro), e che ogni suo anno venduto vale dunque appena 10.000 Yen, ovvero circa 85 euro. Ciononostante, lo scambio viene siglato: per tutta la durate dei tre mesi che Kusunoki ha deciso di trattenere per sé, al ragazzo viene affiancata un'osservatrice del negozio, Miyagi, il cui compito è impedire che la disperazione in cui Kusunoki potrebbe cadere, durante i suoi ultimi giorni di vita, non lo spinga a compiere atti sconsiderati volti a far del male a sé o ad altre persone.

L'incipit de Il prezzo di una vita - I sold my life for ten thousand yen per year, manga pubblicato da Edizioni J-Pop in tre volumetti tra i mesi di luglio e settembre 2019, è indubbiamente atipico, e spalanca le porte ad una storia spiazzante e coinvolgente.
Il merito è di Sugaru Miaki, autore del romanzo originale "Tre giorni di felicità" (三日間の幸福, Mikkakan no Kofuku), divenuto quindi un manga nel 2016 con i disegni di Shouichi Taguchi: è proprio lui a raccontarci di come un tempo, sull'orlo di un esaurimento nervoso come spesso accade a molti giapponesi nel mese di maggio (viene definita letteralmente 'Gogatsu byou' -五月病- o malattia di maggio), si fosse recato con un amico a cercare i ciliegi ancora non in fiore.
Da lì Miaki ha fatto volare i pensieri, ritenendo che sarebbe stato fantastico vendere metà della propria vita per "ottenere in cambio un sacco di soldi", e che al tempo stesso sarebbe stato piuttosto frustrante se invece la propria vita fosse stata stimata in poche banconote. E' così nato il romanzo che, quattro anni più tardi, viene pubblicato in versione manga con il titolo Jumyou wo Kaitotte Moratta. Ichinen ni Tsuki, Ichimanen de.; la soddisfazione di Miaki è grandissima, poiché ritiene che Taguchi -peraltro fan del romanzo- sia stato in grado di illustrarlo cogliendone perfettamente l'atmosfera, fin nei minimi particolari, ritratti nelle pagine iniziali della storia.
In effetti Kusunoki non è un personaggio che sappia farsi amare o ricordare, ma nella cui ordinarietà sia estetica che caratteriale potremmo tuttavia essere in molti a ritrovarci: qualcuno che non serba traumi personali alle spalle, che ama la lettura e la musica, che eccelleva persino a scuola, che ha avuto un'amica d'infanzia con cui ha scambiato una promessa "da adulti."
Perché allora Kusunoki arriva a pensare che vivere sia talmente privo di significato da valer la pena trattare tutto in cambio di denaro?
Cosa farne poi, di quel denaro, se comunque niente nella vita reca alcun sapore?

Si tratta di una storia che propone una visione piuttosto cupa, senz'altro pessimistica e scoraggiante della vita, eppure la lettura di contro non è greve, ed anzi carica lo spettatore, così come il protagonista, di un inatteso fermento interiore, a voler negare che sia tutto lì, che sia tutto già scritto e irrimediabilmente deciso o immutabile. Che non si possa fare alcunché, se non una banale scrollata di spalle.
Ecco perché, rovesciando la prospettiva, nessuno può essere migliore di Kusunoki nel farsi da sé meccanismo del cambiamento.
Nella sua indifferenza e immobilità nei confronti del mondo, Kusunoki ha già deciso in partenza che la sua esistenza e il suo futuro non valgono nulla. Eppure, egli decide consapevolmente di recarsi a fare la scommessa della vita, confidando che ci sia qualcosa d'altro ad attenderlo. Sperando, senza crederci davvero, che qualcuno possa ribaltare il suo assunto e riferirgli che no, non è così, che anche la sua vita è preziosa ed insostituibile.
Kusunoki, tuttavia, non vede alcun miracolo compiersi di fronte ai suoi occhi; quantomeno non lo vede di certo accadere al negozio dello scambio, in un luogo asettico e privo di ogni calore umano.
Eppure, qualcosa nondimeno accade, poco alla volta, indotto dall'interazione che Kusunoki è costretto ad avere con la sorvegliante Miyagi, umana come lui eppure presenza silenziosa e pacata, ed invisibile a chiunque altro all'infuori di lui. Kusunoki la reputa inizialmente un fastidio, per quanto proprio il compito assegnato alla ragazza faccia sì che entrambi si ritrovino a parlare, a discutere, a ragionare della vita e per la vita.
Ed è così che proprio in virtù del bizzarro accordo che ha siglato, attraverso Miyagi Kusunoki ritrova lentamente una propria umanità, il rispetto per sé stesso, il piacere di interagire con le persone, di tastarne le reazioni, di scoprirsene interessato, nel bene e nel male.
Non si rinvengono, nel manga, le sfaccettature dell'angoscia che lo sviluppo di un tale tema presumibilmente comporterebbe, e che sarebbe stato interessante veder emergere; prevale, invece, un senso generale di apatia e di distacco, che pervade anche i protagonisti, e che impedisce al lettore di interiorizzare adeguatamente i sentimenti che dettano il loro agire. Nelle storie di Kusunoki e Miyagi s'intravede qualche cliché, che induce ad un utilizzo talora semplicistico dei personaggi.
La storia è tutto sommato efficace nel veicolare tematiche profonde e complesse, soprattutto se si considera lo spazio narrativo limitato di appena tre volumetti. Proprio in virtù degli argomenti trattati, sarebbe stato quasi certamente possibile espandere ancora oltre la storia, forse tuttavia perdendo in fedeltà d'adattamento alla storia originale.
E' comunque apprezzabile osservare come ciascuno dei tre volumetti pare quasi fare storia a sé, e reggersi in piedi da solo. Ognuno dei tre tankobon sviluppa un'atmosfere precisa e identificabile, senza comunque mai allentare né smarrire il filo conduttore del più ampio tema di fondo.
Se, così, nel primo volumetto ciò che ne emerge in maniera preponderante è il senso annoiato della vita, ovvero di un qualche cosa cui non si sa come far acquisire un significato, il secondo tankobon accelera l'impressione che tutto sia davvero oramai perduto. Che nel continuare a vivere si continuino a collezionare delusioni e amarezze. Ed è infine il terzo volume a riscattare infine i primi due, per quanto forse in maniera un pochino affrettata e buonista; il tankobon conclusivo dunque fa finalmente scoprire a noi, come al protagonista, un valido motivo per vivere.
Il dove, il come o il perché, tuttavia, non appariranno per magia di fronte a noi con uno schiocco di dita, bensì diverranno più chiari affrontando il sentiero un passo dopo l'altro, accogliendo ogni giornata e le sfide e gli scoramenti che comporta, ritrovando la voglia di fare, di scoprire, di tentare, di riempire.
Perché la vita non sia soltanto un baratto, perché non può essere fatta scivolare via come se niente fosse, perché di vivere, vale la pena eccome, non importa quanto ordinaria essa possa essere.
Il gioco è dunque questo: "prezzare" muta così in tutto e per tutto in un "apprezzare", che non è una ricetta fatta e confezionata su un pezzo di carta, bensì un foglio bianco su cui ognuno di noi scrive, e all'occorrenza cancella e riscrive, in maniera unica ed irripetibile.
Possiamo ricevere del denaro in cambio della vita, ma non è con quei soldi che la renderemo degna di essere vissuta, bensì attraverso la quantità e la qualità di ciò con cui sceglieremo volontariamente di farla diventare speciale.

La bella edizione proposta da J-Pop vede tre volumi flessibili al prezzo di euro 6,50 cadauno, con pagine di buona fattura, carta bianca dalla buona consistenza, stampa priva di sbavature, un'ottima rilegatura e una costina piacevolmente arrotondata al tatto.
I tankobon sono inoltre collocabili in un apposito box da collezione; si tratta di un cofanetto che si presenta esteticamente molto ben curato, impreziosito dalle accattivanti illustrazioni a colori di Taguchi, il cui uso del colore ricorda in parte lo stile acquerellato di Sahara Mizu.
Il contrasto con i disegni interni al manga è in effetti notevole e al primo impatto potrebbe apparire quasi spiazzante: il disegno è pulito e minimale, con un tratto essenziale e curato al tempo stesso. Sfondi e retini non appaiono più di tanto ricercati, salvo per quelle tavole in cui vi è una riproduzione fotografica di determinati luoghi o spaccati di interni. Una particolare cura è stata rivestita per le tavole di inizio capitolo, quasi interamente dedicate ai tipici distributori automatici giapponesi collocati in ogni dove del Paese. Una presenza, anche quest'ultima, silenziosa ma decisamente motivata.
Una vita volutamente portata all'estremo, per sondare la vita stessa: una scelta, quella di Kusunoki, che non va giudicata, quando piuttosto ponderata alla luce del suo vissuto, del suo essere, del suo divenire.
Una storia che può avere molto da raccontare, perché quella fatta a Kusunoki è un'offerta che potremmo proporre anche a noi stessi. Ed in tal caso, siamo certi di conoscere già la risposta in merito alla vita che abbiamo davanti?
Una lettura, insomma, che può darci di che pensare, e a lungo.


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Itachi_01

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8,5
Comprato con aspettative molto alte, aspettative che sono state rispettate in pieno. Penso sia inutile riscrivere la trama dato che animeclick la presenta già in maniera esaustiva, e voglio evitare di fare spoiler a chi magari ancora non l'ha letto. Il manga è veramente stupendo ed in soli 3 volumetti riesce a trasmettere molte emozioni, specialmente nel finale, anche se era già intuibile da qualche capitolo. Parlando dei disegni, credo siano veramente magnifici, specialmente i volti dei personaggi, che sono davvero molto espressivi. In definitiva, perché dovreste prendere in considerazione l' idea di comprarlo? Innanzitutto per la storia e, a quasi pari merito, per i disegni, e poi anche perché essendo una serie molto breve non è neanche troppo dispendiosa in termini di denaro e di tempo, l'edizione di J-Pop è veramente bel fatta e di qualità molto elevata, dalla carta alla rilegatura, non ho notato errori di sorta. Penso che 8.5 come voto sia del tutto meritato e forse mi sono tenuto un po' basso, ma fidatevi è un opera che vale la pena avere. già soltanto per i disegni.


 4
selene90

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
“Il prezzo di una vita” è un breve manga in 3 volumi, edito da J-pop, di Sugaru Miaki. Il protagonista è un infelice ventenne con poche speranze per il futuro, nessun obiettivo e nessun legame che, rimasto a corto di soldi per vivere, si appresta dapprima a vedere le uniche cose che possiede e che lo rendono felice (libri e cd) e poi la sua vita. Esiste infatti una società che acquista, in cambio di denaro, vita, tempo o salute, in base alla scelta del cliente. Il prezzo varia in base alle aspettative, alle relazioni e alla felicità di una singola persona. Il giovane ventenne vende tutta la sua vita (ad eccezione di 3 mesi) in cambio di 10000 yen all’anno. In aggiunta, gli viene affiancata un’osservatrice, la bella e misteriosa Miyagi.

Il manga, oltre ad essere molto breve, scorre veloce, grazie a un tratto di disegno pulito e piacevole, e a una trama incalzante ed intensa. Interessante, fin da subito, il contrasto fra oscurità e luce, rappresentate dalla morte che incombe, e dalla speranza che il protagonista inizia a nutrire anche grazie alla vicina presenza di un’osservatrice non così dissimile da lui.

Al centro della vicenda, ridondante, c’è sempre la stessa domanda: se avessi pochi mesi di vita, cosa farei? Premetto che i tre volumi non puntano a una mera storia d’amore drammatica, come si può erroneamente credere dopo un tot di capitoli… ma anzi, Miaki sonda il lato poetico e morale della storia di ognuno. Il punto di forza è dato dai sentimenti dei due protagonisti: Kusunoki è apatico, insofferente alla vita. Ha trascurato le sue amicizie, che nessuno ha mai considerato veramente tali; ha dato per scontato alcuni legami che si sono persi nel tempo; si è rassegnato alla perdita dei suoi pochi obiettivi e sogni, aggrappandosi comunque alla speranza che la vita possa offrirgli ancora qualcosa di buono, e rinunciando per questo a togliersela. Miyagi appare inizialmente come la sua controparte: silenziosa e apparentemente priva di sentimenti ed emozioni, è in realtà l’altra faccia di Kusunoki. Due personalità destinate a legarsi e a percorrere la stessa strada, confrontando due vite vuote.


"Era una felicità frutto di un'illusione. Ma non potevo farci nulla se mi sembrava reale."



Interessante, a questo proposito, il dilemma che lo strambo venditore di libri pone sia a inizio che a fine manga… Kusunoki non è riuscito a dare peso e senso alla sua vita in tanti anni, può riuscire a fare qualcosa di buono in 3 mesi? E soprattutto, il peso di una vita è decisa da tanti anni di apatia ed egoismo? O da un futuro che si prospetta ricolmo di speranza, nel momento in cui si raggiunge la consapevolezza che un futuro può ricolmare tanti anni di solitudine? Non esistono rapporti eterni e scontati: nel momento in cui si diventa succubi di una vita che non si è scelta, si perde l’occasione di raggiungere la felicità. E la battuta finale, quel “risposta esatta” data a un uomo che è stato in grado di intravedere quella luce di speranza, riassume perfettamente questo pensiero.